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Autore: nemesilb    22/05/2018    3 recensioni
Regina vuole essere felice. La Regina Cattiva vuole la sua vendetta. Emma deve venire a patti con un'attrazione diventata qualcosa di più. Tutte vogliono il loro lieto fine.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E siamo all'ultimo capitolo! Non so ancora se ci sarà un seguito a questo, ma comunque il finale può dare adito a diverse interpretazioni secondo me. Purtroppo ho avuto un anno di stallo e ora ouat è finito con mio infinito dispiacere. Ma Emma e Regina mi hanno dato tanto e quindi i lavori che avevo iniziato e non ho potuto condividere nell'anno indietro, li voglio condividere comunque con voi adesso. Fatemi sapere cosa pensate di questo e buon divertimento.

***


POV EVIL QUEEN

La regina non aveva perso tempo una volta tornata al suo castello. Mescolò gli ingredienti per un unguento curativo per le bruciature sul suo corpo. Era sempre stata fiera della sua bellezza, non avrebbe lasciato che una battaglia le lasciasse i segni del suo passaggio. Prese un po' di unguento e lo spalmò sulla bruciatura. La sensazione di fresco la colpì nonostante bruciasse un po' nella ferita. Non dovette aspettare molto per vedere i primi risultati. Dopo neanche un'ora la sua pelle era tornata invidiabile.

EVIL QUEEN: Va bene, forse è stato stupido, ma credevo che lo scrigno e la volta avrebbero avuto abbastanza potere da proteggermi da eventuali conseguenze. Ha usato una porta a vetri come portale. Geniale! Non la facevo così sveglia, dopotutto le idee migliori le ho sempre avute io. (riflettendo) Forse un cambio di direzione potrebbe portare a risultati migliori. E forse è ora di coinvolgere qualcun altro.

La risata che riecheggiò nei corridoi del castello fu da brivido!


POV REGINA

Erano le cinque del pomeriggio quando Regina sentì bussare alla porta di casa. Andò ad aprire e fu sorpresa di vedere una Biancaneve sorridente e con un'aria...da finta tonta?

REGINA: Snow! Che ci fai qui? Va tutto bene?

SNOW: Volevo vederti. (indicando l'interno della casa) Posso?

REGINA: (lasciando spazio per farla entrare) Ho scelta?

Snow entrò alzando gli occhi al cielo mentre Regina chiudeva la porta per poi precederla in soggiorno.

REGINA: La verità Snow: perché sei qui?

Regina si era voltata appena entrate in soggiorno e aveva incrociato le braccia davanti a se, guardandola in attesa di una risposta sincera.

SNOW: (un po' a disagio) Emma!

REGINA: Che le è successo?

SNOW: Speravo potessi dirmelo tu.

REGINA: Io? Perché diavolo pensi che sappia cosa le passa per la testa? Forse potrebbe esserti più utile Henry visto che sembrano avere la stessa età!

Lo sguardo di Snow si accentuò su di lei imitando Regina nella postura e aspettando che ci arrivasse da sola.

REGINA: Cosa? E' la verità!

SNOW: Lo so che è la verità. Ma ti sei chiesta perché?

REGINA: No. E comunque non m'interessa. Forse dovresti parlare con Mr. Eyeliner!

SNOW: Lo sto chiedendo a te Regina, perché ogni volta che sente il tuo nome cambia umore e sembra diventare un po' pazza.

REGINA: Beh, non è colpa mia!

SNOW: Puoi smettere di fare la cinica? Non aiuta.

Fece un sospiro profondo lasciando cadere le spalle e districando le sue braccia iniziò a giocare con le sue dita.

REGINA: (con lo sguardo basso) Ecco...ultimamente abbiamo avuto qualche...situazione difficile. Qualche screzio?

SNOW: Su cosa?

REGINA: Fidati di me, non lo vuoi sapere. (guardandola di nuovo) Parlerò con lei e sistemerò le cose.

SNOW: Che succede tra voi due?

REGINA: Niente. (rispose velocemente. Troppo velocemente) Io...

Snow accentuò lo sguardo di nuovo come a dire che non credeva a una sola parola e Regina cedette.

REGINA: Ok va bene, ma non dire che non ti ho avvertito. (paura e imbarazzo) Noi... Io... Beh non so bene come, ma... ecco...

SNOW: (esasperata) Regina!

REGINA: (egualmente esasperata) Cosa? Non è che posso dirti di aver baciato Emma dopo che mi ha sedotto per giorni! Ulp! O merda! (cercando di recuperare) Snow ascolta...

Snow sembrava in stato di shock, occhi dilatati, mascella caduta, corpo rigido e i pensieri che turbinano in un circolo vizioso senza fine.

SNOW: La mia matrigna e mia figlia, che sono in realtà la Regina Cattiva e la Salvatrice! Che ha senso...in un certo senso, ma ancora: la madre naturale e la madre adottiva di Henry e...Dio potrei uscirne pazza!

REGINA: (avvicinandosi di un passo) Snow!

Un colpo importante proveniente dal piano superiore attirò la loro attenzione. Si voltarono e rimasero in ascolto. Un altro colpo.

SNOW: Che cosa è stato? Henry è al piano di sopra?

REGINA: (incamminandosi verso le scale) No, passerà la notte da Nicholas.

Snow seguì Regina su per le scale, lentamente, la magia di Regina sfrigolava sulle mani pronta ad entrare in azione. Regina salì l'ultimo gradino e attese. Una serie di rumori fecero sobbalzare Snow alle sue spalle.

REGINA: Schhh! Vuoi farci ammazzare?

SNOW: (sussurrando) Mi dispiace.

Cercò di ignorare lo sguardo assassino di Regina guardando la porta in fondo al corridoio, indicandola.

SNOW: I rumori sembrano venire da quella stanza.

REGINA: Non è possibile, non c'è niente lì.

Si avvicinarono lentamente e quando furono davanti alla porta, Regina tese la mano per aprirla, ma Snow la fermò.

SNOW: (sottovoce) Non sarebbe meglio chiamare Emma?

REGINA: (sottovoce) Credi che non sappia difendermi?

SNOW: (sottovoce) Certo che sì, ma...dopo gli ultimi avvenimenti, essere prudenti non sarebbe un segno di debolezza!

REGINA: (occhi al cielo - sottovoce) Va bene, mandagli un messaggio. Ma intanto voglio vedere chi ha avuto il coraggio di intrufolarsi in casa mia.

La mano di Regina non riuscì neanche a toccare il pomello della porta che questa venne risucchiata via come da una specie di vortice rivelando la stanza del castello che un tempo era stato il suo boudoir. Una figura si alzò dalla sedia davanti allo specchio: Regina non riusciva a crederci. Era lei. Aveva aperto un portale nella sua camera degli ospiti. Lo sguardo della regina era così freddo e scuro da far gelare il sangue nelle vene. Poi vide posare i suoi occhi su Snow.

EVIL QUEEN: (rabbiosa) Snow-White!

Regina si parò davanti alla donna a protezione, mentre questa si raccoglieva istintivamente dietro di lei.

REGINA: Lasciala stare.

La regina scagliò un raggio di magia verso Snow noncurante delle parole di Regina. Snow chiuse gli occhi nell'attesa dell'impatto, ma Regina mosse le mani velocemente e si dissolse insieme all'altra donna nel fumo viola. Il raggio colpì un istante dopo il muro dov'erano loro. Ricomparvero nello studio, ma un vortice simile a quello apertosi per evocare sua madre comparve sul soffitto. Nella sua mente Regina poteva vedere chiaramente la mano della regina alzarsi per lanciare granelli di magia oscura. Sapeva cos'erano: i semi del male. Chiunque ne fosse colpito avrebbe ottenuto il cuore oscuro in poche ore e non ci sarebbe stato più niente da fare per annullare il suo effetto. Regina bloccò il lancio scagliando un raggio d'energia attraverso il portale. Per alcuni secondi interminabili ci fu un braccio di ferro tra le due donne. La regina non voleva cedere e spingeva sempre più in profondità costringendo Regina ad indietreggiare.

SNOW: Regina puoi farcela. Io credo in te!

Quelle parole le riportarono alla mente il viaggio a New York con Emma e la conversazione che ebbero nell'appartamento di Neal. C'era stato un momento in cui le aveva aperto il suo cuore, la sua anima e lo sceriffo l'aveva guardata negli occhi vedendola finalmente, anche se solo per poco e le disse quelle stesse parole. Erano quasi un sussurro, ma nel suo cuore risuonarono come un boato assordante. Il pensiero di Emma le ridiede forza e focalizzandosi su di lei raccolse tutte le forze che aveva e spinse con tutta se stessa. Il raggio esplose nel vortice e un istante dopo i semi caddero a terra dissolvendosi. Una regina furiosa e agguerrita si materializzò davanti a lei.

EVIL QUEEN: Perché la stai proteggendo dopo quello che ha fatto?

REGINA: Perché nostra madre ha ucciso Daniel, non lei. E ucciderla non lo riporterà da noi.

EVIL QUEEN: Hai dimenticato tutto il dolore che abbiamo provato a causa sua? Guarda allora e ricorda!

Un colpo improvviso di luce accecante e Regina poteva rivedersi nel giardino del suo castello nell'abito bianco giovanile che amava tanto. Era in lacrime chiedendo a suo padre di aiutarla a convincere sua madre a non farle sposare il re.

EVIL QUEEN: Lei ci ha fatto questo! Per il suo capriccio di volere una madre. Avevamo pochi anni più di lei! O l'hai dimenticato?

Le lacrime inumidirono gli occhi non solo di Regina ma anche di Snow che vide per la prima volta quella parte del passato di Regina. La mora cercò di non piangere davanti a loro ma inutilmente. Ingoiò il nodo alla gola che improvvisamente le impedì di parlare.

EVIL QUEEN: Questo ci ha liberato dall'oppressione di cui eravamo prigioniere. Un altro flash e l'immagine di Regina che inala la magia dal libro di sua madre godendo della sensazione di potere e forza, mentre i suoi occhi brillano di un viola innaturale per pochi istanti.

EVIL QUEEN: Io ti ho dato la forza di uscire da ogni difficoltà, di ottenere le alleanze migliori, gli amanti più belli, tutto quello che hai avuto Regina, l'hai avuto grazie a quello che sono. Noi possiamo essere invincibili insieme.

E poi di nuovo: flash del suo colloquio con Tremotino nelle segrete, il falso strangolamento del grillo parlante, Graham. Ognuno di questi flash portava una storia, una difficoltà, un'alleanza, una soluzione. La regina stava giocando pesante, voleva assolutamente riaverla con se e i pulsanti che stava toccando erano quelli giusti. Non avrebbe saputo fare meglio. Ma poi ricordò Henry, il primo giorno che lo aveva preso in braccio, il primo sorriso, i primi passi e poi c'era lei, Emma. Il suo sorriso, l'intensità dei suoi occhi. Il suo sapore. Regina guardò la regina con fermezza e si avvicinò fino ad invadere il suo spazio nel suo tipico modo.

REGINA: Non tornerò indietro. Possiamo continuare all'infinito o possiamo mettere la parola fine a questa storia. A te la scelta...Maestà!

EVIL QUEEN: Come vuoi Regina. Quando sarai di nuovo mia pagherai a caro prezzo il tuo tradimento. E mi divertirò a vedere tutti coloro che ami...(sguardo a Snow per poi tornare a lei) vivere odiandosi l'uno con l'altro. Ci rivedremo tra due giorni Regina. Meglio che tu sia pronta.

Un movimento della mano e la regina non c'era più!

 

POV EVIL QUEEN

Ricreare il luogo dove aveva lanciato la maledizione oscura non era stato facile. Dopo aver lasciato Regina era tornata al castello e nei dintorni aveva trovato una radura perfetta per l'operazione di trasformazione. Usando gran parte della sua magia aveva ricreato il luogo alla perfezione, le pietre, gli alberi, la posizione con la luna...tutto era perfetto. Da un nascondiglio nella sua stanza prese lo scrigno di Regina e lo portò con se. Non doveva lanciare un sortilegio, non sarebbe servito a niente, ma questa volta sperava che lo scontro avrebbe avuto un esito definitivo. Aveva bisogno solo di riuscire a prendere il suo cuore e sarebbe stata sua. Con un gesto della mano accese il grande fuoco davanti a lei e rimase lì per diverso tempo cercando di elaborare un piano che le permettesse di avvicinarla quel tanto da strapparle il cuore. Le fiamme che danzavano sul suo viso sembravano incupire ancora di più il suo sguardo. Ma nel profondo era possibile intravedere una sorta di sofferenza per quello che voleva fare alla metà buona, sofferenza per aver portato in superficie memorie troppo dolorose per quel lato di lei, sofferenza per non riuscire a darsi pace nonostante negli anni avesse tentato di trovarla: nella vendetta o in qualsiasi altra cosa potesse offrirgliela. Solo Henry, ricordava, aveva esercitato una sensazione tale su di lei, facendola soccombere al suo lato buono. Una folata di vento freddo la riportò al presente, a ciò che era importante, a quello che andava fatto.

CAVALIERE NERO: Mia Signora.

EVIL QUEEN: Spero tu abbia un motivo valido per avermi interrotto.

CAVALIERENERO: L'ospite che stavate aspettando è arrivato mia Signora.

EVIL QUEEN: Il mago cieco è qui?

CAVALIERENERO: Sì Maestà. E' nella sala delle udienze come volevate.

Un ghigno sul volto della donna e con un movimento del polso si trasportò di nuovo al castello. Ricomparve cambiata e truccata come se avesse passato ore a prepararsi. Un vestito rosso, senza maniche e con scollo a V metteva in evidenza le sue forme fino al suo giro vita, per poi diventare ampio e scendere lungo fino alle scarpe, sempre rigorosamente alte. Nel salone delle udienze v'era gente di ogni tipo (una sorta di ologrammi che aveva creato per sentirsi un po' meno sola anche se non lo avrebbe confessato neanche sotto tortura). Solo il mago cieco e i cavalieri neri aveva riportato indietro dalla loro terra, grazie ad un portale e una pozione che le aveva preso tre giorni di lavoro.

Si guardò intorno cercando il vecchio finché non lo scorse a pochi passi dal grande camino acceso.

EVIL QUEEN: L'avete portata?

MAGO: Come volevate mia Regina.

EVIL QUEEN: Siete sicuro che funzionerà?

MAGO: Non è mai stata perfezionata. Vi ho avvertito delle conseguenze.

EVIL QUEEN: Devo separarmi dal mio lato buono. Avevate detto che questa pozione poteva farlo.

MAGO: Il dottor Jekyll se n'è andato prima che finisse di perfezionarla. Funziona sui bambini, sugli animali, su persone con problemi mentali, ma nessuno sa se funziona su adulti sani e soprattutto su chi possiede la magia.

EVIL QUEEN: Certo che funziona sui bambini e sugli inetti! Il loro lato oscuro non è ancora definito o è troppo debole per dare battaglia. (sospirando e rigirando la pozione tra le mani) Suppongo che l'unico modo per avere una risposta è provarla. (guardando un cavaliere nero) Roger, vieni qui!

Il cavaliere nero si avvicinò riluttante sapendo che non sarebbe venuto niente di buono da quello e sperare in una morte veloce sarebbe stato un dono ben gradito. La Regina aprì la fiala e gliela porse.

EVIL QUEEN: Bevi!

Il cavaliere prese riluttante la boccetta e lo fece. Non sembrava avere effetti in un primo momento, ma dopo poco meno di un minuto, iniziò a contorcersi dal dolore, movimenti spasmodici lo portarono ad indietreggiare fino a colpire con le spalle il muro. Un fumo nero l'avvolse in un momento e quando si dissolse v'erano due cavalieri neri. Non ebbero il tempo di riprender fiato che uno dei cavalieri sentì qualcosa penetrargli il petto e strappargli via il cuore. Davanti a loro, la regina teneva in mano il cuore pulsante di un cavaliere. Guardò l'organo palpitante nella sua mano avvicinandosi di nuovo al camino. Doveva scoprire se la pozione avrebbe fatto il suo lavoro fino in fondo. Se avesse funzionato, uno dei due sarebbe sopravvissuto, altrimenti...altro cibo per i vermi. Guardando avidamente il cuore nelle sue mani, iniziò a stringerlo, sempre più forte, mentre vedeva i cavalieri reagire alla presa sul cuore. Entrambi emisero un grido strozzato portandosi le mani al petto e cadendo in ginocchio davanti a lei. Uno dei due cavalieri evaporò in un fumo nero quando la regina serrò maggiormente la presa sul cuore, mentre l'altro cadde a terra inerme quando schiacciò definitivamente il cuore mandandolo in mille pezzi. Ci fu silenzio per alcuni momenti. La regina rimase ad osservare il corpo. Fece qualche passo più vicino e lo mosse con la punta di un piede. Uno spasmo la fece sperare, ma quando non si mosse di nuovo capì. Capì che era stato tutto inutile e che avrebbe ucciso il mago scellerato solo per placare la sua rabbia.

EVIL QUEEN: (voltandosi furiosa verso il mago) Hai fallito!

MAGO: Mia Signora...

Un movimento del polso e il povero mago si trovò in catene in una delle celle più anguste del castello.


POV REGINA MILLS

Regina e Snow stavano finendo di riordinare la stanza dopo l'attacco della regina quando la porta di casa sia aprì di colpo e uno sceriffo allarmato entrò velocemente.

EMMA: Regina!

SNOW: Emma! Siamo qui.

Lo sceriffo le raggiunse correndo nello studio e si bloccò di colpo quando vide la stanza a soqquadro.

EMMA: Woh, che diavolo è successo qui?

SNOW: La Regina Cattiva ci ha attaccate.

EMMA: Siete ferite?

SNOW: Va tutto bene, Regina è riuscita a mandarla via.

Emma rivolse lo sguardo a Regina e nello specifico al corpo per cercare segni di ferite o altro, ma non sembrava averne. La mora era rimasta in silenzio, continuando a riordinare gli oggetti sparsi su tutto il pavimento.

EMMA: Credo che sia meglio che Henry dorma da noi stasera.

REGINA: (senza guardarla) E' da Nicholas per la notte.

Snow guardava tra le due donne vedendo la tensione che c'era. Avevano davvero bisogno di parlare quelle due.

SNOW: Regina, ti dispiace se torno a casa? Improvvisamente ho un forte mal di testa e mi sento un po' stanca.

REGINA: Oh sì certo. Ci vediamo domani.

EMMA: Ti accompagno.

SNOW: (ad Emma) No io...in realtà credo che dovresti restare qui. Regina ha usato molta della sua magia e se la regina dovesse tornare potrebbe aver bisogno di aiuto.

EMMA: Oh!

REGINA: Non tornerà. Non stasera comunque. Mi ha dato due giorni per prepararmi a quello che sono sicura sarà il nostro ultimo incontro. Qualsiasi cosa significhi.

SNOW: Regina! Perché me l'hai nascosto?

REGINA: Perché è un problema mio. Lo risolvo io.

EMMA: (voltandosi furiosa verso di lei) Col cavolo che lo è!

Regina rimase sorpresa dalla sua reazione, tanto da restare senza parole sul momento.

REGINA: Emma...

EMMA: (tono alto e inquieto) Cosa?

Snow indietreggiò lentamente fino ad uscire dalla stanza per poi correre fuori dalla porta. Nessuna delle due se ne accorse.

REGINA: Perché sei arrabbiata?

EMMA: Perché ogni volta che ti vedo ho paura che qualcuno possa averti ferito a morte e perché sei così dannatamente testarda da non chiedere aiuto.

REGINA: Come se t'importasse!

EMMA: Che cosa?

REGINA: Quello che mi succede.

EMMA: Che cazzo Regina, certo che m'importa.

REGINA: (tono alto e spazientito) Lingua Miss Swan! E comunque perché la fai tanto lunga?

EMMA: (stesso tono di Regina) Perché m'interessi cazzo!

Silenzio.

Regina fissava la bionda davanti a se incredula delle parole che ha appena sentito. Emma aveva abbassato lo sguardo nell'istante stesso in cui aveva finito di dire quelle parole.

REGINA: (voce bassa e timorosa) Che hai detto?

EMMA: (dolcemente dopo un sospiro) Ho detto che m'interessi Regina! Io... Tu mi piaci! Molto.

REGINA: Credevo mi odiassi. Hai detto che tutto questo è colpa mia! Mi hai sempre evitata dopo...quella sera!

EMMA: (imbarazzata) Non ti odio. Credimi, sarebbe tutto più facile se lo facessi. E non intendevo (indicando la stanza come esempio) che questo è colpa tua. Mi riferivo a noi, al fatto di non riuscire a controllarmi quando sono con te. E mi dispiace di averti evitata. Ero confusa, sono confusa.

Regina si portò una ciocca di capelli dietro un orecchio riflettendo rapidamente a quello che aveva appena detto Emma. Aveva equivocato tutto quindi? E cosa significava ora questo per loro? Dio, non doveva, non voleva pensarci perché forse stava per morire per mano di se stessa e questo cuore a cuore era davvero inutile ormai. Decise di evitare, ma Emma sembrò avere la sua stessa idea. Timore di essersi esposta troppo?

EMMA: Davvero stai bene?

Regina la guardò annuendo con la testa. La tensione stava crescendo un'altra volta e pensò a qualcosa da fare per evitarla. Iniziò quindi a sistemare alcuni libri nella libreria accanto al camino. Emma la raggiunse per aiutarla. Restarono in silenzio a sistemare la stanza finché tutto non fu in ordine. Regina sperò che Emma avesse lasciato cadere l'argomento perché aveva bisogno di tempo per pensare. Troppe cose erano successe, troppi colpi di scena, troppe emozioni.

REGINA: (guardandosi intorno) Bene, tutto è di nuovo come dovrebbe essere.

EMMA: Non tutto!

REGINA: Che intendi? (guardando la stanza) Cos'è rimasto fuori posto?

EMMA: Noi!

Regina si bloccò e si voltò a guardarla nuovamente. A quanto pare, Emma aveva deciso di avere quella conversazione. Sospirò appoggiandosi alla sua scrivania, mani sul bordo del tavolo in attesa che la bionda continuasse.

EMMA: Dopo che noi...ci siamo baciate, ho avuto modo di pensare. Alla nostra discussione a New York per esempio, nell'appartamento di Neal. Te lo ricordi?

Regina si limitò ad annuire restando in silenzio. Emma la guardò non sapendo cosa pensare: sembrava così enigmatica! Non poteva sapere che era lo stesso pensiero che le aveva dato la forza necessaria per respingere la regina.

EMMA: Quel giorno, lì in quella stanza, è cambiato qualcosa! Quello che hai detto, il vederti così vulnerabile, così...umana, mi ha fatto provare delle cose nuove.

REGINA: Di che parli?

EMMA: Ho odiato davvero tanto vederti soffrire per Robin, per la regina, per quello che ti stava facendo. Ho sentito dentro di me come un desiderio di fare qualcosa per far sì che non sentissi più quel dolore.

REGINA: Si chiama empatia Emma! A volte quando due persone passano insieme tanto tempo condividendo situazioni forti come abbiamo fatto noi, può succedere.

EMMA: (un passo più vicino a lei) Non è empatia Regina. Lo sai che non lo è.

Regina rimase in silenzio, muovendo lo sguardo per la stanza cercando di pensare in fretta a qualcosa da dire che la togliesse da quella situazione, ma improvvisamente le stava risultando difficile organizzare i pensieri. Intanto Emma si era fatta più vicina a lei, arrivando a sfiorarla. Al tocco leggero Regina agganciò lo sguardo della bionda e parlò cercando di non risultare troppo vulnerabile.

REGINA: Non so cosa vuoi sentirti dire!

EMMA: Quando hai pianto a New York, seduta sul bracciolo di quel divano... Ho desiderato asciugare le tue lacrime. Ho desiderato baciarti.

Silenzio. Stupore. Non si era accorta, allora, dello sguardo desideroso della bionda, ma ora che vedeva le cose da un altro punto di vista, poteva leggerci quello che effettivamente lo sceriffo le stava rivelando.

EMMA: In realtà ho desiderato baciarti dalla prima volta che ti ho visto. Eravamo fuori casa tua e tu portavi quel vestito grigio che ti fa così dannatamente forte e sexy e le tue labbra sembravano così morbide. Ho desiderato morderle e sentirle muovere sulle mie. Quando l'altro giorno è successo...non sai cosa mi hai fatto Regina!

La mora ingoiò un nodo enorme, avendo difficoltà non solo a parlare, ma anche a respirare. La frequenza cardiaca ebbe un'impennata e una fitta al basso ventre la scosse. Lentamente Regina si sedette sopra la scrivania per acquistare un po' più di spazio tra loro, ma Emma ne approfittò appoggiandosi alle gambe della donna. Stava guardando in basso e le prese le mani nelle sue. Piccoli cerchi con i pollici sul dorso delle mani e la bionda sentì le gambe della donna aprirsi per concederle di entrare più vicino nel suo spazio. Emma lo fece. Entrambe guardarono le loro mani muoversi insieme, ancora incapaci di guardarsi negli occhi.

REGINA: Non hai detto niente per tutto questo tempo!

EMMA: Credevo fosse solo qualcosa di fisico. Non volevo fosse di più. E poi hai reso l'inferno fuori e dentro di me per quasi tre anni Regina.

REGINA: Volevi portare Henry via da me.

EMMA: Volevo far parte della sua vita, non l'avrei mai allontanato da te!

REGINA: Perché stai facendo questo? Credevo amassi Uncino. Sei andata all'inferno per lui. Letteralmente.

EMMA: Ho fatto quello che dovevo. Ha sacrificato se stesso per tutti noi. Non potevo lasciar cadere la cosa. (pausa) E tu?

REGINA: (ancora senza guardarsi- voce bassa) Io cosa?

EMMA: Perché sei venuta all'inferno con me?

REGINA: Non potevo lasciarti andare da sola.

EMMA: Perché no?

REGINA: Credo sappiamo entrambi perché.

EMMA: Ma hai portato il ladro con te!

REGINA: Si è offerto di venire. Ho fatto quello che dovevo.

Sorrise alla risposta di Regina e prese a strofinare i suoi avambracci e su fino alle spalle, per arrivare fino al collo e ridiscendere di nuovo fino alle mani. Il tutto in modo molto lento e sinuoso.

EMMA: Se è così perché mi hai baciato?

REGINA: Ho provato a non farlo, ma mi hai reso le cose dannatamente difficili. E io sono ancora umana!

EMMA: Quindi era solo una reazione chimica?

REGINA: (alzando lo sguardo e parlando con urgenza) No! Io...anch'io volevo farlo. Da un po'!

EMMA: (alzando anche lei lo sguardo agganciandolo a quello della mora) Sì?

REGINA: Sì!

Emma rimase in silenzio rastrellando coi suoi occhi sul volto della mora, aprendo un po' la bocca per aiutare la respirazione, indugiando sulle labbra carnose, sulla linea della mascella, sul collo scoperto. Portava una camicetta di seta col oro e come al solito la scollatura non lasciava niente all'immaginazione. Regina notò lo sguardo lussurioso della bionda su di se e si scoprì a desiderare di fare il passo successivo. E quello ancora dopo.

REGINA: Vedi qualcosa che ti piace sceriffo?

EMMA: Vedo molto che mi piace signor sindaco!

Un'altra fitta colpì il suo basso ventre sentendo un'ondata di eccitazione inumidire il suo centro. Non sapeva quando era successo, ma le mani di Emma erano scese fino alle sue cosce massaggiandole lentamente per tutta la loro lunghezza e peggiorando l'umidità adiacente. Regina cercò di ritrovare un po' di buon senso.

REGINA: Emma che stiamo facendo?

EMMA: Non lo so. Vuoi che mi fermi?

REGINA: Dovremmo!

EMMA: Non ho chiesto questo. Ho chiesto se vuoi che mi fermi!

REGINA: Oh Dio io... Io non lo so!

Un sorriso timido apparve sulle labbra della bionda.

EMMA: Wow! Regina Mills che non sa cosa vuole!

REGINA: Davvero signorina Swan? Ti sembra la cosa giusta da dire in un momento come questo?

EMMA: No, hai ragione. (tornando terribilmente seria) Ma se facessi o dicessi quello che voglio rischierei di essere bruciata qui sul posto!

REGINA: (sperando che fosse lo stesso che voleva lei) Perché non rischi sceriffo? Potrebbe essere il tuo giorno fortunato!

Emma la guardò interpretando le parole della mora e si sporse più vicino fino ad essere a filo col suo naso. Gli occhi della bionda indugiarono sulle labbra carnose per un lungo momento penzolando più vicino e più lontano da loro per qualche istante prima di ingoiare e ritrovare l'uso della parola.

EMMA: (quasi un sussurro sulle labbra della mora) Cerca di non uccidermi, va bene?

REGINA: (stesso tono della bionda) Non lo farò!

Ed Emma chiuse il divario tra di loro. Un bacio casto per poi ritirarsi appena e tornare con un altro bacio morbido. Le labbra che si muovevano lentamente, sfiorandosi in superficie, danzando le une con le altre, morbidi morsetti senza denti. Emma sfiorò la cicatrice con la lingua e Regina accentuò la pressione sulle labbra sottili ed esperte della bionda. Ancora dolci morsi, alle labbra carnose della mora per poi tirarsi indietro lentamente. Regina sembrava non voler smettere, ma fu costretta quando sentì Emma allontanarsi definitivamente da lei. Aprì gli occhi per vedere il colore verde azzurro degli occhi di Emma scurito gravemente dalla lussuria e il suo sguardo era così intenso da metterla a disagio.

REGINA: Che c'è?

EMMA: Credo di non aver mai baciato qualcuno così.

REGINA: Così come?

EMMA: Col cuore che vuole uscire dal petto e lo stomaco che fa le capriole e le ginocchia che tremano e il respiro che sembra abbandonarti.

REGINA: Attenta sceriffo, stai iniziando a suonare come i tuoi genitori.

EMMA: Beh io ho sangue Charming dopo tutto!

Regina la fissò come se la vedesse per la prima volta.

EMMA: A che pensi?

REGINA: Mi chiedevo se potremmo rifarlo.

Il sorriso sul volto di Emma non lasciò adito a dubbi. Regina ricambiò il sorriso, lasciò cadere le ultime remore che aveva ancora su e prendendo la bionda per bavero del giubbotto la tirò a se. Le labbra si schiantarono insieme, le gambe della mora s'intrecciarono strette alla vita della bionda, la bocca divorò avidamente le labbra sottili che rispecchiavano la stessa fame. Un grugnito di piacere uscì dalla gola della bionda, le mani che si tuffavano nei capelli scuri per aggrapparvisi disperatamente, tirando indietro la testa della donna e lasciando il collo scoperto per essere attaccato impietosamente. Regina ansimava ad ogni morso che la bionda lasciava sulla sua pelle. La bionda scese con baci umidi fino alla scissione della donna per inalare profondamente il suo odore prima di tornare su fino alla sua bocca. Dopo un bacio profondo e passionale, con le lingue che scandagliavano ogni parte delle loro bocche, Regina prese il comando e facendo cadere la giacca di Emma fuori di lei, iniziò a divorare il suo collo: era il suo turno dopo tutto. Trovò il suo punto d'impulso e succhiò forte dopo aver rastrellato i denti per poi lenire con la sua lingua la pelle accaldata. Emma ansimava pesantemente raschiando le unghie corte sulla pelle appena sotto la camicetta di Regina. La mora riprese il suo corso, arrivando alla sua clavicola e facendo scivolare una mano tra di loro, ma improvvisamente Emma le afferrò la mano e si fermò staccandosi da lei ansimando e col fiato corto.

EMMA: Aspetta! Regina, noi... Non possiamo farlo ancora!

Regina la guardò stordita e ancora in preda all'eccitazione. Si limitò a guardare Emma con un cipiglio interrogativo.

EMMA: Non voglio che la prima volta sia una sveltina come una coppia di amanti, sul bordo della tua scrivania. Credo ci sia di più tra noi che una semplice attrazione.

REGINA: (cercando di baciare la bionda di nuovo) Non ti sto chiedendo niente Emma.

EMMA: (fermandola-braccia sulle sue spalle) Forse sono io che voglio di più!

REGINA: (guardandola incredula) Emma, tu sei con Uncino! Per quanto non mi piaccia, lui è il tuo vero amore.

EMMA: No non lo è! Non dovrei provare quello che sto provando con te se fosse veramente il mio vero amore.

REGINA: Ma negli inferi...la prova che avete superato nei sotterranei...hai detto che era vero amore.

EMMA: Lo credevo e forse lo era...allora. Non lo so. E' che non ne sono così sicura adesso. Soprattutto dopo averti baciato.

REGINA: Va bene. Quindi...che cosa vuoi fare?

EMMA: Per cominciare una lunga, lunghissima doccia fredda. (sorridendo insieme)E una buona dormita per schiarirci le idee. Abbiamo molte cose a cui pensare.

REGINA: (gongolante) Hai bisogno di una doccia fredda?

EMMA: Non gongolare troppo. Sono abbastanza sicura che potrei trovare parti del tuo corpo già in ammollo!

Regina arrossì sorridendo e abbassò lo sguardo, mentre giocava col colletto della giacca di Emma.

REGINA: Va bene, ma potrei avere un ultimo bacio? Solo nel caso dovessi morire nei prossimi giorni!

EMMA: Non ti bacerò fin dopo l'incontro con la regina. Quindi se vuoi essere baciata di nuovo...dovrai restare viva. (Regina annuì ed Emma la prese per mano) Andiamo, accompagnami alla porta.

Regina scivolò giù dal tavolo senza dire niente. Camminarono ancora mano nella mano fino alla porta di casa. Emma l'aprì e uscì lasciando la mano di Regina. Si voltò e si appoggiò allo stipite della porta.

EMMA: Ho studiato l'incantesimo del sangue. Lo metterò sulla casa così la regina non potrà entrare e ucciderti.

REGINA: Grazie! (ronzando vicino alla bionda) Sembra proprio che tu voglia quel bacio dopo tutto!

EMMA: Sei davvero una tentatrice cattiva vero?

REGINA: (seguendo la linea della mascella con l'indice) Beh, non per niente sono la Regina Cattiva.

EMMA: Santa merda...Perché diavolo aveva deciso di fermarsi dal prendere quella donna e scoparla tutta la notte in tutte le posizioni possibili su quella maledetta scrivania, lei non l'avrebbe capito mai!

Regina rise soddisfatta alla reazione dello sceriffo ed ebbe pietà di lei nel vederla quasi cedere al suo flirt.

REGINA: Va bene sceriffo, via di qui prima che facciamo qualcosa di cui ci potremmo pentire domani.

EMMA: Buonanotte Regina!

REGINA: Buonanotte Emma!

Regina chiuse la porta lentamente e rimase dietro ad essa percependo la magia di Emma espandersi sulla casa e tutto intorno a lei. Poi udì i suoi passi allontanarsi fino a non sentire altro che il silenzio della sera.


POV EVIL QUEEN

Due giorni dopo...

Era arrivato il momento di incontrare di nuovo Regina. Aveva deciso semplicemente di strapparle il cuore e custodirlo al sicuro nel suo castello invisibile, rendendo Regina sua schiava per sempre. Questa era l'unica soluzione finché non avesse trovato un modo per separarsi da lei definitivamente. Aveva spiato Regina attraverso il suo specchio e sapeva che sarebbe uscita di casa per cenare al dinner della nonna con quelli che considerava amici. Era l'occasione perfetta. Quella maledetta salvatrice aveva posto un incantesimo del sangue sulla casa e aveva dovuto cambiare i suoi piani per incontrare Regina, oltretutto la mora non era uscita quasi mai di casa e comunque mai da sola. C'era sempre la salvatrice con lei. Ma infondo non le importava, strapparle il cuore in pubblico avrebbe aumentato la paura negli altri e l'avrebbe confermata come l'utente di magia più potente.

Aveva pazientato fino a notte, notando la tensione crescere notevolmente nell'altra. Regina era al dinner, sempre affiancata da qualcuno, ma notò che Henry non era con loro. Un'idea per avere la sua occasione: ruotò il polso e una nota si materializzò nella tasca della giacca di Regina. Non ci volle molto perché la trovasse. Era di Henry: a quanto pare aveva bisogno di parlare con lei da solo. Sembrava avere a che fare con Emma. L'avrebbe aspettata sul tetto del palazzo difronte al dinner. Regina non era sicura di cosa aspettarsi, forse Henry aveva notato qualcosa tra di loro e voleva delle risposte. Era sempre stato un ragazzino sveglio dopo tutto. Sgattaiolò via senza farsi vedere (o così credeva) e salì le scale per trovarsi un attimo dopo sul tetto. Solo che Henry non c'era. Capì troppo tardi che era una trappola e lei c'era cascata con tutte le scarpe. Fece per voltarsi, ma la regina comparve davanti a lei, nello stesso vestito che aveva quella prima notte in cui si erano divise. Era di spalle, il suono della sua risata sorda ruppe l'aria, mentre si voltava lentamente. Poi divenne seria tutto d'un tratto.

EVIL QUEEN: Così ingenua Regina. Siamo alla resa dei conti. Stasera finalmente sarai di nuovo mia.

Regina non rispose, continuava a pensare e a pensare a cosa fare, a come uscire viva di lì. Sentì la serratura della porta bloccarsi dietro di se e un istante dopo la voce di Emma e Snow che la chiamavano colpendo la porta.

EVIL QUEEN: Non riusciranno a salvarti stavolta.

Ancora silenzio.

REGINA: Pensa Regina, pensa.

La regina poteva vedere una scintilla attraversare gli occhi della sua metà alla venuta dell'idea. La vide prendere alcuni respiri rapidi e poi la sua mano allungarsi e conficcarsi nel suo petto. Al movimento della mano di Regina, lei stessa reagì d'istinto facendo lo stesso movimento. Entrambe avevano le mani sul cuore delle altre, mentre la voce di Emma gridava disperatamente il nome di Regina e Snow le faceva eco. Entrambe sentirono il dolore nel petto e sussultarono. Stranamente, fu Regina la prima a stringere il cuore e a strapparlo via. Nell'istante successivo anche la regina le strappò fuori il suo. Entrambe le mani ben salde sul cuore delle altre, la rabbia e la sorpresa e la paura a deformare i loro volti. La regina non si aspettava che le cose andassero in questo modo, diversamente da Regina, che sentì di non avere più niente da perdere e fece la sua mossa, sperando che il bluff avrebbe retto.

REGINA: Che cosa vuoi fare? Se mi uccidi, io ti uccido.

Fu il turno della regina di restare in silenzio a riflettere sul da farsi. I colpi alla porta erano diventati più insistenti, era sicura che da lì a poco la porta avrebbe ceduto. Alle voci di Emma e Snow si era unita anche quella di David e Uncino.

REGINA: I miei amici sono qui e presto sbloccheranno la porta. Hai perso!

EVIL QUEEN: (mantenendo il suo cipiglio reale) Io non perdo mai!

REGINA: Non mi sembra questo il caso. Hai due possibilità: restituiscimi il cuore e ti lascerò libera di andare.

EVIL QUEEN: Oppure?

REGINA:Affronterai le conseguenze, qualunque esse siano!

Regina diede una stretta al cuore della regina e il dolore fu istantaneo tagliandole il respiro. Allentò la presa un momento dopo e la regina sapeva che voleva darle solo un assaggio di quello che sarebbe potuto essere. Ancora silenzio. Non poteva lasciarle il suo cuore, l'avrebbe resa schiava, che era peggio che morire. Doveva esserci una soluzione! Forse poteva soltanto... Riconosceva quando una battaglia era persa. E infondo era solo questo: una battaglia. La guerra sarebbe stata lunga. Chiuse gli occhi nel momento in cui la porta si sbloccò con un forte tonfo, lasciando entrare tutti gli altri. Regina fu distratta per un istante dal movimento dietro le sue spalle e quella fu la sua occasione. Un movimento del polso e il fumo viola avvolse i due cuori. Quando Regina strinse il cuore per fermare qualunque cosa stesse per fare l'altra, sentì la morsa arrivare dritta al suo petto, mentre la regina si dissipava nell'aria in un rivolo di fumo viola.

Emma fu la prima ad arrivare a lei e a prenderla per le spalle sorreggendola.

EMMA: Regina! Che è successo, stai bene?

Regina guardò il cuore nella sua mano e strinse un po' ancora una volta per essere sicura che fosse suo. Il dolore fu immediato. Senza rispondere o guardare nessuno dei suoi amici, rimise il cuore nel petto lasciando andare un respiro profondo non appena fatto.

EMMA: Regina! Ti prego, mi stai facendo preoccupare.

Lo sguardo che Uncino le lanciò non passò inosservato a nessuno, come anche la premura e la presa di Emma ancora su Regina. Ma nessuno disse niente.

REGINA: Sto bene Emma. Grazie.

SNOW: Era lei non è vero? Che cosa ti ha fatto?

REGINA: Niente. Ma so cosa sta arrivando.

Fece una pausa guardando verso l'orizzonte dove sapeva che la regina era in ascolto, nascosta da qualche parte nel buio. Continuò dopo una stretta all'avambraccio dalla mano sicura di Emma.

REGINA: Una guerra!

Dalla sala del palazzo della regina, furiosa per il fallimento del suo piano, la regina stava ascoltando e guardando il gruppo di eroi patetici. Nel silenzio della notte la sua voce bassa e ruvida ruppe l'aria.

EVIL QUEEN: E ne resterà soltanto una!

***

 

   
 
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