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Autore: karrina87
Titolo: La Dinasdia Winchester
Fandom: Supernatural
Rating: Giallo
Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester, Adam Milligan.
Warnings: What if, morte di un personaggio secondario, sangue.
Conteggio parole: 4732
Disclaimer: I personaggi di Supernatural non mi appartengono, li ho solo presi in prestito ma senza fini di lucro.
Riassunto: What if. Ho sempre pensato che fosse un peccato che Adam non fosse Adam quando lo hanno incontrato o che almeno non avessero chiesto a Castiel di riportarlo indietro assieme alla madre. Come già detto avrei voluto che molti dei componenti della famiglia "Winchester" sopravvivessero. Questa storia nasce da questo what if utopico. Il filo conduttore rimane lo stesso delle 13 stagioni, quindi trovate gli episodi di riferimento e tutto quello che avviene prima viene dato per saputo dal lettore.
Episodio di riferimento: 4x19 il salto dello squalo. Ma Adam è davvero Adam. E sopravvive.
Dean ravanò nel cruscotto
e tirò fuori il telefono di suo padre sbattendo anche la
testa sul
tettuccio.
"Pronto" quella giornata iniziava
bene.
"John?" Domandò una voce di un ragazzo.
"Non
può venire al telefono, posso aiutarti?" Non riconoscendo la
voce Dean si domandò chi poteva essere.
"Sono Adam
Milligan, lui mi conosce. Gli dica di venire al telefono!"
Domandò in tono sgarbato dettato dalla sofferenza.
"Spiacente
di doverti dare la notizia ma John è morto più di
due anni fa. Chi
parla?" Per qualche strano motivo quella voce ricordava qualcosa
a Dean, il tono di voce o forse il timbro...
"Sono il
figlio..."
Windom, Minnesota
Con l'aspetto di un
uomo con una missione Dean iniziò a prelevare oggetti dal
fondo del
baule dell'impala mentre Sam cercava di farlo ragionare.
"Dean,
ti assicuro che Adam è reale. E' nato il 29 settembre 1990
da Kate
Milligan, il padre non risulta sul certificato di nascita. E' stato
con gli scout si è diplomato con lode al liceo attualmente
va
all'università del Wisconsin e sta studiando medicina. Dean
mi
ascolti?"
"E' una trappola." Doveva per forza
esserlo. John glielo avrebbe detto se avesse avuto un fratellastro.
Non c'era possibilità che suo padre non gli avesse detto una
cosa
del genere.
Entrarono nella tavola calda e Dean si mise a
preparare le trappole per smascherare il demone o mutaforma o
qualunque altra creatura credeva di farlo fesso: Acqua santa nel
bicchiere. Posate d'argento al posto delle normali di acciaio. E
spostò la sedia per far si che si sedesse dove voleva lui.
"In
un modo o nell'altro la deve pagare, ha usato papà come
esca...è
stato l'ultimo sbaglio nella sua breve vita..." Ma vedendo lo
sguardo di pietà che gli stava rivolgendo Sam
domandò: "Che
c'è?"
"Dean ascolta, c'è una annotazione nel diario di
papà. Del gennaio 1990. Dice che è diretto nel
Minnesota per
lavorare a un caso. Quindi risale a circa 9 mesi prima che sia nato
il ragazzo."
"Coincidenza."
"Coincidenza?"
Piuttosto negazione pensò Sam."E le due pagine successive
del
diario? Strappate!"
"Tu credi veramente a questa
storia?" Dean sapeva che Sam non era un fan del padre ma un
fratello segreto?
"Senti neanche io vorrei crederci dico solo
che è possibile, insomma papà spariva per intere
settimane e non
era esattamente un monaco." Sam non capiva come Dean potesse
venerare il padre fino al punto di renderlo cieco ai suoi difetti. Ma
era sempre stato così. " Un cacciatore arriva in
città. Uccide
il mostro. Salva la ragazza e talvolta lei è
riconoscente..."
Sembrava la storia dei venerdì sera di Dean e per un istante
entrambi si ritrovarono a pensare a Lisa e Ben. "Potrebbe essere
successo senza volere..."
"Finiscila!" Ok quel
tasto era dolente.
Salvato dalla campanella di ingresso.
Un
ragazzo biondo, occhi azzurri, costituzione robusta dovuta alla
genetica dei Winchester si guardò attorno e si
girò quando Sam
chiamo: "Adam?"
"Sei Sam?" Il diciottenne non
sembrava sapere chi fossero. Se era una trappola mentiva bene...
"Sì, lui è Dean." Adam salutò senza
entusiasmo e si
sedette al tavolo.
"Allora...come mai conoscevate mio
padre?" E come mai avevate il suo cellulare avrebbe voluto
chiedere. Adam non aveva familiari ancora in vita da parte di madre e
disperato per la sua scomparsa si era fatto violenza e aveva chiamato
il numero di John. La polizia non aveva trovato nulla ma si ricordava
che il padre era stato militare e che aveva un certo ascendente sui
membri delle forze dell'ordine. In casi disperati...misure disperate.
"Lavoravamo insieme..." Disse Sam.
"ah...come
è morto?" Sembrava una domanda che un figlio dovesse fare in
merito alla scoperta della morte del padre. Ma sentiva i sentimenti
nei confronti di John come anestetizzati.
"Sul lavoro."
Restò vago Sam non sapendo di cosa fosse a conoscenza Adam.
"Quindi
ha avuto un incidente in officina? Faceva il meccanico giusto?"
Altra domanda senza vero interesse, il suo pensiero fisso era un
altro.
"E' stato schiacciato da un'auto!" Disse
con brutalità Dean tirando fuori la pistola sotto il tavolo
e
tirando indietro il cane.
Se un figlio scopre della morte del
padre non rimane impassibile, non ordina il solito in una tavola
calda, non beve un bicchiere d'acqua! Va a sbronzarsi fino a che non
si rende insensibile al dolore! Dean era indignato come recitazione
qualunque cosa fosse faceva schifo.
Poi però bevve l'acqua
santa e nulla accadde. Prese le posate d'argento e nulla accadde.
Anche se gli costava ammetterlo non era disposto ad uccidere un
essere umano perché era incazzato nero a non ne poteva
più di
sentirlo blaterare su suo padre. "oh quante idiozie... tu stai
mentendo!"
"Non è vero." Negò Adam, non gli
piaceva che qualcuno gli desse del bugiardo.
"Sì che
lo è." Fece Dean a muso duro.
"Scusa ma chi siete voi
per darmi del bugiardo?"
"Siamo i figli di John
Winchester. D'accordo? Noi siamo i suoi figli!" Gli sbatté
in
faccia il maggiore dei Wincester.
Attraverso la nebbia della
stanchezza di quei due giorni di preoccupazione per la madre si fece
strada un sentimento di reale stupore e di atavico desiderio di un
fratello maggiore. Spostò lo sguardo su Sam che glielo
restituiva
imbarazzato ma sincero. Non era uno scherzo. "Ho dei
fratelli?"
"Non hai fratelli, non so se sei un
cacciatore e non mi fido di te!"
"Non sono mai andato a
caccia in vita mia." Adam trovò un po' strano quel commento
sulla caccia. Ma quasi immediatamente Dean si alzò deciso ad
andarsene. Non poteva, no anzi non voleva perdere la
possibilità di
avere dei fratelli, con John forse non c'era stato nulla da fare...
ma che fosse dannato se non ci avesse provato fino in fondo con i
suoi fratelli! "Posso provarlo!"
Li portò a casa
sua. Gli mostrò le foto assieme. Di quando erano andati a
pesca e
dei compleanni. Dean però sembrava fissato su quella
dell'unica
volta che John lo aveva portato a vedere una partita di baseball.
Adam provò la soddisfazione tutta fraterna dell'invidia che
suo
fratello maggiore provava per qualcosa che aveva condiviso
solo
lui con il padre.
"Adam hai chiamato papà perché tua madre
è sparita?" Sam ormai gli credeva e voleva aiutarlo se
poteva.
"da quanto tempo?"
"Tre giorni." Rispose Adam.
Dean gli ricordava John aveva la stessa aura di autorità
militare. O
almeno faceva il terzo grado come un poliziotto. "Chi è
stato
l'ultima a vederla?"
"Il signor Abbinanti. Il vicino.
L'ha vista rientrare il martedì sera ma il mattino dopo non
è
andata a lavoro."
"Hai chiamato la polizia?"
Domandò Sam per assicurarsi che avessero già
fatto tutto il
possibile.
"Ci ha pensato il direttore dell'ospedale. Io ho
preso la macchina e sono venuto qui." Il dolore e la
preoccupazione tornarono a riempirlo assieme al senso di colpa "L'ho
lasciata da sola"
"Che ha detto la polizia?"
Domandò Dean cercando di essere più
gentile con il tono e
stiracchiando anche un sorriso.
"Hanno setacciato la casa
senza trovare niente... Non se ne sarebbe andata senza avvisare."
Anche se ciò che avrebbe voluto dire era: Non mi avrebbe mai
abbandonato, vero? "E' come se fosse sparita dalla faccia della
terra."
I fratelli avevano ispezionato la casa e
scoperto una corrispondenza fra il caso seguito nel 90 dal padre e
una serie di furti di cadavere avvenuti il mese prima in
città.
La
madre di Adam non era poi l'unica persona a risultare scomparsa.
Anche un barista del luogo era svanito senza lasciare tracce.
Fu
l'occhio attento di Dean ad accorgersi ai graffi sul pavimento in
legno. Solo la disperazione e la paura possono dare la
capacità di
rigare così delle assi di legno. E quei segni portavano
sotto il
letto.
La grata di areazione non prometteva nulla di buono. Così
come nella migliore delle tradizioni Winchester si giocarono la
discesa in quel buco a carta sasso e forbice. Dean giocò
forbice,
come faceva sempre. E Sam sasso. Per questo motivo fu Dean a trovarsi
il naso a venti centimetri dai resti del pasto di quel mostro. Resti
che molto probabilmente erano della madre di Adam.
Tornati in
motel si erano messi a ripulire l'arsenale per prepararsi alla caccia
di quella sera quando un Adam agitatissimo si fece strada nella loro
camera dopo aver bussato alla loro porta.
"Voglio sapere
chi siete!" Eruppe. "La mia casa è una scena del crimine,
mia madre probabilmente è morta! E voi due mi dite di
chiamare la
polizia ma ve ne andate prima che arrivi? Chi siete veramente?"
Adam
li vide scambiarsi degli sguardi intensi come se parlassero con il
pensiero. Come se Sam volesse dire qualcosa ma Dean gli dicesse di
non provarci. "La polizia non sapeva dove cercare, ma tu sì!
E
prima vi ho sentito dire qualcosa su dei furti di cadavere..."Adam
non era minimamente stupido, anzi era molto intelligente. Inoltre
finì per notare le armi nascoste sotto la coperta del letto.
"Non
siete dei meccanici...?" Non era una domanda. "Voglio solo
sapere cosa sta succedendo." Sentiva il muro che Dean aveva
innalzato e quindi implorò con lo sguardo Sam "Per favore."
"Siamo cacciatori." "SAMMY!" Lo ammonì Dean.
"Lui deve saperlo Dean!"
Ancora quel termine della
tavola calda "Che vuol dire cacciatori?" E Sammy glielo
disse.
"Ok quindi fondamentalmente state dicendo che
tutti i mostri nei film e tutti gli incubi che ho avuto sono reali?"
Un velo di sudore gelido gli copriva la spina dorsale mentre
pronunciava quelle parole.
"Godzilla è solo un film"
Sdrammatizzò Dean, anche se un Grazie a Dio
aleggiò nell'aria.
"Noi li cacciamo, come papà." Sam e Dean erano pronti
a quasi ogni reazione ma Adam li sorprese. "Ok"
"OK?
Tutto qui?" Chiese Dean
"Che cosa dovrei dire?"
Fece Adam.
"Che siamo pazzi, bugiardi per elencarne
qualcuno... nessuno dice solo ok." Spiegò il maggiore
esterrefatto.
"Bhe siete i miei fratelli...state dicendo la
verità?" Domandò in modo diretto. "Sì"
rispose
senza esitazione Sam. "Allora vi credo...Che è successo a
mia
madre?"
"Non ne siamo sicuri, in città qualcuno ruba i
corpi morti o vivi che siano. Ma non sappiamo chi." Ammise
Sam.
"C'è una lunga lista di mostri possibili." Spiegò
Dean. "Credete che possa essere ancora viva?" il silenzio
che seguì la sua domanda fu assordante. E per la prima volta
nessuno
dei due volle sostenere il suo sguardo. "ah... come posso
aiutarvi?"
"Non puoi." Dean fu categorico.
"Si
è preso mia madre! Vengo con voi se gli date la caccia!" ma
la
risposta di Dean fu sempre "NO"
"Dean, senti
forse..." "Forse cosa?" Lo interruppe. "Ha perso
sua madre." Disse Sam alzando la voce. "Possiamo capire
bene come si sente." Continuò.
Dean si alzò portando con se
il diario del padre: "Perché credi che papà non
ci abbia mai
detto nulla di lui? Perché credi che abbia strappato le
pagine?
PERCHE' LO VOLEVA PROTEGGERE! Ecco perché."
"Papà è
morto..." provò a controbattere Sam ma Dean si impose
ancora:
"NON IMPORTA! Lui non voleva che vivesse come noi e noi
rispetteremo la sua volontà!"
"Posso dire una
cosa?" chiese Adam ricevendo un NO unisono dai due fratelli
maggiori.
Poi Dean prese la giacca e ancora infuriato se ne andò
dalla stanza di motel.
"E' sempre così?" Domandò
Adam suo fratello maggiore sembrava lo stereotipo del primogenito
dispotico e maniaco del controllo.
"Benvenuto in famiglia!"
Fu la risposta solo per metà sarcastica di Sam. Poi estrasse
la
pistola, tirò indietro il carrello ed estrasse il
caricatore. "
Ecco ti insegnerò qualcosa..."
"Ehm...Dean ha detto.."
Provò Adam.
"So cosa ha detto..." Porgendo il calcio
della pistola al ragazzo. "...e so cosa sia il desiderio di
vendetta."
Sam gli fece vedere come smontare pulire e
rimettere insieme la pistola, poi gli disse di provare.
"Papà
come è morto veramente?" Chiese Adam a un certo punto.
"Un
demone." Fu il laconico commento di Sam che fino a un minuto
prima era stato molto più loquace. "Dean lo ha ucciso."
"Quindi per voi è finita?" Si chiese dentro di se come
si fa a tornare ad una vita normale dopo aver vissuto qualcosa di
così orribile, ma le parole successive di Sam gli tolsero
qualunque
illusione. "Non è mai finita."
Poi la luce si spense e
dalle pareti iniziarono a sentirsi degli strani rumori.
A Sam ci
volle poco per capire che la creatura che aveva attaccato la madre di
Adam era lì per loro. Ma ciò nonostante si
trovò a terra
trascinato per metà sotto la macchina di Adam nel tentativo
di fuga
dal parcheggio. Se se la cavò fu solo per il coraggio di
Adam che lo
trattenne con tutte le sue forze e la divina provvidenza che fece
arrivare Dean proprio in quel momento. I proiettili colpirono
qualcosa di solido e il mostro ferito lo lasciò andare
"Ma
che è accidenti è?" Domandò Dean
"Non sappiamo che
cosa sia, ma sappiamo a chi da la caccia: Jo Barton, la madre di
Adam... " Elencò Sam.
"E Adam...Lo aspettava sotto la
sua macchina." Concluse Dean
"Ha teso una trappola e io
ci sono cascato dentro." Sam si sentì inadeguato come un
principiante, questi errori avrebbe potuti farli Adam ma non lui. Con
un errore del genere la gente muore.
"Ascolta io ho
trovato un nesso." Disse elencando sulle dita "Jo Barton
era un poliziotto, sono sicuro che ha aiutato papà.
Così abbiamo
Jo, la ragazza di papà e suo figlio. Ora sappiamo
perché è
tornato."
"Vuole vendicarsi" forse era lo shock di
sapere di avere un bersaglio sulla schiena, ma Adam si sentiva freddo
come il ghiaccio. L'unica cosa che riusciva a pensare era di piantare
un proiettile nel cranio di quella bestia finché le sue
cervella non
fossero state sparpagliate sul pavimento.
Tornati a casa
di Adam Dean gli ordinò di preparare la valigia. Il piano
era
semplice. portare il ragazzo da Bbby così che fosse al
sicuro e poi
tornare a finire il lavoro.
Sam non era d'accordo. Senza Adam
quella cosa poteva tornare a nascondersi per altri diciotto anni.
L'unico modo per abbatterla era di usare lo stesso Adam come esca. Il
che ovviamente finì per farli litigare.
"Hai intenzione di
usarlo come esca per questo vuoi restare?" Fu l'accusa di
Dean.
"Questa cosa tornerà...addestriamo Adam.
Prepariamolo."
"Potrebbe morire Sam! "
"Tutti
possiamo morire, anche se uccidiamo questo demone altri potrebbero
vendicarsi. Su papà, su di noi. E se trovassero il
ragazzo? E
non fosse pronto?" Ma invece di Dean a rispondere fu Adam.
"Lo
farò. Farò tutto il necessario. Voglio farlo."
Aveva ascoltato
tutto e il suo desiderio di vendetta lo stava ormai accecando.
Avrebbe messo lui fine alla creatura che gli aveva strappato la
madre.
La mattina dopo iniziarono
l'addestramento. I tre fratelli andarono al limitare di un bosco in
una zona dove nessuno avrebbe sentito gli spari e dove nessuna
pallottola vagante avrebbe rischiato di causare danno. Presero un
cartello di metallo e ci disegnarono un bersaglio. Sam come il giorno
precedente fece da maestro: Insegnò come impugnare l'arma,
mirare e
il momento in cui premere il grilletto. fra un respiro e l'altro
quando la mano è più ferma.
"E' facile devi solo stare
attento al rinculo. Hai tre colpi. Prova."
Adam andò a
segno con tutti e tre i colpi. "La fortuna del principiante."
Dean li osservava dalla macchina contrariato. Avrebbe dovuto
essere al sicuro da Bobby o a studiare all'università.
Avrebbe
dovuto avere la vita che Sam non aveva potuto avere per colpa sua.
Poi demonologia, rituali ed armi per abbattere i diversi
mostri. Sam sembrava un fiume di conoscenza inarrestabile e Adam un
pozzo che voleva essere colmato. Dean lo sentì raccontare
delle loro
cacce come se fossero state delle Avventure... . La sensazione
di stare sbagliando divenne ogni secondo più intensa.
"Accidenti
che lavoro assurdo che fate." Fu il commento di Adam a un certo
punto.
"Essere un cacciatore non è un lavoro Adam. E' la
vita! Sei quasi medico, hai la ragazza, degli amici?" Adam
annuì. "Ora non ce li hai più." Quelle parole
brutalmente
crudeli che Dean sentiva uscire dalla bocca di Sam gli sembravano
drammaticamente familiari... e poi si ricordò dove le aveva
già
sentite. Era stato suo padre John a pronunciarle. "Se vuoi
davvero fare questo non puoi avere legami con nessuno. Nessuno! Sono
punti deboli. Metteresti quelle persone in pericolo, verrebbero
uccise. E' il prezzo che paghiamo. Li devi tagliare fuori dalla tua
vita." Per la prima volta Dean vide la sua vita come l'aveva
vista Sam a 17 anni... come una setta. Da cui non potevi uscire se
non fuggendo. "Puoi contare soltanto su una cosa: la famiglia."
E non gli avrebbe permesso di fare il lavaggio del cervello a quel
ragazzo. Non in questa vita.
"Sam. Posso parlarti?"
facendogli cenno si spostarono nell'altra stanza. "Ti rendi
conto? Cacciare è la vita...Non puoi avere legami...
Papà ti fece
lo stesso identico discorso. Fu poco prima che tu ci lasciassi per
Stanford. Odiasti papà per aver detto quelle cose
e adesso le
ripeti?" Vide il disagio Sam odiava l'ipocrisia nelle persone.
"Sì bhe, in fondo aveva ragione..." A Dean quasi
crollò la mascella... poteva contare sulle dita di una mano
le volte
che Sam aveva ammesso che John aveva ragione...Meglio su un singolo
dito: "E da quando?"
"L'ha sempre avuta. Dean
quando vedo Adam sai che vedo?" Sam non era mai
sembrato così spietato.
"Un normale ragazzo." Come eri
anche tu avrebbe voluto aggiungere.
"No, un pasto! Per i
demoni, per i mostri la fuori non è nient'altro. Ho odiato
papà per
tanto tempo. Davvero. Ma adesso credo di capire. Non avevamo un cane
o un bel giardino con lo steccato e allora? Papà ci ha fatto
del
bene, ci ha insegnato come difenderci. Adam merita lo stesso."
"Che stai dicendo Sammy?" Sam non sembrava Sam agli
occhi di Dean. Sembrava John. Dolorosamente si rese conto del male
che gli aveva fatto ad entrambi. A Sam e a lui. Ma Adam poteva ancora
essere salvato.
"Credi che abbia torto?" Domandò il
minore.
"Credo che sia troppo tardi per noi. Questa è la
nostra vita, questo è ciò che siamo noi, va bene?
Io lo accetto per
me, ma per Adam?Lui ha ancora una possibilità,
può studiare,
diventare medico." Avere una vita normale.
"Cos'ha Adam
di speciale?" Le parole di Sam grondavano veleno.
"Sei
geloso del ragazzo?" Domandò stupito Dean, non pensava che
il
fratello potesse essere tanto meschino.
"E tu?" Gli
domandò a bruciapelo Sam sapendo quanto lo aveva ferito il
padre,
che con Dean aveva sempre centellinato e fatto sudare qualunque forma
di gratificazione e complimento. "Dean tutto questo non è
reale. Il padre che Adam ha conosciuto non era reale quello che
c'è
la fuori nell'ombra QUELLO è reale. Il mondo che sta per
finire
QUELLO è reale. Tutto il resto sono balle che la gente si
racconta
per illudersi
"Non aveva scelta con noi nostro padre. Ma con
Adam sì invece. Non c'è bisogno di
condannarlo. " Anche
se parlava di Adam era a Ben che pensava, doveva credere che ci fosse
un modo per restare fuori da quell'orrore che era la loro
vita.
Ma
Sam gli tolse qualunque illusione. "E' un Winchester. E' già
condannato."
Ma Dean si rifiutava di accettarlo, corse fuori
nella notte ancora una volta avrebbe ispezionato nuovamente il
cimitero. doveva trovare quella cosa e ucciderla. Prima che fosse
troppo tardi.
Sale a porte e finestre, assi di legno sulle
grate dell'areazione. Avevano ridotto i punti di accesso alla casa a
uno solo quando la porta di ingresso cigolò rendendo palese
che
qualcuno era entrato in casa.
"Adam!" Il ragazzo venne
sorpreso da quella voce, l'avrebbe riconosciuta dappertutto. "Mamma?
MAMMA!" E dimentico di tutto quello che Sam e Dean gli avevano
detto nei due giorni passati corse giù all'ingresso. Dove
vide la
madre, ferita ma viva. Perse ogni ragione e la
abbracciò
mentre Sam gli urlava di aspettare. Si mise anche fra di loro quando
Sam le puntò addosso il fucile.
Non voleva credere che non fosse
sua madre. Era calda fra le sue braccia. Aveva la sua voce, il suo
odore. Sam si sbagliava!
"NON E' TUA MADRE!" Urlò Sam
mettendolo in guardia.
L'adrenalina lo rese avventato e disarmò
Sam puntandogli addosso il fucile. Negli attimi concitati a seguire,
un uomo dall'aspetto di Jo Barton colpì Sam alla testa con
un
bastone facendolo crollare a terra e quella cosa che non era la madre
di Adam lo colpì al volto tanto forte da fargli perdere
conoscenza.
Adam si svegliò legato al tavolo del salotto Sam era legato
ad una sedia con la testa a penzoloni e un rivolo di sangue che
colava dietro l'orecchio.
"Sam.." Provò a chiamare Sam
ebbe un sussulto e mosse le palpebre. Nel suo campo visivo
entrò il
volto di sua madre... indossato da quel mostro. "Ciao Adam...Ben
svegliato!"
"Tu- che cosa diavolo sei?" Adam voleva
dare un nome al suo odio.
"E' un demone divoratore, non è
così? Per questo il proiettile d'argento non vi ha ucciso."
Disse Sam saggiando le corde che lo legavano. Il secondo mostro non
si vedeva ma sapeva che doveva essere lì da qualche parte.
Doveva
liberarsi e alla svelta. Se i loro aguzzini non avessero voluto
torturarli a quest'ora lui e Adam sarebbero morti. Doveva guadagnare
tempo.
"Sai rovo questo termine un po' razzista..."
Disse il demone. giocando con il coltello sul petto di Adam che si
agitava inutilmente sotto le corde. "Uhm...carne fresca,è
molto
meglio della solita!"
Passò il coltello sufficientemente
forte da creare una linea di sangue sul petto del ragazzo e come un
cane si chinò a leccarlo.
Sam sapeva che l'unico modo per
distrarla da Adam per farla incazzare: "Dovevo capirlo, gli
ultimi omicidi mi hanno confuso: i demoni divoratori non cercano i
vivi. Voi siete solo degli spazzini! Vi cibate di morti. Assumendo le
stesse sembianze dell'ultimo cadavere."
"Mia madre è
morta allora?" Aveva sperato quasi che si trattasse di una
possessione demoniaca, Sam gli aveva spiegato che in rari casi
l'ospite poteva ancora essere salvato se l'esorcismo veniva
effettuato in tempo.
"Oh, sì, l'abbiamo divorata. Era
ancora viva quando abbiamo dato i primi morsi. E' morta strillando e
implorando pietà." Aggiunse una voce maschile entrando nel
salotto.
"Ti ucciderò Mostro!" Sputò loro addosso
Adam con le lacrime agli occhi.
"Non credo che succederà.
No, io credo che vi mangeremo. E poi mangeremo il vostro amico."
Disse la donna
"John Whincester correrà qui quando gli
direte della morte del suo figlioletto..."Aggiunse divertito
l'uomo. " E così uccideremo anche lui."
"...
Adam non è il figlio di John, sono io suo figlio." Disse Sam
calamitando l'attenzione dei due demoni.
"Bel tentativo, ma
quando divoriamo qualcuno ne assimiliamo i pensieri, i ricordi e
questo involucro sa esattamente di chi è figlio Adam. Siamo
quello
che mangiamo." Lo corresse la donna.
"Allora sai
perfettamente che Adam e John si vedevano solo un paio di giorni
all'anno... non esattamente il rapporto più stretto del
mondo. Non
quando aveva già un figlio di cui occuparsi a tempo pieno.
Ma che ve
lo spiego a fare? voi come vostro padre siete solo dei mostri."
Corresse il tiro Sam.
Adam stava zitto ma fissava Sam. Sapeva
quello che stava facendo ma gli sembrava un tentativo disperato.
Tuttavia il coltello si spostò dal petto di Adam e
finì
sull'avambraccio di Sam dove uno dei due mostri tagliò un
profondo
squarcio prima di chinarsi a bere il sangue fresco.
"Il suo
sangue è diverso..." Commentò poi staccandosi
dalla ferita.
"Usi molto quella parola Sam." E gli squarciò l'altro
polso. "Non credo tu sappia che cosa significhi. Nostro padre
era un mostro? Perché? A causa di quello che mangiava? Non
ha mai
fatto male a nessuno. Almeno da vivo."
"No, non era un
mostro, ma quello che lo ha ucciso lo era. Un mostro di nome John
Winchester." Aggiunse la donna spingendo più in
profondità la
lama nella carne.
"SAM!" chiamò Adam, il sangue che
iniziava a gocciolare sul pavimento.
"Grazie a tuo padre io
e mio fratello siamo cresciuti da soli..." Raccontò. "Ci
siamo dovuti arrangiare e per vent'anni abbiamo dovuto vivere come
ratti... cibandoci di carne putrida."
"Poi ci siamo
detti perché non passare a qualcosa di più
fresco?" La donna
si rialzò tornando da Adam riprendendo a farlo
sanguinare.
"Vendetta, era l'unica cosa a cui riuscivamo a
pensare." Affondando la lama nella carne del ragazzo.
"Adam
se ti agiti così... ti dissanguerai più in
fretta. Quindi è moglio
che ti calmi e ti rilassi." Disse crudele.
EHY
Poi
il rombo di uno sparo squarciò l'aria e la donna venne
scagliata
contro il muro.
"Sono demoni divoratori! Riusci ad avvisare
Sam. Dean allora corresse la direzione del fucile facendo saltare la
testa al secondo essere. Ma il primo si era già rialzato e
lo fece
volare attraverso la stanza .
Sanguinanti ne Sam ne Adam potevano
fare nulla sempre più deboli per la perdita di sangue.
Dean e il
mostro si rotolarono sul pavimento cercando di sopraffarsi a vicenda.
Alla fine il cacciatore riuscì a prendere un pesante oggetto
di
metallo e colpì alla testa il demone fino a quando
sentì il cranio
spaccarsi come un melone e il corpo sotto di lui rimase immobile.
"Dean" chiamò sofferente Sam al limite della
perdita di conoscenza.
Immediatamente il fratello maggiore prese
delle pezze di stoffa dalla credenza e avvolse i polsi del fratello.
tagliò le corde che lo bloccavano e gli alzò le
braccia per far
cessare l'emorragia. Poi andò da Adam e lo liberò
dai legacci.
Ansimava e grugniva di dolore a ogni minimo movimento. La ferita
sanguinava ma era stata fatta per provocare dolore piuttosto che
uccidere. Sarebbe sopravvissuto.
"Tieni premuto."Disse
mettendo la mano di Adam sulla pezza insanguinata.
"Grazie."
Ore dopo avevano seppellito i corpi e dato un funerale da
cacciatrice alla madre di Adam e stavano riprendendosi dalle ferite
in silenzio nella camera di Motel dei fratelli Winchester.
"Adesso
cosa succede?" Domandò Adam svuotato ormai di ogni energia.
"Adesso...provi a lasciarti tutto alle spalle. A
dimenticare. A vivere una vita normale." Disse Sam pentito di
aver quasi fatto uccidere il fratello appena conosciuto. L'esperienza
era stata traumatizzante. E l'aveva riportato in se.
"In
pratica mi state mollando." Accusò Adam.
"Hai visto
quello che facciamo. Per poco non ci rimettevi la pelle. Nessuno sano
di mente resterebbe con noi. La cosa più furba da fare
è voltare le
spalle e allontanarti più che puoi da noi e da i nostri
casini."
Cercò di farlo ragionare Dean ammettendo dentro di se che
Sam aveva
fatto la cosa giusta da ragazzo.
"Per andare dove? A casa?
Dove mia madre è stata massacrata? Nel Wisconsin?
Perché lì i
mostri non ci sono? Avete ragione, il mondo sta per finire: dovrei
proprio iniziare a studiare per non diventare mai medico."
Decisamente il sarcasmo pungente era un tratto di famiglia.
Stranamente era incredibilmente facile accettare l'idea di Adam
lì
con loro, a discutere e litigare come se fossero cresciuti assieme.
"Ascolta Adam, io e Sam faremo tutto il possibile per
impedire che ciò avvenga." Come se la volontà
potesse cambiare
la realtà.
"Allora voglio aiutarvi." E prima che Dean
dicesse che non poteva aggiunse "So di non essere un cacciatore.
E che ci sono ancora moltissime cose che devo imparare prima che
possa aiutarvi sul campo. Sam è quasi morto stanotte. Ed
è stata
tutta colpa mia." Sentiva ancora i polmoni stringersi all'idea.
"Ma potrei essere utile in altri modi..."
"Altri
modi?" domandò dubbioso Dean.
"Ad esempio potrei
rappezzarvi. I punti che hai dato a Sam... non sembra fossero i primi
che riceveva. E avere un medico da campo può fare la
differenza..."
Era una motivazione stiracchiata lo sapevano tutti e tre.
Ma
Adam era loro fratello... e la famiglia non si abbandona.
"ok,
ascolta Adam... Io e Sam non possiamo portarti con noi a caccia...
tuttavia hai ragione, le tue conoscenze e le tue abilità
potrebbero
tornarci utili perciò senti che cosa possiamo fare: Abbiamo
un
amico...bhe praticamente è di famiglia. Il suo nome
è Bobby Singer.
Con le cose che sa ci ha salvato la vita più volte di quante
io
possa ricordare. Ultimante facciamo campo base a casa sua. E casa
sua... non è molto distante da un piccolo campus
universitario."
Dean si interruppe. Il suo piano non era perfetto. La merda che
avrebbe travolto Adam sarebbe comunque stata tanta da spalare. Ma
forse... "Potresti frequentare uno o due corsi
lì...così se
riusciamo ad impedire... L'apocalisse... potresti ancora fare il
dottore."
"Suona come un piano...ok. Facciamolo!"