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Autore: LadyDP    11/06/2018    0 recensioni
Johnny Worthington lavora da anni alla Monsters & Co, ma ora che far paura non serve più a niente, si sente inadeguato al mestiere, e non riesce a far ridere i bambini, fino a Mandy. O meglio, alla sua bellissima mamma.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James P. Sullivan, Johnny J. Worthington III, Mike Wazowski, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un’altra giornata di schifoso lavoro.

 

Non era per questo che aveva studiato.

 

Non era in questo che aveva investito tanto.

 

“Entri fra venti secondi” gli disse il suo aiutante- Maurice, un nanerottolo piuttosto anziano con lunghi baffoni bianchi, che in gioventù aveva assistito i migliori spaventatori, come suo padre.

 

“Sempre più dura, vero Johnny?” gli chiese con sorriso comprensivo, battendogli una mano sulla spalla.

 

“Anni di onesto spavento per poi ritrovarsi a questo. Ma la crisi energetica della paura ce lo impone. Porta pazienza”

 

“Pazienza, pazienza” mormorò. “Beato te, Maurice, che vedrai solo qualche lasso di questo schifo”

 

“Io?” ghignò. “Per me il mestiere non cambia- premi il bottone, abbassa la porta, premi il bottone, alzala”

 

“Puoi andare, figliolo. Cerca di fare bene” gli concesse un sorriso di incoraggiamento.

 

Johnny afferrò la maniglia con una mano, e con l’altra fece un segno di saluto e un sorriso rassegnato, cercando di essere almeno un po' positivo.

 

°°°

 

Le lunghe corna di Johnny fecero capolino dalla porta, per poi lasciar entrare tutta la testa.

 

La figura del bambino sembrava distesa.

 

Dormiva, quindi.

 

Il mostro mise un piede dentro, per poi entrare completamente.

 

Richiuse la porta, come da manuale.

 

Appena voltato, però si ritrovò osservato da due grandi occhi blu.

 

Ma non erano di un bambino. Erano di un adulto. Anzi, di un’adulta.

 

In reggiseno e mutande, perdipiù. E sembrava anche parecchio sconvolta.

 

“Ma..ma...” balbettò. “...Allora sei vero!..”

 

“No-no-no-no, ti prego, non urlare!..” cercò di fermarla.

 

Barbara afferrò la mazza da baseball da sotto il letto della figlia, e mirò il mostro, che cercò di difendersi con le braccia.

 

Il colpò fu letale. O meglio. Non letale.

 

Ma lo fece rotolare a terra come un salame.

 

°°°

 

Erano passate ore da quando Worthington era entrato nella camera di quel bambino, e ancora non si era fatto vivo.

 

Erano ore che quella porta era accesa a vuoto.

 

Dopo mezz’ora di assenza Maurice aveva segnalato il collega al direttore, e a tutti gli altri.

 

In pratica aveva cominciato ad urlare per tutto il reparto. In tanti anni di carriera non gli era mai successa una cosa simile.

 

Ora, Sullivan stava tenendo la mano alla signora Worthington, la madre di Johnny. Era stata avvertita subito dopo le autorità.

 

E con lui, immancabile, c’era Wasowski.

“Signor Sullivan, perché nessuno va a recuperare il mio Johnny? Cos’è, avete paura?” chiese l’anziana. Jenny McArthur in Worthington era una mostressa di alta statura, con fisico a clessidra e chignon biondo in testa. Era completamente diversa dal figlio, se non per il colore viola del manto.

 

Era una ex-modella, testimonial delle vecchie pubblicità sui giornali della Monsters & Co. Era così che aveva conosciuto l’importante marito, Johnny Worthington II, il cui nome risuonava nei reparti dell’azienda come uno dei migliori spaventatori della storia.

 

Pur per la sua età ormai matura, Jenny era una signora affascinante, elegante ed il dolore (per la morte del marito) le donava moltissimo.

 

I suoi lunghi occhi rosa, incorniciati da grandi ciglia affogate nel mascara e protetti da un paio di occhiali vecchia moda, scrutavano Sulley con severità- della vita piena di onore e gloria che le aveva regalato il suo matrimonio, il suo riverito pargolo era l’unico rimasuglio.

 

E in più, gli voleva molto bene. Niente è scontato, meglio specificarlo.

 

“Signora, non si preocc...” balbettò lui.

 

“Dovresti dirgli la verità, Sulley. Potrebbe essergli successo di tutto. Anche se il mondo degli umani non è tossico, di sicuro non è molto amichevole con noi mostri” gli suggerì Mike.

 

“E allora diglielo tu, visto che sei così bravo a parlare”

 

“Non ci penso nemmeno. Chi è il direttore, qui?”

 

“Signori, io vorrei sapere dove diamine è mio figlio, altrimenti URLERÒ COME NON AVETE MAI SENTITO URLARE NESSUNO DI QUESTI MOCCIOS..” strillò Mrs.Worthington, prendendo Sulley per la cravatta, ma fu interrotta.

 

 

Un rumore sinistro giunse dalla porta. Si stava spegnendo.

 

“..Cos’è successo?” chiese lei.

 

“Ehm..il mio tecnico lo sa di sicuro. Mike?”

 

“Penso che l’abbiamo tenuta accesa troppo a lungo” spiegò. “Queste diavolerie non hanno molta durata”

 

“Comunque sia, tecnico a chi?”

 

“..IL MIO BAMBINO!” esclamò lasciandosi svenire, la signora Worthington.

 

Sulley la prese al volo, con solo le mani.

 

“Io glielo avevo detto – SCEGLI UN ALTRO MESTIERE, VUOI DAVVERO FAR VIVERE COL MAGONE PER TUTTA LA VITA LA TUA POVERA MADRE? NON DEVI PER FORZA FARE LO SPAVENTATORE COME TUO PADRE!” recitò.

In realtà avere un figlio spaventatore faceva figo.

 

 

   
 
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