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Autore: Mallow92    05/07/2009    4 recensioni
Ho deciso di scrivere la storia di Andrew e Charlotte. ^^ Questa fanfiction è legata a Whispers, ma la si può leggere anche se non si conosce la sua trama. "Una folata di vento sollevò la rosa da terra, cullando dolcemente i suoi petali lontano, in un luogo a lei sconosciuto, lontano da tutto ciò che fino ad allora aveva conosciuto. Magari quello spiffero l’avrebbe condotta verso un luogo migliore o magari l’avrebbe condotta verso la sua fine. Ma non si può conoscere il proprio destino prima del tempo. E non si può nemmeno fare qualcosa per cambiarlo. E colei che aveva colto quel fiore lo avrebbe imparato molto presto."
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo primo

 

Arrival

 

“Grew up in a small town
And when the rain would fall down
I'd just stare out my window
Dreaming of what could be
And if I'd end up happy
I would pray (I would pray)

Trying hard to reach out
But when I tried to speak out
Felt like no one could hear me
Wanted to belong here
But something felt so wrong here
So I'd pray I could break away

 

I'll spread my wings and I'll learn how to fly
I'll do what it takes til' I touch the sky
And I'll make a wish
Take a chance
Make a change
And breakaway

 

Kelly Clarkson – Breakaway

 

La carrozza si fermò sul ciglio della strada per permettere che io e le mie sorelle scendessimo.

Io afferrai la mia valigia e la mano di Rose Mary, che mi lanciò un’occhiata torva come per dire che oramai non era più una bambina, ma io la ignorai bellamente: era la prima volta che mettevamo piede in una città così grande come Edimburgo, per cui preferii tenermela stretta.

Intanto Ely era scesa dall’altra parte e si stava facendo dare delle indicazioni dal conducente della carrozza per raggiungere l’università dove i nostri zii sarebbero venuti a prenderci.

Cercai di avvicinarmi il più possibile per ascoltare cosa stesse dicendo il cocchiere, ma dopo qualche secondo mi accorsi che parlava con un fortissimo accento scozzese: sembrava arabo.

Vedevo Ely che mi lanciava occhiate disperate, mentre annuiva con poca convinzione, facendo finta di comprendere quello che l’uomo le stava dicendo.

Io e Rose ridacchiavamo, per nulla intenzionate a partecipare alla conversazione.

Dopo qualche minuto Ely ci venne incontro con aria contrariata scuotendo la testa, mentre io e la mia sorellina tentavamo di non riderle in faccia.

“Ma io dico? È così difficile che questi Scozzesi riescano ad imparare una volta per tutte l’Inglese? Dopo tutto è la loro lingua! Sembra di essere arrivati in un altro paese, io non ho proprio parole...” E continuò per altri cinque minuti buoni a ripetere insulti e a lamentarsi a denti stretti.

“E adesso dove andiamo?” Rose capì che forse era meglio preoccuparsi delle cose più importanti in quel momento e trascurare le altre.

Ely ci guardò come se si fosse accorta solo in quel momento che c’eravamo effettivamente pure noi.

Arrossì: chiaro segno che era una di quelle poche volte in cui la situazione le era sfuggita di mano e non sapeva cosa fare.

Oh già, sebbene potesse sembrare impossibile anche Elizabeth Jenksin a volte non aveva la risposta a tutte le domande.

 

Non avevo ancora capito come, ma eravamo riuscite a trovare quella benedetta università, dopo ore e ore di ricerca al freddo gelido di quella città, che stavo già cominciando ad odiare.

Zia Meggie ci scorse quasi subito tra tutta quell’orda di gente e noi, naturalmente, trovammo lei là in mezzo.

In effetti era un po’ impossibile non notarla: gli unici Inglesi fieri della loro città natale avevano deciso di trasferirsi in Scozia, per un motivo che mi era ancora oscuro, ma continuavano a seguire le proprie origini fedelmente: ad esempio i cappelli all’inglese molto vistosi oppure il tipico tè delle cinque, che perfino noi non eravamo più soliti prendere.

“Bambine mie! Come mai questo ritardo? Avete trovato facilmente l’università? No perché volevamo dirvi di...” Il suo accento inglese era marcatissimo in una maniera quasi fastidiosa, probabilmente parlava così apposta per farsi riconoscere in mezzo a quella ‘marmaglia di scansafatiche’, come aveva, poco gentilmente, soprannominato gli abitanti di quella città.

Per non parlare della sua innata capacità di riuscire a fare un discorso completo senza lasciare nemmeno il tempo di intervenire al suo interlocutore, almeno una cosa era certa: con la zia Meggie non ci saremmo annoiate.

Ely la liquidò con un gesto della mano.

“Si, si non c’è stato alcun problema...” La sua capacità di mentire era quasi paragonabile alla mia, ma ero io quella con la faccia tosta in quella famiglia.

Lo sguardo preoccupato della zia, si trasformò in un sorriso caloroso di accoglienza.

“Oh! Sono contenta, care!” E ci abbracciò affettuosamente una ad una.

Lo zio, invece se ne stava in disparte, anche se ci guardava con occhi allegri e curiosi.

“Ma come siete diventate grandi! Oramai saranno... George, quanti anni saranno passati?”

“Più o meno tre.” Risposi, anche se non ero stata interpellata.

“Si, si!! Era Natale di tre anni fa, ora ricordo...”

Dopo di che incominciò con la sua parlantina interminabile e io non mi diedi nemmeno la briga di starla a sentire, tanto non ce n’era affatto bisogno.

Fissai, invece, mio zio: mi aveva sempre incuriosito il suo temperamento mansueto. Lui parlava pochissimo e diceva solo le cose indispensabili. Mi ero sempre chiesta come potessero convivere quei due, magari erano felicissimi perché la zia parlava per entrambi in casa.

Appena lo zio si accorse che lo stavo fissando, mi guardò a sua volta e io abbassai lo sguardo arrossendo.

Bene.

Cominciamo proprio bene.

“Su, ragazze non facciamo tardi per l’ora di cena!”

E, detto questo, la zia ci indicò la carrozza, nella quale mi affrettai ad entrare, ricordando solo in quel momento che avevo una gran fame.

Il viaggio non fu tanto lungo e nemmeno così spiacevole come quello precedente: i paesaggi erano davvero mozzafiato e, alla fine, la voce della zia era un buon sottofondo ai miei pensieri.

“Un giorno vi porteremo a fare un giro nelle Highlands... Sono bellissime! Diglielo, George!”

La sola risposta fu un grugnito di approvazione che ci fece sorridere tutte.

Quando vidi un cartello che recitava “Welcome to Broxburn” capii che eravamo effettivamente arrivati.

Quella consapevolezza mi spaventò un po’: avevo lasciato praticamente tutto per un posto di cui sapevo a mala pena l’esistenza.

Probabilmente all’inizio sarebbe stata molto dura, però ero sicura che quel cambiamento avrebbe portato a qualcosa di buono, anche se non sapevo ancora cosa.

“Charlotte?” Mi riscossi dai miei pensieri al richiamo della voce di Ely,

La guardai interrogativa, ma lei si limitò a fare un cenno con la testa e allora mi resi conto che la carrozza si era fermata: eravamo giunti a destinazione.

Mi sentii elettrizzata e il mio cuore cominciò a battere più velocemente: era finalmente l’inizio della mia nuova vita.

“Ragazze, vi devo assolutamente far conoscere due fratelli che sono venuti qui con la loro famiglia direttamente da Londra” la voce della zia si fece più squillante, anche se, subito dopo, si accorse che lì intorno potevano esserci orecchie indiscrete, per cui abbassò il tono “Sapete... Sono molto ricchi e, dovreste vederli, sono così carini!!”

Io alzai gli occhi al cielo, era un altro pallino tipico della zia: cercare in tutti i modi di sistemarci, rigorosamente con un Inglese, sia chiaro.

“Mmm... Si, uno potrebbe andare bene per Charlotte, ma anche per Elizabeth... No... Forse no, cara quanti anni hai?”

Elizabeth, senza fare nemmeno poi così tanto caso al discorso, intenta com’era a prendere le valigie insieme alla zio, rispose distrattamente “venti...”

“Oh, allora niente da fare... Però per Charlotte sarebbe perfetto... Cara...” Disse, subito, volgendosi verso di me e appoggiando la sua mano sul mio braccio. “Dovresti proprio conoscerlo! È un tesoro di ragazzo e poi...” Guardò prima lo zio, per non controllare di essere spiata, dopo di che mi fece un occhiolino malizioso “è bello da morire...”

“Ti sento, sai?”

Rimasi stupita del fatto che lo zio George avesse aperto bocca e ancora di più per il fatto che avesse fatto una battuta.

Io sorrisi, mentre la zia arrossiva tutta e ridacchiava come una ragazzina.

“Non ti preoccupare Charly!! Non darci una mano! Ce la facciamo benissimo da soli!”

Mi voltai verso Rose, che stava tentando di portare le sue numerose valigie, con un sopracciglio ironicamente alzato.

“Peccato! Stavo quasi per venire a darvi una mano, ma se non volete...”

“Oh ma non vi preoccupate, ci penserà la servitù a scaricare le valigie.”

Nello sguardo di Ely si leggeva esattamente ‘e cosa aspettavi a dircelo?’.

Già, la servitù. A volte dimenticavo che anche gli zii non se la passavano affatto male.

Comunque Meggie non voleva assolutamente far cadere il discordo dei misteriosi fratelli che, a parer suo, sarebbero stati perfetti per due di noi e, dal momento che Ely era stata esclusa, oltre me, l’altra candidata era proprio Rose.

“Oh, tesoro! L’altro ragazzo ha sedici anni, magari è ancora troppo piccolo per te...” Aggiunse rivolta finalmente alla mia cara sorellina e non più a me.

“Ma io ho quindici anni, zia...” Ribattè lei, evidentemente interessata più di me ed Ely al discorso.

“Oh già...” Intanto eravamo entrati in casa.

Beh, casa era decisamente un po’ riduttivo. Diciamo villa.

Già in confronto a casa nostra sembrava una reggia. Notai immediatamente il tipico arredamento inglese e non riuscii a trattenere un sorriso.

“Si, si, potremmo proprio farveli incontrare...”

Palesemente la zia non demordeva a farci in qualche modo interessare a ciò che stava dicendo, ma sinceramente quello di trovare un ragazzo era l’ultimo dei miei problemi.

“E come si chiamano?” Non avevo avuto dubbi riguardo al fatto che, invece, a Rose quel discorso sarebbe piaciuto.

Era tipico di lei: nonostante fosse ancora giovane aveva il pallino dei ragazzi. Nessuno aveva mai messo in discussione il fatto che fosse proprio carina e, mano a mano che cresceva, i ragazzi non facevano altro che riservarle sempre più attenzioni cosa che a lei non dispiaceva assolutamente.

Il problema era che spesso faceva la carina con qualcuno solo per ricavarne regali.

E ora provate a spiegare ad un’adolescente, che sa benissimo che grazie alla sua bellezza può ottenere tutto, che l’aspetto fisico non è tutto.

Bhe, io ci avevo provato e cinque minuti dopo rinunciato.

C’era da dire che almeno sapeva quello che voleva.

“Dunque... Il più piccolo dovrebbe essere Alexander... Mentre il maggiore Andrew...”

Wow... Chissà perché la cosa non mi interessava minimamente.

Intanto era arrivato un cameriere che aveva gentilmente preso le nostre valigie e ci stava facendo strada verso le camere da letto, accompagnato, ovviamente, dalla voce della zia.

“Bene... Scegliete quella che preferite...” Ci indicò tre stanze vicine, abbastanza simili tra loro, effettivamente.

Alla fine, riuscimmo a sceglierle quasi civilmente, dopo solo qualche litigio per quella in mezzo che era lievemente più grande delle altre.

Ovviamente quella me la aggiudicai io.

Con un sorriso trionfante varcai la soglia con la mia valigia, orgogliosa della mia nuova stanza.

Era spaziosa e luminosa: proprio quello di cui avevo bisogno: al centro troneggiava un enorme letto a baldacchino che mi presi subito la briga di testare.

Era morbidissimo e le coperte erano di un pallido azzurro, senza alcuna fantasia disegnata sopra.

Dopo essermi accertata che il letto fosse abbastanza comodo, mi alzai e mi diressi verso l’armadio e lo aprii: sì, decisi all’istante che era abbastanza spazioso per contenere i miei vestiti.

A fianco dell’armadio c’era un tavolino con uno specchio e una seggiola: proprio come avevo nella mia casa precedente: quello mi fece sentire un po’ più a casa in un luogo sconosciuto come quello.

Alla fine controllai anche la vista dalla finestra: si vedeva da lì l’immenso giardino e lo zampillio della fontana.

Sorrisi.

Quel posto mi piaceva molto.

Mi concessi qualche minuto per me stessa e rendermi presentabile per la cena.

Guardai la scrivania che avevo bellamente ignorato prima e mi accorsi che c’era un piccolo orologio: era ancora presto.

Così mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi con il sorriso dipinto sulle labbra.

Svuotai la mente per cercare di rilassarmi del tutto e quasi mi stavo per addormentare quando Rose bussò e mi informò che la cena era pronta.

 

Non appena fummo a tavola la zia riprese di nuovo il discorso che aveva interrotto prima, riscuotendo però poco successo.

Almeno per quanto riguardava me.

“E come è fatto, zia?” Invece Rose sembrava molto interessata a scoprire di più su questo misterioso Alexander.

“Dunque... Ha gli occhi della madre, come suo fratello... Azzurri ghiaccio, poi ha i capelli castani... Però se devo essere sincera, Andrew è decisamente più bello.” Mi lanciò un’occhiata per vedere se aveva destato il mio interesse, ma il mio sguardo rimase fisso verso il piatto da cui stavo prendendo il cibo.

“Oh, suvvia, Charlotte! Non dirmi che alla tua età non ti interessano i ragazzi!”

Non è che non mi interessassero i ragazzi, però non mi interessava quel genere di ragazzi.

Ovvero quelli presentati dalla zia.

“Massi, zia! Però non mi sembra un tipo fatto per me, ecco...”

Preferii modificare lievemente i miei pensieri, giusto per non offenderla.

“Tesoro, come puoi dire così se non lo conosci nemmeno?” Ribattè lei.

“Beh, se Andrew non interessa a Charlotte, per me ha un’età più che adatta, non credi zia?” Intervenne Rose.

Io sollevai un sopracciglio, come per dire che la cosa non mi faceva né caldo né freddo.

“Per me... Fai pure quello che ti pare...” Scrollai le spalle con noncuranza.

“L’acidona della famiglia si fa sempre riconoscere... Un ragazzo non ti farebbe proprio male, sai Charly?”

Giusto per darmi una mano Ely si era intromessa.

Io le sorrisi.

“Grazie per il consiglio... Ma sto benissimo così...”

Rose sollevò ironicamente un sopracciglio.

Non era la prima volta che affrontavamo discorsi del genere, ma, per quanto ci provassero, io non ero assolutamente disposta a muovermi dalla mia posizione.

Tutti, e sottolineo tutti, i ragazzi che avevo diciamo frequentato si erano rivelati degli emeriti idioti, non era mica colpa mia!

Dopo tutto lo volevo solo alto, bello, intelligente, simpatico, che fosse in grado di capirmi, cortese... Beh... Non chiedevo mica molto, no?

Ecco.

“Magari un giorno arriverà il principe azzurro sul suo cavallo bianco a prenderti...” Affermò Ely, come se avesse letto i miei pensieri.

Io arrossii, perché effettivamente sembrava proprio che io la vedessi così e a pensarci bene non sarebbe stato nemmeno male.

Ad ogni modo, preferii ritirarmi in un dignitoso silenzio e ignorare tutte le cose poco carine che le mie sorelle mi stavano dicendo.

“Su, ragazze! Non siate così dure con lei... Eppure io sono convinta che tu ed Andrew stareste proprio bene insieme.” La zia mi guardò come se si stesse immaginando me e questo ragazzo uno affianco all’altra.

Io sospirai: quel discorso si stava prolungando fin troppo per i miei gusti.

Finalmente ci fu un po’ di silenzio, ma sbagliai ad esultare subito, perché neanche un minuto sobbalzammo tutti dalla sedia, dopo che la zia batté le mani l’una contro l’altra, come se improvvisamente le fosse venuta in mente un’idea geniale.

“George!” Lo zio la fissò incuriosito, ma per niente sconvolto dall’urletto che aveva seguito il suo nome “Perché non organizziamo un bel pic-nic con i nostri amici, per dare il benvenuto alle ragazze!”

Chissà perché, ebbi la netta sensazione che tra i loro amici ci fossero anche questi Andrew e Alexander.

“Si, mi sembra una buona idea.” Lo zio, mantenendo la sua naturale compostezza e il suo decoro approvò l’idea.

“Ma zia non ce n’è bisogno...” Tentai io.

“A me piace come idea!” Mi interruppe la mia adorata sorellina, seguita a ruota da Ely

“Si, perché no?”

“Fantastico! Perché non farla già questo sabato”

Già, proprio fantastico!

Si prospettava un bel fine settimana.

 

 

Ciau! Ecco qui il primo cap! Spero vi piaccia, anche se per ora è un po’ noioso...

=D

Sono contenta che la mia ideuzza vi sia piaciuta!!

Tetide: Hola! Grazie per seguire anche questa fanfic... Sono contenta che ti piaccia! Un bacione!!

nikoletta89: Muchos grazias x tutti i complimenti!! Sono proprio felice! =D Già già, magari si riuscirà a mettere un po’ di luce sul nuovo mistero.

Un bacione!!

Ice Queen Silver: =D Muchos graziasssssss!!! Sono contenta che anche questa storia ti incuriosisca!

Un bacione!!

 

Alla prossimaaaaaaaaaaaaaa

Kissoni enormi a tutti!!

 

Mallow92
   
 
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