Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: Il corsaro nero    23/06/2018    3 recensioni
Jaco è conosciuto per essere un combinaguai patentato... ma stavolta, il danno che ha fatto mentre tornava all'isola di Omori dopo un tornaconto personale, avrà delle importanti ripercussioni su tutta la storia di Dragon Ball...
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Chichi, Giumaho, Jaco, Tights
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LO SPIRITO DEL FUOCO


La piccola astronave viaggiava a tutta velocità nel cielo azzurro terrestre.

Chi la pilotava era un giovane alieno umanoide dalla pelle viola, il volto azzurro e gli occhi gialli.

Il giovane alieno piccolo e dalla corporatura esile, era al settimo cielo: non solo aveva impedito a un terribile sayan di conquistare la Terra, anche se, il misterioso sayan, stranamente, non era mai atterrato, ma, cosa che lo rendeva davvero felice, era corso agli studi televisivi per chiedere di essere ripreso per il TG del pomeriggio, in modo che tutti potessero vedere il suo splendido viso.

Quegli stupidi terrestri gli avevano fatto due identikit e tutti e due orribili.

E pensare che con l'ultimo si era pure raccomandato!

Invece... quegli stupidi terrestri ignoranti meritavano l'estinzione!

Jaco, questo il nome dell'alieno, era così concentrato nei suoi pensieri da non accorgersi in tempo di alcune anatre che volavano verso di lui.

Se ne accorse solo all'ultimo momento e, per evitare di investirle, virò di colpo a destra andando a sbattere, a tutta velocità, contro un monte.

L'unica cosa che Jaco notò, prima di cadere alle pendici del monte, fu un enorme castello in cima al monte.

L'astronave atterrò, bruscamente, nella piana accanto.

Ohi ohi... che botta...” si lamentò l'alieno uscendo dall'astronave.

La prima cosa che notò, una volta uscito, era che il monte su cui era andato a sbattere era completamente avvolto da enormi fiamme.

Evidentemente, quand'era andato a sbattere, le fiamme del motore erano uscite e avevano incendiato tutto.

Appena vide quello spettacolo, Jaco rientrò di volata nella navicella, pregando che non si fosse danneggiata nell'impatto.

I suoi superiori non avrebbero di certo gradito un suo altro pasticcio.

La volta in cui, per sbaglio, aveva azionato una bomba a estinzione, un piccolo oggetto in cui, se si premeva il pulsante si sarebbe sparso un virus che avrebbe annientato tutti, i suoi superiori erano stati così infuriati che non gli avevano affidato nessuna missione importante per un anno intero.

Combina un'altra delle tue...” l'aveva minacciato, infuriato, il Re della Galassia, quando l'aveva convocato al seguito di quella faccenda “... e dovrai trovare un altro lavoro!”

Sarebbe stato come chiedergli di uccidersi!

Quell'uniforme e appartenere alla Pattuglia Galattica era il massimo della vita.

Non aveva nessuna voglia di essere licenziato, dopo che aveva portato a termine con successo il primo caso importante che gli avevano affidato dopo quel fattaccio...

L'unica cosa che doveva fare, era scappare a gambe levate prima che qualcuno lo vedesse e facesse rapporto alla Pattuglia Galattica.

Fortunatamente, i comandi funzionavano alla perfezione.

L'astronave si levò in volo e partì, a tutta velocità, verso l'Isola di Omori, il vecchio ricercatore che aveva ospitato lui e Tights, una misteriosa ragazza dai lunghi capelli biondi, che aveva salvato due volte in quegli ultimi giorni: la prima quando un branco di teppisti l'aveva molestata nella Capitale dell'Est, cosa che l'aveva reso fino al giorno prima un ricercato della polizia, e la seconda quando aveva distrutto il razzo in cui era salita per sostituire come controfigura l'idol An Azuki, salvando la Capitale dell'Est e smettendo di essere un ricercato, lasciandosi alle spalle il monte in fiamme.

Non doveva preoccuparsi, l'incendio si sarebbe spento... prima o poi...


Il motoscafo con a bordo un anziano signore in canottiera, jeans e sandali e una ragazza di diciassette anni, dai lunghi capelli biondi e grandi occhi neri, vestita con una maglietta a maniche corte viola, che le mostrava l'ombelico, lunghi jeans blu, sandali, con braccialetti ai polsi, una collana di perle e un enorme cappello multicolore in testa, fece il suo ingresso in un piccolo porto in cui c'era ancorato anche un piccolo battello di una splendida isola.

La ragazza, che si chiamava Tights, scese dal motoscafo e, dopo essersi guardata un po' in giro, domandò: “Uh? Jaco non è ancora tornato.” “Che strano, dovrebbe già essere qui...” disse il vecchio Omori mentre legava il motoscafo.

D'un tratto, uno strano rumore proveniente dal cielo, fece alzare la testa a tutti e due.

Osservando lo strano apparecchio che stava atterrando, Tights disse: “Ah, eccolo che arriva.”

Non appena fu atterrato, Tights gli si avvicinò, chiedendogli: “Ci hai messo un sacco! Hai fatto una deviazione?” “Eh...? Diciamo di sì. Piccola...” rispose, in fretta, l'alieno.


Allora, Chichi, ti è piaciuto il picnic?” “Certo, papà. Mi sono proprio divertita. Vorrei che li facessimo più spesso.”

L'uomo gigante vestito con una strana armatura teneva per mano una bimba di quattro anni dai lunghi e lisci capelli neri e grandi occhi dello stesso colore, anche lei con indosso un armatura.

L'uomo era al settimo cielo, la sua splendida bambina assomigliava sempre di più nell'aspetto alla sua adorata moglie... sperava solo che non ereditasse anche il terribile carattere della sua consorte.

Papino... non senti caldo?” domandò, ad un tratto, la piccola Chichi.

In effetti, il terribile Stregone del Toro cominciava a sentire un po' di caldo... ma era impossibile.

A nord non c'era così caldo...

PAPA', IL CASTELLO!!” urlò, spaventata e incredula, Chichi, indicando un punto davanti a loro.

Il Monte Frescura, l'alto e splendido monte in cui lo Stregone aveva costruito il castello dove, in tutti quegli anni, aveva nascosto le sue enormi e smisurate ricchezze, guadagnate grazie a varie rapine, per proteggerle meglio dai malfattori, in quanto nessuno doveva toccarle, dato che sarebbero diventate la dote della sua adorata bambina quando si sarebbe sposata, era circondato da altissime e potenti fiamme.

Che diamine era successo?!

Papà, guarda. Lì c'è un uomo. Magari sa che cos'è successo.” esclamò la piccola, indicando un uomo in mezzo ai cespugli.

Lo Stregone, corse nella direzione indicata dalla figlia, e afferrò l'uomo nascosto.

Chi sei tu?! Non sarai mica stato tu a far scoppiare l'incendio?!” tuonò, infuriato, lo stregone.

L'uomo balbettò: “N-no, signor Stregone...”

Non poteva certo rivelargli che il suo obiettivo era quello di impadronirsi dei tesori dello Stregone, altrimenti l'avrebbe ammazzato, però poteva rivelargli quello che aveva visto nascosto.

P-però ho visto chi è stato! Uno spirito infuocato è sceso dal cielo e ha colpito il monte. Dalla collisione, il monte si è incendiato.” raccontò l'uomo.

Lo Stregone lasciò andare l'uomo e urlò: “Sei fortunato che c'è mia figlia, altrimenti saresti morto, ladro di tesori!”

L'uomo corse via, terrorizzato.

Fu a quel punto che Chichi si avvicinò al suo papà.

Vedendola, lo Stregone le disse: “Mi spiace, tesoro, ma per qualche tempo non potremo tornare al castello.” “Oh no, e cosa faremo, papà?” “Di giorno, difenderò i miei tesori mentre di notte studierò un modo per spegnere l'incendio. Non preoccuparti, piccola, ce la faremo. Ora, andiamo a cercare un rifugio.”

Mentre i due si allontanavano dal monte incendiato, la piccola Chichi disse al padre: “Papà, ora che fa così caldo, non possiamo più chiamare il nostro monte Monte Frescura, ci serve un altro nome... che ne dici di Monte Padella?”

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Il corsaro nero