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Autore: Claudiac91    21/06/2018    1 recensioni
Anko Saito, trasferitasi col padre nella Prefettura di Kanagawa, si ritroverà ad affrontare una nuova vita. Scappando da vicende piuttosto dolorose, avrà a che fare con una nuova scuola, nuove conoscenze senza però mai allontanarsi dall'amore della sua vita : il basket.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Non gliel’avrai chiesto davvero!? -
 
Anko alzò gli occhi al cielo e sbuffò, ignorando per l’ennesima volta l’esclamazione allibita quanto infuriata di Ayako e mangiando la sua macedonia di frutta con tanto di gelato alla panna. La sera dopo la richiesta coraggiosa di Anko nei confronti di Mitsui, si erano ritrovate lei, Ayako e Haruko a cena da quest’ultima. Fu un’improvvisata dal momento che gli allenamenti per quella sera si conclusero prima del solito e dato che la piccola Akagi soffriva un po’ dell’assenza delle sue due ormai amiche, le invitò senza indugiare troppo per cena. Quelle accettarono senza pensarci due volte e così si ritrovarono a tavola insieme alla famiglia Akagi al completo. Mentre cenavano chiacchierando animamente, Anko scrutava i genitori del cosiddetto Gorilla, non credendo ai suoi occhi. Avere una figlia come Haruko poteva capirlo. Ma come avevano fatto due persone mingherline e basse a concepire un colosso come il capitano dello Shohoku? Pensando alla cosa che trovava di gusto, dovette sforzarsi più volte per non scoppiare a ridere. A cena conclusa, le ragazze si erano ritrovate nella camera della padroncina di casa gustando la loro frutta/dessert. Fu a quel punto che Anko confessò di essere pronta a fare l’amore con Mitsui. Ayako non aveva preso di buon grado la cosa, dal momento che per orgoglio femminile aveva affermato che erano cose che succedono quando devono.
- Quindi tu non hai mai chiesto a qualcuno di fare sesso? – chiese spazientita Anko dopo il milionesimo lamento femminista della manager.
- Ma certo che no! – replicò quella quasi offesa – Ti sembro una che ha bisogno di chiedere? –
- Il che significa che tu hai già perso la verginità? – chiese timidamente Haruko, arrossendo appena. La cosa fece allungare gli angoli della bocca di Anko la quale era sicura che nella mente della piccola Akagi era apparsa per un nano secondo la figura di Rukawa. In fondo capitava spesso anche a lei con Mitsui.
- Si l’ho già persa – ammise Ayako abbassando di poco la guarda e concentrandosi tutto d’un tratto sulla sua macedonia.
- Ma dai! – esclamò Haruko quasi sobbalzando dal letto – E con chi? –
- Si Ayako – intervenne Anko con tono malizioso – Con chi? Non credo che Ryota sia stato il carnefice –
A quel punto Ayako rise di gusto – Ma ti pare? – ribattè – Era un ragazzo più grande di me. Inutile spiegarvi non lo conoscete –
- Spiega almeno com’è stato – insistette Anko squadrandola seria.
Haruko annuì eccitata.
- Orribile - rispose a bruciapelo la manager.
Anko e la piccola Akagi si guardarono stupefatte per poi tornare a concentrarsi sulla persona oggetto del loro interrogatorio.
- Che? -
- Ma sei seria? –
- Certo che sono seria – affermò Ayako portandosi una mano sul petto e sbattendo le ciglia con fare elegante – E’ stata un’esperienza orribile. Dolore, sangue ovunque. Immaginavo altro –
- Almeno non gliel’hai dovuto chiedere – commentò sarcastica Anko abboccando una fragola completamente ricoperta di panna.
Ayako prese un peluche a caso dalla scrivania dov’era seduta comodamente e glielo lanciò contro ridendo di gusto.
- Hey! -
- Hey! – s’intromise Haruko – Lasciate stare Mr. Panciok –
Ayako inarcò un sopracciglio – Dovresti pensare più ai ragazzi che a Mr. Pan…coso. Comunque sia..- spostò nuovamente la sua attenzione su Anko  puntandole minacciosamente l’indice contro
– Visto che hai già fatto cilecca chiedendogli di scopare…almeno fatti dare qualche consiglio. –
- Del tipo? – chiese Anko sinceramente curiosa.
La manager sorrise soddisfatta quando capì di aver finalmente colto l’interesse della sua vice
- Fagli usare il preservativo, non vorrai diventare ragazza madre. Ricorda che il tuo ragazzo ha un passato da teppistello e chissà che non ha messo incinta qualcuna -
- Sarebbe orribile – commentò Haruko stringendo tra le braccia il suo peluche martoriato.
- Credo sia innocente e che non abbia lasciato figli da qualche parte – intervenne Anko con tono sicuro.
- Inoltre – continuò Ayako – non fargli credere che stai godendo. Avrebbe troppa soddisfazione. Ma nemmeno che stai provando dolore. Avrebbe soddisfazione comunque –
- Come può provare soddisfazione nel farmi male? – chiese Anko quasi ridendo – E’ da masochisti -
- No – ribattè Ayako – E’ da uomini. Poco ci vuole che si sentano maschi alfa. A loro poco interessa se tu stia godendo, soffrendo o altro. Basta che dai loro soddisfazione ed ecco che cadi nella trappola dell’ingenuità –
- Ma che consigli dai? – chiese Haruko visibilmente atterrita.
Ayako sospirò – E tu verginella dei miei stivali quando pensi di svegliarti un po’? –
Anko annuì ridendo appena. Le guance di Haruko si colorarono
- Oh lasciatemi in pace – ribattè – ogni cosa a suo tempo -
A quel punto Ayako si alzò scaraventandosi contro la ragazza e seguita da Anko cominciarono a scoprirla di poco dei vestiti e farle il solletico. Le risate miste alle urla fecero risvegliare l’attenzione del capitano dello Shohoku che silenziosamente aprì la porta e quando notò la scenetta la richiuse imbarazzato senza farsi accorgere dalle ragazze.
 
***
La sera stessa, in un altro quartiere, Mitsui era in compagnia di alcuni ragazzi della vecchia banda. Di quelli che erano buoni e che non avevano avuto nulla in contrario nel suo ritorno a giocare a basket. Tra questi l’indomabile Testuo che tra una birra e l’altra raccontava aneddoti sessuali circa un paio di ragazze con cui era stato nell’ultimo mese. Tutti, seduti nel vecchio parco dove di solito si posizionavano la sera tardi a fumare canne o bere alcolici, ridevano maliziosi o facevano battutacce riguardo le esperienze avute da quest’ultimo. Persino Mitsui, privo di fumo, ma colmo di  alcol, partecipava divertito alla cosa. In fondo gli erano mancate quelle serate così, quasi spensierate e che facevano dimenticare tutti i problemi che gli aspettavano a casa e che di certo non si sarebbero risolti svanendo nel nulla. Così approfittando degli allenamenti conclusi in anticipo, aveva deciso di fare un salto direttamente nel vecchio quartiere, per cercare di rivedere i suoi vecchi amici. Non fu difficile imbattersi nuovamente in Testuo e insieme in sella avevano raggiunto il parco dove gli altri si erano già messi.
- E tu come stai messo a ragazze Hisashi? – gli chiese uno della banda
- Ma si – intervenne un altro – E’ da troppo che non ci dici qualcosa! –
- Ah lasciatelo stare – intervenne Testuo attirando l’attenzione mentre aspirava la sigaretta – Sta facendo l’innamorato con la sua bambina –
A tale affermazione ne conseguì una serie di risate e schiamazzi
- Ragazzi non devo dire niente di niente – disse Mitsui tra il timido e il divertito – Non è successo nulla –
Uno dei ragazzi si grattò il mento riflettendo – La conosco? E’ quella tipa riccia della palestra? –
- No scemo – intervenne un altro – Quella coi capelli lunghi e neri -
L’altro fece spallucce – Chi se la ricorda –
- Beh meglio così – affermò Mitsui – Ma a breve credo che dovrò farle un’iniezione -
E furono di nuovo risate e schiamazzi.
- Così il nostro teppista colpisce ancora – affermò Testuo ridendo malizioso
- Non le fa che un favore! – esclamò un altro.
Dopo altri momenti goliardici, l’attenzione di Mitsui si concentrò su un orologio di strada non molto lontano. Era il momento di ritornare dai problemi.
 - Ragazzi – richiamò l’attenzione della banda – devo andare -
- Ma come? –
- Di già? –
- Devo proprio, ma giuro che torno a fare un salto – promise il giocatore
- Vuoi che ti accompagni? – chiese serio Tetsuo
- Ma no – ribattè pronto Mitsui allontanandosi e alzando una mano a mò di saluto – Cammino un po’. Almeno mi scrollo i litri di birra che mi avete fatto bere –
Così una volta andatosene s’incamminò verso casa. Anche se in primavera, il fresco di quei giorni non se n’era ancora andato provocando dei brividi sulla schiena del giocatore. Pensò a quante cose erano cambiate e tornare dalla banda era stato come fare un tuffo nel passato. Sapeva che in fondo erano bravi ragazzi e che se solo si fossero sforzati, avrebbero potuto condurre una vita migliore, piuttosto che arrendersi così. Si chiese per un istante se non stesse facendo la stessa fine. Scosse il capo scacciando quel pensiero. Era tornato a giocare a basket. A rifrequentare la scuola. E soprattutto aveva riconquistato la fiducia di Anzai. Aveva anche cercato di mettere la testa apposto mettendosi con Anko. La bella quanto ricca vice manager sbucata dal nulla e grande appassionata del basket. Una del genere non faceva al caso suo. Lo aveva pensato sin da subito. Eppure non era riuscito a starle alla larga. Ma per quanto tempo sarebbe durato? Tante volte si era stufato delle ragazze che frequentava, tavolta per solitudine, tavolta per noia. Anko era una ragazza invidiabile. Ma gli bastava?
- Ma allora sei proprio tu! -
Una voce lo fece sobbalzare risvegliandolo completamente dai suoi pensieri. Si voltò e quando constatò la persona che aveva davanti sgranò gli occhi per la sorpresa. Quanto tempo era passato?
- Reira – disse Mitsui una volta ricomposto – Che ci fai qui? -
Reira. La ragazza finta perbenista che amava da impazzire l’alcol, il fumo, i soldi..e i casi disperati.
Come se non bastasse non si tirava indietro quando si trattava di sesso. In particolare se quello riguardava Mitsui. Ma si doveva ammettere che poteva permetterselo. Il seno prosperoso, le labbra carnose e gli occhi chiarissimi costituivano un ottimo biglietto da visita. Un biglietto che Mitsui aveva calorosamente accettato tante volte.
- Tornavo a casa – rispose quella avvicinandosi di poco e sorridendogli radiosa – Sono stata con un’amica -
- Sempre libertina eh – commentò sarcastico Mitsui – I tuoi ti lasciano sempre senza guinzaglio? –
A quella battuta se tale poteva considerarsi, Reira rise di gusto
- E’ grazie alla mia libertà che hai potuto approfittare di me. In casa mia. Di notte –
A quel punto fu Mitsui a sorridere – Approfittare – ribattè – Che parolone –
- Sta di fatto – lo interruppe quella incrociando le braccia al petto – Che da quanto sei tornato a giocare non ti sei fatto più vivo. Sono tremendamente offesa per la cosa –
Mitsui inarcò un sopracciglio – Come sapevi che sono tornare a giocare a basket? – le chiese curioso.
La ragazza gli fece l’occhiolino – Le voci girano –
A quel punto tra loro cadde il silenzio e si limitarono a fissarsi. Sul volto di lei c’era un sorriso malizioso stampato. I suoi occhi lo squadravano per bene sul viso come in cerca di qualcosa. Dal canto suo Mitsui la lasciava fare. Era stato attirato sin da subito da quel modo di fare, così sicuro e spavaldo. Niente che però andasse oltre la tentazione.
- Allora – interruppe il silenzio Reira – quando ti va di ricordare il passato…hai il mio numero – mimò il gesto del telefono con una mano le cui unghie erano accuratamente pittate.
Mitsui non disse nulla, ma si limitò a sorriderle. Poi dopo un’altra occhiata Reira gli diede le spalle ed attraversando velocemente la strada si ritrovò a svoltare l’angolo senza mai voltarsi.
Il ragazzo fissò il punto in cui Reira era sparita. Quella sera era stata strana quanto imprevista. Anch’ella consisteva in una sorta di tuffo nel passato. Anche se stavolta non era accaduto nulla.
O non ancora.
Non sapeva nemmeno perché stesse pensando di fare quello che poi si ritrovò a fare. Ma d’un tratto percorse lo stesso tragitto della ragazza sperando di raggiungerla.
 
 
*** Continua ***
 
Credo che stavolta vi ho fatto aspettare di meno. Sono stata brava! Avrei potuto pubblicare anche prima, ma ci sono stati dei problemi dal momento che mi è stata rubata una storia e mi sono dovuta mobilitare insieme agli amministratori del sito. A quanto pare la cosa si è risolta. E ho forse ammiratori silenziosi che invece di esporre la propria mi apprezzano a tal punto per spacciarsi per me. Che dire....lusingata quanto disgustata. Ma tralasciando questo piccolo sfogo, voglio sperare che questo capitolo abbia dato ancora più pepe a tutta la situazione. Un bacio a tutti
   
 
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