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Autore: Alice95    06/07/2009    1 recensioni
Nikita è una ragazza di 16 anni che un giorno scoprirà le sue origini e quelle della sua famiglia, ma questo la porterà ad affrontare una grande avventura e l'esito deciderà la sorte del genere umano e alieno. Commentate in tanti ,vanno bene anche le critiche.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove sono? Tutto in torno a me è buio ed è pieno di stelle non riesco a muovere niente
sento solo in lontananza la voce di una donna che mi prega di
tornare da lei –Nikita torna da me ,vieni-, so di averla già sentita ,ma
non riesco a capire a chi possa appartenere ,la voce è ovattata e ad
un certo punto sento un suono molto fastidioso che sovrasta la voce e
poi cado nel vuoto.
Mi sveglio e sono tutta sudata faccio vagare lo sguardo qua e là e l’unica cosa
che vedo è lo specchio rotto, era seccante a volte, dover stare attenti
alle proprie emozioni ,molte volte quando ero piccola avevo fatto
male alle persone a cui volevo bene ,ma alla fine ero riuscita a
controllarlo questo potere anche se dovevo fare sempre attenzione
soprattutto con le persone che non sanno, con un cenno della mano lo rimetto
a posto, ho una strana sensazione, come se dovessi ricordarmi di
qualcosa di molto importante ,ma non mi ricordo cosa ,ricordo solo
un voce molto ovattata che mi chiama e mi supplica di tornare, un sogno.
Ad un certo punto mi alzo e vado in bagno ,mi metto sotto il getto caldo della
doccia e cerco di rilassare i muscoli ,ma mi torna molto difficile.
Rimango sotto l’ acqua calda il tempo necessario di lavarmi capelli e corpo e
di rilassare i muscoli, ma mi torna difficile e alla fine mi arrendo e
cerco un'altra distrazione ,oggi papà aveva promesso che mi avrebbe portato
a lavoro, quindi mi diressi verso il mio armadio ,ma ad un certo
punto mi blocco era completamente vuoto, mi guardo in giro,
stamattina non mi ero accorta che il pavimento e la poltrona erano vuoti
. -Dove sono i miei vestiti-
-Qui mi amorcito –(scusate non so se è giusto XD) mi girai di scatto davanti a
me ,Consuelo, i capelli neri ricci erano fermati da una fascia arancione,
portava degli stivali neri da cavallerizza di pelle al
ginocchio, una gonna rossa che copriva le gambe e una normale maglietta
arancione con il collo a barca, che arrivava al gomito con strani
disegni floreali ,in mano una cesta piena di vestiti puliti.
-Come hai fatto a lavarli tutti!-
-Semplice mi amorcito ,hanno inventato la lavatrice- il solito sarcasmo di
Consuelo,
-Lo so che hanno inventato la lavatrice mi chiedevo come ci fossero stati tutti-
-Si vede che non entri mai in lavanderia-
-Già-
-Comunque come sta Bobby- sbuffai senza farmi vedere ,sempre la stessa domanda.
-Penso… bene è da un po’ che non lo sento- Consuelo annuì visibilmente
delusa, ma subito dopo si rianimò,
-Sembra che oggi devi andare a lavorare anche tu-
-Si ,ma non so cosa mettermi ,io voglio fare bella figura con i colleghi di papà-
-E la farai-
Consuelo svuotò la cesta dei vestiti sul letto rifatto e per un po’ ci rovistò
dentro. Ne tirò fuori un paio di blue jeans, un paio di magliette a maniche
corte e una canottiera , un po’ di camicette e calzini poi si
diresse verso la scarpiera mentre io guardavo i vestiti che aveva scelto
,assente. Poco dopo tornò con diverse paia di scarpe.
-Bene mi amorcito ,vediamo cosa puoi metterti riprese le magliette e me le
mise davanti ,una verde con varie scritte nere l’altra invece era blu con
un nastro di raso dello stesso colore sotto il seno e una canottiera
molto larga color grigio fumo.
-Cosa scegli piccola- ero indecisa erano tutte belle,alla fine ne presi una a caso
-Quella grigia-
-Molto bene- mi mise davanti i blue jeans anni ’80 e la maglietta mentre il
resto lo ributtava nella cesta iniziai a spogliarmi poi mi misi i calzini , i
jeans e la maglietta e scarpe, delle All Star molto consumate.
Uscii dalla stanza ed entrai in cucina .Arrivava un profumino delizioso
,frittelle ,latte caldo e caffé quando varcai la soglia papà ancora non c’era e
Consuelo stava canticchiando una canzone in spagnolo ,mi sedetti e
iniziai a mangiare le mie frittelle con il succo d’arancia ,papà varcò la
soglia poco dopo ,vestito nel suo completo d’ufficio grigio e con la
cravatta nera ,bevve un sorso di caffé dolce e mangiò un po’ di frittelle.
-è ora- Charlie fece cenno con la testa e io bevvi l’ultimo sorso di aranciata
appena spremuta, andai in salotto e presi il mio zaino con i
compiti. Era da quando mi ero svegliata che pensavo a come dire del
sogno a Charlie lui diventava molto nervoso quando si parlava di
stelle e mondi paralleli.
Prendemmo l’ascensore e per fortuna era vuoto anche perché gli specchi
vibravano. I piani diminuivano sempre di più e le mie chance di parlare con
papà insieme a loro,
-Tesoro devi dirmi qualche cosa?-
-In effetti si-
-Spara il rospo- tentennai un attimo
, -Charlie ti è mai successo di fare sogni stani?-
-Certo tesoro- annuii non sapevo che fare ,ma continuai, i vetri vibravano
sempre più forti
-Ieri sera ne ho fatto uno così-
-Ah si e me lo vorresti raccontare?- annuii ,di nuovo, ero sempre più
preoccupata e in uno specchio si era già formata una crepa ,
- Ero in un mare di stelle e non riuscivo a muovermi ,sentivo solo una voce
che mi diceva di tornare-
Dopo aver finito di raccontare o almeno sintetizzare il mio sogno guardai mio
padre negli occhi ,era pensieroso , teso e teneva lo sguardo basso,
-Consuelo ha detto qualcosa?-
-Non glielo detto-
-Ah ,forse potresti chiederlo allo zio Bobby-
-Forse- a quel punto le porte dell’ascensore si aprirono per rivelare un mare
di gente che doveva salire e da lì non potemmo più parlare.
La giornata passava lenta tra colleghi di papà che mi salutavano e clienti che
chiamavano, da un paio d’ore mi ero messa a fare i compiti e
Spagnolo non era di certo la mia materia preferita riuscii a parlare con
papà
solo a pranzo.
Squillò ancora il telefono ,alzai gli occhi al cielo ,ma ero felice di quella
piccola distrazione e alzata la cornetta risposi il più lentamente possibile
come mi aveva insegnato papà
: -Pronto ,postazione dell’avvocato Shorts chi parla?-
-Ma ciao tesoro sono Kelly- a quel punto preferivo Spagnolo, Kelly era un
amica di famiglia che faceva il filo a papà in modo spudorato,
-Ciao Kelly-
-Quanto tempo che è passato eh piccina- quei nomignoli da quattro soldi mi
facevano venire il diabete ,ma dovevo fare la brava,
-Già-
-Senti piccina non è che c’è papà-
-No, papà è con un cliente-
-Sicura?-
-Si,Kelly sono sicura ,se vuoi ti faccio richiamare-
-Oh va bene ciao piccina aspetterò la sua chiamata con ansia- e io lì buttai giù
la cornetta con uno sbuffo, su un post-it scrissi : “ chiama Kelly ”
,tanto sapevo che Charlie appena l’avrebbe letto lo avrebbe buttato.
Guardai il quaderno di Spagnolo e mi si incrociarono gli occhi ,lo chiusi e
sbuffai per la millesima volta nell’arco della giornata. Continuavo a
pensare a quel sogno così strano. Mentre facevo colazione avevo avuto
l’idea di cercare su Internet ,ma una volta davanti al computer mi
resi conto che non sapevo cosa cercare e che era una stupidata e
adesso ci stavo riprovando ,sono davanti allo schermo da almeno dieci
minuti con le mani sospese sulla tastiera, non sapendo cosa scrivere, ero
quasi tentata di lasciar perdere quando arrivò una e-mail da zio Bobby ,lui
non mandava mai e-mail di solito erano clienti di papà o Kelly ,mai
zio Bobby ,allora curiosa l’aprii:

Salve a tutti!Anche se siete in pochi. Volevo ringraziare Ale24 per aver commentato (cercherò di non deluderti)e anche coloro che hanno solo letto. Grazie.
  
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