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Autore: effy_14    03/07/2018    3 recensioni
" La memoria del dottore era stata onorata, la ragazza che aveva soccorso stava sempre meglio e lui, beh lui era ufficialmente diventato un pirata."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chopper, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!!
Come state?? =)
Eccomi qui con una storia che ho in cantiere già da un po’ e che finalmente mi sono decisa a portare avanti, sperando che vi piaccia.
Il protagonista sarà il nostro piccolo medico di bordo, partendo dal passato, fino ad arrivare ad ora, ma lo ZoNa sarà sempre super presente.
Come sempre la lettura può essere fatta su questa singola raccolta senza problemi, ma io consiglio anche la conoscienza di tutte le altre mie storie.
Per chi non lo sapesse, infatti, tutte le mie pubblicazioni possono essere considerate come una specie di puzzle che, una volta unito tutto, forma la mia visione della storia di Zoro e Nami, rimanendo sempre il più possibile fedele al manga.
Dopo tutta sta spataffiata vi lascio alla lettura e vi ringrazio in anticipo per qualsiasi commento volgiate lasciare, ma anche solo per aver letto.
Buona giornata
 
Effy
 
 
 
 
Si trovava nella stanza già da qualche minuto, eppure non era ancora riuscito a muovere passo.
Non che il posto fosse brutto, anzi, sembrava accogliente al punto giusto e quello che diceva di chiamarsi Usupp gli aveva fatto un bello spazio per le sue cose.
Eppure non riusciva a muoversi. Forse perché ancora non aveva ben realizzato che cosa era successo in quel giorno che era cominciato come tanti altri e finito in un modo che lui, nemmeno nei suoi sogni più proibiti, aveva immaginato.
La memoria del dottore era stata onorata, la ragazza che aveva soccorso stava sempre meglio e lui, beh lui era ufficialmente diventato un pirata.
Spinto da quella consapevolezza si ridestò dal suo stato di blocco e poco alla volta iniziò ad ispezionare la stanza.
C’era il chiaro odore del cecchino, un pochino pungente ma sicuramente rassicurante.
Mise tutte le sue boccette nell’angolo indicato dal ragazzo, vicino a dei barili di Rum. Non era un vero e proprio studio medico, era solo il loro ripostiglio, non che sala cannoni, ma a lui piaceva proprio perché poteva mettere le sue cose insieme a quelle degli altri, senza sentirsi escluso.
 
La giornata passò tranquilla, finito di sistemare i suoi attrezzi andò nella sua nuova stanza, che avrebbe condiviso con gli altri membri della ciurma, per poter capire dove e quale sarebbe stato il suo posto e fu li che cominciò ad agitarsi.
Durante le prime ore di viaggio, quando ancora erano vicini alla sua isola e quindi avvolti dal tempo gelido, ciò che avevano fatto era stato chiudersi nella cucina e chiacchierare tra di loro, stabilendo i piani di azione e presentandosi meglio.
Li, la piccola renna aveva potuto studiare meglio quei nuovi compagni d’avventura, classificali, per così dire, in base a ciò che lui, in quando “animale” riteneva più importante: il loro odore.
C’era il capitano: con il suo odore di cibo misto gomma, che però gli portava allegria alle narici.
C’era il cecchino: che sapeva di polvere da sparo e spezie, ma che gli infondeva fiducia e tranquillità.
C’era Sanji: con il suo costante profumo di pietanze prelibate, misto alla colonia da lui usata, che gli faceva immaginare il profumo che ci sarebbe dovuto essere in una casa comoda ed accogliete, piena di qualcuno che si prende cura di te, ma non con le medicine, come nel suo caso, ma con il cibo.
C’era Vivi: che sapeva di regale lontano un miglio. Si avvertiva subito il suo buon cuore e la sua gentilezza, nessun dubbio che fosse una principessa.
C’era Karl: beh Karl sapeva di anatra, anche se di una specie forte e tenace.
Poi, in fine, c’era il profumo che gli era piaciuto più di tutti: quello di Nami.
L’aveva sentito subito, quando malata l’avevano portata al suo studio, era qualcosa di dolce ed aspro allo stesso tempo, proprio come lei. Aveva faticato non poco a capire a cosa si potesse collegare una tale fragranza, ma non appena salito sulla nave, dopo aver individuato le piante che vi erano coltivate, un fulmine lo aveva colto: mandarino. Nami era mandarino!
Non c’era stato bisogno di chiedere informazioni sul perché quelle piante fossero li, lui già aveva capito tutto. E come un mandarino si era rivelata di essere, con una scorza aspra fuori, da far quasi paura ogni tanti, ma dolce e morbida dentro.
Ancora non sapeva che per la maggior parte del tempo ne avrebbe avuto paura, e nemmeno gli importava in qual momento, perché tanto lui aveva capito, forse prima di tutti i presenti, che lei dentro era buona e gentile.
Riformulò quel pensiero nella sua testa, più per tranquillizzarsi che altro, ma nulla serviva per sciogliere i suoi piccoli nervi.
Stava sistemando la sua coperta quando nella stanza aveva fatto il suo ingresso Zoro e il suo odore.
Si perché era stato quello a mettere in agitazione il piccolo Chopper, quel sapore di Rum, ferro e sangue, che caratterizzava lo spadaccino della ciurma e che a lui faceva venire i brividi.
Conosceva la fama del famoso “Cacciatore di Pirati” e questo poco lo rassicurava.
-Ti hanno messo qui a dormire? – aveva chiesto il ragazzo con quel suo solito tono burbero.
-S-si, p-perché?N-non va b-bene?P-posso cambiare. - aveva trovato il coraggio di rispondere la renna, balbettando tremante.
-No no nessun problema, quella sotto è la mia. –
Oh beh, di bene in meglio, pensò il piccolo medico, avrebbe dormito sopra la sua testa tutte le notti dei giorni a seguire, uguale: non avrebbe dormito.
Lo vide buttarsi sulla sua amaca e chiudere gli occhi, tenendo sempre una mano ben salda alle sue spade, quello fu il segnale che lo convinse ad uscire in fretta da quella stanza.
 
Con il fiato corto, nemmeno avesse percorso chissà quanta strada, si ritrovò sul ponte, con il sole a scaldargli la pelliccia.
Cercò di regolarizzare il respiro e di riordinare le idee. Non poteva farsi prendere dal panico ogni volta che il verde gli rivolgeva la parola, o avrebbe capito tutto, arrabbiandosi e decidendo di farlo fuori. No, ok, forse stava esagerando. Un sospiro di esasperazione gli usci dalla piccola bocca. Doveva risolvere la situazione. Si sedette a terra, accanto alla botola dalla quale era uscito, e cercò di riordinare le idee.
Tutti i membri della ciurma erano buoni e gentili, nessuno aveva cattive intenzione verso i proprio compagni, quindi di conseguenza, visto che anche lui faceva parte della ciurma, poteva ritenersi più che tranquillo. Tutti si volevano bene, tranne l’antipatia tra, appunto, spadaccino e cuoco. E se fosse stato antipatico anche lui al verde?!? Più ragionava, più la paura aumentava, così non andava!
Decise di chiedere consiglio ad Ussup, ma quello che ottenne fu scoprire che, non solo le storie che circondavano la figura dello spadaccino erano tutte vere, ma che ce ne erano di peggiori, e che, nonostante il coraggio del “Potente Capitano Usoop”, anche lui temeva le ire del compagno.
Se solo avesse saputo che il cecchino era un fifone su tutto sicuramente sarebbe stato meglio, ma di questo, il nostro piccolo amico, non ne era ancora al corrente.
 
Era ormai calata la sera e, tra una chiacchera ed un gioco, la mente del dottore si era rilassata e quasi dimenticata di tutte le sensazioni provate durante la mattina appena passata.
Zoro non si era più fatto vedere, nemmeno per cena e lui non aveva più pensato a nulla, invaso dall’allegria che la sua nuova famiglia sprigionava.
Dopo cena, insieme ad Rufy e Vivi, erano finiti sul ponte ad osservare le stelle, uno spettacolo meraviglioso, poco dopo a loro si erano uniti tutti, tutti tranne Nami.
Si alzò per andarla a cercare per essere sicuro che stesse bene, le sue condizioni fisiche non si erano ancora del tutto stabilite, anche se nel pomeriggio l’aveva visitata  e tutto andava bene, decise che una seconda visita non sarebbe stata di troppo.
La cercò in cucina, ma senza successo. Tornò sul ponte per vedere se fosse uscita e, nell’aggirare la sala riunioni, si ritrovò nel suo agrumeto. La vide di spalle, da dietro un albero, e ,felice per averla trovata facilmente, fece per richiamare la sua attenzione.
Le parole però non uscirono mai dalla sua piccola bocca. Si ritrovò invece bloccato nella stessa posizione per diversi minuti, occhi fissi sulla scena davanti a lui.
Nami non era sola, con lei c’era Zoro e sembrava proprio che stessero litigando…
 
 
 
 
 
   
 
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