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Autore: LoliRoxDanceMoon    02/06/2018    0 recensioni
Tutti lo credevano morto. Sepolto nel bel mezzo del Tartaro.
Ma è tornato, insieme a Queen Chrysalis, che in contempo credevano non sarebbe più tornata, dopo la sua sconfitta da parte dell'allieva di Princess Twilight Sparkle: Starlight Glimmer.
Ma si sono alleati, Sombra è adagiato dal nuovo Alveare della Mutante e la Mutante si sente indistruttibile con i schiavi ipnotizzati dal Tiranno.
Quest'ultimo poi, ha rapito i personaggi più influenti del Regno, come Twilight e i suoi amici, una certa Ivana Breaksweet e le Principesse Alicorne, le quali sono state torturate in malo modo.
Equestria ormai appartiene a loro.
Ma Re Sombra ha fatto un grande sbaglio prima di salire salire al potere, che potrebbe segnare la sua Dittatura.
Volete sapere quale? Leggete e scoprirete tutto sul Tiranno più amato di sempre.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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La mattinata era abbastanza nuvolosa, con un leggero vento che rabbrividiva la pelle.
Probabibilmente gli abitanti di Nuvola City avrebbero organizzato un bel temporale pomeridiano, visto che Equestria stava per accogliere l'equinozio autunnale.

Quella stessa brezza, spostava un paio di tende viola appese ad una finestra di uno degli arredamenti dei Pilastri di Equestria.

All'interno di questa stanza c'erano tante piccole bottiglie di vetro, contenenti ognuna liquidi di colori diversi.
Erano appoggiate o su mobili o scaffali di legno e al centro della casetta c'era un enorme letto, che sembrava portare due pony abbracciati.

Uno di questi era davvero uno stallone enorme, con il manto ceruleo, gli occhi azzurri e la criniera e la barba folta beije scuro, con qualche piccola ciocca chiara.

L'altra era una giumenta bellissima, anche lei con il manto azzurrino e gli occhi chiari, con una lunga criniera rossa e riccia.

Lei era dietro la schiena di lui e dormiva tranquillamente, mentre lo stallone si era già svegliato da un pezzo, ma sentiva il dolce respiro della giumenta sulla sua pelle e non voleva disturbarla, anche perché era piacevole quella sensazione.

Ma poi, la pony si svegliò e si stiracchiò e solo allora lo stallone si mosse per guardarle il volto.

Si sorrisero e lui la fece salire sul suo grosso petto "Buongiorno bellezza."

"Buongiorno, ma io non sono bellezza, sono cura. Mia cara forza." Rispose ironicamente la giumenta, baciandogli le labbra.

"Non dirlo a Mistmane, ma credo che tu sia la più bella di tutti."

"Tu dici?"

"Si. Ho occhi solo per te, Meadowbrook."

La giumenta sorrise con timidezza, mentre la sua faccia diventava rossa per tutti quei complimenti "Smettila, Rockhoff."

Lo stallone sorrise, la amava quando faceva così.

Dopo un po' di carezze e bacini qua e là, Meadowbrook scese dal letto e pettinò i suoi capelli davanti allo specchio, raccogliendoli in una lunga coda verticale e legandole con un fazzoletto beije.

Dopodiché, si mise il suo solito gonnellino verde, abbinato al suo girocollo marrone e al suo bracciale allo zoccolo. Rockhoof nel frattempo la guardava dal letto.

"Sai, è meglio se non t'incanti mentre mi guardi prepararmi per la giornata: hai anche tu molte cose da fare." Affermò Meadowbrook.

"Cosa dovrei fare? Oggi ho gli allenamenti come ieri e l'altro ieri ancora con le Guardie Reali. Poi andiamo a girovagare per la Foresta ad uccidere qualche bestia, nulla di così originale." Rispose annoiato lo stallone, mettendosi a pancia in sù e guardando il soffitto.

"Beh, è il lavoro che dovete svolgere voi Guerrieri."

"Lo so. Io intanto non vedo l'ora che arrivi quel fatidico giorno, quando le Principesse si saranno riprese e tutti noi potremo assaltare Canterlot. Ci sarà da divertirsi!"

"Non è facile come pensi: abbiamo pochi soldati dalla nostra parte e sono gli unici che sono riusciti a sopravvivere dalla follia di Re Sombra: ha fatto tagliare la gola a tutti i Legionari che avevano una mente meno domabile, così quelli meno forti avrebbe potuto comandarli."

"Già. Ad un mio amico gli hanno ucciso il fratello, mentre ad un altro il cugino. Vogliono vendicarsi di quel viscido."

"Non sono gli unici due. Molti ce l'hanno con il Tiranno."

"Per questo, non vedo l'ora di ucciderlo una volta per tutte."

"Spero che Starswill trovi città che siano a nostro favore e vogliano rischiare la vita come noi."

"Mai perdere la Speranza, come dice Somnambula."

"Già."

All'improvviso, qualcuno bussò violentamente fuori la porta, facendo trasalire i due pony "MEADOWBROOK! MEADOWBROOK!"

"Oh, questo è Stygian." Disse la giumenta, dirigendosi verso la porta per aprirla.

Non appena girò la maniglia, Meadowbrook fu spinta a terra da un giovane e magro Pony di Terra, col manto grigio e la criniera a caschetto verde acqua, con due occhi azzurri come il mare.

Egli sembrava molto agitato e impaurito e supplicava Meadowbrook "Devi venire immediatamente fuori! Sono arrivate delle giumente dal Castello di Canterlot in condizioni misere! E non immaginerai mai chi sono!"

Rockhoff sbarrò gli occhi, assieme alla fidanzata, che dopo essersi ripresi seguirono Stygian.

Intanto a Canterlot...

La famiglia reale si era riunita per fare colazione. Il tavolo era in ordine, preparato e pieno zeppo di roba squisita come frutta, succhi e latte.

Sombra era al capotavola e alla sua sinistra aveva sua moglie Chrysalis, con davanti le due figlie, Termus e Acquarium.

La prima mangiava il suo pasto con gli zoccoli, facendo cadere anche qualche macchia sul suo manto, ma a lei sembrava non importare.

La seconda invece era più attenta, con il fazzoletto attaccato alla gola e con la magia del suo corno usava le posate adeguate per mangiare la sua colazione.
Ma questa sua attenzione, non la fermò a criticare la sorella "Sai Termus, esistono la forchetta e il coltello, non è difficile usarli. Evita di mostrare la tua goffaggine e sii un po' più elegante."

"Capisco il tuo ideale, Acquarium. Ma almeno, quando siamo soli in famiglia, vorrei cercare di essere più naturale possibile." Rispose seccata Termus, mentre la sorella minore sospirava annoiata.

"A volte faccio fatica a credere che tu sia del mio stesso sangue."

"Mi faccio la stessa domanda."

"Sono felice di non vivere nella tua vergogna."

"E io di non essere come te."

"La finite di insultarvi a vicenda?" Domandò con voce severa Sombra, facendo abbassare le orecchie ad Acquarium ma non a Termus.

"E' stata lei che ha cominciato." Disse difendendosi.

"Tu non continuare."

"Ma padre..."

"Anche se è stata acida, ha pienamente ragione: non sai stare nel tuo posto e questo è grave per una futura Regina."

"Per essere Regina non basta solo sapersi comportare in modo adeguato."

"Ma una Regina è nota anche per il suo aspetto fisico. So che non ti piace il tuo ruolo e vorresti essere una sguattera come i tuoi compagni. Ma cerca almeno di saperti controllare e di non combinare guai. Fallo almeno per me e tua madre."

Termus posò gli occhi sul volto di Chrysalis, che la fissava con un sorriso rassegnato.

Poi, la figlia maggiore sospirò e disse "Va bene, padre, se è questo che vuoi."

"Mia Regina, ci sono delle lettere per voi." Affermò una domestica, che si avvicinò alla Tiranna, che con la magia del suo corno prese la sua posta.

"Da dove vengono?" Domandò curioso Sombra.

"Credo che la prima venga dal Regno dei Mutanti." Rispose la Changeling, aprendo la busta e leggendo il contenuto del foglio. 

Una volta fatto questo, la Regina ebbe un triste sospiro.

"Cos'hanno detto?"

"Non vogliono stringere alleanze con noi..."

"Che branco di canaglie!" Esclamò il Re delle Ombre, sbattendo uno zoccolo sul tavolo.

Chrysalis chiuse gli occhi amareggiata: erano già due anni che provava a stringere un rapporto con quelli che erano i suoi ex sdudditi, ma ad ogni proposta, loro rifiutavano. A volte non rispondevano nemmeno. 

"Sei stata troppo buona con loro." Disse Sombra, bevendo una limonata "Non torneranno nel passato, hanno cambiato vita. Dovevamo distruggerli, non ti servono a nulla, hai i nuovi Mutanti al tuo fianco."

"Rimangono sempre miei figli." Rispose con voce interdetta Chrysalis, guardando il Tiranno, che sospirò.

"Lo so."

"Credi che debba smettere di insistere?" Chiese triste la Changeling.

Sombra chiuse gli occhi pensieroso, non sapendo cosa dire "Sta a te decidere."

"Mh..."

"Mamma, quell'altra busta ha un colore davvero particolare. Secondo me è speciale." Si intromise Acquarium, facendo riprendere un po' la madre.

Quest'ultima mise da parte il foglio dei Changeling e con la magia strappò la seconda busta, che era rosa brillantinata e dentro conteneva un pezzo di carta giallastro con una scrittura molto fine ed elegante.

"Che c'è scritto? Che c'è scritto?" Domandò curiosa Acquarium.

"Oh," Mormorò Chrysalis, sorridendo dolcemente "due giorni fa avevo chiamato una sarta per farci prendere le misure e scegliere un abito in occasione del Gran Galà che si terrà tra pochi giorni."

"Galà? Che Galà?" Domandò inorridita Termus, che quando sentiva quella parola un brivido le percorreva la schiena.

"Beh, sono passati sei anni da quando tuo padre ha preso il comando di Equestria. E bisogna festeggiare." Rispose la Regina dei Changeling, mentre ad Acquarium le si illuminavano gli occhi dalla gioia.

"Quindi, stai dicendo che faremo una festa? E indosseremo gli abiti?" Disse quasi incredula, mentre sua madre annuiva con un sorriso.

"Che qualcuno mi imppicchi." Disse invece Termus, battendo la testa sul tavolo, sentendo la voglia del suicidio invaderle l'anima: per lei Galà significava stress, abiti scomodi e tante tante facce false con pony che nemmeno conosceva.

"E' così e mi raccomando: ora che siete più grandi vi voglio più mature e responsabili. Chiaro, Termus?" Affermò Sombra, guardando con sguardo un po' minaccioso le due figlie, soprattutto Termus.

"Non ti deluderò, padre..." Rispose con voce rassegnata la primogenita, per poi pensare "Perché sono nata in questa famiglia?"

"Quando verrà? Quando verrà?" Domandò ansiosa Acquarium.

"Qui c'è scritto che verrà oggi."

"VOGLIO MORIRE!" Strillò Termus, svenendo a terra.

"Termus." Sombra stava veramente per punirla.

"Lasciala stare, tesoro. Se ne farà una ragione." Disse ridacchiando la Regina Tiranna, poggiando uno zoccolo su quello del marito.

Nel frattempo...

"Davvero sono loro?" Domandò Meadowbrook correndo assieme a Stygian.

"Si, all'inizio non ci credevamo ma alla fine le abbiamo riconosciute e sono davvero mal ridotte." Rispose il giovane Pony di Terra "Non sono nemmeno coscienti, le abbiamo messe nei capannoni dei malati."

"Avete fatto bene. Non devono prendere assolutamente freddo."

I due corritori raggiunsero il villaggio con le capanne ed entrarono in una di questa, che era abbastanza affollato.

Meadowbrook vide quattro giumente quasi morte su dei letti.

A fianco ad una di queste c'era Starswill.

La pilastra si avvicinò al suo compare, chiedendogli "Chi sono?"

L'Unicorno la guardò negli occhi e con tristezza rispose "Twilight e alcune delle sue amiche."

Un gemito sconvolto si propagò per tutta la stanza, mentre alcuni pony stavano per piangere.

Meadowbrook rimase basita, per poi riguardare le poverette e dire "Dobbiamo aiutarle, o moriranno. Stygian, torna nella mia casa e prendi dell'acqua calda e delle ampolle con dei liquidi viola e gialli. Non c'è tempo da perdere!"

Stygian annuì ansioso, uscendo fuori dalla capanna facendosi largo tra i presenti.

"Voi altri dovete uscire, abbiamo bisogno di calma e concentrazione per curarle tutte e quattro." Affermò Starswill ai pony del villaggio, che alzarono un coro di disapprovazione.

"Non puoi mandarci via. Dobbiamo assicurarci che i nostri Elementi dell'Armonia stiano bene." Rispose arrabbiato uno stallone dal manto arancione.

"Meadowbrook è competente su queste cose e non dubito che non riuscirà a salvarle. Ma ha bisogno di calma e solitudine per lavorare. Con il caos potrebbe fare qualche errore e allora si che la vita di quelle giumente sarebbe appesa ad un filo."

"Non ce ne andiamo, restiamo qui."

Le parole del povero Unicorno non riuscirono a convincere gli abitanti del villaggio, che sembravano sempre più irritati e disponibili a fare polemiche.

"Starswill ha ragione." Si intromise però, una soave voce femminile e i presenti scioccati girarono la testa per guardarne la fonte: Queen Galaxia, che continuò "Se tenete così tanto ai vostri Superiori, dovete lasciare che chi ha bisogno di loro possa fare il suo dovere."

"Oh, non ci eravamo resi conto della gravità della situazione, Vostra Maestà. Leviamo subito il disturbo e torneremo a trovare le giumente più tardi." Replicò ossequiosamente un altro stallone, che assieme ai suoi amici, si allontanò lentamente e si diresse verso l'uscita.

Starswill rimase sconvolto da come Galaxia sia riuscita  a cacciarli via "Si può sapere come hai fatto?"

L'Alicorna dal manto bianco ridacchiò "Abitudine, mio caro amico."

Il mago abbassò le orecchie imbarazzato: non era mai stato bravo a farsi obbedire, Galaxia invece era davvero autoritaria.

"Entrambe hanno la febbre molto alta, spero che Stygian arrivi subito. Stanno davvero male." Affermò professionalmente Meadowbrook, prendendo delle pezze.

All'improvviso, Twilight cominciò ad agitarsi e a lamentarsi nel sonno "Oh...ragazze, perché l'avete fatto? Perché ci avete tradite?"

"Cosa sta dicendo?" Chiese Galaxia.

"Nulla di sensato, sta solo delirando."

"Re Sombra...Fluttershy...no...non berlo, te ne pentirai..."

Starswill ebbe un sussulto: aveva detto Re Sombra "Sei sicura? Non è normale  che mormori nel sonno il nome di quel verme."

"Entrambi sappiamo benissimo da dove vengono. Probabilmente starà sognando ancora di essere là."

"Povere anime. Cosa avranno dovuto patire per colpa di quell'infame." Affermò dolcemente Galaxia, poggiando uno zoccolo sulla fronte di Twilight, per poi ritirarlo velocemente "E' bollente."

"Se Stygian non arriva con la cura e l'acqua calda non posso fare niente. Spero arrivi subito..." Disse con tristezza Meadowbrook, tenendo la testa a Rarity, che si lamentava anche lei nel sonno.

"Anche io. Galaxia, ma dove sono le tue figlie? Non avranno la minima idea di chi c'è qui." Domandò Starswill.

"Celestia è andata a fare una passeggiata. Ha detto che sarebbe rincasata subito. Me lo auguro, la Everfree Forest è piena di pericoli." Rispose la ex Sovrana di Equestria.

"Capisco. E Luna?"

"Luna credo che sia ancora nei suoi appartamenti. Ieri la vedevo molto stanca, credo stia riposando."

"Dopo andremo a cercarle entrambe. Ma adesso preoccupiamoci di loro..."

Intanto...

In una grossa caverna della Foresta, c'era Princess Luna, che dormiva beatamente su un sasso, avvolta da una coperta.

Aprì gli occhi e si stiracchiò, mentre qualcun altro la guardava svegliarsi.

"Mh...oh, Jack, dove sei?" Chiese un po' impaurita l'Alicorna dal manto blu.

"Dietro di te, Principessa." Rispose con un mezzo sorriso l'interessato, facendo girare Luna dall'altro lato, che sospirò di sollievo "Credevi ti avrei lasciato da sola?"

"N-n-no...affatto. Ma credevo che qualche altra creatura mostruosa ti avesse catturato." Rispose la Co-regante di Equestria.

"Beh, sono qui piccolina. Non ho dormito per tutta la notte solo per proteggerti da eventuali mostri di questo posto."

"Cosa?" Esclamò sconvolta Luna, mentre Jack si avvicinava a lei e l'aiutava a scendere dal sasso "Jack, starai morendo di sonno."

"Nah, solo un po' stanco."

"Jack, tu devi riposarti, sei una Guardia Reale!"

"Proprio perché lo sono, devo sempre stare allerto e difendere chi è sotto il mio scudo da ogni male possibile."

Luna abbassò le orecchie dispiaciuta "Scusa, non dormi per colpa mia."

"In effetti è vero, non riesco mai a conquistarti e questo non aiuta a stimolarmi il sonno."

Luna arrossì dalla vergogna: quello stallone era davvero un adulatore.

"Comunque, sarà meglio inccamminarci. Gli altri saranno preoccupati."

"Si, andiamo."

Dopo essersi sistemati, Luna e Jack uscirono dalla grotta e camminarono a passo lento.

I due si godevano l'aria fresca di quel bosco, fatto di alberi e cespugli di ogni tipo.

Il cielo piano, piano, si svestiva di quelle nuvole che coprivano il sole e presto avrebbe assunto il suo normale colore azzurro pastello.

Ma mentre passeggiavano, la Principessa e la Guardia passarono accanto ad un fosso, che Luna ricordò benissimo...

Infatti si fermò a fissarlo, con una grande malinconia nel cuore.

Si avvicinò ad esso e vide quel dannato cespuglio sempre al suo solito posto.

"Luna?" La chiamò Jack, ma lei non lo rispose: era troppo assorta nei suoi pensieri, seduta al bordo di quel fosso.

Lo stallone si avvicinò all'Alicorna dal manto blu, poggiandole uno zoccolo sulla spalla "Non ti fa bene restare qui."

"Lo so. Ma voglio restarci, è l'ultimo posto in cui sono rimasta con lei, prima che me la strappassero..."

Jack sospirò, sedendosi accanto a lei e fissando anche lui il cespuglio "Tu eri stesa lì vicino, non è così?"

Luna annuì "E lei piangeva che voleva il latte...ma io non potevo darglielo...poi è arrivata Chrysalis con i suoi Mutanti e...il resto già lo conosci..." e le lacrime scesero da sole, mentre singhiozzava silenziosamente.

Il Pony di Terra la strinse a sè e Luna ne approfittò per piangere sul suo petto "Posso solo immaginare come ti abbia spezzato il cuore quella sgualdrina."

La Principessa della Notte sniffò.

"Ascoltami..." Disse dolcemente Jack, alzando il capo dell'Alicorna, che aveva gli occhi pieni di lacrime "devi avere pazienza, solo un altro po'. E li ucciderai tutti: Sombra, Chrysalis, le sue figlie, tutti! E Stella sarà di nuovo tua e nessuno più vi separerà."

Luna sospirò, asciugandosi il volto pieno di lacrime "Lo so. Ma ho sempre paura che possa andare tutto storto, magari perderò mia figlia per sempre e lei non mi avrà mai conosciuta."

"Non succederà. E' un'Unicorna mortale, questo è vero, ma dentro di lei sai quanto potere ha e sai che è forte." Affermò con enfasi il Pony di Terra dal manto blu, facendo fare un mezzo sorriso di sollievo a Luna "Lei è Princess Stella, la figlia della Principessa della Notte e sua erede al Trono Notturno."

La Co-regnante di Equestria sorrise di più dopo l'ultima frase di Jack, che rimase soddisfatto del suo lavoro "Basta poco per farti tornare il buon umore, vero Principessa?"

"Haha, si, forse è così."

"Ti prometto che non soffrirai mai più, perché non lo meriti..." Le sussurrò poi ad un orecchio, facendo rimanere Luna un po' sorpresa.

I due si guardarono intensamente negli occhi, scrutandosi entrambi.

La Principessa della Notte aveva sempre pensato che gli occhi di Jack fossero di un azzurro particolare, ma ora che era proprio vicino a lui, li vedeva ancora più chiari, come se fossero nudi di tutti i sentimenti che provasse. Probabilmente li stava trasmettendo ai suoi.

La Guardia Reale era incantato non solo dal colore degli occhi dell'Alicorna, ma dalla finezza e dalla femminiltà che possedevano. Le stelle non erano nulla in confronto a loro.

Erano vicinissimi, l'uno attaccato all'altra e il comando di separarsi non funzionava in nessuno dei due...anzi, volevano che fossero sempre più a contatto.

Gli zoccoli si mossero da soli.

Luna posò uno zoccolo dietro la nuca di Jack e lui fece passare il suo lentamente sulla pancia fino ad arrivare alla schiena.

Fu il turno dei due musi, quando stavano per chiudere i pochi millimetri di distanza tra loro.

Gli occhi di entrambi cominciarono a chiudersi e le lingue stavano per toccarsi.

Erano diventati un unico pony, abbracciati così forti, che ora sembravano entrambi a proteggersi.

Le labbra stavano per darsi un lento e passionale bacio, ma in un lapsus, Jack si allontanò, mentre Luna rimase un po' basita "Luna..." Disse lui un po' confuso, sapendo benissimo di averla amareggiata "si sta facendo tardi, sarà meglio tornare al villaggio. Penso che gli altri si saranno già accorti della nostra assenza."

"Oh...d'accordo..." 

E come se non fosse successo nulla, la Principessa e il Legionario ripresero la loro strada, sparendo per la fitta flora della Foresta.

Il cielo intanto, perse quel po' di azzurro che le nuvole gli avevano dato e assunse un colore grigio, segno che stava per iniziare una forte tempesta.

Il vento si alzò, spostando le foglie degli alberi e qualsiasi altra cosa leggera che si trovava nei paraggi.

Anche a Canterlot il tempo stava per peggiorare e ciò allarmò un poco il capo della servitù del castello, che aveva bisogno di compere per la cena della famiglia Reale.

"Per la miseria, sta per arrivare un fortissimo acquazzone!" Esclamò Lorys innervosito, guardando il cielo dalla finestra di camera sua "E adesso come faccio? Non posso mandare i miei pargoletti con questo tempo. Si prenderanno un brutto raffreddore."

"Sta tranquillo Lorys, anche se piove vado lo stesso al mercato." Affermò una dolce voce infantile alle sue spalle, facendolo girare di scatto.

Vide la sua piccola Lacey indossare un mantello beije col cappuccio.

"Te lo puoi anche scordare, non lascerò che un temporale ti faccia salire la febbre." Protestò l'anziano stallone.

"Sono allergica alla febbre, lo sai." Rispose sarcasticamente l'Unicorna.

"Solo perché non ti ammali quasi mai, non significa che tu ne sia immune. E' fuori discussione, andrò io al mercato a comprare gli ingredienti per la cena di stasera." Lorys, con la magia del suo corno, prese il suo mantello e lo inddossò con fare frettoloso.

"Ma..."

"Non preoccuparti, tu rimani qui e dai un'occhiata ai mobili del corridoio o della cucina. Controlla se hanno bisogno di una spolverata." Detto questo, l'anziano Unicorno si diresse verso l'uscita della camera, ma un colpo di tosse lo fece bloccare e piegare in due.

"Hey!" Lacey corse accanto al suo genitore adottivo, sostenendolo con la schiena "Sei tu quello malato." Affermò.

"No, è solo un po' di tosse e..." Prima che terminasse la frase, lo stallone fece un grosso starnuto, per poi ritornare a tossire.

La puledrina rimase sconvolta, poi allungò un suo piccolo zoccolo e lo poggiò sulla fronte del capo della servitù "Ti sta salendo la febbre, hai preso troppo freddo."

"Non è nulla di che, tranquilla."

"Lorys, lascia andare me, sto bene e cercherò di non prendere freddo."

"Ma..."

"Ascolta, se adesso uscirai, stasera starai peggio e tutti noi abbiamo bisogno di te. Te lo chiedo per favore, rimani qui."

Lorys sospirò tristemente: da quando la sua piccola Lacey aveva preso quel dannato vaiolo, era diventato molto più protettivo con i suoi puledri. Anche un semplice raffreddore lui li lasciava riposare per tutta la giornata.

"Mh, ti arrabbi se ti chiedo di andarci tu?" Chiese in imbarazzo l'anziano stallone.

"Sono io a chiedertelo. Mettiti a letto e riposa, che tra poche ore devi andare in servizio." Rispose con un sorriso Lacey, mentre si copriva il capo con il suo cappuccio.

"Oh, va bene."

"Allora a dopo! Sta tranquillo." E la piccola puledrina aprì la porta della camera, per poi uscire e chiuderla di nuovo.

"Per tutti i pony...ho lasciato che un mio pargoletto uscisse con un tempaccio del genere...se le succede qualcosa è tutta colpa mia."  disse a sè stesso il povero Lorys, sedendosi al bordo del letto e sospirando "Ahimè, cosa deve sopportare il vecchio cuore di un povero stallone?"

Intanto, Lacey camminava saltellando per l'uscita del Castello e quando arrivò davanti al portone c'erano due Guardie Reali, uno era pony e l'altro Changeling.

Questi le aprirono e lei finalmente uscì, correndo allegramente per i giardini.

L'Unicorna si sentiva felice quando si allontanava da quel Castello, lì dentro era fin troppo cupo e oscuro.  

Le strade della ricca città di Canterlot erano colorate e affolate, anche con la pioggia che stava per bagnarle.

Tirava un forte vento, che per poco non spazzava via Lacey, che teneva fermo il suo cappuccio.

"Wooooh, prendiamo subito questa roba così non rischierò di volare senza ali." Pensò ad alta voce la serva, dirigendosi al mercato per comprare la frutta e mettendosi in fila.

Di sua grande sfortuna, la fila era molto lunga e il venditore era uno solo e non riusciva a completare in tempo le ceste di frutta.
 
"Avanti, non abbiamo tutto il giorno, qui sta per cominciare un forte acquazzone e ho due bocche da sfamare a casa!" Esclamò arrabbiato un giovane stallone, spazientito per la folla che c'era e l'incredibile lentezza del fruttaiolo.

Lacey scrutò quest'ultimo e le si spezzò il cuore quando vide che era molto simile al suo Lorys, non solo per l'età che mostrava, ma anche per la gentilezza che aveva con gli altri, anche se loro non lo erano affatto e lo trattavano male.

"Povero vecchietto...mi fa una tenerezza..." Pensò tristemente, coprendosi il muso.

"Coraggio vecchio, muoviti! O ti faremo frustare dal Re in persona!" Esclamò aggressivamente un altro stallone, guardando la vittima abbassare le orecchie impaurito.

"Sentite, pony, io ho una certa età, non potete minacciarmi solo perché la vecchiaia poco a poco mi divora." Affermò tremando lo stallone.

"Non penso che sia la vecchiaia a farla rallentare, caro fruttaiolo. Tuttavia lei è di Ponyville, e si è sempre saputo che lì i mercanti sono scarsi e poveri. Per questo non ha aiutanti. Io preferisco andare da un'altra parte, magari la frutta è anche più buona." Disse una giumenta vestita in modo raffinato e con un'espressione da snobbetta, che girò i tacchi e se ne andò, mentre altri pony approvavano la sua affermazione e la seguivano.

Poco a poco, la folla sparì e le uniche che rimasero davanti al fruttaiolo furono Lacey e un'altra puledra che sembrava avere la sua età, anche lei incappucciata ma da un mantello rosa.

La seconda si avvicinò al bancone di legno e porse una moneta d'oro all'anziano, che per poco non piangeva per l'avvilimento "Mi dia una cesta e ci metta tutto il tempo che vuole." Sussurrò dolcemente.

Il vecchio fruttaiolo sorrise, sollevando il contenitore con dentro la frutta "Questa l'avevo preparata per quella giumenta che mi ha aggredito verbalmente. Ma visto che se n'è andata, è giusto che lo prenda tu."

"Grazie." La puledra prese la cesta con la magia del suo Unicorno, poi salutò il vecchietto e se ne andò.

Lacey sorrise dolcemente a quella scena e volendo mostrare al fruttaiolo la stessa bontà della coetanea, si avvicinò anche lei al bancone con la moneta e disse "Ne voglio una anche io, signore."

"Oh, certo piccolina."

"Sa, ho assistito a quel discorso stereotipato della giumenta e non è affatto vero quello che ha detto: io lavoro come serva al Castello di Canterlot e ci sono tante domestiche che arrivano da Ponyville e sono competenti." Disse la piccola Unicorna, cercando di consolare il fruttaiolo, che sorrise.

"Lo so bene, infatti non sono triste per quello che mi hanno detto. Sono triste perché non sanno la verità e questo mi porta al fallimento." Rispose malinconico il vecchietto, per poi continuare "Io sono un povero stallone ammuffito, mi rimarranno pochi anni di vita e voglio passarli nella dignità."

"Capisco..."

"Beh, però non voglio che ti rattristi per la mia situazione, piccolina. Tu sei giovane e hai ancora tanta vita davanti a te." Affermò il fruttaiolo, porgendo la cesta di frutta a Lacey, che la pagò e la prese con la magia del suo Unicorno.

"Si figuri, la mia vita non è certo meglio della sua: essere la serva più piccola del Castello di Canterlot dove regna Re Sombra non è un bel lavoro."

"E' vero...ma tu puoi trovarci delle belle cose."

"E cosa dovrei trovarci di così magico? Lì dentro c'è solo morte e dolore."

"Questo è quello che vuole farti credere il Tiranno ma...ahimè, lui non potrà mai distruggere il sentimento che odia: l'amore."

A Lacey le si illuminarono gli occhi all'ultima parola dello stallone, mentre si ingrandivano.

"Facci caso: quei pony mi hanno aggredito verbalmente, ma solo due piccole anime sono rimaste a comprare la mia frutta. E credo che per farlo, non hanno avuto soltanto bontà e gentilezza. Ma probabilmente vi ricordo qualcuno che amate. E' l'amore che fa nascere cose straordinarie."

Lacey gonfiò il petto commossa, per poi affermare "Si, lei mi ricorda il mio papà adottivo Lorys, anche lui è un vecchietto malinconico ma saggio come lei."

"Esatto. Non chiuderò il chiosco, ho ancora due piccole clienti da servire." Disse con un sorriso dolce.

"Grazie...oh." Una goccia di pioggia cadde sul volto della piccola Unicorna, poi pian piano da una diventarono due, poi tre, poi quattro e così via.

"Oh perbacco, è meglio se torni a casa piccolina, non voglio che prendi un brutto raffreddore per il mio discorso." Disse l'anziano, mentre copriva con un velo la sua merce per non bagnarla.

"Domani verrò a comprare altra frutta, sicuramente sarà buonissima. E spero tanto che alla famiglia Reale piaccia, così le dirò chi è il venditore e magari le darà un riconoscimento." Disse entusiasta la serva, mentre il fruttaiolo ridacchiava "Qual'è il suo nome?"

"Mi chiamo Gherald Craft, ma puoi chiamarmi semplicemente Craft. Tu invece?"

"Lacey, significa "Allegro"."

"Oh, il tuo papà adottivo ha proprio scelto il nome giusto."

"Lo so." Un lampo fece spaventare i due, che si allertarono.

"Torna al castello, sarai al sicuro."

"Lo so. Buona giornata!"

"A te!"

Lacey cominciò a correre velocemente, mentre la pioggia diventava sempre più fitta.

Continua...

Angolo autrice:
ALLORA.
Prima di tutto, chiedo scusa se non ho più aggiornato dal 1915. ^^' Ma sono stata davvero impegnata con la scuola e con danza e sono caduta in un piccolo blocco dello scrittore, infatti il capitolo vi può sembrare non il migliore ma giuro che quando sto inferno si spegnerà dedicherò tutta me stessa a questa storia. Scusate per il disagio.
Bhè, alla prossima!
LoliRoxDanceMoon.
"Fu un periodo davvero difficile. Sapevo così poco, volevo così tanto. Non riuscivo in niente."
   
 
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