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Autore: ladykiwi_    26/06/2018    0 recensioni
Cielo Wright è una ventiquattrenne di origini italiane che vive a Los Angeles con i suoi due coinquilini, Blake e Tom.
A causa di un anno particolarmente difficile, la sua laurea in management è in pericolo, quindi quando le viene affidato lo stage più tosto di tutti, fare da assistente al famoso modello Daniel Karlsen, l'uomo che incarna tutto ciò che più odia della società, è costretta a stringere i denti e continuare lo stage anche se implica sopportare le angherie di Daniel e della sua manager.
Ma se la antipatica e crudele facciata di Daniel nascondesse un cuore buono e gentile?
E se lo stage diventasse qualcosa di più per Cielo?
Sarà pronta ad accettare di amare ciò che più odia?
Storia pubblicata in contemporanea su wattpad.
Tutti i diritti riservati.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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-Okay, Blu, mi dici che succede? Quel muso non lo sopporto più.- sbotta Blake nel bel mezzo della cena. Quella sera avevamo deciso di mangiare cinese, ma era da mezzora ormai che stavo giocando con i miei spaghetti di soia, non avevo appetito. La mia conversazione con il professor Adams oggi mi aveva terrorizzata: cinque e dico cinque ragazzi prima di me avevano mollato lo stage. I motivi? Non ne avevo la minima idea. Troppo lavoro? Datori di lavoro antipatici? Per carità, vedendo come era combinato Tom al mio fianco, che da un momento all'altro avrebbe fatto un tuffo nel suo piatto perché stava praticamente dormendo in piedi, ero veramente terrorizzata. -Oggi ho parlato con il professor Adams del mio stage. Adesso Tom non sarai più l'unico ad essersi beccato l'ultimo e il più tosto stage, ora siamo in due. Mi hanno affidata alla D&V.- dico mestamente. -La D&V? Seriamente? E adesso pensi di compiacermi? Cielo, io non sono arrabbiato con te. Perché pensi questo?- dice incredulo Tom. -Bhè, da come mi hai risposto ieri, credevo che tu ce l'avessi con me...- -Cielo, tu mi hai dato una carica che nessuno prima mi aveva mai dato. Senza di te, io sarei ancora quella persona.- risponde con disgusto. -Ed io?- Blake mette su quel suo adorabile muso. -Tu e Blake mi avete dato la carica. Contento?- gli risponde facendoli la linguaccia. -Nuvola, che c'è? Hai paura per lo stage? Stai tranquilla, spaccherai. Non l'hanno mai avuta una come te lì.- -Blake, io quel mondo lo odio. È tutto ciò che ho sempre odiato. È tutto ciò che mi ha rovinato la vita. Lì non cè una sola cosa vera. Non so come potrei eccellere con qualcosa che detesto fino al midollo.- -E allora cambia stage, no?- propone con la bocca piena Tom. -Non posso. Il professor Adams l'ha detto molto chiaramente. Ho fatto troppe cazzate l'anno scorso con l'università. Se non lo finisco, non mi laureo. Bella merda eh?- -Mi aspetto dalla mia stellina un linguaggio consono, le signorine le parolacce non le dicono!- mi riprende scherzosamente Blake. -E che non so come farò a starci. Credo che impazzirò. Non voglio finire come l'ultima volta.- -Tu non finirai mai più come l'ultima volta. Tu sei forte. Tu non sei come prima. Sei forte, sei intelligente, e hai due bellissimi ragazzi che ti aspettano a casa la sera pronti a massaggiarti i piedi e a raccogliere tutti i tuoi lamenti sulla vita e sul perché sei nata e blablabla....- cerca di incoraggiarmi Blake. -A me, i piedi non me li massaggiate però.- protesta subito Tom. -Tesoro, non prenderla male, ma se non trovi una ragazza da quattro mesi, forse dovresti iniziare a fartele due domande. Io inizierei con dare la colpa ai tuoi piedi. Puzzano.- lo prese prontamente in giro Blake. -Ehi! I miei piedi non puzzano assolutamente! E' che ogni volta che ho una ragazza cerca prontamente di scavare nel mio passato, e sapete benissimo quanto io lo odi. Per non parlare di quando conoscono voi due. Specialmente Cielo. Credono subito che io e lei siamo innamorati cotti e non ci dichiariamo i nostri sentimenti perché abbiamo troppa paura di uscire dalla friendzone.- -Wao! Tutto questo in tre giorni di relazione?.- inizio a ridere io. -Ed io? Non dicono niente su di me?.- chiede deluso Blake. -Tu sei l'amico gay innamorato cotto di me che sbava quando giro in mutande per casa e si masturba su di me dalla stanza accanto.- Ormai piangevo dalle risate, Tom pure, e dopo qualche titubanza anche Blake inizia a ridere. -Ho deciso.- dice Blake dopo essersi calmato.-la prossima ragazza te la scelgo io.- -Per te nessuna ragazza è degna del tuo amore non corrisposto.- lo prende in giro Tom. -Hai ragione, ma prima o poi dovrò farmene una ragione. Tu sei etero, io omosessuale, apparteniamo a due mondi diversi.- dice platealmente Blake. -mi si spezzerà il cuore a vederti con una donna che non sia io... Ma devo accertalo ed andare avanti con la mia vita.- -Ma due amici normali non potevo averceli pure io?.- dico in italiano. Adoravo parlare in italiano in loro presenza, loro non mi capivano, ed io potevo dire tutto ciò che volevo. -EHI! Non vale! Cosa hai detto?.- si anima subito Blake. -Non lo saprai mai.- lo sfidai io. -Arriverà il giorno, cara ragazza, in cui quest'uomo parlerà perfettamente l'italiano, e da quel giorno, i discorsi da sola credendo che nessuno ti capisca finiranno. Questa è una promessa solenne.- dichiara serissimo Blake. -Semplicemente imparerò un'altra lingua.- rispondo facendo scoppiare tutti a ridere. La mattina dopo ho i nervi a fior di pelle. Metto il vestito più bello che ho, mi trucco con più cura del solito e presto particolare attenzione a quel disastro che solitamente sono i miei capelli. Quando mi guardo allo specchio, due occhi verdi contornati da una massa di riccioli castani mi restituiscono lo sguardo. Distolgo immediatamente il mio. Odiavo guardarmi allo specchio. Odiavo vedere la mia figura in generale. E' ancora una ferita troppo dolorosa. In fretta provo ad indossare l'unico paio di scarpe con il tacco che ho, ma dopo i primi passi, ci rinuncio immediatamente. Su quei cosi proprio non ci so camminare. Optai invece per un comodo paio di mocassini chiari, che, nell'insieme formavano un outfit serio e professionale. Bene, ecco come volevo apparire. Esco fuori dalla mia camera ed apro direttamente la porta di casa, ho lo stomaco serrato per l'ansia e mi è impossibile anche solo pensare di mettere qualcosa nello stomaco. Quando arrivo a destinazione, stento a credere a miei stessi occhi. Certo, quei grattacieli li vedevi sempre quando abiti a Los Angeles, ma capire che proprio in uno di questi sarebbe iniziata la mia carriera mi sembrava incredibile. Titubante entro e mi avvicino alla receptionist, una volta ottenuto il mio baige, prendo l'ascensore e salgo fino al quarantunesimo piano. Quando le porte si spalancano inizio seriamente a tremare. Ad accogliermi c'è una donna sulla trentina con un dress code impeccabile: faccia arcigna, tacchi a spillo, un tailleur da vera donna di ufficio, più una crocchia strettissima ai capelli che mi faceva male la testa solo a guardarla. -Wright? Miss Cielo Wright?.- chiede efficiente. Titubante annuisco. -Un minuto di ritardo. Iniziamo bene.- commenta con una faccia sadicamente compiaciuta. Capisco immediatamente che con lei non avrò vita facile. -Venga, le illustro le sue mansioni.- inizia a camminare ed io immediatamente mi affretto a seguirla. - Innanzi tutto mi presento: sono il suo tutore Willa Martin, può chiamarmi miss Martin. Questa è la sede principale della D&V ma lei miss Wright qui ci starà ben poco. Il suo compito è quello di affiancare il nostro modello di punta, Daniel Karlsen. Naturalmente non c'è bisogno che gli spieghi chi è. Sono convinta che conosca già tutto di lui. Non è questo che fanno tutto il giorno le ragazzine come lei? Sbavate sulle sue foto tutto il giorno.- dice mettendo tutto il veleno possibile nella voce. Ma chi era questo tipo qui? Daniel cosa? Un modello? Di chè? E perché questa qui dava già per scontato che io lo conoscessi? Mentalmente presi un appunto: appena arrivata a casa lo avrei googlato. -Dunque.- riprese calmandosi dopo aver preso un respiro profondo.- lei ce l'ha il passaporto? Perché viaggerà molto. Il signor Karlsen ha molti impegni in diverse parti del mondo e mi aspetto che lei lo accompagni pure in bagno, se necessario.- -Viaggiare molto? Questo il professor Adams non l'ho aveva detto...- commento sorpresa. Come avrei fatto con il lavoro al supermercato? -C'è qualche problema?.- chiede immediatamente lei. -Sa, ho fatto questo favore al signor Adams perché è un amico di vecchia data, non volevamo più nessun inutile stagista dopo che gli ultimi cinque se ne sono andati, ma dopo una lunga chiaccherata con il tuo professore... So della sua situazione signorina, non può permettersi di rifiutare questo stage se vuole la sua piccola e stupida laurea. Quindi si prepari la valigia e la tenga pronta perché domani mattina alle sette in punto mi aspetto di vederla in aeroporto perché il signor Karlsen deve essere a Praga per un servizio fotografico. Le invierò la sua agenda e sarà suo dovere assicurarsi che rispetti tutti gli impegni presi, dal primo all'ultimo. In caso contrario il suo stage finirà e lei non si laureerà mai. Sono stata chiara?- - Cristallina.- rispondo con una punta di veleno nella voce. -Ora venga, per oggi prenderà semplicemente confidenza con il mestiere, non accetto domande, mi aspetto che lei stia attenta tutto il tempo. Non mi piace ripetermi, questo deve impararlo fin da subito.- E smisi di ascoltarla. Ma parla solo di lei? Dove diamine sono finita? -Praga? E per quanto? E il supermercato?.- chiede scioccato Tom quella sera a cena. Blake non aveva ancora proferito parola. -Non lo so per quanto. Non so niente. Ho chiamato la signora Lee a pomeriggio. Mi ha licenziata in tronco, e mi ha anche detto molte altre cose ma sono troppo educata per ripeterle. -Non puoi rifiutare? Nuvola, non credo tu sia pronta per tutto questo. Specialmente in quel mondo....- sussurra triste Blake. -Nemmeno io credo di esserlo Blake, ma mi gioco la laurea se non ci vado. Saranno solo sei mesi. Non durano tanto sei mesi, vero?.- cerco di rincuorarlo. -Durano tantissimo sei mesi invece. Riusciremo a vederci? Cielo, non possono dividerci.- dice preoccupato Tom. -Tom, Blake, niente e nessuno potrà dividerci. Mai. Potrò anche essere dall'altra parte del mondo, ma io sono sempre qui, con voi. E poi smettetela con questi pensieri! Mica sto andando in guerra! Probabilmente tra due giorni o poco più sarò di nuovo qui a rompervi i coglioni!.- sbotto innervosita. Che cosa era questa depressione? Ci saremmo comunque rivisti a distanza di qualche giorno! -L'hai visto? Com'è questo Daniel Karlsen? Se è gay me lo presenti?- cambia argomento Blake. -Ah allora non lo conosci nemmeno tu? Credevo di essere l'unica sulla faccia della terra a non conoscerlo... da come ne parlava miss Martin, ossia la stronza di dimensioni apocalittiche, la bastarda per eccelenz..- mi animo io. -Basta.- mi interrompe subito Tom. - L'hai già insultata per più di mezzora. Abbiamo capito. Concetto afferrato. Vai avanti. Com'è questo Daniel?.- - Non lo so. Avevo intenzione di cercarlo su Google dopo cena.- ammetto. - Cosa dice sempre tua mamma? Non rimandare a dopo quello che puoi fare ora!- cita con l'aria di chi la sa lunga Blake. Prende il computer e dopo aver digitato qualcosa sopra emette un sonoro fischio. - Però! È messo bene il ragazzo! Luna, se è veramente gay devi veramente presentarmelo.- dice girando il computer. E fu lì che lo vidi per la prima volta, che i miei occhi si scontarono per la prima volta con i suoi, anche se da uno schermo di un computer. A sapere come sarebbero cambiate le cose in soli sei miseri mesi, non avrei mai e poi mai tuffato i miei occhi nei suoi. Occhi azzurri come l'oceano, capelli biondi come grano, una barba maledettamente sexy a contornagli il viso. E il fisico, oh il fisico. Un dio greco sceso in terra. Ecco cos'era. Ma era anche ciò che io odiavo di più al mondo. Un modello. Un burattino della società che incarnava ciò che secondo loro era la perfezione del corpo umano. Immediatamente distolsi lo sguardo. No. Non ci cascavo. Io non ero così. Io non mi perdevo dietro a degli addominali. Non io, odiavo quel mondo. E odiavo lui. -Quindi?.- chiede Blake aspettando una mia opinione. -È un semplice modello, Blake. Lo sai come la penso su quel mondo.- rispondo atona. Cercando di non dare conto a ciò che mi si era smosso dentro solo a guardarlo. -E se ci prova con te?.- dice spaventato Tom. -Dagliela!.- risponde ovvio Blake. -Ma sei scemo?.- urliamo in contemporanea sia io che Tom. -Ma l'avete visto?.- si giustifica Blake. -Cielo, se ti fa anche solo un accenno di... dimmelo che parto seduta stante e lo prendo a pugni.- si infuoca Tom. -Tu? Prendere a pugni qualcuno? Ma se litighi pure con il barattolo della nutella!.- rido io. -Non è colpa mia se lo chiudete fin troppo bene!.- dice lui. -Ma come farei senza di voi?.- chiedo io. -Non dovrai mai scoprirlo. Buona fortuna, Stella.- conclude il discorso Blake.
  
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