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Autore: Neera Sharim    06/07/2009    13 recensioni
- Bene ragazzi, sarò breve, coinciso e poco doloroso: Voi due partirete ora per andare a recuperare quattro oggetti magici di grandissimo potere che aiuteranno Harry Potter ad uccidere il corpo di Lord Voldemort e sigillarne l'anima. ... ... - CHE COSA?! - Siete la combinazione perfetta. Beh, spero di avervi incuriosito almeno un po', ma nel caso qst nn vi basti... eheh, sappiate che qst viaggio sarà un viaggio... cm dire... abbastanza SINGOLARE! Dedicato in particolar modo a ROX e VALVAL. P.s: Commenti e critiche cm al solito ben accetti eheh! Un bacio a tt, vostra Glo
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Blaise Zabini, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Improvviso Palpitante Desiderio
Hermione venne lasciata sola in una stanza enorme ed altissima le cui pareti erano interamente affrescate e intagliate, finemente scolpite e ricche di incisioni. Geroglifici e disegni ne evidenziavano il valore.
Quattro colonne imponenti si ergevano verso il centro della stanza a sorreggere il soffitto, formando un quadrato in mezzo alla sala, dove, su un rialzamento sempre di base quadrata torreggiava un letto circondato da cuscini e riparato da veli di un bianco pulito e trasparente. Hermione vi si diresse incuriosita, spostando con la mano il velo e sedendosi sul giaciglio. La consistenza ruvida del lino le solleticò le gambe mentre lei cominciò a guardarsi attentamente intorno. Ai quattro angoli della stanza vi erano rispettivamente quattro enormi statue, ciascuna raffigurante quelle che lei riconobbe essere antiche divinità. Sobek, il dio coccodrillo e Thot, nel suo aspetto di Ibis, patrono degli scribi e delle scienze, si ergevano altissimi ai due angoli del lato della stanza dove vi era l’ingresso principale, agli opposti, le due entità di Rah, Ra-Khepri all’alba e Ra-Harakhte al tramonto. Le loro espressioni e la mole delle statue la fecero per un momento rabbrividire.
Si alzò dal letto per guardarsi meglio intorno e si accorse solo allora delle due statue di Anubi, scure e lucenti, che erano poste ai lati della testata del letto.
Lentamente si avvicinò a quella sul lato destro. Le arrivava circa al fianco e la gemella era identica.
Con una mano accarezzò la superficie levigata e fredda della statua del dio sciacallo, guardandosi intorno.
La stanza era illuminata da una serie di candelabri a lungo manico che a intervalli regolari erano disposti lungo il perimetro della stessa e che terminavano proprio ai lati della porta d’ingresso. Gli ultimi due, quelli laterali, erano più alti e la fiamma più vivida. Affascinata Hermione tornò ai piedi del letto e fu lì che vide un’altra statua, più bassa e piccola rispetto a quelle identiche di Anubi, ma che sembrava essere della stessa pietra con la quale erano state fatte le altre. Si sedette sul gradino, ammirandone l’intaglio perfetto.
Raffigurava un gatto, seduto compostamente rigido. Esprimeva eleganze, fierezza e nobiltà e Hermione sorrise.
Sapeva cosa rappresentava, era simbolo di una delle divinità egizia che più l’affascinavano. La dea-gatto Bastet era la figlia stessa di Rah, il dio-sole. Rappresentava il potere del sole di far maturare i raccolti oltre ad essere la divinità della gioia e dell’amore.
Sulle orecchie dritte ed immobili della statua vi erano assicurati due orecchini in oro mentre un altro, a cerchio, le pendeva dal naso. Sul petto era inciso perfettamente uno scarabeo alato, una gemma incastonata nella pietra nera tra le zampe sottili dell’insetto inciso sulla stessa.
Sebbene fosse spaventata e ancora il ricordo dei colpi subiti le bruciava non poté trattenersi dal sorridere radiosa. Nonostante la situazione generale, era intimamente colpita e contenta di poter toccare con mano le bellezze di un periodo storico quale quello egizio.
Si stava ancora guardando intorno quando un miagolio soffuso e dolce, seguito dal contatto con un corpicino caldo e peloso che le solleticava morbidamente i fianchi la fece sobbalzare. Seduta sul gradino ai piedi del letto non si era minimamente resa conto di non essere sola in quell’enorme stanza. Un gatto, nero come la pece e incredibilmente simile a quello raffigurato dalla statua le si stava strusciando contro inarcandosi voglioso di attenzioni.
Hermione si lasciò andare ad un sorriso divertito e tenero.
- E tu da dove salti fuori?
Chiese, iniziando a coccolare l’animale che in un primo istante, indispettito, ritrasse il muso con fare reticente. 
- Tranquillo, non ti faccio nulla. Sei un tipetto diffidente eh?
Il gatto la scrutò per un secondo, piegò la testa, abbassò le orecchie e lentamente si avvicinò, curioso ma riluttante. Hermione sorrise ancora di più, divertita, porgendogli la mano.
L’animale la scrutò coi vigili e curiosi occhi gialli, l’annusò, si ritrasse, tornò da lei finché… ad un tratto le si strusciò completamente contro il palmo aperto per poi saltarle in grembo, accoccolandosi bello tranquillo come se niente fosse.
- Che tipo. Soddisfatto ora?
Il micio per tutta risposta alzò il musino pretendendo coccole, che lei gli diede, cominciando a fargli dolci grattini sulla gola. Le fusa dell’animale non tardarono ad arrivare.
- Ah, ora però non sei più tanto diffidente eh? Adesso va bene starsene tranquilli.
Lo prese in giro lei, premendogli poi d’un tratto il dito sul nasino, per scherzare.
Il gatto, indispettito, mostrò i denti e sfoderò gli artigli, ingaggiando una lotta contro le dita delicate dalla ragazza che divertita lo guardava giocare. Quando però lo accarezzò con l’altra mano, all’improvviso, quello si calmò, cominciando a strusciarsi ancora come prima, tenero e felice.
Hermione lo guardò dolcemente .
Continuando a coccolarlo tornò a sussurrare:
- Mi ricordi tanto una persona, sai?
Disse sovrappensiero, immaginandosi davanti due incredibili occhi azzurro ghiaccio.
Draco Malfoy.
Il Serpeverde per lei era sempre stato un enigma da risolvere. Un’incognita, una soluzione sconosciuta da trovare. Un puzzle i cui pezzi erano complicatissimi e quasi impossibili da associare.
Ed ora… lo erano ancora di più.
In neanche due ore si era vista stravolgere le convinzioni di sette anni di scuola, le sue teorie, i suoi credi, le sue più intime certezze.
Certo, da sempre il biondo destava il suo interesse e la sua curiosità, voleva conoscerlo, capirlo, cercare di arrivare al suo cuore e comprenderne i gesti, i comportamenti… ma di fatto, lei era comunque sicura che il ragazzo fosse un nemico.
Le era sempre interessato arrivare a vedere la vera natura del tenebroso Malfoy ma praticamente dava per scontato fosse una natura legata a doppio filo al male.
Mai, avrebbe pensato il contrario.
Sorrise.
A quanto pare… non aveva capito proprio niente.
Le sue mani cominciarono a fare lievi grattini dietro le orecchie del micio.
Hermione chiuse per un istante gli occhi.
L’immagine di lui che senza remore la prendeva con sé sottraendola alle mani brutali e rozze dei soldati le comparve nella testa immediata.
Si ritrovò a sorridere di fronte a sé stessa che, rannicchiata tra le braccia forti del ragazzo, piangendo lo ringraziava come una bambina. Come se tutto fosse normale.
Tra loro niente era normale.
Non si era mai vista HERMIONE JANE GRANGER piangere disperata e tremante tra le braccia di un protettivo DRACO LUCIUS MALFOY che se la teneva dolcemente al petto.
Questa volte le sfuggì un riso lieve e sommesso.
Era incuriosita da lui.
Ora ancora di più.
Aveva dato per scontato di odiarlo da tanti anni e, non che improvvisamente avesse cambiato idea ma… ora cominciava a chiedersi cosa si celasse veramente dietro quei lineamenti duri di ‘re intoccabile’ che Malfoy vestiva tanto bene.

…e comunque… si ritrovò arrossendo ad ammettere… in quella vasca… aveva per un attimo pensato a quanto fosse tremendamente e dolcemente bello e perfetto quel ragazzo dai capelli color dell’oro bianco, quanto facesse rabbrividire la forza e l’invincibilità che in quella situazione le aveva trasmesso.
Le era quasi sembrato di vedere un dio in quell’istante.
Tanto lontano e terribile nella sua ira… quanto vicino e bellissimo nella sua nobiltà.
Hermione, gli occhi chiusi e i denti a torturarsi lentamente e delicatamente il labbro inferiore… avvampò ancora di più.
Si era ritrovata a chiedersi… cosa avrebbe provato se gli si fosse concessa.
Carezzò piano la gola del micio.
Aveva… desiderato… di sentirlo addosso… di sentire il suo calore sulla pelle… di essere baciata ancora…
Scrollò la testa all’improvviso, quasi come se con quel gesto sarebbe riuscita ad allontanare anche quelle assurde fantasie.
Guardò di nuovo il micio che, quasi come se si sentisse osservato, ricambiò per un attimo lo sguardo divertito, dolce e ancora lievemente imbarazzato della ragazza.
- Volubili entrambi. Diffidenti… Scorbutici – scandì divertita prendendo a infastidire per scherzo il micio che per risposta cominciò a soffiare e cercare di morderla – Ahi! … eheh e… a-n-t-i-p-a-t-i-c-i, che cattivo che sei!
Cominciò a giocarci, lasciando che il gatto la mordicchiasse senza farle male.
- E anche ottusi… eheheheh… testardi… egocentrici…vi credete sopra tutto e tutt…ah! Ma allora vuoi la guerra eh???
Lo pizzicò per un po’, sorridente, finché non lo fece accoccolare dolcemente come era prima, prendendo ad accarezzarlo. I suoi occhi si addolcirono… e tuttavia… velarono al contempo.
- Eppure… ci sono momenti… in cui sembrate quasi… normali… - Il micio si stiracchiò, alzando però il musino verso di lei, quasi come stesse capendo ciò che diceva la ragazza, che sembrava ormai persa nei suoi pensieri - …fate male… dannatamente male quando volete farlo. E lo sapete fare anche davvero bene…. Eppure… eppure c’è qualcosa in voi… qualcosa di… unico… singolare… indescrivibile.
Sospirò.
- Sai… vorrei tanto scoprire di cosa si tratta.
- Beh Granger, prova coi grattini anche con me, magari potrebbe sfuggirmi qualcosa.
La sua voce… sensuale e bassa come mai l’aveva sentita prima, le fece scorrere un lento brivido caldo per la colonna vertebrale. Impregnata di una carica erotica fortissima e voluta le era entrata dentro, sotto la pelle… nella testa.
Hermione avvampò, percependo la sua presenza ardente dietro di sé.
Si alzò all’improvviso, rossa come mai prima, ritrovandosi a fronteggiare il corpo statuario del protagonista dei suoi pensieri.
Brividi… brividi caldi alla vista di quel corpo perfetto che sembrava fosse stato scolpito nel marmo.
Brividi di fronte alle linee sensuali e tuttavia decise dei suoi muscoli non eccessivi.
Brividi di fronte al suo portamento e alla sua espressione. Di fronte a ciò che era il peccato fatto a persona.
I suoi occhi azzurri le entrarono dentro, trafiggendola.
- Tu…Io…Che…Da quanto sei qui?!
Sbottò infine, tremante d’imbarazzo e fierezza sotto il suo sguardo languido e divertito.
Il biondo la guardò in silenzio, divorando con bramosa incuranza il suo corpo ma… anche e soprattutto l’espressione dannatamente eccitante del viso di lei.
Inutile negarlo… fosse per lui l’avrebbe presa in quell’istante.
Cercando di rinchiudere i tanti pensierini poco casti che gli si stavano agitando in testa da quando erano caduti in quella piscina e che ora stavano diventando molto difficili da controllare, Draco sorrise seducente e sinceramente divertito.
- Oh, ce l’abbiamo fatta a pronunciare una domanda avente senso logico? Confesso che cominciavo a rimanerci male, non mi aspettavo un balbettio sconnesso e noioso da te, Mezzosangue.
- Malfoy fottiti!
Il ghigno di lui si disegnò ancora più evidente.
- Mmm cos’è, un invito Mezzosangue? Attenzione eh.. potrei eccitarmi.
- Ahhh!!! Non sai quanta voglia ho di prenderti a schiaffi Malfoy!
Urlò lei, avvicinandosi a lui senza accorgersene.
- Interessante, non sapevo avessi certi gusti Granger… e pensare che mi avevi già convinto con le coccole.
Le rispose lui, andandole incontro.
Era dannatamente eccitante vederla arrabbiata e ardente davanti a lui.
- QUALI GUSTI?! E non farti strane idee, non mi riferivo a te!!!!
- Oh, che crudele che sei… così mi spezzi il cuore!
…Ormai erano a pochi centimetri di distanza…
- Arghhh!!! Sono certa che supererai il momento!!!
- Mezzosangue non potrei mai… il solo pensiero di saperti con un altro mi da alla testa.
- Non sai quanto mi dispiace per te!!!
- Finirò con l’uccidermi, davvero!
- Oh che idea carina!
Erano vicinissimi. Occhi negli occhi. Draco era calmo e divertito… Hermione… tutto il contrario.
La voce di lui si fece improvvisamente bassa e roca, vibrante e calda.
- Che peccato… e io che ci speravo davvero nelle tue coccole Mezzosangue.
Hermione avvampò ancora di più.
- Smettila di fare lo scemo, razza di pomposo, arrogante, meschin…
- Baciami.
- …Stupid… EH?!
Non ebbe il tempo di fare nulla… le labbra del biondo si chiusero fameliche e ardenti su quelle di lei che ne venne completamente travolta. Un secondo… due… e senza sapere come si ritrovò a rispondere ad un bacio che di comune non aveva proprio nulla.
Coinvolgente era dire poco… era come se la disputa che stavano sostenendo a parole l’avessero riversata in quell’incontro di labbra.
Famelico, caldo, possessivo, passionale…
La destra di Draco si chiuse a stringere i boccoli scuri della nuca di Hermione che a sua volta si era aggrappata letteralmente con le unghie alla schiena solida del bel Serpeverde. La sinistra di lui le scivolò sulla vita fino ad arrivarle sulla schiena poco sopra l’osso sacro.
Hermione gemette tra le labbra del bel Serpeverde che per tutta risposta soffocò il suo lamento con una passionalità stravolgente. Con la lingua prese a lambirle il labbro superiore, stringendola a sé. Lei lo morse, lui fece lo stesso.
Di nuovo le lingue a sfiorarsi, unirsi, danzare insieme. Dolore e piacere, in un circolo vizioso e sensuale.
Hermione si sentiva cedere, Draco le impediva di farlo.
Un respiro interrotto.
- …Ti odio Malfoy.
Di nuovo la fusione delle loro labbra. Era droga. Era afrodisiaco… era… bello.
Per tutta risposta lui le piegò di più la testa indietro leccandole la gola, prima di tornare poi alle labbra di lei.
- Si… ti odio anch’io Granger…
- Bene.
Gli rispose, la voce tremante… andando però a cercare ancora le sue labbra… senza saperlo, senza rendersene conto.
- Bene.
Asserì lui, che invece era perfettamente conscio di quello che stava facendo.
La baciò di nuovo e ancora, sempre più famelico, sempre più voglioso di lei.
Quando si staccarono… Hermione era rossa in viso e sconvolta.
- Però… quanto ardore Mezzosangue!
Frecciò lui, sfidandola divertito.
- Io… io… è… CHE DIAVOLO T’E’ PRESO MALFOY?!
- Andiamo, non dirmi che non lo volevi Granger.
- CERTO CHE NON LO VOLEVO RAZZA D’IDIOTA!
Lui si leccò le labbra, sensuale.
- Non sai che non si dicono le bugie Mezzosangue?
- Questa me le paghi razza di… di… argh!!!
- Non vedo l’ora Granger.
Rispose lui, con fare ammiccante.
- Io ti…!!!
Un miagolio insistente ed indignato interruppe la ragazza che, completamente in imbarazzo e arrabbiata stava per scaricare tutto il suo nervosismo sul povero biondo Malfoy che bello tranquillo si era accomodato sul letto, intento a rigirarsi tra le mani un grosso anello d’oro con fare interessato.
Il micio, che allo scatto di Hermione alla vista del Serpeverde si era ritrovato catapultato per aria senza grande garbo, non aveva preso molto bene il viaggetto aereo e ora stava miagolando indispettito a entrambi gli occupanti della stanza.
- Granger prima mi minacci e poi miagoli languida? Te l’hanno mai detto che presenti chiari sintomi di schizofrenia??? Ok che son…
- Tske, ma quanto siamo montati eh Malfoy? Non ero io… eri tu – disse con fare dispiaciuto, inginocchiandosi verso il gatto – povero cucciolo, questo brutto cattivone ti ha spaventato, non vero?
- Io? Mezzosangue credo tu stia peggiorando, sai?
Le si rivolse il biondo, alzando finalmente lo sguardo verso di lei. Un sopracciglio alzato ad esprimere la sua perplessità. La vide in ginocchio, a dargli le spalle.
Le vampate di calore e i brividi che si sentì dentro alla perfetta visuale del bel fondoschiena di lei e della sua schiena lo colsero impreparato.
I suoi occhi si persero nel vuoto verso di lei mentre lui s’immaginava quanto quella schiena fosse flessibile e perfetta. Si rivedeva sopra di lei a fissarle le mani ai fianchi, a percorrerle la schiena delicata…e ad accarezzare il dolce incavo poco sopra l’osso sacro della ragazza… fino a far scendere le mani vers…
- Ma non tu, razza di egocentrico! Lui!
La sua voce lo riportò alla realtà. Non si era accorto si fosse alzata e vederla davanti a lui, vestita come prima, mentre stringeva al seno un gatto nero come la pece coccolandolo con dolcezza non lo eccitò solamente… gli fece affiorare al viso un sorriso debole… ma sincero.
- E quel coso dove l’hai trovato Mezzosangue?
Le chiese, alzandosi tuttavia e raggiungendola. Il micio lo guardò diffidente per un po’ finchè non accettò che la mano del biondo gli accarezzasse la testolina nera.
Hermione sorrise.
- Veramente è lui che ha trovato me.
Il gatto cominciò a stiracchiarsi tra le braccia di Hermione, accoccolandosi poi nuovamente. Lei lo strinse delicatamente di più tra le braccia e Draco non poté trattenersi dal pensarla tenerissima con quel batuffolo nero fra le braccia.
Senza guardarla negli occhi e continuando a sorridere in direzione del cucciolo, le chiese:
- Allora? Come stai?
La vide arrossire e guardarlo incerta. Con la coda dell’occhio osservò il suo sguardo vacillare e i denti candidi torturare delicatamente il labbro inferiore e non riuscì a non notare il delizioso color rosa acceso che le si era dipinto sulle gote.
Era bella.
- …Sto meglio ora… grazie...
.Gli rispose dopo quella che sembrò ad entrambi un’eternità. Lo stupore negli occhi, la curiosità per l’interesse improvviso del biondo nei suoi confronti.
- Dovere Mezzosangue.
Rispose lui, senza alzare lo sguardo.
Rimasero per pochi istanti in silenzio finchè Draco, aggiunse.
- Solo io posso farti piangere Mezzosangue.
Hermione, che era rimasta veramente bene di fronte all’interessamento del ragazzo nei suoi confronti, all’uscita dello stesso si vide crollare tutti i suoi buoni propositi. Indignata e anche un po’ ferita alzò lo sguardo verso di lui, pronta a farsi valere ma…
I gelidi e tuttavia perforanti occhi d’argento di lui la inchiodarono.
Draco la stava guardando e non c’era scherno nel suo sguardo, né derisione.
Rimase zitta.
Rimasero zitti.
Il ricordo del bacio di poco prima fece tremare Hermione e animò invece Draco che da quando erano caduti in quella vasca non desiderava altro che toccarla, baciarla, farla sua… gli era perfino venuta voglia di conoscerla!

Quel silenzio però li stava uccidendo.
Draco non ci mise molto.
Avanzò di qualche passo, elegante e sensuale come suo solito, sfiorandola col suo corpo semi nudo e caldo. Hermione, confusa, imbarazzata, incuriosita, lo guardava… sotto la pelle sentiva la tensione scorrere insieme al sangue.
Il bel Serpeverde lentamente e con fare disinteressato le scostò una ciocca di capelli dagli occhi, seguendo con lo sguardo il movimento delle sue dita su di lei. Gliene spostò un’altra, dolcemente, sfiorandola con una delicatezza che Hermione non immaginava nemmeno lontanamente potesse avere.
Quasi senza nemmeno che lei se ne accorgesse, dal semplice sfiorarle i capelli, ora le dita eleganti e alabastrine di lui le stavano sfiorando una tempia… la guancia… quando però con un movimento veloce e tuttavia sensuale lui le alzò il mento con l’indice, accarezzandole poi le labbra con il pollice in un gesto che fece rabbrividire entrambi, lei se ne accorse eccome.
Senza fare apposta, involontariamente, la natura più fragile e donna di lei prese il sopravvento, facendole per un istante abbassare lo sguardo.
Draco adorò quel momento.
Lo attraeva.
Lo attraevano sia la sua forza fiera e la sua indomabile indole… sia la sua dolce debolezza e l’incertezza imbarazzata di fronte alla sua spavalderia e il suo essere uomo.
In lei c’era tutto… e questo tutto lo affascinava.
La voglia di baciarla era forte.
La voglia di Hermione di allontanarlo… non lo era poi molto.
Draco si chinò lievemente.
I loro respiri si fusero.
Hermione tornò a guardarlo.
Oro e Argento.

Il ragazzo le cinse la vita con le braccia, facendo appoggiare le forme dolci di donna di lei al suo corpo.
Il gattino, accoccolato tra le esili braccia di Hermione non sembrò dispiacersene affatto.
Hermione sussultò, completamente interdetta.
Draco sorrise, sentendo il salto del cuore di lei. Poté quasi immaginarsi i suoi occhi color cioccolato sgranati per lo stupore. Chiuse gli occhi e respirò dolcemente e sensuale il profumo dei capelli di lei.
- Tranquilla Mezzosangue… ho intenzione di sopportarti per tutta la missione.
Sussurrò divertito. Hermione, sebbene stizzita in un primo momento… non riuscì però a rimanerlo a lungo.
Era bella quella sensazione.
Era bello farsi stringere da lui.
Chiuse gli occhi.

- Ehm… però prima ci sarebbe una cosina che dovresti fare per me. =D ^^
 
 
Hermione lo stava odiando.
Hermione lo stava DAVVERO odiando.
Hermione avrebbe voluto ammazzare Draco Lucius Malfoy nel più lento e doloroso dei modi.
Si trovava in uno stanzino stretto e buio. I polsi, legati, le dolevano da impazzire e il pensiero di ciò che stava per fare le continuava a far scorrere cariche d’adrenalina pura nelle vene.
Era agitata.
E odiava Draco Malfoy.
“A quanto pare ti ho iscritta ad una gara di lotta tra schiave Mezzosangue. Spero non ti dispiaccia”
…Quando quella missione sarebbe terminata lei gli avrebbe dato una di quelle lezioni che…!!!
Non fece in tempo a concludere i suoi progetti che la porta si aprì e due uomini la tirarono fuori con violenza.
Perse l’equilibrio e cadde rovinosamente a terra. L’orgoglio bruciante le diede la forza di rialzarsi lentamente, ergendosi fieramente sotto lo sguardo morboso e derisorio di un pubblico maschile di nobili egizi.
I mormorii che si levavano non le piacevano affatto. Come non le piacevano le risate e i commenti sconci che si sentì rivolgere.
Non fece in tempo ad alzare gli occhi sulla folla alla ricerca del suo biondo compagno che uno spintone brusco la fece quasi ricadere a terra.
- Come osi alzare lo sguardo piccola puttana plebea?
Hermione si raddrizzò testarda. Con la coda dell’occhio cercava ma di lui nessuna traccia. Si trovava in una stanza altissima e molto ampia nel cui centro vi era una piattaforma lievemente sopraelevata.
Su di essa, c’erano altre donne, come lei, coi polsi legati.
Cercò di non prestarci attenzione sebbene le piangesse il cuore vedendo alcune delle ‘compagne di sventura’. Sforzandosi di cercare il ragazzo continuò a guardare gli spalti.
La guardia le diede un altro spintone.
Quando arrivarono al palco lei si fermò prima di salire il gradino. Voltandosi con la testa in direzione di dov’era entrata, scorse un palco rialzato e…
- Muoviti schiava, non permetterti di fare aspettare i tuoi signori!
Signori…
Signori…
Signori!!!
- Io non ho signori. Io non sono di nessuno.
Sussurrò, rancorosa e arrabbiata.
La guardi la prese per i capelli costringendola ad un grido rabbioso di dolore, che lei si sforzò di tacere.
- Ripetilo!
Hermione, l’orgoglio scalpitante nel suo cuore di giovane e caparbia grifona, si piegò all’indietro, mordendosi il labbro per soffocare le grida di dolore, finchè a denti stretti non ripetè ciò che aveva detto, fino ad urlarlo.
- Io… non… sono… di… NESSUNO!
- Tu! Razza di schifosa, piccola, lur…!!!
Il soldato stava già per ricorrere alla frusta quando una voce gelida e alta lo fermò.
- Lascia. Falle del male e mi vedrò costretto a punirti fino a farti pregare misericordia. E non ti assicuro di voler concedertela.
Piatta, calma, controllata… ma incredibilmente… incredibilmente pericolosa. Hermione si voltò verso il punto alle sue spalle da dove era provenuta la voce. Sapeva perfettamente chi aveva parlato.
Eppure il suo cuore mancò di un battito quando lo vide.
Seduto scompostamente su un trono di corte in legno ricoperto di lamina d’oro, una gamba stesa e l’altra lievemente piegata, un braccio appoggiato al bracciolo e la mano a sorreggere il viso all’apparenza annoiato mentre l’altra poggiava sul ginocchio, bello e sensuale come non mai, c’era lui.
Hermione arrossì di fronte ai suoi occhi di ghiaccio puro.
Lui la guardò arrossire, divertito.
La guardò con attenzione, mangiandosela con gli occhi. Le avevano fatto cambiare gli abiti ed ora era ben felice di vederla in un gonnellino cortissimo su cui spiccava una spessa cintura d’oro e gemme e un corpetto altrettanto stretto, in lamina d’oro, che le proteggeva i seni morbidi e sodi, rendendoli ancora più desiderabili agli occhi del bel libertino Serpeverde.
I capelli erano stati legati in una coda alta e le ricadevano in boccoli perfetti e sensuali sulle spalle, sulla schiena, nel solco dei seni. Portava catenelle dorate e gioielli, cavigliere rigide e cimbali. La lamina d’oro sottile che portava al collo segnava il potere che la governava.
Proprietà del principe reggente.
Quando gli occhi color cioccolato di lei lo sfidarono fieri non poté evitare di sorridere con arroganza, sfidandola. Adorava provocarla. Adorava vedere l’imbarazzo e la fierezza alternarsi in un continuo gioco di chiaro-scuri sul viso elegante e dolce di lei.
La guardia si scusò con un inchino e la voce tremante, poi, mentre ancora gli sguardi dei due ragazzi erano legati insieme, strattonò Hermione con violenza.
- Non è stata ben domata figlio.
La voce del faraone, in un sussurro leggero, gli portò inevitabilmente un sorriso sulle labbra mentre Draco, con occhi avidi e interessati, seguiva i movimenti sensuali dei fianchi di lei.
- E’ più dura del previsto padre. Ma ho tempo.
- E’ disdicevole che una schiava parli così e rimanga impunita. Avresti dovuto farla frustare.
Un moto di rabbia e indignazione salì nel giovane Malfoy, brillandogli per un istante negli occhi. Indurì la mascella in un gesto spontaneo, ma rimase controllato.
- Saprò punirla a dovere io, quando e come più preferirò.
- E’ giusto.
Draco avrebbe voluto prenderlo a pugni.

Si sforzò però di ignorare il suo desiderio, concentrandosi ancora di più sulla ragazza… finchè non dovette obbligarsi a non pensare a lei e pensare alla missione altrimenti avrebbe seguito strade poco caste. 
Fu risvegliato dai suoi pensieri solo nel momento in cui un colpo rimbombante di tamburi gli annunciò l’inizio del combattimento.
Per un istante che lo sconvolse… percepì un brivido di paura scendergli freddo per la schiena.
Era preoccupato per lei???
…Che stronzata, certo che no!

Ma allora perché non desiderava altro che buttarsi in mezzo alla ressa e portarla via con sé?





















Eccomi ragazzi!
Dopo più di un anno sono finalmente tornata. Mi dispiace tantissimo per questo ritardo ma purtroppo non avevo modo di pubblicare prima. Scusate se non vi rispondo di persona a tutti quanti, ma anche questo aggiornamento è stato fatto da un altro computer e quindi non ho il tempo di ringraziarvi a dovere XD. Spero di riuscire a farlo al più presto. Ringrazio tutti per il costante sostegno che mi avete sempre dato e la vostra pazienza. Spero a presto...............fatevi sentir
e ^^

G R A Z I E
e scusate ancora



BACISSIMI
Glo
   
 
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