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Autore: Feriya    06/07/2018    0 recensioni
Izuku si risveglia in una foresta ricordando solo il suo nome. Guidato dalle luci del vicino villaggio, cerca di rivolgersi agli abitanti, ma nessuno sembra udirlo, o vederlo. Non è vittima di qualche strano scherzo, si rende presto conto di essere diventato un fantasma. In preda allo sconforto decide di tornare nella foresta dove tutto ha avuto inizio. Qui incontra un misterioso ragazzo, con una cicatrice sul volto, che non solo riesce a vederlo, ma sembra sapere molte cose su di lui. Izuku riuscirà ad ottenere delle risposte?
Au in cui Izuku è un fantasma e Todoroki un vampiro. Sarà una storia piena di fluff e feels, enjoy. Il titolo proviene dall'omonima canzone del musical Il Fantasma dell'Opera.
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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" Essere un fantasma non è poi cosi male" Izuku continuava a ripeterselo, guardando intorno come se tutto fosse nuovo per lui. Ed effettivamente lo era, tutto ai suoi occhi sembrava sconosciuto, e allo steeso tempo nostalgico. Si era svegliato in in bosco illuminato solo dalla luce della luna, senza neache un ricordo, le uniche parole stampate nella sua mente erano un nome e un cognome: Izuku Midoriya. Poichè erano stranamente familiari aveva supposto appartenessero a lui. Cercando delle risposte si era avviato fuori dal bosco scorgendo in lontanza le luci di un villaggio. Era cosi concentrato in quella ricerca che non aveva assolutamente notato che i suoi piedi non toccavano terra. Il primo indizio lo aveva ricevuto da un abitante del luogo che correndo, lo aveva letteralmente attraversato. Per la cronaca, non è assolutamente una bella sensazione, era come se fosse stato diviso a metà. Rabbrividendo, era rimasto a fissare un punto nel vuoto davanti a sè. Forse si trattava di un'allucinazione? Il freddo del bosco, poteva avergli causato una febbre? Si portò una mano alla fronte, convinto di sentirla scottare, ma non sentì nulla, tranne che un gran freddo. Cercò allora di chiedere informazioni ad un'altra persona, ma quella continuò per la sua strda come se non lo avesse visto. Fu in quel momento che inizò a capire: non lo aveva visto perchè era invisibile. E quali creature sono invisibili, e prtaticamente nessuno può udirle? La risposta giunse alla sua mente, velocemente come le lacrime. Era diventato un fantasma. Era perso, senza indizi, e non c'era nessuno in grado di aiutarlo. Quello che faceva più male però, era non avere ricordi. Perchè era diventato così? Aveva dei genitori? Cosa avrebbe dovuto fare?. Cercò di fermare le lacrime, ma sentì solo un freddo vuoto dentro di sè, cosa che le fece scendere più copiose. Spostando lo sguardo annebbiato per il villaggio, cercò dei lati positivi, almeno uno, per recuperare un pò di speranza. Forse, si disse, avrebbe potuto diventare il fantasma di quel villaggio, e spaventare le persone. Sorrise, scuotendo la testa, non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere a degli onesti cittadini. Si avvicinò alla parete di un edificio, cercando di schiarirsi le idee, e si trovò all'interno di esso, senza che avesse attraversato ne una porta, ne una finestra. Bene, poteva passare attraverso le pareti, questo poteva rivelarsi un trucchetto interessante, che gli riportò il sorriso. Si guardò intorno, vedendo mobili e candele accese. Era entrato in un'abitazione e ne sarebbe uscito quanto prima, tuttavia sentì una persona piangere, e non potè fare a meno di fluttuare verso quel rumore. La scena che vide gli spezzò il cuore, e fece tornare le lacrime: una donna era seduta vicino al focolare e piangeva disperata, stringrndo qualcosa nelle mani. Izuku non vide bene, forse era un ritratto, ma non volle indagare oltre, si era già abbastanza  intromesso nella vita altrui. Dunque fluttuò fuori, e lasciò la donna dai lunghi capelli verdi a piangere da sola. Cercando di togliersi quell'immagine dalla testa, lasciò vagare lo sguardo sul villaggio, arrivando ad un'amara conclusione. Lui non apparteneva a quel luogo, non apparteneva neanche a questo mondo, e rimanendo non avrebbe trovato nessuna risposta. Sospirando decise di tornare nel bosco, non era sicuro di poter trovare qualcosa di utile, ma lì era iniziato tutto e valeva la pena tentare. Mentre si incamminava, anche se i suoi piedi non toccavano terra, continuava a ripetersi come un mantra ed altra voce, che essere un fantasma non era poi così male, anche se per il momento quelle parole non avevano esercitato un grande effetto. Si addentrò nel bosco, senza una meta precisa, non avendo la più pallida idea di dove si fosse risvegliato, il bosco sembrava tutto uguale. Dopo quelle che sembrarono ore, ma il buio del bosco potrebbe aver alterato le sue percezioni, sentì un rumore. Qualcosa o qualcuno si stava muovendo. Poteva trattarsi di un animale selvatico, ma decise di seguire quel rumore; non era affatto spaventato, d'altronde nessuno avrebbe potuto vederlo e fargli del male. Ma non era un animale la fonte del rumore, bensì un ragazzo, che si muoveva agile nel buio, come se stesse passeggiando in pieno giorno. Izuku lo osservò, l'altro aveva un lungo mantello, e i capelli di due colori diversi, metà bianchi e metà rossi. Si chiese cosa ci facesse nel bel mezzo del bosco a notte fonda. Era molto lontano dal villaggio, possibile che si fosse perso? Eppure sembrava totalmente a suo agio in quel luogo, come se lo conoscesse bene. Tuttavia sembrava vagare senza una meta, gli occhi rivolti all'orizzonte. Notò che sembrava triste, e stanco, ma poteva essere solo una sua impressione. Continuò a fissarlo, convinto di essere protetto da un'assoluta invisibilità, ma l'altro come se avesse percepito la sua presenza, voltò lo sguardo nella sua direzione. Non appena lo vide sbarrò gli occhi come se fosse spaventato, o come se  non si aspettasse di trovarlo lì. Izuku non sapeva bene come comportarsi. Lo avrebbe sentito se gli avesse parlato? Si torse le mani chiedendosi cosa fare. Non era nenache del tutto sicuro che stesse guardando lui,  finora aveva incontrato persone che non riuscivano a vederlo, ma quel ragazzo continuava a fissarlo. Senza muovere un passo, finalmente pronunciò delle parole, ma in modo così flebile che Izuku dovette sforzarsi per sentirle. " I-izuku sei prorio tu? Sei tornato per perseguitarmi?". La voce era spezzata, pensò di averlo sapventato, ma si accorse anche che aveva pronunciato il suo nome. Non voleva far fuggire l'unico indizio che aveva trovato, dunque si affrettò a rispondere, sperando che potesse sentire le sue parole. " Non sono quel genere di fantasma, non sono qui per spaventarti, mi dispiace se l'ho fatto. Sei l'unico in grado di vedermi, e che mi ha riconosciuto, quindi vorrei chiederti delle informazioni, se non ti dispiace, perchè oltre al mio nome, non ricordo nulla". Aveva parlato talmente veloce che probabilmente le sue parole dovevano risultare incomprensibili. Si era già scordato come pronunciare un discorso sensato? Come prima impressione non era stata delle migliori, e se i fantasmi potevano arrossire, in quel momento doveva risultare paonazzo. Ma l'altro lo guardò sorridendo, ma in modo così triste che per poco Izuku non riprese a piangere. " Certo che ti vedo, per una volta sono grato delle mie capacità... Ma se non ricordi nulla dovrò spiegarti tutto. Certo è naturale che non ricordi, è stato un evento traumatico..." Era come se parlasse con se stesso, Izuku non riusciva a seguire le sue parole, ma si rese conto di aver trovato qualcuno che lo conosceva bene. Notando la sua espressione perplessa, contunuò: " Scusami sarai confuso, prometto che ti spiegherò ogni cosa, sono solo molto felice che tu sia tornato". Accompagnò le utime parole con un sorriso abboazzato, che provocò in Izuku una strana sensazione di nostalgia, di qualcosa che aveva visto e visto più volte, che aveva apprezzato profondamente. Si sentì un idiota a non ricordare nulla di una perona che sembrava conoscerlo tanto bene, si chiese che relazione li legasse, ma non ebbe il coraggio di chiederlo.
"Mi spiace, sembri sapere molte cose su di me, ma non ricordo neppure il tuo nome, anche se " Si interruppe, che razza di protagonista da romanzo sarebbe sembrato, se avesse detto che quell'accenno di sorriso gli ricordava qualcosa?  " Anche se il tuo viso, non mi sembra del tutto sconosciuto". L'altro continuò a fissarlo, come se avesse paura che potesse scomparire da un momento all'altro. Sembrò volersi avvicinare, ma si fermò dopo un passo, sospirando profondamente.
" Bene, ne sono felice". Ma il suo tono di voce, e il suo sguardo erano molto lontani dall'esere felici. Izuku si chiese se avesse fatto qualcosa di sbagliato, stava per parlare, qunado il misterioso ragazzo aggiunse " Parlare qua fuori al freddo non è l'ideale, fra  poco arriverà l'alba, meglio che rientriamo". Non capiva come l'alba potesse rappresentare un pericolo, ma annuì e fluttuò più vicino all'altro, che si era già voltato e incamminato nel bosco. Non osò avvicinarsi troppo, aveva paura di turbarlo, o renderlo ancora più triste. Si dispiacque molto che la sua presenza avesse questo effetto, e per un momento meditò di andarsene.Come se l'avesse sentito, la sua guida parlò
" Puoi avvicinarti, non ti farò nulla". Iniziò a pensare che quel ragazzo potesse leggere nella mente.
 " Non avevo dubbi, non sembri una persona cattiva " lo disse con leggerezza, ma ci credeva davvero. L'altro si volto a guardarlo , un epressione mista di tritezza e nosatlgia. " Anche in versione fantasma non sei cambiato nenache un pò", continuò a camminare senza aggiungere altro. Izuku ci capiva sempre meno, ma interpretò la frase come un complimento, ma non potè aggiungere altro perchè giunsero di fronte ad un castello, che lo lasciò senza parole. Era un catello vero, come quelli che si vedono nei libri, con tanto di torri e ponte levatoio. " Wow sembra il castello di un principe!".
" Mi spiace deluderti, ma sono ben lontano dall'essere un principe". Non capì se si trattava di una battuta, ma dal tono realizzò che probabilmente parlava seriamente. Avrebbe voluto aggiungere che non ci credeva, dall'aspetto e dai modi sembrava un principe, ma si morse la lingua pur di non pronunciare quelle parole. Che cosa gli stava succedendo? Perchè continuava a pensare a complimeti e frasi imbarazzanti? Sperò vivamente di non poter arrossire. Intanto l'altro aveva aperto una piccola porta su un fianco dell'edificio, e invitò Izuku ad entrare. Aprrezzò quel gesto che lo fece sentire umano, anche se poteva attraversare i muri senza problemi. Ma questo fu un dettaglio che non pronunciò. Salirono delle scale a chiocciola che li portarono in una sala enorme, adornata con un camino intorno al quale erano disposte delle potrone. In reltà nella sala non c'era molto altro, oltre ad un lungo tavolo in legno ad un lato della stanza. Il fuoco era acceso e scoppiettava nel camino, e per un momento ricordò ad Izuku la donna che piangeva. Scosse la testa per dimenticare quell'immagine, e si avvicinò al camino. Prcepiva un leggero calore, ma il fuoco era così rilassante che avrebbe potuto fissarlo per ore. Anche l'altro si avvicinò, fissando il fuoco. Sembrava immerso nei suoi pensieri, e Izuku non voleva disturbarlo. Osservandolo alla luce del fuoco notò che anche i suoi occhi erano di due colori diversi. Il volto era molto pallido, esageratamente in confronto con quelli degli abitanti del villaggio. Una cicatrice risaltava su quel pallore. Non poteva fare ammeno di osservarlo, ma non perchè fosse impressionato, trovava quelle caratteristiche molto interessanti. Ma poichè non era educato fissare in quel modo le persone, tornò a concentrarsi sul fuoco. Mentre gurdava le fiamme danzare, riflettè sulle parole che poco prima quel ragazzo aveva pronunciato nel bosco. L'alba, e quindi il sole non erano di suo gradimento. Era molto pallido rispetto alle perone che aveva incontrato fino ad ora, si muoveva perfettamente nel buio, e probabilmente leggeva nel pensiero. Tutte quste abilità, decisamnete fuori dal comune portarono Izuku a pensare che il ragazzo che gli stava accanto fosse una creatura soprannaturale, probabilmente un vampiro. Non provò un briciolo di paura, anzi fu grato di aver trovato una creatura del genere. Senza di lui avrebbe continuato a vagare da solo nel buio per l'eternità. Si voltò di nuovo verso l'altro e chiese " Sei un vampiro, giusto? È per questo che prima hai parlato di abilità". Non sapeva se fosse la cosa giuta da chiedere, ma era una domanda spontanea.
Ricevette una risposta immediata " Si, anche questa volta sei stato molto perspicace, e vedo che non hai pura." Non c'era biasimo nel suo tono, quasi divertimento.
 "Il mantello è un indizio molto eloquente. Comunque non c'è nulla di cui aver paura. Non lo dico solo perchè sono invisibile, e non puoi farmi nulla, ma ribadisco che non trovo nulla di pericoloso in te". Di nuovo il sorriso triste " Sei il solito ingenuo che crede di vedere del bene in tutte le persone ..." Non sembrava una critica, e Izuku pensò che fosse una splendida capacità, e ringraziò silenziosamente che gli venisse attribuita.
" Per quanto vorrei continuare a parlare con te, il cielo sta diventando pericolosamente chiaro, non voglio diventare cenere proprio ora che posso rivederti". Izuku non seppe come rispondere, percepì sollievo in quelle parole, e dimostravano che il ragazzo misterioso era molto affezionato, quindi si limitò ad annuire.
 " Ti prego, ti prego di non uscire dal castello, ogni stanza è a tua disposizione. Non considerarmi una sorta di tiranno, non vorrei che ti perdessi. Avremo tutta una notte per poter parlare, ti chiedo di avere un pò di pazienza." c'era urgenza in quelle parole, specialmente in quella supplica, che ad Izuku scaldarono il cuore. Era bello che qualcuno si preoccupasse così per lui.
" Non ti preoccupare,  non penso affatto che tu sia un tiranno. In ogni caso non ho un luogo dove andare, sono più che felice di rimanere qui". Sorrise per rendere le sue perole più efficaci. " D'accordo " allungò una mano come se volesse sfiorare il volto del ragazzo fantasma, ma la ritirò subito, come realizzando improvvisamente che il suo interlocutore era invisibile. Si limitò a guardarlo negli occhi, così intensamente, che Izuku si sentì avvampare, ma cercò comunque di non distogliere lo sguardo. " Scusami, volevo accertarmi di non star sognando. Buonanotte". Izuku non ebbe modo di replicare perchè l'altro gli voltò le spalle, e si incamminò per la scalinata. Rimase da solo nella grande sala, con il solo rumore del fuco, le guance in fiamme, e il cuore che batteva all'impazzata. Ma per questo ultimo sintomo non era sicuro, forse se lo stava immaginando. Respirò profondamente, fluttuando per la stanza, e cercando di scrollarsi di dosso quella sensazione, che non era esattamente sgradevole, ma lo faceva cadere nella confusione più assoluta. Quello non era uno sguardo qualunque, era uno di quegli sguardi riservati alle persone importanti. Questo significava che era una persona molto, molto, importante per l'altro? In tutta quella confusione si era dimenticato di chiedergli il nome, si ripromise di farlo come prima cosa, la notte successiva. Forse stava esagerando e immaginando tutto.



  
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