Cuori ardenti
Notte di passione
La porta si aprì senza far rumore,
evidentemente i cardini erano ben
oliati.
Con un sorriso Prince fece uscire la
sua chioma fluente dall’uscio e sbirciò nell’oscurità, per individuare la
camera.
Vi era una finestra nel corridoio,
dalla quale entravano pallidi raggi di luna, che permettevano all’ispettore di
distinguere i lineamenti delle due
figure.
Fece una lieve smorfia divertita,
era riuscito a distinguere chiaramente da quale fanciulla fosse andato Ianko, e
doveva dire che se
l’aspettava.
E si aspettava anche che la signora
non facesse molta
resistenza.
In fondo si era lasciata aiutare,
sebbene odiasse i francesi, quindi doveva trovarci qualcosa in quel
tipo.
Non riusciva a capire cosa, ma
evidentemente ci trovava
qualcosa.
Bè, in ogni caso non erano affari
suoi.
Richiuse piano piano la porta,
sperando di non essere
sentito.
All’improvviso ci ripensò, in fondo
se si divertiva il francesino, perché non doveva divertirsi anche
lui?
In effetti lui era in servizio e non
si sarebbe dovuto abbandonare a
distrazioni.
Però in fondo in quel momento non
poteva investigare, tanto valeva divertirsi un
pochino.
Meglio aspettare, però, che se ne
andasse il dongiovanni francese.
Rimase in attesa, ansioso di
prendersi anche lui un po’di divertimento, in effetti era sempre troppo preso
dal lavoro, era troppo tempo che non andava con una
donna.
Mostrò i denti in uno dei suoi
classici sorrisi da lupo.
L’ultima era stata la bionda Esther,
una ragazza giovane e spigliata che lavorava nella locanda vicino a casa
sua.
Si era divertito molto in quelle
notti, ma la bellezza di quella ragazza non era niente in confronto a quella
delle donne che abitavano quella
casa.
Sorrise di
nuovo.
Due delle abitanti erano veramente
splendide, lo erano sempre state, peccato che una fosse già impegnata e pronta
al matrimonio.
Ma c’era sempre l’altra, che, a
quanto pareva, lo trovava
affascinante.
Lanciò un’altra occhiata alla camera
in fondo, impaziente di veder sparire il francesino per poter attraversare il
corridoio in pace e poter raggiungere la donna con cui passare quella
notte.
Ianko Dubois se ne stava ritto
davanti alla porta, una mano appoggiata al muro, l’altra accarezzava la vita
della donna.
Lei stava ferma,
sorridendogli.
Non amava i francesi, ma doveva dire
che quello era davvero
affascinante.
Fece un passo indietro, sotto lo
sguardi divertito di lui.
Non sapeva cosa
fare.
Da una parte era tentata, voleva
lasciarsi andare, non aveva mai avuto un uomo in vita
sua.
Ma
dall’altra…
Le sorelle erano entrambe pure,
aveva loro insegnato che si doveva giungere vergini al
matrimonio.
Ora non poteva essere proprio lei a
tradire quella legge non
scritta.
Il sorriso affascinante del francese
la colse nuovamente
impreparata.
Senza attendere oltre lui spostò la
mano dal muro ed iniziò ad accarezzarle il
viso.
Dopo pochi secondi le loro labbra si
incontrarono, e la padrona di casa sentì che le sue difese erano crollate come
ghiaccio al sole.
Senza nemmeno una parola il francese
entrò, chiudendo la porta alle sue spalle, e la fece stendere sul grande
letto.
Iniziò subito a spogliarla con
maestria, tipica di chi ha già avuto esperienze
simili.
Lei lo lasciò fare, completamente
paralizzata.
Era la sua prima volta e non sapeva
proprio cosa fare, quindi decise di lasciare che fosse lui a
guidarla.
Vegeta Prince sorrise. Il francese
era entrato, quindi ora lui aveva via
libera.
Attraversò il corridoio con
prudenza, cercando di non farsi
sentire.
Senza bussare abbassò lentamente la
maniglia della porta davanti alla sua, e sentì che non vi era nessun ostacolo,
nessuna chiave.
Entrò con passo
spedito.
L’interno della camera era molto
buio, ma gli occhi dell’investigatore erano abituati, aveva intrapreso
moltissimi inseguimenti nella notte, ormai aveva la vista di un
gatto.
Scorse subito la ragazza dai capelli
blu.
Era nel letto, avvolta nelle
lenzuola, ma scalciando si era liberata delle
coperte.
L’inglese sorrise,
guardandola.
Era così anche da piccola, a letto
non riusciva a restare ferma, era sempre irrequieta. Lo sapeva perché a volte
gli era capitato, da piccolo, di fermarsi a dormire con le sue amichette.
Conosceva perfettamente il modo in cui
dormivano.
Per questo era perfettamente sicuro
che la sorella minore non stesse dormendo, qualche camera più in là, si
addormentava sempre molto tardi, questo perché era sempre spaventata da
qualsiasi rumore, anche se non lo ammetteva mai, ed, anzi, ogni anno che
cresceva faceva sempre di più la
spavalda.
Proprio perché era sicuro che la
Piccolina non stesse dormendo cercava di fare il meno rumore possibile, anche se
sicuramente il Conte era andato a
trovarla.
Un ghignò gli attraversò il
volto.
Quella notte, a quanto pareva, si
sarebbero divertiti tutti.
Qualche camera più in là, il Conte
era sdraiato sul letto della sua donna, intendo ad
osservarla.
Era andato lì pochi minuti dopo che
tutti si erano coricati.
Ora che l’aveva ritrovata non
riusciva a starle lontano, doveva averla vicino a sé, tra le sue
braccia.
Non riusciva a tranquillizzarsi,
fino al giorno del matrimonio avrebbe sempre avuto paura che qualcuno potesse
portargliela via.
C18 girava irrequieta per la camera,
senza freno.
Voleva passare quella notte con il
suo amore, lo voleva più di ogni altra cosa al
mondo.
Aveva bisogno di sentire che era lì,
vicino a lei, che nessuno gli avrebbe più
separati.
Ma sua sorella era nella camera
affianco, e se avesse sentito?
Bulma era ancora convinta che lei
fosse pura, e che sarebbe rimasta tale fino al matrimonio, e si sarebbe
arrabbiata se avesse scoperto che non era più vergine, forse l’avrebbe
addirittura buttata fuori di
casa.
Continuava a girare come un’anime in
pena, con la testa che le pulsava ed il cuore che batteva
all’impazzata.
Crilin si sedette sul bordo del
letto, non appena la ragazza passò vicino a lui la fermò, circondandola da
dietro con le sue robuste braccia.
La face cadere su di lui ed iniziò a
soffiarle dolcemente aria calda in un orecchio, facendola ridere per il
solletico.
Prese a baciarla, prima dolcemente,
poi con sempre più passione, per trasmetterle il suo
amore.
A quel punto tutte le preoccupazioni
della più giovane erano
scomparse.
Quella notte l’avrebbe passata col
suo amore, e se Bulma avesse sentito…bè, avrebbe dovuto accettare la
situazione.
Era stufa di doverle rendere conto
della sua vita, a lei non importava arrivare pura al
matrimonio.
Aveva trovato l’uomo giusto ed era
convinta che fosse giusto concedersi a lui anche prima del
matrimonio.
Lui l’amava e lei amava
lui.
Contava solo
questo.
Si sdraiò e lasciò che il Conte
iniziasse a spogliarla, per poi scivolare in magiche ore
d’amore.
Intanto Prince si era avvicinato al
letto della ragazza e aveva iniziato a scrollarle leggermente la spalla, per
svegliarla.
Due occhi color del mare si aprirono
su di lui.
“…Vegeta…” mugugnò la ragazza nel
sonno, gli occhi mezzi chiusi, la voce
impastata.
Lui non attese oltre e si chinò su
di lei, catturandole le labbra in un bacio
passionale.
A quel punto lei era completamente
sveglia.
Circondò il collo dell’uomo con le
braccia e lo tirò verso di
sé.
Vegeta non si fece pregare ed iniziò
a spogliarla.
Quella notte si sarebbe un po’
divertito con la sua cara amica d’infanzia.
Con le forti mani iniziò ad
accarezzarla su tutto il
corpo.
La pelle della ragazza era morbida e
bianca, la sua dura e
abbronzata.
Lei iniziò a baciarlo sul
collo.
Era tanto tempo che lo
desiderava.
Le era sempre piaciuto, fin da
quando era piccola e non aveva mai smesso di pensare a lui, al suo corpo
vigoroso.
Aveva passato gli anni migliori
della sua vita a far l’amore con gli altri uomini, immaginando sempre di farlo
con lui.
Ah, se solo Bulma l’avesse
saputo…
Sicuramente l’avrebbe cacciata di
casa, ma a lei non importava, in quel
momento.
Le importava solo possedere l’uomo
che desiderava, sentire le sue mani esperte sul suo corpo.
Ma voleva possederlo a modo
suo.
Con le candide mani lo spostò
leggermente, guidandolo finchè lui non si ritrovò sdraiato sul
letto.
L’inglese la guardò
divertito.
A quanto pareva la sua cara amica
voleva avere il controllo della
situazione.
Oh, per lui non era un problema
lasciarglielo.
Voleva vedere di cosa fosse
capace.
La prese con le robuste braccia
muscolose e la sistemò sopra di lui, per poi scivolare in furenti minuti di
divertimento.
Era stata una magnifica idea
stabilirsi in quella casa.