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Autore: Silkye96    15/06/2018    0 recensioni
Ho deciso di tornare, troverete una breve spiegazione della mia assenza in fondo alla storia.
La fanfiction ha luogo qualche giorno dopo l'arrivo di Stella sulla Terra, è un'introspezione del suo personaggio e di come immagino si sia sentita spaesata appena arrivata lì.
Spero gradiate la storia.
(Avviso subito che qualche personaggio è sicuramente OOC quindi non stupitevi se non li ritroverete perfettamente uguali al personaggio della serie animata)
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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RobStar 4eva Capitolo 3:

Ciao a tutti, sì...Credo di essere tornata, ci tengo a spiegare il motivo di queste mie luuuunghe assenze...
Semplicemente ho moltissimi impegni e non riesco a concentrarmi come prima sulla scrittura, volendo sempre portare capitoli di qualità preferisco non scrivere tanto per farlo ma solo quando sono certa di scrivere qualcosa di buono o quantomeno decente!
Vi lascio alla storia.
Enjoy ^^

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Un'altra mattinata si svolge caotica qui alla T-Tower...
Vengo svegliata dalle grida dei miei amici, come spesso avviene durante le domeniche.
Mi vesto rapidamente e mi pettino i capelli, attendo seduta sul mio letto l'arrivo di Robin: come lui ha preso l'abitudine di venire da me quando si sveglia, io ho preso l'abitudine di aspettarlo.
Pare che oggi non si decida mai a venire a trovarmi, sto per arrendermi all'evidenza e uscire dalla camera ma...
*toc toc*
Sorrido compiaciuta.
Apro la porta inserendo il codice alla velocità della luce, ultimamente sono sempre molto impaziente di vederlo.
-Buongiorno- mi dice con un sorriso caldo.
-Buongiorno a te-
Rimaniamo un attimo in silenzio ad osservarci, mi sento un po' in imbarazzo venendo fissata così insistentemente.
-Ho qualcosa che non va?- chiedo intimorita.
-Assolutamente no io...Ehm...Vai bene- mormora.
Le sue guance sono tutte rosse, ho forse sbagliato a fargli notare che mi stava guardando?
-Robin, stai bene?- chiedo nervosa.
-Benissimo- risponde frettolosamente :-E tu? Tu stai bene?-
-Mai stata meglio-
-Meglio così allora- mi risponde sorridendomi come sempre.
E' incredibile come il suo sorriso sincero sia in grado di farmi stare meglio.
Ci dirigiamo insieme verso la cucina dove le grida che mi hanno svegliata si fanno più intense.
-Vedo che ti sei abituata al chiasso che fanno BB e Cyborg- commenta Robin sollevando un sopracciglio.
-Eh già...Ho capito che voi umani siete tutti un po' strani-
Ci mettiamo a ridere e la porta del salotto si apre presentandoci il solito scenario del mattino: BB e Cyborg in cucina a litigare su una colazione vegetariana o a base di bacon e uova, Corvina sul divano intenta a leggere senza prestare attenzione all'ambiente circostante.
All'improvviso si alza dal sofà e si dirige verso i due.
-Volete smetterla? Siete più fastidiosi delle zanzare!- esclama colpendoli con il suo libro.
-Ecco, questa mi è nuova- commenta Robin divertito.
Sorrido, non posso evitarlo, sembra una scena comica di quei film strani che i miei amici guardano spesso.
-Buongiorno amici!- esclamo dirigendomi verso di loro.
Corvina sembra sorridermi :-buongiorno Stella-
Anche gli altri smettono di discutere per accogliermi con un sorriso familiare.
-Buongiorno ragazzina- esclama Cyborg con voce tuonante.
BB mi saluta con la mano rivolgendomi il più allegro dei sorrisi.
-Sentite, la faccio io la colazione o staremo qui a sentirvi lamentare tutto il tempo- commenta Robin prendendo un paio di utensili.
-E che cosa farai?- chiede Cyborg con occhio critico.
-Qualcosa che accontenti i gusti di tutti: pancakes!-
-Ah...Perché non ci ho pensato prima?- si chiede BB.
-Perché? Tu sai pensare?- sbotta Corvina con un sorriso malizioso dipinto in volto.
Robin li guarda in cagnesco per farli smettere di bisticciare, effettivamente mi viene in mente quello che mi ha detto Cyborg un paio di giorni fa "l'amore non è bello se non è litigarello" si applica bene in questo caso, no?
Sorrido tra me e me pensando per l'ennesima volta alla complessità dei sentimenti umani.
Mangiamo la colazione parlando "del più e del meno" e poi ognuno torna alle sue occupazioni, oggi tocca a me lavare i piatti.
Inizio con il mio lavoro e mi metto a canticchiare a caso sperando di rendere questo compito meno noioso.
-Posso farti compagnia?-
E' la voce di BB.
-Certamente!- esclamo felice.
BB si siede sul bancone e mi rivolge uno dei suoi soliti sorrisi giocosi.
-Come ti va? Insomma...Notiamo tutti che ti sei ambientata bene ma...Non ti manca casa tua?- mi chiede timido.
Ci penso per un attimo, mi manca casa? Ovviamente! A tutti manca, no?
Però non voglio tornarci, qui mi piace di più.
-Mi manca a volte...Ma qui ci sto bene, non vorrei mai tornare indietro permanentemente- spiego cercando di essere il più chiara possibile.
-Sai, sono preoccupato. Ho paura che un giorno ci abbandonerai per tornare su Tamaran- mi confessa.
Smetto di lavare i piatti e lo guardo con dolcezza.
-Non potrei mai lasciarvi BB, a meno che non sia costretta non me ne andrò, puoi stare tranquillo-
-Bene, perché sai una cosa? Credo che se tu te ne andassi questo gruppo si scioglierebbe...Tu ci hai messi insieme e quindi sei un po' il collante che tiene insieme tutto quanto-
-Io invece sono sicura che rimarreste insieme anche se io me ne andassi- dico sorridendo.
-Non lo so...- mormora lui incerto.
Non voglio nemmeno pensare all'eventualità del nostro gruppo che si scioglie, mi fa stare malissimo.
-Ma parliamo d'altro!- si affretta a dire il ragazzo accanto a me.
Deve aver capito che non mi fa piacere parlare di questo genere di cose.
-Volentieri- rispondo sforzandomi di sorridere.
Inizia a parlarmi di alcune cose che non capisco, videogiochi credo e devo ammettere che mi distrae dal nostro discorso precedente.


E' pomeriggio, di solito se non suona l'allarme ci alleniamo ma oggi Robin ha detto che non ce n'è bisogno e quindi siamo tutti in salotto a guardare la TV.
-Sentite c'è un sole pazzesco fuori, usciamo a fare quattro lanci?- chiede Cyborg.
In mano ha una specie di pelle di animale dalla forma a dir poco bizzarra.
-Sì, perché no?-
I ragazzi iniziano ad incamminarsi, io e Corvina ci guardiamo stranite e li seguiamo in silenzio.
-Corvina, per favore, puoi spiegarmi che cosa significa "fare quattro lanci"? E che cos'è quella cosa che Cyborg tiene in mano?- chiedo confusa.
-Bè, significa che vogliono giocare a football, e quella che Cyborg tiene in mano è una palla...Una palla da football appunto-
-Che cos'è questo football di cui mi parli?- chiedo ancora una volta.
-E' uno sport che qui in America piace molto, in pratica funziona così...- inizia a spiegarmi le regole del gioco.
Sembra davvero violento.
-Per la maggior parte è praticato da cerebrolesi- borbotta infine.
-Cerebro...Come?-
Corvina mi sorride paziente :-Cerebrolesi, significa senza cervello- mi spiega.
-Oh! Non è molto carino- esclamo.
La maga mi ignora e continua imperterrita il suo volo.
Arriviamo al grande parco che Robin mi ha mostrato pochi giorni fa.
-Allora, qualcuno ha spiegato a Stella come si gioca?- chiede Cyborg, probabilmente notando la mia confusione.
-L'ho fatto io- risponde Corvina sedendosi all'ombra di un albero.
-Hai capito tutto? Non vorrei che ti facessi male...-
Robin si preoccupa sempre così tanto per me :-E' quasi impossibile che io mi faccia male, lo sai questo vero?- chiedo sorridendo.
-E' il quasi che mi preoccupa- afferma.
-Ehm, ho capito tutto, davvero! Iniziamo pure-
Mi volto verso Corvina.
-Tu non...-
-NO- risponde secca.
-Non penso proprio sia il tipo- risponde BB ridendo di cuore.
Effettivamente stando a quel che mi ha detto non penso che questo sport le piaccia particolarmente.
Iniziamo a giocare, io e Robin contro Cyborg e BB.
E' uno sport davvero molto faticoso, ma per fortuna non me la cavo poi così male.
Alla fine io e Robin vinciamo.
-La prossima volta la voglio nella mia squadra!- esclama Cyborg.
-Non male ragazzina, non male davvero- mi dice poi.
Sorrido.
-Credo che la capacità di volare, la super forza e i dardi Stella aiutino molto...- commenta BB sorridendo.
-Forse un po'- ammetto.
Corvina è ancora immobile sotto l'ombra, non so cosa stia facendo ma sembra molto concentrata.
Stiamo per tornare a casa ma Robin mi trattiene per un braccio.
-Che ne dici di finire quel giro?- chiede timidamente.
Annuisco rivolgendogli uno dei miei migliori sorrisi.
Avvisiamo gli altri e ci incamminiamo verso la spiaggia.
I miei occhi si posano sulla vastità della distesa azzurra dinanzi a noi, la torre è circondata dal mare ma vederlo così pieno di persone è davvero strano per me.
-E' meraviglioso, mi piace tanto il mare- esclamo felice.
-Voi su Tamaran non lo avete?- chiede incuriosito Robin.
-No, abbiamo una distesa di terra rossa, quasi violacea ma non abbiamo nulla di così splendido come il mare-
Mi brillano gli occhi, il calore del sole mi accarezza la pelle e ne avverto il dolce tepore.
Mi sento osservata.
Rivolgo il mio sguardo verso il mio amico, mi sta fissando con un'epsressione che non gli avevo ancora mai visto.
-Tutto bene?- chiedo.
-Sì, tutto bene...E' che...Mi sembri molto a tuo agio- risponde dando un leggero colpo di tosse.
-Oh sì! Adoro questo posto, le persone che ci sono...Mi piace tutto qui!- confermo lasciandomi sfuggire una risatina.
-Meglio così allora-
Mi sorride calorosamente e mi prende per mano.
-Vieni, ti faccio vedere una cosa-
Mi trascina lungo la spiaggia e mi porta verso una grotta che si staglia al di sopra del mare.
Entriamo e noto che dentro la grotta ci sono dei fiori che non ho mai visto prima qui in giro.
Sono dei fiori blu con sfumature dorate, non ho mai visto nulla del genere.
-Questo è...E'...- non mi escono le parole di bocca.
-Meraviglioso- commenta Robin.
-Sì, meraviglioso...-
Non posso trattenermi, devo chiederglielo.
-Robin...Io ti piaccio?-
Il mio cuore perde un battito, ma perché gli ho fatto una simile domanda?
Lo guardo di sottecchi e noto le sue guance rosse per l'imbarazzo.
-Se...Se mi piaci?-
Annuisco, non sono in grado di proferire parola.
Il silenzio inizia a farsi pesante.
-Certo che mi piaci, insomma...Siamo...Amici-
Queste parole non mi sembrano sincere, mi sa però che devo accontentarmi dato che è il massimo che tirerò fuori da lui.
-Oh, bene...- mormoro non sapendo bene cos'altro dire.
Torno a concentrarmi sul posto magnifico in cui siamo.
-Come si chiamano questi fiori?- chiedo curiosa.
-Non lo so...Mi dispiace ma questa è una delle domande a cui non posso rispondere- mi dice quasi deluso.
-Non ti preoccupare, non puoi sapere tutto- rispondo sorridendo.
-Mi piacerebbe però, almeno avrei sempre una risposta alle tue domande...-
Scosto i miei capelli da un lato, lo faccio sempre quando sono agitata.
-Non c'è bisogno che tu risponda a tutto ciò che ti chiedo, può essere molto fastidioso, me ne rendo conto...- mormoro.
-No! Non dire così, a me piace quando mi fai delle domande, mi piace risponderti e farti conoscere cose nuove- mi dice caldamente.
-In questo caso continuerò a fartene-
-Me lo auguro-
Ci dirigiamo a casa in silenzio, non abbiamo bisogno di dire nulla.
Il cielo sopra di noi è ormai scuro, le stelle brillano alte ed irraggiungibili, il vento mi accarezza dolcemente i capelli spostandoli nelle direzioni più disparate ma è uno dei momenti migliori che ho vissuto da quando sono qui.
Ogni momento che passo con lui è il migliore che potrei vivere qui.
Provo un fortissimo sentimento che mi spalanca il cuore, è del tutto nuovo per me...Non è desiderio, non solo...Non è un semplice "piacersi" è qualcosa di più profondo.
Su Tamaran le nostre relazioni possono essere poligame, possiamo stare con chiunque ci susciti un certo desiderio o con chiunque ci piaccia almeno fisicamente.
Non è importante se sei sposata o fidanzata, se vuoi stare con qualcuno, uomo o donna che sia, lo fai e basta.
Ma questo sentimento è diverso.
-Stella? Stai bene? Perché ti sei fermata?- mi chiede.
Non mi sono resa conto di aver smesso di camminare.
-Oh, ehm...Non c'è nessun motivo in particolare, scusami- mormoro raggiungendolo.
E' solo pochi passi più avanti di me ma corro comunque per arrivare di fronte a lui.
Non riesco a guardarlo, il mio cuore batte così ferocemente...
Sento il suono della radiolina dei Titans, entrambi prendiamo i nostri comunicatori e li apriamo: è Corvina.
-Non so dove siete in questo momento ma c'è un problema al porto, pare che si siano infiltrati per rubare delle imbarcazioni- ci avvisa.
-Arriviamo- esclama Robin.
Ci mettiamo subito in marcia verso il porto, è molto più facile arrivarci volando così tendo la mia mano a Robin.
-Cosa...-
-Arriveremo molto più velocemente volando, devi tenerti forte- esclamo continuando a tendergli la mia mano.
Lui la afferra con un'incertezza a me ignota, la stringe forte come se temesse di cadere.
Ci solleviamo da terra e avverto la sua stretta irrigidirsi.
Poi si rilassa, e inizia ad osservare la città dall'alto.
Andiamo molto veloci, manca davvero pochissimo al porto.


-Eccovi qua!- esclama Cyborg appena ci vede.
-Ok, dicci tutto- mormora Robin riavviandosi i capelli.
-E' un gruppetto di ladri, non so che cosa vogliano fare con quelle imbarcazioni ma sarà meglio fermarli prima che riescano a farlo-
Annuiamo tutti in segno di approvazione.
E' il momento di attaccare!
Ci dirigiamo all'interno dell'edificio situato nel porto dove vengono tenute le imbarcazioni in modo tale che quando piove non si bagnino e non si rovinino.
-Eccoli!- esclama BB indicando un gruppo di uomini dalle espressioni truci.
Sentendo l'urlo del ragazzo verde, i ladri piombano giù dalle imbarcazioni per attaccarci, sono almeno una decina.
-Titans! Addosso!- esclama Robin.
So quel che devo fare, mi dirigo verso un gruppo di tre che mi hanno accerchiata per tentare di bloccarmi, spicco il volo e inizio a colpirli con i miei dardi sperando di non fare loro troppo male, saranno anche dei criminali ma non mi piace far male alla gente!
Uno di loro mi lancia addosso un barile pieno di non so che cosa, inizio a cadere senza poter riprendermi in tempo.
-Stella!- è la voce di Robin.
Non cado a terra, le sue braccia mi prendono al volo tenendomi stretta a sé.
-Ti sei fatta male?- mi chiede preoccupato.
-No, sto bene...Grazie- mormoro.
Mi lascia e riprendiamo il nostro combattimento, spero piuttosto che sia lui a non farsi male.
Lo vedo colpire freneticamente i criminali con pugni e calci, volto ancora un po' lo sguardo e noto che BB attacca i ladri sottoforma di T-rex cercando di metterne al tappetto il maggior numero possibile, Corvina lancia loro addosso dei barili sollevandoli con i suoi poteri e Cyborg si occupa di stordirli con il laser del suo braccio meccanico.
Riprendo a combattere, mi sforzo il più possibile per riuscire ad uscirne vittoriosa.
I miei dardi colpiscono i nemici con forza facendoli cadere a terra uno dietro l'altro.
Dopo qualche minuto finalmente riusciamo a sconfiggerli e la polizia si affretta a prelevarli per portarli nella prigione, dove meritano di stare.
-Ottimo lavoro- dice Robin posando una mano sulla spalla di BB.
-Sì, ma ora muoio di fame! Che ne dite di mangiarci una bella pizza?- chiede Cyborg reggendosi lo stomaco.
E' vero che è piuttosto tardi.
Andiamo a cenare trasportati dall'auto di Cyborg e parlando della battaglia appena vinta.
Mi sento affamata e sfinita, non vedo l'ora di cenare e tornare a casa a dormire.
Arriviamo finalmente in pizzeria, ci accomodiamo in terrazza e ci viene subito portata la nostra solita pizza.
Io chiedo sempre di poter avere anche della mostarda per accompagnare il gusto delizioso della pizza, ogni volta che lo faccio i miei amici mi osservano perplessi e non solo loro!
Anche i camerieri mi guardano in modo strano.
Robin mi ha spiegato alcuni giorni fa che la mostarda non andrebbe bevuta come fosse acqua ma che serve per accompagnare alcuni tipi di cibo, eppure dal mio punto di vista è così saporita che non ha davvero nulla da invidiare alle bibite terrestri e, comunque, i miei amici non mi hanno mai giudicata per questo quindi continuo a farlo senza farmi troppi problemi.
Finita la cena torniamo alla torre, rientro in camera mia infilandomi il pigiama in tutta fretta.
-Che sonno- borbotto stiracchiandomi un po'.
Mi infilo sotto le coperte pensando alla giornata meravigliosa che ho trascorso oggi, avrei volentieri evitato il momento della battaglia ma capisco che è un mio dovere.
Da quando sono qui ho avuto modo di scoprire così tante cose nuove, così tante persone...Non pensavo che mi sarebbe piaciuto così tanto.
Osservo il soffitto buio della mia stanza e lascio uscire un sospiro.
Ripenso a quel momento con Robin, e a quel sentimento a me nuovo, ho mille domande in testa e non riesco a dormire se prima non mi tolgo il dubbio.
Corro fuori nel corridoio e mi dirigo senza pensare verso la stanza di Robin, busso alla porta dolcemente e questa si apre subito davanti ai miei occhi.
Robin indossa un pigiama ma non si è tolto la maschera, o forse l'ha rimessa quando ha sentito bussare alla porta.
-Stella?- sembra sorpreso di vedermi.
-Stai bene? E' successo qualcosa?- chiede allarmato.
-No, sto bene è solo che...Ho alcune domande che mi affollano la mente- mormoro arrossendo.
Riesco a sentire il profumo di cannella che emana la sua pelle, il mio cuore è come un tamburo, non so cosa pensare ho la mente annebbiata.
-Dimmi, forse riesco a chiarire i tuoi dubbi- risponde con un sorriso dolce.
Improvvisamente la mia bocca si secca, le parole mi muoiono in gola.
-Stella...-
-Vo...Volevo chiederti se sai a che cosa vengono attribuiti questi sintomi: accelerazione del battito cardiaco, calore improvviso, sudorazione eccessiva e mente leggera-
Robin mi osserva cautamente, ho le guance rosse dalla vergogna.
Il suo viso si addolcisce e mi rivolge un sorriso diverso dai suoi soliti.
-O sei nervosa per qualcosa, o sei innamorata- mi dice calmo.
-Innamorata?- chiedo inclinando la testa da un lato.
-Amore Stella, non ti sei mai innamorata prima?- chiede curioso.
-E tu?- rilancio, non voglio rispondere alla sua domanda.
-Io sì- confessa con un sorriso triste.
-E non è andata bene?- chiedo.
-Non molto, no...Ma ecco, l'amore è...Complesso-
-Complesso...- ripeto a mezza bocca.
-Entra- mi dice scostandosi dalla porta.
Muovo i primi passi molto lentamente, non pensavo che mi concedesse di entrare nel suo mondo.
Non me lo faccio ripetere due volte e mi sistemo dentro.
Robin accende la luce e illumina la sua stanza perfettamente ordinata è esattamente così che la immaginavo.
Il suo letto è davvero grande, è coperto da delle lenzuola rosse.
-Come mai ti sei messa a pensare a queste cose?- chiede sedendosi alla scrivania.
Con la mano mi indica il suo letto.
Mi siedo e non posso fare a meno di notare quanto sia morbido.
Mi sento leggermente a disagio in realtà, non immaginavo che mi sarei trovata qui...Seduta sul suo letto.
-Ecco io...Non lo so- mormoro.
Robin si siede accanto a me e mi circonda le spalle con il braccio, la sua pelle è caldissima e mi abbandono completamente al suo tocco.
-Senti, chiunque sia la persona fortunata che ti ha fatto innamorare non merita certo che tu perda addirittura il sonno per pensarci, l'amore è un sentimento difficile da gestire ma se non lo fai rischi davvero di perderti- mormora con un filo di voce.
-Capisco perfettamente cosa intendi ma non riesco a contenerlo...-
-E' solo perché è la prima volta che ti succede...Vedrai che ci prenderai la mano- mi rassicura.
Mi chiedo come faccia a non capirlo, come è possibile che non si renda conto che sono innamorata di lui?
O forse se ne rende conto e non gli interessa.
Eppure ero certa che anche lui provasse qualcosa per me...Forse gli piaccio e basta.
Non capisco...
Dopo aver parlato ancora qualche istante decido di tornare nel mio letto, finalmente posso dormire anche se so già che il suo viso affollerà i miei sogni.
  
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