Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    27/05/2018    2 recensioni
La passione di Lupin per la F1, o le corse di auto in generale, è stata evidente fin dalla prima puntata della prima serie. E nella seconda stagione aveva corso proprio sul noto circuito di Montecarlo, quindi mi è sembrato giusto "organizzare" un ritorno nel Principato. Ma questa volta non sarà lì per correre, ma bensì per uno dei suoi furti. Chissà cosa si sarà inventato, stavolta...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11 - Scappando da Montecarlo


A tre giri dal termine la gara sembrava già finita, ma di colpo un episodio la riaprì completamente. Andrade tagliò regolarmente il traguardo e stava per impostare la prima curva del circuito che andava a destra, però all'improvviso perse il controllo della vettura, sbandando con le ruote posteriori. Per evitare il muro, all'ultimo il pilota sterzò a sinistra, finendo in un piccolo spiazzo. L'errore fu colossale, tanto che per la rabbia Da Rocha tirò un pugno sul monitor dei tempi e gridò parole non ripetibili. Lentamente Andrade cercò di rientrare in pista, ma nel frattempo Schumann, Lama, Reikkinen e Moore erano già passati, e il brasiliano era caduto in quinta posizione, praticamente fuori dalla lotta per la vittoria.
Qualche secondo dopo Da Rocha si calmò, grazie all'intervento del suo caposquadra, e cercò di analizzare con lui i motivi per cui Andrade aveva commesso quell'errore. Dalla telemetria apparve subito chiaro che dalla vettura di Andrade si era staccato un pezzo, che però non aveva influito sulla sbandata della vettura. Per curiosità il proprietario del team chiese quale pezzo si fosse staccato e appena scoprì che era quello in cui era nascosto lo smeraldo, divenne pallido in volto. Non riusciva a crederci, ma intuì subito che dietro a tutto ciò c'era Lupin e immediatamente si mise in contatto con Pedro. Il suo ordine fu preciso, doveva eliminare Lupin a tutti i costi e recuperare il gioiello che aveva appena rubato. Pedro con voce maligna affermò che finalmente si faceva sul serio...

La notizia dell'errore di Andrade sorprese anche Jigen, che subito la comunicò a Lupin.
«E' una cosa incredibile... e non credo che Da Rocha ne sia molto contento!»
«Si vede che il pilota non ha retto fino in fondo alla pressione a cui era sottoposto!» affermò Lupin.
«O forse l'influenza positiva del gioiello è finita quando glielo abbiamo rubato...»
«Non dire certe sciocchezze Jigen! Piuttosto preparati, tra pochi minuti la gara sarà finita!»
Mentre il pistolero stava raccogliendo tutto il materiale che lui Lupin avevano preso per la rapina, dall'altra parte del circuito Zenigata e Lucchini stavano ancora cercando con i loro binocoli il ladro dalla giacca rossa. Il monegasco però era distratto dall'errore di Andrade e da un po' di tempo lo stava seguendo, per controllare se fosse tutto in ordine. Invece Zenigata era sempre vigile e ad un certo punto il suo sguardo cadde nei pressi della chicane, dopo il tunnel...
«Eppure mi sembra di conoscerlo!» commentò il poliziotto giapponese, inquadrando uno dei commissari di gara. All'improvviso, con grande stupore, ebbe un'illuminazione e cominciò a gridare: «Ma quello è Lupin!!!»
«Cosa? Dove?» ripeté Lucchini, che fu preso alla sprovvista da Zenigata.
«Laggiù! Si è mimetizzato in mezzo alla folla!»
Il tenente inquadrò la zona che gli stava segnalando Zenigata e anche lui vide Lupin, immobile davanti alle protezioni.
«Ma che ci fa lì travestito da commissario di gara? Non doveva andare nei box a rubare il gioiello?» domandò giustamente Lucchini.
«Non lo so, ma poco importa!» affermò Zenigata. «L'importante è che adesso sappiamo dov'è! Dobbiamo catturarlo a tutti i costi!»
«Chiamo subito la mia squadra...» disse Lucchini prendendo la radio che teneva alla cintura. Nel frattempo Zenigata puntò nuovamente lo sguardo verso il suo obiettivo: «Questa volta ti prenderò!»

All'ultimo giro i primi quattro piloti erano rinchiusi in meno di un secondo: Schumann era insidiato da Lama che a sua volta doveva guardarsi le spalle da Reikkinen, che però sembrava più preoccupato dalle manovre di Moore che stava cercando un varco per superarlo.
Passato il tunnel Lama provò a portarsi all'interno, ma Schumann chiuse la traiettoria, costringendo lo spagnolo a farlo passare. Nello stesso punto Moore fu più aggressivo, ma pagò questa scelta arrivando lungo e tagliando la chicane, quasi centrando la vettura di Reikkinen, che un po' ingenuamente gli aveva lasciato spazio. Da regolamento l'inglese alzò il pedale dell'acceleratore e fece passare il finlandese che riconquistò la sua terza posizione. Con quella manovra però i due piloti si erano giocati la possibilità di lotta per la vittoria, lasciando la lotta per la vittoria ai primi due.
Quando Schumann e Lama imboccarono le ultime curve del circuito, ci fu un urlo incessante della folla che riecheggiò in tutta la zona, erano tutti in ansia per sapere chi avrebbe vinto quel duello che si era acceso negli ultimi giri di corsa. Il pilota tedesco rimase calmo e fece senza sbavature l'ultima curva, solo il rettilineo lo divideva dal traguardo. Lama, giocandosi il tutto per tutto, uscì da quella curva sgommando, toccando leggermente il guardarail e rischiando di rompere una delle sospensioni. Ma per sua fortuna lo scontro fu lieve e provò un disperato sorpasso sfruttando la maggiore velocità in uscita di curva. Lama riuscì ad affiancare al tedesco, ma l'accelerazione non fu sufficiente e per pochi metri la vittoria andò a Schumann. Dal suo box i meccanici festeggiarono la vittoria saltando come pazzi e abbracciandosi a vicenda, mentre il tedesco più semplicemente salutò la folla in delirio alzando un pugno al cielo e percorrendo lentamente il giro d'onore.

Per fuggire la banda Lupin decise di correre verso la parte alta del circuito, scegliendo di scappare via auto tra le montagne dietro Montecarlo. Tutto stava andando per il meglio, ma all'improvviso qualcuno da dietro, con un chiaro accento francese, stava urlando contro Lupin, intimandogli di fermarsi. Quando si voltò Lupin vide un gruppo di gendarmi che lo stavano inseguendo, capitanato da Lucchini e immediatamente lui e il resto della banda accelerarono il passo.
Procedendo a zig-zag tra i vicoli per seminare gli inseguitori che avevano alle calcagna, Lupin e i suoi compagni si ritrovarono ai piedi di una scalinata in pietra scura, oltre la quale c'era la macchina di Lupin. Arrivati a circa metà scalinata però un uomo si piazzò davanti a Lupin, impedendogli la fuga. Era Pedro e non aveva alcuna intenzione di far scappare il suo obiettivo, stavolta.
Lupin si sentì intrappolato: davanti aveva l'uomo di Da Rocha e dietro stavano arrivando i gendarmi, pronti a saltargli addosso. Doveva trovare subito un modo per uscire da lì, e in quel preciso momento ricevette l'aiuto da una persona insospettabile...
Sbucando all'improvviso da in cima la scalinata, apparve Zenigata, tutto sorridente e con le manette attaccate ad una corda che l'ispettore faceva roteare sopra la sua testa.
«LUPIN! Sei in arresto!»
«Se poco originale Zazà!» ribatté Lupin.
«Non puoi più scappare, sei circondato... e tu chi diavolo sei?» domandò l'ispettore all'uomo che era davanti a Lupin. Pedro non rispose, e provò di scatto a prendere il pugnale che aveva sotto la giacca.
«Ehi! Cosa stai facendo?» gridò Zenigata rivolgendosi a Pedro. "E' il momento buono per andarsene!" pensò Lupin vedendo quella scena.
Il ladro dalla giacca rossa spostò di lato Pedro e corse verso Zenigata, che appena ebbe la visuale libera, gli lanciò addosso le manette. Lupin le schivò con abilità, e le manette si agganciarono alle mani di Pedro, che rimase bloccato. Con il brasiliano immobilizzato, Jigen e Goemon di forza lo gettarono giù per le scale, facendolo cadere addosso al gruppo di gendarmi che nel frattempo avevano risalito la scalinata. Essendo legato a Pedro, anche Zenigata fece un bel volo verso il basso, finendo addosso proprio al brasiliano, procurandosi una terribile testata.
Con la via libera, Lupin e gli altri corsero indisturbati verso la Mercedes, scappando a tutto gas tra le strade di Montecarlo. Nel frattempo Lucchini prestò soccorso all'ispettore mentre gli altri gendarmi immobilizzarono Pedro che stava cercando di fuggire.
«Tutto bene? Niente di rotto?»
«Non perda tempo!!!» urlò Zenigata. «Deve inseguire Lupin, a tutti i costi!»
Dopo un attimo di esitazione, il tenente riprese l'inseguimento.
Finita la corsa, Fabien e Valentine si avviarono a piedi per tornare al loro albergo, dopo una giornata così impegnativa aveva bisogno di riposarsi un po'. Ad un certo punto un auto d'epoca gialla sfrecciò a gran velocità alla loro destra, rallentando proprio a pochi passi da loro: era quella guidata da Lupin. Valentine fece appena in tempo a salutarlo con la mano e a vedere lo smeraldo rubato, che Lupin teneva stretto nella sua mano.
«Lo sapevo che ci sarebbe riuscito!» esclamò Valentine tutta contenta.
«Per me è passato qui apposta, per farci capire che ha rubato il gioiello!» affermò Fabien. Poco dopo il commentatore sentì qualcuno che correva dietro di lui. Era il tenente Lucchini, sudato e col fiatone.
«Mi scusi...» accennò il gendarme riprendendo fiato. «Avete visto il noto ladro di nome Lupin?»
«Certamente! E' andato da quella parte pochi secondi fa!» rispose Fabien, indicandogli la direzione giusta.
«E aveva con sé la "Gemma di Brasilia"! Bellissima!» aggiunse Valentine.
«Cosa?!?» esclamò Lucchini. «Ciò è molto strano, ne parleremo con Da Rocha di questa storia...»
Sentendo le macchine della gendarmeria arrivare in zona, Lucchini si mise sul bordo del marciapiede e alzò un braccio per richiamare una delle vetture.
«Ora devo andare... lo faccio per un amico!» affermò il tenente salendo in macchina. Una volta seduto, disse una strana frase: «Quest'anno il Gran Premio è stato più divertente del solito...»
«Già, è vero!» confermò Fabien. «Il fattore Lupin lo ha reso, per certi versi, appassionante!»
«Non è male questo Lupin, vero?» chiese Valentine.
«Posso solo ammettere che è un tipo molto simpatico... ma rimane pur sempre un ladro!» rispose Lucchini sorridendo e chiudendo la portiera. La vettura della gendarmeria riprese a tutta velocità l'insegumento, scomparendo velocemente nel traffico del piccolo principato, nel disperato tentativo di riaccuffare la banda Lupin.



Fine



Devo ammettere che mi sono divertito a scrivere questa fan-fiction, e spero che la stessa cosa valga anche per voi lettori! Come al solito, ringrazio coloro che hanno commentato, ovvero MineVale, The Big Dreamer, Thekhaleesi e Fujikofran. Grazie soprattutto per gli attestati di stima!

Arrivederci e alla prossima!!!
  
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