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Autore: Jack83    24/06/2018    2 recensioni
8 Anime 8 vite che stanno per essere sconvolte ma qualcuno proverà a evitare ciò
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Marco si chiese come poteva trovare i due.
La spia odiava quell’aspetto del suo lavoro cioè quando i suoi obbiettivi si mettevano in guai seri e lui doveva correre a salvarli.
Solo che, non avendo tracce, poteva solo seguire il corso del fiume fino a quando non gli venne un flash.
Ormai aveva visto moltissimi universi e in alcuni di essi gli umani e gli alieni “speciali” emanavano energie che prendevano diversi nomi: Cosmo, Aura, Reminiscenza oppure energia vitale; quindi doveva solo attivare i sensori per quelli e avrebbe trovato i suoi obbiettivi o almeno sperava di riuscirci e che non fosse troppo tardi.
 
Minto e Zakuro guardarono i danni che avevano fatto alla foresta durante la lotta.
I loro poteri non erano mai stati così potenti, in particolare la frusta della Mew lupo, ma adesso erano preoccupate.
Il loro nervosismo, particolarmente accentuato nella Mew Bird, era acuito dalla notizia che Pei e Retasu erano caduti nel canyon.
Zakuro intanto ripensava allo scontro avvenuto poco prima con il chimero, uno lupo bianco dotato di nove code fiammeggianti che potevano ghiacciare come il respiro.
Avevano dovuto sudare per evitare di rimanere ferite, Minto l’aveva dovuta prendere al volo per salvarla da una fiammata del mostro.
Dopo che la sua compagna l’aveva depositata a terra provo lanciargli un ennesimo attacco con la sua frusta che si divise in nove e cominciò che cominciarono ad illuminarsi di una strana colorazione rossastra.
Il chimero dapprima riuscì ad evitare i colpi ma essi, all’impatto col terreno, spararono dei dardi di roccia che lo ferirono.
Lasciando poi lo spazio a Minto di lanciare la sua freccia energetica che, incredibilmente, si divise in tre e assunsero una la sua forma originale, una divenne freccia di fuoco ed una divenne nera come la pece.
Il mostro riuscì ad evitare le prime due ma la terza lo colpì in pieno provocando una ferita che lo risucchio all’interno e lasciando libero il parassita.
Le due rimasero frastornate per un attimo ma poi si riscossero quando sentirono la voce rabbiosa di Ryo inveire contro Marco.
Poi la quella di Ichigo che gli avvertì di aver abbattuto il loro chimero, solo allora Zakuro disse di avere distrutto il loro e subito dopo fu la volta di Purin e Taruto.
La loro forza si era però aumentata di molto.
Un rafforzamento che però non poteva essere spiegato solo con l’allenamento e o la crescita.
Qualcosa le diceva che c’era dell’altro ma cosa?
Si riscosse quando senti che Ichigo che la chiamava e che Kisshu si complimentava, a suo modo, con Minto per la battaglia
-Andiamo? - chiese la sua leader molto preoccupata per i suoi due amici.
Zakuro annui solamente e si avviò con lei verso Minto e l’alieno che aprì il varco e si dopo pochi attimi si ritrovarono nello spiazzo di fronte sopra al canyon.
In contemporanea a loro apparvero Taruto e Purin nervosi per la brutta piega che la vicenda stava prendendo.
-Dove sarà quella cavolo di spia?!- Sbotto Minto
-Spero di non dover recuperare il suo corpo- gli fece eco Kisshu incrociando le braccia.
-Speriamo che Retasu Oni-chan e Pei One Chan stiano bene- Purin, quasi in lacrime, venne abbracciata da Taruto che guardava seriamente un punto distante da lì.
Ichigo lo guardò -Cos’hai da guardare di interessante laggiù nanetto? -
Il più piccolo degli alieni grugni -E’ strano che ci sia uno di quegli affari volanti che voi umani usate gattaccia – Rispose lui
Prima però che la rossa potesse rispondere fu la voce di Marco a parlare.
-Scusate se mi faccio sentire solo adesso ma ero affaccendato in altre faccende-
-Tipo? – Chiese Zakuro
-Tipo trovare i due amanti che si sono fatti un bagno non richiesto in questo fiume gelato senza essere assordato da Ryo. –
-Li hai trovati? – chiese Ichigo per tutti
-Quasi- fece sospirando la spia -Il problema ora e tirarli fuori. –
 
 
 
Retasu si strinse maggiormente a Pei
Aveva paura e stava cercando in tutti modi di non cedere al sonno, cosa che avrebbe potuto portarli alla morte.
Ma un barlume di speranza gli sbocciò nel cuore quando sentì gemere Pei che si rafforzò quando l’alieno cominciò a biascicare qualcosa.
-Retasu- fece lui -Sono qui- rispose lei -Non ti preoccupare sono qui. -
-Perdonami- continuo lui -Perdonami per il male che ti ho fatto e che ho fatto alle tue compagne. –
-Stai tranquillo- fece di nuovo la Mew verde -Ti sei ravveduto –
-Ti amavo già allora – si confidò il viola -Ma ho messo prima la mia missione e poi i sentimenti che provavo per te… O meglio che provavo a scacciare ma non riuscivo. -
Retasu rimase a bocca aperta e, nonostante l’avesse già sentita, arrossì per quella confessione poi deglutì per farsi coraggio
-Sai Pei-chan nessuno è perfetto, forse anche io nelle tue condizioni e con il tuo passato avrei fatto come te. -
L’altro annui -Ho male alla testa ho male in tutto il corpo. –
-Stai tranquillo-fece lei -tutto si aggiusterà- dicendo questo si avvicinò alle sue labbra e lo baciò
-Non dobbiamo sprecare energie-  mormorò Pei che strinse la fidanzata in un abbracciò -Dovrei essere arrabbiato con te per la tua pazzia ma non ci riesco… Ti amo Reta-Chan-
Retasu era paonazza per l’imbarazzo e cominciò a balbettare ok ma al tempo stesso si sistemò meglio sul corpo dell’amante.
 
Marco clicco alcuni comandi sulla console dell’elicottero, attivando così l’autopilota, poi si sganciò le cinture di sicurezza e andò nel grosso vano posteriore.
Si tolse la divisa da combattimento che aveva e indossò una muta adatta alle basse temperature dell’acqua del fiume.
L’elicottero era così grande che poteva tenere due barelle più un’altra, ora doveva solo calarsi con quella che somigliava ad una barella-scialuppa ed andare a prendere i due infortunati.
Si calò col verricello proprio di fronte all’apertura della grotta e poi vi entrò.
Trovò i due in una posizione a prima vista scomoda ma a lui quello non importava.
Uscì dall’acqua e chiamò Retasu -Ehi pesciolina? Tutto bene-
Nessuna risposta Marco a quel punto controllo il polso e il respiro -Ok è solo svenuta-
La prese e l’adagiò vicino a Pei.
A quel punto controllo che le pupille avessero reazione e questo gli fece tirare un sospiro di sollievo.
Poi controllò l’alieno ma storse la bocca quando vide del sangue rappreso dietro la testa
-Ok- si disse -Tu verrai fuori per primo- Detto ciò gli avvolse entrambi in una coperta di alluminio.
Quindi caricò Pei sulla barella zattera e lo condusse all’esterno e poi, tramite il verricello sull’elicottero.
Lì lo assicurò alla barella per poi scendere nuovamente nella grotta e fare la stessa cosa con Retasu.
A quel punto il castano non poté fare altro che comunicare con la “base”.
-Prima di iniziare ad inveire novello dottor Moreau ti consiglio di andare nel seminterrato- cominciò la spia zittendo Ryo prima che iniziasse a parlare.
-ti troverai due porte quella di destra porta al locale caldaie quella di sinistra invece è l’infermeria… è più un miniospedale che un’infermeria. -
Spiegò lui -Accedi le luci e attiva i vari macchinari che ci sono. –
Ryo e Keiichiro sbiancarono -Cosa sta succedendo? - chiesero entrambi
-Succede- rispose Marco -Che abbiamo due casi di ipotermia, oltre a una possibile commozione celebrale per Pei, quindi bisogna agire in fretta. –
Poi si rivolse alla squadra umana-aliena -Invece voi andate dritti alla base non dobbiamo dare ulteriore spettacolo. –
Nessuno obbietto troppo in pensiero per i loro compagni.
 
Il suo viaggio duro molto più a lungo di quello della squadra, come logico che fosse visto che potevano tele trasportarsi.
Marco invece ci mise un paio di minuti e quando atterrò Keiichiro e Ryo corsero subito verso il velivolo pronti a scaricare le due barelle.
La spia si tolse velocemente il casco e, dopo essersi slacciato le cinture e spento il motore, scese da lì pronto a cominciare le terapie.
Quando fu preso per il collo da Taruto che, con uno sguardo pieno di rabbia, lo minacciò -Salva mio fratello e la sua fidanzata. -
Lui non si scompose, tolse la mano del ragazzo dal suo collo per poi guardarlo senza emozioni -Lo farò stai tranquillo. –
Dopo di che osservò le persone presenti sconvolte dalla situazione e dalla reazione del piccolo alieno
-Quando tutto sarà sistemato o comunque la situazione più tranquilla dovremo parlare. –
Quindi dopo avere detto ciò segui i due scienziati nel sotterraneo.
-Allora che facciamo? – Chiese subito Ryo fulminando il castano.
-Cosa facciamo? Primo bisogna controllare che il cuore sia tutto ok e vedo che l’avete fatto. -
Infatti, dopo averli trasferiti dalle barelle ai lettini, erano stari attaccati ad una macchina per il controllo delle funzioni vitali.
-Adesso bisogna cominciare la terapia vera e propria- spiegò Marco -Che consiste nel fargli respirare aria calda e leggermente umida ed utilizzare quei macchinari- ed indicò due macchine che erano apparse dietro di loro.
-Cosa sono? – Chiese Keiichiro -Ma soprattutto come hanno fatto… No, forse ho capito- Fece Ryo -Teletrasporto? –
La spia annui alla richiesta di conferme dell’americano -Sono macchine per riscaldare il sangue in casi come questi. –
Keiichiro si portò una mano al mento e ne capì il funzionamento -Sono come la macchina per la dialisi ma invece di purificarlo lo scalda a 37 gradi. –
-Ok visto che avete capito cosa voglio fare mettiamoci sotto-
Detto ciò i tre si misero al lavoro.
Misero una mascherina per la respirazione di ognuno quindi gli attaccarono alla macchina simil-dialisi.
-Ora bisogna solo aspettare che la loro temperatura si alzi. –
Per l’alieno le cose furono leggermente più complicate, perché oltre all’ipotermia bisognava vedere se avesse subito altri danni.
La spia allora avvicino una macchina per le radiografie mobili e ne fece alcune alla testa del viola dando per certa una cosa… Pei aveva la testa dura e che aveva solo un taglio che si stava già rimarginando.
La tensione, soprattutto fra Marco e Ryo, era palpabile.
-Ora scusate ma io vado a rilassarmi- Fece il castano ai due -Riuscite a tenerli d’occhio? –
Il moro guardò Ryo zittendolo -Vai pure- fece il pasticcere gentile -Penso che, nonostante tutto, te lo sia meritato. -
Il biondo sbuffò contrariato ma non disse nulla ed osservo la causa del suo nervosismo andare via.
Quando fu uscito dalla stanza però riprese l’amico -Deve darci delle spiegazioni, lo sai bene-
L’altro fece un’alzata di spalle -Lo so Ryo- rispose -Ma non pensi che prima meriti un attimo di riposo poi ricordati che abbiamo altre gatte da pelare come la forza inaspettata della squadra. –
 
Marco entrò nel soggiorno e vide che tutti erano lì ad aspettare notizie:
Zakuro e Kisshu in piedi appoggiati ad un muro con le braccia conserte, Ichigo invece passeggiava nervosa per la stanza con Minto che la riprendeva dicendole che avrebbe scavato un fosso se non avesse smesso di farlo ed infine Purin e Taruto che, seduti affianco alla Mew Bird; si tenevano per mano in silenzio.
Quando lo videro entrare tutti alzarono lo sguardo verso di lui che, stancamente, tirò un sorriso.
-Posso dirvi che hanno una ipotermia e che adesso sono sotto terapia ma non so dirvi in quanto tempo potranno riprendersi. –
-Sai già se possiamo vederli? – Chiese Purin
Marco fece segno di no con la testa e poi spiego -Meglio lasciarli in pace per ora, forse stasera ed è meglio che vi andiate a riposare anche voi. –
-Secondo te potremmo riposarci dopo tutto ciò? – Chiese arrabbiata Minto
-Puoi andare a fare una sauna se non vuoi dormire, fallo almeno per Retasu –
-Così ti cuoci a puntino e possiamo serviti come pasto uccellino. -
Fece Kisshu che venne fulminato da Ichigo e Zakuro
-Tu non saresti buono nemmeno così mio caro elfo mal venuto- rispose a tono la ragazza che poi prese e andò nella sua stanza.
A metà della scala però si voltò verso la spia -Seguirò il tuo consiglio. – fece lei per poi riprendere il suo cammino.
-Beh comunque quando si riprenderanno dovranno pur mangiar qualcosa- Fece energica Purin -Ed io ho una certa esperienza con i pasti per i malati. – detto ciò prese per mano Taruto e lo trascino in cucina per farsi dare una mano a preparare i pasti.
-Ok- fece Ichigo guardando malamente Marco -Siamo rimasti noi. -
-Che bella cosa. – Rispose lui in maniera ironica
-Non ti piace la nostra compagnia? – Chiese Kisshu
-Non sto dicendo questo- Rispose lui -Il problema è che le cose che devo riferire non posso riferirle solo a voi ma a tutti. –
-Cosa intendi dire? -  Fece dura Zakuro
-Posso solo dirvi che qualcuno a deciso di comunicare con me per portarvi dei messaggi. –
-Sei diventato un postino? – Chiese Minto mentre scendeva le scale
-Dovrei farci l’abitudine è una cosa quasi normale per me. – Rispose la spia
-Erano i nostri nemici? – Kisshu incrociò le braccia al petto e osservò male l’interlocutore.
-Direi di no anche se a volte li puoi temere con i più temibili dei nemici. – detto ciò Marco si diresse verso la sua stanza
-Dove te ne vai? – Chiese Zakuro ponendosi di fronte a lui
Il castano la guardò annoiato -A riposarmi ed è meglio che lo facciate anche voi come ho detto prima. –
Detto ciò superò la ragazza e se ne andò
-Non sopporto la sua spocchia. – Fece Kisshu
-Ma non ha tutti i torti. – Rispose Zakuro osservando il piano superiore -Riposarci un po’ non ci farà sicuramente male visto che abbiamo avuto una mattinata piena. –
In quel momento sentirono dei rumori provenienti dalla cucina che fecero sospirare Kisshu
-Sarà meglio che vada a controllare il dinamico duo. – Poi lanciò uno sguardo malizioso a Ichigo -Se vuoi puoi andare a riposarti ma non divertiti senza di me. –
Quest’ultima battuta fece arrossire la diretta interessata, scuotere la testa a Zakuro e mormorare a Minto un Hentai.
 
Le otto ombre osservarono i due cristalli verdi che tenevano in animazione sospesa due alieni.
-Sono riusciti a mandare il loro messaggio. – fece una delle otto -Ma alla fine era previsto che lo facessero-
Rispose un’altra -Poi bisognava dargli un contentino a chi ci ha dato una mano a togliere di mezzo il nostro carissimo Deep Blu .-
-Tu dici? – Chiese la prima -Dai- fece giocosa la seconda voce -E’ divertente giocare un po’ con loro, non lo facciamo da… cinque anni. –
L’ombra che aveva cominciato il discorso sospirò e si avvicinò ad un cristallo vuoto poggiando quella che sembrava una mano -Non vedo l’ora che questo discorso si chiuda sono millenni che attendiamo di ritornare e non c’è la faccio più…Voglio di nuovo un corpo… Voglio di nuovo il mio corpo. –
-Lo sappiamo- fece una terza ombra -Ma sai benissimo che è ancora presto tutto ciò ci porterà ad una nuova vita. –
-La fai facile te. – rispose a tono l’altra -Sei sempre stato un tipo fin troppo freddo mi chiedo cosa abbia visto mia sorella in te. –
Quella sbuffo -Tua sorella mia ha donato il dono del sorriso. –
-Sapevi sorridere anche prima ma non riuscivi a farlo vedere. – Fece l’ombra chiamata in causa.
-Bisogna però tenere d’occhio i nostri “amici” da altre parti e nostri “alleati” che tanto sperano in noi facciano la loro parte. – Fece una sesta ombra.
Un’ombra poi si avvinghio all’ultima che parlò -Io avvertirei quell’umano particolare che non potrà far nulla contro di noi. –
-Già- fece l’altra sogghignando -Peccato mi era simpatico. –
 
Akechi prese per mano Tomoe e sorrise poi ad Akira -Spero che Tomoe non l’abbia disturbata troppo. –
Il più anziano ridacchio all’occhiata torva che la figlia lanciò al marito -Akechi mia figlia non disturba mai. –
Quando una voce sinistra interruppe i loro discorsi -Ma che bel quadretto familiare… Peccato ero venuto solo per uno di vuoi ma visto che non devo lasciare testimoni. – e dicendo ciò guardò malvagiamente Tomoe e Akechi
-Dovrò mettermi d’impegno. –
I tre spalancarono gli occhi riconoscendolo -Kastushika- fecero in coro -Dovresti essere morto! -
-Invece sono qui- fece l’altro facendo apparire la sua arma, una falce.
I tre alieni non persero tempo e anche loro fecero apparire le loro armi: dei pugnali per Akira, una spada di fattura occidentale seghettata fino alla metà della lama per Akechi e dei tonfa* per Tomoe.
Akira parti subito all’attacco, mentre Tomoe e Akechi scattarono verso destra e verso sinistra, ma l’avversario evitò abilmente l’attacco e si avvento verso Akechi che portò la sua arma di fronte a sé per difendersi -Pensi davvero di potermi bloccare. –
I due cominciarono a combattere con Akira e Tomoe che dovevano affrontare dei chimeri apparsi dal nulla.
Fino a che il loro nemico non riuscì a disarmare l’alieno e si apprestò a colpirlo.
In quel preciso momento Tomoe si frappose all’attacco ma ciò non fu poté evitare che anche il suo amato venisse colpito mortalmente.
-Maledetto! – Grido Akira che vide la scena al rallentatore.
Kastushika ridacchiò divertito -due patetici idioti in meno- poi si girò verso l’anziano.
-Ora tocca a te- e così piombo su di lui evitando nuovamente i suoi attacchi per poi ferirlo alle braccia.
Ormai Akira sentiva il peso della morte chiuse gli occhi e aspetto la fine mormorando imprecazioni verso gli Ikisatashi.
Ma a quel punto una serie di cristalli colpirono il suo aguzzino al petto che, con le ultime forze, si girò e vide Inu, Kagome, Sango e Miroku pronti a dar battaglia.
-Ucciso dal fratello di Sessho… che beffa del destino. –
Provo ancora ad alzare la falce un’ultima volta ma un fendete di Inu gli taglio la testa ponendo fine alla sua esistenza.
 
-Si stanno riprendendo in fretta- Fece Keiichiro osservando la temperatura corporea di Pei e Retasu tornata a valori normali dopo sole tre ore terapie.
-C’è qualcosa che non va- concordo Ryo guardando i due che dormivano tranquillamente.
-Forse è perché Pei è alieno e Retasu ha i geni della Focena- Ipotizzo il cuoco.
Il biondo sospiro -Forse sarà così- ma qualcosa nella sua mente non tornava e sperava che fosse solo una sua fissazione.
 
Quella sera gli unici che avevano voglia di parlare erano Purin e Taruto che raccontarono il loro scontro con il loro chimero.
Una scimmia delle terme che per la sua agilità era dannatamente sfuggente a detta dell’alieno.
Gli altri presenti li ascoltarono mentre Ryo seguiva il telegiornale in Tv quando la sua attenzione fu catturata da una notizia: l’archeologo Mark Evans era scomparso in Chad da diverse settimane ed anche le notizie secondo cui era stato rapito da gruppi di rivoltosi si erano rilevate infondate.
Ciò aveva portato al biondo e Keiichiro a far scattar loro un campanello d’allarme ma che nessuno notò.
-Ora possiamo andare a vedere come stanno Pei-Oni chan e Retasu – One Chan? -
Chiese Purin a fine pasto.
Marco annui, anche perché prima di cena aveva parlato con i due scienziati che gli avevano riferito i miglioramenti dei due -Penso che tu possa portargli la zuppa che hai preparato oggi basta solo scaldarla un po’-
La ragazzina annui e corse verso la cucina.
-Pei scommetto che vorrà già alzarsi per farsi raccontare da tutti le battaglie che abbiamo avuto- Sbuffo Kisshu
-Sì- fece Ryo -ma prima vorrebbe sapere il messaggio e da parte di chi- Anche il biondo era stato informato del messaggio dalla spia e voleva saperne di più.
-Ora che stanno meglio possiamo scendere e riferire- fu la risposta del castano e quando Purin tornò dalla cucina con la pentola di zuppa seguita da Taruto con un vassoio con delle stoviglie sopra e una brocca d’acqua scesero nell’infermeria.
Dove trovarono di due a letto che parlavano di libri ed in particolare con Retasu che cercava di convincere il suo bello nel leggere alcune saghe fantasy che lei seguiva.
-Vedo che il morale è alto- fece Marco entrando
-Non ti abbiamo ancora ringraziato per averci salvato- Fece Pei semi seduto nel letto e con le braccia incociate al petto.
-Dovere- fece lui
-Ora però dovete mangiare- si intromise Purin che spostò la spia e si fece strada
-Purin si chiede permesso- la riprese Minto ma lo scuotere della testa di Zakuro la fece desistere da ulteriori reprimende mentre la bionda posa su un tavolo la pentola mentre Taruto posava la brocca dell’acqua
-Fratellone è meglio che tu mangi tutto sappiamo come sei fatto- Taruto mise sotto il naso dell’alieno più grande un vassoio con sopra una ciotola con dentro un cucchiaio e un bicchiere.
Quello sbuffo ma non disse
-Spero che questo musone non ti abbia annoiato troppo pesciolina- Ridacchio Kisshu
-Stai tranquillo Kisshu-kun- rispose leggermente rossa lei -Pei è un ottimo oratore. –
-Avrà preso dalla mamma. – fece nostalgico Taruto mentre versava una abbondante dose di zuppa nella ciotola del fratello.
-Vostra madre era un’ottima oratrice? – Chiese Ichigo -Sì abbastanza. – Rispose Pei -Ma nostro padre era ancora meglio. -Puntualizzo Taruto mentre serviva Retasu.
Marco lì osservo un attimo e poi parlò -Allora dovrò fargli i complimenti. – fece a sorpresa lui -Visto che mi hanno fatto svenire per portarvi dei messaggi. –
Pei fece cadere il cucchiaio per terra mentre gli altri si voltarono verso di lui -Mi hanno detto che siete in pericolo, che stanno bene ma sono stati rapiti e che non vogliono diventare nonni prima del tempo. –
-Mamma e papà- fecero i tre alieni in contemporanea -Sono vivi-
 
*I tonfa sono armi giapponesi simili ai dei manganelli.
Nel manga sono le armi di Kisshu
   
 
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