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Autore: Cactusassy    01/07/2018    1 recensioni
Sakura Haruno, padre giapponese da cui, a duo dire, non ha preso assolutamente nulla.
La fonte della sua particolare bellezza proviene senz'altro dalla madre, una panettiera proveniente dalle più povere steppe della Russia orientale.
Fin dalla tenera età, la ragazza dai capelli rosati,
dimostrò un'incredibile vocazione per la medicina, al che la madre si trovò di fronte ad un bivio.
Affidare la sua unica figlia al più grande medico conosciuto, lasciandola andare fino in Germania col rischio di non rivederla mai più ; o continuare a vederla tutti i giorni, riservandole nulla di più che un futuro fatto di rape e terra da zappare.
E fu così che la scelta più ovvia divenne anche la più dura.
Oggi Sakura Haruno, 23 anni, è uno stimatissimo medico con un appartamento nel cuore di Berlino.
Ci sono solo due piccolissimi problemi.
Corre l'anno 1940 e la nostra piccola Sakura è ebrea.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Le luci dell'alba si abbaterono con  violenza  sulle palpabre della Piccola Sakura, che si decise ad aprirle a malavoglia gli occhi.
La schiena le doleva, reduce della notte passata appoggiata al muro.
Si alzò goffamente sostenendo con una mano il sedere, che sembrava essersi appiattito in seguito al contatto prolungato col pavimento gelido.
A passi stanchi raggiunse il paziente, che stava ancora dormendo, e , approfittandone del momento, si mise a controllare la ferita.

"Bene bene"

Sussurrò tra se e se, constatando di aver fatto davvero un lavoro con i fiocchi.
Cambiò le fasce con delicatezza,per poi prendere la cartella in mano con l'obbiettivo di correggerne il contenuto ed aggiornarla sull'operazione.
Si avvicinò al viso rilassato del generale, sfiorandogli una guancia con le dita candide.

"Te la sei vista brutta eh?"

Sorrise, felice di aver salvato la gamba a quel poveretto.
Quel ragazzo in qualche modo l' affascinava, la notte prima aveva dimostrato un'incredibile forza d'animo,e l'aveva quasi compatito, per un momento : era nient'altro che un povero ragazzo, divenuto soldato troppo presto, strappato ai propri cari, alle sue origini, per poi essere mandato al macello.
Sorrise amaramente a quei pensieri, e, come se fossero in qualche modo connessi, quest'ultimo prese ad agitarsi leggermente, probabilmente rivivendo le disgrazie della guerra.

"Shhh"

La rosa prese a carezzargli i capelli corvini con fare materno, cercando di calmarlo.
Senza nemmeno accorgersene iniziò a recitare un'antica ninna nanna popolare, di quelle che sua madre le sussurrava dolcemente quando era bambina.

"Sleepmy beautiful good boy, 
Bayushki bayu*, 
Quietly the moon is looking 
Into your cradle.
I will tell you fairy tales 
And sing you little songs
But you must slumberwith your little eyes closed
Bayushki bayu."

Era da anni che non parlava più la sua lingua madre, aveva quasi paura di dimenticarla.
Ma ora le belle labbra della rosa si muovevano da sole, incitate da quella melodia antica.

"The time will come when you will learn 
The soldier's way of life."

Sembrava scritta apposta per quel povero ragazzo, che ora che lo notava , era davvero un bell'uomo, malgrado l'aspetto decisamente trascurato dovuto alla convalescenza.

"You will look like a hero 
And be a Cossack deep in your heart. 
Sleepmy angelcalmlysweetly
Bayushki bayu."

Continuò a passare le sue dita candide tra quei capelli corvini,  senza smetterla di cantare , senza smetterla di guardarlo con quell'amore incondizionato che solo lei riusciva a trasmettere.

"Please remember your mother
Sleepgood boy, my beautiful
Bayushki bayu." *

Cantò a lungo,facendo risuonare le note di Bayushkibayu* in tutta la stanza.
La sua voce melodiosa faceva a pugni con quelle parole così nostalgiche, che però sembrarono far rilassare il volto teso dell'uomo che aveva di fronte.
Carezzò un ultima volta la fronte del comandante e furtiva vi lasciò un leggero bacio con le sue labbra morbide.
Prese frettolosamente le sue cose, richiudendo accuratamente il camice, per poi uscire da quella stanza.
Sentì le guance umide, due gocce salate si fecero strada fino agli angoli della bocca, stava piangendo.
Non seppe nemmeno dire da quanto, ne perché, sentì come il cuore svuotato, per poi essere stretto in una fastidiosa morsa.
Nostalgia, ecco cos'era.
Negli anni aveva imparato a metterla da parte ,non farci caso, ignorandola.
Ma per la sfortuna della rosa, i sentimenti, spesso, non possono essere controllati.
Le ritornò in mente il periodo dell'infanzia, che seppur vissuto in totale povertà, fu felice.
Sua madre che la rincorreva col suo fedelissimo mattarello in mano dopo aver rubato un po'troppi biscotti dalla dispensa, suo padre che le raccontava la magia racchiusa nelle piante antiche della tundra.
Probabilmente è grazie a lui se Sakura si è appassionata alla medicina e a tutte le forme viventi.
Ripensò al giorno dell'addio,quando sua madre la guardò negli occhi, verdi come i suoi, e le disse "sii forte bambina mia, la tua mamma ti aspetterà".

Non la rivide più,di rado riuscivano a scambiarsi lunghe lettere, ma, da quando era scoppiata la guerra, le comunicazioni postali al di fuori del paese vennero bloccate.

Le sue gambe, con un automatismo innaturale, la trasportarono goffamente  fino al bagno più vicino,facendola fermare proprio davanti allo specchio.
Svogliatamente scostò due ciocche rosa dietro alle orecchie,studiandosi il viso stanco.

"Non mi abiuterò mai a te eh?"

Sussurrò sfiorando il marchio sulla fronte.
Scosse la testa,per poi legarsi i capelli e lavarsi la faccia con l'acqua gelida, nel tentativo di togliere un po'di occhiaie da quel volto stravolto.
Ovviamente la situazione non mutò, al che si maledisse per non aver preso dei trucchi con se la mattina precedente.

"Hai bisogno di un po'di cipria?"

Una voce famigliare fece sussultare la rosa, che per lo spavento si lasciò sfuggire un gridolino.
Sul lato della porta era appoggiata la ragazza bionda del treno, che a stento trattenne una risata vista la reazione evidentemente esilarante della dottoressa Haruno.

"Oh Ino,scusami non ti ho vista"

La bionda fece qualche passo verso di lei, le braccia incrociate al di sotto del petto prosperoso e la fedele trousse stretta in una mano.

"L'ho notato"

Cinguettò, avvicinandosi al viso tirato di Sakura, prendendo con delicatezza il suo mento tra le dita affusolate.

"Ma adesso ti metto un po'in sesto eh?"

In altre occasioni la rosa avrebbe probabilmente spezzato quella mano, ma, in fondo , pensò che era stata gentile, e in quel momento aveva seriamente bisogno di una sistemata,al che  si ritrovò ad annuire con un mezzo sorriso.
La lasciò procedere come meglio credeva, accettando qualsiasi cosa volesse spalmarle in faccia.

"Com'è andato il primo giorno?"

Si decise ad avviare la conversazione, cercando di sembrare più amichevole del giorno prima.

"Bene credo"

Fece un attimo di pausa  per sistemarle meglio il correttore per le occhiaie, per poi passare al fard.

"Non mi hanno fatto fare nulla di che, al momento mi hanno fatto fare nulla di più che cambiare qualche benda"

Disse la bionda facendo spallucce.
Sakura si sentì profondamente sollevata, aveva paura che potesse essere stata mandata dai mutilati, o in obitorio.

"Fatto!"

Esclamò Ino, facendo voltare la rosa verso lo specchio.

"Cavolo, era da tanto che non mi truccavo così bene"

Sussurrò la rosa , constatando che, l'oramai amica, aveva fatto davvero un ottimo lavoro.

"Allora? Ti piace?"

Chiese quest'ultima con una strana luce negli occhi.

"Si, sei stata brava"

Le sorrise la rosa, un sorriso di quelli  che durante la guerra erano duri a sbocciare.

-    -    -    -    -    -     -    -    -    -     -     -     -   

Il generale si svegliò di soprassalto, la gamba pulsava ancora terribilmente.
Cercò di riordinare i ricordi, ma erano talmente confusi da credere di essersi immaginato un angelo con i capelli rosa.

«Doveva per forza essere un angelo con quella voce melodiosa»

Gli sussurrò una voce nella sua testa, che scacciò con un gesto nella mano, quasi fosse una mosca fastidiosa.
Si vergognò profondamente della sua immaginazione, in fondo non era neppure credente.
Cercò di rimettersi seduto , ma un senso di nausea lo colpì dritto allo stomaco, costringendolo a sporgersi dal letto per vomitare.
Prontamente un catino si fece strada sotto alla sua bocca prima di combinare un disastro.
Finite le scosse dei conati alzò gli occhi, sperando di incrociare quelli dell'angelo dei suoi pensieri , ma con disappunto vi trovò solo il muso di Naruto, il suo vice.

"Bensvegliata principessa!"

Cinguettò il biondo in un falsetto imbarazzante.

"Non preoccuparti, mi hanno detto che la nausea è normale dopo l'anestesia"

I ricordi lo colpirono come un fulmine a ciel sereno, dovevano amputargli la gamba.
Un secondo round di conati gli risalirono nella gola, costringendolo a ripiegarsi sul secchio al lato della branda.

"L-la mia gamba"

Riuscì a dire tra uno spasmo e l'altro, incapace di guardare egli stesso, col terrore di non trovarla più li.

"Ah, l'operazione è andata bene, la dottoressa è stata davvero in gamba sai?
Le ho fatto da assistente!"

Sasuke si ritrovò a volgere uno sguardo accigliato nei confronti di quel Baka che si ritrovava come compagno, che in quel medesimo momento sorrideva a trentadue denti.
Trovato il coraggio, il comandante fece scivolare l'occhio su quella gamba che non ci sarebbe dovuta essere, ma che con enorme stupore era ancora li.
Si lasciò scappare un lungo sospiro di sollievo, per poi lasciarsi ricadere con poca grazia sul cuscino.

"Tra un ora ti trasferiscono nell'ospedale di Berlino, così tra una settimana potrai iniziare la reabilitazione"

Spiegò il biondo.
Il moro annuì in silenzio.

"Và a preparare le mie cose"

Ordinò senza troppi complimenti, e dopo quelche protesta del Baka, questo uscì sbuffando qualcosa del tipo "mi tratti come uno schiavo", facendo inclinare le labbra del generale in un sorriso divertito .

_    _    _    _    _    _    _    _    _    _    _    _   

Uscita dalla metrò il viso della rosa venne brutalmente aggredito dal vento tagliente di Berlino.
Dopo un vago momento di shock e diversi brividi, strinse meglio a sé il borsone, avviandosi a passo stanco verso il ghetto dove stavano i suoi alloggi.
Arrivò all'entrata del quartiere e si mise in fila per il controllo documenti e la perquisa, attendendo pazientemente il proprio turno.
Ovviamente i soldati non si fecero problemi a toccare punti proibiti al sesso maschile, ma non poté fare altro che lanciare un'occhiataccia in direzione di quelle mani troppo curiose.
Perché se sei ebrea non hai neanche il diritto di reagire, così le avevano detto.
Così si mise a fissare il cielo, pallido come lei, in attesa che quella tortura quotidiana terminasse.
Stancamente si avviò ai suoi alloggi, chiudendo al meglio il cappotto per non far entrare troppi spifferi.
Le sue gambe stanche pregustavano già il tepore del letto, ma quando le si parò di fronte Tsunade, ancor prima della porta d'entrata, capì che anche quel giorno non si sarebbe potuta riposare.
La rosa le sorrise debolmente, i muscoli facciali ancora intorpiditi dal freddo.

"Bambina so che sei stanca, ma all'ospedale c'è un'emergenza e senza di me il reparto neonatale rimarrebbe scoperto.."

Le spiegò , guardandola con comprensione.
La rosa in risposta annuì, troppo stanca per protestare, e si avviò verso il pronto soccorso, al fianco della sua maestra.

_    _    _    _    _    _    _    _    _    _    _    _   

Sasuke, dal canto suo, di quel ricovero non sapeva che farsene.
Avrebbe voluto iniziare immediatamente con la reabilitazione, ma ogni qualvolta provava ad alzarsi, anche solo per andare in bagno, si ritrovava col vulo a terra.
Proprio in quel momento fece per ritentare con l'ennesima fuga dalla branda, quando Naruto lo bloccò lanciandoli la cartella clinica in fronte, facendolo ricadere rumorosamente sul cuscino.

"Teme! Te l'ho detto mille volte che devi riposare"

Disse il biondo recuperando l'arma .

"Non pensavo che per riposo intendessero gli arresti domiciliari"

Sbuffò il moro, provocando una risata da parte dell'amico.

"Il massimo che ti concedono le infermiere è visitare i corridoi dei reparti sulla sedia a rotelle, ma se proprio non vuoi rimanere a letto ti ci porto io!"

Urlò Naruto sorridendo, indicandosi il petto col pollice.
Sasuke dal canto suo non ci pensò due volte, meglio farsi fare da balia dal biondo che stare un minuto in più in quella stanza che puzzava di medicine.
Inforcata la sedia a rotelle, il biondo iniziò a spingerlo a velocità sostenuta per tutti i corridoi della clinica, beccandosi occhiatacce e rimproveri dall'intero staff medico.

"Dio baka, ma vuoi rallentare?
Non siamo al parco giochi"

Lo rimproverò con uno sbuffo non molto convinto, in fondo si stava giusto divertendo, ma non voleva certo essere cacciato a calci.
Dopo un breve battibecco Sasuke venne parcheggiato per punizione nel reparto neonatale , mentre Naruto si liquidò con la scusa di avere fame.
Si mosse un poco spingendosi con le braccia, maledicendo mentalmente il suo vice ingrato per averlo abbandonato lì.
Poco dopo si accorse che muoversi con la sua sola forza dei bicipiti era davvero faticoso, si accostò quindi al lato della porta a vetri che lo sparavano dai neonati.
Un pianto acuto gli perforò un orecchio, facendogli tremare pericolosamente la palpebra dal fastidio.

"Perfetto"

Sussurrò.

"Ecco qualcuno più rumoroso del baka"

Ma come era iniziato, quell'urlo fastidioso finì, lasciando spazio a una voce melodiosa, che pian piano diede vita ad una melodia a lui famigliare.
Sgranò gli occhi, fissando con incredulità la donna che cullava con dolcezza uno dei neonati mentre gli cantava una ninna nanna, quella ninna nanna.
Probabilmente la rosa si sentì osservata, perché alzò lo sguardo dal viso del bambino, facendo incontrare i suoi grandi occhi verdi in quelli così diversi del generale, che non osava interrompere quel contatto.

"L'angelo"







 

Bayushki bayu* è una ninna nanna popolare russa, mi è sembrata molto adatta dal momento che parla di una madre che attende  il figlio mandato in guerra.

La traduzione di Bayushki bayu è letteralmente il movimento delle braccia della madre mentre culla il figlio.

Ps scusate la lentezza, ho avuto diversi impegni e non ho potuto pubblicare prima, spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto 🌵

La vostra cactussassy

 
   
 
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