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Autore: Fabb5000    19/06/2018    1 recensioni
Sono passati parecchi anni da quando Lyon, Stefano, Anna e Mario giocavano a Minecraft e, insieme a quei tempi, si è conclusa anche la FailCraft. Ora Lyon, ormai ultracentenario, conscio che ormai non gli resta molto tempo, decide di rivelare alla sua nipote sedicenne la sua vera storia, ovvero quella che successe dopo gli avvenimenti di "A caccia di Herobrine"; la storia che lo rese un eroe non solo in Minecraft, ma in tutti i mondi, e che va tramandata alle generazione future prima della fine. La storia di come lui, Stefano, Anna e Mario salvarono tutti gli universi da una terribile piaga. [[Consigliabile, ma non indispensabile, legge il prologo]]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'FailCraft in real life'
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Lyon si sentì trascinare nel vuoto, come se fosse finito nel pieno di una centrifuga. Intorno a lui era un turbinio di colori, e stelle e galassie sfrecciavano sopra la sua testa a velocità supersonica.

Poi, dopo pochi istanti, tutto finì e si ritrovò in un luogo che non somigliava per niente all'End.

Dopo aver quasi vomitato ed essersi ripreso dalla sensazione di nausea cercò di capire dove si trovava. Era nello spazio, questo era ovvio, ma non riusciva a capire in quale spazio. Ringraziò di avere una batteria al posto del cuore, altrimenti di certo sarebbe morto soffocato.

Si guardò dalla testa ai piedi. Almeno era tutto intero, ma aveva qualche difficoltà a muovere le gambe nel vuoto dello spazio. Sperando che non si fossero danneggiate, tentò di controllare che funzionassero a dovere, ma gli strumenti nelle sue parti robotiche sembravano impazziti.

Era impossibile capire con esattezza in quale universo era finito : di certo aveva abbandonato Minecraft, ma per il resto ... buio totale!

O, per meglio dire, luce totale, perché davanti a lui vi era quella che pareva un'immensa massa bianca che risplendeva come miliardi di bombe atomiche accese nello stesso momento. Lyon aveva l'elmo e parte delle parti robotiche a proteggergli gli occhi, altrimenti sicuramente questi sarebbero esplosi nella testa.

Improvvisamente i sensori che aveva sul braccio iniziarono a trillare, segno che stavano riprendendo a funzionare. Subito controllò che tutte le sue parti robotiche fossero attive, e con sollievo scoprì di non essersi danneggiato. Poi controllò i sensori dell'ambiente sperando di capire dove si trovava.

-Ma cosa ...-

Strabuzzò gli occhi nel guardare il contatore di calore : 55000 gradi?? Lyon emise un singulto e benedisse la fortuna che l'armatura e le parti robotiche in duracciaio lo proteggessero anche dal caldo eccessivo, altrimenti si sarebbe carbonizzato. A peggiorare le cose, la temperatura stava pericolosamente salendo.

-Ma che diavolo succe... PORCAPUTTANA!!!-

Lyon si scansò appena in tempo per evitare un getto di fuoco e plasma incandescente che passò a pochi millimetri dalla sua faccia. Da qui la colorita esclamazione.

-Che c'è? Troppo caldo per i tuoi gusti?- chiese una voce alle sue spalle.

Lyon si voltò, riconoscendola, in tempo per ammirare Null che usciva dal portale. -Ma dove diamine mi hai portato??- esclamò non riuscendosi a trattenere.

Al che l'ombra rise : -Ma come? Non riconosci più il tuo Sole?-

Lyon deglutì mentre osservava la luce davanti a lui. -Quanto ti odio ...- sibilò.

-Che ci vuoi fare, ormai ci sono abituato- disse Null, per poi lanciarsi contro il ragazzo con la mano spalancata.

Lyon non fece in tempo ad accorgersene che Null lo afferrò per la vita, stringendolo con forza e trascinandolo verso la stella. -Dammi la Pietra ora, o ti lascerò fondere nel nucleo del Sole!-

Lyon si divincolò : -Non lo farai!- ringhiò. -Io ti servo vivo, lo hai detto anche tu!-

-Può darsi, ma ciò non mi impedirà di farti fare un bel bagno di plasma!- rispose Null.

Lyon estrasse uno dei suoi pugnali, che già stava assumendo un colore rossastro. "Coraggio, non mollarmi proprio adesso!" pensò, e tagliò di netto la mano di Null un istante prima che l'arma fondesse del tutto.

L'ombra urlò, preso alla sprovvista, e mollò la presa. Lyon ne approfittò per allontanarsi il più possibile. Ma non fu un'impresa facile : la gravità infatti iniziava ad attirarlo verso il Sole e il jetpack non ne voleva sapere di funzionare.

-Andiamo andiamo andiamo!!!!- urlò dando qualche botta al jetpack, il quale però restava inanimato.

-Pensi davvero di poter scappare per sempre?- urlò Null dietro di lui, per poi alzare le mani.

Il Sole parve tremolare, poi enormi getti di fuoco si innalzarono nello spazio in direzione di Lyon, prendendo la grottesca forma di mani e artigli.

-Non vale!- urlò Lyon terrorizzato a quella vista. -È Fireminotaur quello che controlla il fuoco!-

-Pensi davvero che Fireminotaur possegga un potere che io non ho? Stolto!- rise Null. -Questo non è che una minuscola parte di tutta la mia potenza! Ammira tutto il mio potere!-

Gli artigli di fuoco iniziarono ad avvolgersi attorno a Lyon, ricoprendolo col plasma incandescente.

Il ragazzo avvertì fin troppo bene che non avrebbe resistito a lungo : i suoi sensori erano in fibrillazione per il troppo calore e anche l'armatura, per quanto dura, stava iniziando a fondere.

"Andiamo, Anna, non deludermi ora!" pensò mentre continuava a dare colpi contro il jetpack.

Fu un attimo : si udì uno sbuffo, poi una fiammata partì dal velivolo, schizzando verso lo spazio. Lyon impiegò qualche secondo a capire di averlo acceso, e quando lo comprese non riuscì a trattenere un risolino di gioia.

Gli artigli di fuoco si strinsero ancora di più su di lui, tentando di trattenerlo, ma il ragazzo spinse il jetpack al massimo e riuscì a divincolarsi, puntando a tutta velocità verso il portale.

-Col cavolo che resto ad affrontarti qui! Salutami il Sole, fesso!- urlò a Null un secondo prima di attraversarlo.

Di nuovo si sentì trascinare per migliaia di miglia, attraversando il cosmo a velocità disarmante, e di nuovo si dovette trattenere al vomitare; poi, quando tutto finì, si ritrovò di nuovo nei cieli dell'End.

Ma prima ancora che potesse iniziare a precipitare la mano nera di Null comparve dal portale e lo afferrò per una gamba. -Non così in fretta!- ringhiò l'ombra. -Visto che volevi un posto più fresco, ora ti accontenterò-

Null iniziò a far vorticare Lyon per aria come se fosse una lancia, poi lo gettò con tutta la forza che aveva verso un altro portale.

Questa volta Lyon non si trattenne dal vomitare nel giro di luci e colori, complici i cinque o sei giri in tondo che Null gli aveva fatto fare per lanciarlo.

Quando il tunnel finì ricomparve nello spazio, ma iniziò subito a precipitare verso il basso. Prima ancora che potesse comprendere dove si trovava, l'attrito gli fece prendere fuoco, impedendogli la visuale. Chiuse gli occhi e pregò che l'armatura resistesse all'impatto.

Fortunatamente così fu, ma schiantarsi dopo un volo di almeno quindicimila metri gli fece comunque un male cane. Si rialzò a fatica e si sentì invadere da un'ondata di freddo glaciale. Si sforzò e dopo qualche attimo recuperò la vista.

Non si trovava di certo sul Sole stavolta, ma sembrava che Null si divertisse molto a farsi beffe di lui, perché quella che aveva davanti ora era una landa di ghiaccio desolata. Una bufera continua sferzava le rocce innevate e gli penetrava nella pelle, facendolo rabbrividire.

Iniziò a preoccuparsi. L'armatura lo proteggeva dal calore, certo, ma non dal gelo. E le sue parti robotiche erano particolarmente fragili, specie per alcuni piccoli fusibili. Se non se ne andava in fretta rischiava di perdere l'uso delle gambe e delle braccia.

Diede un colpo al jetpack, ma il destino doveva adorare fargli brutti scherzi, perché ancora una volta rimase inanimato. "Cristo! Anna non poteva darmene uno più funzionante?" pensò arrabbiato.

Starnutì e si tolse la neve dal volto, sperando di non rimanere assiderato.

Poi dal cielo si udì un boato ed emerse la nera sagoma di Null. -Non hai proprio il senso delle mezze misure, vero?- gli chiese Lyon.

L'ombra sorrise : -No, mi dispiace. E visto che volevi il freddo, eccoti accontentato-

Lyon scosse la testa per far circolare il sangue : -Dove siamo stavolta?-

Null sorrise malignamente : -A Jotunheim, nell'universo Yggdrasil. Se non ricordo male, questo è il mondo natale dei Giganti di Ghiaccio ... non sarebbe male incontrarne uno, che ne dici?-

Una massa di neve si sollevò e prese forma di un'immensa creatura, alta diversi metri e con denti e artigli affilatissimi. Aveva forma umana, ma aveva occhi rossi e la pelle azzurra, e ringhiava continuamente nella direzione di Lyon.

-Portamelo vivo!- ordinò Null al mostro di ghiaccio.

Lyon strinse i denti : -Non sarà un gigantucolo di ghiaccio da poche tonnellate a sconfiggermi! Ho abbattuto nemici molto più grossi, vorrei ricordarti!-

-Già ... ecco perché l'ho migliorato, rendendo la sua pelle indistruttibile- rise Null. -Egli non può pensare ne tantomeno ragionare, ma sarà comunque un ottimo divertimento per me prima di ucciderti!-

Il mostro si lanciò contro Lyon, mollano un sonoro pugno a terra e facendo esplodere un cumulo di ghiaccio. Il ragazzo si scansò in tempo e, inforcato l'arco, lanciò una raffica di frecce contro il bestio, che però si ruppero al contatto con la sua pelle.

-Cavolo ...- ringhiò Lyon. Null non aveva mentito : la creatura era davvero invulnerabile.

Il gigante si avvicinò minaccioso e, spalancata la bocca, ruggì eruttando un torrente di ghiaccio e neve che congelò la metà destra del volto di Lyon. Il ragazzo si sentì ghiacciare dalla testa ai piedi, poi la parte colpita perse sensibilità.

Sperando che non fosse nulla di irreparabile iniziò a strofinare la mano contro la guancia, cercando di riscaldarla e di togliersi la neve dagli occhi.

"Certo! Gli occhi!" pensò folgorato.

Con un movimento fluido estrasse la spada e si lanciò contro il mostro, il quale lo afferrò con i possenti artigli e se lo portò davanti al viso.

-Prendi la Pietra!- ordinò Null.

Il gigante allungò la mano, ma non aveva nemmeno sfiorato lo zaino che Lyon gli ficcò la spada nell'occhio destro fino all'elsa.

Il mostro lasciò la presa, ma Lyon si aggrappò al naso, tenendosi saldamente, e affondò ancora di più la spada, fino a perforare il cervello.

Il gigante emise un singulto, poi cadde a terra e si sbriciolò. Lyon rotolò via molto poco dignitosamente.

-Non credere che sia finita così!- esclamò Null, e nuove creature iniziarono ad uscire dal terreno. Draghi, serpenti e mostri di ghiaccio presero forma ed iniziarono ad avanzare minacciosi.

"Qui si mette male!" pensò Lyon. "Devo andarmene subito!"

Cercando di schivare i colpi delle creature, iniziò a frugare nello zaino, sperando di trovare qualcosa che lo potesse tirare fuori dai guai.

E poi lo sentì. Un acciarino.

-Ti prego, funziona!- esclamò accendendolo e posizionandolo sotto il jetpack.

Un drago di ghiaccio gli si parò davanti, pronto a saltargli addosso.

"Andiamo andiamo andiamo!!!" pensò Lyon sfregando ancora di più l'acciarino.

Il jetpack emise due sbuffi, poi finalmente si accese. -Sì!- esclamò Lyon mentre saliva.

Ma già mentre era in volo l'arnese cominciava a fare strani rumori. -Ti prego, portami oltre quel portale, poi trascinami pure all'Inferno con te se vuoi!- esclamò.

Il jetpack continuò a funzionare, e si spense appena superato il portale. "Grazie a Dio!" pensò il ragazzo mentre l'universo riprendeva a vorticare intorno a lui.

Ma la gioia fu di breve durata : appena uscì dal portale, infatti, iniziò a precipitare verso l'End.

Iniziò a sbracciarsi nel tentativo disperato di rallentare, ma qualcosa lo afferrò alle spalle. -Cos'è, il piccolo uccellino ha disimparato a volare?- ghignò Null. -Lascia che ti insegni una cosa : se vuoi stare in cielo, o hai le ali o sei fatto di aria. Altrimenti prima o poi vieni giù!-

E gli mollò un sonoro pugno, spedendolo in un altro portale. Di nuovo l'universo riprese a vorticare, luci e colori esplosero all'interno del varco, e Lyon venne trascinato attraverso i confini del cosmo.

"Questo mi fa attraversare tutto il Pluriverso" pensò Lyon amareggiato. "Scommetto che stavolta finisco a Mordor"
   
 
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