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Autore: Rebychan    06/07/2009    2 recensioni
Questa fic è una rivisitazione della tradizione sul "secondo bottone" in chiave D.Gray-man. Una fic dolce, senza grosse pretese, in quattro parti.
“Posso prendere il secondo bottone della tua vecchia giacca?”
“Perché lo vuoi?”
Fic per il LavYu day!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Ecco, come anticipato ieri, il secondo capitolo di questa fic.

Ringrazio tutti coloro che hanno letto il primo e in particolar modo Kuroi.Ren (o Bulma90) che l'ha letto in anteprima e mi ha dato il suo fiat al postaggio.

Ancora Buon LavYu day!

Come ho già detto ieri, e oggi ribadisco, chi vuole fare una capatina nel forum di cui sono amministratrice (indirizzo nel mio account, alla voce sito), sarà il benvenuto.

Vi lascio alla lettura. Aspetto vostri commenti.

Un bacione

Rebychan

 

CAPITOLO 2

 

“Perché lo vuoi?”

“E’ solo una tradizione del paese d’origine di mia madre. Non serve che ti scaldi tanto.”, rispose Ashanti, con un sorriso cordiale, mettendo un po’ di distanza tra lei e Lavi.

“Scusa se sono stato un pò brusco.", disse Lavi, recuperando il suo usuale tono di voce gioviale. Poi aggiunse, inarcando un sopracciglio, sempre più interessato: "Ma cosa significa che è una tradizione giapponese? In cosa consiste?”

La madre della mezzosangue, infatti, era una giapponese e ultimamente il giovane Bookman era particolarmente attento alle tradizioni di quel paese ed il motivo era da ricercarsi nella persona che veramente gli piaceva.

Ashanti con le dita sfiorò il bottone in questione e disse: “Non so come sia nata, ma la tradizione dice che l'ottenere il secondo bottone, a partire da sopra, della divisa della persona che ti piace, ti permetterà di rimanere per sempre insieme con lei. E’ un gesto d’amore.”

Guardò Lavi dolcemente, il quale strabuzzò l’occhio verde, mentre il suo volto divenne una maschera di perplessità.

Cosa significavano quelle parole? Possibile che avesse sbagliato tutto e a Ashanti lui interessasse davvero?

Se era così era stato uno scemo. Doveva spiegarle che purtroppo da lui non avrebbe mai potuto ottenere quello che voleva.

Stava per aprire la bocca per essere per la prima volta sincero con la ragazza, quando lei sorprendendolo cominciò a ridere.

Tra una risata e l’altra, facendogli capire che aveva inteso perfettamente quello che gli passava per la testa, poi disse: “Non è necessario che fai quella faccia sconvolta Lavi-chan. Scherzavo! In verità, fin dall’inizio non volevo il tuo secondo bottone. So benissimo che quello che c’è fra noi è solo un gioco. Entrambi non siamo veramente interessati l’una all’altro, ci piace soltanto mettere alla prova la nostra faccia di bronzo. In questo, infatti, siamo molto simili.”

Fece una piccola pausa, mentre tornava seria. “Quando ho visto la divisa, però, mi è venuta in mente quella tradizione di cui mia madre prima di morire mi parlava sempre, e non ho resistito a chiederti quel bottone per scherzo. Se fosse possibile, infatti, invece, del secondo, credimi, preferirei avere uno degli altri bottoni, che si regalano solo fra amici, sempre ovviamente se tu almeno mi consideri in quel modo.”

Lavi, a quelle ultime parole, recuperò il sangue freddo e stava per dire qualcosa di rassicurante circa il fatto che per lui, era un amica, quando lei con una mano gli intimò di stare zitto ed ascoltarla.

Poi la ragazza disse: “Prima di dire qualunque cosa, ascoltami          ! Non sono stupida, Lavi. E’ dalla prima volta che ti ho visto che ho capito che con la maggior parte delle persone tu reciti una parte. Difficilmente sei sincero. Sei stato, infatti, per tutto il tempo che ci siamo conosciuti molto sfuggente con me, solo oggi la tua reazione, è stata veramente inaspettata. Quando ho parlato del bottone, infatti, ti ho visto davvero interessato e mi chiedo perché.”

Guardò Lavi, il quale non sapeva più cosa dire. Lui di solito così pieno di parole, ora ne era a debito.

Ashanti, allora, sorridendo disse:  “Non voglio obbligarti a dirmi il motivo, se non te la senti. Ma vorrei che mi credessi quanto ti dico, che ti considero un amico e ti ho osservato molto per tutto questo tempo mentre giocavamo tra noi. Sinceramente rivedo in te un po’ della me stessa di qualche anno fa. Mi stai quindi molto simpatico per cui permettimi di darti un piccolo consiglio d’amica. Se tu per caso dovessi avere qualcuno che t’interessa davvero, e a causa di certi tuoi atteggiamenti sospetto sia così, tienilo per quella persona quel bottone, e consegnaglielo. Forse non capirà, ma è un inizio per dichiararti.  Non so perché nascondi i tuoi sentimenti, ma non credo sia giusto. Sono preziosi e devi viverli. Credo sinceramente che sia meglio per te che cominci a essere sincero, altrimenti perderai tutte le tue occasioni e io ne so qualcosa. Sei la prima persona qui all’Ordine Oscuro a cui racconto la mia storia, ma prima di decidere di venire qui, ero innamorata di un ragazzo che tra l’altro era il mio migliore amico. Non ho mai avuto il coraggio di dichiararmi e adesso lui è sposato con un’altra. Non commettere il mio errore, può darsi che verrai rifiutato, ma almeno non avrai rimpianti. Vivi sinceramente i tuoi sentimenti Lavi-chan, se no te ne pentirai.”

Lavi era sempre più interdetto.

Mai avrebbe creduto che Ashanti avesse letto così bene dentro di lui.

L’aveva capito più di altre persone che conosceva da anni. 

Pensava di essere bravo a nascondersi, e invece era stato sbugiardato su tutta la linea.

E pensare che fino a qualche attimo prima aveva ritenuto la giovane irritante e fastidiosa. Era stato davvero uno stupido! La ragazza era sveglia e apposto, e quel consiglio che gli aveva dato prezioso.

“Grazie.”, disse semplicemente, tentando di calmarsi. Le parole della giovane, infatti, l’avevano colpito davvero.

Non ebbe, però, il coraggio di confidarsi con lei circa i suoi sentimenti, né di rassicurarla che avrebbe dato retta a quel consiglio.

In verità non sapeva nemmeno lui, se gli avrebbe dato ascolto.

Se avesse saputo per certo, infatti, che la persona che gli interessava corrispondeva ai suoi sentimenti, probabilmente sarebbe riuscito a zittire il suo falso io abituale, ma così nell’incertezza non ce la faceva.

L’abitudine, come già, aveva potuto verificare quel giorno, per lui era una piaga. Non riusciva mai a opporvisi del tutto, quando si trovava nell’incertezza sul da farsi.

Restò, quindi, sul vago con Ashanti. Non riusciva proprio, infatti, ad aprirsi del tutto.

Tuttavia per togliersi dall’impiccio e dimostrare all’altra che apprezzava molto la sua confidenza e la sua sincerità sentiva che doveva fare qualcosa.

Voleva farle capire che la considerava davvero un amica e poteva farlo solo in un modo.

Proprio, in quel momento, sentì la porta della stanza, dietro di lui, aprirsi ma non ci fece caso.

Strappò un bottone dalla divisa e lo diede alla mezzosangue, dicendole: “Te lo sei meritata.”

Lei, capendo le sue intenzioni, sorrise.

“Grazie.”, gli disse prima di abbracciarlo e baciarlo sulla guancia in segno d’amicizia.

Fu solo quando si separarono che Lavi vide con la coda dell’occhio quello che non avrebbe mai voluto vedere: un movimento improvviso, dei lunghi capelli neri che volteggiavano, la porta che si richiuse dietro di essi.

“Yu.”, disse girandosi di scatto. Ormai, però, l’altro se n’era già andato. Maledizione, ringhiò tra sé. Chissà cosa aveva visto, e cosa aveva pensato fosse successo. Forse aveva creduto che lui e Ashanti si fossero messi insieme, anche se non era vero.

Pensò di rincorrerlo per parlargli e dirgli la verità ma poi capì che era inutile. Se avesse provato a chiarire il malinteso che si era creato in quel momento, probabilmente, infatti, l’altro non l’avrebbe ascoltato o per lo meno non gli avrebbe creduto. In quel periodo, dopotutto Kanda era davvero intrattabile con lui. Sospirò.

“Kanda.”, esclamò Ashanti a sua volta alla porta chiusa, per poi sbuffare. “Uffa, capisco che sia un orso, ma insomma, quando si consegna la divisa si dovrebbe anche firmare. Per colpa che se n’è andato così di colpo, dopo mi toccherà cercarlo per tutto il quartier generale.”

La divisa vecchia del giapponese, infatti, era per terra, tutta in disordine.

La ragazza fece per andare a raccoglierla, ma Lavi la anticipò.

“Non serve che lo cerchi. Firmo io per lui, tanto so falsificare la sua firma. Non credo ci saranno problemi.”, disse tentando di apparire naturale.

Se la ragazza intuì qualcosa circa il nervosismo che provava, però, finse noncuranza.

“Grazie.”, disse, infatti, la mezzosangue dolcemente. “Certo che quel tizio è proprio impossibile. E pensare che per metà ha le mie stesse origini.” Sbuffò.

Quando udì parlare delle stesse origini, Lavi per un attimo si perse in un mondo tutto suo.

Ebbe come un’intuizione.

L’unica altra persona, infatti, all’interno dell’Ordine Oscuro che poteva sapere dei bottoni, essendo giapponese, era proprio Yu.

Quello quindi cosa poteva significare?

Se era come pensava, allora, anche l’altro forse…

Non finì quel pensiero, però, non poté non dirsi che in quel modo, si sarebbero spiegati anche lo strano comportamento del giapponese di quegli ultimi giorni, non gli rivolgeva più la parola, nemmeno se provocato, e neppure lo degnava più di uno sguardo, e la reazione esagerata che aveva avuto in quel momento.

Kanda, infatti, era entrato nella stanza e dopo quello che aveva visto o meglio pensava di aver visto se n’era andato in un modo che non era da lui.

Yu sapeva che bisogna firmare quando si consegna una divisa, se non l’aveva fatto, quello poteva significare che se n’era andato di fretta, perché era scosso.

E a scuoterlo poteva essere stato solamente quello che aveva visto ovvero lui che dava un bottone a Ashanti e lei che lo baciava.

Lavi, quindi, poteva sperare di aver visto giusto.

Lo sguardo del ragazzo dai capelli rossi finì istintivamente sul secondo bottone del pastrano di Yu che ancora teneva in mano.

Era proprio l’orientale, infatti, la persona a cui Lavi si era accorto di volere bene.

Gli piaceva da morire, nonostante anzi forse soprattutto per il suo caratteraccio.

I suoi occhi che trasmettevano tutte le sue emozioni lo facevano impazzire.

Le sue parole irriverenti gli scaldavano il sangue nelle vene.

I suoi scatti di rabbia lo incantavano.

Fu per quello che di nascosto Lavi fece scivolare nella tasca dei suoi pantaloni il secondo bottone a partire da sopra, della divisa di Kanda.

Poi apertamente tolse il suo, facendo finta di non accorgersi del sorriso radioso che illuminò il viso di Ashanti a quel suo gesto.

In quel momento, non se la sentiva di rivelarle tutta la verità sui suoi sentimenti.

Prima doveva avere la certezza che la sua intuizione fosse quella azzeccata.

Se era come pensava, infatti, probabilmente ora Yu aveva frainteso ogni cosa e stava pensando di liberarsi di alcuni oggetti compromettenti che aveva raccolto negli ultimi anni, non propriamente di sua proprietà.

Se aveva veramente visto giusto, quella sera per Lavi sarebbe giunto il momento della verità.

Forse, in fin dei conti, dare retta al consiglio di prima di Ashanti non sarebbe stato male.

Ora che sapeva di avere una qualche possibilità di vedere i suoi sentimenti corrisposti, sentiva di poter finalmente dare un calcio alle vecchie abitudini che lo costringevano a recitare una parte che ormai gli andava stretta, ovvero quella del ragazzo allegro e spensierato, con tutti.

Sorrise alla ragazza sinceramente dicendole che doveva andare, ormai non era più il caso di continuare quel gioco di conquista tra loro, potevano cominciare  a comportarsi normalmente come due perfetti amici, la salutò e dopo aver firmato per la consegna della divisa per lui e Kanda, uscì dalla stanza deciso a mettere in atto il piano che gli era venuto in mente per quella sera. 

 

FINE CAPITOLO 2

 

Cosa succederà nel prossimo capitolo?

Lo scoprirete domani, quando lo posterò!

 

E ora un ringraziamento speciale va a:

 

Jei: Come vedi quella ragazza è stata meno azione di disturbo per Lavi di quello che pensavi. Per Yu il discorso, invece, è molto diverso! Per scoprire se effettivamente i "secondo bottone" li teneva il giapponese dovrai leggere il terzo capitolo che posterò domani. Spero che la fic continuerà a piacerti. Grazie per il commento.

 

Bulma90: Grazie per aver lasciato un commentino anche qui! In effetti, giochi davvero d'anticipo dato che hai già letto tutta la fic e sai dove voglio andare a parare. Sono felice di sapere che riesco a rendere i nuovi personaggi piacevoli. Se Faux lo trovi odioso, allora posso ritenermi pienamente soddisfatta. E' nato per esserlo. Non preoccuparti, se in questi giorni sei assente. So che domani hai l'orale di maturità. Ne approfitto per augurarti un caloroso In bocca al lupo. Non preoccuparti rispondi all'email quando riesci. L'importante per ora è studiare. E per quanto riguarda lo staffer, sto scoprendo un interesse per certe cose che non sapevo di avere. E' davvero piacevole dare vita a un forum. Spero solo di riuscire a fare un buon lavoro. Grazie per il commento.

 

_NaNa_: Ciao a te cara! Spero che il seguito sia arrivato prestissimo, visto che l'ho postato, come tabellina di marcia, il giorno dopo il primo capitolo. Già! Hai gli orali di maturità l'8 luglio, lo stesso giorno in cui anch'io li ho dati, il giorno del LavYu day. Non può che portarti fortuna, ma per scaramanzia ti auguro lo stesso un caloroso In bocca al lupo. Non preoccuparti per Nod, leggi e rimandami il nuovo capitolo quando riesci. L'importante per ora è studiare! Sono felice di sapere che l'inizio di questa fic ti è piaciuto. Spero che anche questo capitolo sia di tuo gusto. Grazie per il commento.

 

Un bacione

 

Rebychan

 

   
 
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