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Autore: sarawinky    12/07/2018    0 recensioni
*prende microfono* dunque, gentile popolo di facebook, questa è la seconda storia che metto qui.Ok, non volevo pubblicarla proprio davanti a tutti ma alla fine siccome siamo tutti un po’ narcisi, quindi ci convinciamo di aver talento, eccola qua.
È un nuovo anno di Harry Potter, né più né meno. Sì, lo so benissimo che quelli scritti dalla Rowling sono insostibuili e che ha intenzione di fare un’enciclopedia ma nel frattempo che lei medita, io ho scritto.
- Non è colpa tua, George è arrivato all’improvviso.Ha mantenuto le vecchie abitudini, - disse Molly. - Pulisco -e Hermione passò il pavimento sporco con lo scottex. non voleva usare la magia perché finalmente le si presentava l’occasione di fare come gli elfi domestici.
Intanto di sopra Ginny era scivolata sui cocci del vaso. non era ferita,si era presa solo una brutta botta in testa e cominciò a pensare che Harry l’aveva esclusa abbastanza dai suoi affari così entrò come una furia in camera dei ragazzi con un mitra in mano.
Genere: Avventura, Comico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo ventiquattro
La storia di un biglietto
S: ed ecco la spiegazione di come il biglietto di avvertimento sia giunto fino a Harry. In questo capitolo il punto di vista sarà quello di Artemisia e ritorneremo indietro di poco nel tempo.
 L’anno scolastico a Hogwarts sarebbe iniziato domani mattina e Artemisia era dalla McGrannitt.
- Pensavo di rivelare a Harry che sono la sua sorellastra, -disse alla Preside che scosse la testa-. Non puoi, per lui sarà uno shock scoprire di essere imparentato con Piton e poi stravolgeresti tutta la trama, provocheresti blocchi della metropolitana e parlatine di oggetti oltre che invasione di farfalle che predicono i terremoti. -
-OK, allora non glielo dirò, -acconsentì la ragazza. Uscita dall’ufficio della McGrannitt voleva tornare in sala comune quindi prese l’ascensore in cui si trovò con Blaise Zabini. Entrambi provavano un’improvvisa attrazione  sessuale e famelica l'uno verso l’altra ma anche romantica.
-Ti ho vista allo smistamento, benvenuta in Serpeverde-le disse lui dandole una bandiera della Scozia.
-Grazie, la bandiera è sbagliata ma piacere di conoscerti-e maliziosa lo toccò su un fianco.
-Il piacere è mio. -
Presero a baciarsi e lui le succhiò il collo.- Il resto lo rimandiamo per quando siamo in dormitorio, -disse lui. O nella Stanza delle Necessità.-
Quindi Blaise e Artemisia scesero al settimo piano mentre lei gli spiegava il funzionamento della stanza. Furono stupiti dal vedere tante ragazzine adolescenti andare proprio lì quindi si infilarono in un’aula vuota.
Dopo aver dato sfogo ai loro ormoni, uscirono dall’aula.
-Secondo te perché delle ragazzine sono entrate nella stanza delle necessità?-chiese Artemisia a Blaise.
-Perché hanno voglia di vedere com’è fatta?-.
-No perché soddisfa bisogni particolari. -
-Perché c’è dentro Darren Criss?-
-Potrebbe essere ma avevano dei computer-e lei gli spiegò cosa sono i computer. Blaise non ci capì niente, però gli piacque ancora di più e gli venne la curiosità di capire lo strano fenomeno.
-Andiamo a dare un’occhiata, -le disse. –In teoria non potremmo, qualcuno ci potrebbe beccare e perderemmo…-si interruppe notando il luccichio malandrino negli occhi verdi del ragazzo. Lo trovò molto affascinante e capitolò all’istante.- Andiamo-propose entusiasta. Del resto anche sua madre si era innamorata del fascino malandrino di un certo James Potter.
Seguì silenziosamente il ragazzo davanti alla porta della stanza, lui le posò un dito sulle labbra.
-Ssst-le disse ma furono notati dal robot di guardia all’ingresso.-Chi siete, prego-disse guardandoli.
-Topolino e Minni-rispose Misia sperando che con i nomi falsi sarebbero riusciti a passare.
-Controllo colore degli abiti-e il robot guardò attentamente i loro vestiti e Misia sperò che l’azzurro della sua gonna non fosse troppo primaverile.
-Potete passare-disse loro il robot facendosi da parte. Artemisia e Blaise procedettero nell’altra stanza, dove un gruppo di ragazzine stavano parlando tra loro poi, si misero a scrivere ai computer. Chissà cosa scrivono-si chiese Artemisia. Per fortuna ho studiato Ciclomanzia quindi posso sondare nelle loro menti. -
Così entrò nei pensieri della prima ragazzina al computer. Vide una stanza molto lussuosa, un letto a baldacchino, dove era seduta una ragazza dai cappelli rossi vestita con un maglione giallo su cui era ricamata una grande G, una gonna verde, l’aria spaventata. L’uomo di fronte a lei aveva corti capelli biondi, occhi color mare in tempesta che guardavano la ragazza con amore. Non l’amore casto e puro ma un amore che comprendeva anche il corpo della ragazza.
-Non ti farei mai del male, Ginevra, perché io ti amo-le disse sedendosi sul letto e all’improvviso tutto diventò rosa compreso il soffitto della stanza.
-Anche io ti amo-rispose lei, gli allacciò le braccia al collo e si baciarono…
Artemisia uscì dalla mente della ragazza che scriveva. Le pareva che quella con i capelli rossi nel sogno fosse Ginny Weasley così andò a cercarla. Stava appunto cercando con l’aiuto del suo fedele cane robot Squirrell quando fu travolta da un’onda di capelli biondo-rossi e presa per i polsi.
H: come si fa a essere travolti da un’onda di capelli?
S: da qualcuno che ha i capelli lunghi, ad esempio.
Artemisia vide il volto dolce e spietato al tempo stesso di una ragazza poco più grande di lei vestita con
una maglia a maniche lunghe sotto una camicia a righe senza lacci bianca e nera, pantaloni grigi e scarpe bianche. Nonostante la tranquillità dell’abbigliamento sembrava davvero cattiva.
-Chi sei?-le chiese Artemisia immaginandosi di tutto.
–Mi chiamo Edwina, so chi e soprattutto cosa sei tu. Ci servivano giusto le tue incredibili capacità, -le rispose poi si fermò per imbavagliare la Evans che era quantomeno perplessa. Come mai Edwina la rapiva? Provò a usare su di lei i suoi poteri di mezza Veela.
-Sai, se potessi, ti nasconderei in un’aula vuota e giocherei con te ma devo portarti nella Stanza delle Necessità, -le disse. Naturalmente Edwina non credeva ai poteri di Artemisia, però sentiva una forte attrazione verso di lei.
La Serpeverde suppose, e a ragione, che essere portata nella Stanza delle Necessità fosse meglio di essere usata per i giochi sessuali di Edwina. L’avrebbe spaventata anche se fosse stata lesbica perché nei suoi occhi c’era una scintilla di crudeltà.
Prima però doveva andare alla Gufieria ma solo quando furono nella Stanza delle Necessità Edwina  la liberò.
Artemisia colse la situazione con una sola occhiata alla stanza. –Ho capito perché ti servono le mie abilità, io so fare tutto ma ho solo una richiesta poi me ne starò buona. -
-Aspetta che vado a parlare con Dolcefangirl-le disse Edwina. Lasciò Artemisia sulla sedia, i polsi legati per impedirle la fuga. Lei ovviamente sapeva che il suo compito sarebbe stato quello di entrare nelle fanfiction che le ragazze scrivevano e non aveva nulla in contrario a patto che non le sconvolgessero troppo la vita.
Pochi minuti dopo Edwina tornò con un’altra ragazza che poteva avere dodici o tredici anni al massimo, i capelli castani raccolti in due trecce, l’apparecchio e l’aria determinata.
-Benvenuta, Artemisia, io e le altre fangirl siamo molto felici di accoglierti, che desiderio hai?-le chiese con un sorriso amichevole.
-Vorrei scrivere un biglietto. -
-Fantastico, Druilla Potter sta giusto scrivendo una ficcyna dove tu hai Harry come ammiratore segreto. Seguimi.-
Così la Serpeverde si ritrovò nell’aula, dove le ragazzine scrivevano, Dolcefangirl la accompagnò fino a un posto specifico.
-Drusilla ti ho portato la Mary Sue-disse alla ragazzina bionda intenta a scrivere.
-Grazie, Dolcefangirl. Allora, il tuo compito è facile: dovrai entrare nel computer e portare scompiglio nella storia che sto scrivendo ambientata in un alternativo sesto libro dove non è morto nessuno e tu sarai la Prescelta. -
Mentre la fangirl le spiegava la storia, ad Artemisia venne un’ottima idea. Ovviamente, essendo Mary Sue, aveva sempre ottime idee così entrò nel computer come aveva detto la fanwrter. La prima cosa che fece fu toccare il muro del corridoio di fianco a lei con una mano per accettarsi che fosse vero. La scena si annebbiò per ricomporsi in lei che incontrava Draco Malfoy. Il compagno di casata era più attraente del solito e lei pensò di chiedergli aiuto.
-Ciao Draco, sono veramente…-fu muta all’istante mentre lui le chiese:-scommetto che aspetti il tuo ammiratore segreto. Non ti preouccupare è già qui. Sono io.-
-Non  sapevo tu potessi essere così romantico comunque se pensi di farmi innamorare di te, sbagli però mi potresti piacere se mi porterai da  Madama Piediburro.-
Era il locale più romantico di tutta Hogmesade e Artemisia fu veramente sorprersa, non aveva nessuna  intenzione di avere un apputtamento con Draco.
-Ti ci porterò certamente, questo sabato,-disse lui avvicinandosi e baciarla .Lei ricambiò il bacio poi se ne andò in guferia. Doveva assolutamente rispondere al biglietto che Draco le aveva mandato quella mattina, gli avrebbe detto qualcosa sulle generali.
Arrivata alla guferia, Artemisia prese da una tasca la sua carta da lettere lillà a cuoricini rossi e si mise a scrivere .Ci mise molto tempo perché qualche forza misteriosa le faceva scrivere  cose diverse ma dopo una sola frase capì questo strano fenomeno. Era colei che scriveva a muovere la sua mano e siccome aveva bisogno di essere indipedente a un certo punto il vampiro Neiko, cattivo quindi la persona  giusta per cose del genere  si presentò tra le scrittrici spaventadole.
Senza controllo, Artemisia potè far Evanascere il foglio pieno di frasi una sopra l’altra e scrivere il bglietto per Harry. Quando finì la storia e uscì dal computer chiese di poter andare in bagno. Sorvegliata da Edwina uscì nei corridori di Hogwarts e andò alla guferia.
  • Non ho mai visto un posto così,-anche la sua guardiana sembrava meravigliata.
  • Noi lo usiamo per spedire lettere,-spiegò Artemisia ,gentile anche  con una persona come       Edwina.
Un gufo grigio le si posò sulla spalla e lei finalmente potè spedire il biglietto.
   
 
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