Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Nao Yoshikawa    16/05/2018    4 recensioni
“Il suo nome sarà Fiamma. Perché, con la fiamma che arde dentro di lei, un giorno ci salverà tutti”.
Cinque anni dopo la battaglia di Alvarez, una nuova minaccia incombe non solo su Fairy Tail, ma su tutta Earthland. Una maledizione verrà scagliata, mandando i nostri eroi in un mondo senza magia e impedendo loro anche solo di ricordare delle loro storie e dei loro legami.
La loro unica salvezza risiede in una bambina appena nata.
Fiamma ha dodici anni, è orfana ed è sempre stata convinta di non essere niente di speciale. Un giorno, però, le cose cambiano drasticamente quando incontra Happy.
Sarà allora che inizierà il viaggio verso la scoperta delle sue origini. Perché solo lei è la Salvatrice che potrà salvare la sua famiglia.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Human!Acnologia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Tail Next Generation'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
8-  Uniti per vendetta


Happy sapeva che quell’evento avrebbe reso quella che era stata fino a quel momento un’atmosfera felice e leggera, qualcosa di pesante e soffocante.
Lo aveva capito nel momento in cui aveva visto Natsu arrivare con un’espressione indefinibile: un’espressione di rabbia trattenuta, pronta ad esplodere da un momento all’altro.
Lo aveva capito quando aveva visto Lucy tanto preoccupata che probabilmente sarebbe scoppiata a piangere da un momento all’altro.
Le condizioni di Fiamma non erano gravi. Sul suo corpo vi erano numerosi graffi, ma quelli erano stati causati dalla sua corsa tra gli alberi. Acnologia doveva averle fatto qualcosa, l’aveva indebolita e ne aveva causato lo svenimento.
L’Exceed non capiva. Perché Fiamma aveva sentito il bisogno di correre da lui?
Che fosse l’istinto di drago che aveva preso il sopravvento?
Non ne aveva idea, ma non avrebbe saputo con chi parlarne. Natsu e Lucy erano chini sulla bambina, la quale dormiva beatamente, ignara di tutto quel caos intorno a lei. Igneel se ne stava poggiato alla parete, le braccia conserte, l’espressione colpevole.
Forse era stato troppo superficiale nel lasciare Fiamma indietro. Era davvero un irresponsabile.
La tensione si alleggerì notevolmente con l’arrivo del dottor Gerard Fernandes, il quale teneva una cartella in mano.
“Gerard, allora!”, esclamò Natsu impaziente. “Come sta? Che cos’ha? Parlami!”
“Ti prego di stare calmo, non è niente di grave”, sbuffò. “I suoi valori sono un po’ bassi, ma potrebbe essere una cosa banale come un semplice calo di pressione. In ogni caso faremo altri esami. Anche se sto cercando di capire cosa ci facesse una bambina da sola in quel punto… di sera...”.
Happy deglutì a vuoto. Non era affatto sola. Ma come poteva spiegarlo? Non poteva di certo accusare Acnologia a caso, dopotutto lui, di fatto, non l’aveva neanche sfiorata.
“Non sai fra quanto si risveglierà?”, domandò allora Lucy.
“Ah, sarà una questione di qualche ora, anche meno. Non state troppo in ansia, non vi farà bene”, concluse Gerard congedandosi.
Natsu sbuffò, lanciando un’occhiataccia a Igneel. Quest’ultimo indietreggiò, rabbrividendo.
“Tu!”, esclamò il rosato lanciandogli uno schiaffo. “Tu dovevi fare attenzione a lei!”.
Quel gesto lasciò sorpresi Lucy e Happy esattamente come lasciò sorpreso Neel.
Era la prima volta che accadeva una cosa del genere.
Si portò una mano sulla guancia ora arrossata, sentendo gli occhi divenire lucidi.
“Ma… ma Natsu...”, lo chiamò Lucy sconvolta. Lui sembrò rendersi conto solo in quel momento di ciò che aveva fatto, ma rimase comunque sulle sue, incatenando gli occhi a quelli di Neel. Quest’ultimo abbassò poi lo sguardo, andando via.
“Oh”, sospirò la ragazza. “Sicuro di non aver esagerato? Neel è solo un ragazzo”
“Questa non è una giustificazione. E va bene, forse non sono esattamente il migliore per fare la predica a qualcuno, ma perché non fa quello che gli dico? Ha lasciato Fiamma da sola e...”
“Non era da sola…”, Happy non riuscì a trattenersi. “C’era… Acnologia con lei”.
A Natsu bastò solamente sentire quel nome per rabbrividire. 
“Che cosa hai detto? Non ci posso credere! Uno schiaffo non basta, lo ammazzo!”
“No!”, fece Lucy severa. “Adesso basta, rimaniamo calmi. Quando Fiamma si sveglierà, ne riparleremo”.
Natsu sbuffò, guardando poi la bambina. Era davvero strano come certe persone potessero cambiarti la vita. Ma che fosse un’estranea o no non aveva importanza, perché si sentiva responsabile come per lei, come per Neel.

Gerard sistemò le cartelle, sospirando stanco. Quando si faceva il medico non c’erano orari che tenevano. Era una vita davvero molto movimentata la sua. Una vita alleggerita, molto spesso, dalla dolce presenza di Erza.
Quest’ultima, dopo aver chiuso l’AirMoon, aveva ben pensato di portargli una fetta della sua ottima torta alle fragole, con la scusa di passare del tempo con lui, anche se per poco.
Il dottore sorrise sollevato nel vederla arrivare.
“Ciao, Erza. Sei venuta qui anche stasera”
“Già!”, rispose lei contenta, porgendogli un fagotto. “Ecco qui un po’ di torta alle fragole. Come mai quell’espressione? Giornata storta?”
“No, non giornata storta. Mi sono dovuto occupare di Fiamma, sai no, quella...”
“Fiamma? Intendi la graziosa bambina a cui una volta ho offerto un dolce? Cosa le è successo?!”
“Niente! Cioè, niente di grave. Happy l’ha portata qui che era svenuta e”, abbassò la voce. “Non prendermi in giro, ma dagli esami che ho fatto… non riesco a capire cosa ci sia che non va. Indubbiamente ha perso i sensi, ma non capisco la causa. Per questo le farò altri esami”
“Sono certa che ne verrai a capo. Accidenti, se lo avessi saputo avrei portato qualcosa anche per lei”.
Gerard sorrise.
“Sei sempre molto dolce”.
Erza arrossì, non riuscendo a nascondere un sorriso.

Lucy aveva ben pensato di leggere qualche pagina del suo libro a Fiamma, magari le avrebbe fatto piacere. Era certa che la sentisse, nonostante il sonno profondo in cui si trovava.
Natsu le camminava nervosamente alle spalle.
Ma cosa gli prendeva ultimamente? Non era mai stato troppo serio o apprensivo, ma da quando Fiamma era arrivata, tutto era cambiato e niente aveva senso.
“Ah”, sospirò la bionda. “Natsu, perché non vai a cercare Neel? C’è rimasto così male”
“Sì, lo so”, biascicò. “Mi sento anche in colpa, ma questo non dirglielo. Mi dispiace, è solo che quando uno dei due è in pericolo non capisco più nulla! Ti sembra normale?”
“Sì. Perché è esattamente quello che sento io”, sussurrò sorpresa. Lei e Natsu sentivano le stesse cose, erano in perfetta empatia. E lei era sempre più presa da lui, soprattutto adesso che stava venendo fuori la sua parte più matura.
Gli tolse gli occhi di dosso solo quando sentì Fiamma lamentarsi.
Quest’ultima infatti stava pian piano aprendo gli occhi.
“Fiamma!”, esclamò Lucy contenta. 
La bambina si guardò intorno, confusa.
“Ma dove… dove sono?”.
Ricordava ben poco dell’accaduto. Aveva in mente Acnologia e la loro conversazione, ma dopodiché era stato oblio completo.
“Fiamma”, Natsu adesso era tornato a respirare. “Sei sveglia, meno male! Cosa è successo? Happy mi ha detto che c’era Acnologia con te. Cosa ha fatto? Lui ti ha...”, assunse un’espressione orribile solo nel pensare certe cose. “Ti ha… toccata? Ti ha fatto qualcosa?”
“Ma Natsu!”, lo richiamò Lucy. Non le aveva neanche dato il tempo di riprendersi.
“T-toccata? No!”
“Ah, grazie al cielo”, sospirò. “Allora cos’ha fatto?”
“Non ha fatto niente”, disse lentamente. “Ad un certo punto ho sentito una strana sensazione, come se dovessi andare nello stesso punto dove lui si trovava. Abbiamo iniziato a parlare, ma poi è diventato tutto così distante… e sono svenuta. E… non ricordo più nulla”.
Gli altri due si lanciarono un’occhiata piena di apprensione.
“Fiamma… ti avevo detto di stare lontana da lui. Non mi piace, quando le persone gli stanno intorno, succedono solo cose brutte. E non vogliamo che capiti niente a te”.
Lei abbassò lo sguardo, sentendosi un po’ spaesata. Non riusciva a capire cosa fosse successo e non riusciva a comprendere perché mai Acnologia avrebbe voluto farle del male, dopotutto non gli aveva fatto nulla…

Neel se ne stava fuori dalla camera di Fiamma a braccia conserte. Era così arrabbiato che avrebbe preferito non parlare con nessuno. Perché la colpa doveva essere sua?
Non poteva farci nulla se Fiamma aveva la propensione a cacciarsi nei guai, di certo non era una sua responsabilità.
Si passò una mano su una guancia, ancora bruciante.
“Idiota… se mi colpisce un’altra volta, ricambierò con gli interessi”, borbottò fra sé e sé.
Poi sollevò lo sguardo: vide Ametyst venirgli incontro, con il fiato corto.
“Accidenti”, annaspò. “Qualche volta mi verrà un colpo!”
“Ametyst? Ma che ci fai qui?”
“Beh, le notizie volano in fretta a Magnolia. Mi sono preoccupata per Fiamma, come sta?”
“Sta bene”, borbottò. La ragazza inarcò un sopracciglio, non capendo il suo malumore.
“Perché fai quella faccia?”
“Perché non è colpa mia se lei si caccia nei guai, va bene? Non è colpa mia!”, scandì bene l’ultima frase. Ametyst batté le palpebre.
“Non lo metto in dubbio”
“Strano, pensavo che anche tu volessi farmi la predica, come sempre del resto”.
Lei si infilò le mani nelle tasche della giacca di pelle, guardandolo: allora, quello stupido alle volte era anche in grado di essere serio.
“No, non voglio farti la predica. Ma cancella quell’espressione depressa dalla tua faccia, mi fa impressione”.
Neel la guardò, sorridendo.
“Stai cercando di tirarmi su il morale?”
“Potrebbe essere”, affermò facendo spallucce. “Sai, non sono totalmente senza cuore… ma non ti ci abituare!”.
Le sue guance si erano adesso colorate di rosso. Allora Ametyst era come tutte le altre ragazze, era in grado di provare imbarazzo. Il pensiero lo fece sorridere ancora di più.
“Non mi abituerò”.
Ametyst si mise accanto a lui, giusto per dargli un po’ di compagnia. E sarebbe rimasta in silenzio, godendo solo della sua presenza.
Yuki e Rayn arrivarono poco dopo. La prima sentì un fastidioso nodo allo stomaco nel vedere quei due così vicini e che – incredibilmente – non stavano litigando.
Arrivava sempre per seconda, lei. 
“Yuki?”, la chiamò Rayn.
“Sì… scusa”, rispose lei rigida, raggiungendo i due. Neel parve molto felice di vederli.
“Ah, ci siete anche voi, che bello”
“Io sono qui solo per Fiamma. Di certo non per altro!”, affermò la bambina nervosa, lasciando il biondo piuttosto di sasso.
Poco dopo, Fiamma era di nuovo in piedi. Tranquillamente parlava con i suoi amici, mentre le forze man mano tornavano. Yuki l’aveva strapazzata un po’ e Rayn si era mostrato molto gentile e preoccupato nei suoi confronti. Questo le aveva fatto piacere.
“Questa cosa non mi convince”, disse Ametyst. “So che Acnologia era stato spedito in un carcere lontano, perché adesso è qui? Ne parlerò con Gajeel e Levy, dopotutto sono loro gli agenti di questa città”
“Ragazzi, non ce n’è bisogno, io sto bene, davvero!”, rassicurò Fiamma.
“Sta zitta”, sbuffò Neel. “Perché se ti cacci nei guai, poi sono io che ne pago le conseguenze”
“Oh… mi dispiace...”, disse affranta.
“Eh?! Su, non è il caso di litigare, l’importante è che adesso sia tutto a posto, no?”, Yuki tentò di mettere la buona.
Poi accadde qualcosa:
Improvvisamente, una ragazza dai capelli rossi si era loro fiondata addosso.
“AIUTATEMI! AVETE VISTO UNA RAGAZZA UGUALE A ME MA SENZA CAPELLI ROSSI?!”.
“C-cosa?”, domandò Fiamma stordita. “Veramente no, mi spiace...”
“Oh, no! LUNA, DOVE SEI!?”
“Ma che ha quella pazza?”, domandò Neel infastidito.
“Credo che abbia perso qualcuno”
“Oh”, sospirò ad un tratto una voce alle loro spalle. “Ad Arya basta davvero poco per farla andare fuori di festa”
“LUNA!”, esclamò l’altra abbracciandola. “Temevo di averti persa, dobbiamo stare insieme qui in questa città sconosciuta”
“Va bene Arya, sta tranquilla”
“Amh, voi siete sorelle?”, domandò Neel indicandole.
“Gemelle!”, esclamò Arya. 
Fiamma le osservò. Effettivamente si somigliavano parecchio, fatta eccezione per il colore dei capelli: Luna infatti teneva i capelli legati in una coda azzurra.
“Ah, un’altra cosa!”, la rossa sembrava quella più vivace  delle due. “Ci serve un dottore! Luna si è fatta male ad un braccio, credo che se lo sia rotto”
“Per l’ultima volta, sto bene”, si lamentò la gemella, senza ovviamente essere ascoltata.
“Umh… forse dovreste provare a chiedere al dottor Fernandes. Ecco, credo stia arrivando”, suggerì Fiamma indicando Gerard, il quale stava parlando con Erza.
Arya sorrise, trascinandosi dietro la sorella.
“Dottore, dottore!”, esclamò. “Ciao! Me la dai una mano?”
“Oh, ciao”, disse Erza sorpresa. “E voi da dove saltate fuori?”
“A volte me lo chiedo anche io...”, rispose Luna.
“Mia sorella si è fatta male ad un braccio durante una caduta. Può controllare se è rotto? Per favore!”.
Quelle due gemelle erano davvero bizzarre, ma molto carine e simpatiche.
“Certo, non c’è nessun problema. Erza, vuoi andare?”
“No, affatto. Mi fa piacere rimanere!”.

Così, mentre Gerard faceva una radiografia a Luna, Arya aveva preso a parlare e a straparlare con Erza, la quale sembrava molto felice di ascoltarla.
“Io mi chiamo Arya e lei Luna, siamo sorelle gemelle avventuriere. Andiamo in giro per il mondo a scoprire cose che nessuno conosce”
“Questo è interessante. E Magnolia è la vostra attuale meta?”
“In verità ci siamo perse”, ammise Luna.
“Sì, ma non importa! Ogni occasione è meglio sfruttarla, no?”
“D’accordo”, disse a quel punto Gerard. È tutto a posto, è solo uno strappo muscolare il tuo. Puoi star tranquilla, signorina Arya, tua sorella sta benissimo”
“Ah”, sospirò lei. “Meno male, che spavento”.
Luna si ritrovò ad arrossire.
“Oh… non fateci caso, lei fa sempre così”
“Beh, è bello vedere due sorelle così unite. Ma siete comunque giovani, dovreste fare attenzione. La vostra famiglia è d’accordo con questo vostro strano stile di vita?”.
L’azzurra fece spallucce, rivolgendo poi un’occhiata alla sorella.
“Eh, diciamo che siamo sempre state da sole. Ma non è un problema, davvero, perché io ho lei e lei ha me”, affermò Arya con un sorriso triste sul volto. “Siete stati gentili ad aiutarci. Scusate il disturbo, adesso noi possiamo anche andare”
“Aspetta!”, Erza doveva assolutamente provare a fermarle. Non se la sentiva proprio di lasciarle andare così. “Emh… io ho una pasticceria… posso offrirvi qualcosa?”
“Io non so se è il caso”, fece Luna.
“Pasticceria?! Dolci! Oh, sì! Io adoro i dolci, mi piacerebbe tanto. Ti prego, Luna, possiamo andarci?”
“Ah… se me lo chiedi così, allora…!”
“Sì! Tu sei davvero gentile, signora!”
“Non chiamatemi signora, sono solo Erza”, disse gentilmente, guardando poi Gerard. “Mi prenderò io cura di loro. Se vuoi, dopo raggiungici...”
“Cosa? D’accordo, cercherò di liberarmi, se possibile...”, dichiarò tentando di scacciare via l’imbarazzo.
Erza e le due gemelle si allontanarono, e lui non poté fare a meno di pensare a quanto tutte e tre si somigliassero. Poi ricacciò il pensiero dalla sua mente, tornando a lavoro.


“Pensi davvero che sia il caso di dirlo a loro? Arya e Luna sono solo delle bambine, non potrebbero capire...”
“Loro sono intelligenti. Capiranno eccome. I bambini sono molto più svegli di quanto può sembrare, intuirebbero da sole che siamo in pericolo”
“E va bene, va bene, Gerard. Allora… glielo diciamo insieme”.
Erza e Gerard avevano discusso a lungo sul dire o no alle due figlie dell’imminente pericolo che incombeva sulle loro teste. Non volevano compromettere la loro innocenza ma, allo stesso tempo, non volevano loro nascondere niente.
Anche perché nessuno aveva idea dell’esito che quella battaglia così particolare avrebbe avuto.
Dietro la porta della loro camera, le due gemelle stavano giocando allegramente. Quando entrarono, i due si persero a guardarle. 
Erano state – per così dire – una sorpresa. Un fuori programma che aveva portato molta gioia nelle loro vite. Arya, il cui nome significava “nobile”, delle due era quella più estroversa, impulsiva e vivace. E quando si arrabbiava sapeva diventare davvero terribile. Somigliava a sua madre.
Luna invece, più simile al padre, era decisamente più riflessiva e calma. Era la notte, contrariamente alla sorella che era il giorno, il sole.
Erano diverse ma molto unite, praticamente vivevano in simbiosi.
Arya si scostò i capelli dalla fronte, sorridendo.
“Mamma, ciao! Ciao, papà!”
“Ehi”, Gerard si inginocchiò, baciandole sulla fronte. “Per la prima volta sono contento di vedervi sveglie a quest’ora così tarda. Piccole… io e vostra madre dobbiamo parlarvi”
“Ci trasferiamo?”, chiese Luna.
“Siamo in punizione?”
“È morto qualcuno?”
“Ho capito! Avremo un fratellino?!”, fece poi Arya con gli occhi lucidi. A Erza venne sorridere.
“No, tesoro. Purtroppo non è nulla del genere. E non è morto nessuno”, poi sospirò. “Ascoltate… la nostra gilda è stata minacciata e temo che tutti noi saremo in pericolo”.
Arya e Luna a quel punto diedero loro tutta l’attenzione possibile.
“Ma… non succederà nulla di brutto, vero?”, domandò l’azzurra. “Non è la prima volta che c’è una guerra…”
“Sì, ma questa volta potrebbe essere un po’ diverso”, disse Gerard. “Perché si tratta di un qualcosa che non si può combattere. Nonostante ciò, ci proveremo.  Ma sappiamo che sarete coraggiose abbastanza da non farvi spaventare quando arriverà il momento”.
Arya aggrottò la fronte, stringendo i pugnetti.
“Niente ci spaventa! Ce la farete, perché siete Fairy Tail. Tutti noi lo siamo!”.
Come sempre, quella bambina sapeva dire la cosa giusta al momento giusto. Gerard e Erza abbracciarono le due gemelle.
“Siamo Fairy Tail. E il nostro compito è proteggere e combattere”, sussurrò lei.
“Proteggere e combattere ciò che amiamo”, aggiunse lui, guardando negli occhi la donna che amava e stringendo forte quella che era la sua famiglia.


Gli occhi di Arya brillavano.
“AirMoon”, pronunciò. “Questa pasticceria ha i nostri nomi, non è una cosa buffa?”
“Ora che mi ci fai pensare, è una cosa piuttosto buffa”, ammise Erza. “L’orario di chiusura è passato, ma fortunatamente io sono la proprietaria”
“Evviva!”, la ragazzina batté le mani. “Allora, voglio una torta alle fragole, delle ciambelle, un dolce al cioccolato e...”
“Oh, Arya. Ti verrà il mal di pancia”, sospirò Luna. Erza le fece accomodare nella sua pasticceria. Si sentiva davvero felice di avere intorno quelle due gemelle, portavano decisamente allegria.
“Non preoccupatevi, vi offro quello che volete”, disse mettendo una fetta di torta su un piattino. “Vi fermerete qui per un po’?”
“Mmhp, certo!”, Arya aveva preso a mangiare di gusto. “Questa deve essere sicuramente una città particolare”
“Perché dici così?”
“Perché non c’è in nessuna mappa”, spiegò Luna. “In realtà la nostra meta non era questa, ma quando siamo arrivate qui siamo rimaste incuriosite. Insomma, una città che non è segnata su una mappa, dovrà esserci un motivo”
“Sì, in effetti è strano”, rifletté Erza, la quale non conosceva ovviamente il mondo al di fuori di quella città.
“Ah”, Arya sospirò, soddisfatta. “Deliziosa. E dimmi, tu e quel dottore state insieme?”.
Erza si ritrovò ad arrossire. Chissà perché tutti le facevano la stessa domanda.
“Non è proprio vero… c’è feeling, questo sì”
“Beh, è carino”, fece maliziosa. “Forse dovresti approcciarti in un certo modo”
“Arya!”, disse Luna imbarazzata. “Non dire queste cose”
“Cosa? Siamo donne, è normale! Dovremmo lavorare sulla tua timidezza”.
La ragazza trattenne una risata.
“Avete già pensato ad un posto dove fermarvi?”
“No, anzi, se conosci un hotel puoi dirci dove si trova?”, domandò l’altra rossa.
“Umh… io avrei un’idea migliore. Casa mia è grande e vivo da sola. Avrei una stanza in più, se per voi non è un problema condividere la casa con un’estra-”
“Bellissima idea!”, esultò Arya. “Luna, tu che ne pensi?”
“Sono d’accordo anche io. Mi ispiri fiducia”
“Esatto. E poi, chissà quante cose buone potresti prepararci!”, esclamò la gemella con gli occhi lucidi.
Erza strabuzzò gli occhi. Si fidavano di lei e le parlavano come se la conoscessero da una vita. Era strano, ma era una sensazione piacevole.
“Sono davvero contenta di potervi dare una mano. Su, adesso mangiate, anche tu Luna. Questi dolci non si finiscono di certo da soli”.

Acnologia osservò a braccia conserte August, il quale appariva nervoso.
Era inutile anche solo pensare di poter trattenere l’istinto da predatore di un drago. Probabilmente avrebbe dovuto capirlo fin dall’inizio.
“Non l’hai uccisa, dico bene?”, domandò.
“Purtroppo no. Ci ho provato, ma uno Spirito è saltato fuori e me lo ha impedito. Hanno pensato proprio a tutto”
“Meno male”, sospirò. “Non è compito tuo occuparti di Fiamma”
“E allora di chi sarebbe tale compito? Tuo? Perché mentre tu te ne stai qui a temporeggiare, il Dragon Slayer del fuoco sta riacquistando la felicità che tu credevi di avergli tolto!”.
Il giovane tremò a quelle parole.
“È una bugia”
“Non è una bugia, puoi vederlo anche tu. Ti devo ricordare il perché abbiamo deciso di unire le nostre forze? È per vendetta. Vendetta per la famiglia che ci è stata tolta. Non è terribile quando perdiamo tutto ciò che mi amiamo? Non sarebbe affatto giusto per te, per noi, rimanere a guardare, dopo tutta la fatica, vero?”.
Acnologia sapeva che, per quanto si sforzasse, August era facilmente manipolabile. Perché nel suo cuore c’era solo senso di vendetta, dolore e rabbia. Per perseguire il suo piano, era arrivato fino a quel punto, accontentandosi di vivere in un modo che non era il suo. Non aveva fatto tutto ciò solo per rivedere quell’allegra famigliola riunita e felice.
Assottigliò lo sguardo, osservando Acnologia.
“Scusa. Credo che la piccola Fiamma abbia bisogno di una visita”.

Poco dopo la battaglia di Alvarez…

August aprì gli occhi, sussultando. Era stato come risvegliarsi da un sonno durato una vita. Era strano, tutto intorno a lui. Vi era il nulla, un nulla che non era però paragonabile alla comune oscurità. Era qualcosa che non aveva mai visto.
Era morto?
Sì, probabilmente doveva essere questo. Ricordava di essere stato ucciso e ricordava di come il suo ultimo pensiero fosse andato a sua madre, all’abbraccio che non aveva mai ricevuto.
Eppure, sentiva di non essere da solo. Se solo provava a muoversi, avvertiva una strana sensazione, come se fosse sommerso dall’acqua. Ma quando provò a parlare, si rese conto che la sua voce risuonava forte e chiara.
“Chi… sei…?”.
Qualche attimo di silenzio. Poi giunse una risposta.
“La domanda giusta è “tu chi sei?”.
August abbassò lo sguardo.
Chi era stato, forse.
Il figlio mai amato, sconfitto e morto senza aver mai vissuto.
“Non ha importanza… dov’è che mi trovo?”
“In un luogo che non sta né sulla terra né in cielo. Una sorta di dimensione a parte. La tua espressione sembra sconvolta, ragazzo. E il tuo volto non mi è nuovo. Mi ricordi un mago oscuro che una volta ho conosciuto”
“Zeref?”, domandò subito. “Era mio padre… anche se non lo sapeva”
“Certo! Adesso tutto ha senso. Il Dragon Slayer del fuoco, colui che porta il nome di Natsu Dragneel, l’ha eliminato. Così come ha eliminato me… peccato che con il sottoscritto non ci sia esattamente riuscito”.
August sentì il cuore perdere un battito: Zeref era stato sconfitto? Com’era possibile?
Era il mago oscuro più potente che avesse mai conosciuto.
“Ma…. Vuoi dire che non siamo morti?”
“Assolutamente no. Credi davvero che quelli come noi possano essere eliminati tanto facilmente? Io e te siamo uguali, August. Ad entrambi è stato tolto qualcosa di importante”
“Anche tu hai perso qualcosa?”
“Molto tempo fa. Hai due possibilità, adesso. Rimanere qui o tornare indietro insieme a me”.
Tornare indietro? Perché? Oramai non aveva più nulla per cui lottare. Nella sua vita aveva sempre e solo combattuto e servito Zeref, nel tentativo di renderlo orgoglioso di lui. Ma questo non era bastato. E adesso era andato.
Il solo pensiero accese una fiamma di rabbia e odio in lui, una piccola fiamma che da quel momento sarebbe cresciuta sempre di più.
Non voleva rimanere lì a dannarsi per il tempo che gli rimaneva. Voleva tornare indietro e sfogare il dolore e la sofferenza che lo attanagliavano.
“Se sei in grado… allora portami con te”.
Una risposta che l’altro era certo di sentirsi dire.
“Bene”.
Accadde qualcosa che August non seppe spiegarsi. Si sentì sbalzato da tutt’altra parte, avvertendo il vento gelido sul viso. Istintivamente aveva chiuso gli occhi.
Quando avvertì la terra contro la sua schiena, li riaprì: sopra di lui, il cielo era stellato. Si portò una mano sul viso: il suo aspetto era quello di un giovane ragazzo adesso e, inoltre, anche la sua forza sembrava rinata.
Si rese conto di essere fradicio, e lì intuì il perché sentisse tanto freddo. Si mise seduto, lanciando poi un’occhiata alla figura accanto a lui, la stessa che gli aveva parlato e lo aveva convinto a non mollare.
Egli sorrise soddisfatto.
“Ciao, August. È un piacere fare la tua conoscenza. Chiamami Acnologia”.


August si diresse a passo veloce verso l’ospedale, sentendo la rabbia accrescere attimo dopo attimo. Si trattava di una rabbia che in realtà non era mai scomparsa, né si era affievolita. Esisteva da sempre. Sembrava non saper provare altro se non proprio quella sensazione. Visto l’orario tardo, per lui non fu un problema entrare. Fiamma era rimasta lì per la notte, in modo da poter essere tenuta sotto controllo.
Riposava beatamente nel suo letto, con accanto il libro che Lucy le aveva lasciato. La osservò, squadrandola attentamente e facendo un sorriso strano.
“E pensare che tu dovresti essere colei che salverà tutti da questo triste destino. Forse avrei fatto bene a eliminarti quando eri soltanto una neonata, ma tuo padre è stato decisamente più veloce di me e ti ha mandata qui. Sento che la speranza sta tornando in te, ma io non posso permettere che tu creda. Tutti parlano e stra parlano di sciocchezze come amore e fede”, la sua espressione si contrasse in una smorfia. “Io non ho nessuno dei due. E so che neanche tu ne avevi, prima di arrivare qui. Mi dispiace, ma non posso permetterti di ottenere quello che a me manca e quello che ho cercato di toglierti. Non ti hanno mai detto che il destino di un Salvatore è sempre quello di morire?”.
Con un sorriso sadico le si avvicinò. Fiamma era del tutto ignara della sua presenza e continuava a dormire beata. August aveva conservato con sé un po’ di magia, non molta in realtà, ma sarebbe forse bastata per farle male. Con gli occhi carichi di rabbia, fece per attaccarla. Ma la sua mano rimase sospesa a mezz’aria.
E attese. Cosa, non avrebbe saputo dirlo.
Ma poco dopo entrarono Lucy e Natsu, quindi fu costretto a retrarsi.
“Sindaco August?”, domandò il ragazzo. “Che ci fa qui?”.
Lui lanciò un’occhiataccia ai due, notando come fossero mano nella mano. Questo poi era anche troppo! Non li aveva separati per far sì che si ritrovassero!
Tutta colpa di quella ragazzina.
“Salve. Scusate lo spavento, ma ho saputo che Fiamma aveva avuto un piccolo incidente”
“L’incidente è successo per colpa di quel pazzo che lei ha liberato”
“Davvero? Oh, allora sono forse in debito?”, domandò mellifluo. “Chiederò scusa alla piccola Fiamma, se è questo che vuoi”.
Lucy indietreggiò un po’ spaventata.
“Non è necessario...”
“Su, non è il caso di preoccuparsi, io adoro i bambini”, mentì spudoratamente. “Ammetto che siete carini, sembrate quasi una famiglia”
“Ah… grazie… in un certo senso lo siamo”, affermò Natsu. August incatenò gli occhi ai suoi.
“Deve essere bello avere tutto questo. Purtroppo non tutti siamo così fortunati”, disse con una freddezza disarmante. “Comunque sia, mi vedrete ancora. Spero che per voi non sia un disturbo”.
Nessuno dei due ebbe il coraggio di parlare. August esercitava sugli altri un potere strano, li intimoriva e li costringeva a tacere, senza di fatto però far nulla.
Acnologia si era anche divertito abbastanza. Adesso era il suo turno.



NDA
Salve a tutti. Dunque, andando in ordine. Fanno la loro apparizione Luna&Arya... adoro di scrivere di loro. Adesso siamo proprio al completo. Ma ad una bella notizia se ne contrappone sempre una meno bella: August si è rotto le così dette scatole, ma non dimentichiamoci che è anche soggiogato tantissimo da Acnologia, sebbene possa non sembrare. Quindi la sua situazione da villain è un po'... in bilico, ecco.
Adesso che tutti i nuovi personaggi sono comparsi, faccio un po' di chiarezza riguardo l'età che hanno:
Neel, Rayn, Ametyst, Hikari, Alecta: 16 anni
Will: 17
Arya&Luna: 15
Fiamma, Yuki, Arashi, Emer, Sephir & Akua 12
Kaminari: 13.
Detto ciò, alla prossima!
Avatar di Arya&Luna.



 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Nao Yoshikawa