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Autore: MidnightRavenKuro    07/07/2018    1 recensioni
Il destino non lascia nessuno da solo.
Una giovane anima, tra le pieghe del tempo trascorso nella Soul Society, verrà a patti con un segreto celato al mondo da ricordi di una vita terrena che non sono mai riaffiorati prima,ricordi che potrebbero mettere alla prova l'amore e l'affetto che scorre tra lei e coloro che hanno scelto di starle accanto
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Isane Kotetsu, Nuovo personaggio, Rangiku Matsumoto, Retsu Unohana
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Will of steel
 
Sai, in quei giorni volevo davvero tranciare del tutto i ponti con il passato. La mia vita era cambiata, era infinitamente migliore, eppure sentivo che qualcosa ancora mi teneva legata a quel distretto. A quelle persone. Ancora non lo sapevo, ma da qualche parte dentro di me c'era la chiave di tutto quel che mi stava succedendo.
 
~X~
 
Nei giorni seguenti Kaede non parlò granché. Il motivo principale era che non sapeva cosa dire. Non poteva fare a meno di notare gli sguardi preoccupati del Capitano, ma non le veniva in mente nulla che potesse rassicurarla. Si era chiusa dietro una barriera di pensieri che neppure l'allegria di Isane riusciva a scalfire.
 
Kaede aveva notato l'abitudine delle due donne di incontrarsi a notte fonda, incontri nei quali non si immischiava. A volte le ascoltava parlare dalla sua stanza senza comprendere cosa si dicessero, fino ad addormentarsi, altre era così distratta da non accorgersi neppure della presenza della luogotenente all'esterno. Il chiodo fisso che più non la lasciava in pace era quella voce che aveva sentito. Era certa di non conoscerla, eppure era nella sua testa. Non ne sarebbe mai venuta a capo. Ripensava a ciò che Isane le aveva detto sulle vite passate e formulava ipotesi. Magari era una persona che aveva conosciuto prima di morire e rinascere, in chissà quale vita, e per qualche motivo riusciva a ricordarla un minimo. Era l'idea più plausibile.
 
Aveva passato settimane nell'apatia, leggendo libri e facendo lavori di casa per il Capitano, finché la metà di Giugno venne a bussare alla porta. Nonostante le piacesse occuparsi del posto in assenza di Unohana era stanca di stare in casa a rimuginare, quindi le fece una richiesta.
 
- Vorresti una commissione? Come mai? - le chiese Retsu aggrottando la fronte.
 
- Uhm… vorrei girare un po' il Seireitei per memorizzare le strade ed altre cose. Dove sono i negozi, conoscere posti. E pensavo che nel farlo potevo occuparmi anche di qualcosa di utile. - rispose lei, senza quasi alcuna emozione nella voce. Teneva le mani in grembo e i capelli legati in maniera un po’grossolana ma tutto sommato accettabile. Non guardava il Capitano direttamente. Sembrava che il legno delle assi del pavimento fosse diventato all’improvviso molto interessante.
 
- Capisco. Quindi vorresti sapere cosa mi serve. Vediamo… - Unohana ci pensò su un attimo.
- Mi servirebbe della stoffa viola e rocchetti di filo dello stesso colore. E...un set di aghi di diverse grandezze. Puoi trovare queste cose all'emporio di Saki. - Frugò nelle tasche interne dell’Haori mentre la rossa si appuntava mentalmente ciò che serviva. Tirò fuori un sacchetto di Kan* e lo porse a quest'ultima.
- Questi dovrebbero bastare. -
 
Kaede prese il sacchetto e lo mise in tasca. Fece un piccolo inchino e fece per andare via, quando il Capitano la fermò. Le fece segno di girarsi e le sciolse improvvisamente quella coda malfatta.
 
Ma...Capitano, ci ho messo venti minuti per…
 
Con una manualità fenomenale cominciò a dividerle i capelli in ciuffi. Kaede si chiedeva cosa stesse facendo e cosa non andasse nella coda che si era fatta prima. Unohana iniziò a intrecciarli, velocissima. Era evidente che quella rapidità derivasse dalla pratica fatta con la sua treccia frontale.
 
- Oh, ho finito. - disse. Tempo zero. Kaede sfiorò la treccia nuova di zecca che adesso le cadeva sulla spalla. Sembrava che avrebbe retto duro senza sgualcirsi per un bel po’.
 
- Ehm, grazie... - rispose goffamente la rossa. -
 
- Di niente. Quella coda era inguardabile. Senza offesa. - Unohana rise e Kaede avvampò. - Stasera ti insegno, non preoccuparti. -
 
Kaede fece segno di assenso e al Capitano sembrò che stesse per ridere anche lei. Ciò però, con suo dispiacere, non accadde.
 
~X~
 
Chiedere informazioni alla gente non era difficile. La parte difficile era resistere dal puntare la sua kodachi alla gola di quelli che la guardavano dall'alto in basso, probabilmente chiedendosi chi fosse e da dove fosse venuta. Queste persone in special modo fissavano i suoi capelli. Evidentemente non c'erano molte persone con quel colore in testa in giro.
In ogni caso, ci aveva messo un'oretta buona ma era riuscita a capire più o meno dove fosse l'emporio. Il Seireitei era enorme.Rispetto alla sua posizione attuale era proprio alla fine di una lunga strada deserta. Quel giorno non c'era molta gente fuori.
Mentre camminava avvertì una sgradevole sensazione, un brivido che le percorse la schiena come un veloce serpente. Udì un fruscìo provenire da un grande albero e si girò di scatto, però non vide nulla. Forse lo aveva immaginato. D’altronde la mente le giocava brutti scherzi già da un po'. Riprese a muoversi ma subito dopo udì di nuovo un fruscìo ed un tonfo dietro di lei. Strinse i pugni. Con un certo nervosismo voltò il corpo verso ciò che l'attendeva.
 
Vide una ragazza dagli occhi affilati e del colore di una nuvola temporalesca. Aveva capelli neri dal taglio particolare. Era piegata sulle ginocchia, una mano posata per terra per tenersi in equilibrio. Aveva una divisa peculiare, priva di tessuto sulle spalle ed apparentemente anche sulla schiena. Era sicuramente una Shinigami. Il suo corpo era sottile ma compatto, e qualunque cosa di lei trasudava una durezza pari a quella dell'acciaio. Aveva lo sguardo più tagliente che Kaede avesse mai visto, ed era puntato dritto verso di lei, come se avesse fatto qualcosa di imperdonabile. Il suo istinto le comunicava di fuggire il più velocemente possibile ma non volle dargli retta, decidendo invece di non farsi intimidire da quella sconosciuta. Era nel Seireitei, non avrebbe dovuto esserci nessun pericolo, no? Sostenne il suo sguardo mentre la ragazza si rimetteva in piedi e si avvicinava a lei lentamente. Aveva lo stesso passo di un giaguaro che punta la sua preda.
Si fermò senza proferire parola alcuna, ad una distanza di qualche metro dalla rossa. La tensione nelle spalle di Kaede era incalcolabile. Chiunque fosse la persona che aveva davanti le  incuteva un timore folle. Deglutì ma non volle abbassare gli occhi. Chi era lei?
 
- Kinoshita. - disse, facendo sussultare la giovane.
 
- Chi sei? Come fai a sapere chi sono? - le chiese, cercando di non far tremare la voce e di mantenere il respiro stabile.
 
- Si sente tanto parlare di te, sai... - Rispose lei senza calcolare la sua domanda. - Dicono che hai messo in fuga un Hollow, tutta sola. Senza il minimo addestramento e disarmata. -
 
Di nuovo. Aveva tirato fuori anche lei l'argomento. Kaede cominciava a seccarsi di questa storia. Le voci su di lei ancora non si erano fermate? E dire che era passato del tempo. Pensò che assecondare quella sconosciuta l'avrebbe aiutata a scrollarsela di dosso, così come quella orribile sensazione, e così fece. Era anche curiosa di vedere dove volesse arrivare.
 
- È vero. Non so neanche io come ho fatto. Chi mi ha visto dice che ho emanato una potente onda di Reiatsu, ma io all'epoca non sapevo neanche cosa f… -
 
- Balle. - La interruppe la spaventosa ragazza con quella voce profonda e cupa. - Tutte balle. -
 
Kaede sgranò gli occhi. Non solo se ne era spuntata dal nulla, iniziato un discorso che era ormai stato trito e ritrito, ora la accusava anche di mentire?
 
- Nessuno ci garantisce che tu sia chi dici davvero di essere. Vieni da un quartiere del Rukongai semipopolato, nota tana di malviventi e assassini, non portando con te altro che un nome e una storia assurda. Per quanto ne sappiamo potresti essere un pericolo per tutti, specialmente con il Reiatsu che devi possedere se sei riuscita a fare una cosa simile. Potresti ammazzare Unohana o chissà chi altri nel sonno, o almeno provarci - qui fece una risata - e tentare di filartela. Perché dovremmo crederti? Sputa il rospo e dì chi sei davvero. -
 
Anche se gli anni con Katsuri l'avevano temprata Kaede stava per perdere la pazienza. Se ne era sentite dire tante, ma non che fosse una bugiarda. Quello non lo avrebbe accettato da nessuno, tantomeno da qualcuno con cui stava parlando da a malapena un minuto che stava mettendo in dubbio senza neppure conoscerla.
 
- Ascolta. Io non so chi tu sia, ed a quanto pare non hai intenzione di dirmelo, ma neanche tu sai chi sono. Io capisco la tua diffidenza, crescendo dove sono cresciuta io bisogna averne molta e verso chiunque, ma non mi pare il caso di sparare accuse verso di me solo perché non sono una Shinigami con un attestato o qualunque cosa voi diate all'Accademia. È vero, quel codardo è scappato quando il mio Reiatsu è involontariamente esploso, ma questo non mi rende una guerriera e tantomeno pericolosa. Non so neanche come si prende in mano una spada! Non sono un’assassina come tu sostieni. - Pronunciò quel fiume di parole con tanta di quella fretta che rimase a corto di fiato. La donna non sembrò mutare espressione.Prese il fodero della sua kodachi tra due mani. Come poteva dimostrare la sua innocenza se in primo luogo era sospettata per motivi che non trovava sensati?
 
Veloce come il vento la ragazza estrasse qualcosa e gliela puntò alla gola. Si era mossa così rapidamente che Kaede aveva fatto fatica a vederla. La punta di quel pugnale da lancio non le sfiorava nemmeno la pelle ma sentiva quest'ultima bruciare.
 
- Attenta. Se fai cose strane con quella non vedrai il tramonto. -
 
Kaede si era paralizzata. Troppi pensieri si accavallarono nella sua mente, come un maremoto che si abbatte contro una scogliera. E quella scogliera era il coltello che ora minacciava di toglierle la vita.
Considerò le proprie opzioni. Aveva una spada e poteva provare a difendersi, ma sarebbe stata stracciata in due secondi e soprattutto avrebbe dato un pretesto a quella donna per ucciderla. Poteva scappare, ma anche quella sarebbe stata come una prova di colpevolezza. Inoltre l'altra sicuramente conosceva bene lo Shunpo come ogni Shinigami, mentre lei no. L'avrebbe riacchiappata dopo neanche un metro.
Le erano rimaste due possibilità. E una delle due, quella più impensabile eppure stranamente appetibile, la spaventava più di colei che le stava davanti. Nella sua testa la sua voce urlava qualcosa di orribile.
 
Uccidila. Credimi, puoi farlo.
Uccidila. Ti sta minacciando.
Uccidila. Nessuno può fermarti.
Uccidila.
 
Strinse il fodero della spada. L'istinto continuava a gridare e Kaede stava per cedere. Era come se dentro di lei stesse combattendo contro lo specchio di sé stessa. Da una parte avrebbe  voluto ridurre in pezzi chi la stava minacciando. Dall'altra…
 
- Uccidere? - sussurrò. Inaspettatamente schiuse le dita e fece cadere a terra la kodachi, poi indietreggiò e si appoggiò contro il muro. Scivolò verso terra fino a trovarsi seduta. La donna la guardava incuriosita mentre ritraeva il pugnale.
 
- Non avrebbe senso se mi uccidessi… devo scoprire ancora troppe cose. Chi era quell’Hollow...mi cercava…uccidere? - Kaede si strinse nelle braccia, tremante.
 
Il suo farfugliare non era stato ben compreso dall'altra, la quale lo confuse per le conseguenze del panico in cui l'aveva gettata. La mora si piegò sulle ginocchia, un sopracciglio alzato ed un'espressione di sorpresa. Quella non era certo la scena che si era aspettata. Pensava di dover combattere contro questa straniera, dopo averla portata al limite e fatta cedere. Dopo averla fatta confessare. Ma a quanto pareva non c'era nulla da far confessare. Era rimasta un po' delusa, ma in fondo era sollevata che Kinoshita non fosse un pericolo, anche se non ne era ancora certa al cento per cento.
 
- Ehi. Guarda che non ti avrei ammazzato in mezzo alla strada. Fossi matta… sei sotto la supervisione di Unohana. - disse, il tono molto meno aggressivo rispetto a prima. Kaede si riprese dal suo momentaneo stato di confusione per guardarla. Ora le faceva molta meno paura rispetto a prima.
 
- Puoi dirmi chi sei? - le chiese, totalmente spenta.
 
- Mi chiamo Soifon. Sono il Capitano della Seconda divisione e capo dell’Onmitsukidō. -
 
...Capitano?
 
- Dai, alzati. - Soifon le tese la mano. Incerta la afferrò e quella forza estranea la tirò su senza fatica. Affermare che Kaede fosse confusa poteva essere considerato un eufemismo.
 
- So che sei confusa. Avrai delle spiegazioni a tempo debito. Ora purtroppo non ho tempo. - Con una pacca sulla spalla ed uno Shunpo Soifon scomparve, lasciandola sola, basita e sconvolta. Si chinò a raccogliere l'arma caduta per terra. Le sembrò di essere finita in qualche strano libro comico per l'assurdità della cosa.
 
Pochi secondi dopo una certa bionda luogotenente svoltò l’angolo della strada, trovandosi davanti una Kaede pallida come un fantasma. Sembrava di essere sul punto di vomitare.
 
- Kaede-chan! Cosa ti è successo? Hai la faccia di chi ha visto un morto! - Esclamò, precipitandosi a sorreggere la giovane, le cui gambe minacciavano di cedere di lì a poco. Pose il braccio sinistro di Kaede attorno alle sue spalle e col suo la afferrò. Il dolce e un po' pungente profumo della bionda investì le narici della ragazza, la quale rinsavì.
 
- Rangiku-san? -
 
- In persona. Dimmi. -
 
- Ci sono anche Capitani pazzi da queste parti? - farfugliò.
 
- Hah, Kurotsuchi di sicuro. Perché, chi hai incontrato? -
 
- Una pazza di nome Soifon… -
 
Raccontò alla luogotenente del bizzarro incontro avvenuto qualche minuto prima mentre percorrevano la strada. Il suo stomaco ancora si contorceva mentre l'adrenalina abbandonava il suo corpo.
Rangiku trattenne le risate più volte, ma una volta che Kaede ebbe finito non riuscì più a trattenersi.
 
- Certo che...che quella ragazza dovrebbe proprio darsi una calmata! Pffft… - Scoppiò in una risata di cuore. Kaede avrebbe voluto dirle di non ridere, che le era quasi venuto un colpo prima, ma quella giovialità le aveva alleggerito l'animo e si trovò a ridere con lei. Guardò da vicino quel volto gioioso e avvertì una piacevole sensazione. Per una volta nulla di negativo, e sorrise. Avrebbe potuto guardarla ridere per l'eternità.
 
- Scherzi a parte… Non è troppo insensato ciò che ha fatto il Capitano Soifon. Certo non sapevo avrebbe usato un metodo così poco ortodosso, però… la Soul Society se l'è passata veramente male recentemente. Proprio per colpa di un traditore, qualcuno che credevamo uno di noi… alcune persone hanno avuto perdite gravi. Non è stata una bella situazione… - Si incupì tutto ad un tratto, e Kaede si chiese se non si stesse riferendo a sé stessa. Le fece male vedere quel cambiamento, la differenza tra la gioia di un secondo prima e quello che adesso sembrava un dolore soffocato. Si fermò e la guardò in viso, dispiaciuta. Rangiku la guardò a sua volta, incuriosita dal perché si fossero fermate. Quando si accorse di starla fissando scosse violentemente la testa e tornò a guardare dritta davanti a sé. Non voleva sembrarle strana più di quanto non avesse già fatto.
 
- Capisco… deve essere stato abbastanza difficile. Nessuno me ne ha parlato, suppongo che sia una ferita aperta nell'orgoglio di tutti. In fondo da quel che so il Seireitei è un sistema ben organizzato e controllato. Subire un tradimento da un membro interno senza che nessuno fosse riuscito a intercettarlo prima… e subire delle perdite a causa di ciò… sicuramente nessuno ne va fiero. - constatò senza neanche doverci pensare troppo. Kaede aveva recentemente scoperto di saper osservare. Aveva fatto due più due con poche informazioni, e a giudicare dalla faccia che fece Rangiku in quel momento poteva giurare di averci preso.
 
Quest'ultima aveva alzato le sopracciglia. Sembrò piacevolmente sorpresa da quanto perspicace Kaede fosse.
 
- Tu sarai un ottimo elemento per la Divisione in cui lavorerai, lo sai vero? - affermò genuinamente. Il complimento fece leggermente arrossire Kaede, che le rivolse un sorriso sincero.
 
- Lo spero sinceramente. - replicò. - Comunque, ora sto bene. - Pose una mano sul braccio della bionda, facendo attenzione a non tremare, per farle cenno di lasciarla libera. L'altra fece un piccolo e scherzoso broncio, ma non disse niente.
Erano arrivate alla fine della strada e la modesta insegna posta al di fuori di un edificio indicava che Kaede aveva raggiunto la sua destinazione. Il negozio aveva dei campioni di stoffa esposti all'esterno e non sembrava molto grande.
 
- Io devo entrare qui. Ho alcune cose da comprare per conto di Unohana. - comunicò all'altra, piegando la testa verso l'entrata.
 
- Capito. Io stavo andando a comprare del sakè, sarà meglio che mi sbrighi prima che il nanetto noti di nuovo la mia assenza. - Rise nuovamente di cuore e Kaede si sentì sollevata dal buon umore che era tornato a farla brillare.
- Ci vediamo, piccola. Non farti ammazzare. - cinguettò mentre la salutava con la mano. Kaede ridacchiò mentre ricambiava il saluto.
 
- Va bene, cercherò di sopravvivere a tutti i tentativi di omicidio che subirò sicuramente. - Abbassò lo sguardo. Quando Rangiku cominciò ad allontanarsi le venne una cosa in mente, e agì prima che potesse pentirsi di averci anche solo pensato.
 
- Rangiku-san! - chiamò, e strinse i pugni mentre il bellissimo viso dell'altra le rivolgeva tutta la sua attenzione, sorridendo.
 
- Dimmi, cara. - Rangiku la fissò curiosa.
 
- Uhm… allora, volevo chiederti se… insomma, se potremmo rivederci presto. C-cioè, nel senso, sono sempre in casa e non esco praticamente mai da lì, perché insomma, c’è Isane, e le parlo spesso quando torna dal lavoro, ma non conosco nessuno con cui potrei uscire a parte lei e… - Arrossì violentemente e iniziò a gesticolare verso Rangiku, la quale era chiaramente divertita dalla balbettante ragazza che Kaede era tornata ad essere nel giro di due secondi. Poi si strinse il ponte del naso tra due dita. - S-scusa, cioè, ehm… -
 
Rangiku in tutta risposta le diede un abbraccio spaccaossa, e Kaede si accorse di essere finita con la faccia contro qualcosa di estremamente morbido.
 
- Ma certo! Non c'è neanche da chiederlo. Mmmh...vediamo un po’. Tra poche settimane festeggiamo il Tanabata. Sì, è l'occasione perfetta. D'altronde sei troppo giovane, non posso portarti a bere… Passiamo insieme il giorno del festival, ok? Organizzano sempre un sacco di stand e roba divertente. -
 
Kaede, che non aveva ancora totalmente realizzato la situazione in cui si trovava farfugliò: - Oh, va bene...uhm, è il 7 Luglio, giusto? Sapevo che i mortali lo festeggiano un mesetto dopo. -
 
- Di solito anche noi, ma a Yamamoto è venuta voglia di festeggiare puntualmente a quanto pare. -
 
Rangiku la lasciò andare.
 
- Ah, fatti insegnare da Isane come mandare Farfalle Infernali, così ci organizziamo bene più in là. -
La salutò di nuovo. La rossa si portò una mano al viso quando la realizzazione di cosa fosse appena successo la colpì in pieno.
 
Per poco non urlò.
 
~X~
 
- Matsumoto, quante volte devo ancora dirti di non lasciare il tuo posto durante le ore di lavoro?!? E di non bere, soprattutto? -
 
- Ah… sta' tranquillo, Capitano, ho fatto quello che mi hai chiesto prima di uscire. -
 
- Non è una giustificazione! Quando capirai che hai delle responsabilità? Mi stai ascoltando? -
 
Rangiku non stava affatto ascoltando Toshiro. Dopo l'incontro con Kaede aveva bevuto mezza bottiglia di sakè, sovrappensiero.
Si tolse un ciuffo di capelli dagli occhi mentre Toshiro si era arreso e si era zittito. Lei era in piedi vicino ad una finestra, col sole calante del pomeriggio a graziarle la pelle. Prese un gran respiro dell'aria estiva.
Kaede le aveva chiesto di vedersi. Comprendeva il motivo: aveva notato i suoi sguardi fin dalla prima volta che si erano incontrate. Sapeva di averla affascinata, e quella ragazza sembrava così innocente che non era neppure certa se ne fosse consapevole. Il problema però era un altro.
La giovane aveva saputo incuriosirla, probabilmente senza neanche volerlo. Sembrava così timida in alcuni momenti, e decisamente lo era, e in altri invece dimostrava una sicurezza che su di lei pareva quasi estranea. Si imbarazzava per nulla eppure persisteva nei suoi piccoli intenti: la scena di prima era stata esilarante. Probabilmente le era costata un bel po’di nervi, oppure un pizzico di momentanea incoscienza. Comunque l'aveva apprezzato. Kaede era particolare. Mostrava un adorabile entusiasmo quando imparava qualcosa, e imparare sembrava piacerle molto. Esattamente come Unohana, aveva percepito che aveva qualcosa di insolito. Di speciale. La bionda era curiosa di vedere come sarebbe cresciuta e dove sarebbe arrivata, ma era incerta all'idea che quella sua curiosità potesse trasformarsi in qualcos'altro. Scosse la testa e decise che era troppo presto per pensarci. Le paturnie amorose da adolescente non le calzavano bene addosso. Qualunque cosa stesse per arrivare, l'avrebbe presa esattamente come sarebbe venuta.
Matsumoto Rangiku non era certamente tipo da battere in ritirata di fronte a nulla.
 
~X~
 
Kaede trotterellava per i corridoi della Quarta Divisione facendo attenzione a non intralciare gli infermieri al lavoro, con un sorrisone stampato in faccia. Tutto ciò a cui poteva pensare era Rangiku: si sarebbero viste. E non soltanto per caso. Si trattenne con tutte le sue forze dal pensare alla cosa come ad un appuntamento, ma la verità era che il cuore le batteva forte. Era talmente emozionata all'idea che non sapeva come riuscisse a non urlare.
 
Dovrei dirlo al Capitano? Forse vorrebbe saperlo…chissà! Forse mi vergognerei un po' a dirglielo. Non credo che troverebbe strana la cosa però, considerando ciò che c'è tra lei e Isane...cavolo Kaede, non è detto che Rangiku possa provare un interesse in quel senso. Anche se la leggenda...la festività...ahh! Stai calma. Su. E poi da quand'è che ti piace? L'hai vista solo due volte. Dai.
 
Era sorridendo che raggiunse il portico di casa, pronta a non nascondere tutta la sua felicità, ma quando vide quel che vide non le  prese di nuovo un colpo solo per poco. Le cadde il sacco con il materiale acquistato mentre il viso le si contorse in un ghigno storto. C'era Soifon, con indosso l’haori da Capitano, beatamente seduta a sorseggiare una tazza di tè insieme a Unohana. Sembrava stessero chiaccherando prima del suo arrivo. Tutta la sua allegria svanì all'improvviso.
 
- Ah, eccoti. - la salutò Soifon, il tono di voce piatto e l’espressione neutra. - Rilassati, matricola. Non sono qui per ucciderti, o qualunque cosa stia passando per quella testolina rossa che ti ritrovi. -
 
Kaede boccheggiò, poi aggrottò la fronte. Soifon però si era già voltata.
 
- Kinoshita-chan, vai pure a posare la sacca nella mia camera. Poi vorrei tornassi qua. - le disse cordialmente Unohana, mentre versava il tè che in una terza tazza vuota, che probabilmente era la sua. Obbedì con un inchino ed entrò in casa.
 
- Non so se fosse necessaria tanta brutalità, Soifon-san. È pallida come un fantasma… -
 
- Lo era, purtroppo. Oltretutto non percepisco un minimo del suo Reiatsu neppure da vicino, Unohana-san. Non ci riesci neanche tu, vero? - Sussurrò Soifon, tornando sottovoce al discorso che stava facendo con l'altra prima che Kaede arrivasse, per evitare che le sue parole giungessero alle orecchie della giovane.
 
- Temo di no. Nessuno di noi capisce come ci riesca… mantenerlo nascosto e non percepibile per tutto il tempo è impossibile per chiunque… a parte lei. Ci sono pochi modi per impedire al Reiatsu di manifestarsi, e la gran parte di loro sono implausibili per una ragazza così giovane e inesperta. Io stessa non ho idee. Abbiamo soltanto due piste per comprendere qualcosa di questa storia, ed una soltanto è sicura. Per l'altra dovrò indagare più a fondo… - Retsu tirò fuori un libriccino dalla tasca interna dell’Haori e lo porse a Soifon. - Qui dovresti trovare ciò che stavi cercando. Io l'ho già consultato, ma non mi ha detto molto di più di quanto già non ricordassi e di quanto non ti abbia già detto. Per ora posso solo supporre, come ben sai… Ho già segnato la pagina. -
 
L'altra afferrò il libriccino e lo nascose velocemente all'interno del proprio Haori, giusto in tempo prima che Kaede riapparisse.
 
- Siediti e prendi pure una tazza di tè. -
 
Kaede obbedì. Lanciò un'occhiata a Soifon, solo per accorgersi di essere osservata piuttosto intensamente. La tazza scottava ma lei, estremamente a disagio, non ci fece caso. Abbassò la testa, e senza esitare parlò.
 
- Vogliate perdonare la mia maleducazione… al mio ritorno ero così sorpresa che mi sono completamente dimenticata di salutarvi. Vi chiedo scusa. - Le buone maniere non le avrebbe mai dimenticate, ma in realtà l'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era allontanarsi il più possibile da Soifon. Sperò che quest'ultima avesse una buona spiegazione dalla sua parte. Il cuore le palpitava ancora in sua mera presenza.
Il Capitano della Seconda divisione sventolò una mano in aria, imperturbata, e Unohana annuì.
 
- Non importa, ragazza. Ora vorrei che aprissi per bene le orecchie. Non mi piace ripetermi. - Disse Soifon, il tono di nuovo duro come l'acciaio. Kaede ricordò quello scorcio di gentilezza che aveva visto quel pomeriggio, e le venne difficile credere che appartenesse a quella persona. - Non so se ti hanno raccontato quello che è successo qui poco tempo fa. Se non l'hanno fatto, te lo dico io. -
Guardò la rossa dritta negli occhi, la quale ora prestava ben attenzione alle sue parole. Sentì Retsu sospirare quasi impercettibilmente.
 
- Tre Capitani del Seireitei, in cui veniva riposta piena ed assoluta fiducia, si sono rivelati dei traditori in piena regola. Per dirtela in parole povere, Aizen Sousuke, il precedente Capitano della Quinta divisione, ha messo le mani dove non doveva. Ha organizzato un piano bestiale sfruttando l’intelligenza che si ritrova, e gli altri due hanno volontariamente deciso di dargli una mano. Hanno proceduto ai preparativi alle nostre spalle, per più di un secolo a quanto pare, e quando tutto era pronto sono fuggiti nell’Hueco Mundo. Sai cos'è l’Hueco Mundo, Kinoshita? -
 
Kaede annuì.
 
- È il mondo degli Hollow. -
 
- Esatto. Non sto a spiegarti tutti i dettagli, ma per colpa loro parecchi hanno rischiato di crepare e ad alcuni è successo veramente. Aizen era un bastardo assetato di potere, e per un periodo di tempo è riuscito perfino ad ottenerlo, e a sfruttarlo. Sono riusciti a coinvolgere in battaglia praticamente tutti noi. - L'espressione sul volto di Soifon si era indurita come mai prima di allora. Raccontò a Kaede il resto della storia. Raccontò di Ichimaru e di Kurosaki, e più andava avanti più la rossa sembrava concentrata. Quando ebbe finito a quest'ultima girava la testa. - Aizen ora è l’unico ancora vivo ma è ben rinchiuso. Difficilmente riuscirà a fuggire, a meno che non gli accada un miracolo. - fece una risata senza ironia. - Capisci perché ti ho raccontato tutto questo, Kinoshita? -
 
Kaede ora era immobile. Il suo viso era serio, davvero serio. Teneva le mani in grembo e la schiena dritta. Sembrava di dieci anni più vecchia. - Lo comprendo, sì. -
 
- Siccome non hai mai fatto nulla di male non potevo arrestarti. Ma dovevo arrivare alla verità, in un modo o nell'altro. Spero tu capisca. Nulla di personale. - Poi si alzò, senza scollare lo sguardo da lei. - In ogni caso il tuo comportamento mi ha lasciato l'impressione giusta. Non sembri una brutta persona, Kinoshita. Premurati di non farmi mai cambiare idea. - Concluse severamente. Sembrò sottintendere qualcosa con quelle parole.
 
Non sono certa se tu mi piaccia oppure no, lo sai?, pensò Kaede, ma si riguardò bene dal pronunciare quelle parole ad alta voce.
 
- Bene, è ora di togliere il disturbo. Non mi conviene lasciare la Divisione in mano ad Omaeda per troppo tempo. Grazie per l'ospitalità, Unohana-san. - Si alzò in piedi, senza mai scollare gli occhi di dosso da Kaede. Quest'ultima avrebbe tanto voluto chiederle cosa avesse da guardare, ma ancora una volta tenne la bocca chiusa. - Ho la sensazione che io e te ci rivedremo molto presto, Kinoshita. - Soifon ghignò, prima di sparire nuovamente con uno Shunpo.
 
Kaede aveva sgranato gli occhi. Che voleva dire che si sarebbero riviste presto? Sperava di non vederla più, invece. Per quanto fosse una bella ragazza aveva la stessa simpatia ed amabilità di Katsuri. Continuava a tornarle in mente il momento in cui l'aveva aiutata a rialzarsi quel pomeriggio. Per un secondo era sembrata una persona totalmente diversa. O se lo era immaginato?
Sentì una mano farle una carezza e arrossì. Si era totalmente dimenticata della presenza di Unohana.
 
- Posso dire che qualcosa ti turba, Kinoshita-chan. Parlamene, ti ascolto. - Aveva sempre quel sorriso dolce e gentile, il quale un po' alleggerì l'animo di Kaede, divenuto pesante come il piombo dopo quello spiacevole sipario. Decise che togliersi qualche fardello di dosso non sarebbe poi stato così male. Unohana era una persona comprensiva, non l'avrebbe giudicata, o almeno così sperava.
 
- Più di qualcosa, in verità. - Cercò un contatto visivo con lei, come se stesse chiedendo un permesso anche se non ne aveva bisogno. L'altra annuì incoraggiante. - Il Capitano Soifon ha detto che Kurosaki Ichigo è un esterno alla Soul Society, però è anche colui che l'ha salvata, giusto? Nessuno nutre sospetti nei suoi confronti, giusto? Lo so che sembra una cosa stupida, però… - Deglutì. Quanto era difficile parlare. - Però… io vengo sospettata di essere una criminale, nonostante non abbia fatto nulla, interrogata e mandata nel panico in mezzo a una strada, solo perché vengo dal Rukongai e sembro possedere chissà quale potere, che tra l'altro  non so neanche usare? Quanto può essere assurdo tutto questo? A quanti è successa la stessa cosa? A nessuno, vero? Neanche lei si fida di me, Capitano? E Isane? - Non riuscì a trattenere la rabbia quando pronunciò le ultime parole. Sentì una lacrima rigarle la guancia e si sentì stupida, infantile, nel piangere per la seconda volta davanti a Retsu. Si passò una manica sul viso, cercando disperatamente di fermare i lievi singhiozzi. Si sentiva penosa ma non poteva tenere dentro nulla: in quel momento riaffiorò nuovamente tutta la tensione che aveva imbottigliato per via dei recenti avvenimenti e che non aveva sfogato del tutto. Le voci, l'attacco, la crisi della sera in cui aveva osservato le stelle, pensieri che non sentiva suoi, i giudizi che sentiva puntati addosso.  - È... è tutto sbagliato! P-perchè io? Perché? Non capisco...basta… - Si rannicchiò. - Non fate che dirmi...che ho qualcosa di particolare... chissà quale talento...e poi mi succede q-questo…e sento le voci… e un maledetto Hollow ha cercato di ammazzarmi! -
 
Quando si accorse che il Capitano la stava abbracciando doveva star singhiozzando da un bel po’. Retsu le stava accarezzando la testa, mormorandole parole rassicuranti nelle orecchie. In quelle braccia Kaede sentì le forze venirle meno. Lasciò che il proprio peso venisse sostenuto da lei, la quale non avrebbe fatto la minima fatica. Kaede fece grandi respiri, immergendosi in quel calore che le sembrava stranamente così familiare. Era diverso da quando abbracciava Hiiro, era diverso da quando aveva abbracciato Isane,  ed era diverso dall'abbraccio di Rangiku. La giovane si sentiva vulnerabile, ma non avvertiva disagio nell'esserlo. Anzi, sembrava quasi che esserlo in quel momento fosse la cosa più giusta del mondo.
Quando i suoi singhiozzi si furono acquietati, minuti e minuti dopo, solo allora Retsu parlò.
 
- Kaede, ascoltami bene. -
 
La ragazza notò che il Capitano l'aveva chiamata per nome. Era già successo ma in quel momento lei era stata troppo distratta per notarlo. Pronunciato da Unohana era...soave.
Quest'ultima si staccò leggermente dalla rossa, cercando gli occhi dell'altra, gonfi, arrossati e sfuggenti.
 
- Kurosaki Ichigo ha rischiato più volte la vita prima che riuscisse ad ottenere la nostra fiducia. Ti prometto che per te non dovrà mai e poi mai essere così. - Sussurrò, nel tono più rassicurante che avesse mai usato. Aveva ascoltato molto attentamente il suo farfugliare, aveva colto che Kaede sentiva delle voci. Ma qualunque domanda avesse voluto farle, per indagare segretamente, per avere indizi ed arrivare al nocciolo di tutto, poteva aspettare. D'altronde Kaede veniva prima. Veniva prima della sua storia, che a quanto pareva lei stessa non conosceva. Veniva prima di qualunque pericolo potesse mai rappresentare. Inconsciamente l'aveva deciso dal momento in cui l'aveva salvata.
 
- Solo per questa volta ti chiedo di essere comprensiva nei confronti di Soifon. È cresciuta con principi di fedeltà assoluta, e non tollera nessun tipo di tradimento. Per questo voleva constatare lei stessa se tu fossi un effettivo pericolo oppure no. - Vide Kaede annuire e comprendere, o almeno così sembrava. Non era tutta la verità, ma neanche una bugia.
 
La giovane ci pensò su per un minuto prima di rispondere, ma quando lo fece Retsu vide nei suoi occhi una forte scintilla di determinazione.
 
- Darò il massimo all’Accademia, Capitano. Diventerò una Shinigami, e dimostrerò a chiunque che ci si può fidare di me. Non importa da dove provengo. -
 
Il Capitano sorrise caldamente e le accarezzò nuovamente la testa. Non c'era verso che quella ragazza covasse la minima cattiveria dentro di sé. Ulteriore motivo per indagare sul motivo dietro l'attacco di quel particolare Hollow. Voleva risolvere la situazione e proteggerla, ad ogni costo.
Vorrei poterti dire tutto, Kaede. Ma non ora, non è il momento… , pensò.
Poi all'improvviso le tornò in mente qualcosa. Probabilmente l’avrebbe aiutata a star meglio.
 
- A proposito, Kinoshita-chan… -
 
- Kaede. Cioè...uhm, chiedo scusa per l'interruzione, Capitano, però vorrei chiederle se potrebbe continuare a chiamarmi Kaede. Il mio cognome non mi fa sentire a mio agio. - Replicò la rossa con un timido sorriso e toccandosi una ciocca di capelli.
 
- Certamente, come desideri Kaede-chan. Ora, tornando al discorso… - fece una pausa - Quando sei rientrata, prima di notare la presenza di Soifon-san mi sembravi abbastanza felice. Chi o cosa devo ringraziare per quel bellissimo sorriso che avevi? -
 
Retsu non sapeva di aver appena attivato qualcosa di molto simile ad un'eruzione vulcanica. Vide il viso di Kaede diventare così rosso da sembrare prossimo ad un'esplosione, mentre si portava una mano al volto per coprire un sorriso enorme. Giurò di riuscire a vedere il fumo che le usciva dalle orecchie.
 
- Era così evidente? - chiese la rossa, e Unohana annuì divertita.
 
- È ancora evidente. -
 
- Cielo… - Kaede tentò di ricomporsi, riuscendoci quel poco per riuscire a parlare dell'argomento. - È...uhm… una persona. -
 
- Immaginavo. Posso sapere chi è, o vuoi tenere il segreto? -
 
- Uhm...per ora vorrei...preferirei non dirlo. - disse sottovoce. - È... una persona che mi ha fatto conoscere Isane. L'ho vista giusto un paio di volte, tra cui oggi. E... insomma, d'impulso le ho chiesto di rivederci! Devo esserle sembrata un’imbecille, o almeno così pensavo, ma è stata lei a proporre il dove e il quando. La festa del Tanabata. - disse tutto d’un fiato. - Mi ha detto che passeremo insieme la giornata del festival. - Kaede si chiese se fosse sul punto di svenire. - E insomma, sono così contenta perché, cioè, è una persona tosta e...divertente. E anche affascinante. Sì. - Annuì con forza. Era stracotta, non poteva negarlo neanche più a sé stessa.
 
Le sembrò che Retsu stesse per scoppiare a ridere, invece le strinse una spalla.
 
- Sono certa che Matsumoto-san avrà molto piacere a stare in tua compagnia. -
 
La rossa rimase a bocca aperta, mentre il Capitano riportava la teiera e le tazze dentro casa. Lei non aveva mai nominato Rangiku.
 
~X~
 
~ Mournful Grief, l’Hollow maledetto ~
 
Un Mournful Grief nasce dall'anima corrotta di una persona, padrona di una grande energia spirituale,tradita e uccisa da qualcuno che amava profondamente.
 
Caratteristiche fisiche: Questo rarissimo Hollow presenta una maschera ossea allungata, una criniera viola, occhi di colore giallo e un mantello scuro macchiato di verde.
 
Potere e capacità: È in grado di utilizzare le tecniche tipiche dell’Hollow medio. Può richiamare a sé grandi quantità di Hollow più deboli, potere che può essere dovuto all'enorme corruzione maligna presente in lui. Può percepire ad una enorme distanza il Reiatsu, anche se fioco, della persona da cui è stato ucciso quando era umano.
 
Debolezze: Questo Hollow presenta una grandissima resistenza al Reiatsu. Può essere danneggiato seriamente solo e soltanto dal Reiatsu del suo assassino. Inoltre, dopo essersi mosso deve stare a riposo per un lunghissimo periodo di tempo. La causa di tutto questo può essere il grandissimo dolore che egli prova: a differenza degli altri Hollow, questa creatura presenta sofferenza umana, che probabilmente è il suo movente e la sua peggior debolezza. Non è mai stato visto attaccare personalmente altri esseri oltre al suo bersaglio.
 
Grado di pericolosità: Estremamente pericoloso.
 
Esemplari apparsi finora: 2
 
Quel particolare libro sugli Hollow era stato scritto da Unohana stessa. Pochi erano a conoscenza di ogni singola creatura presente su quelle pagine. Le specie che il Capitano aveva descritto erano estremamente rare, se non uniche, così come unico era stato il modo di sconfiggerle. Spesso e volentieri scoperto per caso oppure a seguito di una miracolosa intuizione.
Soifon rilesse più e più volte quella pagina, incredula. Sudore cominciò a colarle lungo la fronte.
 
- Ma...non è...non è in grado, è evidente…com'è possibile? Se quell’Hollow cercava lei… -
 
Sgranò gli occhi.
 
- Sapevo la parte del tradimento, ma...quella ragazzina, chi mai potrebbe aver ucciso…?
 
 
~X~
 
*I Kan sono la moneta in uso nella Soul Society
 
Hola, è passato un po' di tempo! Siamo già a Luglio, quest'anno sta veramente passando in fretta. Mi sorprende. Maaa veniamo al capitolo. La trama prende una piega particolare, mh? Mi chiedo se sono riuscita a cogliervi alla sprovvista. Ho lasciato qualcuno a bocca aperta? Lo spero tanto x”! Vi avevo promesso dei guai. Guai avrete. Io l'ho detto.
Penso che sia stato un capitolo abbastanza intenso, oltre che il più lungo ad essere stato pubblicato, credo. Io stessa sono abbastanza scossa dopo averlo scritto. Ed è per questo che vi consiglio di non tralasciare il capitolo extra che ho caricato (soprattutto perché è totalmente canonico nella mia storia e.e)! Consideratelo come lo zuccherino dopo la medicina. Alla prossima.
 
~ Kurocchi
   
 
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