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Autore: mietze    09/07/2018    3 recensioni
[James ♥ Lily] "Esci con me, Evans." le aveva detto Potter con uno sguardo carico di desiderio. Era diverso. Qualcosa era cambiato. Sembrava quasi che stesse facendo sul serio quella volta.
"Non uscirò mai con te. Lo vuoi capire Potter ?" gli disse Lily. Ma se prima quella frase le era sempre uscita con un tono gelido, ora non era più certa di pensarla così. Non era più sicura di detestarlo così tanto. Non era più neanche sicura di detestarlo. Ma non lo avrebbe mai ammesso. Non poteva ammetterlo.

[Remus] Il bisogno di avere qualcuno vicino era viscerale. Il bisogno di non essere più solo era così radicato in lui, come se le sue viscere si fossero annodate.
[Sirius] Era stato uno stupido. Si era reso conto solo in quel momento di quanto fosse importante per lui. Solo in quel momento, quando era sicuro che fosse troppo tardi, che l'avesse combinata troppo grossa per essere perdonato, aveva capito che ne aveva bisogno.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Devotion.
Capitolo 5 # La profezia mutilata.
 
Ufficio prof.ssa McGranitt, 2 ottobre 1977.
« Sono molto delusa. Mi aspettavo un comportamento più maturo da voi due, specialmente da lei, signorina Evans. »
La stanza aveva preso a vorticare, mentre Lily Evans si sentiva sprofondare sempre di più nella più totale vergogna. Non era mai stata ripresa in quel modo in vita sua. Ovviamente era tutta colpa di quell’idiota; di chi altro poteva mai essere altrimenti ?
James Potter, dal canto suo, ancora ignorava il motivo per cui la professoressa McGranitt li avesse convocati di primo mattino di domenica con tanta urgenza. Non aveva fatto neanche in tempo a finire il suo porridge. Tutto ciò era molto grave. Tuttavia, dopo tutti gli anni di punizioni e rimproveri, il malandrino aveva imparato una cosetta o due. Regola numero uno; mai protestare. Regola numero due: assumere un’aria contrita e pentita. Regola numero tre: non fare niente di stupido. James aveva avuto, quindi, il buonsenso di tacere e non peggiorare ulteriormente la sua situazione.
« Professoressa, mi perdoni, ma non riesco a capire il motivo per cui ci troviamo qui. » disse Lily Evans nel più totale disagio ed imbarazzo. Aveva pensato a tutte le cose orribili che poteva aver fatto James Potter e, in che modo si fosse fatta coinvolgere, ma non le era venuto in mente nulla.
James Potter ringraziò il cielo che esistessero persone ancora così spontanee a quel mondo.
« Vi trovate qui perché non sono assolutamente soddisfatta del vostro operato come Caposcuola. So che avete delle divergenze, ma mi aspettavo che avreste trovato un compromesso. Non potete sorvegliare la scuola in modo così disorganizzato. Mi aspetto un piano di lavoro dettagliato prima di andare a cena. » disse in modo conciso e serio la professoressa McGranitt prima di congedarli.
Nessuno dei due aveva avuto il coraggio di protestare o di aggiungere altro.
Quando uscirono dall’ufficio della responsabile del Grifondoro rimasero in silenzio per qualche istante. Nessuno dei due riusciva a credere a cosa fosse appena successo.
« E io che pensavo che avesse scoperto il nuovo nascondiglio di Burrobirre e Whiskey Incendiario! Ad aver saputo che era arrabbiata per questo non mi sarei preoccupato tanto! » disse James tirando un sospiro di sollievo.
« Sei sempre il solito Potter! Per colpa tua stavo per avere un infarto! » sbottò la rossa, guardandolo in modo minaccioso.
« Come sarebbe a dire per colpa mia ? » chiese incredulo Potter con gli occhi sgranati.
« Be’ tu sei una nota canaglia, mi aspettavo che fossimo stati convocati per un tuo pasticcio. » spiegò risoluta la ragazza a braccia conserte. Era del tutto ovvio, come poteva far la parte della vittima ?
« Be’ ma se fosse stato un mio pasticcio, tu non saresti stata convocata. Non ti tirerei mai in ballo nelle mie malefatte. » disse il ragazzo semplicemente, appoggiandosi al muro. Poi iniziò a contare sulle dita, sussurrando dei nomi.
Lily Evans lo guardava incredula. Non aveva trovato nulla da urlargli contro. Era rimasta del tutto spiazzata da quella frase. Che cosa significava ? Che, in modo suo, non voleva farle del male ? Che voleva proteggerla ?
« Che cosa stai facendo ?» si limitò a chiedergli.
« A me andava benissimo il nostro metodo di lavoro, ognuno per i fatti propri, ma siccome la vecchia bacucca non è contenta, ho pensato ad un piano migliore. » disse facendo spallucce, per poi tornare al suo mantra, del tutto assorto.
« Vorresti farmi il piacere di condividerlo con me ? » sbottò stizzita la rossa, guardandolo torva e indispettita.
« I caposcuola sono due e siamo noi due. Ogni casa ha due prefetti, quindi otto prefetti in totale. Solitamente i prefetti fanno le ronde in coppia, rimanendo però con il compagno di casata. Non mi piace l’idea eh, però penso che per avere più equilibrio sui punti e sulle punizioni, sarebbe meglio mescolare le case. Almeno riusciremmo ad evitare lo scontro aperto contro i Serpeverde e/o dargli qualche motivo per toglierci punti a caso. » spiegò amareggiato.
« A me sembra un buon piano. Quindi, ricapitoliamo i prefetti. Grifondoro ha come prefetti: Lupin e Josette. Tassorosso, invece, Benjamin Dixon e Sulli Jin-ri. A Corvonero ci sono Charlotte Harding e Oliver Farrell. A Serpeverde Evelyn Grymes e Jones. » elencò Evans, storcendo il naso su Lupin e Jones, cosa che non passò inosservata.
« Di solito non lo chiami “Remus” ? » chiese con fare fintamente disinteressato.
« Di solito. » rispose la ragazza facendo spallucce.
« Sei arrabbiata con lui, vero ? » continuò il ragazzo. Non sapeva perché gli premeva tanto sapere la sua opinione in merito. Probabilmente aveva avuto la sua stessa reazione. Anche James aveva cercato di farlo ragionare, ma non ci era riuscito. La rossa si limitò ad annuire.
« È stato orribile e immagino che Lyanna sia distrutta, ma non essere arrabbiata con Remus. Non posso dirti altro, ma ha delle buone motivazioni. Ho provato a tirar su di morale Lyanna, ma non credo di esserci riuscito. Mi spiace. » spiegò rammaricato guardandola, questa volta, in modo serio. Non c’era più nessun ghigno sul suo viso. C’era solo uno sguardo serio. Lily rimase spiazzata di nuovo. Non l’aveva mai visto così serio e dispiaciuto per qualcosa. Specie per quanto riguardava ragazze con il cuore spezzato. Che fosse davvero cambiato ? Che avesse davvero sbagliato nel giudicarlo ? Senza neanche accorgersene si era avvicinata al ragazzo e aveva preso la sua mano nella sua.
« Esci con me, Evans. » le aveva detto Potter con uno sguardo carico di desiderio. Era diverso. Qualcosa era cambiato. Sembrava quasi che stesse facendo sul serio quella volta.
« Non uscirò mai con te. Lo vuoi capire Potter ?» gli disse Lily risvegliandosi da quella trance. Ma se prima quella frase le era sempre uscita con un tono gelido, ora non era più certa di pensarla così. Non era più sicura di detestarlo così tanto. Non era più neanche sicura di detestarlo. Ma non lo avrebbe mai ammesso. Non poteva ammetterlo.
« Non ti credo Lily. » le disse serio staccandosi dal muro, parandosi davanti a lei, senza sciogliere la presa sulla sua mano.
« Fattene una ragione James. » disse la ragazza cercando di suonare il più seria possibile, risultando però del tutto insicura, sciogliendo la presa. James la tirò a sé prima che gli scappasse via, tenendola stretta a sé per la vita.
« Allora dimmi che quando mi vedi con altre, la cosa non t’infastidisce. Dimmi che mi ricopri d’insulti e sei scortese con me semplicemente perché mi detesti. Dimmi che quando vai a letto non pensi a come potrebbe essere se ti lasciassi andare. Allora dimmi che non provi niente per me. Dillo. » le disse sentendo l’angoscia e la tristezza montargli dentro. Stava per esplodere. Era la prima volta che aveva le lacrime agli occhi per lei.
« Io … Io … James … » farfugliò in preda all’ansia. Si sentiva male. Si sentiva male perché avrebbe voluto urlargli che le importava, che ci pensava tutte le sere prima di addormentarsi, ma niente di tutto quello le usciva dalle labbra. Aveva capito solo in quel momento quanto lo desiderasse, solo quando rischiava di perderlo, ma non riusciva ad ammetterlo. Non voleva ammetterlo.
James lasciò la presa e s’incamminò verso la Sala Comune.
« Allora smettila di giocare con me. » le disse mentre se ne andava.
Lily era sicura di aver visto delle lacrime rigargli il viso e non poté fare a meno di scoppiare a piangere. Alzò lo sguardo, cercandolo per il lungo corridoio, ma era totalmente sparito e non riusciva a capire come avesse potuto fare.
 
*
« Quando la figlia di Venere morrà e il vento di Zefiro si leverà,
I fiumi si tingeranno di rosso, ma l’antico dolore sarà rimosso.
Nel lontano Nord, da forze oscure mutilato,
Risorgerà l’antico sangue rubato.
 
La neve cadrà e audace il giglio bianco renderà.
Un sacrificio necessario — »
 
Il ragazzo dai capelli corvini sbuffò. I suoi occhi di ghiaccio spenti, contornati da evidenti occhiaie mostravano quanto fosse in realtà spossato. Nonostante le poche ore di sonno, Jones si era alzato all’alba ed era rimasto ore appollaiato sulla sedia davanti alla scrivania nel tentativo di decifrare il senso di tutte quelle rune contenute in una sudicia e vecchia pergamena.
« Ancora dietro a quella pergamena ? Perderai la ragione se continuerai con questa ossessione. » disse un ragazzo dai capelli biondi come l’oro. Si chiamava Charles Fawley.
Jones gli mandò solo un’occhiataccia torva di rimando, farfugliando parole sconnesse fra loro.
« “Sacrificio necessario”, “non una singola goccia”, “zaffiri”. Niente di tutto ciò ha senso. » spiegò senza togliere lo sguardo dalla pergamena.
« Forse al momento non hai abbastanza elementi per trovare un senso. Le profezie sono pericolose. Se c’è un modo, vedrai che prima o poi ti sarà chiaro. » gli rispose il biondo con leggerezza, lasciandosi cadere sul letto.
Jones parve pensarci un po’ su, per poi annuire con approvazione.
« Sì, forse non hai tutti i torti. » disse riponendo la pergamena nel baule, insieme ad altri fogli di pergamena, piume e boccettine di inchiostro. Guardò di nuovo il suo libro di Rune Antiche, per poi riporlo sul comodino vicino al suo letto, dove si sdraiò sospirando stremato.
Rimasero in silenzio per un po’, ognuno totalmente assorto nei propri pensieri. Fu Charles a rompere quel silenzio.
« Passiamo a cose più interessanti. Che mi dici di Lyanna Morland ? » chiese con fare fintamente disinteressato, mentre gli si dipingeva un ghigno divertito in viso.
« Chi ? » rispose Jones, facendo finta di non sapere assolutamente di chi stesse parlando l’amico. Il respiro regolare, gli occhi chiusi e le mani dietro alla testa.
« Sai benissimo di chi sto parlando, visto che ti sei anche preso la briga di proteggerla. » Il suo ghigno si ampliò maggiormente, mentre Jones assumeva un’aria contrita.
« È una bella ragazza. »
« È una mezzosangue. Che te ne importa di una come lei ? » chiese con ribrezzo il biondo. Il solo pensiero di trovare carina una mezzosangue lo faceva rabbrividire.
« Nulla. Ho solo avuto un presentimento dal momento che l’ho vista. » rispose il ragazzo dagl’occhi di ghiaccio, cercando di mantenere un tono controllato.
Ricordava bene il momento in cui aveva posato il suo sguardo su quella ragazza. L’Espresso per Hogwarts era appena approdato alla stazione di Hogsmeade. Lui era appena sceso con Charles e il resto del gruppo serpeverde del suo anno. Si stavano dirigendo verso le carrozze quando la vide. Se ne accorse perché il suo gruppo non aveva mancato di fare commenti su Lily Evans, quando questa scese dal treno. Tra i commenti era stato il “e la sua nuova amica chi è ?” a catturare la sua attenzione. Si era voltato solo per curiosità. Non appena posò il suo sguardo su di lei, gli si seccò la gola. Era davvero bella. I lunghi boccoli corvini, le guance leggermente arrossate e le labbra rosse. Quello che l’aveva più colpito, però, erano i suoi occhioni blu. Non era riuscito a staccarle gli occhi di dosso. L’aveva seguita con lo sguardo. Si stava dirigendo anch’ella verso le carrozze, ma fu raggiunta dal signor Gazza, che le aveva porto le redini di una giumenta. “Segua il sentiero e non faccia deviazioni. La professoressa McGranitt l’attende” si era limitato a dire il custode.
La strega salutò l’amica sanguesporco e montò in sella. Fece un giro su se stessa e poi sparì per il sentiero. Si era sentito subito attratto. Non sapeva per quale motivo, ma aveva avuto un bel presentimento. Era rimasto piuttosto deluso quando la vide indossare i colori rossodorati.
« Lasciala perdere. Ci sono tante belle ragazze più degne nel castello. » gli consigliò l’amico.
Jones fece spallucce, per poi tirarsi su e sparire oltre la porta, senza dare spiegazioni.
 
*
Era stata una pessima settimana per Lyanna Morland. Erano passati esattamente cinque giorni dalla notte in cui Remus si era trasformato. Ricordava come quel bacio, le sue grandi mani che vagavano sul suo corpo e il desiderio l’avessero resa felice, ma poi aveva rovinato tutto. L’aveva allontanata con tale solennità e ferocia che ne era rimasta distrutta. Non era riuscita a fare altro che piangere. Il giorno seguente si era risvegliata con due occhioni gonfi e rossi. Nessuno aveva osato farle domande. Neppure Lily Evans, che, senza fare domande scomode, le era rimasta vicina per tutto il tempo. Quello che Lyanna non sapeva era che Lily aveva capito perfettamente la situazione, poiché in estate aveva avuto modo di notare quanto i due fossero legati. La rossa aveva cercato per tutto il castello Remus Lupin e, una volta trovato, l’aveva assalito di domande finché non ebbe tutte le risposte che voleva. Lily aveva provato a infondergli un po’ di buonsenso, di fargli capire quanto per Lyanna lui fosse importante, che era l’unica persona che avesse in quel posto, ma Remus era stato irremovibile, cosa che portò la rossa a considerarlo in ribellione aperta.
« Ti credevo una persona migliore, Remus. Non stai privando solo te stesso della possibilità di essere felice, ma anche lei e questo non te lo perdonerò mai. » gli aveva detto Lily Evans prima di lasciarlo lì in mezzo al corridoio deserto.
Lily aveva tentato di convincerla a scendere a fare colazione, ma Lyanna non aveva voluto saperne di lasciare la stanza. Non mangiava da giorni. Solo la sera prima aveva tentato di mandar giù qualche cucchiaiata di zuppa dopo l’allenamento di Quidditch, solo perché non sopportava più di sentir gracchiare James Potter sull’importanza di mangiar sano ed essere in forma per schiacciare i Serpeverde.
Non appena fu sicura che tutti avessero lasciato la Sala Comune, Lyanna si fece una doccia, si vestì e sparì oltre il ritratto della Signora Grassa. Non aveva voglia di vedere nessuno; era stanca di tutte quelle attenzioni e quei bisbigli alle sue spalle. Aveva preso a camminare senza una meta ben precisa. Si ritrovò in biblioteca, uno dei suoi posti preferiti. Sia per il fatto che amava leggere, sia perché lì era vietato parlare e nessuno l’avrebbe disturbata. O meglio, nessuno che volesse incappare nelle ire di Madama Pince. Dopo aver passato in rassegna la maggior parte degli scaffali, Lyanna prese in prestito un vecchio tomo sulla magia antica. Era un argomento che trovava molto stimolante, specie per il fatto che a Beauxbatons venivano insegnati alcuni tipi di magia antica, al contrario di Hogwarts. Infilò il libro in borsa e si diresse senza perdere tempo verso il ponte di legno. Nessuno sarebbe mai andato a cercarla lì, non con quei grossi nuvoloni neri che minacciavano di far piovere. Non appena giunse al ponte, si sedette in un angolino, si aggiustò il mantello e s’immerse nella lettura.
 
*
Remus, Sirius e Peter Minus avevano vagato per tutto il castello in cerca di James Potter, ma non riuscirono a trovarlo da nessuna parte. Sembrava che quel giorno nessuno avesse voglia di farsi trovare. Remus si era aggregato al gruppo di ricerca perché era preoccupato per Lyanna. Non l’aveva mai vista tanto distrutta. Non poteva fare altro che sentirsi in colpa. Non aveva cambiato idea sulla faccenda, ma era rimasto totalmente spiazzato dalla sua reazione. Non avrebbe mai immaginato che ne sarebbe stata tanto distrutta e ferita. Quando aveva visto i suoi occhioni così gonfi e rossi, aveva provato un dolore indescrivibile, perché sapeva che aveva pianto per colpa sua. Poi ci si era messa Lily Evans e la cosa che faceva più male era che aveva del tutto ragione. Non stava solo togliendo a se stesso la possibilità di essere felice, ma la stava togliendo anche a Lyanna, che aveva già sofferto molto. Avrebbe voluto baciarla, stringerla a sé e dirle che sarebbe andato tutto bene, ma sapeva che non sarebbe andata così. Probabilmente si sarebbe scusato e avrebbe cercato di farle capire perché non voleva, ma non avrebbe fatto altro che ferirla di nuovo. Ciononostante, non riusciva a non essere in pensiero per lei. Non la vedeva mai durante i pasti, non riusciva mai a parlarle tra una lezione e l’altra e nel tempo libero spariva e nessuno sapeva dire dove fosse o cosa stesse facendo.
Sirius e Peter, invece, non erano minimamente in pensiero per questo. Erano in ricognizione nel castello solo per Ramoso. Avevano visto la McGranitt avvicinarglisi, ma non avevano avuto modo di parlargli e una volta arrivati all’ufficio, avevano saputo che se n’era già andato.
Remus si congedò, dando loro appuntamento per cena. Sarebbe andato in biblioteca a finire i compiti di trasfigurazione. Peter rimase con Sirius. Si diedero a qualche innocente marachella, per poi convenire che non fosse una cattiva idea iniziare a smaltire l’enorme pila di compiti che avevano ignorato fino a quel momento e che non aveva fatto altro che crescere enormemente. I compagni del Grifondoro erano increduli nel vedere Sirius Black immergersi nello studio di domenica pomeriggio. Non era possibile. Il moro si limitò ad abbaiare qualche “che avete da guardare ?”, “sono nei pasticci” e un “accidenti”.
Dopo qualche ora, videro apparire il loro compare di merendine dal ritratto della Signora Grassa.
« James! Era anche ora! Ma dov’eri finito ? Ti abbiamo cercato ovunque! » sbottò Sirius, mentre gli dava un pugno sulla spalla.
« Ah, lascia perdere! La McGranitt si è lamentata di come gestiamo le ronde, ho dovuto rifare tutto il piano e le coppie per i turni. Ho finito solo ora, sono distrutto. » sintetizzò, omettendo la parte che riguardava Lily Evans. Sapeva come avrebbero reagito i suoi amici. Sirius sarebbe andato su tutte le furie, dicendogli che aveva ragione fin dal principio e che gli aveva detto un sacco di volte di lasciarla perdere. Peter avrebbe cercato di tirargli su il morale, ma non si sentiva in vena di fare nulla.
In quel momento riapparve Remus Lupin, che li aveva raggiunti per posare la pila di libri e scendere il Sala Grande per la cena. Mentre raggiungevano la Sala Grande di buon grado, felici di essersi riuniti finalmente, James passò dall’ufficio della professoressa McGranitt per lasciarle il piano come aveva richiesto in mattinata. Di Lily Evans neanche l’ombra. Sperava di vederla in ufficio.
Quando arrivarono alla Sala Grande, si sedettero e non si diedero il minimo contegno. Cominciarono ad abbuffarsi come se non avessero toccato cibo per anni. James passò a spiegare in modo dettagliato com’era andata quella mattina dalla McGranitt.
« Ah Remus, amico mio, perdonami. Ho dovuto metterti in coppia con Jones nelle ronde, sei l’unico che può bilanciare un Serpeverde come si deve. Nessuno si sognerebbe di ristabilire l’ordine con quelle serpi. Non me ne volere. » disse James prima di trangugiare altro stufato di manzo con patate lesse.
Remus Lupin si limitò a sospirare e annuire. Furono raggiunti dalle compagne di Grifondoro. Lily Evans si sedette nell’unico posto libero: vicino a Remus Lupin.
« Mi dispiace averti urlato contro. Non avrei dovuto. » sussurrò all’amico prima di sedersi accanto a lui. Remus le abbozzò un lieve sorriso di rimando e annuì. Passarono il resto della serata a parlare del più e del meno. Lily fu assorbita dai pettegolezzi di Emmeline, Mary e Marlene. Alice era intenta ad amoreggiare con Frank e i Malandrini, be’, nessuno capiva mai di cosa stessero parlando.
« Ehi Evans, ma dov’è Morland ? Le avevo chiesto se poteva correggermi il tema di rune antiche ma non me l’ha più riportato. »
« Magari è così desolante, che non ha più inchiostro per finire di correggertelo! » rise Marlene McKinnon prendendolo in giro.
« Ah-Ah! Quanto sei divertente McKinnon! Se fossi in te non riderei troppo. » le disse inviperito Sirius, mentre pensava a come avrebbe potuto vendicarsi nei giorni seguenti.
Senza volerlo la sua domanda aveva fatto montare l’ansia a più persone. Remus, Lily e James si erano già accorti dell’assenza di Lyanna, ma pensavano che qualcuno fosse al corrente di cosa stesse facendo. Pareva, però, che nessuno ne avesse la minima idea.
Alla fine della cena, tornarono tutti in Sala Comune. La professoressa McGranitt aveva raggiunto James Potter e Lily Evans poco prima del termine della cena per approvare ufficialmente il loro progetto e annunciò che avrebbe aggiornato lei i prefetti in merito.
Lily provò a parlare con James, ma il ragazzo le aveva semplicemente risposto “abbiamo un’intera ronda davanti, ci vediamo dopo”. Non aveva voglia di sostenere un’altra conversazione con lei in quel momento. Aveva passato tutto il pomeriggio nascosto sotto il Mantello dell’Invisibilità, nascosto nel passaggio segreto della Strega Orba. Non si era mai sentito tanto ferito e solo in vita sua. Continuava a ripetersi che avrebbe fatto meglio a lasciar perdere, a dimenticarla, ma non ci riusciva. Lui l’amava. Si odiava per non aver avuto il coraggio di annullare le distanze e baciarla. Almeno avrebbe saputo come stavano realmente le cose. Invece non era riuscito in nulla.
Sbuffò e accelerò il passo, per poi sparire di nuovo per i corridoi.
 
*
Lyanna era rimasta totalmente affascinata dalla lettura, che aveva tirato fuori fogli di pergamena, una piuma e dell’inchiostro e aveva preso parecchi appunti. La lettura era stata così stimolante, da farle perdere la cognizione del tempo. In un primo momento aveva pensato di andare a cena, ma il pensiero di rivedere Remus le faceva troppo male. Ogni volta che pensava a lui, cominciavano a spuntarle lacrime sugli occhi.
Si disse che era l’ultima volta. Che dal giorno dopo non avrebbe più pianto. Non ne valeva più la pena. Aspettò un po’ prima di avviarsi verso il castello. Non aveva voglia di incontrare persone.
Ripose libro, piuma, pergamene e inchiostro nella borsetta che aveva subito delle piccole modifiche e si avviò verso la Sala Comune. Stava per dirigersi verso le scale per salire fino alla Torre del Grifondoro al settimo piano, ma si ritrovò a fluttuare in aria. Qualcuno le aveva lanciato un levicorpus.
« Bene, bene. Qualcuno sta per pagare per l’insubordinazione al campo di Quidditch. » disse una voce dietro di lei. Sentì un coro scoppiare a ridere.
Non riusciva a vedere nulla, ma sapeva bene di chi si trattasse. Qualsiasi cosa avessero intenzione di farle, non sarebbe stato piacevole. La gonna non voleva saperne di rimanere su. Sentiva il sangue ribollirle in corpo. Non era mai stata umiliata tanto in vita sua. Non poteva sopportare una cosa simile. Prima ancora che potesse pensare a come tirarsi fuori da quella situazione, sentì qualcuno scandire un “dismundo”. Strane visioni cominciarono ad apparire attorno a lei. Sentiva le risate farsi sempre più lontane e quelle visioni sempre più vere ed inquietanti.
Non riusciva a capire come mai le sue mani grondassero di sangue. Poi li vide. Due occhioni azzurri enormi. Un viso sempre più definito. Sua sorella. “È tutta colpa tua”. Tutto aveva cominciato a vorticare.
« Però, che mutandine. Peccato sia una mezzosangue, altrimenti potevo farci un pensiero. » esordì uno con tono compiaciuto, prima di scoppiare a ridere in modo meschino.
Lyanna si risvegliò da quella trance.
Lacrime di rabbia le annebbiavano la vista. “Non ho la bacchetta. È nella borsa, è troppo lontana”, pensò.
Sei una dannata strega. Non ti serve una stupida bacchetta per esserlo.
Una voce dura, ma saggia.
La salvezza.
« LYANNA! »
Non aveva riconosciuto la voce, ma sentì solo un “expelliarmus”. Era così concentrata, che non prestò attenzione a quello che stava succedendo.
Finite incanta … Finite— Le voci continuavano a distrarla.
 
FINITE INCANTATEM! Pensò con tutta la forza che aveva.
 
Un tonfo. Il pavimento duro e freddo di pietra. La testa che le faceva male da morire.
 
Scattò in piedi. Non le importava nulla del dolore. Non le importava nulla di quanto potesse apparire trasandata in quel momento. Il sangue le ribolliva nelle vene.
« Ignis. » pronunciò solo, puntando il palmo aperto contro il gruppo. Lo sguardo infuocato. Il sangue che le pulsava sulle tempie.
Una palla di fuoco comparve dal nulla proprio appena davanti al suo palmo, per poi scagliarsi verso i Serpeverde. Questi si dispersero da tutte le parti per scampare al fuoco, per poi correre via con quanta più forza avessero nelle gambe.
Fu solo in quel momento che notò chi fosse rimasto. Remus, Sirius e Jones continuavano ad osservarla con aria estremamente grave.
« Lyanna » fece Remus preoccupato a morte, avvicinandosi a lei.
Incontrò solo due occhioni blu. Non erano più dolci come i non-ti-scordar-di-me. Erano glaciali. Belli, ma indistruttibili come due zaffiri.
Lyanna alzò di nuovo il braccio, con il palmo rivolto verso di lui.
« Mi dispia — »
« Stupeficium! »
Remus fu scaraventato indietro. Perse i sensi.
Sapeva che Sirius non le avrebbe mai fatto del male. Su Jones non ne era del tutto sicura. Non era in sé. Pensò intensamente all’incantesimo di disarmo, piantando gli occhi in quelli del Serpeverde. Prima che le lacrime ebbero rincominciato a rigarle il viso, vide la sua bacchetta volare. Scappò via sulle scale. Sentì un lontano “tornatene nei sotterranei, ci penso io a riportarla in camera”.
Corse fino a quando ne ebbe le forze. Non voleva fermarsi. Avrebbe voluto lasciare il castello per sempre e non tornare mai più. Stava per svoltare l’angolo, quando si sentì tirare. Era Sirius Black.
Tentò di divincolarsi dalla sua presa, ma era salda e le sue braccia erano forti. Sirius non disse nulla. L’abbracciò, accarezzandole la schiena. Lyanna crollò, lasciandosi andare in quell’abbraccio. Forse tra quelle braccia nessuno le avrebbe più fatto del male. Affondò il viso nell’incavo del collo del ragazzo, cercando di soffocare i singhiozzi.
« È finita. È tutto finito. » continuava a sussurrarle, mentre la cullava in quell’abbraccio.
Lyanna non poté fare a meno di sentirsi al sicuro. Passò molto tempo prima che il pianto si facesse meno grave. Lyanna era del tutto scossa da quello che era accaduto, ma Sirius non l’aveva lasciata nemmeno per un istante. Non si era lagnato del fatto che l’avesse inzuppato di lacrime e che fosse stanco. Non credeva di essere molto bravo in quelle cose, ma si stava sforzando di trovare parole di conforto in un momento del genere. La verità era che aveva preferito seguire Lyanna, perché se avesse seguito i suoi istinti, avrebbe fatto qualcosa di imperdonabile. Se lo sentiva. Sentiva la rabbia ribollirgli in tutto il corpo. Fu riportato alla realtà da Lyanna, che aveva sollevato il capo. Fissava la sua camicia. Era piena di sangue.
« Sei … Sei ferita ? » disse scrutando su tutto il suo corpo per accertarsene.
« Sirius ? » chiese con la voce rotta dal terrore. Dai suoi occhi lacrime di sangue le rigavano il viso. Sirius rimase pietrificato a quella vista. Non sapeva che fare, chi chiamare. Le sue gambe immobili, la sua voce che non usciva dalle sue labbra. L’orrore dipinto in volto.
« Ti prego, Sirius. Fallo smettere. Fallo smettere, Sirius! » implorò piangendo. Il respiro affannato, il campo visivo che si restringeva, fino a diventare tutto nero. Sentiva tutto, ma non riusciva più a vedere nulla. Sentiva il sangue sgorgarle dagli occhi.
 
Il rumore di un’esplosione. Una folla. L’angoscia.
Pluriomicidio. Harry! Il buio.
Il gelo. Il dolore. La morte.
 
« Che cosa le stai facendo, Black ? »
 
Nessuna risposta.
 
Lyanna sentì strattonarsi, finendo in un altro paio di braccia.
 
« Lyanna ? Lyanna ? » la voce incrinata.
 
Si era diretto verso i sotterranei, ma il pensiero di andarsene così lo disgustava. Continuava a pensare che sarebbe stato meglio portarla in infermeria. Si era detto che non erano affari suoi, che non gli importava nulla, ma poi aveva fatto retro-front ed era corso a cercarla.
Un altro presentimento. Questa volta brutto. Orribile. Una morsa attanagliava le sue viscere.
Che razza di uomo era ? Non era riuscito a fare altro che guardare impassibile ciò che le era successo.
 
« Jones ? »
 
Occhi di ghiaccio. Un sorriso. Desiderio.
Corpi nudi. Sangue. Gioia.
Neve. Sacrificio. Giglio.
 
Jones non riuscì a proferire parola. Passò lo sguardo da Sirius a Lyanna. Erano pietrificati.
 
Lyanna svenne. Jones strinse la presa attorno a lei, per poi prenderla in braccio.
 

 

Note dell'autrice.
Vorrei innanzitutto scusarmi con tutti coloro che leggevano la mia storia per la lunghissima assenza. Purtroppo a causa di un lutto non sono riuscita ad essere presente come speravo.
Che dire ? Spero possiate perdonarmi e che questo capitolo vi piaccia.
Non vi sono grandissimi avvenimenti, è vero, ma ho introdotto molti elementi nuovi. Ci sono stati sviluppi tra James e Lily, Jones che lavora ad una profezia, Lyanna e Remus che affrontano le conseguenze del rifiuto di lui, le serpi sempre in agguato e succedono cose strane a Lyanna.
I nodi cominciano a venire al pettine, dal prossimo episodio scopriremo molto di più! <3
   
 
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