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Autore: Chameleon94    08/06/2018    0 recensioni
Una lunga serie di racconti brevi, basati sull'introspezione, difetti dei personaggi, ed eventualmente *spoiler* la fine delle loro vite, e della loro amicizia, sulla base della legge del contrappasso dantesco, il karma, e molto altro...
In origine doveva essere un racconto comico, ma, visto che il narratore non è bravo con le risate, ha assunto un aspetto più psicologico e interiore, più malvagio e sadico.
Il prologo serve a presentare e inquadrare tutti i personaggi, a cui verrà dedicato un mini capitolo ciascuno.
Genere: Horror, Introspettivo, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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IL GRAN FINALE

 

“Nessun animale è stato ferito o maltrattato in questo racconto, tranne Serafina ovviamente” Continuò a raccontare il narratore.

“Adesso… la storia Crazy-F: cominciamo…”

Il silenzio tombale nel pulmino persisteva, finché una voce non lo interruppe:
“NO” Fu Genoveffa a rompere l’atmosfera imbarazzante.

“Caro, carissimo Giacomo, ti voglio fare notare che siamo praticamente arrivati al luogo del raduno” Mentiva, era un modo gentile per concludere la narrazione.

“Perché? Dai, ho ancora in mente le storie per Crazy-F, Aura, Robb, Star-fy, Big Mama, Lisanna, Michael e tanti altri!” Disse Giacomo eccitato.

“Non pensi di averci infangato già abbastanza” Si intromise Fiorenza.

“No perché? Sono storielle” Si difese il narratore.

“Ma se ci hai uccisi tutti in modo atroce!” Rispose Nicole. A quanto pareva, sembrava fossero tutti incazzatissimi. I racconti non avevano avuto l’esito sperato, ma se non altro, erano riusciti a intrattenerli, non si erano minimamente accorti che il tempo era passato.

“A me sono piaciuti, ho fregato tutti e sono rimasta viva fino alla fine” Ribatté Virginia, più contenta degli altri.

“Un’altra ingiustizia, perché lei vive e noi no?” Chiese la povera Caterina.

“Ma sono morto anche io, abbiamo avuto tutti lo stesso trattamento, tranne Virginia” Rispose Giacomo.

“A proposito, tu ti sei dato l’unica fine complessa ed empatica, le nostre sono una barzelletta” Fece notare Genoveffa.

“E io che vengo uccisa dal mio ragazzo, ma come ti viene?” Sardina aveva le braccia incrociate, era proprio stufa.

“Ma voi vi lamentate, io intanto sono stato fatto fuori per primo” Anche Pietro ebbe da dire la sua.

Molti erano delusi e avevano tanto da ridire. Serafina prese il panariello della tombola, insieme decisero tutti di mettere i numeri corrispondenti ai loro racconti, quello che sarebbe uscito sarebbe stata la morte effettiva di Giacomo.

Uscì fuori il numero 5, corrispondente al racconto di Genoveffa.

“Questo sarà divertente” Dissero più voci all’unisono.

E così con le mani nude strapparono le parti del corpo di Giacomo, le divisero in razioni e se ne cibarono, in fondo avevano molta fame, il viaggio era stato lungo e loro erano a stomaco vuoto.

Giacomo poteva anche essere fuori dai giochi, ma le storie che avevano sentito restavano, e il malumore riecheggiava tra tutti i membri del veicolo. Ci fu una breve ma accesa discussione, tra chi discuteva dei difetti messi in luce dalla narrazione, chi non ci poteva neanche pensare, chi celava le verità nascoste svelate dai racconti, in cui forse si rispecchiarono.

“Mettiamo in chiaro una cosa: io non sono un’assassina né ho un temperamento” cercò di difendersi Sardina.

“E io non sparlo mica così tanto, no?” Si domandò Calù.

“Io che devo dire, che porto il camion dell’immondizia? Ma serio?” Lisanna era ancora più sconvolta e delusa.

“Io invece sono proprio di classe e cazzuta come mi ha dipinto il racconto, non mettetevi contro questo agente segreto o verrete fatti fuori” Si vantò Virginia, ancora contenta per la sua storia, nonostante stesse un po’ esagerando a quel punto.

Ma si accorsero di una cosa, per cambiare discorso: la località del raduno era stata sorpassata da un pezzo! Perché, dunque, il pulmino continuava a correre? Fu la domanda che si posero tutti quelli che non stavano ancora discutendo dei racconti.

Notarono che il conducente era sparito, si era dileguato misteriosamente mentre loro stavano alle prese con quelle pestifere storie, ma il veicolo era ancora in movimento. Cosa ancora più strana.

“E mò che si fa?” Disse Genoveffa.

Il pulmino stava prendendo una serie di curve e si scontrava con delle piccole rocce sul terreno accidentato. Tutti fecero un balzo e si misero paura immediatamente.

Big Mama prese il comando del trabiccolo, dicendo: “Nessuno farà fuori Big Mama, né una storia né un pullman impazzito”, ma il volante era completamente andato, si muoveva da solo e non permetteva a nessuno di controllarlo. Big Mama lo attaccò per prendere in mano la situazione, ma finì per staccarlo.

Videro a quel punto che una serie di veicoli li stavano rincorrendo, un camion e un elicottero. Erano forse lì per ucciderli? Questo fu il pensiero iniziale di tutti, tra il panico e le urla per la situazione scombussolata.

Tra le varie cose, notarono che il pullman si stava dirigendo verso un burrone. Eh già. La situazione non poteva peggiorare.

“Che facciamo? Proviamo a uscire da qui dentro così almeno ci salviamo la vita” Improvvisò Lino.

Ma, per loro sfortuna, le porte non si aprivano più. La fine per loro sembrava certa e reale, altro che racconti.

“Finiremo peggio che nelle storie di Giacomo” Fu il pensiero di tutti.

“Che facciamo prima di andare… qualcuno vuole fare un’orgia?” Propose Pietro, ma fu respinto da un secco no generale. Tuttavia a Cat piacque l’idea e lei e Pietro scoparono davanti a tutti loro.

“Selfie prima della morte? Si dai” Esultò Lino e scattò con il telefonino.

“O Astri, miei cari Astri, salvatemi da questo destino crudele” Implorò Aura.

Il veicolo, infatti, precipitò giù dal burrone, ma qualcosa non andava…

“Siamo morti, vero?” Genoveffa aprì gli occhi, caddero tutti gli uni sopra gli altri all’estremità del trabiccolo, effettivamente poteva sembrare un’orgia, ma in realtà ciò che successe fu che una delle ruote si incastrò tra le rocce di una sporgenza del dirupo. Erano vivi per miracolo.

“Grazie Santa Lana” Pregò Genoveffa.

Non riuscivano a muoversi, erano tutti stretti in fondo all’abitacolo vicino al motore, ma ci furono baci e abbracci, urla di gioia e capriole di felicità. In più, qualcuno sfondò le porte per farli uscire: erano gli uomini proveniente dall’elicottero e dal camion, non erano lì per farli fuori, bensì per portarli in salvo.

Sembrava davvero che le cose si fossero messe per il verso giusto, come ribaltate, potremmo dire che addirittura quei racconti perversi avessero ‘secciato’ o scongiurato la loro morte.

“Ragazzi, rapporto?” Fece la voce sulla trasmittente in mano ad uno dei soccorritori.
“Tutto a posto, sembrano vivi, per fortuna, passo e chiudo”

“Raga mi sembra la mia storia sugli agenti segreti” Ironizzò Virginia.

“No no, non siamo spie, siamo qui per trarvi in salvo da questo burrone” Disse mentre le pale dell’elicottero continuavano a roteare.

Uno ad uno, tutti salirono sul mezzo volante, sollevati e un po’ impauriti, non sapevano chi fossero quegli uomini, ma gli erano semplicemente grati per l’operazione di salvataggio.

Pietro si fece avanti in quanto leader del gruppo:
“Grazie… ma voi chi siete? Cosa volete e come sapevate che eravamo in pericolo?”

“Non lo sapevamo, infatti, ma vi stavamo cercando già da un po’, poi c’è stata la segnalazione, siamo semplicemente contenti di aver ritrovato le nostre star…”

“Star???” Tutti si rizzarono all’in piedi nel sentire quella parola, cosa voleva dire?

Passarono un paio d’ore, e furono condotti in un luogo segreto… un teatro, era lì che avrebbero presieduto alla serata di premiazione. Si erano tutti cambiati ed erano all’ingresso della sala con i loro vestiti più eleganti.

Il presentatore raggiunse il palco e si avvicinò al microfono, era arrivato il loro momento, il momento più eccitante:
“Miglior soggetto tratto da un romanzo: ecco a voi gli Addicted!”

E si fecero avanti, tutto il pubblico sulla platea li stava applaudendo, gli Addicted fecero un inchino tenendosi per mano, erano molto emozionati e sorpresi.

“Ma quindi lei ci sta dicendo che Giacomo aveva già scritto e pubblicato in segreto quei racconti?” Gli chiese Genoveffa.

“Proprio così, il libro ha vinto anche il premio come miglior romanzo, quindi, vista la morte avvenuta in circostanze misteriose dell’autore, ad ognuno di voi spettano ben due statuette ‘Bookscars’ come premio! Congratulazioni!” Disse il presentatore, con il sorriso ufficiale stampato in faccia.

Così ricevettero tutti due premi, ringraziarono ancora il pubblico che li aveva votati, e il presentatore si apprestò, quindi, a leggere la motivazione, per il premio come miglior soggetto per un romanzo:
“Con i loro pregi e difetti, gli Addicted hanno dimostrato di essere dei personaggi briosi, divertenti, dalle mille sfaccettature, e la loro povera sorte non fa altro che farci tifare per loro, ci hanno mostrato i loro sogni, le loro speranze, i loro fallimenti, ma alla fine sono stati d’ispirazione e punto d’identificazione di molti lettori, dai quali per questo sono stati votati: la simpatia di Pietro, l’energia di Sardina, il buon giudizio di Fiorenza, lo spirito di Calù, la saggezza e l’esperienza di Genoveffa, la genuinità di Lino, la forza e resistenza di Nicole, la determinazione di Caterina, l’ironia e l’arguzia di Virginia, la bontà di Serafina e tutti gli altri, sono qualità che oscurano i loro difetti, quindi noi abbiamo apprezzato tanto questi personaggi, e speriamo di vivere ancora tante storie insieme a loro, in qualche modo ci influenzano e ci migliorano.” Ecco dunque spiegata la vittoria.

Erano tutti molto emozionati da quelle parole, toccati nel profondo dell’animo, non si aspettavano per nulla tutto quel successo di racconti che addirittura li avevano fatti arrabbiare, invece si erano rivelati di grande gusto e apprezzamento da parte di tutto il pubblico.

Ognuno di loro custodì quell’esperienza dentro di sé, e cercarono di preservare la loro amicizia, nonostante le loro vite presero strade molto differenti, ma in un certo modo, tutti divennero famosi dopo quella sera.

Pietro partecipò a un reality show, cosa che era un po’ il suo sogno, dove conobbe tante donne, e riuscì a vincere il milione di euro.

Sardina e Crazy-F divennero astronauti e coronarono il loro sogno di viaggiare nello spazio.

Fiorenza e Michael si sposarono, vissero un felice matrimonio, allevarono i loro dieci figli, aprirono un’accademia di arti e letterature dove crescere i propri figli nella sapienza.

Calù aprì una rubrica in TV sul gossip, e lì i suoi pettegolezzi furono apprezzati da un pubblico molto vasto, mentre Aura aprì una rubrica sui segni zodiacali e divenne la nuova Paolo Fox.

Caterina aprì invece un resort in una località di mare, con annessa scuola di danza e parco dei divertimenti a tema horror, che la piaceva tanto.

Nicole e Genoveffa iniziarono a presentare un programma sulle serie TV, dove consigliavano storie a tutti gli amanti della serialità.

Virginia, visto che le piacque tanto il suo racconto, mollò il suo lavoro e divenne davvero una spia del governo, molto ben pagata.

Serafina fu incaricata del più grande Zoo che si sia mai visto, in quel modo poteva stare a contatto con gli animali che adorava, anche i più selvatici, ma lei sapeva bene come renderli più docili con la sua dolcezza.

Lino divenne il volto di diversi sponsor pubblicitari, anche egli, come tutti del resto, fece un sacco di soldi con il suo lavoro.

Lisanna fu una grande studiosa e si laureò ben 8 volte nelle materie più disparate, e divenne una professoressa di università.

Big Mama fu semplicemente amata dalla sua famiglia ed ebbe una lunga vita, oltre cento anni.

Insomma ognuno di loro trovò il successo sperato dopo quella sera dei Bookscars, quei premi gli portarono fortuna, e realizzarono chi in un modo, chi in un altro, i propri sogni, sebbene si fossero separati gli uni dagli altri per motivi di lavoro. Ricordate, mai smettere di credere nei vostri sogni!

 

FINE

 

 

 

   
 
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