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Autore: _aivy_demi_    15/06/2018    32 recensioni
Ecco qui una fanfiction semplice e leggera, in un luogo dove non si incontrano Iron Man e Spiderman, bensì Tony Stark e Peter Parker. Nulla di troppo complesso, appositamente creato per una lettura tranquilla ^^.
Questa storia è nata dall'iniziativa dei prompt incatenati del gruppo degli Eredi di Efp su fb.
Buona lettura :3
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction fa parte di un'iniziativa del gruppo fb

Gli Eredi di Efp.

La parola offerta da Jill Shitsuji che deve comparire nel testo è

BREZZA.

Buona lettura =^^=




C'è una gran pace. Il suono delle onde che scivolano placidamente fino a sfiorarmi i piedi mi tiene compagnia.

Vengo qui da parecchio tempo: osservare il mare mi ha sempre rilassato.

Respiro piano e a fondo riempiendo i polmoni di salsedine. Fa caldo anche se è così presto, d'altronde è l'unico momento di tranquillità che posso godere durante la giornata. Ci ho provato a qualsiasi ora ma nulla da fare: la mattina presto è perfetta per godere di un po' di solitudine. Lo so, solitamente la gente la rifugge ma mi ci trovo così bene. Silenzio, calma e soprattutto nessun altro: da solo coi miei pensieri, perché a volte staccare è il modo che si ha per mettere chiarezza nella propria mente.

Mi osservo intorno incuriosito. Ogni giorno passa qualcuno per poi scomparire nuovamente senza ripresentarsi più: la spiaggia a quest'ora è un mondo di sconosciuti e così rimarrà tale. Una signora con un cagnolino, un anziano che passeggia; una coppietta che sorride ebete mentre si tiene la mano, e ancora un anziano. Non mi importa chi siano, o per quante volte nella mia vita possa incontrarli di nuovo, mi basta non vengano a disturbare.

Guardo l'ora, sono le 8.17 di una piacevole estate: una pausa dagli studi è quello che ci vuole, quest'anno penso d'aver accumulato troppo stress. Se i miei compagni mi vedessero così, non riconoscerebbero neppure il Peter che hanno davanti: sono solitamente allegro, scanzonato e fin troppo spesso incurante delle conseguenze delle mie scelte. Sono timido? Beh, credo proprio di sì e non ho nemmeno granché fiducia in me stesso. Ma non qui. Nessuno mi conosce e mi giudica, nessuno sa come sono fatto o pretende qualcosa di più da me.

Muovo delicatamente le dita dei miei piedi sotto i granelli dorati e umidi, mi piace la sensazione che danno: sembrano quasi massaggiarmi. Poggio il mento sulle ginocchia chinandomi ed osservando il mondo aperto che mi si para davanti. Azzurro ovunque. Il cielo ed il mare, infiniti spazi su cui corre la mia mente bisognosa di rompere i confini e andarsene lontano. Immagino sensazioni che non proverò mai. Chissà come ci si sente a volare: in alto, lassù, fino a sfiorare il sole e poi scendere in picchiata nelle più buie profondità marine. Quasi mi perdo in pensieri così frivoli, eppure è proprio di questo che ho bisogno. Se devo dare un nome a ciò che vorrei trovare qui è spensieratezza, e posso dire con grande soddisfazione di avvicinarmici sempre più ogni momento passato seduto su questa spiaggia.

Come richiamato da chissà cosa, volto lo sguardo alla mia destra: a pochi metri di distanza se ne sta in piedi un uomo, fisso ad osservare qualcosa dritto davanti a sé.

Nah, sarà anche lui alla ricerca di un po' di quiete. Perché dovrei interessarmene?

Mi giro nuovamente tornando a pensieri casuali su cose inutili. Gli ingranaggi della mia testa si muovono più lentamente in questi casi, dove la concentrazione è superflua.


Non devo girarmi.

Non devo farlo ma farmi i cazzi miei.


Girati invece, sai di essere

maledettamente curioso.


Curioso io? Mah.


Sì che lo sei,

girati e basta.



Perfetto, non riesco a tener testa alla mia coscienza. Non posso farci nulla, la curiosità è troppa e non ne capisco nemmeno il motivo: spero solo non mi becchi. Non potrei nemmeno far finta di niente visto che siamo solo io e lui qui. Con la coda nell'occhio muovo leggermente la testa nella sua direzione, sondando i suoi movimenti.

Niente.

Non fa assolutamente niente.

Se ne sta lì in piedi immobile, come di pietra. Osserva un punto imprecisato senza fiatare: d'altronde con chi potrebbe parlare? Col cane di prima? Eppure non posso fare proprio a meno di osservarlo. I capelli corti scuri sono mossi lievemente da una leggera brezza, la stessa che sta accarezzando il mio viso in modo delicato, quasi impalpabile. La corta barba lo rende di un'età indefinibile: quanti anni potrebbe avere? Quaranta? Forse di più, non che mi importi.

Sembra vestito di tutto punto. Cosa fa esattamente una persona di quel tipo qui a quest'ora? Non dovrebbe presiedere ad una riunione, o andare di corsa in ufficio prima di arrivare troppo tardi al lavoro? Forse dovrei imparare a farmi i fatti miei, invece di fantasticare sulla vita degli sconosciuti.
Il tempo sta scorrendo piano ed io ancora lo guardo, mi soffermo sul colore della sua pelle, sui vestiti che indossa, su quei benedetti capelli che danzando all'aria di mare: mi sento rapito senza capirne il motivo. Se dovessi guardarmi allo specchio probabilmente mi metterei a ridere, osservando la faccia da ebete che dovrei aver stampata addosso. Chissà perché è qui, se ha una famiglia o dei figli, dove vive; o altre domande simili tipo chissà se imparerò mai a farmi i cazzi miei.

Ho completamente perso la nozione dei minuti, vissuti tutti uguali in quella maniera. Volto nuovamente il viso verso quell'orizzonte silenzioso e così lontano, dove non esistono sofferenza o paura, dove potrei librarmi leggero. Che bella sensazione dev'essere vivere così almeno per un poco. Sbuffo sconsolato, consapevole che dovrò comunque tornare alla vita di tutti i giorni, ai litigi, le incomprensioni con chi mi sta intorno... Non pretendo di essere capito, solo di essere lasciato in pace e nulla di più. Non sono niente di speciale, vorrei solo vivere con tranquillità senza che nessuno richieda troppo sforzo da parte mia. Un'esistenza anonima che si mischia a quelle di tutti gli altri.


Che discorso scemo eh?

Proprio da chi non ha ambizioni di nessun tipo.


Non ti piacerebbe puntare in alto?

Arrivare dove ad altri è preclusa la strada?


Per poi sgobbare tutta la vita,

morire per lo stress?


No, per riconoscere che tu vali qualcosa.



-Scusa...


Dimostrarlo a chi?


A te stesso.


La mia coscienza è una psicologa adesso?



-Ehi tu, ragazzo.

Mi giro di scatto quasi saltando sul posto: l'uomo che poco fa se ne stava ancora a rimirare chissà cosa nel vuoto ora è in piedi accanto a me. Mi sta fissando intensamente, forse fin troppo. Disagio, sì mi sta mettendo decisamente a disagio. Mi alzo di scatto, senza dimenticare le buone maniere: balbetto un buongiorno scuotendomi la sabbia dai pantaloni e guardando verso il basso. Per quale stupido motivo non riesco a sostenere il suo sguardo?

-Vieni qui tutti i giorni?

Gli rispondo affermativamente con un gesto del capo. Mi costringo a guardarlo in volto nonostante l'imbarazzo. In qualche modo è... Magnetico... Non so come spiegare, ma è come se non potessi fare a meno di tenere gli occhi incollati ai suoi. Che colore meraviglioso hanno, sono così profondi e limpidi. Sembra debbano raccontare tante di quelle cose da riempire decine di libri.

-Sai per caso se da queste parti c'è un bar o un punto ristoro?

Non posso continuare a rispondere a monosillabi, dunque gli indico la direzione da seguire: continuare ancora verso di là, poi portarsi verso l'interno incontrando un piccolo chiosco. Già lo avverto che sicuramente a quest'ora sarà vuoto.

-Allora ti va di tenermi compagnia?
Resto fermo immobile.

Ci sta provando? Seriamente, potrebbe essere mio padre.

-Che stupido, non mi sono nemmeno presentato: sono Anthony Stark. Puoi chiamarmi Tony.

Mi porge la mano e la stringo: è calda, sorprendentemente forte rispetto a ciò che mi aspettavo.

-Sono Peter Parker, può chiamarmi Peter- quasi a fare il verso in maniera ironica. Che risposta idiota, avrei potuto dire "io sono Parker, Peter Parker" alla James Bond e avrei fatto una figura migliore di questa.

-Allora Peter, ti va di bere qualcosa?
Rispondo ancora affermativamente. Ho come l'impressione che se mi chiedesse di tuffarmi in acqua vestito e tornare indietro completamente fradicio senza battere ciglio, lo farei. Mi sta andando in pappa il cervello? Ma per favore, cioè, avrà il doppio della mia età. Eppure...

Eppure penso sia l'uomo più affascinante che abbia mai visto in tutta la mia vita.

Il percorso breve è decisamente imbarazzante. Non so di cosa parlare, non ho alba di chi sia ma in compenso mi sto muovendo al suo fianco: sono forse impazzito? D'altronde prendere un caffè con qualcuno non ha mai portato a grossi pericoli (finora). Qualche minuto di chiacchiere inutili sul tempo, sull'andamento dell'economia, sulla politica o simili: di cos'altro vuoi che parli un tipo così?
Mentre cammino lo osservo: procede imperterrito, a testa alta. Come uno che ha l'intenzione di conquistare il mondo e non ha paura di nulla; non come me, che a malapena riesco a guardare avanti e non inciampare sui miei piedi. Raggiungiamo il chioschetto vuoto come previsto ed aspetto sia lui a prendere posto. Penso sia per il rispetto della differenza d'età. Gli sgabelli alti mi permettono di avvicinarmi con nonchalance.

Il barista, un tipo barbuto dai capelli lunghi raccolti e dall'evidente abbronzatura, ci guarda quasi sorpreso, seppur cordiale.

-Buongiorno, cosa vi porto?

Rifletto un attimo, optando per un semplice caffè shakerato: con questo caldo cos'altro potrei bere? Incuriosito dall'uomo che mi sta accanto, attendo la sua ordinazione. Uno così potrebbe volere un cappuccino tiepido decaffeinato, senza schiuma, con latte di soia e dolcificante naturale...

-Per me un whisky, grazie.

Rimango basito, e non solo io. Pure il banconiere lo osserva perplesso.

-Mi scusi?

-C'è qualche problema ragazzo? Ne siete sprovvisti al momento?
Il giovane balbetta versando in un bicchiere l'insolita ordinazione ed utilizzando poi lo shaker per la mia bevanda. Porgendoci le consumazioni mi guarda sollevando un sopracciglio; consapevole del suo stato d'animo, che oltretutto condivido, sorrido e faccio spallucce. Poi si volta tornando a pulire il bancone dalla parte opposta.

Mentre bevo soddisfatto il mio caffettino freddo e fin troppo zuccherato, osservo questo Stark di cui capisco sempre meno. Lui sorseggia tranquillamente superalcolici al mattino, e non ad un orario d'aperitivo, ma durante un'ipotetica colazione!

-Qualcosa non va, Peter?

-No no, signor Stark.

-Tony- sospira.

Lo guardo confuso.

-Ha ragione, mi scusi... Signor Tony.

Ride divertito alle mie parole: non so nemmeno come pormi nei suoi confronti senza sembrare un emerito imbecille. C'è da dire però che quando è di buon umore è davvero un bell'uomo.

Risucchio il fondo del bicchiere con la cannuccia (sì, bevo un caffè shakerato zuccherato con la cannuccia, lo ammetto), mentre sento due occhi fermi sul mio profilo. Mi giro quasi infastidito con una sensazione strana addosso, e me lo trovo lì mentre mi osserva con il mento poggiato sul dorso della mano.

-Ho... ho qualcosa in faccia?
Continua a ridere di me e non ne conosco nemmeno il motivo!

-No, stai tranquillo, semplicemente sei un ragazzo buffo.

Ma che risposta è? Sul serio, sto cominciando a stufarmi.

-Quando metti il broncio poi sei davvero adorabile.

Questa frase mi ha spiazzato completamente. Adorabile, io? Cosa dovrei pensare di lui? Adorabile si dice a un bambino, o a un gattino peloso su uno di quei video di Youtube. Giro di scatto il viso dall'altra parte per nascondere le mie guance in fiamme: non voglio si accorga di questo rossore inspiegabile.

Il silenzio cala tra noi. Giocherello distratto con uno stuzzicadenti mentre cerco in tutti i modi di non guardare il signor Stark negli occhi. Il tempo che impiega per finire il suo bicchiere sembra interminabile. Che poi, chi beve così? Ho a che fare con un alcolizzato, perfetto...

-Ti stai annoiando?

Quasi mi pungo con quel benedetto stecchino di legno balbettando.

-Sembrerebbe. Raccontami qualcosa di te.

-Per quale motivo?- Non sono proprio riuscito a trattenermi, la sua curiosità mi sembra un poco strana.

-Per intrattenere una normale conversazione. Siamo due persone sole che si sono incontrate un mattino, nulla di più. Ti sembra così strano?

Avvampo nuovamente: le sue parole sono così spontanee, eppure il suo sguardo è così interessante e sembra indagarmi. Mi sento come messo a nudo e l'imbarazzo non mi permette di articolare una frase in maniera decente. Maledizione! Respiro e mi faccio coraggio, sto semplicemente parlando con una persona che desidera conoscermi.

-Allora: frequento l'università, amo studiare ma fatico a relazionarmi con gli altri. Forse mi vedono un secchione, oppure mi sopportano poco perché non bevo o non organizzo feste; beh, insomma quello che fanno solitamente i ragazzi più quotati. Non sopporto la folla e me ne sto più volentieri seduto da solo a lasciar volare i pensieri. Non so esattamente cosa vorrei fare della mia vita, forse è troppo presto per pensarci, ma è anche vero che il lavoro non cade dal cielo. Vivo da solo e mi arrangio con qualche lavoretto tra una lezione e l'altra.

Mi fermo un attimo con la sensazione di star annoiando il mio interlocutore, invece noto che mi segue interessato. Decido di fare un passo in più.

-Lei, signor Stark, Che mi racconta?

-Tony.

-Come preferisce, ma proprio non riesco a rivolgermi a lei dandole del tu- per via dell'età avrei voluto aggiungere, ma non mi sembrava proprio il caso di essere indelicato.

-Mmmh dunque: una volta sono stato in procinto di sposarmi, ma ora sono solo un quarantenne single. Una fortuna direbbe qualcuno. Potrei avere dei figli, una moglie che mi ama, ma mi dedico anima e corpo al lavoro, e quello non manca di certo.

Si ferma un attimo: si aspetta forse che gli chieda qualcosa.

-Che tipo di occupazione?

-Sono contento tu me lo abbia chiesto, ragazzo: lavoro in un'azienda dedita all'avanguardia tecnologica. In pratica sono una specie di inventore.

Resto a bocca aperta. La mia reazione lo fa sorridere e sembra pure compiacersene. Comincia a parlare di dati, percentuali e materiali per costruzioni avveniristiche. Sono assolutamente ipnotizzato non tanto da ciò che sta raccontando, di per sé interessante, ma dal modo in cui si espone e da quelle meravigliose espressioni che gli animano il viso. Si vede che gli piace parecchio ciò che fa, e ad essere sincero un po' lo invidio.

Le parole si susseguono senza fermarsi, ma più passa il tempo più fatico a concentrarmi sul discorso. Per qualche motivo sono rapito dalle sue labbra, dal suo sguardo che mi paralizza da quanto è profondo.

Intrigante: non trovo altri aggettivi più consoni a descriverlo.

-Bene, ora devo andare.

-Di già?- giuro, mi è scappato! Non avrei mai pensato di dirlo, ma la sua compagnia è stata parecchio apprezzata.

Mi sorride sincero. Mi stringe la mano ringraziandomi. Una domanda nasce nella mia testa, un quesito che fatico a non far uscire dalla bocca: ci rivedremo?

-Alla prossima allora.

Detto questo, si allontana camminando sulla sabbia fino a raggiungere il sentiero che porta fuori dalla spiaggia e rientra in città. Chiedo al barista quanto gli devo, scoprendo che il conto è già stato saldato. Non solo è un uomo carismatico e dalla parlantina sciolta, ma pure gentile. Saluto e mi incammino.

I piedi nudi sulla rena ormai calda soffrono prima di raggiungere il rinfrescante bagnasciuga. Passeggio nel silenzio sempre più interrotto dalla presenza di persone: è ora, la gente arriva e per me è giunto il momento di andare. Godo ancora una volta del tocco della brezza marina, sembra mi accompagni via docilmente da qui con quel suo leggero profumo salato. Un odore che mi riporta a quel sorriso compiaciuto e pomposo. Ancora qualche minuto mi dico, e poi me ne vado.

"Chissà se lo rivedrò."





Eccomi qui con la prima fanfiction su di loro

(che non sia un'erotica naturalmente ^///^).

Ho cercato di rendere il tutto molto leggero e rilassato, concentrandomi su Peter e il mondo visto con i suoi occhi.

Potrebbe continuare, potrebbe finire qui. Dipende tutto dalla volontà del ragazzo di poter rivedere il Signor Stark.


Grazie della lettura e della pazienza.

Come sempre vi auguro un buon lavoro! :3


-Stefy-





   
 
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