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Autore: Claudiac91    30/05/2018    1 recensioni
Anko Saito, trasferitasi col padre nella Prefettura di Kanagawa, si ritroverà ad affrontare una nuova vita. Scappando da vicende piuttosto dolorose, avrà a che fare con una nuova scuola, nuove conoscenze senza però mai allontanarsi dall'amore della sua vita : il basket.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Anko sapeva cosa l’aspettava una volta tornata a casa. Sua madre intenta a bere del thè verde seria e silenziosa nel salotto di casa e suo padre che, altrettanto silenzioso, la scrutava come intento a capire cosa potesse mai passare per la testa di sua moglie. Sembrava quasi che non si fossero accorti della sua presenza quando si bloccò sull’uscio della porta. Tra l’altro era umidiccia come un pulcino dal momento che, conclusa la partita contro il Kainan, era scoppiata una tempesta vera e propria ed ovviamente era sprovvista di un ombrello. Come probabilmente mezza città dal momento che quella giornata era iniziata con un sole splendente. Non era riuscita a parlare con Mistui e quindi scoraggiata se n’era tornata a casa con la coda tra le gambe, aspettandosi di trovare sua madre pronta per un nuovo confronto. Ebbe la certezza che si fosse accorta della sua presenza quando quella alzò lo sguardo sulla figlia ed inarcò un sopracciglio una volta constatato il suo status grezzo. A quel punto Anko attirò anche l’attenzione di suo padre che allungò di poco gli angoli della bocca quando i suoi occhi si concentrarono sui lunghi capelli della ragazza, completamene evaporati e le punte bagnate.
- Com’è andata la partita? – domandò sua madre tornando a concentrarsi sul suo thè fumante.
Anko sospirò. Ricambiò lo sguardo del padre che con un cenno del capo la incoraggiò, o forse ordinò, di rispondere.
- Abbiamo perso – rispose mogia.
La madre di Anko rise appena – Tesoro dovresti dire hanno perso. Tu non c’entri nulla dal momento che non giochi –
La figlia alzò gli occhi al cielo. Come poteva una donna che accudiva e ospitava ragazzi di ogni genere essere così puntigliosa con la creatura che aveva partorito?
- Anko è parte integrante della squadra – intervenne suo padre scrutando nuovamente con serietà la moglie – E’ quello che fa una manager -
- Vice manager Daisuke – lo corresse la donna  posando con nonchalance la tazza sul tavolo – Non ha neanche un ruolo principale –
- Mamma – s’intromise Anko con un tono che prometteva una sfida assicurata. Fece un paio di passi in avanti come un’attrice che voleva entrare del tutto in scena sul palcoscenico in mezzo agli altri attori che stavano fin troppo prendendo le redini del teatro
– Dove vuoi arrivare? Sei venuta qui per non so quale motivo e ti limiti a correggerci. Vuoi chiarire il punto della questione? –
Senza rispondere nell’immediato la donna allungò una mano verso la borsa firmata poggiata ai suoi piedi. L’aprì e frugandoci fece sbucare un paio di voucher rossi su cui c’erano stampate due enormi foto di un edificio. Li porse alla figlia che timidamente e timorosa li afferrò avvicinandosi più del dovuto a sua madre. Sbattè per un paio di volte le palpebre quando constatò che i voucher erano della scuola privata alla quale si sarebbe iscritta, se non fosse stato per il trasferimento a Kanagawa.
- Prima che scappassi dal pranzo – affermò la donna – volevo parlati della scuola che avresti frequentato. La squadra di basket femminile ha un nuovo allenatore. Un nostro amico dell’università. Sapeva che ti saresti iscritta e quando ha constato la tua assenza mi ha telefonato. Ovviamente gli ho spiegato per sommi capi che eri fuori con tuo padre e che avevi rinunciato alla scuola e al basket per un po’ -
Senza quasi fiatare Anko osservava sua madre con la bocca semi spalancata e ascoltava ogni singola parola come quando si guarda un interessante film di cui non si vuol perdere una battuta.
Compiaciuta anche se di poco di aver riconquistato l’attenzione della figlia, Kaori continuò
- E’ disposto a farti entrare in squadra senza dover fare alcun provino. Nel caso decidessi di tornare a Tokyo -
Gli occhi verdi di Anko si spalancarono. La parte di lei che per mesi aveva soffocato le stava facendo immaginare un film mentale vero e proprio. Le valigie pronte, la macchina che percorreva la strada verso Tokyo lasciandosi il mare alle spalle. La nuova squadra, la divisa, il campionato femminile. Un film che meritava tanto. Se solo avesse deciso di girarlo.
- Sarebbe una bella cosa – intervenne suo padre – Potresti tornare a giocare. E tutto tornerebbe come prima. -
Anko si voltò verso Daisuke – Anche voi due? –
Kaori sobbalzò appena, mentre il marito aprì di poco la bocca per la domanda che non si sarebbe mai aspettato in quel momento.
- Noi due? – chiese balbettando appena.
Anko annuì – Si papà. Se torno a Tokyo, tu torni con me? –
A quel punto Kaori sbuffò portandosi una mano sulla tempia destra e massaggiandosela.
L’espressione di Daisuke divenne seria. – No Anko –
Il film si era interrotto. La pellicola aveva smesso di girare. E così anche la fantasia della ragazza che, amareggiata, buttò i voucher sul tavolo.
- E’ una bella proposta mamma – affermò rivolgendosi nuovamente alla madre che alzò lo sguardo su di lei – Ma per ora non torno a Tokyo. -
La donna fece un amaro sorriso. – Lo immaginavo – replicò
Anko annuì, dopodichè le diede le spalle. Stava per dirigersi fuori dal salone quando il richiamo di sua madre la bloccò.
- Sei sempre stata una vincente Anko – le disse quasi con un tono di rimprovero – Quanto tempo credi di farcela lontana dai riflettori? -
Anko strinse i pugni e mordendosi il labbro inferiore, si costrinse a non rispondere. Così senza replicare, avanzò lasciando i suoi genitori soli.
 
***
Era da almeno un paio di giorni che sulla maggior parte della nazione le temperature erano rigidamente calate e il cielo sembrava voler restare capriccioso. Alla tv avevano parlato di un ritorno dell’ autunno che si sarebbe abbattuto prima dell’esplosione primaverile. Akira Sendoh se ne stava seduto al suo posto in aula durante la pausa pranzo, osservando il cielo velato di nuvole scure pensieroso. A causa di quel tempaccio non sarebbe andato a pescare e con il campionato ormai alle porte non avrebbe più trovato modo col passare dei giorni. Così doveva rassegnarsi del fatto che almeno fino all’estate non avrebbe dato spazio all’altra sua passione. A furia di pensare con lo sguardo fisso verso le nuvole, ma che in realtà era su un punto nel vuoto, stava ignorando non per sua volontà le persone a lui vicine che per più di una volta avevano cercato di risvegliarlo. Solo delle risate femminili riuscirono finalmente a destarlo.
- E’ tornato tra noi – affermò Koshino, il playmaker del Ryonan e suo compagno di classe.
Sendoh abbozzò uno dei suoi soliti dolci sorrisi e focalizzò lo sguardo sulle due ragazze accanto al compagno di squadra.
- E’ per questo che lo adoro – disse con tono squillante una delle due – Sempre così distratto e con la testa tra le nuvole. -
- Fa così anche quando state insieme? – la stuzzicò l’amica accompagnando la sua battuta con una risata seguita anche da Koshino.
- No per fortuna – replicò l’altra quasi con acidità – E’ presente quando sta con me –
Sendoh la guardò e le sorride. Poi spostò di poco la sedia e la fece accomodare sulle sue gambe. Quella tutta contenta accavallò le sue e gli cinse il collo col braccio. Era molto carina. Aveva un fisico asciutto e dei morbidi ricci castani. Erano stati quelli ad attirare l’attenzione dell’asso del Ryonan a primo impatto. Si conoscevano solo di vista precedentemente e di tanto in tanto si scambiavano un saluto dato che erano di due classi diverse. Ma quando quella senza alcun timore di un rifiuto lo invitò ad uscire, attirato anche dalla sua intraprendenza decise di frequentarla. E la cosa stava andando avanti da un po’, al punto che quella era andata ad assistere a qualche partita della sua squadra.
- Mi dispiace di non essere venuta ieri – aggiunse la ragazza sorridendogli radiosa – ma alla prossima ci sarò. Contro chi giocate? -
- Una squadretta da niente – s’intromise Koshino che nel frattempo stava gustando un dolce preparato dall’altra ragazza che aveva portato appositamente.
- Se continui ad ingozzarti di quella roba non correrai più un solo metro – incalzò Sendoh provocando le risa delle ragazze e il rossore sulle guance di Koshino.
- Oh sta zitto – replicò quest’ultimo a bocca piena – Con quello che bruciamo me lo merito –
- Beh il Kainan non sarà una squadretta da niente – continuò Sendoh mantenendo il sorriso – cerca di bruciare più del solito –
- Ma se non sappiamo nemmeno se vincerà la prossima! – esclamò il playmaker del Ryonan.
- Figurati se non vince – intervenne la ragazza seduta sulle ginocchia di Sendoh – punterà alla vincita del campionato –
Sendoh rise – Sei diventata praticante del basket ora? – le domandò
- Chissà perché – replicò quella maliziosa e schioccandoli un bacio a stampo.
- Contro lo Shohoku stava pareggiando. Se non fosse stata per la stronzata di Sakuragi – affermò Koshino finendo le ultime briciole del dolce
- Chi? – chiesero in coro le ragazze
- Uno dello Shohoku – si limitò a rispondere Koshino noncurante. – Ed è molto probabile che ce li ritroveremo davanti alle palle –
Sendoh sospirò pensando ai possibili gironi di campionato se nel caso si fossero ritrovati lo Shohoku. Avevano buone speranze contro il Kainan, ma se la partita non fosse andata come nei loro piani, la squadra di Sakuragi sarebbe apparsa loro davanti. La sua mente vagò ripensando ai grandi miglioramenti fatti dal ragazzo coi capelli rossi e a come Rukawa stesse mostrando ad ogni partita la sua abilità. Era di lui che si preoccupava maggiormente. Oltretutto il campione dello Shohoku aveva una grande sete di sfida contro la sua persona. Si chiedeva come un tipo del genere potesse praticare uno sport di squadra. Ed ecco che stava nuovamente per assentarsi poiché, mentre i suoi amici chiacchieravano, la sua mente andò a pensare alla mascotte dello Shohoku. Quella ragazza che aveva visto solo un paio di volte aveva catturato la sua attenzione e da un lato gli doleva ammetterlo. Sapeva che quella stesse con Hisashi Mitsui dato che li vide baciarsi. E non aveva mai mostrato un interesse particolare nei suoi confronti. Il che non gli aveva dato da pensare più di tanto. Eppure quando le era stato vicino l’ultima volta che la vide avrebbe voluto afferrarla e baciarla. Ma non un bacio qualunque come quello che gli era stato dato poco prima. Uno di quelli seri.
- Kainan o no – lo destò nuovamente la sua ragazza – Akira aprirà il culo a tutti -
E senza aspettare che dicesse qualcosa gli inficcò letteralmente la lingua in bocca.
 
***
 
 
Mitsui non era riuscito a tenere il muso ad Anko per più di un paio di giorni e finalmente le cose tra loro sembravano essere ritornate come prima. Nonostante ciò la ragazza sentiva come un sesto senso dentro sé. Egli era lo stesso di sempre, ma vari dubbi e domande a volte tornavano a tormentarla e si stesse chiedendo se non erano altro che le sue solite paranoie o sensazioni che avrebbero portato a qualcosa di drasticamente concreto. Per tal motivo spesso si stava dando fisicamente da fare con lui più del dovuto quando si trattava di effusioni e la cosa stava compiacendo il ragazzo che fino a poco tempo prima le aveva proposto senza mezzi termini di andare a letto insieme. Pensava che così facendo sarebbe riuscita a tenerlo vicino a sé e che prima o poi quelle paranoie si sarebbero volatilizzate come era già accaduto in precedenza. O almeno così sperava. Quanto alla squadra, sembrava aver ritrovato la serenità e l’unione dopo l’amara sconfitta contro il Kainan. A risollevare l’umore era stata anche la punizione che Hanamichi si era dato rasandosi del tutto i capelli. Quando Anko lo vide col suo nuovo look non si era data alle risate pazze com’era stata invece la reazione dei suoi compagni. Tutt’altro. Pensò che quel taglio aveva reso il rossino molto più carino. La chioma di prima non dava spazio ai lineamenti del ragazzo che si scoprirono molto più delicati di quanto si potesse credere. Anche Haruko apprezzò la cosa e chissà che non avesse scosso qualcosa in lei. Ma a giudicare da come osservava ogni volta Rukawa, non c’erano ancora speranze. La madre di Anko se n’era andata il mattino dopo la sua venuta Kanagawa e aveva lasciato un biglietto alla figlia con la scritta “ Pensaci “ e i due voucher vicino. Non aveva parlato con nessuno della proposta e non aveva intenzione di farlo. Soprattutto dopo le sensazioni che cominciava a sentire nei confronti di Mitsui. Durante uno dei soliti pomeriggi di allenamento seguiva distrattamente la partita matricole contro allievi superiori e a malapena appuntava sul suo quaderno. La sua attenzione era rivolta al suo ragazzo che, ad ogni tiro da tre punti realizzato, si voltava verso di lei regalandole un occhiolino e un sorriso malizioso. A ciò ella ricambiava sorridendo a malapena e timidamente, ma dentro di sé stava maturando una certa idea. Ad allenamento concluso si diresse in direzione di Mitsui che stava raccogliendo le palle da basket insieme a Myagi poco distante da lui.
- Hey – lo richiamò avvicinandosi
- Hey – ricambiò lui sorridendole – Sono sudatissimo meglio se non ti bacio –
Myagi che aveva capito il momento romanticismo tra i due si congedò dirigendosi dalla sua adorata Ayako.
- Ho pensato una cosa – affermò lei osservandolo serio. Sapeva che non doveva girarci troppo intorno e che sarebbe dovuta giungere al sodo.
Mitsui inarcò un sopracciglio curioso – Sarebbe? – chiese.
Anko sospirò. Si diede qualche secondo di tempo prima di sputare tutto fuori
- Voglio farlo con te -
 
*** Continua ***
 
Era da un po’ che non scrivevo. Ho avuto una sorta di blocco causa pure impegni tra lavoro e università. Ma come si suol dire e come ribadisco spesso “ Meglio tardi che mai”. Spero che questo capitolo via sia piaciuto. E prometto di fare il possibile per aggiornare quanto prima. Un bacio a tutti, A chi recensisce, mi scrive in privato o a chi semplicemente si limita a leggere. 
   
 
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