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Autore: milly92    07/07/2009    3 recensioni
Ventisei anni, una laurea in inglese, un fidanzato storico e un anello di fidanzamento : ecco tutto ciò che Isabel ha quando arriva al collegio “G. Pascoli” . Ha lottato duramente per costruirsi una vita, e crede di essere giunta ad un buon punto quando invece non sa che dal momento in cui metterà piede in quella scuola come insegnante le carte in gioco si mescoleranno e la sua vita non sarà più la stessa, anzi, piuttosto i sentimenti…. E tutto a causa (o grazie?) di un certo collega…
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un Apparente Ritorno Al Liceo

Capitolo 2

Un Apparente Ritorno Al Liceo

Giulio la trattenne al telefono venti minuti, e dopo varie prediche e continue domande insistenti, si decise a staccare, con la promessa che l’avrebbe chiamata quella sera. Così Isabel tornò nella sua nuova stanza, dove trovò Carolina e Alessandro intenti nel discorrere fitto fitto.

“Scusatemi, ma il mio fidanzato è sempre stato un po’ apprensivo” disse, e loro si voltarono verso di lei, quasi come se ne avessero dimenticato la presenza.

“Ti capisco, vale lo stesso con mia madre” rispose Alessandro. Carolina rise e Isabel invece restò seria, non entusiasta della battuta fatta.

“Ma fidanzato in che senso?” fece poi Carolina, e in un battibaleno prese le mani di Isabel, per poi trattenere il respiro quando vide l’anello di fidanzamento al suo anulare sinistro.

“Nel senso che ci sposeremo il 21 giugno” dichiarò lei.

“Wow, è bellissimo”.

“Congratulazioni, allora” disse invece Alessandro.

“Grazie”.

“Comunque, se ti va ti presentiamo agli altri professori, sono ansiosi di conoscerti” aggiunse l’uomo.

Isabel annuì. “Certo, meglio conoscerli ora che il primo giorno di lezione, sarò così emozionata che non riuscirò a spiaccicare parola” annunciò.

“Ma dai” disse Carolina, mentre apriva l’armadio e ne estraeva una gonna di jeans, un maglioncino verde e prendeva degli stivali neri, appoggiati vicino al muro di fronte al suo letto. “Mi vesto e andiamo, ci metto tre minuti” spiegò rapidamente, prima di chiudersi in bagno.

“Ok, allora io vado nella sala professori, ci vediamo lì” disse Alessandro, esitando e guardando incerto tra Isabel e la porta.

“Va bene, a dopo” gli rispose ella.

“A dopo”.

Chiuse la porta con lentezza e scomparve. Isabel approfittò della solitudine per stendersi un po’ sul letto e stiracchiarsi, pensierosa, poi si rialzò, risistemò il piumone un po’ scompigliato, e prese il trolley più piccolo, cercando qualcosa. Alla fine, dopo aver estratto un piccolo beauty case , trovò quel che cercava e sorrise: una cornice in argento dove c’era una foto sua e di Giulio. Se l’erano scattata il giorno che lui le aveva chiesto di sposarla, ad agosto.  

Così la sistemò sopra il comodino vicino al letto, per poi prendere alcune maglie e iniziare a deporle in una cassettiera libera.

Qualche minuto dopo, Carolina uscì dal bagno con il viso truccato con fondotinta, ombretto, mascara e rossetto. I capelli biondi ora erano perfettamente pettinati, e i vestiti aderenti marcavano il suo fisico perfetto.

“Sei pronta?” domandò.

“In realtà vorrei darmi una sistemata in bagno” ammise.

“Certo, vai”.

Prese un maglioncino blu con lo scollo a V e la spazzola, e una volta in bagnò si sciacquò il viso, si lavò rapidamente, si vestì, si pettinò ed uscì.

“Possiamo andare”.

Così Carolina chiuse la porta della stanza a chiave e la condusse per tutti quei corridoi intricati, finchè non ritornarono nel salone del liceo ed entrarono nella sala insegnanti dopo aver bussato.

“Buonasera!” le accolse subito un mix di voci, e Isabel arrossì. Sembrava che stessero aspettando proprio lei.

“Salve a tutti, sono la sostituta della professoressa Bara, Isabel Natale” si presentò. La stanza intorno a lei era ampia, con un enorme tavolo al centro in legno. Tutta la stanza era circondata da armadietti grigi a muro, e da un lato c’era un camino su cui erano esposti alcuni trofei.

“Lo sappiamo, benvenuta!” esclamò uno degli uomini, raggiante. Si alzò e corse  astringerle la mano. Era alto, fin troppo, con un’andatura quasi ciondolante, un naso aquilino su cui giacevano degli occhiali rotondi. I capelli scuri erano corti e gli conferivano un’aria ancora più strana. “Filippo Arnesi, docente di matematica, piacere”.

Isabel fece un cenno. “Piacere”. Ecco com’era il professore di matematica, sospirò.

“Ed io sono Cristiano Bigotti, collega di religione”. Isabel non si era ancora voltata quando egli parlò, e si disse che il nome era tutto un programma. Infatti, non si smentì quando lo vide: basso, calvo e con un sorriso gigante.

“E fate un po’ di spazio, poverina!” li rimproverò una voce femminile, con un accento romano.

Isabel ridacchiò e vide che la donna che aveva parlato non poteva avere più di trentacinque anni, aveva i capelli lunghi fino alle spalle, rossi, e il mento marcato.

“Rosanna Lombardi, docente di italiano, piacere”. 

“Piacere”.

“Loro insegnano nel nostro stesso corso” spiegò Alessandro, alzandosi dal tavolo su cui si era seduto. “Poi domani verranno gli altri per la festa, ora sono tornati a casa per il week end”.

“Capisco”.

Isabel si alzò un po’ sulle punte e vide che seduti attorno al tavolo c’erano ancora due donne e tre uomini che leggevano chissà che cosa senza preoccuparsi della sua presenza.

“Non fanno parte del nostro corso, la sezione C, sperimentale linguistica” le sussurrò Alessandro, comprendendo i suoi pensieri. “E sono anche i più scorbutici dell’istituto”.

Isabel annuì e gli sorrise. “Ne avevo una vaga idea”.

“Che ne dici di cambiare un po’ aria?” aggiunse lui, accennando la porta. Subito Carolina gli si avvicinò e prese Isabel per un braccio, annuendo, quasi come se la domanda fosse stata rivolta a lei.

“Andiamo” disse, e Alessandro parve un po’ seccato, tanto che sbuffò e la guardò con aria di rimprovero.

“Isabel, puoi scusarci un secondo?” chiese lui appena furono fuori dalla sala. Isabel annuì, un po’ sconcertata, e lo vide allontanarsi con Carolina.

Parlarono per chissà quanto tempo fitto fitto, poi Carolina iniziò ad arrossire per la rabbia e Alessandro iniziò a parlare in un modo più concitato, accompagnando tutto con dei gesti delle mani che le ricordavano di mantenere la calma.

Alla fine, urlò: “Tanto lo so che per te è stato solo un gioco e sarà sempre così! Te le devi fare tutte altrimenti non sei contento!” e gli diede un sonoro schiaffo sulla guancia destra, allontanandosi come una furia, dirigendosi verso le scale che conducevano ai dormitori.

Sono qui da nemmeno due ore e già ho visto un primo litigio tra la docente di francese e quello di scienze… Pensò Isabel, mentre Alessandro le si avvicinava.

“Scusala, ha un carattere un po’… Irruento, ecco perché l’ho lasciata” le spiegò.

“Cosa? Cioè, io credevo che tu fossi il suo fidanzato” ammise.

“Te lo ha detto lei?”.

“No, pura deduzione. Scusa, è che sembrate così affiatati…”si scusò la ragazza, ma Alessandro scrollò le spalle.

“Vedi, siamo stati insieme due anni, solo che quest’estate l’ho lasciata perché era troppo assillante, e continua ad esserlo ogni santa volta che mi avvicino a qualsiasi essere umano che appartenga alla specie femminile. Non lo tollero” dichiarò.

“Capisco, solo che ora credo che dovrei raggiungerla…”.

In quell’istante passò davanti a loro una donna sulla cinquantina, con corti capelli biondi ricci raccolti in una coda e un camice blu tipico dei bidelli. Appena si avvicinò loro rallentò il passo, e aveva un mezzo sorrisetto sulle labbra piccole e rosse. Alessandro sbuffò.

“Regola n°1: i bidelli qui sanno più cose di te di quanta ne sappia tu, e se non ci sbrighiamo qua subito metteranno in giro la voce che Carolina mi ha schiaffeggiato perché siamo tornati insieme e io l’ho tradita con la nuova professoressa di inglese” disse annoiato.

“Ok, quindi questo mi spinge ancora di più a raggiungerla. Ci vediamo dopo” lo salutò educatamente.

“Certo, ti riservo un posto a cena nella nostra zona”.

“Nostra zona?”.

“La confraternita, no?”le ricordò, facendo l’occhiolino, e lei annuì, sorridendo apertamente, prima di dirigersi verso i dormitori con un po’ di difficoltà.

Trovò Carolina accasciata sul letto, con gli occhi rossi e gonfi.

“Immagino ti abbia detto quanto sono fissata, quanto sono paranoica e pallosa” disse lei, con la voce tremante appena la vide.

Isabel scosse il capo. “No, mi ha solo spiegato che vi siete lasciati, io non lo sapevo, cioè, pensa che credevo che fosse il tuo ragazzo” ammise.

La bionda si alzò dal letto, stringendo il cuscino a sé. “Non è colpa mia se lo amo ancora, come si fa a non amare uno così? Bello, intelligente, simpatico, dolce e, anche se non ci sembra, romantico… E il fatto che sia stato lui a mollarti mentre organizzavi il vostro primo viaggio insieme a Parigi non aiuta” spiegò, singhiozzando.

Isabel sgranò gli occhi e le si sedette vicino. “Oddio, mi dispiace…”.

“Io cerco di non darlo a vedere, siamo rimasti amici, ma non ce la faccio”.

“E’ normale, anzi, ti ammiro, vederlo qui 24 ore su 24 deve essere una sofferenza…”.

“Lo è”.

Si guardarono, poi Carolina scoppiò a ridere e Isabel la imitò. “Dai, ora mi fai sentire in colpa, il secondo in graduatoria era un uomo, magari anche meglio di Alessandro, e se non avessi accettato ora avresti lui” ironizzò.

“Scherzi? Avevo bisogno di una nuova amica” dichiarò, e la abbracciò. Isabel rispose all’abbraccio, e si disse che forse Carolina sarebbe potuta essere davvero una buona amica, nonostante il carattere un po’ particolare.

Poco dopo andarono a cena, dove le occhiate tra Carolina e Alessandro erano infuocate, si fermarono a parlare un po’ con gli altri colleghi, ma alle dieci Isabel andò a letto, stanca per il viaggio e per tutte le scoperte fatte in pochissime ore, dopo aver chiamato Giulio e la sua famiglia.

Al buio, la stanza le sembrava strana, un po’ fredda ma anche avvolta da una strana magia, e si addormentò dopo un po’, per poi risvegliarsi dopo il ritorno in camera di Carolina.

L’indomani, dopo colazione e un po’ di noia dovuta al fatto di non avere registri da sistemare e compiti da correggere, Carolina la trascinò nuovamente nella loro camera, per poi squadrarla e iniziare  a vagare nel suo armadio.

“Che fai?!”.

“Cerco qualcosa di adatto per crearti un vestito da Halloween per stasera”.

“Che? Io non mi maschererò assolutamente” protestò Isabel. “Sai che bella figura farsi vedere dagli alunni e dai colleghi che non conosco con un vestito di Halloween indosso!”.

“E’ la figura che faremo tutti” le ricordò paziente l’amica, prendendo un vestito blu e mostrandoglielo. “Che ne dici?”.

“Dico che la prima impressione riguardo una persona è quella che conta, quindi…”.

“Quindi accetti perché è un bel vestito e puoi usarlo per mascherarti da… Mmm, semplice strega, dai, poi ci aggiungiamo un cappello, un po’ di trucco, degli stivali…”.

“Carolina!!!” la rimproverò spazientita Isabel, ma l’altra sorrise in modo rassicurante e che non ammetteva repliche.

Il loro battibecco fu interrotto da qualcuno che bussava alla porta, e poco dopo entrò l’insegnante di Italiano, Rosanna, accompagnata da altre due donne.

“Ciao! Disturbiamo?” domandò.

“Oh, no, anzi, potete darci un consiglio” disse solare Carolina, invitandole ad entrare e mostrando il vestito. Isabel la guardò acida, prima che Rosanna dicesse: “Volevo presentare a Isabel le altre colleghe che sono appena arrivate”.

“Ciao, io sono Gabriella Laudato, insegno filosofia e storia” si presentò una, con i lunghi capelli neri, alta e slanciata nonostante dimostrasse almeno l’età di Rosanna.

“Piacere, Isabel Natale”.

“Ed io sono Angela Di Rossi, insegno spagnolo” disse l’altra, bassina, con corti capelli a caschetti mossi e castani. Sorrideva in un modo radioso, come se fosse la persona più felice della terra, e Isabel le strinse la mano.

“Avete saputo cosa è successo al nostro Arnesi?”  domandò sghignazzante Angela subito dopo.

“No, cosa?” domandò Carolina.

“Sembra che la moglie l’abbia cacciato di casa perché ha scoperto che lui ha avuto un… Flirt con la badante della suocera!” disse, sottolineando la pronuncia inglese del termine “flirt”.

“Nooo! Hai capito a Pippo” ridacchiò Carolina, e Isabel finse di essere presa dalla notizia quando invece pensava al modo in cui la compagna di stanza l’avrebbe obbligata a vestirsi.

“Comunque, mi date una mano a convincere Isa a vestirsi da strega?” aggiunse quest’ultima.

Isa? Wow, ora sono Isa, come mi chiamavano alle medie e al liceo e solo papà e mamma mi chiamavano Bel…

“Ovvio!” rispose Rosanna, e in un battibaleno tutte iniziarono a fare varie valutazioni sull’abito, prima che l’entrata di Alessandro e un altro uomo che Isabel non conosceva le distraessero.

“Lui è Michele Franceschini, collega di educazione fisica” lo presentò Alessandro, mentre l’uomo, alto quanto lui e con i capelli quasi rasati, le sorrise.

“Piacere, Isabel Natale”. 

“Siamo venuti per l’happy hour, signore, visto che tra mezz’ora rientreranno i marmocchi” spiegò Alessandro, per poi mostrare una bottiglia di Rum dopo averla tolta da dietro la schiena, ghignante.

“Bella, Alex, sei un mito!” esclamò Gabriella, mentre Michele mostrava dei bicchieri.

Isabel scosse il capo, dicendosi che le sorprese di quel collegio stravagante non erano ancora finite. Ed infatti non lo erano: c’era ancora la festa…

 

Ciao!

Ecco il secondo cap, dove scopriamo la verità sul rapporto tra Carolina e Alessandro e anche l’identità degli altri professori.

Cosa succederà alla festa? Isabel si abituerà o continuerà a stupirsi per il comportamento di quei professori che sembrano ancora degli adolescenti?

Comunque, grazie a coloro che hanno messo al fic tra i preferiti:

AlterSiby
cupidina 4ever
Nessie
pirilla88
werty

Tra le seguite:

 chica KM
CriCri88

 

E coloro che hanno recensito:

 

drin_chan: Ma che rompere, è un piacere averti anche qui ^^ Mi fa piacere che questa storia già ti piaccia, ci pensavo da un po’ perché mi ha sempre intrigato scrivere qualcosa sui prof che insegnano in un collegio, sviluppare i loro rapporti, e far succedere cosa degne dei migliori adolescenti ihih xD Grazie mille anche per gli auguri, un bacione!

 

CriCri88: Ciao, grazie mille per gli auguri! E’ bellissimo vedere che stai seguendo anche questa mia fic, grazieee <3 E penso proprio che la parola “inciuci” sia proprio la parola adatta per descrivere ciò che succederà nei prossimi cap, eheh! Un bacione!

 

Nel frattempo, eccovi le foto di alcuni personaggi:

Isabel

http://blog.screenweek.it/wp-content/uploads/2009/01/anne-hathaway.jpg

 

http://imstars.aufeminin.com/stars/fan/anne-hathaway/anne-hathaway-20061118-180152.jpg

http://celebrity-pics.movieeye.com/celebrity_pictures/Anne_Hathaway_31720.jpg

 

Alessandro

http://blog-static.excite.eu/it/blogs/chiaretta/share/img/UltraBoard2.jpg

 

A presto,

milly92.

  
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