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Autore: Heart_ Art    01/07/2018    0 recensioni
La leggenda di Primula, la portatrice di pace, correva ancora di bocca in bocca dopo più di cinquecento anni. La forza della sua spada e del suo amore incantano ogni bambino del potente regno del Mare. Questa favola mitologica parla di guerra, amore, dolore e di tanto coraggio. Parla di una ragazza che scopre il suo potere e di un principe che compie il suo destino. Come andrà a finire è già storia o soltanto una favola della buonanotte?
Buona lettura.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Su un'isola a largo del Mar Grande abitavano due potenti caste sempre state in conflitto tra di loro, fino a che , un giorno, tutto cambiò. Il Dio di quella terra risalì attraverso i profondi oceani che circondavano l'Isola e si incarnò nello spirito di una giovane pescatrice . Attraversando la città capitale il Dio si rese conto della devastazione e del dolore che l'odio e le guerre tra le due potenti casate regnanti aveva provocato a quella terra, un tempo radiosa e rigogliosa. Camminando tra le macerie delle case e lo sporco della strada il Dio fatto donna fu aggredito da un soldato della potente casata dei Tebaldi, una delle due famiglie dominanti . Il corpo della ragazza fu gravemente martoriato e violentato fino ad essere quasi ridotto alla morte. Il Dio , distrutto dal dolore per la violenza che i suoi stessi figlio potevano provocarsi , ebbe pietà della giovane fanciulla e le tolse il ricordo dell'aggressione subita, sostituendo tutta quella violenza in un ricordo di pura serenità . Infatti il Dio fece credere alla fanciulla di aver passato il suo pomeriggio a nuotare nelle limpide acque del Mare blu. Sentendosi in debito con la giovane pescatrice ,il Dio fece un'ulteriore dono alla fanciulla. Questa era rimasta gravida dopo l'aggressione e portava in grembo un figlio che per il Dio era il simbolo della malvagità umana, perciò al momento della nascita fece un dono a quella nuova vita. La bambina appena nata sarebbe stata la salvatrice della sua terra ed avrebbe donato pace e serenità ad ogni essere umano del presente e del futuro.

La piccola trascorse i suoi primi anni nella felicità e nel dolce nido della sua famiglia, composta dalla madre e dalla nonna. Le due donne più grandi avevano insegnato alla bambina tutti i segreti della pesca e dell'intreccio delle reti , così che già a sette anni Primula fosse capace di riconoscere ogni specie marina che circondava l'Isola ed addirittura aiutasse la madre durante la pesca. La piccola non chiedeva spesso del padre, benché si fosse resa conto della sua mancanza osservando le altre famiglie di pescatori , lei sapeva perfettamente chi fosse sua padre, il Mare. Sua madre le aveva raccontato di quel meraviglioso pomeriggio trascorso tra le onde blu e di come all'improvviso una calda corrente le aveva sfiorato le labbra, permettendole di concepire la sua Primula. La bambina restava sempre estasiata da questo racconto ed ogni volta sua madre aggiungeva nuovi dettagli alla storia, facendola sognare. Per questo Primula non aveva paura dell'acqua, questa era suo padre e non le avrebbe mai fatto del male. Con il passare degli anni il bozzolo di felicità in cui Primula viveva cominciò a sbriciolarsi. Al compimento dei sui quindici anni vide tutti i suoi amici reclutati nell'esercito dei Tebaldi ed in tutto il villaggio dei venticinque giovani presi per la guerra solo tre fecero ritorno. Primula ascoltava le loro storie con le lacrime agli occhi, come tutto il resto del villaggio. Le lotte si facevano sempre più accanite e le città erano invivibili, solo la morte era costante in quelle vie.

Onofrio, uno dei tre ragazzi superstiti, era tornato cieco, a causa di un fucile mal funzionante che gli era esploso tra le mani. Ad aspettarlo a casa il ragazzo aveva solo un anziano padre che non poteva badare a lui, per questo Primula si offrì di dargli una mano nelle faccende di tutti i giorni ed in una di queste occasioni Primula mostrò per la prima volta i suoi veri poteri. Lei ed Onofrio stavano passeggiando lungo la spiaggia, quando il ragazzo chiese a Primula di portarlo a fare un giro a largo con la sua zattera. La dolce fanciulla fu felice di accontentarlo in una richiesta , poiché il ragazzo era sempre triste e sembrava aver perso interesse per ogni aspetto della vita. Insieme presero il largo e raggiunsero la barriera di corallo quando il cielo cominciò a farsi rosso per il tramonto. Onofrio continuava a guardare l'orizzonte , sembrava che i suoi occhi avessero ripreso a funzionare, tanto era intenso il suo sguardo. Come al rallentatore, ma incapace di intervenire, Primula vide il ragazzo sfilarsi dalla cintura il coltello che usavano per pulire il pesce. La lama brillò come una scintilla alla luce del sole morente e con decisione si conficcò nel petto del ragazzo. L'urlo di Primula risuonò fino alla costa. Il corpo del ragazzo cadde in acqua con un tonfo sordo. La fanciulla senza pensare si gettò nelle acque sempre più scure, ma il corpo sembrava trascinarsi a fondo spinto da un'oscura forza. Primula sentiva sfuggirsi dalle punta delle dita il corpo di Onofrio ogni volta che le sembrava di averlo raggiunto. Le forze venivano sempre meno alla ragazza che aveva la vista sempre più annebbiata e nel momento di massima fatica Primula pregò l'unico che sapeva l'avrebbe aiutata, suo padre, il Mare ed il Mare le rispose. Una luce bianca, come in natura non se ne vedono, si irradiò dal fondale e sia Onofrio che Primula vennero investiti da una forza potente e calda . Primula si sentì forte come non era mai stata , come ricaricata da quella luce, sentiva di poter fare qualunque cosa, sentiva ogni cosa, ogni particella sul suo corpo , ogni alga, pesce, mollusco che era nelle circostanze, sentiva il vento sopra la superficie dell'acqua e la zattera che sopra la sua testa si stava allontanando a largo. Il preda all'euforia più forte che aveva mai provato con un colpo di gambe raggiunse il suo amico e lo afferrò per un braccio , trascinandolo fino all'aria. Riemergere fu come nascere una seconda volta per Primula, una battesimo pagano, un nuovo inizio. Ancora piena di energia portò se stessa ed Onofrio fino alla spiaggia, dove si era radunata una piccola folla, accorsa al suo urlo. Con una forza che non credeva di avere tirò fuori Onofrio dall'acqua e lo adagiò sulla sabbia nera. Il pugnale era ancora conficcato nel petto del ragazzo e lei , con decisione, sfilò l'arma lanciandola lontano ed impose le mani sulla ferita aperta , poi chiese che qualcuno le portasse dell'acqua. Sua nonna, che era tra gli accorsi sulla spiaggia, poco dopo le passò una bacinella di legno di palma ricolma di acqua marina. Primula alzò la bacinella sopra la sua testa e pregando il Mare iniziò a colare l'acqua sulla ferita di pugnale prima e sugli occhi chiusi di Onofrio poi ,dopo si chinò sulle labbra del ragazzo e gli diede un bacio, che si rivelò essere il bacio della vita. Il ragazzo riaprì gli occhi e con un grido tremendo si alzò a sedere. Nel suo grido c'èra il nome di Primula.

Onofrio era salvo ed insieme alla vita aveva riacquistato anche la vista. La voce del miracolo non ci mise molto a diffondersi sull'Isola. Non ci mise molto ad arrivare perfino alle orecchie del signore dei Tebaldi . Il Sovrano richiese un'immediata udienza con questa fantomatica guaritrice, ma quando Primula fu presentata a corte non era chi il signore dei Tebaldi si aspettava di trovare. Gli avevano raccontato che la portatrice di miracoli era una giovane pescatrice della costa, priva di ogni cultura e conoscenza, tuttavia al suo cospetto si presentò una donna , sì giovane, ma piena di carisma e fiducia in se stessa, la circondava un'aura di serenità e di rispetto reverenziale. La fanciulla aveva al suo seguito moltissime persone che assomigliavano più ad un piccolo esercito che al corteo di una guaritrice. Infatti molte cose erano accadute dal miracolo della spiaggia fino al colloquio con il Sovrano. Primula era cambiata , aveva acquisito una sicurezza di se non comune per una persona della sua età e passava la maggior parte del suo tempo tra le acque del Mare, a detta sua a meditare, c'èra chi pensava che parlasse con le onde ed il fatto stupefacente era che esse le rispondessero. Erano accorse persone da tutta l'Isola per vedere questa giovane Santa, tanti erano soltanto curiosi , ma ancora di più erano le persone in cerca d'aiuto. Andarono a trovarla uomini, donne e bambini di tutte le età, accorsero persone addirittura della terra degli Amerighi, eterni nemici dei Tebaldi. Primula curava tutti , usando acqua di Mare, l'imposizione delle mani ed un bacio. L'incredulità era di chiunque la vedesse compiere quei miracoli.

Il signore dei Tebaldi ebbe timore di quella fanciulla, il suo potere e la sua influenza rischiavano di adombrarlo , perciò con un inganno la fece rinchiudere nelle segrete del suo castello. Il popolo insorse a questo affronto ed il signore dei Tebaldi risciò una guerra civile tra la sua gente, ma fu salvato da un evento inaspettato. Alcune spie degli Amerighi rapirono Primula dai sotterranei, così che il signore dei Tebaldi accusò quest'ultimi della scomparsa di Primula, rigettando ogni voce che fosse stato lui a rinchiuderla per primo. Così Primula si ritrovò nel regno degli Amerighi, che non era così diverso da quello dei Tebaldi , disperazione e povertà ammorbavano anche questa parte di Isola , l'unica differenza erano gli stemmi alle bandiere. Il re degli Amerighi aveva un figlio , un potente cavaliere, temuto e rispettato nell'esercito. Il principe però non era un uomo che amava la compagnia e non aspirava al trono di suo padre. Pochi elementi facevano parte della sua ristretta cerchia e nessuno poteva vantare di conoscerlo veramente. Sembrava che la sua unica aspirazione fosse la guerra ed il sangue , tanto da conquistarsi il soprannome di Distruttore. Il principe degli Amerighi aveva raggiunto da pochi giorni il suo ventisettesimo anno di età quando Primula fu portata al cospetto di suo padre.. Primula era senza paura e non sembrava molto stupita dal rapimento , il suo sguardo era calmo ed immutabile, calmo come le acque del suo adorato mare durante una giornata soleggiata e senza vento. Il signore degli Amerighi fu subito stupito dalla risolutezza della fanciulla e cominciò a farle numerose domande sulle sue origini, la sua famiglia ed i sui suoi poteri. Primula rispose a tutto con estrema sincerità, ignorando gli sguardi di chi a corte la credeva una ciarlatana od una folle, soprattutto quando affermava di essere figlia del Mare. Alla fine fu deciso che Primula sarebbe stata un'ospite di riguardo della corte e che avrebbe aiutato i feriti e gli ammalati. Trascorsero così due anni , in cui la fanciulla si conquistò il rispetto e la stima di tutto quanto il popolo degli Amerighi, trascorrendo le sue giornate tra i malati all'ospedale e le acque dell'oceano. Il principe degli Amerighi, il cui nome era Ludovico, aveva intravisto appena Primula durante le cerimonie più importanti a corte e benché la fama della ragazza la precedesse il taciturno guerriero non fu colpito dall'aspetto della ragazza , le caratteristiche che la distinguevano dal resto della folla erano la sua altezza, maggiore rispetto alle altre fanciulle a corte , e la sua fisicità ben più robusta rispetto alle nobildonne, un po' dovuta alla sua natura , un po' causa degli anni di lavoro come pescatrice. La sua caratteristica più ammaliante erano i suoi folti e lunghi capelli ricci rosso corallo che la facevano risaltare come un fuoco nel buio . La guerra impestava ancora l'Isola e le ostilità erano sempre più intollerabili , i morti si contavano a centinaia ed i feriti ancora di più, la popolazione era decimata. Ormai era una lotta di resistenza e di testardaggine , chiunque avesse vinto la guerra ne sarebbe risultato comunque sconfitto. Ludovico, benché sembrasse avere come unico interesse la battaglia, comprendeva che le cose non sarebbero potute continuare così e più volte aveva cercato di discutere con suo padre possibili accordi da prendere con il nemico , ma il signore degli Amerighi non sentiva ragioni. Soltanto dopo l'ennesima discussione con il padre Ludovico comprese che al padre non importava niente della sua gente , che avrebbe trascinato personalmente ogni suo suddito agli inferi pur di vincere la guerra. Non capiva il motivo di tanta ostinazione , non capiva da dove venisse tutto quell'odio. Forse la follia aveva attanagliato la mente di suo padre. Il principe prese una decisione drastica, per quanto la sua scelta gli spezzasse il cuore e lo riempisse di odio verso se stesso, il principe degli Amerighi decise di tradire suo padre e la corte intera. Seguito dai suoi fedelissimi mise su un suo esercito e marciò fino alle porte della capitale Amerigha , Ares. Arrivato alle pendici dell'immensa collina sulla quale era edificata Ares comandò che a suo padre fosse recapitato un messaggio : il signore degli Amerighi avrebbe cessato le ostilità con i Tebaldi ed avrebbe stipulato con loro un trattato di pace , oppure lui, Ludovico, figlio del signore degli Amerighi , avrebbe preso la città con la forza ed avrebbe destituito suo padre, diventando nuovo signore degli Amerighi. Lo sbigottimento fu tanto e tale tra il popolo che la sua reazione fu del tutto inaspettata. Nonostante il principe fosse rispettato tra le file dell'intero esercito e ritenuto un degno e forte guerriero tra i suoi commilitoni , non aveva una buona fama tra i civili. Lo ritenevano un guerriero sì forte , ma spietato , correvano moltissime voci e leggende sulla sua brutalità, si diceva che non avesse rispetto per la vita e che uccidesse tutti indistintamente, vecchi , donne e bambini senza avere un minimo di compassione. Si diceva che la sua brutalità non venisse fuori solo in battaglia, ma che egli fosse crudele anche con le proprie amanti , per questo il signore suo padre era così reticente ad assegnargli una moglie di buona famiglia. Purtroppo molte leggende e voci hanno un fondamento di verità, ma non era questo il caso. Molti dei generali Amerighi erano colpevoli di tale comportamento, ma Ludovico, per quanto crudele fosse il suo atteggiamento verso i guerrieri nemici, non era altrettanto spietato con i civili, ne con le sue amanti, che non erano poi così numerose come riferivano le malelingue. Infatti gli anni di guerra avevano indurito il cuore del guerriero che odiava farsi toccare da chiunque , persino farsi aiutare a togliere l'armatura dopo un combattimento era per lui un supplizio. Molte di queste dicerie furono messe in giro dal suo stesso padre, per non permettergli di acquisire potere e fiducia presso il suo popolo. Perciò il principe non fu supportato dal popolo durante la sua rivolta. L'inaspettata reazione della popolazione , che invece di appoggiarlo nelle sue ragionevoli richieste, gli andò contro. Scatenando una guerra civile che durò tre giorni e tre notti. Ludovico era sempre più tormentato dalla morte e distruzione che lui stesso aveva provocato, con il suo gesto aveva sperato di salvare la vita del suo popolo, invece aveva solo causato altro dolore e morte. Tantissimi dei suoi compagni si ritrovarono a combattere contro le loro stesse famiglie ed amici. La paura era sovrana della città. Tutto finì all'alba del quarto giorno, quando il principe si ritrovò al cospetto del suo stesso padre. Si scatenò un duello che sarebbe rimasto nella mente del popolo per moltissimo tempo, la lotta tra padre e figlio ancora si canta nelle novelle del nostro tempo. Il testa a testa tra vecchio e giovane, tra padre e figlio fu terribile, ogni affondo, graffio , parata provocava una spaccatura ancora più profondo tra Ludovico e suo padre. Il mondo non sarebbe più stato lo stesso dopo quel momento. Alla fine il giovane vinse sul vecchio, ma Ludovico invece di affondare la lama nel cuore del padre e prendersi il potere , ripropose la sua richiesta al padre , lui doveva accettare un trattato con i Tebaldi e fermare questa follia. Il signore degli Amerighi era in ginocchio, ai piedi del figlio, con la spada di quest'ultimo puntata al cuore e senza via di scampo accentò la richiesta di Ludovico, ma solo per un momento. Appena il giovane mise giù la lama e si voltò per uscire dalla sala del trono , diretto verso un esilio che lui stesso si sarebbe imposto , il signore degli Amerighi, suo padre, sfilò una lancia d'argento dalle mani della statua del suo antenato Malakia, lo Sterminatore, e lanciò l'arma con una forza e precisione tale che sembrava che un dio avesse guidato la traiettoria della lancia. Il pesante oggetto d'argento si andò a conficcare dritto in un fianco del principe, sbranando la sua carne da parte a parte. Il signore degli Amerighi andò dritto dal figlio, girandogli intorno per guardarlo bene in faccia, Ludovico era caduto sulle ginocchia ed aveva la bocca e le mani piene di sangue e lo sguardo incredulo. Il signore degli Amerighi sorrise soddisfatto e in un ulteriore atto di disprezzo sputò dritto il faccia al figlio morente, poi con una forza sovraumana lo alzò di peso e sfilò tutta quanta la lancia dal principe, lasciando vedere a tutti un vero buco che attraversava il giovane dalla schiena alla pancia. Dopo di che lo trascinò fino ad una finestra che si affacciava sul mare con un salto si almeno cento metri e lo scaraventò di sotto. Non sarebbe mai potuto sopravvivere alla caduta, l'acqua da una così grande altezza sarebbe stata come una lastra di cemento contro il corpo del principe che era già ferito mortalmente. La storia sarebbe potuta andare in un altro modo in un altro mondo, ma in questo abitava Primula. La ragazza infatti osservò la caduta del principe da una scogliera vicina al palazzo ed appena vide l'impatto del corpo esamine nell'acqua si gettò a sua volta nel mare per soccorrerlo. Quel giorno le acque erano agitate come lo spirito di ogni abitante di Ares, le onde erano forti ed alte fino a sette metri, il cielo grigio rifletteva il suo triste colore nelle acque, rendendole ancora più cupe e spaventose, ma sotto il velo del mare la situazione era diversa. Il principe stava lentamente sprofondando nelle viscere dell'oceano e l'acqua sembrava non muoversi , come se la furia e l'inquietudini del mare fossero riservate solo alla sua superficie, una luce chiara e calda era irradiata dal profondo fondale e delirante Ludovico osservava tutto questo in uno stato di semi incoscienza , un senso di pace lo avvolgeva e si sentiva sereno. Gli restava soltanto da chiudere gli occhi e aspettare che la dolce morte se lo portasse via. Le sue palpebre erano quasi del tutto abbassate quando intravide nel chiarore dell'acqua una fiamma rossa come il fuoco, era sicuro di star delirando, perché il fuoco non poteva stare sott'acqua. Poi si sentì afferrare da qualcosa e la sua caduta divenne un'ascesa verso la superficie. Primula e Ludovico riemersero vicino una spiaggia molto lontana dal palazzo , tanto lontano da non crederci. Ormai il palazzo era svanito dietro la curva dell'Isola e loro erano al sicuro. Primula portò il principe fino al bagnasciuga della spiaggia , lo spogliò della sua pesante armatura e prese con le mani a coppa dell'acqua e gliela sparse sul corpo già bagnato, poi impose le mani sulla sua ferita e lo baciò. Un respiro di sollievo si sollevò dalle labbra tremanti del principe. Ludovica e Primula passarono le seguenti due settimane riparati dalla foresta di palme appena dietro la spiaggia. Il principe si riprese del tutto e lui e Primula partirono verso la città più vicina che era sotto il controllo dei Tebaldi. Lì scoprirono che il signore dei Tebaldi era venuto a conoscenza della guerra civile tra gli Amerighi . Non avevano soldi a disposizione e la casa e amici di entrambi erano assai lontani. Tra l'altro Ludovico non smetteva di interrogarsi sulla sporte che era sicuramente toccata ai suoi fedeli. Vagarono per la città senza una meta precisa per alcune ore, cercando di raccogliere più informazioni possibili su cosa era successo nel mondo durante le loro settimane di assenza."

 

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Ciao a tutti, spero che la storia sia piaciuta. Se siete interessate ed interessati domani posterò il finale della storia. Grazie per il vostro tempo, a domani ;-)

  
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