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Autore: VvFreiheit    10/06/2018    7 recensioni
La Mikandy più lunga che sia mai stata scritta.
La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015.
1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione.
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Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercando da quella posizione i suoi occhi, che ancora se ne stavano in contemplazione del pavimento della stanza. “Scusami” disse scandendo con dovizia ogni suono di quella parola.
“Grazie” rispose Mika inaspettatamente. Andy sorrise chiudendo gli occhi e lasciando che nella maglia del moro si celasse la sua emozione, stringendolo più forte a sé. Un grazie che esprimeva tanto, che possedeva nel profondo tutti le ragioni per cui era venuto alla luce in quel preciso istante.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Ho già capito che anno mi aspetta…” commentò il biondo levandosi le impronte infangate di dosso, mentre Mika ancora steso sulla coperta non sembrava sulla buona strada per riprendersi.

Dopo essersi ripresi, e essere tornati ad accoccolarsi, iniziarono a percepire ancor più ferocemente il freddo della serata e si decisero, a malincuore a tornare ad affrontare la rumorosa combriccola di amici.

-*-*-*-*-*-

“Mika ti prego dimmi che sei pronto”

La voce di sua madre lo risvegliò con poca grazia.

Ovviamente non era pronto. Quando si era sdraiato sul divano lo aveva fatto con l’intenzione di guardare un po’ di televisione e rilassarsi per un po’, non certo con quella di addormentarsi, quindi non aveva pensato a impostare nessuna sveglia.

Non erano molte le volte in cui ringraziava il fatto che sua madre avesse deciso di raggiungerlo in Italia, spesso infatti, da bravi madre e figlio battibeccavano, ma in quell’occasione senza il richiamo di Joannie, si rese conto non si sarebbe mai svegliato in tempo per raggiungere gli studi televisivi dove quella sera avrebbe dovuto registrare un’altra intervista.

“5 minuti e possiamo andare ma’!” rispose, schizzando in piedi e cominciando a cercare nell’armadio il completo che aveva deciso di indossare per quella sera.

“Lo sapevo che stavi ancora dormendo!” esclamò la donna entrando nella stanza lanciando un’occhiata al figlio.

“Comunque l’abito te l’ho appeso in bagno, se è quello che stai cercando” aggiunse poi indicando la stanza a fianco con un cenno della mano.

Un quarto d’ora concitato dopo, i due riuscirono finalmente a varcare la porta di casa ed incamminarsi verso gli studi.

“Non vedo l’ora di finire questo giro infinito di interviste!“ sospirò il riccio quando, una volta giunti a destinazione, gli indicarono quello che sarebbe stato il suo camerino per la serata.

“Suvvia, fa parte del gioco. Dovresti saperlo ormai!” ribatté sua madre con un sorriso, mentre gli aggiustava il colletto della camicia.

Mika sospirò ed alzò gli occhi al cielo.

“Almeno Daria è simpatica” provò a rincuorarsi mentre, con un pennarello che si era fatto portare da un membro dello staff, scriveva un gigantesco “NON BUSSARE” su un foglio che subito appese sulla porta.

“L’hai già incontrata?” chiese sua madre incuriosita.

“Si. Non so dove, non mi ricordo bene ma mi sembra una ok”
Prima che potesse aggiungere qualcos’altro la porta del camerino si socchiuse e la testa mora della conduttrice fece capolino con discrezione.

“Si può? Scusa ma ho visto il cartello e ho pensato di dare una sbirciata.” Mika sorrise gentilmente alla donna e la invitò con un gesto a entrare nella stanza. “Che piacere vederti!” esordì quindi la donna, salutando il cantante, che la scrutava con sguardo perplesso.

“Ciao Daria, come va? Mamma, lei è Daria, Daria , questa è mia mamma, Joanie” rispose quindi, presentando le due donne.

“Signora, è un piacere conoscerla! Mika parla così tanto di lei”

Joanie sorrise ma non disse nulla, così l’altra riportò lo sguardo sul suo ospite.

Senti, io e i ragazzi della redazione abbiamo pensato di farti una sorpresa” disse cambiando registro.

A quell’uscita, lo sguardo del riccio si fece un filo perplesso. Non era tipo da apprezzare le sorprese in campo lavorativo. Aveva sempre un estremo bisogno di avere ogni cosa sotto stretto controllo, e una sorpresa di qualunque tipo, non rientrava nel range di sicurezza a cui avrebbe desiderato tutto sottostesse.

La donna notò lo sguardo non troppo convinto, e decise di spiegare meglio la situazione, prima di ritrovarsi un Mika risentito di fronte. “Qualche tempo fa, leggendo una tua intervista, ho scoperto che non sei proprio estraneo alla cultura italiana, che insomma qualcosina l’hai letta, studiata e che qualche personaggio italiano lo conosci e lo stimi, così abbiamo pensato che magari ti avrebbe fatto piacere incontrare uno dei tuoi eroi

Un mio eroe?” chiese titubante. Incontrare i suoi miti era un’altra situazione a lui non troppo congeniale. Negli ultimi anni di suoi “eroi” ne aveva incontrati parecchi, e con grande amarezza aveva potuto constatare come la maggior parte di coloro che aveva sempre considerato delle icone sacre, in realtà fossero null’altro che esseri umani ordinari, talvolta ricoperti di spiccato egocentrismo.

Si, certo, ma non ti posso dire chi è perché deve essere una sorpresa e……” gli comunicò Daria con sguardo compiaciuto, ma Mika nell’esatto istante in cui la donna aveva pronunciato la parola eroe ed aveva menzionato la letteratura italiana, aveva velocemente connesso i punti, e complice una voce di corridoio che aveva colto poco prima, da due ragazze del trucco e parrucco, pensava di poter aver intuito il nome che Daria stava cercando di celargli.

“E’ Dario Fo , vero? Ti prego tu dimmi che è Dario Fo!!” chiese più supplichevolmente di quanto avrebbe desiderato. Il suo sguardo titubante, mutato in uno speranzoso, aveva trasformato il professionista in un bambino di quattro anni davanti all’albero di Natale.

Sua madre e Daria si guardarono cercando di trattenere una risata con scarso successo.

Certo che fare una sorpresa a te è davvero difficile! Come hai fatto ad indovinare così in fretta?” ridacchiò la conduttrice, limitandosi a dare ragione al trentenne senza indugiare oltre.

“Beh, hai detto che volevi farmi incontrare il mio eroe e lui lo è davvero. Forse l’unico ancora vivo.” Ammise momentaneamente in inglese con un sorriso emozionato, poi la sua anima precisa e smaniosa di controllo, prese di nuovo il sopravvento.

E quando noi incontriamo, dopo l’intervista?” chiese passando nuovamente all’italiano

Daria lo ringraziò mentalmente per essere tornato alla sua lingua madre e poi ammise i suoi piani: “Veramente pensavo che la potreste fare insieme, che ne pensi?”

Io? Intervistato con Dario Fo?! Quindi io posso parlargli daveri?” chiese decisamente in contropiede, guardando Daria con fare sognante.

“Mika, ci sei?” s’intromise sua madre ridacchiando, segretamente intenerita dall’aura emozionata che il figlio emanava.

“Mamma, non so se hai capito bene. Oggi incontrerò Dario Fo. Ho studiato i suoi lavori per 13 anni e adesso lo potrò incontrare, capisci! Oh mio Dio! Non posso crederci!” comunicò raggiante alla madre, non troppo sicuro avesse capito i loro dialoghi italiani. La donna rise annuendo e passandogli una mano sulla schiena amorevolmente.

“Allora Mika, tieniti pronto a salire sul palco quando ti chiamano. Tu e Dario sarete praticamente i primi ospiti della serata” disse Daria, congedandosi da entrambi.

“Io e Dario Fo sullo stesso palco…… mioddio non ci credo” continuò a ripetere il riccio con le mani sulla faccia, camminando avanti ed indietro per la piccola stanza, poi si girò verso sua madre.

“Ma’ non farmi mai più dire che io odio le interviste!” le chiese afferrandola dolcemente per le spalle.

Preso com’era dall’emozione non si accorse del tempo che passava e venne preso alla sprovvista dal tecnico che entrò nel camerino per dirgli di prepararsi.

“Mama sono in ordine? Devo darmi una sistemata?” chiese affidando alla mamma il parere, invece di guardarsi allo specchio.

“Tesoro sei perfettamente impeccabile e lo sai anche tu!” rispose Joanne con un sorriso affettuoso, lisciandogli le spalline della giacca. “E rilassati che teso come sei non ti godrai nulla” gli ricordò in ultima battuta.

“Oh si che me lo godrò!” ribatte il giovane emozionato, voltandosi poi e lanciando un ultimo sguardo di saluto alla madre, prima di sparire con il tecnico in corridoio.

.

“….L’altra sorpresa l’hai già indovinata” stava dicendo Daria, mentre Mika, il suo premio ancora in mano, la guardava sorridendo.

Non stava prestando molta attenzione alle parole della donna, la sua mente era troppo eccitata e lo portava a guardare con la coda degli occhi verso le quinte, nella speranza di poter vedere apparire il suo eroe.

“……Lo vuoi annunciare tu?” gli domandò la conduttrice, risvegliando dalle sue fantasticherie.

Io??” chiese titubante dell’onore che Daria gli stava concedendo.

“Sì, certo. Facciamo così: io faccio l’introduzione e tu dici il nome” gli propose per sgravarlo dalla frase introduttiva.

Ok” rispose infatti immediatamente il ragazzo.

“Signori e signore, ecco a voi….” Iniziò lei.

“Dario Fo!” concluse lui.

Finalmente Mika riuscì a cogliere qualche movimento nel retro dello studio e, pochi secondi dopo apparve lo scrittore, in tutta la grandiosa magnificenza e saggezza dei suoi 87 anni.

Guardandolo camminare verso di loro con la schiena leggermente curva e il passo lento e faticoso Mika si rese conto che il suo eroe di quando era ragazzo, non era più l’uomo vigoroso che aveva calcato i palchi di tanti e tanti teatri, il tempo aveva chiesto anche al lui il suo dazio, e per la prima volta dopo tanto tempo il giovane poté quasi vedere le lancette scorrere sempre più veloci e il tempo sorridere.

Si avvicinò velocemente al grande maestro, porgendogli il braccio per aiutarlo, braccio che l’uomo, ormai anziano e deciso ad esserlo senza alcuna vergogna, accetto volentieri.

A Mika bastò incrociare solo una volta lo sguardo del maestro per rendersi conto che, magari il corpo che lui aveva davanti non era più quello che aveva calcato tutti quei palchi, ma la mente era ancora quella attiva e meravigliosa che lui aveva imparato fin da subito ad amare e che anzi, forse quegli anni che avevano portato ad un decadimento delle membra, avevano anche portato ad un arricchimento del pensiero.

Il signor Fo, quasi sembrasse leggergli nel pensiero, gli sorrise e Mika, si perse estasiato dalla vivacità che gli occhi dell’uomo riflettevano.

Al ragazzo non sembrava vero di poter stringere la mano del suo eroe e di poterlo accompagnare verso le loro sedie, mentre Daria non smetteva di parlare, senza che lui registrasse mezza parola di ciò che diceva, tanto che la conduttrice, dovette attendere di riavere la sua attenzione, prima di iniziare a porgli domande

Quando io sono andata a casa del nostro ultimo Nobel, dicendogli “sa maestro, c’è questo cantante”…….Tu sei famoso ma non ero sicura che lui ti conoscesse” stava dicendo la donna.

“Ma io non penso che lui mi conosce” rispose tranquillamente il riccio, senza nessuna traccia di finta umiltà.

Era vero che lui aveva un discreto successo, ma lui e il grande maestro appartenevano a due epoche diverse, a due mondi diversi, probabilmente il signor Fo lo vedeva come un bambino che aveva avuto fortuna.

Loro due avevano entrambi combattuto diverse battaglie, ma su piani completamente diversi. Dario aveva cambiato il mondo con le sue opere, il Nobel che aveva vinto lo testimoniava, Mika invece aveva cambiato sempre composto per descrivere il suo mondo.

La conduttrice lo guardò con un sorriso quasi materno e scosse la testa.

“E sai cosa mi ha detto lui? Ha detto :”Io sono un suo grande fan””
Solo a quel punto il riccio si voltò verso il maestro.

“Ma come?! Come hai detto questo?!!”

Il riccio sgranò gli occhi mentre lo ascoltava descrivere la prima volta che lo aveva ascoltato e come fosse rimasto stupito dal fatto che nelle sue canzoni ci fosse la matematica della musica malgrado lui non sapesse leggerla.

Non riuscì a trattenersi.

“Ma davvero tu sei Dario Fo? Sei sicuro?” chiese senza chiedersi se una domanda simile potesse suonare inopportuna.

“Si certo, il tuo ammiratore! E sai cosa ho detto subito? Appena l’ho sentito? “Come mi piacerebbe cantare con lui”” rispose Dario. “Cantare con te” aggiunse poi spostando lo sguardo dalla conduttrice al riccio che lo osservava estasiato.

Per lui già guardare Dario Fo da lontano sarebbe stata un’esperienza spettacolare già di per sé, potergli offrire il suo braccio lo aveva fatto sentire in un universo parallelo e mistico, ma sentirgli addirittura dire che lo ammirava e che aveva sin da subito desiderato di poter cantare con lui……

L’idea di poter condividere della musica con quel grande uomo, poter muoversi con lui tra i tasti del pianoforte, che era la sua casa lo faceva sentire più emozionato di un bambino la mattina di Natale.

No, non avrebbe più detto che odiava le interviste se c’era anche solo una possibilità che potessero trasformarsi in un’esperienza così meravigliosa.
La conduttrice colse l’occasione al volo.

“Dario te la senti di provare a cantare con Mika?” chiese allo scrittore e attore.

“Ma voglio, voglio , lo desidero, sono emozionato come un……Anzi, mi piacerebbe cantare quello sulla nascita dell’amore. Se tu canti io ti vengo appresso” propose veramente emozionato come un fanciullo.

Al libanese sembrava quasi un’ironia della sorte che Dario amasse proprio quella canzone in particolare.

“Origin of Love” era stata la canzone della sua liberazione, quella attraverso la quale si era spogliato da tutte le coperture e tutti i segreti che aveva nascosto al pubblico ,a se stesso ed alla sua famiglia per anni e Dario Fo per lui era sempre stato il simbolo della libertà; libertà artistica, libertà intellettuale, ma anche libertà di amare.

Forse in fondo era quasi naturale che il maestro preferisse proprio quella canzone.

Mika iniziò a premere dolcemente i tasti del pianoforte.

Quei movimenti familiari lo aiutarono a calmarsi , chiuse gli occhi e cercò di dimenticarsi per un’istante della presenza al suo fianco; se si fosse concentrato su Dario era certo che non sarebbe riuscito a fare nulla.

L’ottantenne come promesso cominciò a cantare insieme a lui e solo in quel momento il riccio riaprì gli occhi, lanciandogli uno sguardo di sfuggita.

Il grammelot dal maestro ai più sarebbe sembrato stonato, fuori posto in quella canzone, ma per Mika si sposava in maniera perfetta con l’idea e i sentimenti con cui lui aveva scritto il pezzo.

“E come se lo avessimo fatto sempre insieme” disse Dario, e Mika sentì un moto d’orgoglio.

Per lui il signor Fo, era un mostro sacro, una di quelle persone che studi a scuola ed impari ad ammirare, a veder come irraggiungibile, ma Dario lo trattava come se fossero persone alla pari, come se anche il giovane fosse degno della stessa ammirazione che tutto il mondo intellettuale portava a lui.

Daria e la redazione di La7 si erano divertiti a creare un filmino per mostrare le loro somiglianze e Mika rimase effettivamente stupito di come, anche le interpretazioni di Dario dovessero essere sembrate strane e folli, specialmente alla gente di allora.

“Siete fatti l’uno per l’altro” disse la conduttrice quando le immagini sparirono, ma i due non le stavano prestando molta attenzione.

Erano entrambi presi a guardarsi negli occhi sorridendo.

“Pazzo!” esclamò ad un certo punto Dario rompendo il silenzio, ma Mika scosse la testa.

“Tu sei pazzo! Io ho imparato da te!”

“Grazie” disse Daria e il grande maestro cominciò a spiegare come tutti i grandi fossero sempre stati indicati come dei pazzi in quanto uscivano dai canoni della normalità.

Mika lo guardò incantato. Sarebbe rimasto ad ascoltarlo per ore senza mai annoiarsi o stancarsi.

Il giovane era così preso dalle parole del maestro che a malapena si accorse che davanti a lui ora stavano dei disegni che illustravano “Ho visto un re”, canzone che lui adorava.

Il tratto era quello di Dario, aveva visto abbastanza bozzetti e dipinti del maestro, per riconoscerlo a prima vista.

Adesso tocca a noi!” esclamò il maestro, eccitato come un bambino e Mika non poté fare a meno di sorridere.

Le sue dita questa volta si mossero molto più incerte sui tasti bianchi e neri.

“Sono un po’ nervoso” provò a giustificarsi con il maestro, che però gli sorrise incoraggiante fino a che non riuscì a prendere le note giuste.

Adesso che era nel suo mondo musicale, con il suo più grande eroe, tutto il resto sembrò scomparire, si sentiva così felice, così a suo agio, che azzardò anche a cantare un piccolo pezzo in dialetto e la risata che Dario fece, lo rilassò ancora di più.

Dario non stava ridendo di lui, non lo stava prendendo in giro per il suo modo di parlare l’italiano, come molti facevano, no, Dario era diverso.

Il grande Dario Fo, l’uomo che aveva ammirato e studiato per anni, pensava che lui fosse intelligente, una sorta di genio e che quindi fosse un onore poter cantare con lui.

Dario Fo pensava fosse un onore poter stare accanto ad un semplice cantante d’oltremanica come lui.

Quell’incontro, per lui troppo breve, gli stava dimostrando come il premio Nobel fosse un uomo ancora più grande e speciale di quanto lui avesse mai immaginato.

Senza che nemmeno se ne rendesse conto l’intervista finì e lui e Dario si ritrovarono dietro le quinte.

Le mani di Mika tremavano ancora per l’emozione ed il maestro se ne accorse.

“Sai, non pensavo di poter rendere così tanto nervoso uno come te” esclamò con un sorriso.

“è che.......normalmente si rimane sempre delusi quando si incontrano i propri eroi” provò a balbettare il riccio, guardando l’latro negli occhi.

“E io? Ti ho deluso?” chiese Dario con un sorriso che lasciava trapelare la poca convinzione delle sue parole.

“Assolutamente no!” rispose subito il libanese, forse a voce un po’ troppo alta dato che un tecnico gli fece cenno di abbassare la voce, ancora decisamente vicini allo studio dove la registrazione della puntata non era ancora conclusa.

“Tu non potresti mai deludere me. Non ho mai incontrato nessuno come te” confessò con un candore fanciullesco.

“E io non ho mai incontrato nessuno come te. Sai che forse Daria ha ragione e siamo fatti l’uno per l’altro?” trillò con gioia l’ottantenne.

Mika sorrise imbarazzato e spostò lo sguardò per terra.

“Senti, ho una proposta. Perché non vieni da me qualche volta? Potresti fare un salto nel mio studio quando sei qui in Italia. Ho in mente un mezzo progetto a cui sarebbe bello se potessi partecipare anche tu, ma se non ti va o sei semplicemente troppo impegnato potresti sempre passare per fare una chiacchierata ogni tanto. Se ne incontrano così poche di menti come le tue che non vorrei sprecare questa possibilità di conoscerti meglio.”

Il riccio non poteva credere alle sue orecchie.

Davvero Dario Fo lo stava invitando a casa sua? Davvero gli stava proponendo di collaborare con lui?

“Questo sarebbe fantastico. Un onore per me” riuscì a pronunciare tra l’incredulità e l’immensa euforia che stava cercando di tenere discretamente a bada.

“Allora noi ci sentiamo per metterci di acordo melio. Questo è il mio numero” aggiunse poi scribacchiando qualcosa su un pezzetto di carta che aveva trovato nella tasca della sua giacca.

“Adesso devo andare. Sai, ad una certa età la stanchezza comincia a farsi sentire e si è fatto tardi. Spero di rivederti presto. Buona fortuna per la tua performance, anche se so che non ne avrai bisogno.” Gli augurò sincero.

Mika rispose riconoscente, con un mezzo inchino ed un sorriso sincero.

Dario Fo ricambiò il sorriso.

“Sai, scommetto che anche Franca avrebbe voluto conoscerti” disse con una punta di malinconia nella voce, poi se ne andò.

Franca Rame era stata la moglie del grande maestro per 60 anni e doveva essere stata una grande donna.

Mika aveva studiato anche le sue opere, oltre a quelle a cui aveva lavorato con il marito perché, come aveva detto Daria, dire Dario Fo era dire Franca Rame.

Loro due erano stati una grandissima coppia a livello artistico e letterario, sul palco come nella vita, avevano condiviso così tanto che non era sorprendente il fatto che il grande maestro non si fosse ancora ripreso.

Dopotutto lei era morta solo pochi mesi prima.

Anzi, a Mika sembrò che l’uomo stesse reagendo con molta più forza di quella che avrebbe potuto avure lui nella stessa situazione, e lui ed Andy erano insieme solo da 7 anni.

Scosse la testa per ritornare con i piedi per terra.

Pensare a quanto Dario dovesse sentire la mancanza di Franca gli fece venire una voglia matta di salire sul primo areo e raggiungerlo ad Atene.

“Mika! Ma dove ti eri cacciato! Guarda che non hai ancora finito e tra poco tocca a te!”

Il riccio sospirò e lasciò che sua madre gli sistemasse la giacca per l’ennesima volta quella sera.

Il suo telefono fece un breve squillo e lui si apprestò a vedere chi fosse il mittente del messaggio.

Era Andy.

Il riccio sorrise. Ogni tanto si chiedeva se quel ragazzo gli leggesse nel pensiero.

“Oggi ho incontrato Dario Fo!” scrisse velocemente in risposta.

La risposta alla sua domanda era così sconnessa che era certo di poter sentire il suo ragazzo ridere dall’altro lato del mediterraneo, ma a lui non importava.

Aveva incontrato Dario Fo!!

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Buon pomeriggio.
Capitolo questo che conclude la serie di collaborazioni indetta mesi fa.
In due di voi avevano partecipato: la prima era stata Lady Françoise, che avete trovato in alcuni capitoli di poche settimane fa, la seconda è stata miketta99. Purtroppo per questioni di tempo narrativo, entrambe hanno dovuto aspettare a vedere i loro capitoli pubblicati qui, ma chi ha dovuto aspettare di più è stata proprio miketta.
Anche per lei è arrivato ora in momento del suo capitolo. Ho apportato alcune modifiche di forma e alcune di narrazione, solo per contestualizzare la parte, nella storia. Il resto è tutto opera sua.
I complimenti di questa settimana, vanno quindi a lei!

Anche questa settimana, 6 caramelle per 6 recensioni:

- “Senti Tyrsos… ti creo problemi se sparisco una decina di giorni… tipo dal 26 gennaio al 3 febbraio?” chiese con sguardo fin troppo supplichevole all’uomo.-

- Mika a quel punto sospirò, capendo di essere finito fino al collo nelle provocazioni dell’astuto greco “Va beh… fa niente… se non vieni tu, vado in vacanza con mio fratello!” sentenziò certo che a quel punto il biondino avrebbe fatto un passo, se non due, indietro.- 

- “MAI! Non te lo dirò MAI!!!” si animò Mika, facendo ridere il biondino di gusto.-

-“Questo lo vedremo Moosie!” affermò confidente “Adesso fuggo che scendo in metro e non prende. A dopo mio agente di viaggio!” lo salutò con un bacio, prima di scendere le scale della linea blu.-

- “Andata! E adesso sciò!” accettò Mika stringendogli la mano. Andy approfittò della presa per tirarlo a sé e coinvolgerlo in un bacio passionale che sapeva di tacito ringraziamento per tutto quel piccolo teatrino e per il motivo per cui era nato.-

- “Ma io infatti mi fido di te e so che non lo faresti mai!” gli ricordò il moro, sottolineando la spiccata fiducia nei suoi confronti che sapeva avrebbe accresciuto il senso di colpa nel caso in cui avesse anche solo osato pensare ad aprire la zip dello zaino e frugare al suo interno.-


Eccovi! 
A domenica!
Buona settimana a tutte!
Vv




 
  
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