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Autore: VixyaUzumaki    10/07/2018    2 recensioni
Dal primo capitolo
«Muoviti fiorellino! Anche se posso venire qui anche quando non mi alleno, non significa che abbiamo tutto il giorno per aspettare che tu riesca a trovare il coraggio di mettere piede sulla pista.»
«La fai facile tu. Ci sei praticamente nato con i pattini ai piedi!»
«Ma come, quando eravate piccoli tu e Izzy non eravate soliti andare con la famiglia alla pista della città e poi tu ti lasciavi trascinare dalla pista da lei?»
«Un conto è quando hai otto anni e tutto il tempo del mondo per portare tua sorella a pattinare perché il suo più grande sogno è diventare pattinatrice olimpica e ci tiene che tu sia li presente a sostenerla e incoraggiarla, un altro è mettersi questi “cosi” ai piedi e cercare di non fare la figura del pinguino ubriaco che scivola sul ghiaccio ogni secondo!»
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Muoviti fiorellino! Anche se posso venire qui anche quando non mi alleno, non significa che abbiamo tutto il giorno per aspettare che tu riesca a trovare il coraggio di mettere piede sulla pista.»

«La fai facile tu. Ci sei praticamente nato con i pattini ai piedi!»

«Ma come, quando eravate piccoli tu e Izzy non eravate soliti andare con la famiglia alla pista della città e poi tu ti lasciavi trascinare dalla pista da lei?»

«Un conto è quando hai otto anni e tutto il tempo del mondo per portare tua sorella a pattinare perché il suo più grande sogno è diventare pattinatrice olimpica e ci tiene che tu sia li presente a sostenerla e incoraggiarla, un altro è mettersi questi “cosi” ai piedi e cercare di non fare la figura del pinguino ubriaco che scivola sul ghiaccio ogni secondo!»

La frase fu subito seguita da un tonfo, segno che il ragazzo aveva finalmente messo piede sul ghiaccio, ma aveva finito col procurarsi di sicuro un bel livido sul fondoschiena e scatenato le risate del ragazzo che era con lui.

L’eco delle loro voci si propagava per tutta la pista. A quell’ora del mattino era difficile trovare qualcuno di così mattiniero che avesse la malsana idea di andare a pattinare al sorgere del sole. Ma da quando sua sorella aveva deciso di diventare pattinatrice e aveva conosciuto Magnus, per Alec era diventata una routine svegliarsi prima del sole per accompagnare sua sorella agli allenamenti, con la scusa poi di trovarsi a parlare per caso con Magnus.

Era successo dieci anni prima. Izzy, la sorella minore di Alec, aveva visto alla televisione delle gare di pattinaggio e tra i vari pattinatori che si erano esibiti, quello che più l’aveva colpita più di tutti era un ragazzino di poco più grande di loro, dalla pelle scura e degli occhi come se fossero due gemme d’ambra... O almeno è così che Alec lo vedeva nella sua mente. Non sapeva ancora il perché, ma quando lo vide esibirsi per la prima volta rimase colpito dal modo che aveva di pattinare l’asiatico, così diverso da quello dei pattinatori che da anni calcavano quelle piste ghiacciate, ma anche così originale rispetto a quello dei suoi coetanei.

La prima volta che lo videro pattinare dal vivo fu all’incirca un anno dopo, durante una delle tappe di qualificazione del Grand Prix del 2007, allo Skate America che quell’anno si teneva a Reading in Pennsylvania. Izzy aveva talmente insistito a voler andare a vedere la gara dal vivo solo per poter conoscere Magnus, che alla fine i suoi genitori si dovettero arrendere per evitare un esaurimento nervoso, a patto che si sarebbe dovuta impegnare seriamente nello studio se avesse voluto proseguire con gli allenamenti di pattinaggio, e anche per quelli dovette promettere di impegnarsi, senza mai trascurare né l’una né l’altra cosa. Era da poco terminato il Programma Libero e Magnus era riuscito ad arrivare primo e vincere la prima tappa della competizione. Stava lasciando la pista insieme a sua madre, quando per poco non venne investito da una nuvola di capelli neri che reggeva un’enorme peluche di gatto come regalo per la vittoria.

«Ciao Magnus! Questo è per te, ho letto in un’intervista che ti piacciono molto i gatti. In realtà avrei voluto prenderne altri, ma la mamma ha detto che sarebbe stato scortese presentarsi con troppi regali, poi però ho visto questo peluche di gatto con i pattini e ho pensato “Se Magnus avrà con sé questo gatto, allora sono sicura che vincerà tante gare!”»

Fino a un momento prima il ragazzo era concentrato su quell’adorabile bambina che ripeteva che era grazie a lui se aveva deciso di voler fare la pattinatrice e che di certo non aveva nulla da spartire con certe ragazzine troppo vanitose che erano solo apparenza perché indossavano dei vestitini scintillanti, ma che lei di sicuro si sarebbe saputa far notare e dimostrare agli altri quanto valeva.

Il suo flusso di pensiero fu bruscamente interrotto quando si ritrovo davanti due bellissimi occhi azzurri e dei capelli dello stesso colore della bambina, con la differenza che erano più corti e appartenevano a quello che a tutti gli effetti doveva essere suo fratello maggiore, dato anche dal tono con cui la mora si rivolse al ragazzino.

«Fratellone, ti presento Magnus Bane. È il pattinatore di cui mi chiedi spesso di parlarti!»

«Izzy, sta zitta! Non si dicono certe cose davanti agli estranei.»

«Ma è la verità! Quando vediamo le gare insieme mi chiedi sempre di parlare delle sue coreografie e dei salti che esegue nelle esibizioni!»

«Izzy!»

«Anche a te piace pattinare?»

La domanda lo colse impreparato, di certo non si aspettava che l’asiatico rivolgesse la parola anche a lui, già era un miracolo se era sopravvissuto alla parlantina a raffica della sua sorellina. DI sicuro quei due erano già partiti col piede giusto per diventare ottimi amici e compagni di pettegolezzi, pensò tra sé e sé Alec.

«In realtà… Visto che a Izzy piace tanto ho pensato che conoscere un po’ di più questo sport mi avrebbe permesso di capire meglio come funziona la meccanica delle gare e tutto ciò che ne consegue. Qualche volta mi capita di guardare delle gare con lei, ma non più di tanto.»

«Disse quello che aveva impostato il timer prima di partire per rivedere la gara!» Disse la corvina con un sorriso furbetto sulle labbra.

«Izzy, te l’ho già detto. Se vuoi che ti aiuti, devi conoscere al meglio le basi del pattinaggio e studiare gli stili degli altri pattinatori, se vuoi crearne uno tutto tuo.»

«Però a volte non basta solo la pratica.»

«Come?»

Il moro tornò a fissare l’asiatico e in un primo momento si ritrovò a chiedersi perché volesse tanto continuare a parlare con lui. Era la prima volta che si incontravano, si erano scambiati sì e no qualche parola, ma sentiva di voler conoscere di più su quel ragazzo e così era anche per l’altro, che sembrava guardarlo nello stesso modo.

«Dicevo, che a volte la sola pratica e studio non bastano per riuscire a trovare uno stile tutto tuo. Se tu per primo non sei in grado di metterci il cuore e far sentire a gli altri le emozioni che stai cercando di trasmettere, allora significa che hai fallito.»

Quello fu forse il momento che porto Alec a capire che il mondo del pattinaggio non era solo saper essere preparati atleticamente, di dimostrare che eri il migliore nel saper eseguire un quadruplo Salchov o un triplo Axel, per costruirsi una facciata da mostrare davanti agli altri. Pattinare significava anche mettere tutto sé stessi, far sentire le proprie emozioni agli altri, essere in grado di coinvolgere le persone attraverso le storie che si costruivano attraverso le coreografie e di certo la vittoria più grande non si otteneva solo vincendo medaglie, ma sentirsi dire che ciò che facevi li emozionava e li spronava a non mollare mai e a prenderti come modello da seguire.

Non sa ancora oggi spiegarsi il perché, ma in quel momento ciò che disse all’asiatico gli sembrò la cosa più giusta dire, e forse in realtà col tempo aveva capito del perché disse quelle parole.

«Io penso che tra tutti i giovani pattinatori che ci sono oggi tu sia quello che meglio esprime questo concetto. Anche chi non conosce o pratica questo sport, vedendo le tue esibizioni si emozionerebbe. Hai ispirato mia sorella a voler diventare pattinatrice e vedere le tue esibizioni… mi… mi… mipiacionomolto!» Pronunciò l’ultima frase tutto d’un fiato, diventando paonazzo per l’aria buttata fuori, e mentre cercava di riprendersi, Magnus rimase per un’istante pietrificato di fronte alla dichiarazione di quel ragazzo che non conosceva per niente… Ma che ora sentiva di voler conoscere meglio.

«Sei buffo, sai?» rispose l’asiatico trattenendo una risata.

«Eh?» Il moro lo guardò come se avesse di fronte una strana creatura e stava quasi per rispondere a tono quando il ragazzo riprese a parlare.

«Ma sono lieto di sapere che le mie emozioni siano arrivate fino a te.»

Se qualcuno un giorno avesse detto ad Alec che si sarebbe innamorato alla tenera età di dieci anni lo avrebbe preso per pazzo, ma alla fine era andata proprio così.

«Io sono Magnus Bane. Piacere di conoscerti.»

«Alec Lightwood. E lei è mia sorella Isabell, anche se preferisce farsi chiamare Izzy.»

«E invece il tuo nome è il diminutivo di…»

«Alexander, anche se di solito solo i mei genitori mi chiamano così. Per gli amici sono Alec.»

«Io invece preferisco chiamarti Alexander e visto che ora siamo amici ti chiamerò sempre con il tuo nome.» Disse mentre sulle labbra spuntava un sorriso furbetto, di chi stava per combinarne una. E quello era solo l’inizio di tutto.

Magnus fu riportato bruscamente al presente quando sentì per l’ennesima volta il suo ragazzo imprecare per una nuova caduta. Pattinò fino al ragazzo e gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi.

«Ormai dovresti saperlo. Quando facciamo una scommessa, il perdente deve pagare pegno.» disse mentre aiutava il ragazzo a rialzarsi. Ed era così da quando andavano scuola, se Magnus vinceva una gara o Alec terminava l’anno col massimo dei voti, uno dei due doveva pagare pegno.

Questa volta era il turno di Magnus di riscuotere la scommessa vinta e dato che aveva un po’ di tempo libero prima di partecipare al Quattro Continenti, aveva deciso di passare i giorni successivi con il suo ragazzo e di impartirgli “lezioni private” di pattinaggio, che il più delle volte terminavano con loro a baciarsi in mezzo alla pista o negli spogliatoi.

«Suvvia fiorellino, saresti capace di non rispettare una promessa fatta, soprattutto se fatta con il tuo ragazzo?»

L’asiatico sapeva come stuzzicare l’orgoglio del suo ragazzo e se c’era una cosa che era in grado di smuoverlo era di non mancare mai alle sue promesse.

«Dovresti saperlo che non sono il tipo da non rispettare le promesse. E smettila ogni volta di usare la scusa del “Alec non mancherebbe mai di rispettare un impegno preso”». Stava per parlare di nuovo, quando fu prontamente zittito dalle labbra del suo ragazzo. Baciare quelle labbra ogni volta era come sfiorare una nuvola di zucchero filato, così morbide e dal retrogusto un po’ zuccherino dovuto ai lucidalabbra che il ragazzo era solito mettere, ma che ad Alec piaceva da impazzire.

Erano talmente presi dal baciarsi che presi dalla foga del momento, Alec aveva spostato involontariamente uno dei pattini e aveva fatto l’ennesima caduta rovinosa, questa volta portando con sé anche il suo ragazzo. I due si ritrovarono così distesi sulla superfice ghiacciata e se in un primo momento era subentrato lo spavento per la caduta e la preoccupazione l’uno dell’altro che nessuno dei due si fosse fatto male, la tensione svanì sostituita dalle risate dei due ragazzi.

Alec non finiva mai di stupirlo, ogni giorno che trascorreva con lui scopriva sempre qualcosa di nuovo del moro e se ne innamorava sempre di più, sperando che tutto questo non finisse mai. Mentre rifletteva si ritrovò a fissare i suoi occhi azzurri, quei bellissimi occhi azzurri come l’oceano che lo avevano conquistato fin dal loro primo incontro. Occhi che sapevano trasmettere tante emozioni diverse, sapevano rincuorarti quanto ti sentivi abbattuto, sapevano trasmetterti rispetto verso di lui e verso le persone che considerava tali. Occhi che avevano anche provato un’enorme sofferenza, ma che erano stati in grado di tornare a splendere superate le difficolta. Occhi azzurri come le piste su cui era solito pattinare e che da quando conosceva Alec non lo avevano più fatto sentire così triste nel solcarle durante le gare.

«A cosa pensi?» Il flusso di pensieri dell’asiatico venne interrotto dalla voce cristallina del moro, che lo fissava, chiedendogli in una muta domanda cosa lo tenesse così sovrappensiero.

«A quanto i tuoi occhi non abbiano mai smesso di brillare dal primo momento che ci siamo visti.»

La risposta porto le guance del moro a tingersi di rosso acceso. Magnus sapeva quanto questo tipo di dichiarazioni dirette mettessero in imbarazzo Alexander, ma sapeva anche che la reazione immediata del ragazzo erano sempre un qualcosa che lo spiazzavano in maniera positiva.

«È la stessa cosa a cui stavo pensando anch’io.»

I due tornarono a baciarsi, incuranti di trovarsi ancora distesi sulla pista ghiacciata e con il rischio di prendersi un malanno entrambi, ma erano fatti così, ogni volta che si trovavano a passare del tempo insieme, finivano con il chiudere il mondo di fuori e a ritrovarsi a condividere i momenti insieme nel loro angolo di paradiso.

«Non credi che… dovremmo spostarci in un posto… più consono… per questo genere di attività?» Disse fra un bacio e l’altro Magnus, mentre continuava a rimanere disteso sul suo ragazzo.

«Ah-ah… Però, se ben ricordo… Qualcuno aveva detto… che dovevo farmi dare delle lezioni… perciò…» disse interrompendo il bacio tra loro e aiutando il ragazzo a rialzarsi.

«Sai, certe volte odio il tuo lato così responsabile e ligio al dovere.»

«È anche il motivo per cui mi ami così tanto.»

I due si baciarono un’ultima volta, prima di riprendere le loro “lezioni” di pattinaggio, fatte di cadute e di ricordi da conservare per sempre.

*****

Note: Goodmorning, cacciatori e cacciatrici e abitanti del mondo delle ombre! Questa è la mia prima esperienza nel fandom di Shadowhunters, l’ho scoperto all’incirca due anni fa, quando mi sono imbattuta per “caso” (chiamiamolo caso, anche se Youtube me lo aveva messo tra i consigliati XD) nella famosa scena del bacio Malec nella serie tv. Caduta inesorabilmente nel vortice della Malec, ho deciso di cimentarmi nella scrittura di una fanfic su di loro e l’occasione si è presentata con un’iniziativa trovata su tumblr, Malec Week 2018, cominciata ieri e che durerà fino a domenica. Sette giorni in cui scrivere o disegnare sui i nostri cari Malec in sette Au differenti. Spero che questa prima storia vi sia piaciuta e che continuerete a seguirmi in questa avventura. Ci si vede alla prossima storia! ;)

  
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