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Autore: Hell Storm    17/06/2018    1 recensioni
Da bambina papà mi diceva che dove c'era la luce, c'era la vita, la speranza ... e il pericolo. Solo nel 2077 mi fu ben chiaro il vero significato di quelle parole, quando le bombe caddero e il mondo bruciò. Io e altri miei commilitoni ci salvammo nascondendoci fra le mura della nostra base, ma quando uscimmo alla luce, il nostro mondo non c'era più. Rimasti soli e a guardia di uno dei più grandi tesori prebellici della storia, decidemmo di fondare il primo insediamento della Zona Contaminata. Un faro di speranza in un oceano di morte e buio che avrebbe attirato altri superstiti in cerca di aiuto e di conseguenza anche intere legioni di mostri nati dalle radiazioni e predoni senza scrupoli.
Io sono il sorvegliante Rocket Earp. Noi siamo i fondatori di Beacon City. La Zona Contaminata è il nostro mondo. E questa ... è la nostra storia.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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L’Alleanza

Il nemico dell’Orda, è amico dei Fondatori.

 

 

27/01/2078 D.C.

 

Stati Uniti d’America/Commonwealth delle pianure/Oklahoma

Contea di Cimarron/Beacon City/Forte/Hangar 1

Ore 15:21

 

36°77’33.22”N 102°52’40.88”O

 

Se scoprire l’esistenza di enormi lucertole create geneticamente per scopi bellici era assurdo, parlarci lo era ancora di più. Il protocollo prevedeva di sparare a vista contro qualsiasi minaccia organica mutante che si avvicinasse al nostro perimetro difensivo, ma quella di un deathclaw intelligente e capace di comunicare pacificamente era un’opzione che nessuno stratega avrebbe potuto concepire.

Fu quasi impossibile convincere i rinforzi usciti dalle mura a non sparare contro i due deathclaw. Per fortuna il colonnello si convinse per primo e pur mantenendo alta la guardia, permise ad entrambi di entrare nella base. O meglio, permise a Naalnish di entrare. Quello grande entrò per garantire la sicurezza del deathclaw più pacifico.

I due visitatori vennero scortati fino alla zona degli hangar, dato che tutti gli altri edifici erano troppo piccoli per ospitarli entrambi. Ovviamente il numero di soldati che li scortò per tutto il tragitto fu abbastanza considerevole, e cosa più importante il lucertolone gigante ebbe la possibilità di fare la conoscenza di un altro titano. Neppure lui avrebbe potuto fare molto contro l’armatura atomica apophis di guardia al forte.

Eravamo tutti riuniti nell’hangar dove veniva custodito Aquila Atomica. Nell’hangar 1 era stata portata una mappa tattica olografica di forma circolare intorno alla quale si erano sistemati tutti i presenti. Ossia le squadre di esplorazione, Vault compresa, il colonnello, gli altri pezzi da novanta del nostro esercito e alcuni operatori dell'amministrazione. Mancavano solo Nick e Trinity, che nel frattempo erano andati a tranquillizzare la signora Rodriguez sul rapimento di Zack. La povera Maria ebbe un mezzo infarto quando venne a sapere dell’accaduto.

Nelle ultime ore ne erano accadute di tutti i colori, dall’evasione di Foster, al rapimento di Baatar e del piccolo Zack, fino all’incontro con i nostri amici squamosi. Tutto ciò che avevamo tra le mani, erano i cadaveri che Jackson si era lasciato dietro, i due fratelli Doyle, che eravamo riusciti ad arrestare, e una moltitudine di teorie sulla vera meta di Jackson, che dopo aver volato per tre chilometri verso sudovest, era sparito anche dai nostri radar. Senza il transponder del vertibird e degli indizi utili, trovarlo sarebbe stato difficile. Brent Doyle, il fratello più grande e cervello del gruppo, si era fatto ammazzare insieme agli uomini di Foster poco prima di salire sul V2, e ovviamente Jackson si era riguardato dal dire ai fratelli Doyle la sua vera destinazione, facendo credere loro e a Foster che gli avrebbe portati dall’Enclave, ovunque questa fazione si fosse stanziata.

-Cominciamo con le presentazioni direi. Io sono il colonnello Roland Baker, comandante …-

-Comandante delle truppe militari di Beacon City ed eroe di Anchorage.- Lo interruppe Naalnish.

Buona parte dei presenti rimase di stucco quando il deathclaw parlò. Sia perché nessuno si aspettava che un animale potesse parlare, sia perché lo faceva tramite la mente. E poi come faceva a sapere del colonnello?

-Esattamente com’è che comunichi?- Gli chiesi.

Io ero l’unica a stargli vicino. Tutti gli altri avevano preferito raggrupparsi dall’altro lato della mappa o comunque a distanza di sicurezza.

-Non saprei dirti. É da quando sono nato che ascolto e parlo con le menti.-

-Avete mai sentito parlare dei poteri psichici?- Domandò Spectrum.

-Spara Doc.- Gli rispose Baker.

-Uno studio condotto in Florida nel settantuno ha teorizzato l’esistenza di esseri psionici tra gli organismi del pianeta. Non avrei mai pensato di incontrarne uno.-

-Questa si che è fantascienza.- Pensai.

-Cosa sei in grado di fare?- Gli chiesi incuriosita.

-So leggere i pensieri e parlare attraverso le menti da quando sono nato, in una di quelle che voi chiamate incubatrici, in una città che voi chiamate Dallas.-

-Chiamavamo almeno.- Dissi tra me e me pensando a cosa potesse essere rimasto della città texana.

-Ora come la chiamate?- Mi chiese Naalnish.

Tutti i presenti sentirono la domanda telepatica di Naalnish e vedendo che il deathclaw stava guardando me si chiesero cosa avessi pensato.

-Hai sentito i miei pensieri?- Gli chiesi sbigottita.

-I tuoi, quelli dei tuoi compagni, dei primi tre scienziati che vidi alla nascita, delle guardie che ci sorvegliavano e dei vostri capi, quando questi venivano a vederci. Sono stati i pensieri dell’anziano capo branco umano a ispirarmi nella scelta del mio nome.-

-Hai guardato nei pensieri di Foster?- Gli domandò Tony.

-No, sta parlando di mio padre.- Gli rispose Bud. -Nella nostra lingua, Naalnish è colui che lavora. Non capisco come papà abbia potuto tenercelo nascosto.-

-Ho solo letto la mente di Bradi Hunt. Se avessi provato a parlargli, avrei rischiato di spaventarlo o mettere in dubbio la sua salute mentale.-

-Capisco, ma perché hai scelto questo nome?- Continuò Bud.

-Perché fin da quando sono nato, i nostri creatori vollero usare me e i miei fratelli come portatori di morte. Io però avevo altri progetti per la mia specie. Giurai quindi a me stesso, che se ne avessi avuto l’occasione, avrei fatto di tutto per creare un’alleanza tra umani e deathclaw. E in questi ultimi anni ho elaborato, ho escogitato, ho lavorato ad una strategia per dare la libertà alla mia specie e al tempo stesso garantire la pace tra di noi.-

Per essere un lucertolone con le corna e gli artigli, quell’essere sembrava più il nuovo Mosè. Ma i suoi ideali da filantropo non piacevano a tutti. Diverse persone sembravano poco favorevoli ad un’unione con un popolo di armi biologiche.

-Quanti sono i membri del branco?- Domandò Baker.

-Escludendo me e mio fratello, ci sono dodici maschi adulti come me, tre giovani femmine e nove giovani maschi. Nessuno di loro è in grado di leggere o comunicare attraverso le menti.-

-Però, una bella famigliola.- Pensai.

-Grazie.- Mi rispose Naalnish.

Dovetti memorizzare di smetterla con le riflessioni private in presenza di Naalnish, prima che qualcuno potesse pensare che fossimo in combutta.

-E adesso che la vostra specie è libera, cosa avete intenzione di fare?-

Naalnish aspettò a rispondere. Forse, anche un essere psionico aveva bisogno di trovare le parole giuste.

-Molti dei miei fratelli e una delle mie sorelle vorrebbero abbandonare questo luogo e allontanarsi da qualunque gruppo di umani. Mentre ero imprigionato, avevo sentito una delle nostre guardie parlare di un posto chiamato Parco Nazionale delle Carlsbad Caverns, e quando vidi nei suoi pensieri i ricordi di quel paesaggio, capii che sarebbe stato perfetto come casa per il branco. Ma prima di giungere alla nostra nuova casa, avremmo dovuto fare giustizia di un nostro aguzzino e redimerci dalle colpe della nostra creazione.-

-Quando dici aguzzino, parli di Foster?- Gli chiese il tenente Wright.

-Si. Egli amava scaricare le sue “tensioni” su molti di noi, con scariche elettriche e altrettanti modi per stimolare la nostra aggressività. Specialmente su mio fratello Karugh.-

Udendo quel nome, tutti si voltarono a guardare il colossale deathclaw entrato nella base per protegge Naalnish in caso di necessità. Guardandolo con più calma e quasi senza la paura di essere divorata, vidi che la sua pelle si era inscurita. Forse a causa delle detonazioni atomiche che avevano seguito lo sprofondamento di Flat White. Se ne stava li, a fissarci con i suoi enormi occhi aspettando che il fratello concludesse l’incontro, bevendo litri di acqua da una manichetta antincendio offertagli dalla casa come segno di accoglienza.

-È nato grande. Non cattivo.-

-E allora perché ha cercato di uccidermi in più di un’occasione?-

-Mi dispiace. Insegnarli la differenza tra umani buoni e cattivi è stato difficile.-

-E ha imparato?-

-Potete stare tranquilli. Gli ho fatto promettere di non uccidere nessuno di voi. Anche il resto del bronco ha giurato. E prima che possiate pensar male della nostra parola, sappiate che con le armi che avete qui fuori, l’eliminazione di tutti noi vi costerebbe ben poche perdite. Il vostro gigante di ferro lo potrebbe uccidere ancor prima che lui ruggisca.-

-Davvero?- Chiese uno degli operatori presenti.

-Beh, è quello che gli ho detto per non farlo ringhiare continuamente. Per lui ci vorrebbe molto fuoco, ma ciò nonostante, perirebbe comunque contro il vostro esercito. E i nostri famigliari non potrebbero far nulla contro le vostre mura. Quindi allearci con voi contro il nostro comune nemico è la migliore prospettiva. Per tutti noi.-

-E cosa avrebbe da offrici la tua gente, a parte la compagnia di un branco di lucertole mangia uomini?- Chiese Lopez con tono sprezzante e di sfida.

La morte di uno dei suoi compagni, per mano di un membro del branco, era una ferita ancora aperta per il caposquadra.

-Lopez, potresti evitare di offendere il nostro ospite o devo farti ingoiare i denti qui e subito?- Lo sfidò Baker.

Il capo squadra capì di aver osato troppo e consapevole delle sue parole si zittì subito. Certo non a tutti piaceva l’idea di un’alleanza tra i deathclaw e la nostra gente, ma più Naalnish parlava e più la cosa si faceva interessante. E Baker sembrava essere interessato.

-Le chiedo scusa per il mio sottoposto. È solo che come molti di noi ha paura di ciò che non conosce. Specialmente in questi tempi bui.-

-Ne sono consapevole. Anche la mia gente vi teme e per questo hanno preferito stare lontani dalle mura.-

-Quando ha parlato di allearci contro il nostro comune nemico, si riferiva all’Orda?-

-Si, colonnello Roland Baker. L’Orda vi sta cercando. Sta cercando i Fondatori.-

-Mi chiami pure Baker. Capisco che questo gruppo di predoni ci voglia uccidere, ma voi perché dovreste dargli battaglia? Forse non sanno neppure della vostra esistenza.-

-Durante il nostro viaggio, ci siamo avvicinati ad alcuni dei loro accampamenti e così facendo ho potuto leggere le loro menti. Il loro capobranco, il loro … leader. Woden è qualcosa di … orribile. Lo so che sentirlo da uno della mia specie potrà sembrarvi strano, ma credetemi. Se lui trionferà, non esisterà altro che buio nel mondo che verrà.-

-Che intendi dire?- Domandai preoccupata.

-Ho sentito i pensieri dei suoi uomini, mentre attaccavano la nostra vecchia dimora, prima e dopo del vostro arrivo. Ho sentito quelli di una predona in un accampamento, mentre si nutriva delle carni di un pargolo ucciso da ella stessa. Ho sentito quelli di un degenerato intento a creare un altare di ossa umane nel bel mezzo del deserto, poco prima che Karugh mettesse fine alle sue atrocità. E poi ho sentito loro.-

-Loro?- Chiesi come se la prima parte del racconto non mi avesse già terrorizzata abbastanza.

-Una notte mi presi il mio solito momento di solitudine per meditare, e senza volerlo riuscii ad udire i pensieri nel cuore del mostro. Molto lontano da qui. Dove la grande palla di fuoco sorge. In una necropoli radioattiva. Dove Woden ha fondato le basi del suo impero. Migliaia di menti raggruppate li e guidate da quell’essere. Quella notte provai per la prima volta la paura di scomparire per sempre, calpestato da quell’esercito di puro odio.-

-È per caso questa la necropoli radioattiva?- Chiese Hughes attivando la mappa olografica e mostrando l’ologramma di Oklahoma City.

-Si! Dove la grande palla … il Sole … sorge. In quella grande torre.- Rispose Naalnish indicando la Tower of Kings.

-La T.O.K.?! La torre casinò hotel con ristorante a cinque stelle?!- Chiesi stupita.

-La conosci Red?- Mi chiese il colonnello.

-È stata il primo cantiere in cui ho lavorato. Più di centotrenta piani di cui parcheggio sotterraneo, camere di lusso, casinò, ristoranti, negozi, palestra, attico, suite presidenziali, eliporto per i vip, tre piscine all’aperto, una interna riscaldata, giardino botanico, centro convegni, museo e un sistema di sicurezza non al pari del nostro, ma più che sufficiente per impedire una rapina al cavò, o bloccare una folla di manifestanti ancor prima di raggiungere la hall.-

-Altro?-

-Beh, gode dei massimi livelli in fatto di edilizia civile. Le fondamenta della struttura sono state costruite nella roccia, ha un collegamento diretto con la metropolitana e la monorotaia. È collocato nel centro della città e avevo sentito delle voci su di un reattore ad uso personale del casinò, ma ufficialmente nessuno l’ha mai visto.-

-Scusatemi se vi interrompo, ma la città non era stata colpita da due ordigni nucleari, di cui uno era una bomba sporca?- Fece notare uno dei capi squadra.

-Vero, ma con la copertura degli altri edifici, la maggior parte delle finestre non si sarà danneggiata.- Spiegò Spectrum. -E la percentuale maggiore di radiazioni si sarà accumulata per le strade, lasciando più vivibili i piani alti.-

-Credetemi, quel posto è infestato da umani irradiati e degenerati dell’Orda.-

-Sai di quante unità dispongano? Quante menti hai percepito?- Gli chiesi.

-Ho percepito centinaia di predoni e decine di migliaia di umani irradiati. Quelli che voi chiamate … ghoul.-

Fu un duro colpo sapere che il quartiere generale dell’Orda era occupato da così tanti predoni e che le strade della città fossero popolate da oceani di ghoul ferali. Tutti ebbero reazioni diverse a quella brutta notizia. Perfino Baker, che abbassando la testa per massaggiarsi le tempie dimostrò di esserne rimasto scosso.

-Se l’Orda dovesse scoprire la nostra esatta posizione, potrebbe anche schiacciarci.- Ipotizzò Wright.

-La nostra tecnologia e il nostro addestramento ci rende superiori a loro. Anche se ci assediassero, avremmo buone possibilità di vittoria.- Disse il caposquadra Grant.

-Si, ma negli ultimi mesi hanno usato i loro avamposti per saccheggiate mezzo Commonwealth. Avranno sicuramente messo le mani sui mezzi, gli equipaggiamenti e le provviste di almeno una decina di magazzini governativi.- Fece notare Hughes.

-All’ora colpiamoli per primi.- Disse un sergente maggiore. -Abbiamo un bombardiere e la bomba che i cinesi ci volevano sganciare addosso. Potremmo tagliare le testa al serpente prima che ci morda.-

-No!- Esclamò Naalnish. -Oltre alle menti dei predoni, ho avvertito quelle di un gruppo di soldati che si è opposto a loro e di un discreto numero di umani tenuti prigionieri dall’Orda. Credo che li usino come schiavi. E credo anche che l’umano che voi chiamate Jackson si sia diretto da quella parte. L’ho continuato a percepire fino a che non sono dovuto intervenire per salvare Rocket da mio fratello, e per tutto il tempo ha continuato a muoversi in quella direzione.-

-Forse il vero obbiettivo di Jackson era di raggiungere l’Orda a Oklahoma City e venderci in cambio di protezione.- Ipotizzò Wright.

-Un motivo in più per procedere immediatamente con un attacco ben mirato al quartier generale del nemico.- Insistette il soldato.

-Se è li che Jackson è andato, allora ci saranno anche Baatar e Zack.- Gli ricordò Isaac.

-È di un semplice paio di ghoul che stiamo parlando.- Controbatte il sergente maggiore.

-Che cosa hai detto?- Gli chiese Isaac camminando attorno alla mappa tattica. -Che cazzo hai DETTO?!-

Il pilota non era mai stato un attacca brighe, ma dopo la sua trasformazione il suo carattere era cambiato completamente. Per fortuna a fermarlo ci pensarono Bud, Tony ed Earl. L’indiano gli si piazzò davanti, mentre i due soldati lo tennero per le braccia cercando di calmarlo.

-Lasciatemi!-

-Calmati fratello. Stava solo scherzando.- Gli disse Bud mettendogli una mano sulla spalla.

-Ho solo detto quello che tutti stanno pensando.- Continuò il sergente.

Udendo quell’ennesimo insulto, l’enorme indiano si voltò di scatto e con il guanto d’acciaio dell’armatura atomica lo afferrò saldamente prendendolo per la placca frontale della corazza da combattimento.

-Vuoi sapere cosa sto pensando io adesso viso pallido?- Gli chiese Bud sollevandolo da terra di qualche centimetro.

-FINITELA SUBITO!- Sbraitai battendo il pugno sul vetro della mappa prima che a farlo fosse Baker. -Bud, metti il sergente a terra immediatamente.-

L’indiano ubbidì subito e grugnendo lasciò la presa. I soldato si ricompose appena toccò terra, ma il timore di essere pestato da Bud era ancora stampato sulla sua faccia.

-Hey, sergente. Perché non vai controllare il Gate3? Ho sentito dire che gli scarafaggi radioattivi ci fanno visita di tanto in tanto.-

Offeso e umiliato, il soldato abbandonò l’incontro e si apprestò a raggiungere l’uscita d'emergenza dell’hangar.

-Stronzo.- Concluse Isaac quando la porta si richiuse.

-Voglio essere molto chiaro su questo.- Disse il colonnello alzandosi dalla sedia e appoggiando le mani sul tavolo. -Se ci saranno insulti razzisti o altre idee riguardanti il bombardamento di gente innocente, esigo che me ne informiate subito.-

Baker era passato in modalità autoritaria. Il suo tono cominciava a farmi anche paura.

-Ma se darete inizio ad un qualsiasi litigio, o vi diletterete in risse da bar per faccende simili, nella situazione in cui ci troviamo, sarete arrestati e processati come da regolamento. Guerra o non guerra. Chiaro?-

-Signor si signore.- Rispondemmo tutti in coro e sull’attenti.

-Le chiedo scusa per questo spettacolo. Le situazioni tese possono causare un po di scompiglio tra le truppe.- Disse il colonnello rivolgendosi a Naalnish.

-Non si preoccupi. Conosco bene il peso del comando. Senza i miei rimproveri metà dei miei famigliari sarebbe ancora nei pressi della voragine a litigare per la supremazia del branco.-

-Sbaglio o prima ha parlato di un gruppo di soldati avversi all’Orda?-

-Si. C’è stato fin dal principio qualcuno che li ha combattuti. Un gruppo di umani abili nel combattimento si è radunato da qualche parte oltre il fiume a sud e gli ha combattuti con tenacia. Non sono riuscito a scoprire chi siano o quanti siano, ma una cosa è certa. Hanno ferito la bestia in più occasioni.-

-E così c’è chi ancora combatte in città. Chi sa come sarebbero andate le cose senza un pizzico di aiuto?- Mi chiesi.

-Tenente. Passami il piano di infiltrazione.- Ordinò il colonnello.

Wright prese una cartellina da una ventiquattrore ai sui piedi e la porse a Baker.

-Signor Hughes. Attivi la nona simulazione.-

L’ex tecnico di White Flat usò la tastiera della mappa per avviare gli ologrammi e subito comparvero tre vertibird e il nostro bombardiere all'altezza del viso. Sullo schermo invece si potevano vedere le foto satellitari della nostra vecchia Boise City. Come dicevo sempre, se mai fossimo riusciti a ricollegarci con un satellite avremmo potuto avere uno scenario più aggiornato.

-Le squadre Iris, Lynx, Aries, Rattlesnakes, Vault, Coyote, Spear e altre cinquanta unità di supporto verranno aviotrasportati a Oklahoma City.-

Le immagini satellitari sullo schermo della mappa cambiarono, mostrandoci gli schemi stradali di Oklahoma City. Gli ologrammi dei velivoli si rimpicciolirono e ognuno di essi si spostò in un punto specifico della mappa.

-Lynx e Iris atterreranno con il V4 sul tetto della Orange Sun Production nel distretto di Paseo, dalla quale potrete osservare gran parte della città e garantire le comunicazioni. La Aries e Rattlesnakes raggiungeranno la sede del BADTFL oltre il fiume con il V6, e setacceranno la zona alla ricerca di questa resistenza.-

-Mi scusi signore, ma perché proprio li? I nostri amici potrebbero essere da qualsiasi parte.- Gli ricordò la Ross.

-Perché la stazione di polizia di Capitol Hill e il Quartier Generale Regionale della Vault-Tec li vicino, potrebbero essere la loro base operativa.-

Ripensando alla mia ultima visita a Oklahoma City mi tornò in mente che la sede locale della Vault-Tec era stata ben costruita. Quando entrai per l’esame di assunzione, vidi subito che la struttura era stata fatta per resistere. Con le armi della stazione di polizia li vicina, la BADTFL poteva essere un buon posto dove barricarsi.

-Dov’ero arrivato? Ah si. Il bombardiere atterrerà invece nella periferia della città. Più precisamente in una zona abitata di Harrah, precedentemente demolita e spianata per un ampliamento urbano. Ecco perché Spire e Coyote atterreranno prima con il V3 e libereranno lo spazio in caso di mezzi o attrezzature da cantiere. Sbarcate le unità di supporto, verrà allestita una base operativa temporanea per garantire il coordinamento delle operazioni e a quel punto Spire e Coyote procederanno al pattugliamento della periferia con dei mezzi blindati. Al primo contatto non gestibile dovranno informare il campo base e procedere con l'evacuazione. Chiaro?-

-Si signore!- Risposero i due capisquadra.

-Alla squadra Vault sarà invece affidato il compito più pericoloso. Per l’appunto un compito facoltativo.-

-Facoltativo? Perché?- Chiesi confusa.

-Perché la vostra missione potrebbe essere talmente pericolosa dall’essere considerata un suicidio.-

Non posso dire che me la feci sotto, ma venni comunque colpita da una certa tensione. Come se quello che era accaduto nelle ultime ore non mi fosse bastato.

-Per la vostra missione, dovrete fingervi predoni e sciacalli in cerca di aspettative migliori e avere un contatto più diretto possibile con l’Orda. Se il nemico dovesse scoprire la vostra identità o aprire il fuoco per qualsiasi ragione, procederete anche voi con l'evacuazione. Al contrario, nel caso l’Orda vi accolga tra le sue fila, cercherete di ottenere quante più informazioni possibili sulle loro truppe, i prigionieri e la resistenza. Dopo di che si procederà al vostro recupero tramite un diversivo e l’impiego dei vertibird.-

-Quindi … la nostra missione sarebbe un pieno successo, solo se arrivassimo alla T.O.K.? Nel cuore dell’Orda?-

-Si. Solo in quel caso.-

Ci fu il solito momento di silenzio interminabile. Tutti si aspettavano la mia risposta e naturalmente quella dei miei compagni.

-Essendo una missione ad alto rischio, sarebbe sufficiente perlustrare i dintorni della T.O.K. ed esaminare le truppe nemiche da lontano.- Intervenne Wright. -Ma il contatto diretto ci garantirebbe di avere una visione più chiara dell’Orda.-

-E con i ghoul ferali, come la mettiamo? Quei mostri staranno pattugliando le strade notte e giorno da mesi.- Intervenne Earl.

-Il vostro punto di atterraggio sarà il tetto della stazione di Midtown. Lasciato il V1, seguirete i binari della monorotaia fino al quartiere di Bricktown e giunti nei pressi della T.O.K., proverete ad avere un contatto pacifico. Fin che starete in alto starete al sicuro.-

Non avevamo mai mancato di rispondere alla chiamata, però quello che ci fu chiesto era un suicidio bello e buono.

-Si, ma cosa dovremmo fare per entrare nell’Orda?- Chiese Bud. -Andare li e fargli ciao prima che loro ci usino come bersagli? E poi hanno messo delle taglie sulle nostre teste. Ci potrebbero scoprire subito.-

-Uno dei miei reparti ha sviluppato un mutagene, ad effetto temporaneo, in grado di modificare i tratti del viso e la tonalità dei capelli.- Gli rispose Spectrum.

Hughes tornò a premere i tasti della mappa e al posto dei velivoli venne materializzato l’ologramma di una carica nucleare.

-Vi daremo anche dei vestiti per sembrare dei veri predoni e data la natura dell’Orda, abbiamo ipotizzato che l’offerta di una bomba da trenta kilotoni potrebbe rivelarsi il sistema migliore per garantirvi l’acceso ai loro ranghi.-

-Quell’affare è finto. Vero tenente?- Chiesi indicando l’ologramma.

-Per niente. Abbiamo camuffato una delle nostre testate come quella di un missile intercontinentale. Se vi chiederanno dove l’avete presa, vi basterà parlare della base di lancio ad Amarillo e di quanto vi sarebbe piaciuto offrirla a loro.-

-Ma perché una vera? Potremmo rifilargli lo stesso bidone che Jackson ci aveva lasciato nell’ascensore.-

Il colonnello e Wright si scambiarono una breve occhiata, come a chiedersi qualcosa.

-La bomba non è solo il vostro biglietto. É anche il piano di riserva all’ipotesi peggiore.-

-Se la minaccia di una guerra fosse confermata, la liberazione dei prigionieri impossibile e voi tutti doveste essere uccisi, non ci resterebbe altra scelta che attivare la bomba e colpire il cuore del nemico.- Spiegò il colonnello.

Nessuno disse più niente, compreso Naalnish. Dopo il giorno delle Grande Guerra, tutti avevano provato il potere distruttivo dell’atomo. D'altronde era stato grazie alle bombe che il genere umano aveva quasi rischiato l’estinzione. E come se ciò non ci fosse stato di lezione, l’annientamento nucleare era rimasto fattibile.

-La decisione spetta comunque a te Red. Ma se non riusciremo ad ottenere le informazioni che ci servono, rischieremo di mancare l’occasione migliore per vincere una guerra sul nascere, o di sterminare arbitrariamente degli innocenti.-

Il colonnello era calmo e sicuro come sempre, ma la sua angoscia era percepibile. Dalla mia risposta e da quelle dei miei compagni si sarebbe deciso tutto.

-Vi porterò anche alle porte dell’inferno e oltre se necessario!- Affermò Isaac.

-E noi ti aiuteremo a devastarlo sorella.- Disse Amelia parlando a nome suo e degli altri.

Earl si mise perfino sull’attenti.

-Scordatevelo di andare senza MechaNick e Nuka Girl.- Intervenne il meccanico.

-È tempo di giustizia.- Continuò la biondina d’acciaio.

Nick, Trinty e Atom erano arrivati solo in quel momento e senza esitare si erano già offerti volontari per compiere l’impossibile. Almeno il meccanico e l’infermiera. Il cane sembrava più interessato ad annusare la coda di Naalnish.

I miei compagni erano pronti e decisi a tutto pur di compiere il loro dovere per l'ennesima volta e salvare Baatar e Zack. Mancava solo la sotto scritta.

-Andiamo a fare jackpot.-

 

 

Due ore dopo la riunione ci stavamo preparando tutti per la partenza. Mentre i tre vertibird si stavano posizionando sulla pista e il bombardiere aspettava il suo turno, io e i capisquadra delle unità selezionate ci eravamo riuniti per un ultimo briefing.

-Abbiamo inserito nei vostri cinturoni dei dispositivi di comunicazione criptata ultra silenziosi. Ascolteremo tutto quello che voi sentirete e direte, senza che l’Orda vi intercetti.-

Hughes fornì ai capisquadra le rispettive cartelle con gli ordini e tutte le informazioni sulla missione Grande Jackpot, mentre io, essendo l’unica con un Pip-Boy, le ricevetti in versione digitalizzata.

Provavo un pizzico di invidia sapendo che Hughes ci avrebbe seguito in diretta dalla base e in tutta sicurezza.

-Sei sicuro che non me lo troveranno in caso di perquisizione?- Gli chiesi scettica.

-Tranquilla. Il tuo è opera di Spectrum in persona. Per un rivelatore di onde radio, sarà come per una persona ascoltare la voce di una formica.-

-Bene signori. Siamo pronti.- Disse Wright arrivandomi alle spalle. -Bel completo Red.-

Per rendere più credibile la mia copertura fui costretta a travestirmi da sciacallo della Zona Contaminata. Un capello nero sgualcito, uno spolverino marrone che aveva visto giorni migliori, una bandana al collo, degli occhiali da sentinella e qualche macchia di grasso e fango sulla mia tuta Vault-Tec, che per giunta fui costretta a marchiare con il simbolo del vault 19.

Se me la fossi tolta, non avrei potuto spiegare la presenza del Pip-Boy al braccio. E senza di lui, sarebbe stato come andare in giro nuda.

-Grazie tenente. È sempre un piacere andare in guerra con gli abiti di mio nonno. Piuttosto hai la mia roba?-

-Ecco.-

Il tenente mi allungo il contenitore con le siringhe di mutageni e dopo averle controllate, constatai che il contenuto fosse intatto e sterile.

-È tutto. Potete andare.- Concluse Hughes.

Mentre il tecnico si allontanava da noi, io e gli altri restammo ad osservare il bombardiere durante la sua uscita dall’hangar. Pur essendo potenziato rispetto ai suoi simili, il piccolo muletto che lo stava trainando, sembrava privo di forza.

-Secondo voi ce la faremo a partire?- Chiese Lopez ironizzando sulla cosa.

-La vera domanda è se ce la faremo a tornare.- Gli rispose con tono cupo Cruz, il caposquadra della Spear.

-Io sono più preoccupata per cosa accadrà se falliremo.- Continuai io.

Nessuno rispose. Tutti noi sapevamo che anche sopravvivendo, se la missione fosse fallita, la guerra sarebbe stata inevitabile. Bel modo per iniziare una missione.

Nel frattempo, il muletto aveva iniziato a perdere potenza, fino a fermarsi completamente. Il guidatore diede un paio di colpi sul quadro di comando e dopo un paio di tentativi impugno la sua radio portatile.

-Abbiamo un problema signore. Non fa più il contatto.- Udimmo dalla radio di Wright.

Il tenete sbuffò rassegnato e portandosi la radio alla testa ideò una soluzione.

-Chiama altri due muletti e fatti …-

-Forse possiamo dare una mano.-

Non era la prima volta che Naalnish comunicava telepaticamente con noi, ma comunque non ci eravamo ancora del tutto abituati a quelle sue improvvise chiamate.

Voltandomi a destra vidi il deathclaw arrivare a passo lento, in compagnia di Bradi Hunt, un paio di altri membri della tribù e il resto della mia squadra. Anche loro indossavano degli indumenti da predoni per la missione. Eccezione fatta per Nick che come sempre indossava la sua tuta da meccanico e Bud, che per dare l’idea del soldato sopravvissuto all’olocausto nucleare si era fatto montare le braccia e il casco di una vecchia armatura T45, rinunciando ad una buona dose di potenza tecnologica.

-Come?- Chiese il tenente.

-State a vedere.-

Il deathclaw si voltò a guardare lo spazio vuoto alle nostre spalle, dove l’enorme Karugh attendeva da molto tempo gli ordini del fratello. L’unico che gli stava vicino era Atom. Tra i due sembrava esserci una strana coesione.

Il colosso si alzò sulle sue zampe posteriori e si incamminò verso di noi. Per un attimo temetti che Karugh volesse passarci sopra, ma invece il deathclaw ci passò a pochi metri facendo tremare il terreno e continuò a muoversi verso il bombardiere rimasto bloccato appena fuori dall’hangar.

Inutile dire che la cosa attirò l’attenzione di tutti i presenti e del mezzo plotone rimasto a sorvegliare l’animale.

-A tutte le unità, non sparate al gigante. Ripeto, non sparate.- Intervenne il tenente alla radio per prevenire un incidente “diplomatico”.

L’animale continuò a muoversi indisturbato fino al velivolo, facendo scappare quasi tutti gli operatori e i tecnici nei pressi, per poi andare dietro al bombardiere.

Tutto fu più chiaro quando il velivolo iniziò a muoversi lentamente dentro alla pista. Okay che era bello grande, ma neppure io mi sarei aspettata una simile potenza da quel prodotto dell’ingegneria genetica. Karugh stava spingendo il velivolo concentrando tutte le sue forze sulla rampa di carico posteriore.

-Direi che la nostra alleanza sta iniziando a dare i suoi frutti.- Commentai.

Fu uno spettacolo vedere quel bestione mentre spingeva centinaia di tonnellate di lega d’alluminio su ruote. La parte più assurda fu vedere le ruote girarsi in direzione del fine pista. Chi sa se il pilota aveva capito cosa lo stesse spingendo?

Arrivato vicino ai vertibird, il deathclaw smise di spingere e tornando al parcheggio per i mezzi non poté fare a meno di passarci vicini. Quando i nostri sguardi si incrociarono fu talmente simpatico da ringhiarmi contro.

-Di un po, ma non gli avevi detto di essere più cordiale?- Chiesi a Naalnish.

-Si, scusami. Ma ce l’ha ancora con te per averlo spinto a seguirti fino al precipizio durante la vostra fuga.-

La “rivalità” tra me e Karugh era una pura e semplice questione di punti di vista. Per lui, io ero quella che lo aveva attirato verso una morte quasi certa. Mentre per me, lui era quello che aveva provato a sbranarmi viva.

-Lo so. Ma lui è fatto così.- Continuò Naalnish percependo il mio disappunto.

-Procedere all’imbarco.- Ordinò Wright alla radio.

Fatta scendere la rampa posteriore del bombardiere, le truppe iniziarono a salire. Oltre ai cinquanta soldati selezionati rigorosamente per la missione, si aggiunsero anche quattro sentinelle robotiche, una decina di Mr Gutsy, due assaultron, tre APC, un carro armato, due camion e il solito gruppo di medici e ricercatori per i feriti e la raccolta dei dati.

-Dai, andiamo anche noi.- Dissi ai miei compagni.

-Aspetta, Red.- Mi bloccò Nick. -Indovina cosa ha detto Naalnish di me.-

-Che hai un problema con la Nuka-Cola?-

-No! Lui e gli altri deathclaw del suo branco mi considerano un grande guerriero.-

-Cosa?- Chiesi pensando di aver capito male.

-Egli è MechaNick! Colui che vola con ali d’acciaio, salva gli indifesi e colpisce i tiranni con i suoi pugni di ferro.- Mi spiegò Naalnish.

-Ripeto. Cosa?!-

-Ti ricordi quando sul V1 ho colpito Foster e mi sono lanciato fuoroi per salvare Trinity. Beh, questo cantastorie con le scaglie e le corna da diavolo ha visto tutto grazie ai suoi poteri! E poi l’ha raccontato ha tutti i suoi parenti.-

Nick era entusiasta ed euforico come quando il sabato sera si sparava tre Nuka-Cole Quartz in meno di un minuto, però io la storia me la ricordavo un po diversa.

-Hey, aspetta. Sono io che ho massacrato Foster a suon di pugni.- Obbiettai.

-Non temere Rocket. Anche su di te verranno raccontati inni e leggende. Ne sono certo.- Mi consolò Naalnish.

-Peccato che tu non venga con noi. Ci faresti sicuramente comodo.- Disse Tony indicando gli enormi artigli del deathclaw.

-Ci rivedremo ancora e insieme cancelleremo il male da questa terra. Per adesso resterò qui con la mia gente, in attesa del vostro ritorno e in compagni di questo grande capo.-

-Fa sempre piacere avere un scambio di opinioni con persone dai diversi punti di vista.- Scherzò Bradi Hunt.

-Signorine, io starei aspettando.- Ci chiamò Isaac dal vertibird.

-Muoviamoci Vault. Prima partiamo e meglio è.-

La nostra squadra attraversò la pista fino a raggiungere il V1. Giunti al velivolo, iniziammo a salire uno alla volta nella cabina.

Mi stupii trovare Spectrum a bordo, ma capii subito il motivo della sua presenza.

-Non vorrai mica venire con noi Doc?-

-Certo che si invece. Faccio parte della squadra Vault a tutti gli effetti.-

-Spiacente, ma sta volta resterai qui.- Gli ordinai.

-Spiacente, mammina. Papino mi ha già firmato l’autorizzazione per questa gita.- Disse Spectrum con tono da scolaretto.

L’eyebot fece anche partire una registrazione.

-Io, colonnello Roland Baker, autorizzo il Dr Spectrum a partecipare alla missione Grande Jackpot.-

-Scommetto che è un falso.-

-Non è un falso.- Disse il colonnello.

Voltandomi e guardando in basso vidi Baker in persona.

-Mi scusi signore, ma ha capito dove stiamo per andare?-

-È proprio per questo che Doc verrà con voi. Conosce l’intera mappa urbana della città e le sue conoscenze vi saranno tanto utili quanto il fiuto del vostro Atom.-

Anche se folle come idea, dovetti ammettere che il supporto di Spectrum avrebbe potuto fare la differenza durante la missione. Peccato che la sua morte sarebbe stata un duro colpo al nostro reparto scientifico.

-Va bene, signore. Ma non posso garantire il suo ritorno.-

-Lo comprendo sorvegliante. Lui viene per sua scelta, come tutti voi.- Disse il colonnello con tono cupo.

Dopo l’evasione di Jackson, il colonnello era cambiato. Come se qualcosa lo avesse colpito nel profondo.

-Va tutto bene, signore?- Gli chiesi preoccupata.

-Ehm, si certo. È solo che mi dispiace mandarvi allo sbaraglio senza potervi accompagnare e rischiare insieme a voi.-

-Non c’è alcun problema signore. Lei deve badare al forte, mentre noi abbiamo la nostra missione.- Dissi comprendendo il peso del comando.

Eppure mi sembrava strano che Baker fosse di brutto umore per una cosa simile.

-Sappiate che quello che state facendo è molto nobile. In pochi si sarebbero offerti per un tale rischio.-

-Facciamo solo il nostro dovere signore. Come sempre.-

-Bene. Vi lascio andare.- Disse il colonnello facendomi il saluto. -E se la situazione dovesse farsi ingestibile non esitate. Ritiratevi immediatamente. Buona fortuna.-

Salutato il colonnello mi voltai a in direzione dei miei compagni. Sembravano tutti pronti e decisi, quindi evitai il discorso motivazionale.

-Chi sa cos’aveva il colonnello?- Chiesi senza aspettarmi una risposta.

-Come? Non lo sai?- Mi domandò Spectrum.

-No.-

-Mentre Otis Doyle era nell'amministrazione a piazzare i disturbatori, è passato nel suo ufficio e ha lacerato la vecchia bandiere di Anchorage.-

-Stai scherzando?!- Chiesi sconcertata.

-L’ha confessato durante l’interrogatorio fattogli da Green. Quel figlio di una pantegana ha detto di aver solo eseguito gli ordini di Foster.-

Quel verme di Foster. Anche da morto continuava ad arrecarci problemi.

-Avrei dovuto ucciderlo già a White Flat.-

-Rilassati ragazza. Appena saremmo tornati, gliela farò rammendare da uno dei miei gruppi di ricerca con la loro stampante di microfibre. Sarà come nuova in un attimo.-

Il caro Dr Spectrum. Lui si che sapeva fare l'impossibile. Se non fosse stato per quello scienziato robotico, avrei iniziato quella pericolosa missione con il rammarico di essere stata complice nello sfregio della bandiera del vecchio Baker.

-D’accordo Vault, ci siamo tutti? Bud, Tony, Amelia, Earl, Nick … Nick?-

-È qui sotto con Trinty.- Mi informò Bud indicando la botola per la stiva.

-A fare che?- Chiesi.

-A fare quello che fanno da settimane.- Ironizzò Amelia.

I miei compagni non riuscirono a trattenersi dal ridere. Appena afferrai la battuta ebbi quasi un conato di vomito. Praticamente era come pensare a mio fratello minore che faceva le sozzerie con l’amichetta del cuore.

-Il nostro piccolo Pancho Villa è diventato un uomo.- Continuò Tony.

-No, non sono arrivati fino a quel punto.- Lo corresse Amelia. -Trinity mi ha detto che si vogliono preservare per il matrimonio.-

-Va bene, i futuri coniugi Rodriguez sono a bordo.- Tagliali corto. -Isaac c’è e Doc pure. Atom è giù di sotto?-

-Non l’ho visto.- Mi disse Amelia.

-Dov’era l’ultima volta che l’avete visto?- Chiese Earl.

D’improvviso mi tornò in mente l’ultimo posto in cui avevo visto il segugio. Mi sporsi dal portello e come ebbi immaginato, vidi Atom ancora al parcheggio per i mezzi a fare compagnia a Karugh.

-Hey, bello! Qui Atom!- Dissi fischiando poi con le dita.

Udendo il mio richiamo, il cane abbandonò il deathclaw e iniziò a correre verso di noi. Karugh lo badò appena, come se per tutto il tempo la compagnia del cane fosse stata una piccola distrazione.

Arrivato nei pressi del vertibird, il segugio spiccò un salto verso il portello superiore e aggrappandosi all’ultimo piolo della scaletta con le zampe anteriori, riuscì a salire senza bisogno di aiuto.

-Ottimo. Direi che adesso ci siamo tutti.-

-Dimentichi il mio socio rossa.- Mi corresse Isaac.

-Non temere. Lo stiamo andando a riprendere. Lui e Zack.- Dissi andando a sedermi sul sedile del copilota.

Non ci volle molto per ricevere il via libera al decollo. Uno degli operatori alla torre ci contattò per radio e dopo averci confermato l’inizio della missione, partimmo a piena potenza.

I tre vertibird effettuarono uno alla volta un decollo in verticale, liberando la pista e permettendo al bombardiere di decollare.

Raggiunta la quota di volo, tutti e quattro i velivoli virarono in direzione di Dakota City, ove l’Orda aveva fondato la capitale del suo regno. Certo, per dei semplici vertibird stare al passo di un bombardiere sarebbe stato quasi impossibile, ma con i potenziamenti dei nostri scienziati e la destrezza dei nostri piloti, anche un caccia avrebbe faticato a seminarci.

Come al solito, diedi un’occhiata ai dati della missione sul Pip-Boy. Il lettore di olonastri mi mostrò tutte le informazioni che mi sarebbero state utili durante la nostra “scampagnata”, permettendomi di fare un riepilogo di tutti i promemoria possibili.

-Percorso indicato, zone a rischio crollo, membri della squadra, posizioni altre squadre, protocollo evacuazione, possibili tipologie di nemici … che barba. Era meglio se mi portavo anche Zeta Invaders.- Pensai dopo aver letto le informazioni.

-Scusa Red. Posso usare il tuo Pip-Boy per leggere un olonastro? L’ho trovato nello zaino e non so cosa contenga.- Mi chiese Nick.

-Sto studiando. Chiedi ad Issac.-

-Isaac, posso?-

-Okay, ma non toccare gli interruttori. Infilalo nel primo lettore.-

Mentre il meccanico si sporgeva tra i due sedili per inserire l’olonastro nel lettore della console di comando, vidi con la coda dell’occhio un paio di macchie rosse sul collo del mio amico. Nick non era di certo un militare di prima classe, ma per lo meno una sistematina se la poteva dare dopo essersi sbaciucchiato con Trinity.

Per evitargli di fare una brutta figura gli feci segno di passarsi una mano sul collo e di risistemarsi i capelli arruffati.

-Tesoro, sono la mamma.- La voce dell’olonastro era quella di Maria Rodriguez.

-Ti fai ancora fare lo zainetto dalla mamma?- Gli chiesi scherzosamente.

-No! Mi ha messo solo un paio di cose dentro.-

-Ho preso un ricambio di vestiti per Zack e l’ho infilato nella tasca inferiore destra, insieme ad una confezione di Fancy Lads Snack Cakes che a lui piacciono tanto.-

La cara vecchia Maria. Lei si preoccupava di tutti, in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione.

-E nell'eventualità di una fuga rapida e turbolenta, ho pensato di mettere dei sacchetti per il vomito nella tasca superiore per Red. Non vorrei che si ripeta lo stesso incidentino di quella volta a Kiddie Kingdom.-

-Cacchio!-

-Cosa?!- Chiese Bud stupito.

-Hai vomitato in un parco per bambini?!- Continuò Isaac.

-Ero piccola e quei cavoli di tubi giravano all’impazzata!-

-Si, ma stiamo parlando di un'attrazione per ragazzini.- Ribadì Tony.

Nel duemilasessantuno, Nick aveva già iniziato a bere abbastanza Nuka-Cole da riuscire a vincere tre ingressi omaggio a Nuka-World, e nell’estate di quell'anno, Maria portò entrambi nel Commonwealth del New England per poter ammirare il santuario della Nuka-Cola. Kiddie Kingdom era una delle cinque aree dell’immenso e popolare parco dei divertimenti a tema costruito da John-Caleb Bradberton. Nel sessantuno erano state costruite soltanto Nuka-Town USA, Kiddie Kingdom e Dry Rock Gulch, ma il numero di visitatori restava pur sempre molto alto, e tra questi c’eravamo anche noi.

Fu bellissimo salire sulla ruota panoramica e assistere allo spettacolo del Cortile di King Cola. Riuscii anche a farmi una foto con le principesse Cherry e Grape. Al contrario, entrare nella casa stregata appena dopo pranzo fu un grave errore. In una delle stanze dell'attrazione era presente un tunnel che girando causava vertigini e disorientamento a chiunque ci passasse dentro. E come accade a molti turisti di varie età, la piccola me di tanti anni fa ebbe un rigurgito davanti a tutti i presenti. Mi vergognai un sacco davanti agli altri bambini, ma per lo meno ricevetti un peluche omaggio e le scuse della direzione per il piccolo incidente. E io che avevo quasi cancellato quel brutto ricordo dalla mia mente. Da quel giorno tutti i miei compagni me lo avrebbero rinfacciato per il resto della mia vita, insieme alla notte di capodanno del duemilasettantotto.

-Quel giorno sono quasi morto dal ridere.- Scherzò Nick indicandomi come un moccioso di cinque anni.

-Dacci un taglio Nick! O dovrei dire cosa è successo a te quello stesso giorno?- Lo minacciai.

-Non so di cosa stai parlando cocca bella. Io sono più pulito delle lenzuola di un prete.-

-Ah, ti ho messo anche un ricambio per te, nel caso ti dovesse scappare qualche goccia come quando siete saliti sulle macchinine del Nuka-Racers. Mi raccomando, state attenti. Ciao.-

Terminato il messaggio, scoppiammo tutti una grassa risata. Tutti tranne Nick, rimasto avvilito nel ricordarsi di quel momento di pura umiliazione.

Il Nuka-Racers era un percorso per macchine su rotaia che costeggiava Kiddie Kingdom, dove bambini di varie età potevano correre su dei vagoncini a forma di macchina comandati da una sala di controllo.

Sfortunatamente, il piccolo Nick di quel giorno tanto lontano, scoprì troppo tardi di avere una fifa matta per le alte velocità, e a metà del percorso ebbe un “cedimento”.

Anche lui ricevette il peluche omaggio e le scuse della direzione, ma anche in quel caso il danno era fatto. Negli anni che seguirono fu capace di dimenticarsene, ma il messaggio della madre gli riportò alla mente tutto.

-Oh, cavolo no!-

-Isaac, sta attento a non curvare troppo in fretta.- Scherzò Earl.

-STATE ZITTI!- Urlò Nick in piena crisi isterica. -Quelle macchinine filavano come frecce!-

-Stai tranquillo Nick. Nessuno di noi ti prenderà più in giro.- Lo consolò Isaac.

-Grazie Isaac. Tu si che sei una brava persona.-

-Anche perché non vorrei ripulire i miei sedili dalle tue goccioline.-

La battuta del ghoul ci spinse tutti a ridere nuovamente come dei forsennati. Nick però non la apprezzò.

-Sarà anche una missione suicida, ma per adesso mi sto solo divertendo.- Scherzai.

-SMETTETELA! Siete cattivi. E poi vi ricordo che con la mia vecchia Corvega correvo come un fulmine. Sono cresciuto adesso!-

Il meccanico era ormai sul punto di piangere, ma a salvarlo ci pensò l’infermiera tornata dal loro piccolo nido d’amore.

-Dai amore, sta tranquillo. É successo a tutti di fare un po di plin plin quando eravamo bambini.-

-Si, ma non davanti ad un centinaio di persone.- Avrei voluto aggiungere.

-Sul serio?-

-Ma certo. E sono sicura che nessuno dei presenti andrà a raccontarlo in giro.-

-Quello che succede nel V1, resta nel V1.- Confermai.

Anche perché nell’olonastro si parlava pure di me.

-Ehm … forse no.- Disse Isaac.

-Cioè?- Chiesi al pilota ghoul.

-Nick, quando ti ho detto di infilare l’olonastro nel primo lettore, tu l’hai inserito nel primo verso di te o in quello con il numero uno a lato?-

-In quello più vicino a me, perché?-

Incuriosita dall’osservazione di Isaac, guardai il pannello dei lettori di olonastri sulla console di comando. Il pannello era stato collocato obliquamente, cioè nello stesso modo di tutti gli altri pulsanti e interruttori sulla console.

Se avevo capito bene, Nick doveva aver messo l’olonastro nel lettore più vicino a noi, ovvero quello con il numero tre a lato.

-Perché quello è il lettore per le trasmissioni via radio.-

Ci fu un momento di silenzio tombale, a tratti interrotto dalle turbolenze. Ci misi un po a realizzare che inserendolo nel lettore sbagliato, Nick aveva fatto ascoltare l’olonastro a tutti i membri della formazione e a chiunque fosse sintonizzato sulla nostra frequenza in quel momento.

Fu impossibile per i nostri compagni trattenersi dal ridere. Lo stesso per Nick quando scoppiò a piangere.

-VOGLIO MORIRE!!!-

-E meno male che questa è una missione suicida.- Pensai.

   
 
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