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Autore: titania76    14/05/2018    3 recensioni
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Una vita passata nell'inganno, più di se stesso che degli altri. Questo è Kanon. Un legame negato con suo fratello, ma che non si è mai spezzato davvero, lo ha tenuto inconsapevolmente in seno ad Atena.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sea Dragon Kanon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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#26promptschallenge
2/26) DIPENDENZA:
1. Rapporto di subordinazione osservato in vari ambiti, in ossequio alla tradizione, alle circostanze o a particolari esigenze organizzative.
"la d. dei figli dai genitori"
2. L'incapacità di fare a meno di una persona (d. psicologica) oppure il bisogno incoercibile di un farmaco o di una sostanza: d. farmacologica; part., la condizione del tossicomane.

Titolo opera: Il cuore non mente
Fandom: Saint Seiya
Ship: Saga/Kanon (teorica)
Parole: 498
Tags: #amorefraterno #angst #dipendenza #flashfic #gemelli #rimpianti #canon
Warning: nessuno

*****


Nei giorni immediatamente successivi al suo arrivo nel regno sottomarino, per combattere lo smarrimento e la solitudine di quelle terre sconosciute, si era ripetuto che lassù, oltre quell'opprimente cielo d'acqua, non c'era più nulla – nessuno – che lo legava al suo passato.
Eppure, i suoi occhi invano cercavano di scorgere quegli scogli e quelle sbarre dietro i quali suo fratello lo aveva lasciato ad attendere il giudizio degli dèi. Dove i suoi sensi non arrivavano, la sua mente rendeva di nuovo reale la voce severa e sdegnata di Saga che gli diceva addio. E gli schizzi di quell'acqua salata, mista alla puzza di marcio, gli ricordava che una parte della sua anima lo aveva tradito.
Quando, molti anni dopo, gli echi delle battaglie al Santuario arrivarono sino a lui tramite le sue spie, quella specie di mantra che in molte occasioni lo aveva confortato riempì di nuovo le sue orecchie, ricordandogli che non erano rimasti legami con la superficie, né con quel fratello che alla fine aveva ottenuto ciò per cui lui invece era stato punito.
Eppure, nei momenti nei quali non era visto dai suoi subalterni, i suoi occhi tornavano a rivolgersi verso l'alto e fissare un punto lontano che guardava a est.
E una strana sensazione si rimescolava nello stomaco: un vuoto che credeva ripianato dalla sua smisurata ambizione, ma che probabilmente non avrebbe mai colmato.
Quando poi, con una mossa ardita, aveva invitato i suoi nemici già stremati per le battaglie ad abbattere le colonne dei mari per salvare la loro dèa bambina, sicuro che i loro sforzi sarebbero stati vani, un ghigno di scherno gli si era formato sulle labbra, perché la sua rivalsa era a un passo.
Eppure, un pensiero persistente gli occupava la mente e si chiedeva cosa ne avrebbe pensato Saga se avesse potuto guardarlo in quel momento, ora che stava realizzando ciò che un tempo gli aveva proposto di fare assieme. E, stringendo i pugni, cercava di scacciare quel vuoto doloroso che faceva capolino nella sua coscianza e rovinava la giusta soddisfazione che sentiva di meritare.
Persino nella resa dei conti, di fronte a colui che per anni aveva ingannato, con il tridente destinato alla dèa bambina conficcato nel petto, le gambe che non lo reggevano più e la voce di Atena che gli chiedeva il perché del suo gesto, i suoi pensieri erano segretamente rivolti a Saga e a come lo avrebbe giudicato.
«Forse... vedendomi ora così, semi sommerso da quella stessa acqua a cui ero sfuggito in passato, stai ridendo di me e della mia ambizione», sussurrò con voce amara, mentre con i suoi ultimi sprazzi di vita seguiva l'ascesa della dèa bambina e dei suoi guardiani verso la superficie del mare.
La sua consolazione, dopo una vita spesa a odiare il suo destino e a invidiare suo fratello che veniva riempito di lodi, era sapere che presto lo avrebbe raggiunto e avrebbe condiviso con lui ciò che gli dèi avevano in serbo per il suo tradimento.



   
 
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