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Autore: Justice Gundam    24/05/2018    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
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Capitolo 57 - Un momento di pausa

 

Erano già passati due giorni dalla rocambolesca fuga dal covo del Team Meteora. Per tutto quel tempo, Vera e i suoi compagni erano rimasti ben nascosti nel rifugio delle sorelle Belrose, aspettando che le acque si calmassero. L'operazione era andata a buon fine, tutto considerato... erano riusciti a fermare il PULSE-Abra e a mandare ancora una volta all'aria il piano dell'organizzazione di terroristi, per non parlare del fatto che Vera e il suo Blaziken avevano dato ampia dimostrazione di quanto più forti fossero diventati, mettendo all'angolo il temuto Sirius. Da questo punto di vista, la fortuna cominciava a girare dalla parte della resistenza. Ciò nonostante, malgrado alcuni di loro avessero cercato in lungo e in largo non appena la via era divenuta libera, non erano più riusciti a trovare Fern, e Florinia non sembrava troppo ansiosa di scoprirlo. Anche di Saphira non si avevano più notizie, da quando Vera aveva visto il gigantesco Steelix da lei domato che veniva messo al tappeto con sprezzante facilità da quel drago nero a tre teste...

"Siamo riusciti a sconfiggere il Team Meteora anche questa volta..." disse Vera, seduta su un divano un po' consunto nel soggiorno del rifugio segreto, e guardando il suo Mega Bracciale con espressione dubbiosa. "Ma siamo andati davvero vicino al disastro questa volta. Se quella Lin ci avesse intercettato... mamma mia, non oso pensarci!"

"Flabebè?" chiese il piccolo Flabebè, l'ultimo Pokemon che si era unito al gruppo di Vera. Il Glaceon della ragazzina zampettava tranquillamente lì vicino, contento di potersi rilassare dopo quei giorni burrascosi, e il suo Skitty si stava divertendo ad inseguire un gomitolo.

Deciso che ne aveva avuto abbastanza di restarsene seduta in poltrona, Vera si alzò con un colpo di reni, si sgranchì la schiena e sorrise tranquilla al Pokemon Folletto che le fluttuava attorno. "Va tutto bene, Flabebè... sembra che adesso il Team Meteora abbia abbandonato la zona del Lago Tanzanite." disse, permettendo a Flabebè di atterrarle sull'avambraccio teso. "Solo che con tutta la confusione che c'è stata, abbiamo dovuto restare nascosti. Spero solo che Fern e la signorina Saphira stiano bene..."

"Glaceon..." affermò la Eevolution glaciale. Si avvicinò a Vera e si accoccolò sulla sua gamba, col risultato che la ragazzina sgranò comicamente gli occhi e venne percorsa da un brivido gelido!

"Uaaah! G-G-Glaceon, apprezzo il gesto, ma hai la pelliccia un po' troppo fredda!" esclamò Vera, soffiandosi poi sulla gamba per scaldarla un po'. "Phew... scusa, Glaceon, è solo che noi umani non sopportiamo il freddo così bene..."

Eon…” rispose il Pokemon simile ad una volpina azzurra. Anche lui aveva percepito che la sua allenatrice e i suoi compagni avevano molte cose per la testa, soprattutto dopo quell'incontro ravvicinato con la temuta comandante suprema del Team Meteora.

“Dopo che il trambusto attorno al Monte Tanzanite si è calmato, e quell'Abra è tornato libero, non ci sono più state attività del Team Meteora in quella zona.” Continuò Vera. “Saranno tornati al loro quartier generale per architettare un nuovo piano. Però non riesco a fare a meno di pensare che siamo in una situazione di stallo… e il fatto che Fern e la signorina Saphira siano spariti non mi fa sperare in bene, se devo essere sincera.”

Flabebe…” disse il folletto fluttuante storcendo il naso.

La sua allenatrice rispose strizzando un occhio, per assicurargli che non era stata colpa sua di nulla di ciò che era accaduto. “Non ti preoccupare, Flabebe', adesso che abbiamo abbastanza tempo a nostra disposizione, cominceremo ad allenarci sul serio, e ti prometto che entro breve diventerai abbastanza forte da affrontare e sconfiggere i Pokemon del Team Meteora.” Affermò “Per adesso… credo che restare chiusi qui in casa non servirà a metterci di buon umore. Forse è meglio farci una passeggiata in giardino. Skitty, Glaceon, volete venire anche voi?”

Skitty!” con un miagolio acuto, il Pokemon Micio seguì la sua allenatrice e Flabebe mentre quest'ultima si alzava dalla poltrona, si sgranchiva un po' le ossa e cominciava ad incamminarsi verso l'uscita. Glaceon si riavvio' la pelliccia con una zampa e si incammino' nella stessa direzione.

Quel giorno, per fortuna, il clima era mite. Quando Vera uscì nel grande giardino del rifugio Belrose, venne accolta da uno splendente sole e da una gradevole brezza che portava alle sue narici un buon profumo di fiori, un aroma a cui non era più abituata già dopo pochi giorni passati a Reborn City, dove il verde veniva inghiottito dal cemento. Vera vide che se non altro, qualcuno era uscito a fare un po' di pratica o a prendere un po' d'aria. Max, Ortilla ed Hitomi si erano scelti uno spazio ad un angolo del giardino per allenarsi tra loro sotto lo sguardo attento di Ritchie e Sparky. Max aveva fatto uscire il suo Manectric, mentre Hitomi aveva mandato in campo il suo Mothim, e i due Pokemon Coleottero si stavano studiando attentamente, in cerca di un momento in cui l'avversario abbassasse la guardia, mentre Ortilla e la sua Altaria stavano provando qualche mossa con i loro Pokemon – Spinda, Bibarel e Scraggy.

“Bene, Spinny… Bibby… ora proviamo questo. Spinny, adesso proviamo a fare una variazione sulla tua Strampadanza.” Disse Ortilla. Nonostante tutto, il carattere allegro e deciso della ragazzina le aveva permesso di riaversi abbastanza presto dallo spavento dei giorni precedenti, ed era già tornata al suo hobby preferito. “E tu, Bibby, ho deciso di farti provare qualcosa di particolare in modo da supportare Spinny quando fa la sua mossa. Che ne dici, te la senti?”

Bibarel?” chiese il Pokemon castoro, chiedendo alla sua allenatrice cosa avesse in mente. Ortilla strizzo' un occhio con espressione astuta, e cominciò a spiegare ai suoi Pokemon quale numero volesse realizzare, e Vera si sentì in qualche modo rassicurata dal loro modo di fare. Anche se avevano da poco evitato un pericolo mortale, i suoi compagni di viaggio più giovani non avevano perso la loro energia e il loro ottimismo.

Mentre Ortilla ed Alty continuavano ad istruire Bibarel e Spinda su quello che dovevano fare, Vera guardò in un'altra direzione, verso una veranda che dava sulle praterie aperte che circondavano il rifugio. Laura e Charlotte erano sedute sotto un tendone, gli sguardi fissi in lontananza, accompagnate dalla Lilligant di Laura e dalla Ninetales di Charlotte. Non c'era bisogno di una gran fantasia per immaginare a chi stessero pensando, e Vera si sentì prendere ancora una volta dalla malinconia.

"Vera? Stavi pensando alla signorina Saphira, non è vero?" si sentì rivolgere una domanda dalla vocetta acuta ed innocente di Anna. Quando la bambina castana guardò nella direzione da cui proveniva, vide la piccola e il fratello gemello, che come sempre tenevano i loro inseparabili peluche tra le braccia. Stavano venendo avanti con passo tranquillo, accompagnati a breve distanza da Cain e Drew. "Nostra lo sa... Nostra sa che la signorina Saphira è ancora viva. Non basterà certo un Hydreigon per sconfiggerla, lo sai."

"Ah... ciao, Anna! Mi fa piacere vedere che tu e Noel state bene... e anche Nostra e Nomos!" rispose Vera, sentendosi almeno un po' rinfrancata. In qualche modo, i bizzarri modi di fare di Anna riuscivano a tirarle su l'umore anche in una situazione così difficile. "Beh... in effetti ho visto che quel Pokemon Drago... si chiama Hydreigon, hai detto...? Insomma, quel Pokemon Drago non era da solo... aveva una donna in groppa, e mi sembrava molto pericolosa. E' per questo che sono preoccupata per lei."

"Quella era la comandante suprema del Team Meteora. Non certo una persona da prendere alla leggera." continuò Drew.
Questo sembrò sorprendere la piccola Anna, che guardò negli occhi il suo Cleffa di peluche quasi volesse chiedere a lui cosa volessero dire i suoi amici. "Hm? C'era una persona in groppa a quell'Hydreigon, Nostra? No... dici di no, vero? Nemmeno io l'ho vista... non c'era nessuno su quel Pokemon."

"Hm? Come sarebbe a dire che non c'era nessuno?" chiese stupito Cain, mentre Drew, Vera e Flabebè si scambiavano degli sguardi interrogativi. "Eppure... anche se eravamo lontani, sono sicuro di aver visto una donna su quel bestione..."

"Io non lo so... ho visto passare un Pokemon alato, ma eravamo... troppo lontani per vedere se ci fosse davvero qualcuno in groppa." continuò Noel, il suo sguardo che vagava in giro per il giardino mentre pensava a cosa potesse essere quella creatura. "Comunque, rimane il fatto che Anna non ha visto nessuno in groppa a quel Pokemon."

Drew si sfregò il mento, cercando di riflettere su quanto aveva sentito. Anna diceva delle cose strane a volte, ma tutto quello che lei diceva aveva un senso, anche se non era immediatamente comprensibile. Quindi, se aveva detto di non aver visto nessuno in groppa al Pokemon, voleva dire qualcosa di importante. Il problema era cercare di capire cosa... ma questo poteva aspettare, visto che la priorità in quel momento era tenere l'Anellorubino e la Collanasmeraldo lontano dal Team Meteora.

"Okay... penseremo più tardi a Lin. Al momento, se il Team Meteora non ha le Quattro Chiavi, i loro piani non possono andare avanti." continuò il ragazzo dai capelli verdi, in modo da fare il punto della situazione. "L'Anellorubino e la Collanasmeraldo sono ancora nelle nostre mani. Amaria ha preso con sè il Braccialezaffiro e in questo momento si trova al rifugio di questa Titania di cui abbiamo sentito parlare... e ce n'è un'altra, da qualche parte."

"La mia Tiarametista... l'ha presa l'uomo con l'occhio bionico." rispose malinconicamente Anna, tenendo ancora più stretto il suo Cleffa di peluche. "Quando eravamo prigionieri nel loro covo, lui ci stava interrogando, e la Tiarametista mi è caduta, e lui l'ha portata via..."

Noel mise una mano sulla spalla della sorella gemella per darle un po' di conforto. "Quella tiara... è un ricordo molto importante di nostro padre. E' praticamente tutto quello che abbiamo di lui. Per questo è così importante per noi..."

Glaceon strizzò un occhio in un'espressione di disappunto. Pensare che avevano affrontato Sirius durante il loro attacco al nascondiglio... se solo avessero saputo che la Tiarametista era nelle sue mani, avrebbero fatto del loro meglio per costringerlo a restituirla. "Glaceoooon..." mormorò il Pokemon Ghiaccio scuotendo la testa. Inutile piangere sul latte versato, a questo punto...

"Oh... mi dispiace, Anna, Noel... la prossima volta che affronteremo Sirius, farò in modo che lui vi restituisca la Tiarametista, questo ve lo prometto!" rispose Vera, arruffando giocosamente i capelli della bambina, che si tirò un po' su di morale e rivolse a Vera uno dei suoi sorrisi radiosi.

"Grazie, Vera... le buone notizie sono che adesso il Team Meteora ha soltanto una delle quattro Chiavi!" continuò la bambina dai capelli neri.

"E' vero, e adesso sanno che noi abbiamo abbastanza potenza di fuoco da farli saltare tutti per aria se tenteranno di attaccarci ancora!" esclamò Julia, arrivando da un altro punto del giardino assieme a Florinia e a Pietro. La graziosa cheerleader dai capelli verdi salutò Anna e Noel con un cenno della mano, venendo ricambiata poco dopo. "E il Braccialezaffiro è con Amaria e Titania. Se quelli del Team Meteora hanno un minimo di cervello, non tenteranno di attaccarle."

"Tutto considerato, le probabilità al momento pendono a nostro favore." sentenziò Florinia. "Tuttavia, la mancanza di Fern e della comandante Saphira corrisponde ad una corrispondente diminuzione del nostro potenziale."

Il modo di parlare di Florinia non piacque a Vera. Sembrava non essere minimamente preoccupata per il fratello minore. Certo, la ragazzina di Hoenn non provava simpatia per quel galletto montato, ma che neanche sua sorella fosse preoccupata per lui le sembrava terribile. "Signorina Florinia, non vorrei sembrare impertinente... ma mi sembra che lei non sia molto preoccupata per il fatto che suo fratello è nelle mani del Team Meteora."

"E' vero. Non che a me il buon vecchio Fern sia troppo simpatico beninteso..." disse Cain, mantenendo un'espressione insolitamente seria. "Però, vedere una sorella a cui non importa nulla del fratello... voglio dire, almeno io posso dire di avere fiducia in mia sorella, e so che non è stata colpa sua di quello che mi è successo... ma lasciamo perdere, non è questo il momento di parlare dei miei problemi."

"Fla?" chiese Flabebè, rigirandosi il fiore tra le mani.

"Va tutto bene, piccolo, non è il caso di pensare a queste cose in questo momento." disse Cain al piccolo Pokemon Folletto. "Dicevo, Flo... che il minimo che potresti fare è mostrare un po' di preoccupazione per tuo fratello. Lo abbiamo cercato a lungo, ma non siamo riusciti a trovare nessuna sua traccia."

Julia storse il naso e strizzò un occhio. Ancora una volta, stavano cercando di portare il discorso su un punto dolente per Florinia...

"La presenza o assenza di emozioni nel comportamento di questa unità non è in grado di modificare in meglio l'andamento delle ricerche." affermò Florinia... dopo qualche istante di apparente esitazione di cui Vera e i suoi Pokemon si accorsero. "In effetti, un personale coinvolgimento negli eventi risulterebbe facilmente in un esito infausto."

"Continui ad insistere su questo punto." la voce di Hitomi intervenne. I più piccoli del gruppo di Hoenn avevano finito, almeno per il momento, il loro allenamento, e stavano raggiungendo Vera e Drew. Scuotendo la testa, Hitomi guardò Florinia dritta negli occhi e continuò a dare la sua opinione. "So di non essere molto brava ad esprimere le mie emozioni. Spesso non so come fare. Forse non ho il diritto di parlare, ma ho davvero la sensazione che lei stia cercando deliberatamente di evitare la questione, signorina Florinia."

"La questione non è importante rispetto all'attuale situazione." tagliò corto l'esperta di Pokemon d'Erba. "Vorrei ricordare che al momento, quello che stiamo cercando di fare è evitare di essere di nuovo attaccati in massa dal Team Meteora. Questa unità suggerirebbe altresì di riunirci con i nostri alleati sparsi per questa zona di Reborn, e organizzare di nuovo le nostre difese."

"Ma dove si trovano i vostri alleati?" chiese Max arrivando in quel momento, accompagnato dal suo Manectric che zampettava agilmente attorno a lui. "E comunque, non penso che noi sappiamo abbastanza da poter prendere delle decisioni... Miss Saphira potrebbe saperne di più, ma non è qui per darci le istruzioni necessarie per trovarli e raggiungerli."

"Manectric..." mormorò il Pokemon canino.

"Purtroppo, siamo in una situazione piuttosto difficile." affermò Ortilla accarezzando Alty. "Ma non è di quello che volevamo parlare. Piuttosto, quello che stavamo criticando era il fatto che lei non sembrava provare nulla per la scomparsa di suo fratello."

"Voglio dire, non è che Fern mi fosse simpatico, tutt'altro." affermò Pietro, per poi tirare distrattamente un calcio ad un sasso che si trovava lì vicino, e mandandolo a rotolare contro una staccionata bassa. "Ma essere catturati dal Team Meteora e subire chissà quale dei loro trattamenti di favore... mi suona come una cosa che non augurerei neanche al mio peggiore nemico. Mi sarei aspettato... che la cosa ti avrebbe preoccupata di più, Florinia, e invece..."

"Come potete constatare, questa è la dimostrazione che legami sentimentali impediscono il corretto svolgimento delle proprie funzioni." affermò Florinia, come niente fosse. "Al momento, state sprecando tempo in considerazioni sentimentali che potrebbero rivelarsi mal riposte. Tale intervallo di tempo potrebbe essere sfruttato meglio per progettare la nostra prossima mossa."

"Flabebè..." rispose il minuscolo Pokemon folletto scuotendo la testa.

"Ugh... lasciamo perdere, ragazzi, è come parlare ad un muro." affermò Vera con un'espressione di disappunto. Quello sì che era un perdere tempo... Florinia sembrava davvero non avere alcun sentimento, o rifiutarsi di ammetterli. Hitomi sospirò e decise che avrebbe parlato in maniera più approfondita a Vera delle sue impressioni sul modo di fare di Florinia.

"Beh... neanche a me piacciono molto certi modi di fare di Rini... anche se non do esattamente la colpa a lei per quello che è successo... ma ha ragione quando dice che abbiamo bisogno di riorganizzarci e riprendere la nostra battaglia con il Team Meteora." continuò Julia, per poi fare una lenta piroetta su sè stessa, forse soltanto per il gusto di farlo. "Se è per questo... credo che la persona a cui dovremmo rivolgerci sia un certo Maestro Radomus Vanhanen, un eccentrico milionario che vive in un antico maniero rimodernato. Lui è un nostro fervente sostenitore, e saprà darci delle indicazioni sulla locazione di molti punti strategici per il Team Meteora."

"Radomus Vanhanen... ho già sentito parlare di lui." affermò Pietro. "Il famoso campione di scacchi di Reborn? Oltre che il famoso miliardario che possiede il castello Vanhanen? E' da parecchio tempo che non fa più un'apparizione pubblica, ma continua a supportare noi della resistenza."

"Esatto, proprio lui. Pare che la famosa Gossip Gardevoir... quella Gardevoir parlante che si vede spesso nei notiziari... viva con lui e lo aiuti nella faccende di ogni giorno." continuò Julia. Lo Skitty di Vera annuì impressionato, mentre Ritchie e il suo starter, Sparky, si avvicinavano a loro volta.

"Ancora non riesco ad immaginare una Gardevoir parlante... certo che ho visto più di una volta il Meowth parlante di quegli sciocchi del Team Rocket." commentò Max, tornando con la mente ai suoi infiniti incontri con quel terzetto di imbranati. Chissà poi cosa stavano facendo in quel momento… conoscendoli, magari si erano persi in qualche boscaglia alla ricerca di qualche tesoro, o facevano qualche lavoro per sbarcare il lunario... o si stavano impantanando in qualche altra situazione assurda mentre cercavano di portare a termine qualche compito affidatogli da Giovanni. “Beh, non importa. Quindi, è questo Radomus che sta dando una mano a noi della Resistenza, eh? Ed è a lui che dobbiamo parlare per cercare di rendere compatta la nostra organizzazione. Dico bene?

Florinia disse di sì con la testa. “Affermativo. Questa unità suggerirebbe di tenere d'occhio il castello dei Vanhanen in ogni caso. Il proprietario potrebbe esserci di grande aiuto. Si suggerisce quindi di cercare il suo ausilio.”

“Noi nel frattempo, cercheremo di scoprire quale sarà la prossima mossa del Team Meteora, e di premunirci per mettere loro i bastoni tra le ruote.” Continuò Pietro. “I miei Pokemon di Roccia hanno bisogno di sgranchirsi un po', in fondo… e quale modo migliore che dare una lezione a quel branco di canaglie?”

Eon!” rispose Glaceon. La Mothim di Hitomi e il Bibarel di Ortilla dissero di sì con la testa, e anche Vera fece una breve risata in accordo con il giovane musicista.

“Va bene… allora, non appena saremo pronti, partiremo alla ricerca del castello dei Vanhanen. Ho l'impressione che sarà un viaggio abbastanza lungo e faticoso.” Rispose Ritchie. “Prima, comunque, vorrei essere sicuro che tutto sia sotto controllo da queste parti.”

Anna si fece avanti, abbracciando stretto il suo Cleffa di peluche. “Sono sicura che non ci saranno problemi. Anche Nostra e Nomos ne sono convinti. Ritroveremo Fern e gli faremo una bella lavata di testa per averci fatto preoccupare così.” Rispose con tono allegro, indicando con lo sguardo il peluche di Jirachi del fratello gemello. “Piuttosto, Noel, perché non proviamo a fare una lotta con i nostri amici, prima che loro se ne vadano?”

Anna stessa fu un po' sorpresa dal fatto che Noel non ebbe nulla in contrario alla sua proposta. “Beh… non mi sembra male come idea. Sarebbe un modo per renderci conto di persona se sono pronti per il viaggio. Vi informo che, come diceva Ritchie, la strada verso Castello Vanhanen è piuttosto lunga e faticosa.” Affermò.

Max ci pensò su per un attimo, e guardò il suo Manectric per chiedere conferma. Il Pokemon Elettro non ebbe obiezioni, e fece un cenno di intesa al suo allenatore con un cenno del suo muso affusolato. “Tric!

Moooothim…” il Mothim di Hitomi disse di sì con la testa, e i due ragazzini di Hoenn si decisero e fecero cenno ad Anna e Noel che erano pronti.

“Va bene, siamo d'accordo.” Affermò il ragazzino con gli occhiali, sentendosi di colpo più sicuro di sé. “Una volta tanto, non mi dispiace una lotta amichevole, senza dover pensare a cosa succederebbe se perdessimo. Hitomi, tu che ne dici?”

“Per me è lo stesso, è un modo come un altro di prepararsi.” Rispose lei alzando le spalle. Max ridacchio' imbarazzato, e una gocciolona di sudore gli scese dietro la nuca. Controllata come al solito…

“Perfetto! Allora io e Noel ci prepariamo!” esclamò entusiasta Anna. “Tra un'ora qui, d'accordo?”

“Facciamo anche questo…” disse Noel, chiedendosi come facesse sua sorella a coinvolgerlo sempre in qualcuna delle sue strane idee…

 

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Charlotte sospirò e si mise le mani dietro la nuca, appoggiando la schiena sulla sedia mentre la sua Ninetales si stiracchiava e apriva le sue folte code come un ventaglio. La giovane esperta di Pokemon Fuoco decise che aveva passato abbastanza tempo seduta lì sotto quel tendone a farsi tante domande inutili. I loro compagni erano lì e stavano facendo del loro meglio pur nell'incertezza di quella situazione, e il minimo che lei e Laura potessero fare era dare una mano.

"Okay, Laura... non credi che saremo più utili se cerchiamo di aiutare i nostri compagni, per quello che possiamo? Il Team Meteora si sarà anche ritirato, ma c'è ancora molto da fare." esordì. Con un agile balzo, la ragazzina si alzò dalla sedia e si sgranchì la schiena, poi si riavviò i lunghi codini in cui teneva legati i suoi capelli. Approvando il modo di fare della sua allenatrice, la sua Ninetales si avvicinò e strisciò la testa sul suo braccio destro. "Allora, Laura, che ne dici? Ci muoviamo? Quando la nostra sorellona tornerà, sarà contenta se le facciamo vedere che abbiamo preso in mano le redini della resistenza mentre lei era assente!"

"Nine!" esclamò Ninetales, per poi andare a spronare la Lilligant di Laura toccandola gentilmente con il muso. "Nine ninetales!"

"Gant?" chiese la graziosa Pokemon floreale.

Laura rimase sorpresa dalle parole della sorella minore. "C-Charlotte? Come... come sarebbe a dire, quando tornerà..."

"ANdiamo, sorellona, non crederai davvero che basti così poco per mettere fuori gioco la nostra Saphira? Lei è molto più tosta di così!" affermò Charlotte. "E sono sicura che sarebbe molto contenta di sapere che abbiamo fatto dei passi avanti nella lotta contro quei malfattori! Forza, non serve a niente restare qui a pensare a cosa potrebbe o meno essere accaduto. E dobbiamo ancora cercare d ritrovare Fern, anche se è una canaglia, non merita di restare nelle mani del Team Meteora." La più giovane delle sorelle Belrose tese una mano verso quella di mezzo, che la guardava con l'aria di non essere sicura che Charlotte fosse del tutto sana di mente.

"Ah... io... Charlotte, non sono del tutto sicura che sia il caso di... voglio dire, non sappiamo per certo che Saphira sia sana e salva..." cercò di obiettare Laura, prima che la Ninetales della sorella minore srisciasse la testa contro il suo fianco per dirle che sarebbe andato tutto bene.

"Ninetales!"

Charlotte disse di sì con la testa, e anche se la sua espressione si fece più seria, non perse il suo ottimismo. "La conosci, Laura. Noi siamo le sue sorelle minori, nessuno può conoscerla meglio di noi. Non si farà certo battere dalla prima persona che capita, fosse anche il capo del Team Meteora." affermò. "E comunque, lo sai che lei ci ha sempre insegnato che non dobbiamo mai arrenderci, neanche quando la situazione sembra più disperata. Ne abbiamo passate di peggiori, non credi anche tu?"

Dopo qualche istante di dubbio, Laura sorrise stentatamente, ammettendo che in effetti era vero. Erano sopravvissute alle gentili attenzioni del Dr. Connal, alle spietate strade di Reborn City e agli attacchi del Team Meteora... era più di quanto molte persone potessero dire di aver passato in vita loro. Non era il momento di arrendersi soltanto perchè qualcosa era andato storto in una situazione che, tutto considerato, era ancora ampiamente in mano loro.

"Sì... sì, immagino che tu non abbia torto." affermò finalmente Laura, e si alzò dalla sua sedia per poi invitare la sua Lilligant a seguirla. "aphira ha sempre saputo come cavarsela. E noi non dobbiamo essere da meno."

"Brava, così va meglio!" affermò Charlotte. "Andiamo a vedere come se la stanno cavando Vera e gli altri... dobbiamo molto anche a loro se siamo riusciti a dare del filo da torcere al Team Meteora."

Laura e Lilligant annuirono e si diressero verso l'ala del giardino dove avevano lasciato Vera e gli altri, accompagnate da Charlotte e Ninetales. Quando arrivarono lì, videro che il gruppo di Vera, assieme a Pietro e Julia, aveva ritagliato una piccola area per permettere a quattro persone di mettere su uno scontro a coppie di Pokemon - da una parte, Max ed Hitomi accompagnati da due dei loro Pokemon, Manectric e Grumpig...

...e dall'altra, Noel ed Anna avevano mandato in campo a loro volte due dei loro Pokemon. Com'era prevedibile, Anna aveva mandato in campo la sua Gothorita, mentre Noel aveva fatto uscire un Pokemon davvero strano, che Max ed Hitomi non avevano mai visto prima di allora: un Pokémon con un lungo corpo simile ad una donnola gigantesca, bipede, la pelliccia marrone che formava quattro piccoli ciuffi ai lati della pancia, coperta di pelo giallo. La pelliccia marrone formava anche alcuni ciuffi alla base della coda piatta, e le due strisce gialle sulla pancia e sulla schiena si estendevano anche sulla coda e sulla testa - la prima formava una specie di barba gialla sotto la bocca del Pokémon, la seconda diventava simile a dei capelli, che formavano una frangia sporgente di colore giallo. Il muso era piatto, con un naso rosa e denti appuntiti, che gli davano un'espressione feroce ed arcigna. Il Pokémon sconosciuto teneva le due zampe che non usava per camminare incrociate dietro la schiena, nascondendole. Vera, Drew e il resto del team di Hoenn stavano guardando con stupore quella strana creatura, che tuttavia dava l'impressione di essere un avversario da non sottovalutare.
Anche Hitomi era rimasta visibilmente sorpresa davanti a quel Pokemon sconosciuto, che ora stava in guardia davanti al suo Grumpig e si preparava alla lotta.

"Non ho mai visto quel Pokemon, Noel..." disse incuriosita. "Di cosa si tratta? Il mio Pokedex non dice nulla su di lui..."

"Neanche il mio, se è per quello... deve venire da qualche altra regione che non conosco." continuò Max. Il ragazzino con gli occhiali provò di nuovo, ma lo schermo del suo Pokedex diede soltanto un segnale di statico, e una voce elettronica che lo informava...

"Pokemon sconosciuto. Nessuna informazione disponibile."

"Ah, Noel, hai deciso di mandare in campo il nostro amico Gumshoos?" esclamò Anna con evidente contentezza, per poi mettersi a spiegare che Pokemon fosse. "Vi presento il nostro amico Gumshoos, un Pokemon proveniente dall'arcipelago di Alola! E' quasi dall'altra parte del mondo, lo sapete?"

"Gumshoo!" esclamò il Pokemon mangusta, le braccia incrociate sul petto.

"Il... continente di Alola? Ma certo! Ne ho sentito parlare un po' di volte!" esclamò Max. Ancora una volta, il giovane allenatore ringraziò la sua passione per lo studio. "Si tratta di una regione che si trova vicina all'equatore, no? E' composta da cinque isole, e lì ci vivono molti Pokemon sconosciuti... anche dei Pokemon che assomigliano a specie di Kanto, ma hanno delle visibili differenze sia come aspetto che come tipo!"

"Din doooon! Un punto per Max!" esclamò Anna. "Il nostro amico Gumshoos è appunto un Pokemon di Alola!"

"Non è esattamente un Pokemon che ha avuto origine ad Alola, ma è stato introdotto lì per fare fronte ad un eccesso nella popolazione dei Rattata." spiegò Noel. "Il mio Gumshoos, beh... diciamo che è stato un regalo da parte di qualcuno che sta supportando noi della resistenza. Anche se non ho mai saputo chi sia stato..."

"Shoos?" chiese Gumshoos. Voleva dare inizio alla battaglia, e Noel si scusò con lui e decise che in effetti era il caso di passare dalle parole ai fatti.

"Ma Gumshoos è molto abile in combattimento. Spero che siate pronti. Cominciamo?" concluse Noel.

"Quando volete!" affermò Max aggiustandosi gli occhiali. Hitomi incurvò leggermente le labbra verso l'alto in un'espressione sicura, e Manectric fece sfrigolare alcune scariche elettriche sulla sua pelliccia per incitare i suoi avversari a lanciarsi all'attacco! "Cominciamo pure!"

"Comincio io, se permettete! Grumpig, comincia subito con Calmamente!" affermò Hitomi. Il Pokemon simile ad un maialino viola ghignò, chiuse gli occhi e si concentrò, mentre le perle sulla sua fronte si illuminavano di luce rosata.

"Interessante... Gothorita, usa il tuo attacco Palla Ombra contro Grumpig!" esclamò Anna.

Noel annuì, mentre Gothorita alzava le braccia e creava una sfera di luce nera sopra la propria testa. "Bene... Gumshoos, tu tieniti pronto." affermò il piccolo allenatore, e il Pokemon mangusta strinse le mani a pugno e si preparò ad un attacco... che arrivò un istante dopo!

"Manectric, partiamo con Raggioscossa!" iniziò Max. Il cane elettrico abbaiò in segno di assenso e scagliò una scarica elettrica dai suoi occhi sotto forma di un raggio luminoso di colore giallo intenso, colpendo in pieno il Pokemon di Alola... che non cambiò di una virgola la sua espressione arcigna, e restò fermo dov'era, ricevendo il colpo senza problemi. Immediatamente, il corpo di Gumshoos venne avvolto da una luminosa aura rossa, e Max strinse i denti, rendendosi conto di essere caduto in una trappola.

"Oh cavolo... era un attacco Pazienza!" esclamò Vera.

"Un Pokemon di Alola... credo che sarà una sfida molto interessante." affermò Drew.

Ortilla disse di sì con la testa, mentre Alty teneva d'occhio le mosse dei Pokemon dei gemelli. "Max ed Hitomi si metteranno nei guai se non stanno attenti. Non hanno idea di cosa sia capace quel Pokemon." commentò.

"Hmm... questa non me l'aspettavo." affermò Max. "Ritirati, Manectric! Se lo attacchiamo ancora, ci esporremo ad un contrattacco più potente! Piuttosto... usa un attacco Tuononda!"

"Manectric!" esclamò il cane elettrico, per poi inviare un impulso elettrico contro Gumshoos, nella speranza di paralizzarlo e fargli perdere la carica...

Gothorita aveva appena scagliato la sua Palla Ombra contro Grumpig, e il Pokemon maiale era riuscito ad evitarla per un pelo, scansandosi di lato e poi mettendosi in guardia per l'attacco successivo... che però non arrivò mai. Invece, Anna diede ordine a Gothorita di usare una mossa difensiva. "Presto, Gothorita! Usa Salvaguardia!"

"Gothoritaaaa..." rispose la Pokemon Raggiro con voce acuta, e mosse davanti a sè le corte braccia in modo da disegnare dei simboli mistici davanti a sè. Una frazione di secondo dopo, sia lei che Gumshoos vennero circondati da un'aura di luce verdina semitrasparente, sulla quale la Tuononda di Manectric si infranse senza fare effetto.

"Mi sembra... che i nostri amici siano molto determinati." affermò Charlotte, mettendosi di fianco a Julia e osservando con ammirazione i Pokemon dei giovanissimi allenatori che riprendevano la sfida. Grumpig stava cercando un modo per attaccare Gothorita o vanificare l'attacco Pazienza di Gumshoos. "Hehehee... il nostro piccolo Noel manda in campo il suo amichetto di Alola! Sono sempre stata curiosa di vederlo in azione!"

"Mi fa piacere che non abbiano perso la loro determinazione... ne avranno bisogno, per le prove che ancora ci attendono. Anzi, credo proprio che noi adulti abbiamo qualcosa da imparare dall'entusiasmo e dal coraggio di questi ragazzini." commentò Julia, gettando una breve occhiata incoraggiante a Florinia. Stava chiaramente parlando a suocera perchè nuora intendesse, ma Florinia non diede segno di aver colto il messaggio, restando invece ferma ad osservare il combattimento con freddo sguardo analitico.

"Forza, fratellino! Anche se è un Pokemon sconosciuto, sono sicura che ce la farai! Cerca di non fare brutta figura, okay?" esclamò Vera, non resistendo alla tentazione di punzecchiare un po' il fratello minore.

"Osserva e impara, sorellona! Ora ti faccio vedere cosa sappiamo fare io e Manectric! Adesso, Manectric! Usa il tuo attacco Sottocarica!" esclamò Max. Il cane elettrico abbaiò in segno di intesa e si concentrò, accumulando un'intensa carica di energia sulla sua pelliccia appuntita... e il suo corpo venne circondato da una sfera di luce gialla semitrasparente, che venne attraversata da una raffica di scariche di energia statica. Nello stesso momento, Gumshoos completò la carica del suo attacco Pazienza, e scatenò tutta l'energia accumulata sotto forma di una potente onda d'urto sprigionata dal suo corpo aprendo le braccia in un gesto maestoso! L'ondata di energia sfrecciò verso Manectric e lo investì, ma quest'ultimo era preparato, e riuscì a minimizzare gli effetti del colpo, vedendo soltanto sbalzato indietro di qualche passo.

"Perfetto, Manectric! Ora usa un attacco Ondashock!" rispose Max. Manectric ghignò, e l'aura elettrica che lo circondava si trasformò in una raffica di anelli di luce gialla che si dipartirono dal suo agile corpo ed investirono Gumshoos facendolo indietreggiare! Il Pokemon mangusta grugnì di dolore, ma restò in piedi e rispose con un attacco Sgranocchio, aprendo le fauci e richiudendole sulle zampe anteriori e sulle spalle di Manectric. Entrambi i Pokemon, avendo subito danni abbastanza importanti, si separarono per studiarsi di nuovo, mentre il Grumpig di Hitomi scagliava un Segnoraggio contro la Gothorita di Anna, e la Pokemon nera riusciva a scansarsi soltanto per un pelo.

"Beh, Nomos... sembra proprio che i nostri avversari stiano per segnare un nuovo record." affermò pacato Noel, e un raro sorriso apparve sul suo viso.

 

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Le Paludi Mercurio, a pochi chilometri dalla periferia est di Reborn City, erano conosciute come un luogo in cui le esigue speranze di quel mondo alla deriva andavano a morire. Una pianura devastata dall'inquinamento, segnata da maleodoranti montagne di rifiuti, pozze di fango tossico violaceo e un cielo quasi sempre ingombro di nuvole grigie che di tanto in tanto riversavano pioggia acida sul paesaggio sottostante.

In questa desolazione, considerata un luogo inospitale persino per gli standard di Reborn, vivevano tuttavia dei Pokemon - per la maggior parte, Pokemon di tipo Veleno per i quali si trattava di un posto comodo in cui vivere, come Grimer, Muk, Koffing, Weezing, e qualche occasionale Venipede. Qualche sparuto raggruppamento di case e negozi appariva qua e là nelle lande desolate, aggrappato alla sopravvivenza con la fatalista determinazione di chi non ha più nulla da perdere. Questi piccoli centri abitati resistevano ancora grazie all'aiuto di qualche ufficiale governativo che non era ancora diventato del tutto indifferente ai problemi della sua gente, e che aveva deciso di rischiare l'ira del Team Meteora piuttosto che abbandonarla ad una misera fine.

Era in questo luogo così tetro e deprimente, in una casa scavata in una grande formazione rocciosa e ben protetta dalle intemperie, che una ragazza dai capelli viola di circa sedici anni stava rimuginando su quello che era successo negli ultimi giorni, da quando era andata a dare una mano ai compagni di suo fratello e aveva rivisto Pietro dopo tanto tempo. Doveva ammettere che sentiva una certa nostalgia... era vero, quando stava con Pietro si sentiva più tranquilla, e il futuro non le sembrava più tanto difficile. Ma... era proprio per questo che non voleva vederlo, da quando Cain era andato via di casa.

"Pietro merita di meglio, lo so." disse Aya, guardando negli occhi la robusta e possente Nidoqueen che la guardava incuriosita, dall'altro lato della camera da letto - una stanzetta buia, illuminata soltanto da una lampada da tavolo posta su una scrivania, il letto ancora disfatto e i muri tappezzati da manifesti di vario tipo, incollati in maniera disordinata, quasi casuale. Si vedeva che non era la stanza di una persona che si prendeva molta cura di sè.

La Nidoqueen inclinò la testa da un lato e si appoggiò una mano sulla guancia, come se volesse chiedere alla sua allenatrice se davvero era convinta di quello che stava dicendo. Aya restituì lo sguardo alla sua Pokemon, e annuì lentamente, spiegando poi il motivo della sua reazione. "Sì, lo penso davvero, Nidoqueen. Io... lo dico sempre, no? Dopo quello che ho fatto, non merito di essere felice. Merito di vivere nel rimorso per non aver fatto tutto il possibile per evitare che quel moccioso viziato di mio fratello Cain se ne andasse di casa. Avrei dovuto oppormi alla volontà di nostra madre... ma ho avuto paura, come ne ho sempre."

Nidoqueen scosse la testa, per nulla convinta dalla spiegazione della sua allenatrice. "Nido... queen? Queen!" affermò, senza mai staccare gli occhi da quelli della ragazza dai capelli viola.

"No... non puoi chiedermi di giustificare la mia inazione." rispose Aya guardando il pavimento, sul quale si vedevano ancora cartacce e lattine vuote. "Sono stata io a fare tutto questo. Mia madre avrà anche mandato via di casa mio fratello, e lui non ci ha pensato su due volte... ma avrei dovuto oppormi a tutto questo. Sono sicura che adesso mi odia per non averlo difeso, e fa anche bene."

"Nido?" esclamò Nidoqueen con decisione. Aya stava cominciando a piangersi addosso, e questa era una cosa che proprio non le andava giù.

"No, no, Nidoqueen, credimi quando ti dico che io merito di essere odiata. Cosa ci vede quello sciocco di Pietro in una come me, dico io? Tsk... guarda tu, mi sono persino specializzata in Pokemon di tipo Veleno." rispose la ragazzina. Con un sospiro rassegnato, Aya si alzò dal suo letto e si sfregò gli occhi. L'aria della stanza era un po' viziata per il tempo in cui lei vi era rimasta rinchiusa dentro, ma Aya non si preoccupò di aprire la finestra... tanto, con l'aria pestilenziale delle Paludi Mercurio, non avrebbe fatto una gran differenza. "Bah. Senti, Nidoqueen. Io vado a fare due passi. Non che ci sia molto da vedere, in questo schifo di posto, ma almeno muovo un po' le gambe."

"Queen!" esclamò Nidoqueen. La Pokemon Veleno/Terra raggiunse la sua allenatrice e la trattenne per un braccio, per dirle che non se ne sarebbe andata senza di lei.

Aya riuscì a fare un sorriso un po' sforzato. "Sei... comunque preoccupata per me, Nidoqueen? Heh... immagino che voi Pokemon possiate affezionarvi anche ad una persona cattiva come me. E va bene, almeno tu e gli altri miei Pokemon... non mi va di respingervi. A volte ho l'impressione che voi siate gli unici in grado di capirmi."

Nidoqueen strizzò un occhio in segno di intesa. Se non altro, fare in modo che Aya non si deprimesse del tutto era già un traguardo notevole - e comunque, Nidoqueen non avrebbe mai permesso che la sua allenatrice rischiasse di essere attaccata da qualcuno dei Pokemon tossici che infestavano quel luogo orribile.

L'allenatrice e la sua Pokemon si stavano già dirigendo verso la porta d'uscita, quando una voce a loro ben conosciuta le raggiunse da un'altra stanza...

"Aya! Tesoro, mi senti?"

Aya strinse i denti e alzò gli occhi al cielo, maledicendo il fatto che sua madre avesse scelto proprio quel momento per chiamarla... e un attimo dopo, dal soggiorno di casa, ecco arrivare la signora Lania, con quel suo sorriso quasi onnipresente che alla ragazzina non trasmetteva altro che un senso di vuota ipocrisia. Del tutto ignorante di quello che stava passando per la testa a sua figlia, la signora Lania la raggiunse con passo allegro e deciso, e diede la grande notizia. "Oooooh, scusa, cara, ti ho disturbato mentre stavi andando a fare una passeggiata? Tranquilla, non ci metterò molto... c'è un signore che è venuto a chiederti due cose, non ti preoccupare, non credo che si tratterrà qui a lungo. Vorrebbe solo vedere come te la cavi in un incontro di Pokemon!"

Aya si passò una mano sulla faccia, e la sua Nidoqueen alzò gli occhi al cielo in segno di fastidio. "Mamma... proprio adesso? Non puoi dirgli di andarsene e di passare un'altra volta? In questo momento non ho proprio la benchè minima voglia di fare un incontro di Pokemon, e certo non con uno sconosciuto!" si lamentò la ragazzina.

"Su, su, cara, non essere scortese." rispose Lania in tono zuccheroso. "Questo signore ha fatto un viaggio piuttosto lungo e pericoloso da Reborn City per arrivare fin qui. Il minimo che possiamo fare è accoglierlo come merita, no?"

La Pokemon Veleno/Terra capì che non c'era modo di sbrogliarsi da questa antipatica situazione, se non facendo esattamente quello che voleva Lania, e fece cenno ad Aya che era meglio assecondare i capricci di sua madre. "E va bene... facciamo anche questo. Non credo che resterà troppo a lungo qui, in ogni caso..." affermò Aya infastidita. "Prima iniziamo, prima finiamo."

"Vieni pure, cara! E' qui nella stanza che usi sempre per allenare i tuoi Pokemon." disse la signora, guidando la figlia verso un'altra sezione di quella casa raffazzonata che la famiglia era riuscita a ricavare in quel territorio ostile. Aya seguì la madre di malavoglia attraverso alcuni corridoi, per giungere finalmente in una grande stanza non dissimile dalla sala principale di una Palestra, dal pavimento ricoperto di piastrelle di un peculiare marmo viola. Ad un lato della stanza, si trovavano degli spalti per eventuali spettatori - e Aya non potè nascondere un po' di stupore nel vedere che c'erano alcuni loro conoscenti a fare il tifo per lei - mentre al centro della stanza si trovava un ring sopraelevato, con la particolarità che su di esso si espandevano delle pozzanghere di fango violaceo dall'aspetto poco rassicurante.

Aya seguì sua madre nella stanza, e si fece avanti quando la signora Lania sorrise di nuovo e indicò la persona che già stava aspettando la ragazzina ad un lato del ring. Era una persona dall'aspetto androgino, tant'è che Aya non si rese conto subito se era un uomo o una donna, vestito principalmente di nero, con un cappuccio sulla testa che nascondeva quasi del tutto i suoi capelli, tranne per una frangia che gli ricadeva su un occhio. Anche i lineamenti erano fini e delicati, con un volto dalla carnagione pallida, ma esprimevano una certa virilità, altro motivo per cui Aya non potè dirsi certa del genere di quell'individuo. Vagamente incuriosita, la ragazzina dai capelli viola fece un cenno alla sua Nidoqueen, e la robusta Pokemon Veleno/Terra seguì la sua allenatrice mentre si avvicinava al suo lato del ring. Entrambe ricevettero una serie di applausi dallo sparuto pubblico presente, ma Aya non fece cenno di accorgersene, concentrata com'era sulla persona che la stava attendendo.

"Buongiorno, signorina Aya." affermò l'individuo misterioso con un sorriso affabile, facendo un piccolo inchino. "Mi fa piacere che lei abbia deciso di incontrarmi."

"Il piacere è tutto mio." disse Aya svogliatamente. "Immagino che lei... sia venuto qui per sfidarmi. Per quale motivo, se mi è concesso chiederlo?"

"Innanzitutto, mi permetta di presentarmi. Il mio nome è Zero, e sono uno scienziato, anche se non si direbbe dal mio aspetto." affermò. "Sono qui perchè ho sentito dire che lei, signorina Aya, è la migliore allenatrice di Pokemon Veleno di questa zona, e sarei curioso di verificare da me quanto questo sia il caso."

"Io, la migliore?" chiese Aya quasi sottovoce, ignorando un applauso da parte degli spettatori. "Mah... chissà... se mio fratello Cain fosse ancora qui, non credo che sarei la migliore..."

"Non faccia caso a quello che dice mia figlia! Lei sta scherzando, non ha mai avuto un fratello!" intervenne rapidamente Lania, senza mai perdere quel sorrisetto sussiegoso che Aya trovava detestabile. Aya strinse una mano a pugno, ma si trattenne dall'intervenire. Ancora una volta, si diede della vigliacca... avrebbe dovuto agire, ribellarsi, e invece non ci riusciva... "Sì, la mia Aya è la migliore allenatrice di Pokemon Veleno che possa trovarsi nei dintorni di Reborn! E' più brava persino di quel Corey Molinar che se n'è andato tempo fa..."

Zero strinse leggermente gli occhi quando sentì menzionare il suo collega agente del Team Meteora che si era suicidato alcuni anni prima, ma non mostrò altra reazione. Dopotutto, era lì in incognito, e per i propri scopi...

"Mi fa piacere saperlo. Ma, con il permesso di Aya stessa, desidererei mettere alla prova questa teoria." rispose. "Allora, signorina Aya... mi farebbe l'onore di accettare la sfida? Non voglio costringerla."

Immaginando che sua madre avrebbe continuato ad assillarla se avesse detto di no, la ragazzina dai capelli viola scosse la testa e fece cenno a Nidoqueen di tenersi pronta. "No, no, non mi sta affatto costringendo. Cominciamo pure. Mandi in campo il suo primo Pokemon." disse bruscamente, cercando di non badare alle ovazioni del pubblico sugli spalti, e all'applauso fin troppo entusiasta di sua madre. Zero tirò fuori una Pokeball da sotto il mantello e la lanciò in aria, facendo uscire il suo primo Pokemon.

"Espeoooon!" esclamò il Pokemon che uscì un istante dopo dalla sfera. Con un elegante balzo, Espeon raggiunse il ring e vi salì sopra agilmente, poi fissò Nidoqueen con espressione di sfida.

"Un Pokemon Psico, eh? Non che la cosa mi sorprenda." disse Aya svogliatamente. "Allora, Nidoqueen, che ne dici? Pensi di potercela fare?"

"Nido!" esclamò la Pokemon Veleno/Terra, preparandosi poi alla lotta e piazzandosi al suo lato del quadrato. Si sgranchì le spalle e il collo, poi alzò le braccia davanti al muso appuntito e si mise in guardia, incitando Espeon a farsi avanti. La Eevolution Psico mosse rapidamente la coda biforcuta da un lato all'altro, e i suoi grandi occhi a mandorla si illuminarono di azzurro, mentre Zero annuiva tra sè e teneva d'occhio Nidoqueen...

"Non hai la più pallida idea di quanto sarà importante questo scontro, Aya..." mormorò tra sè. "In questo momento, senza rendertene conto, stai aiutando la causa del Team Meteora..."

 

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"Grumpig, ora usa Psichico!" esclamò Hitomi. Il maiale bipede grugnì un verso affermativo e scatenò un'ondata di energia mentale, prendendo di mira il Gumshoos di Noel... ma quest'ultimo si difese abilmente, usando una mossa Protezione prima che il potente attacco potesse raggiungerlo. La fiumata di energia mentale si scontrò con la barriera semi-invisibile che il Pokemon mangusta creò davanti a sè, e si divise in due con uno stridio assordante, mentre il Manectric di Max metteva a segno un ben piazzato attacco Sgranocchio contro la Gothorita di Anna, che non ebbe altra scelta che prendere il colpo, e indietreggiare nel tentativo di mettere su una difesa più efficace.

"Gumshoos, ora rispondi con Iperzanna!" esclamò Noel, inviando il Pokemon di Alola contro il Grumpig di Hitomi, mentre Gothorita scattava di lato, e tentava un attacco che Max aveva visto raramente prima di allora...

"Adesso, Gothorita... usa Adulazione contro Manectric!" la istruì Anna. Gothorita fece un cenno di intesa con la testa, e cominciò a muovere le mani in aria, creando una raffica di ondate di energia rosse che sfrecciarono verso Manectric e lo raggiunsero, senza fargli alcun danno, ma lasciandolo confuso e sbalordito. Una scarica elettrica percorse la sua pelliccia, e il cane elettrico si massaggiò il muso con una zampa nel tentativo di concentrarsi...

"Manectric, che succede?" chiese Max. "Sei stato confuso?"

Quando il Pokemon cane, evidentemente stravolto, riuscì a rispondere con un rapido cenno del capo, Anna cominciò a spiegare... mentre Grumpig si difendeva come meglio poteva da un poderoso attacco Iperzanna del Gumshoos nemico. "Già, già... Adulazione è una mossa speciale di Gothorita! Se colpisce, l'avversario rimane confuso, anche se la potenza dei suoi attacchi speciali aumenta abbastanza. Sei pronto a rischiare per attaccare la mia Gothorita?"

"Credo che userò un po' di prudenza. Ritorna, Manectric." affermò il ragazzino con gli occhiali, richiamando il cane elettrico nella sua sfera, per poi mandare in campo qualcun altro. "Ed ora... lascio il campo a te, Mightyena!"

"Might!" esclamò il Pokemon simile ad un lupo nero e grigio, che si piazzò davanti a Gothorita, nello stesso punto in cui Manectric si trovava. Mightyena ringhiò, pronto a battersi, mentre Grumpig riusciva finalmente a divincolarsi dal morso feroce di Gumshoos, e mise a segno un potente attacco Segnoraggio che partì da una delle perle incastonate sulla sua fronte, e colpì il Pokemon mangusta al petto, mandandolo a terra! Gumshoos si rialzò poco dopo, lisciandosi la pelliccia e riprendendo fiato. La battaglia era giunta ad un momento di stanca, e i ragazzini avevano fatto ritirare di qualche passo i loro Pokemon in modo da studiarsi a vicenda e scambiarsi qualche commento sulla battaglia.

"Siete davvero bravi, voi due. Si vede che avete talento." disse Max aggiustandosi gli occhiali. "E ripeto che non mi aspettavo un Pokemon come quel Gumshoos!"

"Shoos!" sibilò Gumshoos, come se volesse dire che non era il caso di fare tanti complimenti.

"Anche voi siete bravi! Lo dicono anche Nomos e Nostra!" esclamò allegramente Anna, tenendo alzata la sua bambola Cleffa, mentre Gothorita si rimetteva in posizione di guardia. "Voi ragazzi di Hoenn siete stati una benedizione! Forse è stato proprio il sommo Arceus a volere che voi arrivaste qui, perchè poteste rendere Reborn un posto migliore... e ci state già riuscendo."

Hitomi guardò da un'altra parte, imbarazzata. "Facciamo solo quello che è giusto."

"Beh, mi sembra che lo stiate facendo molto bene, per il momento. Se non fosse stato per voi... non oso pensare a cosa il Team Meteora sarebbe riuscito a fare!"

La voce forte ed autorevole di Saphira li chiamò, e i ragazzini stupiti alzarono lo sguardo verso il Dragonite che volava sopra di loro, proiettando la sua ombra sul tappeto erboso! Laura e Charlotte alzarono di scatto la testa, e la mediana delle sorelle Belrose riuscì finalmente a sorridere di cuore, mentre la sua Lilligant spargeva attorno a sè una manciata di petali rosa!

"Sorellona Saphira!" esclamò Charlotte, salutando la donna dai capelli bicolore in groppa al drago. "Che bello rivederti! Sapevamo che non sarebbe bastata una sciocchezza simile per metterti fuori gioco!"

"Signorina Saphira! Bentornata!" esclamò Vera sollevata. Con un lento e maestoso battito d'ali, Dragonite atterrò vicino ai ragazzi di Hoenn, e la comandante della resistenza alzò una mano e rivolse loro un sorriso contenuto...

"Scusate il ritardo, gente. Ho avuto qualche piccolo contrattempo... ma ora sono qui!"

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Un piccolo capitolo filler, ma servirà come ponte per il prosieguo di quest'avventura... e cos'ha intenzione di fare Zel con Aya? Lo vedremo più avanti, ma sono sicuro che sarà una bella sorpresa per tutti voi!

Dal 29 di questo mese fino all'8 di Giugno sarò fuori dall'Italia, quindi non potrò lavorare alle mie storie. Cercherò di riprendere il prima possibile.

Alla prossima, e mi raccomando... recensite! :)



  
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