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Autore: KikiLurex    14/05/2018    1 recensioni
La musica può suscitare incredibili emozioni. Può far vibrare l'anima. Può far male. Può far ridere o piangere. Può fare innamorare.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Follia: Bene, rieccomi.
Non aspetterò di ricevere qualche recensione. Mi importa sì e no. O meglio... mi farebbe piacere, ma a questo punto penso di pubblicare più per me che per altro.
Detto questo, ecco il prossimo capitolo.
Buona lettura. Alla prossima.

~ Viola ~

•••

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07 ~ Maledetto Vitaly

Aveva mentito spudoratamente. Beh, non del tutto. Quello che era successo, era stato veramente da pazzi, ma non nel senso in cui comunemente veniva usato quel termine.
Quello con Melanie, era stato il sesso più dolce mai fatto. Per qualche assurdo motivo, era stato lui a lasciarsi guidare da lei, non il contrario. Nella sua mente, era scomparsa tutta la carica erotica che lo spronava ad ogni folle notte di sesso. Si era trasformato in quello che lei gli aveva chiesto. Aveva abbandonato Jared Leto ed era entrato nella mente di Vitaly. Il Vitaly che lei aveva inquadrato così bene. Sensibile, dolce, debole, bisognoso di affetto. Affetto che lei gli aveva regalato ad ogni bacio, ad ogni carezza.
Si era lasciato coccolare e lui non lo faceva mai. Ma lui era Vitaly e lui aveva bisogno di tutte quelle attenzioni. Di quei baci lenti e sensuali, che sembravano non dover finire mai. Di quegli abbracci rassicuranti. Di quelle carezze sul viso, mentre due occhi scuri e penetranti si perdevano nei suoi.
Quante volte gli aveva affondato le dita tra i capelli mentre lo baciava? Non se lo ricordava nemmeno più. Non gli importava.
Quanto tempo era passato, prima di essersi lasciato togliere la maglietta nera da lei, che poi gli aveva poggiato il viso sulla spalla nuda? Quanto, prima di averle lasciato cadere a terra la camicetta?
La prima volta che aveva preso veramente l’iniziativa, era stata quando l’aveva sollevata di peso e portata sul letto, sdraiandosi poi al suo fianco. Lì avevano continuato quel gioco di baci e carezze per buona parte del tempo.
Non avevano mai parlato. Mai. Le parole non erano state necessarie. Erano bastati i loro sguardi per capirsi. Almeno per un po’.
Dopo un tempo interminabile passato a guardarsi negli occhi, a scambiarsi dolcissimi baci, a volte solo un leggero sfiorarsi di labbra, ad assaporare i leggeri brividi che lei gli procurava sfiorandogli con le dita le braccia, il collo, un fianco, anche lui aveva deciso di agire.
Le aveva baciato il collo, una spalla, le labbra. Aveva preteso la sua bocca. Con la lingua aveva cercato la sua, approfondendo il bacio. Dopo tutto era un tossico, no? E uno così, dopo essere arrivato al limite, doveva farsi. Lei era stata la sua coca durante quella notte e lui aveva voluto la sua dose.
Sotto le sue carezze e i suoi baci, che avevano cominciato a farsi più vogliosi, anche lei si era fatta più audace. La fiamma languida, si era trasformata in un piccolo incendio di passione.
Lo aveva attirato sopra di sé. Le mani le erano finite, inevitabilmente, sul suo fondoschiena e andate poi ad accarezzargli la vita, fino ad arrivare al bottone dei pantaloni.
«Togliteli» gli aveva sussurrato, e lui aveva obbedito. Anche lei si era tolta gli stretti jeans a vita bassa che aveva indossato per la loro cena.
Si erano baciati ancora. Lì, inginocchiati sul materasso, uno di fronte all’altra. Le sue mani le avevano accarezzato le braccia, i fianchi. Era bastato poco per far finire anche gli ultimi indumenti indossati a terra, insieme a tutti gli altri.
Si erano toccati piano, delicatamente, assaporando l’uno i gemiti dell’altra. Poi Melanie l’aveva attirato di nuovo a sé.
Continuando a guardarla negli occhi, le era entrato dentro e lei aveva sospirato.
La voglia che lo aveva assalito, lo avrebbe portato a spingere sempre più a fondo, sempre più forte, sempre più veloce. Ma Vitaly non l’avrebbe fatto. Lei gli aveva accarezzato il viso e lui l’aveva baciata, mentre il suo corpo aveva cominciato a muoversi lentamente.
Aveva assaporato ogni momento di quel rapporto. Ogni volta che era entrato in lei, aveva potuto sentire tutto. I suoi muscoli tendersi, la sua schiena inarcarsi, il suo cuore battere più forte. Le aveva preso le mani tra le sue, lasciando che le loro dita si intrecciassero. Le aveva portate sopra la sua testa, ed ogni volta che avevano sentito di essere al limite, si erano dati un segnale stringendo la presa. Ogni volta che aveva sentito quelle mani delicate stringere le sue, aveva rallentato il ritmo del suo corpo. In certe occasioni si era addirittura fermato. Più di una volta l’aveva lasciata andare, tornando semplicemente a baciarla e a lasciarsi baciare.
C’era stato un momento in cui lei aveva aperto la bocca per parlare, ma il nome che aveva quasi sussurrato le era scomparso sulle labbra. Lui, però, aveva captato comunque il sussurro appena accennato di una J. A quel punto le aveva sfiorato le labbra con le sue. «Sei meglio della coca» aveva mormorato, per ricordare ad entrambi quello che avevano concordato.
Melanie gli aveva sorriso. Lo aveva baciato, poi aveva preso il controllo della situazione. Si era messa seduta sopra di lui. Gli aveva accarezzato i muscoli del torace, il collo, il mento, la bocca. Lui le aveva succhiato le dita e in breve, lei le aveva sostituite con le sue labbra e la sua lingua.
Dopo quel bacio, assolutamente più passionale di tutti gli altri, si era spostata solo un po’, per fare in modo che riuscisse ad entrare nuovamente in lei. Lui le aveva poggiato le mani sui fianchi, per aiutarla in quel movimento che li stava facendo impazzire.
Quella volta non si erano fermati. Quando si era reso conto di non aver pensato ai preservativi, era stato troppo tardi. L’aveva fatta stendere nuovamente e aveva lasciato che i loro corpi si prendessero con passione.
Lei aveva mormorato il suo nome più di una volta tra i gemiti. Beh, non proprio il suo nome. Aveva chiamato Vitaly. Quello che lui aveva finto di essere per lei. Per sé stesso.
Erano rimasti abbracciati per almeno un’ora. Ancora completamente nudi. Sudati. Appagati.
Lei aveva continuato a coccolarlo, accarezzandogli i capelli, il viso. Gli aveva sfiorato il naso con il suo. Lo aveva baciato ancora e ancora. Sicuramente avrebbero ricominciato tutto da capo se le campane di una chiesetta poco lontana dalla scuola, non li avessero avvisati che erano già le sette del mattino.
Ecco perché se n’era andato. Ecco perché era corso da Tomo. Ecco perché si sentiva un completo imbecille.
Le aveva lasciato credere che fosse stato Vitaly ad averla avuta quella notte, ma in realtà, di tutte quelle meravigliose sensazioni, di quei lunghissimi baci, delle carezze, dei sorrisi, del calore del suo corpo, della sua passione, era stato Jared a goderne. Jared e nessun altro. Jared, che detestava profondamente Vitaly per avergliela rubata così.
   
 
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