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Autore: Dubhe    04/07/2009    2 recensioni
Tutto ebbe inizio dalla scoperta di una strana pietra azzurra: Eragon è a caccia sulla Grande Dorsale con la sua migliore amica, Arlin, quando la trovano e decidono che sarebbe stato il primo a custodirla. La ragazza scopre la vera natura sulla pietra, ma i Ra’Zac la precedono e uccidono Garrow, lo zio di Eragon. I ragazzi partono con Brom, il cantastorie di Carvahall, e Arlin scopre Saphira, la dragonessa dell’amico. Vecchi e nuovi personaggi saranno i personaggi di questo racconto, [che fino ad un certo punto resta fedele ai libri di C. Paolini] nuove avventure, intrighi, amori, tradimenti, colpi di scena…
Genere: Drammatico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Promesse

 

 

Erano passati due giorni dalla fine della guerra, ed erano due giorni che Arlin non usciva dalla sua tenda. Le avevano portato da mangiare, ma lei non aveva toccato cibo. Le avevano persino mandato Eragon e poi Angela, una volta anche Nasuada stessa. Nessuno era riuscito a concludere qualcosa, Arlin aveva lo stomaco chiuso.

Sentiva che se avesse mangiato qualcosa sarebbe stata male.

Era pallida come un cadavere, gli occhi gonfi e arrossati con profonde occhiaie scure.

Non dormiva, non mangiava e non parlava.

Arlin osservò con sguardo spento il cielo coperto dalla solita nebbiolina delle Pianure Ardenti. Eragon sarebbe partito quel giorno.

La ragazza avanzò nell’accampamento fino a raggiungere l’arena. Si sentiva un fantasma fuori posto.

Roran era già nel punto di ritrovo impaziente. Presto la sua Katrina sarebbe tornata fra le sue braccia, in salvo.

Roran alzò la testa e la vide. Le fece cenno di avvicinarsi con un’evidente espressione sollevata nel vedere Arlin all’aria aperta. Dopo un attimo la ragazza gli andò incontro.

-Arlin!- Roran l’abbracciò. –Sono contento di vederti.- aggiunse separandosi.

Lei non sorrise, non ci riuscì. Non parlò nemmeno, e lo sguardo del ragazzo si rattristò. –Ti ricordi quella volta che Eragon ti aveva rubato il ciondolo che ti aveva regalato Brom?-

Arlin si limitò a fissarlo. Il ciondolo di cui parlava era quello che indossava sempre, una mezzaluna d’argento.

“Quando sei arrivata a Carvahall nel cielo c’era una mezzaluna”, le aveva detto Brom.

Arlin aveva nostalgia di quei tempi, quando le sue uniche preoccupazioni erano la spada e le erbe. Ora doveva fare i conti con la guerra, il suo obiettivo era restare in vita.

-Non gli hai parlato per due giorni. Poi appena te lo ha ridato è tornato tutto come prima.-

-Eravamo bambini.-

Erano le prime parole che diceva. La sua voce era bassa, roca dal troppo pianto. Secondo la teoria di Roran, Eragon avrebbe dovuto riportargli Murtagh…

Sono fratelli.

Arlin rabbrividì.

-Lo so. Ma lo sai lui quanto ci era rimasto male quella volta?-

-Non mi ha mai chiesto scusa.-

-Però te lo ha ridato.-

La ragazza sospirò, trattenendo le lacrime. Credeva di averle terminate. –Io…-

-Quello che voglio dirti è che Eragon è disposto a fare tutto pur di vederti sorridere. E lo voglio anche io. Concedigli un po’ della tua fiducia, e vedrai che riuscirà a sistemare ogni cosa.-

-Sono innamorata di suo fratello, colui che ha tradito i Varden e me. Sono un completo fallimento.-

-Smettila di commiserarti! Nasuada conta su di te per molte cose, e da quello che ho capito dagli elfi sei diventata molto più forte. Sono sicuro che Murtagh si ricrederà, prima o poi.-

Arlin lo guardò con gratitudine.

-Arlin.-

La ragazza si voltò, vedendo Eragon e Saphira alle sue spalle. Abbozzò un sorriso che assomigliava tanto ad una smorfia.

Il Cavaliere le andò vicino. –Come ti senti?-

-Tu come mi vedi?-

Lui non rispose.

-Ho avuto il mio attimo di debolezza, Eragon, ma credo di essere giunta ad una conclusione.- lo guardò negli occhi. –Non m’importa un accidente se sei figlio di Morzan, io ti conosco come Eragon figlio di Garrow e tale resterai. Solo…- la sua voce s’incrinò. –Devo farti promettere una cosa.-

-Dimmi.-

-Non dovrai mai uccidere Murtagh. Promettilo.-

-Arlin, lo so cosa provi e anche io non sono allegro all’idea di affrontarlo, ma se…-

-So che anche lui la pensa così e non avrà mai la forza di volontà sufficiente per eliminare suo fratello. Ti prego, promettimelo.-

Eragon la osservò. Nella sua fragilità, Arlin sapeva come essere convincente sfruttando il suo aspetto trasandato che faceva una gran pena. Il Cavaliere sospirò. –D’accordo, Arlin. Ma ricorda, se mi dovessi trovare in una situazione critica e non avessi altra scelta, dovrò farlo.-

-Non lo faresti comunque.-

-Perché?-

-Perché sai cosa provo per lui.-

Eragon tacque.

E’ ora di andare, disse Saphira.

-Fate attenzione.- raccomandò Arlin mentre la dragonessa permetteva al Cavaliere e suo cugino di salirle in groppa. Roran era terrorizzato all’idea di volare, Eragon gli lanciava delle occhiate ridendo sotto i baffi. Una volta che si furono sistemati in sella, Eragon la salutò con una mano, Roran si limitò ad un cenno del capo avendo le mani allacciate alla vita del cugino.

Non lasciare che il passato s’impadronisca della tua mente. Guarda al futuro.

Grazie, Saphira. Sii cauta.

Lo farò.

La dragonessa fece leva sulle zampe posteriori e si lanciò verso l’alto, alzando una nube di terra che si mischiò a quella dell’umidità.

Dopo già qualche minuto, la sua sagoma era un vago puntino nero nell’immensità, l’urlo di Roran che rompeva la quiete dell’accampamento.

 

 

Bene, gentili lettori e lettrici, innanzitutto chiedo per l’ennesima volta scusa per l’enorme ritardo e per la brevità di questo capitolo…

Dal prossimo inizierà Brisingr, che non ha quasi niente a che vedere con quello scritto da Paolini, visto che avevo pensato a come sviluppare il mio racconto prima che lo pubblicasse ^.^”

Vi prego di recensire, anche se i capitoli non sono di vostro gradimento.. (ci penserò poi io muhaha..scherzo, ovviamente ^.^)

Grazie per la pazienza.

 

 

  
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