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Autore: Summer11    21/05/2018    2 recensioni
Brittany: BASTA!! Oliver, se te ne vai adesso non tornare mai più!
Oliver: Mi dispiace Britt, io ti amo, ma non sono pronto per questa cosa. E' troppo grande!
-Brittany riprese a piangere mentre Oliver si voltava per andare via. Alex non si trattenne e urlò.-
Alex: NON TORNARE MAI PIU', CHIARO?
Oliver: Stanne certo!
-Quella fu l'ultima risposta di Oliver, che, voltava l’angolo, anche lui con le lacrime che gli scendevano sul viso. Probabilmente non l’avrebbe più dimenticata, pensò.-
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Unconventional Family
Capitolo 66
-Sentimenti nascosti.-


-Dylan, ormai a terra, aspettava quel dolore lancinante ma questo non arrivò. Il ragazzo aprì gli occhi e vide l’autista sbraitare e inveire contro di lui ma non gli importava, stava bene ed era vivo. La macchina era riuscita a fermarsi in tempo e lo toccò leggermente, facendogli perdere l’equilibrio e facendolo cadere sull’asfalto. Dylan sospirò e sorrise, quando vide Emily corrergli incontro. Lo aiutò a rialzarsi e lo abbracciò tra le lacrime. Lui la strinse a sé, baciandole la testa.-

Emily: Ho avuto così tanta paura!

-Sussurrò Emily, poi continuò.-

Emily: Stai bene? Dobbiamo andare al pronto soccorso. Devi farti controllare, ti ha toccato il bacino!

-Dylan continuava a stringerla a sé.-

Dylan: Stellina, sto bene. Mi ha a malapena toccato. Sto bene!
Emily: Mi dispiace! E’ stata tutta colpa mia

-La ragazza tirò su col naso mentre il signore scendeva dalla macchina avvicinandosi ai due ragazzi.-

Sig: Dovete ringraziare il fatto che io non andassi veloce. Se non mi fossi fermato in tempo…

-Lui scosse la testa cercando di scacciare quel brutto pensiero dalla sua mente e continuò.-

Sig: Come vi è saltato in mente di buttarvi così in mezzo alla strada?!
Dylan: Ci scusi. Non siamo stati attenti

-Ammise Dylan e il signore lo guardò.-

Sig: Come ti senti, ragazzo? Comunque ti ho toccato, vi posso portare al pronto soccorso così farai degli accertamenti. Chiamate i vostri genitori!

-Dylan lo guardò.-

Dylan: Non ce n’è bisogno. Sto benissimo, signore. Sono solo caduto!

-Emily lo guardò.-

Emily: Dyl, ci sta aiutando!
Dylan: Io sto bene. Lo giuro. Sono solo un po’ scosso. Signore, vada pure!

-Il signore annuì, i ragazzi si spostarono dalla strada salendo sul marciapiede mentre la macchina ripartiva. Dylan riabbracciò la ragazza ed Emily sussurrò. Erano entrambi davvero spaventati.-

Emily: Non mi va più di andare da Mark
Dylan: Torniamo a casa, allora!

-Lui le sorrise dolcemente e lei annuì ancora tra le braccia del ragazzo. Si voltarono cambiando direzione e Dylan riaccompagnò Emy a casa. Si fermarono sul vialetto e la ragazza lo guardò intensamente con i suoi occhioni castano scuro.-

Emily: Grazie! Mi hai salvato la vita. Non so come potrò mai sdebitarmi con te!

-Dylan sorrise spavaldamente.-

Dylan: Puoi chiamarmi “Superman” d’ora in poi!

-Poi lui si fece serio e continuò.-

Dylan: Non ti avrei mai lasciata là in mezzo alla strada. Credo sia stato un impulso fraterno, dai siamo fratelli. Siamo cresciuti insieme

-Emily lo guardò ipnotizzata per qualche secondo, poi parlò.-

Emily: Sì, fratelli! Sei sicuro di non voler entrare? O di non voler andare al pronto soccorso?
Dylan: Sono sicurissimo. Torno a casa e accendo la playstation, poi credo che i tuoi e Sam verranno da noi per il “discorso”. Tu invece tranquillizzati, okay? Leggi una rivista, ascolta della musica rilassante e fatti un té caldo

-Lui le accarezzò il viso e la ragazza annuì.-

Dylan: Allora, vado. Ci vediamo domani a scuola. Non la marinerò, promesso!

-Emily rise e Dylan, velocemente, le schioccò un bacio sulla guancia per poi voltarsi e iniziare a camminare. La ragazza si accarezzò delicatamente la guancia che Dylan aveva riscaldato con un suo bacio. Lo vide girare l’angolo e anche lei decise di entrare dentro e stare con la sua famiglia. Ne aveva bisogno.

Intanto quella sera, Lily e Jasmine tornarono a casa dopo aver passato un’oretta a casa di Victoria.-

Jasmine: Mamma, ho ancora fame!
Lily: Vuoi un panino con la nutella?
Jasmine: Mmh, nutella!! Sìììì!

-Lily sorrise, accarezzando il visino di sua figlia.-

Lily: Amore, rilassati in salotto, accendi la televisione. Ti porto il panino tra cinque minuti
Jasmine: Okay!

-La bambina corse in salotto e Lily dopo essersi tolta il giubotto, andò in cucina.
La nutella in casa Lee faceva impazzire tutti, dai bambini agli adulti. Quel barattolo non mancava mai in quella casa, però Lily lo nascondeva per bene, altrimenti se i bambini lo avessero avuto a portata di mano, sarebbe regnato il caos in casa.
Verso le 17:30, tornarono a casa anche Daniel e Drew, con una bella sorpresa. Drew e Maya si fiondarono in salotto mentre Rebecca si affacciava in cucina insieme a Daniel.-

Daniel: Guarda chi abbiamo incontrato al parco io e Drew!

-Lily si voltò e vedendo Rebecca subito l’abbracciò. La ragazza parlò.-

Rebecca: Ho pensato di fare un salto qui, per vedere come andava la situazione!

-Lily sospirò e Daniel guardò le due ragazze.-

Daniel: Approfitto di questo momento di pace per farmi una doccia!

-Lui sorrise alle ragazze e uscì dalla cucina dopo aver visto sua moglie annuire. Rebecca riprese a guardare Lily che parlò.-

Lily: Daniel ti ha detto tutto, non è così?
Rebecca: Diciamo che mi ha raccontato a grandi linee che hai dato di matto!

-Lily sospirò guardando la sua fidata migliore amica e sussurrò.-

Lily: Ma stiamo parlando di Victoria!

-Rebecca le accarezzò il braccio.-

Rebecca: Ma Jasmine è tua figlia e le bambine hanno appena sei anni. Saranno sempre sotto al tuo sguardo. Anche io non credo riuscirò mai a diventare amica di Victoria dopo tutto quello che ha fatto, ma sono passati quindici anni, diciamo che mi sono buttata il passato alle spalle. Nonostante Victoria abbia provato in tutti i modi a farvi separare, beh, sei tu che ora porti il cognome Lee. E poi chi ti dice che tu debba lasciare Jasmine sola a casa di Victoria? Potresti sempre andarci anche tu e controllare come vanno le cose sotto quel tetto. Almeno ora all’inizio

-Lily annuì, non aveva mai pensato a ciò e sapeva che Rebecca la capiva e la supportava dandole i migliori consigli.-

Lily: In effetti non avevo pensato a questa soluzione. Tutti mi hanno dato della pazza, però non posso credere al fatto che mia figlia adori la figlia di Victoria. Questo è il karma, perché io ho sposato Daniel!
Rebecca: Molto probabile, amica!

-Rebecca rise di gusto, facendo sorridere anche Lily che la guardò.-

Lily: Vuoi un caffè?
Rebecca: No, grazie. Anzi, pensavo di portare a casa per cena anche Jasmine e Drew, così tu e Daniel avrete modo di parlare
Lily: Oh Becky, grazie!
Rebecca: E fare la pace. Ecco di cosa avete bisogno voi due. So bene quanto sia difficile con due bambini piccoli

-Lily sorrise e l’abbracciò, accompagnandola in salotto dove i bambini guardavano i cartoni animati.-

Lily: Bambini, volete andare a cena da diddi Becky?

-Jasmine si alzò dal divano.-

Jasmine: Per mangiare insieme ad Aiden?

-Rebecca sorrise.-

Rebecca: Sì, e insieme a tutti noi! Che ne dite di una formaggiosa pizza al formaggio?

-I bambini risero felici, anche Maya era felice di avere la compagnia di Drew. Lily guardò i suoi bambini.-

Lily: Forza, giubbottini addosso e ci vediamo più tardi, okay?

-Lily e Rebecca aiutarono i bambini ad infilarsi i giubbottini e la ragazza dagli occhi blu guardò sua figlia.-

Lily: Jazzy, mi raccomando, mangia tutta la pizza, okay? Mangia fino a che non ti senti il pancino esplodere!

-La bambina annuì e mentre Drew prendeva dalla sua camera il suo dinosauro preferito, Jasmine abbracciò sua madre sorridendo.-

Jasmine: Grazie mami per avermi fatto giocare con April oggi. Mi sono divertita tantissimissimo. Grazie!
Lily: Oh, tesoro!

-Si limitò a dire Lily mentre la bambina l’abbracciava.-

Jasmine: Ti voglio tanto bene!

-Lily la strinse a sé e poi le accarezzò il visino.-

Lily: Anche io, farfallina!

-Diede un ultimo bacio ai suoi bambini, salutò Rebecca e Maya e li accompagnò alla porta, da dove li vide poi salire in macchina e partire, proprio quando Daniel usciva dal bagno vestito in tuta. Lui guardò sua moglie sedersi sul divano e sospirare. Sorrise avvicinandosi a lei.-

Daniel: Che ne hai fatto dei nostri bambini? Li hai venduti?

-Lily sorrise debolmente. Anche se non avevano ancora chiarito, lei non riusciva più ad avercela con suo marito, il quale si sedette a fianco a lei sul divano.-

Lily: Rebecca ce li riporta dopo cena!
Daniel: Oh, bene!

-Lui guardò Lily accarezzandole quel viso che tanto amava guardare.-

Daniel: Che succede? Non ti vedo più combattiva. Non ce l’hai più con me?

-La ragazza sospirò.-

Lily: Non ce l’ho mai avuta con te, lo sai. Ho sfogato su di te la mia rabbia. Mi dispiace!

-Daniel la strinse a sé sorridendo.-

Daniel: A volte può succedere. Io sono qui per te. Ricordi cosa disse il sacerdote? Nella buona e nella cattiva sorte, giusto?

-Lei sorrise, stringendosi di più a lui e sussurrò.-

Lily: Mi manchi, Dan!
Daniel: Anche tu, piccolina. Mi è mancata anche tutta la tua dolcezza!

-La baciò dolcemente, poi quel bacio divenne sempre più profondo. Lily riprendeva fiato mentre Daniel le sganciava i bottoni della giacchina. Lei ansimò.-

Lily: Qui inizia a fare davvero molto caldo!
Daniel: Ah, sì? Senti caldo?

-Lui le baciò il collo sentendola rabbrividire. Lily si morse il labbro inferiore cercando di non perdere il controllo così velocemente.-

Lily: Dan, ti prego!

-Daniel continuava a baciarla godendosi quella risata angelica di sua moglie che non era cambiata per niente con gli anni. Sentirla ridere lo riportava indietro nel tempo. Lily continuò.-

Lily: I bambini non sono in casa!

-Anche Daniel rise, togliendo delicatamente i vestiti di dosso a Lily mentre lei li toglieva a lui che continuava a sorridere.-

Daniel: Dovremmo fare Rebecca santa!
Lily: Già!

-Concordò Lily, riprendendo a baciare suo marito che la prese in braccio e la portò in camera da letto. Lei rise.-

Lily: Sembriamo dei sedicenni!
Daniel: Oh tesoro mio, non immagini quanto io mi senta sedicenne adesso. Amo da morire i nostri figli, però poterlo fare a qualsiasi ora del giorno, mi manca!
Lily: Del giorno e della notte!

-Aggiunse Lily. Continuarono a baciarsi sul letto e poi sotto le calde coperte, ormai completamente nudi.-

Daniel: Giusto! Ti amo!

-Disse Daniel guardandole il viso per qualche secondo prima di farla completamente sua.-

Lily: Ti amo anche io!

-Riuscì a dire Lily, prima di essere invasa dal piacere.

Quella sera in casa Hunt, la riunione con i McKay, giungeva al termine con le sagge parole di Oliver.-

Oliver: Io davvero non riesco a crederci. Non conosco persone con più autostima di voi due e... Davvero avete bisogno di fumare per essere tra i più popolari?

-Samuel parlò.-

Samuel: Non per essere, ma per restare tra i più popolari!

-Alex scosse la testa dando una pizza sul collo a suo figlio.-

Samuel: Aio! Che c’è? Là dentro è una guerra!

-Oliver continuò.-

Oliver: Sam, figlioccio mio, sei il capitano della squadra di basket da quando avevi 10 anni e tu, Dylan, sei il risultato di due delle persone con più autostima a questo mondo, il tuo semplicemente “essere te”, ti porta ad avere un atteggiamento superiore. Ragazzi, a voi due non serve il fumo!

-In quel momento anche Rachel parlò.-

Rachel: Se voi due siete tanto popolari, perché non usate tutta questa popolarità per fare del bene e diffondere buone abitudini? Perché non aiutate gli altri a smettere di fumare, o fate qualche campagna scolastica contro il fumo?

-I ragazzi guardarono Rachel scuotendo la testa. Quella donna non ricordava minimamente come fosse il liceo. Samuel guardò sua madre.-

Samuel: Cosa?! Mamma, stai scherzando, vero?
Rachel: No, sono seria!

-Brittany spalleggiò la sua amica.-

Brittany: Io concordo pienamente con Rachel!

-Dylan la guardò.-

Dylan: Ma che idee vi vengono in mente? Nessuno ci starebbe ad ascoltare e per di più passeremmo da popolari a sfigati. Non funzionerebbe mai

-Samuel parlò.-

Samuel: Già. E poi queste idiozie, queste campagne scolastiche… Sono cose da Emy. L’anno scorso lei si è battuta tanto per la raccolta differenziata a scuola che nessuno ovviamente fa. Ha solo sprecato tempo!

-Dylan lo guardò.-

Dylan: Io la faccio!

-Samuel corrugò la fronte.-

Samuel: Davvero?!
Dylan: Sì, ci aveva messo così tanto impegno!
Samuel: Lei sa che tu la fai?
Dylan: Non ne ho la minima idea
Samuel: Non la faccio nemmeno io. Butto tutto nel bidone nero
Dylan: Beh, fai male. Possibile che i suoi discorsi non siano entrati nel tuo cervello? Sei suo fratello e lei non parlava d’altro in quei mesi!
Samuel: Perché, tu l’ascolti veramente?

-Dylan lo guardò per qualche secondo, pensandoci e sorprendendosi della risposta.-

Dylan: Sì!

-Era vero. Ricordava tutto quello che la ragazza diceva, tutte le battaglie che affrontava. Nonostante non volesse averla tra i piedi e la prendesse in giro, si rese conto che l’aveva sempre ascoltata e la cosa sorprese molto anche lui. Comunque Oliver li riportò alla realtà.-

Oliver: Capisco che ciò che vi chiedono le vostre madri sia troppo, però voi fatela finita. Altrimenti, chiederemo alla scuola di intervenire

-Samuel lo guardò e sorrise con strafottenza.-

Samuel: Intervenire come?

-Alex guardò suo figlio pronto a stroncare ogni sua briciola di arroganza.-

Alex: Perquisizioni scolastiche a sorpresa, divieto di fumare intorno e dentro i cortili della scuola, punizioni extra… E faremo in modo che tutta la scuola sappia che il tutto sia colpa vostra!

-I ragazzi sospirarono, quello sarebbe stato un bell’inferno. Dylan fu il primo ad arrendersi.-

Dylan: Avete la mia parola che non fumerò mai più!

-Samuel guardò suo diddino e suo padre, non ancora convinto al cento per cento. Alex lo guardò.-

Alex: Il bello di un’amicizia come la vostra, è che vi spalleggiate a vicenda. Siete sempre dalla stessa parte. Noi sappiamo cosa si prova. Sam, posso assicurarti che avere Dylan ed Emy al tuo fianco, è il vero punto di forza e non un pacchetto di sigarette che ti fanno sentire meglio per mezz’ora

-Samuel era proprio una testa dura, così Oliver continuò.-

Oliver: Ascolta Sam, quando le vostre pazze e acidine madri ci facevano saltare i nervi...

-Brittany subito diede una gomitata a suo marito.-

Brittany: Ehi!!

-Oliver e Alex risero e Oliver continuò.-

Oliver: No, sul serio, quando io e Alex eravamo nervosi, pendevamo un pallone e scendevamo in campo. Giocare a basket ci distraeva. Giocavamo fino allo sfinimento, eravamo così stanchi da non avere più la forza per muoverci. Ti ricordi, Alex?
Alex: Eccome se mi ricordo. Era un ottimo modo per sfogarci. Dovreste provarci anche voi!

-Samuel li guardò, poi si arrese. Avrebbe smesso di fumare.-

Samuel: D’accordo, ci proveremo e anche io non toccherò più una sigaretta. Lo giuro. Non ci state dando tante possibilità. O smettere o essere odiati da tutti a scuola

-Alex sorrise.-

Alex: Eh bravo il mio ragazzo!

-I McKay si alzarono dal divano per andare via e Brittany parlò.-

Brittany: Ci fidiamo di voi, ragazzi. Non mantenere la promessa è una delle cose peggiori e imperdonabili che voi possiate fare e non si torna più indietro!

-Dylan la guardò.-

Dylan: Siamo persone di parola mamma, lo sai!
Brittany: Lo so, ma è sempre meglio ricordarvi le regole!

-I ragazzi annuirono e dopo essersi salutati, Alex, Rachel e Samuel tornarono a casa, dove Emily li aspettava.
Intanto in casa Lee, Lily e Daniel se ne stavano ancora accoccolati sotto le coperte. Lily aveva la testa appoggiata sul petto di suo marito che le baciò la testa.-

Daniel: Solo Dio sa quanto tu mi sia mancata!

-Lily sorrise, alzò la testa e lo baciò.-

Lily: Ti amo!
Daniel: Anche io!

-In quel momento Lily si fece seria guardando suo marito.-

Lily: Tesoro, ho bisogno di parlarti
Daniel: Sono qui!

-Lei gli raccontò dello svenimento di Jasmine e del pomeriggio da Victoria. Daniel sospirò, accarezzando dolcemente il braccio di Lily.-

Daniel: Sei combattuta, vero?
Lily: Abbastanza. Insomma, io odio Victoria per principio, ma mi ha aiutata con Jasmine e non era tenuta a farlo. Sinceramente non so cos’avrei fatto senza di lei…

-Daniel la guardò.-

Daniel: Perché non li invitiamo a cena?
Lily: A cena?
Daniel: Sì, insomma, può essere un modo per ringraziarla per ciò che ha fatto e in più avremo l’occasione di parlare, di conoscere suo marito e Jasmine potrà giocare con April sotto i nostri occhi
Lily: Credo sia una buona idea!

-Concordò Lily sorridendo.-

Daniel: Sono contento che tu abbia riniziato a usare la ragione...
Lily: Ero davvero sconvolta quando ho rivisto Victoria per la prima volta e oggi vedere Jazzy senza sensi mi ha fatto preoccupare da morire
Daniel: Lo immagino, tesoro. Comunque Oliver ha proprio ragione, anche Jasmine ha il gene Green dentro sé. Siete ragazze meravigliosamente particolari e testarde

-Lily sorrise, baciandolo.-

Lily: Non posso darti torto!

Quella notte, Dylan se ne stava sdraiato sul letto a giocare alla playstation, quando il suo cellulare suonò. Lo controllò e vide un messaggio. Il numero era salvato come “Stremily”, il diminutivo di “Strega Emily” da una vita intera. Subito Dylan lo aprì e lo lesse.

“Ehi, sicuro di stare bene?”

Lui sorrise. Emily si era spaventata da morire quel pomeriggio. L’aveva vista così indifesa in quel momento. E quando gli andò incontro e lo abbracciò? Oh, lei sì, che aveva un buon profumo, pensò. Rispose senza aspettare un minuto in più.

“Stellina, so che ti sei spaventata, ma sto bene. Lo giuro su tuo fratello XD. Non preoccuparti per me, tu riposati e domani starai meglio. Buonanotte :*”

Subito si maledì per quella risposta.-

Dylan: “DEFICIENTE! Perché l’hai chiamata così? E poi perché le hai mandato la buonanotte con il bacio? IDIOTA! Ti prenderà per il culo per il resto della tua vita. La conosci, diavolo, la odi!”

-Sentì di nuovo il suo telefono suonare e aprì il messaggio.

“Grazie di tutto, Superman! Sogni d’oro <3”

Dylan non capiva perché, ma quei messaggi gli migliorarono la giornata. Andò nella rubrica del cellulare e rinominò il numero di Emily in “Emy :)”, il che per lui era tutto dire.

Ormai erano le 21:00 e a malavoglia, Lily e Daniel, si sistemarono e si misero il pigiama. Proprio mentre cenavano, il campanello suonò. Andarono ad aprire e Jasmine saltò addosso al suo papà.-

Jasmine: Papàà!
Daniel: Farfallina!

-Lui le baciò la fronte, tenendola in braccio mentre Lily si avvicinava. Accarezzò sua figlia che si sporse per darle un bacio. Lily poi la guardò.-

Lily: Amore, dov’è diddi?

-Jasmine si voltò ancora tra le braccia di suo padre e indicò Rebecca che, con in braccio Drew, chiudeva la macchina. Lily subito le andò incontro, prendendole il bambino dalle braccia.-

Lily: Ehi, com’è andata?

-Spostò i capelli dal visino addormentato di Drew, sorridendo.-

Rebecca: E’ andata alla grande. Ci siamo divertiti un sacco. Jasmine ha distrutto Jordan a scale e serpenti tipo tre volte. Mio marito pretende una rivincita!

-Entrambe scoppiarono a ridere e Rebecca salutò dal vialetto Daniel che entrò in casa mettendo Jasmine a terra. La ragazza poi guardò Lily e il piccolo Drew.-

Rebecca: Lui e Maya sono crollati guardando un cartone animato
Lily: E’ proprio cotto! Entri?
Rebecca: No, grazie. Vado a casa, ho lasciato Jordan che rimboccava le coperte a Maya, e Aiden era davanti ai videogiochi. Credo sia il caso di staccare qualche presa!

-Lily sorrise.-

Lily: Okay! Dai un bacio a tutti da parte nostra!
Rebecca: Sarà fatto!

-Prima di salire in macchina, Rebecca baciò la testolina a Drew, guardò Lily e sorrise maliziosamente.-

Rebecca: Sì, tu e Daniel ora potete benedirmi!
Lily: Come fai ad essere così sicura che io e Daniel abbiamo “fatto la pace”?
Rebecca: Sei di nuovo raggiante. E lo si diventa solo per due ragioni. O sei incinta o hai avuto una più che soddisfacente riappacificazione. E dato che non avete in programma un altro bambino, sono andata ad esclusione!

-Lily rise.-

Lily: Due bambini sono più che sufficienti. Comunque grazie, Becky. A buon rendere!
Rebecca: Non vedo l’ora!

-Rebecca salì in macchina e partì mentre Lily scuoteva la testa sorridendo.

La mattina seguente, Dylan aspettava Samuel all’entrata di scuola. Vide i gemelli arrivare mentre ridevano insieme. Il suo sguardo, la sua mente e probabilmente il suo cuore si soffermarono sul sorriso di Emy. Solo in quel momento si accorse che il suo cuore aveva accelerato il battito. La pacca di Samuel lo riportò alla realtà.-

Samuel: Amico!
Emily: Ehi!
Dylan: Ciao! Un solo “ciao” basta per entrambi, vero?
Samuel: Il solito imbecille!

-Samuel gli diede un calcio, poi entrarono dentro e si avviarono agli armadietti.-

Samuel: Senti un po’, cosa facciamo dopo scuola?
Dylan: Non mi guardare. Io sono impegnato!

-Emily lo guardò curiosa.-

Emily: Cosa devi fare?
Dylan: “Esco” con Eleanor! Mi aspetta all’uscita

-Emily sospirò e lo guardò.-

Emily: Che bello! Non vedo l’ora di vederla anche fuori da scuola!
Dylan: Sei solo gelosa!

-Emily corrugò la fronte.-

Emily: Per niente. Gelosa di cosa, poi? Scommetto che è un’oca senza cervello
Dylan: Non lo è! E poi, se anche lo fosse? E’ molto bella e se lo può permettere

-Emily lo guardò sconcertata.-

Emily: Non puoi pensare veramente questo delle ragazze!

-Samuel sbuffò.-

Samuel: Dai, la piantate, per favore?

-Si voltò e vide una ragazza fissarlo. Non era la prima volta. Guardò sua sorella.-

Samuel: Emy, mi spieghi perché la tua amica Sarah mi fissa? Non è la prima volta che me ne accorgo
Emily: Io non ti dico niente. Prova a chiederlo a lei!

-Samuel sospirò. Poi al suono della campana ognuno andò nella propria classe, per poi ritrovarsi ai loro armadietti tre ore dopo. Dylan guardò Samuel che subito gli lesse nel pensiero.-

Samuel: Non tentarmi amico!

-Anche Emily ormai li capiva da uno solo sguardo.-

Emily: State pensando di svignarvela?
Dylan: L’idea è allettante!

-Disse Dylan. Poi si ricordò del suo appuntamento il pomeriggio.-

Dylan: Oh, è vero. Il mio appuntamento con Eleanor. No, quello è più importan…

-Proprio in quel momento, il ragazzo ricevette un messaggio. Lo lesse e poi guardò i gemelli, sbattendo la testa all’armadietto.-

Dylan: Dannazione, mi sono dimenticato!

-Samuel lo guardò.-

Samuel: Di cosa?
Dylan: Avevo promesso ai miei diddini che sarei andato da loro a provare il motocross alla fattoria. Diavolo! Lo avevo completamente rimosso!

-Emily lo guardò.-

Emily: Da quanto non li vedi?
Dylan: Non lo so. Non ricordo l’ultima volta che li ho visti!
Emily: Beh, non puoi disdire con i tuoi diddini dopo aver promesso, solo per poter uscire con Eleanor!

-Lui la guardò.-

Dylan: Per Eleanor si può fare tutto! Comunque come faccio? Per quanto mi roda ammetterlo e per colpa dell’educazione dei miei genitori e della mia coscienza, Emy hai ragione. Tra l’altro Austin è già nei d’intorni. Mi ha scritto lui

-Emily lo guardò cercando di trattenere la sua felicità.-

Emily: Credo proprio che non potrai vedere Eleanor questo pomeriggio. Coraggio, pensiamo a un messaggio da scriverle per disdire!
Dylan: A meno che…

-Samuel ed Emily lo guardarono.-

Samuel: A meno che, cosa?
Dylan: A meno che non la porti con me alla fattoria. Dico ai miei diddini che è una semplice compagna di scuola!

-Samuel sorrise, dandogli il cinque mentre Emily lo guardava arrabbiata.-

Emily: Non puoi farlo!
Dylan: Certo che posso. A Eleanor piacerà da morire quella fattoria

-Emily sbuffò.-

Emily: Bene, adesso sarà anche la perfetta contadina!

-Lei scosse la testa e Dylan la guardò.-

Dylan: Dì al tuo ragazzo di starmi alla larga all’uscita. Non vorrei che i miei diddini sentissero quanto sia irrispettoso!
Emily: Mark non è irrispettoso! Vuoi davvero riaprire questa conversazione, Dylan? Non ti è bastato l’incidente?

-Samuel li guardò curioso.-

Samuel: Quale incidente, scusate?
Emily: Niente!
Dylan: Niente!

-I due ragazzi parlarono all’unisono, quando la campanella li salvò dall’interrogatorio di Samuel e ognuno andò nella propria classe. Le ultime ore scolastiche volarono e i tre ragazzi si ritrovarono all’uscita. Emily li raggiunse mentre Dylan parlava con il suo migliore amico.-

Dylan: ...E sono convinto che mentre i miei diddini faranno l’ultimo giro di controllo prima di chiudere tutti i capanni della fattoria, io e Eleanor avremo il tempo per un giro veloce sulle montagne russe dell’eccitazione in camera!

-Samuel sorrideva, fiero del suo amico mentre Emily non riusciva a crederci.-

Emily: Stai scherzando? C-cioè, vuoi fare cose con lei mentre i tuoi didd...
Dylan: Sì, che male c’è?

-Emily arrossì in viso.-

Emily: Non puoi farlo con lei… Cioè con una ragazza mentre i tuoi diddini sono in casa!
Dylan: Ma loro saranno fuori casa
Emily: E se vi scoprissero?
Dylan: Non ci scopriranno!

-Samuel rise.-

Samuel: Emy, non preoccuparti, non li scopriranno!

-Emily guardò suo fratello che continuò.-

Samuel: Il nostro piccolo Dylan non dura a lungo

-I gemelli scoppiarono a ridere e Dylan sorrise sicuro di sé.-

Dylan: E’ quello che pensi tu! Prova a chiedere a Eleanor se l’ultima volta è rimasta soddisfatta!

-Quel sorriso sicuro non gli spariva dal viso e continuò.-

Dylan: Oppure se non ti fidi di Eleanor, puoi chiedere a Olivia, Penny, Emma, Samantha, Hannah. Ne volete altre?

-Emily smise di ridere, quella risposta la seccò un po’.-

Emily: No, grazie mille! Puoi anche finirla qui!!
Samuel: Adoro provocarti, Dyl!

-Dylan sorrise vedendo poi Eleanor avvicinarsi e suo diddino Austin parcheggiare il fuoristrada nello stesso momento. Eleanor salutò tutti.-

Eleanor: Ciao ragazzi!

-Dylan l’abbracciò.-

Dylan: Ciao stellina!

-Sentendo quel nomignolo, a Emily a poco non le uscì il fumo dalle orecchie ma cercò di non darlo a vedere. Anche Samuel salutò la ragazza mentre Emily si limitò a un cenno. Dylan guardò i gemelli.-

Dylan: Ora avrei un appuntamento! Se non vi dispiace…

-Proprio in quel momento, Dylan notò Mark all’uscita che faceva dei gesti molto irrispettosi e lui sapeva a cosa quel ragazzo si riferisse, così decise di andare a dargli una lezione. Samuel che aveva visto la scena, lo seguì. Le ragazze non avevano capito e rimasero a guardare mentre stavano una davanti all’altra. Eleanor guardò Emily e parlò.-

Eleanor: Lui non ti pensa!

-Emily si concentrò su di lei.-

Emily: Cosa?
Eleanor: Dylan! Per lui sei come una sorella, non ti vedrà mai come un qualcosa di più e poi pensi che davvero farebbe una cosa simile a tuo fratello? Non credo, sono troppo amici!
Emily: Che diavolo ti stai inventando?!
Eleanor: Per favore Emy, non fare la stupida. Si vede lontano un miglio che sei innamorata di Dylan. Lo sei sempre stata e io lo so da secoli. Ti dico queste cose per il tuo bene. Ti conviene guardare avanti. Tu sei una di quelle ragazze sognatrici, mentre Dylan è fatto per le ragazze realiste. Lui non è fatto per storie serie e questo è un altro motivo del perché una vostra ipotetica storia non potrebbe funzionare. Tu non lo cambierai mai, Dylan è fatto così e lo sai bene. Ti conviene lasciarlo perdere, perché tanto non rientri nei suoi pensieri

-Eleanor sorrise e Emily arrabbiata la guardò.-

Emily: Fatti gli affaracci tuoi!

-La ragazza si voltò per raggiungere Mark ma Eleanor la fermò.-

Eleanor: Emy?

-Emily si voltò per guardarla.-

Eleanor: Dovresti usare più trucco, te lo consiglio!

-Lei rise.-

Emily: Fanculizzati Eleanor!

-Furiosamente Emily si allontanò, lasciando Eleanor pienamente soddisfatta. Più si avvicinava ai ragazzi e più li sentiva litigare. Mark era davvero divertito.-

Mark: Cos’è Hunt, questi gesti ti imbarazzano? Eppure non dovrebbero, dato che li pratichi ogni giorno. Anche i tuoi padrini dovrebbero conoscerli bene
Dylan: Ti ho detto di sparire da qui. Questa volta ti ammazzo davvero!
Mark: Loro ti hanno insegnato bene come essere gay!

-Quasi tutti gli studenti ormai si erano radunati intorno a loro. Emily sentì il suo ragazzo e lo fermò.-

Emily: Mark, non fare l’imbecille! Rimangiati quello che hai detto e chiedi scusa a Dylan!

-Mark scoppiò a ridere e ignorando Emily, guardò Dylan.-

Mark: Oltre a piacerti il cazzo, ti fai difendere pure dalle ragazze. Che femminuccia!

-Emily ebbe paura che Dylan saltasse addosso a Mark e lo facesse letteralmente a pezzi ma ciò non accadde. Nonostante Dylan fosse stato ferito nel suo orgoglio, sorrise. Non l’avrebbe data vinta a Mark.-

Dylan: Non sono gay, tante ragazze qui ne hanno la prova. Anche se lo fossi, riuscirei comunque a conquistare più ragazze di te, imbecille!

-Anche Eleanor aveva raggiunto Dylan. Lui la prese per mano e si voltò uscendo dalla folla che rideva in faccia a Mark. Subito Dylan vide suo diddino e lo abbracciò velocemente.-

Dylan: Andiamocene da qua, Austin!

-Lui lo guardò.-

Austin: Tutto bene, ragazzo?
Dylan: Benissimo. Stavamo discutendo di alcune regole scolastiche. Oh, ti presento Eleanor!

-Austin guardò il suo figlioccio abbastanza dispiaciuto. Aveva sentito tutto e il fatto che Dylan glielo nascondesse, lo allarmava. Probabilmente non era pronto a parlarne così anche Austin fece finta di niente e con un sorriso salutò Eleanor, facendo poi salire entrambi sul fuoristrada, mentre Emily e Samuel li guardavano andare via da lontano.-


Ciao MERAVIGLIEEE <3
Mi scuso profondamente per questo ritardo. Non nego che questo capitolo mi è stato un po’ difficile da scrivere in più sono stata messa al tappeto da un virus e sono ancora in via di guarigione. Avrei voluto postare il capitolo ieri sera ma non ce l’ho fatta. Spero mi possiate perdonare. Questo fine settimana avrete comunque un nuovo capitolo.
Allora, cosa ne pensate di questo? Pare che qualcuno qua abbia paura di ammettere i propri sentimenti e qualcun altro invece cerca ancora di capirli.
Cosa vi ha colpito di più dell’episodio? E cosa vi è piaciuto di più?
Vi lascio le foto di un giovane Puki e poi in ordine, April, Aiden e Maya.
   
Ci sentiamo nel fine settimana.
Buon inizio settimana a tutti quanti.
Un bacione,
Sum <3 <3

  
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