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Autore: Fabb5000    18/05/2018    1 recensioni
Sono passati parecchi anni da quando Lyon, Stefano, Anna e Mario giocavano a Minecraft e, insieme a quei tempi, si è conclusa anche la FailCraft. Ora Lyon, ormai ultracentenario, conscio che ormai non gli resta molto tempo, decide di rivelare alla sua nipote sedicenne la sua vera storia, ovvero quella che successe dopo gli avvenimenti di "A caccia di Herobrine"; la storia che lo rese un eroe non solo in Minecraft, ma in tutti i mondi, e che va tramandata alle generazione future prima della fine. La storia di come lui, Stefano, Anna e Mario salvarono tutti gli universi da una terribile piaga. [[Consigliabile, ma non indispensabile, legge il prologo]]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'FailCraft in real life'
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Stefano aprì lentamente gli occhi.

La prima cosa che comprese fu di non trovarsi più sul liscio e compatto pavimento di Endstone, ma su una distesa granulosa e sabbiosa che gli provocava una violenta irritazione alla pelle.

Sì alzò a fatica in piedi. Entity e Gavin erano davanti a lui e si guardavano continuamente intorno. Mefisto era scomparso.

Quello che aveva davanti era un paesaggio in rovina : si trovavano tra le rovine di quella che doveva essere stata una città, o comunque qualcosa di artificiale. I palazzi, per quanto maestosi, erano ridotti a macerie e le strade parevano essere esplose. Ovunque c'erano navi spaziali distrutte o a malapena integre.

Doveva essere avvenuta una battaglia tremenda, pensò. Non sapeva quanto tempo doveva essere trascorso da allora, ma dato stato degli edifici probabilmente erano secoli, se non millenni.

Alzò lo sguardo. Il cielo era nero e ciò gli fece pensare che fosse notte, ma poi si rese conto che era pieno giorno : cinque enormi soli emettevano una fievole luce, così lieve che a malapena rischiarava il paesaggio. Ce n'erano uno rosso, uno azzurro, uno giallo e due piccoli bianchi.

-Maledizione- mormorò. -Ci sono cinque soli e non ho la crema solare-

Entity e Gavin lo guardarono male, segno che non avevano apprezzato la battuta. Stefano distolse lo sguardo e tornò ad osservare il cielo.

A poca distanza dai soli si stagliava un enorme pianeta gassoso, munito di un disco di anelli e di colore bluastro. Intorno ad esso vi erano altre quattro piccole lune. Probabilmente anche lo stesso pianeta su cui si trovavano era una luna di quel gigante, riflettè Stefano. Intenzionato a saperne di più, estraè da una delle tasche la mappa stellare che lui, Lyon, Anna e Mario avevano usato durante la FailCraft, e rimase sorpreso.

-Accidenti, ma che diavolo è successo a questa luna?- mormorò. -È inclinata di novanta gradi rispetta al pianeta madre e gira in senso opposto alle altre lune. Che diamine è capitato?-

-Non lo hai ancora capito?- mormorò Entity. -Siamo su Demoniac-

Stefano alzò un sopracciglio, così Gavin : -Dove?-

Entity sospirò : -Questo è il pianeta natale di Mefisto. Siamo nel luogo ove i demoni sono nati e dove loro stessi si sono annientati. Nella loro fame di distruzione hanno distrutto ogni forma di vita di questo mondo, compresi loro stessi. Mefisto, Dormammu e Trigon erano gli unici ad essersi salvati da questa ecatombe-

Stefano si scrocchiò le ossa, preoccupato dall'espressione di Entity : -Dove Mefisto?-

-Sta cercando di raggiungere il centro del pianeta- spiegò il Portatore del Caos. -Vuole fondersi con esso ... vuole avere il pieno controllo di questo mondo. Distruggerci senza darci la possibilità di fuggire- strinse la presa sulla Staffa del Caos : -Dobbiamo fermarlo. Andiamo!-

Stefano agrottò un sopracciglio : -Stai ... bene?-

Entity non lo guardò neppure : -Non ho buoni ricordo legati a questo posto. Ora muovetevi!-

Il Portatore del Caos avanzò a grandi passi fra le rovine, seguito da Gavin e Stefano, i quali cercavano di non badare alla distruzione che avevano intorno. In realtà solo il ragazzo si sentiva a disagio, mentre il rapace sembrava piuttosto tranquillo.

Entity li condusse in un grande spiazzo che doveva essere stato l'entrata di un tempio, del quale si notavano ancora gli scheletri delle colonne. Al centro si apriva un'enorme e profondissima voragine. -Da lì si accede alle caverne. Di qui in poi trovare la strada per il nucleo dovrebbe essere semplice-

-Non rischiamo di finire cotti la sotto?- chiese Gavin.

-No, il nucleo è spento da tempo ormai. La sotto non farà più caldo che quassù- rispose Entity.

Mentre i due parlottavano Stefano si guardò intorno. Entity gli era sembrato fin troppo nervoso, ancora di più di quando era stato messo alle strette da Mefisto. Possibile che ci fosse un'altra ragione per cui voleva andarsene il prima possibile?

Aguzzò la vista e notò qualcosa sporgere da un mucchio di macerie. -Stefano, vieni, dobbiamo andare!- gli urlò Entity da dietro.

Ma il ragazzo non lo ascoltò e spostò le pietre che ricoprivano l'oggetto. Quando lo scoprì, strabuzzò gli occhi : era un mantello marrone, con una "C" dorata ricamata al centro. -Il mantello di Notch!- esclamò, ricordando che il dio ne aveva uno uguale.

-Stefano!- urlò Entity.

Il ragazzo lo ignorò e girò il mantello, e spalancò gli occhi.

Sul lato opposto dell'indumento erano ricamate sette figure. Due le conosceva : Notch ed Herobrine, al centro con le spade sguainate e il sorriso trionfale. Accanto ad Herobrine vi era una donna, che Stefano comprese essere Aresia, la madre di Yranib. Altre due figure erano accanto a loro, una bianca e una multicolore, che capì dovessero essere gli dei Missing e Light. Una sesta figura sorrideva trionfale, e Stefano riconobbe il giovane Steve. E infine, accanto a loro, un po' in disparte, un uomo dal mantello bianco e dagli occhi rossi.

Stefano guardò Entity, il quale non sembrava avere la forza di sostenere il suo sguardo : -Entity, tu ... tu eri insieme a Notch, a Herobrine, a Steve ... tu eri alleato con gli dei?- mormorò allibito. -Che cosa significa?-

Entity non rispose e cercò di voltarsi, m a Gavin lo bloccò : -Fermo lì- ringhiò il rapace. -Basta con le bugie. Tu sei già stato qui, l'ho capito dal primo istante in cui abbiamo messo piede su questa palla di detriti. Ora voglio delle risposte, e cerca di essere convincente-

Entity sospirò e si portò una mano alla nuca : -Va bene- disse. -Duecentocinquanta milioni di anni fa ... dopo che i demoni si annientarono distruggendo completamente Demoniac ... e dopo essere rimasto fra gli ultimi superstiti della sua specie ... Mefisto decise che era tempo di dare inizio al suo impero di terrore. Fece del suo stesso pianeta la sua base operativa, e da qui partì periodicamente per distruggere altri mondi. Dormammu e Trigon erano ben fieri di servirlo. Io ero appena nato ... avevo appena diviso l'impero dei cultisti con Entity302, e avevo intenzione di fare qualcosa di spettacolare per essere conosciuto nel Pluriverso, così decisi di sfidare Mefisto stesso, ma fui uno stolto-

Entity si abbassò e raccolse un pezzo di terra brulla, sbriciolandola nelle sue mani : -Mefisto mi catturò e mi tenne prigioniero qui per trent'anni. Dopo che mi aveva vinto, con le mie ultime forze spedii lontano il Mondo Primordiale, salvando i cultisti dalla distruzione. Mefisto mi imprigionò su questo pianeta ... mi torturò, mi ridusse all'ombra di me stesso, e non finiva mai, adorava sentire le mie urla, ogni giorno, ogni notte. Tutto questo per trent'anni ... finché Notch ed Herobrine non mi liberarono-

Entity strinse i pugni : -Anche loro erano in guerra con Mefisto e mi proposero un armistizio, affinché combattessimo insieme. Mi rimisero a capo del Mondo Primordiale, malgrado le azioni degli altri Entity fossero ben note a loro. Si fidarono di me. Con il mio aiuto vincemmo Mefisto; fu una vittoria sofferta, dato che combattemmo sulla Terra e quasi tutte le forme di vita si estinsero, ma era comunque una vittoria. Conclusa la battaglia, con Mefisto morto e la mia vendetta ottenuta, io feci per andarmene. Ma Notch mi fermò. Mi offrì di restare con lui e suo fratello. Voleva mettere in piedi una squadra, un esercito di dei che proteggesse Minecraft e nell'eventualità anche altri universi dai nemici come Mefisto. Io ero riluttante. Nessun Entity avrebbe mai visto tale offerta di buon occhio, ma quell'esperienza ... essere torturato da un demone, aver combattuto a fianco di esseri di altre specie ... aveva fatto maturare in me qualcosa che non fosse solo rabbia e odio immotivati. Accettai, anche solo per curiosità, e promise che avrei momentaneamente messo fine alle scorrerie dei cultisti. Io, Herobrine e Notch formammo una squadra, alla quale poi si unirono anche Missing, Light, Steve e la mortale amata da Herobrine, Aresia-

Entity sorrise, e Stefano avrebbe giurato di vedere scorrere una lacrima sul suo volto : -Non eravamo molto diversi da te e i tuoi amici. Formavamo un gruppo chiamato Le Sette C, ovvero i Sette Capitani che proteggevano Minecraft. L'unica famiglia che io abbia mai avuto. Era bello avere ... degli amici, qualcuno che non si facesse comandare a bacchetta e che mi aprezzasse per ciò che ero e non perché conquistavo altri mondi. E allora mi convinsi a mollare tutto, a smetterla di pensare al Pandemonium, a smetterla di convincermi che siccome discendevo da un popolo di distruttori dovevo esserlo anche io. Iniziai a progettare di aprire i cultisti al resto dell'universo, di spalancare le porte della pace che erano serrate da miliardi di anni. Ma io ero giovane, e avido, e cieco, e stupido. Vedevo la gloria che riportava Entity302 e non riuscivo a smettere di pensare a cosa ne sarebbe stato di me. Sarei stato ricordato come l'anello debole degli Entity, il re che si era fatto amico delle specie inferiori. E alla fine, nella mia stupidità, decisi di avere almeno una parte di gloria, di conquistare almeno qualche pianeta. All'insaputa degli altri occupai una decina di mondi e scatenai il Pandemonium su ciascuno di essi. E scoprii che mi piaceva il sapore della vittoria ... e così iniziai ad occupare nuovi mondi, prima venti, poi trenta, poi cento ... finché inevitabilmente non mi scoprirono-

Entity scosse la testa : -Mi bandirono. Mi portarono qui, insieme al Mondo Primordiale, e mi chiesero di andarmene, affermando che se avessi attentato ancora alla sicurezza di qualche mondo mi avrebbero attaccato come un nemico. Nella mia rabbia io li assalii. Scoppiò un conflitto ... Light e Missing mi fermarono, tramutandosi nella mia prigione, e io scagliai il Pandemonium su Aresia, uccidendola. Herobrine impazzì. Io fui esiliato ... e quella fu la fine delle sette C-

Entity sospirò, cercando di non badare alla Gavin e Stefano che lo fissavano stupiti, mentre nella sua mente le terribili immagini di quel giorno gli continuavano a vorticare davanti agli occhi ...


[[ Diversi anni prima ... ]]


-Avevate detto che non ci saremo mai divisi! Che non avremmo più dovuto combattere da soli!-

Il giovane Entity osservava i suoi ex compagni, con sguardo distrutto, che lo osservavano inespressivi. Si trovavano su Demoniac, e sospeso sopra le loro teste vi era il Mondo Primordiale.

-Quello era quando eri ancora uno di noi- disse Notch. -Hai infranto il nostro codice. Noi non distruggiamo pianeti!-

-Ve lo ripeto : non ero al corrente di cosa i cultisti avrebbero fatto una volta conquistati i pianeti!- esclamò Entity.

-Sì, e tu vuoi farci credere che, su oltre cento pianeti su cui ora alberga il Pandemonium, tu non sia mai sceso a dare un'occhiata almeno su uno di essi?- chiese Herobrine. -Lo sapevi benissimo, ma non ti interessava. Volevi arricchirti-

-Io ...- mormorò Entity distrutto. -Io pretendo una seconda chance! Indosso questo mantello come voi!- e così dicendo sventolò il mantello marrone con la C ricamata.

-Non importa- rispose Steve facendosi avanti. -Potrai anche vestirti come noi, ma non sentirai mai le trombe degli dei quando morirai, e i colori della libertà non splenderanno mai sulla tua tomba-

Notch si avvicinò ad Entity, prendendolo per le spalle : -Se tu pensi ...- disse con voce bassa. -... che noi proviamo qualche piacere nell'esiliarti, ti sbagli. Hai spezzato il nostri cuori-

Con un movimento fluido, Notch gli staccò il mantello dalle spalle, poi lo gettò a terra. Entity osservò la tunica marrone fra la polvere. La C sopra di essa sembrava quasi accusarlo.

Gli altri sei membri della sua ex famiglia si voltarono, lasciandolo solo. -Pensavamo fossi migliore dei tuoi predecessori- sentì dire da Steve. -Ma in fin dei conti, di diverso da loro hai solo il numero col quale termina il tuo nome-

A quel punto esplose : non lo volevano? Bene! Ma nessuno se ne sarebbe andato. Nessuno avrebbe lasciato quel pianeta!

Con un gesto rapido afferrò la Staffa del Caos e lanciò un raggio bianco contro Notch. Il dio cadde a terra e gli altri si voltarono. Entity si mise in posizione di attacco, pronto a fronteggiarli.

Steve e Herobrine si misero in posizione d'attacco e lanciarono fasci di luce. I loro poteri cozzarono con quelli di Entity e si riversarono verso il basso, spaccando il terreno e aprendo una voragine profonda fino al nucleo. Poi Entity evocò un altro incanto e spedì i due dei a terra.

Poi Missing si alzò in volo e risplendette di mille colori, per poi ingigantirsi e tramutarsi in una prigione bianca; il Mondo Primordiale precipitò al suo interno. Entity guardò la scena stupefatto, e Aresia ne approfittò per colpirlo alle spalle, spedendo anche lui nella prigione. Light si tramutò in un drago d'oro e si mise a guardia di essa.

Ma un istante prima che la prigione svanisse per raggiungere un luogo ove nessuno sarebbe mai potuto arrivare, Entity fece capo a tutte le sue energie e cercò di colpirli col Pandemonium, ma centrò solo Aresia, che cadde a terra boccheggiante. Poi la prigione svanì nel cielo.

Herobrine si precipitò dalla sua amata, ma era troppo tardi : la donna era già morta. Con un urlo, il dio si tramutò in fiamme e scomparve.

Notch si chinò accanto alla cognata, chiudendole gli occhi. Steve gli si affiancò : -Non cercarci più- disse. -Lascia perdere. Aresia è morta ... e le sette C con lei- detto questo svanì anche lui.

Intanto, nella sua prigione, Entity rimuginava furioso. Non provavano rimorso, no : lo avevano cacciato e lui si era difeso! Certo, non era stato obbligato ... e a tratti forse aveva anche esagerato ...

Scosse il capo; no, non doveva pensarci!

Lo avevano chiamato "mostro" e lui si era comportato come tale!

E sarebbe tornato, oh si. Light e Missing non lo avrebbero trattenuto in eterno. Sarebbe evaso, e allora tutti avrebbero tremato di fronte al nome di Entity303!


[[ Fine flashback ]]


-Ecco come è andata- disse Entity. -Ora sapete-

Stefano non sapeva cosa dire. Se non avesse avuto il mantello che aveva trovato avrebbe creduto che Entity si fosse inventato tutto. Non riusciva a credere a quello che aveva sentito dire.

Ma improvvisamente Gavin scosse la testa : -"Uh, ho perso i miei amici a causa della mia stupidità, povero me"! Davvero commovente come storia!-

-Gavin!- esclamò Stefano.

-Non mi importa se sono insensibile!- rispose il rapace. -Tutti abbiamo perso qualcosa. Non è un buon motivo per perdere la testa. Siamo in guerra, diamine, e non è questo il momento di rimuginare sui nostri errori. In battaglia non si prendono prigionieri ne pause, specialmente se il nemico è un demone dai poteri cosmici-

-E per quale motivo dobbiamo restare qui?- chiese Entity con un ringhio. -Eh? Perché non ce ne andiamo e lasciamo il lavoro a qualcun altro? Per onore? Per amicizia? Per amore?-

-Le mie ragioni non ti riguardano- rispose Gavin. -E io non voglio neppure sapere le tue, fatto sta che ormai ci siamo in mezzo, quindi ci tocca farlo, volenti o nolenti-

I due si squadrarono per un istante. Poi Entity scoppiò a ridere.

Stefano e Gavin si guardarono per un istante, chiedendosi se non fosse impazzito. -Bravo, ridi. Per un attimo ho avuto una bella sensazione, ma poi quei dentoni neri me l'hanno tolta- disse il rapace. -Lo trovi tanto divertente?-

-No. No, è terribile. È davvero terr ... ih! Ih! Ih!- mormorò Entity cercando di smettere di ridere.

Al che Gavin si accigliò : -Adesso basta! Perché stai ridendo di me?-

Al che Entity lo guardò con un sorriso strafottente : -Puoi ingannare te stesso e tutti gli altri, se vuoi, ma non ingannerai il sottoscritto. Io so perché combatti, uccellaccio. Io so chi sei-

-Tu non sai proprio niente di me- ringhiò Gavin.

-Oh, io invece sono tutto di te- rispose Entity. -Tu hai finto di essere il più cattivo e il più tosto, ma in realtà sei quello più spaventato di tutti-

-Questo non è per niente vero!- urlò Gavin arruffando le piume.

-Ma davvero? Combatti guerre di cui nemmeno sai lo scopo e allontani chiunque ti si avvicini, perché anche solo un po' d'amore ti ricorda quanto buio e profondo sia il buco dentro di te!- gli fece notare Entita.

-Stai zitto!- ringhiò Gavin.

-A quei soldati che ti hanno addestrato non è mai importato un fico secco di te! Ti hanno sempre usato come un'arma e si sono liberati di te non appena non gli sei servito più!- disse Entity.

-HO DETTO STAI ZITTO!- urlò Gavin.

-Entity, ora basta!- esclamò Stefano notando l'espressione sul volto del rapace.

-PROPRIO COME NON GLIENE MAI IMPORTATO NIENTE A QUEGLI STUPIDI SCENZIATI CULTISTI CHE MI HANNO CREATO, MODIFICANDO IL MIO UOVO E COSTRINGENDOMI A PORTARE QUESTO MALEDETTO MANTELLO BIANCO, CONDANNANDOMI A VAGARE PER IL COSMO PER L'ETERNITÀ, OCCUPANDOMI DEI CULTISTI COME SE FOSSERO I MIEI FIGLI, SENZA MAI LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN AMICO O ANCHE SOLO DI AVERE QUALCUNO CHE ANDASSE OLTRE LA CONDIZIONE DI SERVO!- urlò Entiy facendo ammutolire gli altri due. -Io sarei dovuto nascere come un semplice cultista, invece loro mi hanno condannato per sempre a distruggere pianeti! Preferirei essere l'ultimo degli schiavi piuttosto che il re dei cultisti! Non ho chiesto io di nascere con questo mantello! Non ho chiesto io di essere destinato a distruggere pianeti! Non ho chiesto io di essere tramutato in una macchina da guerra, esattamente come non lo volevi tu! E così come te, anche io ho allontanato tutte le persone che mi volevano un po' di bene, distruggendo la mia stessa famiglia con le mie mani! Io lo so chi sei, uccellaccio, perché tu sei ME!-

Calò un silenzio di tomba, rotto solo dal respiro affannoso di Entity che ansimava per il troppo sforzo. Gavin e il Portatore del Caos si squadrarono, osservando l'altro l'uno con sguardo di sfida, l'altro con una sorta di consapevolezza che le parole di Entity erano vere.

A quel punto Stefano prese la parola : -Sentite. Sapete cosa vedo ora che mi guardo intorno? Dei perdenti-

Gavin e Entity si voltarono verso di lui. Stefano continuò : -Sì, nel senso di ... persone che hanno perso qualcosa. Che sia una vita normale o una famiglia, tutti noi abbiamo perso. Anche io mi ritengo tale. Per tutta la FailCraft mi sono sempre sentito un intralcio. Lyon era un leader, Mario era il suo braccio destro, Anna era intelligente. Io sono sempre stato un ostacolo. Ma poi mi sono rialzato. Ho deciso di dire basta. E quanto Notch ci ha portati qui, ho smesso di comportarmi da bambino e mi sono fatto valere, e guardatemi ora : sono qui, con voi, nell'angolo più ostile dell'universo ad affrontare in una battaglia epica un demone. Sono diventato forte. E tutti possono diventarlo-

Stefano si avvicinò : -Non importa quanto è stato perso o quante persone sono state ferite; non c'è niente di irrimediabile, solo la morte lo è. Basta avere la forza di cambiare, e di ricordare che comunque c'è un posto nel cuore per le persone che amiamo. Se ci sono riuscito io potete farlo anche voi. Dobbiamo lottare. Dobbiamo sconfiggere Mefisto, per il bene di tutti-

-Come?- chiese Entity. -Stefano, a quest'ora Mefisto avrà già raggiunto il centro del pianeta, e io e te siamo solo in due-

-Di pure in tre- disse Gavin. -Non mi tiro fuori dalla festa. Facciamolo- e così dicendo alzò la mano.

Stefano posò subito la sua su quella del rapace. Entity esitò un attimo, poi mise anche la sua. -Fantastico!- rise Gavin. -Bene, eccoci qui. Un branco di deficienti in piedi che formano un cerchio-

Stefano lo guardò male : -Ma tu fai lo stronzo di professione?-

-Diciamo di sì- rise Gavin.

Stefano lo guardò, poi rise a sua volta : -Che razza di persone siamo per scherzare su queste cose?-

Entity si unì alla risata : -La razza di pazzi che sta per combattere contro un pianeta, immagino-

-Meraviglioso!- esclamò Stefano. -Questa sì chiama avventura! Gestiamo subito e ... aspetta! Contro COSA!?-
   
 
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