CAPITOLO 35
Mark e Lusia erano arrivati davanti alla fontana mano nella mano.
-Lusia...-
-Si...-
-Ti amo così tanto, davvero tanto, non ti farei mai del male, lo
sai?-
-E questo è solo un piccola parte! Non puoi farmi soffrire, lo sai, vero?-
-E coma potrei farti soffrire, me lo
dici... ah piccolina, come potrei farti soffrire?-
-Ti amo, stallone.-
Mark la abbraccio con possente possessione, non
avrebbe mai permesso a qualcuno di sfiorarle solo un capello, mai! La
guardò negli occhi, e dopo avergli sussurrato sulle labbra -Ti amo- la baciò.
Corse più che potè finché arrivò dai due che erano abbracciati,
stretti stretti, l’uno all’altro.
Prese la sorella per un braccio e la spossò da Mark che rimase
sbalordito.
-ALLORA? MI DOVETE UNA SPIEGAZIONE CIRCA IL
VOSTRO COMPORTAMENTO!- Gridò non lasciando il polso della sorella.
-Che vuoi Benji? Mi fai male... non
stringere così forte!-
-CHE VOGLIO IO? LO SAPEVO CHE NON ME LA
CONTAVI GIUSTA... COME HAI POTUTO FARE UNA COSA DEL GENERE?-
-Ma cosa ho fatto? Me lo spieghi, non
parlare con metafore!-
-SEI ANDATA A LETTO CON QUESTO MANIACO
PERVERTITO!- gridò stingendo di più la presa.
-Co-come?- disse Lusia diventando
rossa. Come diavolo faceva a saperlo?
-Ti starai sicuramente domandando come faccio a saperlo! Un uccellino
ti ha sentito parlare con Patty di questo!-
-Dov’è Bruce!!!! BRUCE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
disse Lusia mentre cercava di liberarsi dalla stretta di Benji che continuava a
stringere per non far scappare la sorella.
-ALLORA? LA VUOI LASCIARE?- gridò Mark
che era rimasto in silenzio fino a quel momento.
-TU NON PARLARE, MANIACO!-
-Cosa?- Mark non vedendoci più dalla rabbia, strappò via dalle
mani di Benji, Lusia, che si sentì stringere al corpo possente di Mark per
pochi secondi, poi fu allontanata da quest’ultimo e lasciata cadere per terra.
Benji, dopo averla staccata da Mark, scagliò un pugno a
quest’ultimo in pieno stomaco facendolo cadere per terra.
Lusia si precipitò subito da Mark. –Mark, ti sei fatto male?-
-Secondo te? Certo che si... Price me la pagherai
cara!- Mark si alzò quasi subito e, dopo aver afferrato Benji per il colletto
della camicia bianca, gli incominciò a dare una serie di pugni sul viso,
provocandogli ferite, e infine sulla pancia, lasciandolo poi cadere a terra privo
di forze.
-Benji...- Lusia si avvicinò al fratello e, dopo avergli
accarezzato la guancia, lo aiutò ad alzarsi.
-MA CHE TI E’ SALTATO IN MENTE?- Gridò
Lusia rivolta a Mark.
-Lui ha incominciato...- disse Mark senza che un po’ di
preoccupazione trasparisse dalla sua voce.
-Come sarebbe a dire: “Lui ha incominciato”... e tu Benji, che ti
è saltato in mente?-
-Lui ha osato metterti le mani a dosso! Come ha potuto, eh?-
-Lui non mi ha messo le mani a dosso...-
-Dimmi che non l’ho hai fatto, allora!- disse
Benji.
-Ecco...-
-Su, aspetto una tua risposta!-
-Io... ecco...- “Che situazione imbarazzante...”
-Allora ho ragione!-
-Ecco...-
-Cos’è questo, un interrogatorio?- Intervenne Mark, dopotutto
anche per lui era una situazione alquanto
imbarazzante.
-E a te cosa importa?-
-Lei è la mia ragazza...-
-Lei Era la tua ragazza...-
-Cosa?- dissero insieme sia Mark che Lusia.
-Già, se stai con lui, Lusia, non devi più parlare con me!- disse con decisione Benji.
-Cosa... no no no no... aspetta, non puoi
chiedermi di scegliere tra Mark e te...-
-Perchè no!- si aggiunse Mark.
-No Mark... non posso...-
-E perchè no?- disse Benji.
-Perchè tu sei mio fratello e lui è...
è...-
-Sono?- domando Mark.
-Ecco... lui è... il mio ragazzo...-
-O lui o me!- disse Benji.
Lusia non poteva crederci, come potevano chiederle di scegliere
tra suo fratello e il suo amore? Come? Erano meschini,
egoisti, non pensavano minimamente alle sue esigenze? A lei?
Lusia, dopo averli guardati un ultima volta,
scappò via in lacrime.
Marzia e Nadja entrarono in Hotel, aveva
poi convinto Nadja ad andare alla festa per chiedere scusa a Tom. Come al
solito, pensò Marzia, Nadja non aveva neanche dato a Tom il tempo di domandarle
di andare alla festa con lui. Da quando la conosceva non era cambiata di una
virgola, da circa 5 anni. Era sempre rimasta la solita ragazza: spensierata,
impicciona e anche chiacchierona. Il primo giorno che l’aveva incontrata,
ricordava Marzia, appena entrata nella sua stanza, Nadja aveva scambiato Marzia
per una donna delle pulizie, l’aveva accusata di essere entrata nella sua
stanza senza il suo permesso, e, come al solito, non le
aveva nemmeno dato il tempo spiegarle che lei era una nuova alunna della
scuola. L’aveva però trovata molto simpatica e socievole, anche se un po’
possessiva nelle sue cose, non voleva che nessuno riordinasse la sua camera,
almeno la sua roba. Che ragazza, si ritrovò a pensare
Marzia non appena mise piede nella sala dove si stava celebrando la festa.
-Adesso tu vai da lui e gli chiedi umilmente scusa.-
-Ecco... non so cosa dire! E se lui mi dice che non vuole più
avere a che fare con me?-
-Lo scopriremo presto, e lì, guarda e ti ha anche notato visto che sta andando via... va!- e con una spinta le fece
coraggio a farsi avanti.
Mentre Nadja si avvicinava a Tom, qualcuno
aveva chiamato l’attenzione dei presenti.
-Ecco... pronto, prova... si sente...
bene... allora intanto volevo ringraziare le squadre presenti oggi alla festa,
grazie. Inoltre i miei complimenti vanno soprattutto alle squadre arrivate in
finale. Per questo motivo volevo i capitani delle rispettive squadre qui sul
palco.
Salgano sul palco, che è stato allestito dalla nostra ditta in
occasione del party, il capitano della nazionale giapponese, Oliver Hutton, e
il capitano della nazionale brasiliana, Carlos Santana.-
All’udire quel nome, Marzia rimase spiazzata, non pensava
minimamente di incontrarlo, almeno di vederlo (certamente, è normale, la sala è
così grande che non è che poteva incontrarlo la
signorina. NdA.). Appena lo vide accanto ad Holly, lo
guardò con odio, come se fosse stato un insetto, come aveva potuto farlo? Come?
Calde lacrime le risalirono gli occhi e gli scesero lungo le guance appena vide
che Santana, appena si accorse della sua presenza, la guardò negli occhi e le
sorrise con soddisfazione.
Marzia, dopo averlo guardato, decise di andarsene via da lì, non
voleva più incontrarlo, nemmeno voleva vederlo in cartolina, era stato meschino
nei suoi confronti.
Uscì dall’Hotel e percorse un breve tratto alberato e prima di
uscire del tutto dall’Hotel il suo sguardo fu catturato da una figura stesa su
di una panchina, gli sembrava di conoscerlo; quindi, si avvicinò alla figura
che non appena sentì dei passi, si alzò dalla panchina e incrociò gli occhi
verdi di Marzia.
-Sei tu?- disse la persona
sulla panchina meravigliata nel vedere Marzia.
-No, sono la Gioconda! Certo che sono io...-
-Che ci fai qui?-
-Ho accompagnato Nadja perchè...- le parole le morirono
in bocca appena si accorse della faccia piena di lividi e di sangue della
persona –Oh mio Dio! Cosa ti è successo?- disse infine
sedendosi accanto alla persona.
-Nulla, ho fatto a botte con un maniaco!-
-Con chi?-
-Con Mark Lenders?-
-Benji, ma sei scemo? Che ti ha fatto di male
quel poverino?-
-Praticamente... non posso dirtelo... meglio di no...-
-Ok, non dirmelo so non vuoi. Ma ora hai
bisogno di cure, vieni che di medico!-
-Ma sono quattro graffi, non sono mica
fatto di crista... ahi... ma sei scema?- disse Benji non appena Marzia gli
aveva solo sfiorato la guancia ferita.
-Lo sapevo. Adesso vieni...-
Marzia, dopo aver detto questo, lo prese per mano e lo trascinò
con se verso il campo da calcio dove si allenavano i ragazzi.
-Tom, aspetta...- Era da tanto ormai che lo stava seguendo, ma non
aveva avuto il coraggio di chiamarlo.
-Ma chi... ah...- Tom dopo aver guardato
dietro di lui e aver capito che era Nadja continuò la sua strada.
-Tom, ti fermi un po’, sono dopotutto con i
tacchi...- disse Nadja ormai stanca di inseguirlo. Tom non accennava a
fermarsi.
-Ahi... che male...-
Tom si girò, non appena udito quelle parole, e trovò Nadja per
terra e si teneva la caviglia.
-Ecco perchè odio i tacchi...- disse mentre cercava di rialzarsi
ma cadde subito a terra non appena ci provò.
-Sei proprio goffa, non c’è che
dire...- disse Tom avvicinandosi a lei e prendendola in braccio.
-Ecco... lo so... ma...- disse Nadja
ormai rossa fino alla punta dei capelli.
-Anche per questo mi piaci...- si lasciò
scappare Tom.
Dopo un attimo di esitazione nel parlare,
Nadja si fece coraggio. -Ecco... devo parlarti... a proposito della nostra
piccola discussione telefonica...-
Erano arrivati davanti alla stanza che fungeva da infermeria. Con
sua grande sorpresa, Marzia trovò aperto (ma questa si
che è fortuna. NdA.) , così entrò seguita da Benji che
ancora gli teneva la mano.
Lo fece sedere su di uno sgabello e, dopo aver preso la cassettina
del primo soccorso, si sedette di fronte a lui poggiando la cassetta sulle
proprie ginocchia.
Prese un po’ di acqua ossigenata e la
mise su un po’ di cotono idrofilo, e incominciò a passarlo con delicatezza sul
viso di Benji.
-Ahi... piano... ahi... e fa piano...-
-Ehm... scusa... ma più piano di così non si può...-
-Ok... ma con lentezza... ahi... così, piano, piano... che ci fai
qui?-
-Ho fatto compagnia a Nadja, doveva chiarire con Tom!-
-A già! Hanno litigato...-
-Già... e poi motivi futili...-
-E sarebbero?-
-I motivi? Lui gli ha detto ti amo, e lei si è arrabbiata! E’
tutta scema... magari lo dicessero a me...-
-Ti amo...- sussurrò Benji avvicinandosi
all’orecchio di Marzia.
Ecco
la fine del capitolo... come vi è sembrato?
A me piace... non so a voi...
Cosa risponderà Marzia al “Ti amo” di Benji?
Cosa farà Lusia? Deciderà di stare con Mark o
di lasciarlo stare per stare accanto al fratello?
E Tom ascolterà cosa ha da dire Nadja in sua discolpa?
Lo
scoprirete solo seguendo il prossimo episodio di “Dalla Spagna”...
Grazie
a tutti quelli che hanno recensito, mi rendete così felice, recensione per
recensione, frase per frase, parola per parola, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!
Baci
Asuki.