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Autore: AllisonHermioneEverdeen    21/05/2018    0 recensioni
"Pensa a qualcosa di certo. Concentrati sull'ambiente attorno a te. Non lasciare che l'abisso ti inghiottisca".
Queste sono le parole che rimbombano nelle orecchie di Daphne quando lascia Arkham. Parole dette, secondo il suo parere, da un dottore sociopatico che si diverte ad avere a che fare con i matti e ad irritarli con la sua voce soave e persuasiva.
Dopo cinque anni passati ad Arkham, è dichiarata sana di mente. Ma Daphne non si sente affatto sana: si sente spezzata.
Adesso è libera, e non potrebbe essere più spaventata: non conosce nessuno a Gotham. Nessuno, tranne un amico di famiglia di cui le ha parlato suo padre prima di tirare le cuoia: James Gordon.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sei



- Smettila di fissarmi -. Daphne abbassò gli occhi azzurri sui documenti della scrivania del capitano Barnes.
- Non guardare neanche quelli, - la rimbeccò subito quello. La ragazzina distolse gli occhi dalla scrivania e tornò a fissare il capitano, che a quel punto sbuffò. L'ultima cosa che voleva era tenere quella strana ragazzina nel suo ufficio, ma non si fidava a lasciarla girare per la centrale, e se era davvero in pericolo non poteva semplicemente voltarle le spalle, andava contro i suoi principi. Ma questo non voleva dire che gli piacesse averla vicina.
Daphne passò altri dieci minuti a fissarlo senza dire una parola, in piedi, con le spalle alla porta dell'ufficio.
- Lei mi detesta, vero? - chiese infine. Il capitano Barnes alzò gli occhi su di lei, sorpreso.
- Cosa te lo fa pensare? - chiese.
- Evita di guardarmi, - rispose subito la ragazzina. - Quando è costretto a farlo arriccia il naso in un'espressione di fastidio e alza il mento in un gesto di rabbia, con la coda dell'occhio sta attento a tutto ciò che faccio e... -
- Va bene, va bene, ho capito... - la fermò Barnes. Daphne si zittì e tornò a fissarlo con i suoi occhioni blu. Barnes sospirò.
- Non è che ti detesto, - disse. - Solo... non mi fido di te, - spiegò, dopodichè sembrò a disagio. - Non hai niente da fare? - chiese infine.
- Posso mettermi a leggere, se non le dà fastidio, - rispose Daphne.
- Fallo, ma non rimanere in piedi, siediti, forza -. La ragazzina obbedì, si sedette su una delle due sedie davanti alla scrivania del capitano, poi dalla sua borsa a tracolla tirò fuori un librone, lo aprì alla prima pagina e cominciò a leggere. Barnes diede un'occhiata al titolo: Resurrezione, di Tolstoj. Riportò lo sguardo su Daphne per chiederle se non fosse una lettura un po' troppo pesante per una ragazzina della sua età, ma si bloccò, osservandola scorrere gli occhi sulle parole ad una velocità impressionante: non sembrava aver bisogno di più di qualche secondo per pagina. Decidendo di non chiedere nulla per non avere qualche altra risposta criptica, Barnes tornò ai suoi documenti.

- Pare che la situazione sia tranquilla, - disse Harvey indicando l'ufficio del capitano a Jim. Gordon alzò gli occhi dai fascicoli che stava guardando e vide Daphne seduta davanti al capitano, a leggere, mentre Barnes guardava i suoi documenti.
- Sembra che abbiano trovato un compromesso, - sospirò di sollievo. Daphne aveva dimostrato più di una volta diffidenza verso gli estranei, e tra lei e Barnes vigeva un clima di educato fastidio reciproco, perciò vederla rilassata, per la prima volta da quando la conosceva, era un sollievo.
- Trovato qualche indizio vincente? - chiese Harvey.
- Niente di importante, tu? -
- Nada, - sbuffò Harvey.
- Comincio a credere che l'unico modo per incriminare Strange è farsi fare un mandato e perquisire Arkham, - disse Jim.
- Ci abbiamo già provato, senza ottenere assolutamente niente, - gli fece notare l'amico.
- Lo so, - sospirò Jim. Avevano provato davvero di tutto, ma Gordon non poteva semplicemente arrendersi: aveva fatto una promessa, e l'avrebbe onorata a tutti i costi.
Il cellulare gli squillò improvvisamente, facendolo ripiombare nella realtà. Lo tirò fuori dalla tasca: Sconosciuto. Scambiò uno sguardo accigliato con Harvey, poi rispose.
- Pronto? -
- Ho informazioni che le interessano - affermò una voce artefatta. -Sulla ragazzina di Arkham e su come incastrare Hugo Strange-
- Chi è? -
-Piazza principale, tra mezz'ora - e la chiamata si chiuse.
Jim rimise il telefono in tasca, ancora più confuso di prima.
- Oh no, - disse Harvey. - Conosco quella faccia, premette solo guai -
- Era una voce artefatta che ha affermato di avere informazioni su Daphne che ci interessano, - spiegò Jim. - Che può aiutarci ad incastrare Hugo Strange -
- E noi ci fidiamo e basta? - replicò Bullock. Jim gettò un'occhiata all'ufficio del capitano Barnes: Daphne sembrava sembrava molto piccola, tutta accovacciata sulla sedia, a leggere un librone.
- E' l'unica pista che abbiamo, - affermò.
- Temevo che l'avresti detto... - sospirò Harvey.
Jim si mise la giacca e andò all'ufficio di Barnes.
- Scusate, - esordì, mentre il capitano alzava gli occhi su di lui. Daphne sembrava completamente assorbita dal libro, anche se sfogliava le pagine troppo veloce per riuscire effettivamente a leggerle... o no?
- Abbiamo una pista, - spiegò Gordon. - Io e Bullock dobbiamo incontrare un possibile informatore nella piazza principale... -
-... e la ragazzina è più al sicuro qui, - completò per lui Barnes. Jim gli fece un sorriso imbarazzato.
- Andate, - affermò con uno sbuffo il capitano. - La controllo io -.
Daphne non sembrava essersi neanche accorta che Jim era nella stanza, infatti quando lui le tocco la spalla, sussultò.
- Tutto apposto, - le sorrise rassicurante lui. - Io ed Harvey dobbiamo andare, potrebbe esserci un informatore in grado di aiutarci -
- Bene, - affermò Daphne, chiudendo il libro. - Andiamo allora, - e fece per alzarsi.
- E' meglio se rimani qui, - la bloccò Jim. Due occhioni blu lo fissarono, attoniti. Gordon si sentiva a disagio davanti a quello sguardo, come se la stesse abbandonando...
- E' per la tua sicurezza, - spiegò. - Hugo Strange non può attaccarti in caserma, sei più al sicuro qui che in giro per Gotham -. Daphne continuava a fissarlo.
- Tranquilla, - Jim si inginocchiò alla sua altezza. - Torneremo subito -
- Promesso? - sussurrò Daphne.
- Promesso -.

La Piazza Principale era gremita di persone a quell'ora del giorno, tra spacciatori, vagabondi senza-tetto, semplici cittadini e straccioni che chiedevano l'elemosina. A Jim sembrò anche di scorgere Selina che stava salendo da una scala antincendio... Beh, non ci sarebbe stato niente di strano!
Bullock e Gordon rimasero ad aspettare qualche minuto, guardandosi intorno: data la voce artefatta, non avevano nessun indizio su chi potesse essere l'informatore...
Un passante di corsa diede per sbaglio una spallata a Jim.
- Scusi, - disse, per poi affrettarsi di nuovo verso la parte opposta della piazza, sparendo tra la folla.
- Stai un po' attento! - gli gridò dietro Bullock.
Jim si massaggiò la spalla, un po' seccato... e trovò un foglietto nascosto nelle pieghe del giubbotto. Lo prese, guardandosi intorno alla ricerca del misterioso passante: doveva essere stato lui a lasciargli quel biglietto, per forza...! Ma non si vedeva da nessuna parte.
- Cosa dice? - gli chiese Harvey. Jim lo spiegò. Sopra c'erano solo tre parole: Alla Tua Destra. Accigliato, Gordon guardò nella direzione indicata... e rimase congelato. Continuò a fissare la figura fin troppo familiare che intravedeva tra la folla. Non poteva... insomma, non era possibile...
Senza accorgersene, cominciò a correre attraverso la folla. Non sentiva le grida di Harvey che gli chiedeva dove stesse andando, nè si accorse se aveva colpito qualche passante o no. Tutto quello che riusciva a pensare era che non credeva ai suoi occhi.
Quando arrivò a destinazione, si fermò a fissare, ancora attonito, l'uomo di fronte a lui.
- Ciao, Jim, - sorrise questi. - Sembri piuttosto sorpreso di vedermi -
Tutto quello che Gordon riuscì a dire, fu: - Bill?! -

ANGOLO MALATA DI MENTE
E............. sono viva!
Ok, non ci giurerei, potrei essere morta per il troppo studio, e adesso il mio fantasma è rimasto sulla terra per tutte le fanfiction ancora non concluse che ho lasciato indietro...
Va bene, mi dispiace. Davvero, non avete idea di quanto mi dispiaccia essere stata lontana da questa fanfic così a lungo, e purtroppo non posso promettervi che non succederà di nuovo: sono talmente immersa nello studio, che anche il mio studio deve studiare...
Ciancio alle bande, mi impegnerò a non farvi aspettare più così tanto.
Allooooora, la storia va avanti, e compare.... rullo di tamburi Bill Becker!
Eh già, il papà di Daphne è tornato dal regno dei morti, o almeno, così pare...
Sarà vero? Oppure no? E chi lo sa... *io, ma sono crudele e non ve lo dico (risata malefica di sottofondo)*
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Grazie a tutti coloro che seguono, preferiscono e mettono tra le ricordate: non avete idea di quanto sia importante per me...
Grazie di cuore (e scusate di nuovo!) a one_bad_day e Evie Francis Free per le loro recensioni: mi avete scaldato il cuore!
Cercherò di farmi perdonare per il lungo ritardo!
A presto
AllisonHermioneEverdeen

P.S. Avete visto la quarta stagione??!?!?!?!?!?!?!?! Io sono ancora in fase di shock!!!!! E la quinta sarà l'ultima!!!!!!!!!!!!
   
 
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