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Autore: Rebychan    07/07/2009    1 recensioni
Questa fic è una rivisitazione della tradizione sul "secondo bottone" in chiave D.Gray-man. Una fic dolce, senza grosse pretese, in quattro parti.
“Posso prendere il secondo bottone della tua vecchia giacca?”
“Perché lo vuoi?”
Fic per il LavYu day!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Ecco qui il terzo capitolo.

Ormai ne manca uno, e la storia vedrà la sua conclusione.

Ringrazio coloro che hanno letto i precedenti, soprattutto Kuroi.Ren (o Bulma90) che l'ha letto in anteprima e mi ha dato il fiat al postaggio.

Ringrazio in anticipo anche coloro che vorranno fare una capatina nel forum BlackOrder, in cui sono amministratrice.

Vi lascio alla lettura. Aspetto vostri commenti.

Buon LavYu day per domani!

Un bacione

Rebychan

 

CAPITOLO 3

 

Era notte inoltrata quando la porta della stanza in cui si trovavano gli inceneritori si aprì facendo entrare una persona con una candela in mano.

Era un ragazzo dai lunghi capelli neri, con la carnagione pallida e gli occhi dai contorni allungati.

Richiuse l’uscio dietro di sé e, nonostante la stanza fosse buia, non accese la luce.

Si guardò intorno utilizzando solo il lume della candela, per accertarsi che non ci fosse qualche seccatore che si fosse appisolato lì in zona. Conoscendo le strane abitudini dei membri di supporto dell’Ordine Oscuro non era, infatti, un’eventualità poi così remota.

Capitava spesso che certe persone dormissero un po’ dappertutto, anche nei posti più inaspettati.

Non scorgendo nessuno, si arrischiò a inoltrarsi nella stanza, avvicinandosi agli inceneritori.

Andavano ventiquattro ore su ventiquattro, anche se di notte erano a basso regime.

Bastava che mettesse un po’ di legna, alimentasse la fiamma e il gioco era fatto.

Quello che voleva distruggere, sarebbe finito in cenere, si sarebbe disintegrato in tanti piccoli pezzettini, diventando, in quel modo, come il cuore che nessuno sospettava avesse, come il cuore che aveva nascosto per tanto tempo dietro un comportamento scostante e indisponente e che quel giorno si era spezzato, provocandogli un dolore che non aveva mai immaginato poter sperimentare.

Nel pomeriggio, infatti, aveva visto quello che per lui sarebbe stato meglio non vedere.

I presagi di quello ovviamente erano nell’aria, quell’idiota dopotutto ultimamente stava sempre insieme a quella tizia, eppure lui non aveva voluto dare loro ascolto.

Aveva tentato di proteggersi dall’inevitabile, iniziando a evitare ogni occasione che l’avrebbe fatto interagire con l’altro, eppure una parte di lui non si era mai rassegnata a quello che stava accadendo.

Sperava che per lo scemo fosse come al solito, ovvero che il suo comportamento fosse dettato da una recita, e invece quel giorno aveva capito che non era così.

L’idiota, in effetti, aveva sempre pensato di essere furbo e un ottimo attore, ma alla persona che si era introdotta nella stanza era sempre stato impossibile considerarlo in quel modo.

Fin dal loro primo incontro, i suoi occhi, infatti, erano riusciti a scorgere l’inganno dell’altro, erano riusciti a leggergli dentro scoprendo un anima a lui affine e molto preziosa e per quello aveva finito con l’innamorarsi.

Ora, però, era finita.

Doveva dimenticarlo. L’altro stava con quella nuova tipa della sezione scientifica.

Per lui non c’era più posto nel cuore dell’altro. Ormai anche i loro piccoli e innocenti battibecchi erano diventati inutili.

Era tutto finito e per quello doveva liberarsi di quelle cose.

Il ragazzo appoggiò la candela sopra a un inceneritore e guardò con occhi malinconici gli oggetti che teneva in mano.

Chissà poi perché aveva cominciato a collezionarli. Si chiese indispettito dalla sua stessa debolezza. Non era da lui, infatti, essere così sentimentale. Lui era un tipo cupo e pragmatico, a cui non andava mai bene niente. Eppure per l’altro si era ridotto a fare cose che l’avevano sorpreso.

A spingerlo a impossessarsi del primo di quegli oggetti era stato, infatti, l’impulso del momento. Era andato a consegnare la propria divisa, aveva visto quella dell’altro lì sopra un tavolo incustodita, si era ricordato di quella tradizione sentita tempo fa da sua madre e istintivamente aveva tolto il secondo bottone della giacca, mettendoselo in tasca.

Nessuno si era accorto di niente e galvanizzato dall’idea di avere quel particolare oggetto dell’altro, un oggetto che avrebbe dovuto legarli in qualche modo per sempre, impossessarsene divisa dopo divisa era diventata un’abitudine.

Forse l’aveva fatto e aveva continuato a farlo in verità perché inconsciamente sperava che un giorno lo stupido coniglio si sarebbe accorto di lui, dei suoi sentimenti e così avrebbe potuto corrisponderli.

Era impossibile!

A l’altro erano sempre piaciute le donne. Doveva saperlo.

Eppure era finito a sperare anche solo che le cose potessero almeno continuare a andare avanti come erano andate fino a quel momento.

Gli sarebbe bastato, infatti, stargli per sempre accanto anche solo come aveva fatto fino ad allora: con molti insulti, battibecchi, e solo a volte qualche parola civile.

Era dopotutto pur sempre un modo di interagire particolare, che riguardava solo loro due.

Era per quello che aveva raccolto i bottoni, perché si sarebbe accontentato di stare per sempre insieme a lui anche solo come una sottospecie di amico.

Non voleva nient’altro.

Purtroppo si sbagliava e ora non poteva tornare sui suoi passi.  

A un’altra persona, infatti, spettava di diritto il secondo bottone e l’aveva ottenuto.

L’incantesimo che c’era fra loro due si era spezzato.

Lo stare insieme per sempre, anche in quel modo, non era più possibile.

Vederlo felice con un’altra, infatti, lo addolorava.

Non poteva mentire con se stesso. Non riusciva a fare finta di niente.

Stava male nel vederli insieme.

Per superare il dolore non gli rimaneva che cancellare ogni traccia della presenza dell’altro nella sua vita, solo così forse finalmente sarebbe riuscito a liberarsi del sentimento che provava per l’altro.

Era per quello che doveva eliminare i bottoni che gli avevano fatto sperare in un futuro che non si sarebbe mai realizzato.

Sollevò il coperchio dell’inceneritore, allungò il braccio per buttarli dentro, quando la stanza si illuminò a giorno.

Rimase con la mano a mezz’aria, mentre sorpreso girava la testa verso la porta dove doveva esserci l’interruttore.

E lì, tutti si sarebbe potuto aspettare di vedere, ma non lui.

Un ragazzo dai capelli rossi e un occhio coperto da una benda, infatti, era lì davanti a lui che lo guardava con un sorriso furbo.

Fino a qualche attimo prima, il giovane era nascosto in un angolo buio della stanza, che la luce della candela non era riuscito a illuminare quando l’altro si era guardato intorno.

Aveva osservato attentamente e in silenzio il ragazzo dai capelli neri mentre si avvicinava agli inceneritori, aspettando il momento propizio per rivelare la sua presenza.

Quel momento era arrivato quando l’altro stava per incenerire i bottoni della sua divisa. Il giovane, infatti, sapeva di doverlo impedire.

“Lavi.”, biascicò confuso il giovane dai capelli neri nel capire chi era la persona che l’aveva disturbato, per poi improvvisamente rendersi conto di una cosa e nascondere dietro la schiena la mano con i bottoni, lievemente imbarazzato.

Non voleva, infatti, che l’altro capisse cosa aveva in mano, ai suoi sensi Bookman, infatti, non sarebbe sfuggito di chi erano quei bottoni, e così avrebbe intuito, visto che era palese che quel giorno Ashanti gli aveva raccontato la tradizione, tanto che Lavi le aveva dato un bottone, quello che stava facendo, quello che provava.

E quello visto che il ragazzo dai capelli rossi era innamorato di un’altra e non di lui, sarebbe stato umiliante.

Era, infatti, Lavi la persona che il giapponese aveva imparato ad amare.

Gli piaceva quel suo modo di fare spensierato, che però nascondeva un fine acume e una sensibilità incredibile.

Gli piaceva quel suo sorriso accattivante e la sua aria sorniona.

Ogni suo modo di fare lo affascinava incredibilmente.

Peccato, però, che niente dell’altro sarebbe mai stato suo.

“Yu.”, rispose Lavi di rimando guardandolo intensamente.

“Non chiamarmi per nome.”, disse Kanda tentando di darsi un tono, non riuscendoci, però, appieno visto che la situazione in cui lui e Lavi si trovavano era surreale.

Lui che tentava di liberarsi dei bottoni che nemmeno avrebbe dovuto avere dell’altro e l’altro che lo scopriva. Tutto era decisamente imbarazzante!  

Lavi scrollò le spalle a quell’usuale protesta del giapponese e gli si avvicinò lentamente, guardandolo enigmatico.

Con voce suadente e maliziosa poi chiese: “Cosa stai nascondendo?”

 

FINE CAPITOLO 3

 

Come si concluderà questa storia leggera e dolce?

Lo scoprirete solamente domani quando posterò l'ultimo capitolo.

 

E ora un ringraziamento speciale va a:

 

_NaNa_: Già! Kanda non è proprio il re del tempismo. Se non altro, però, quello ha permesso a Lavi di prendere in mano la situazione. Ora i due finalmente sono l'uno di fronte all'altro. Chissà cosa succederà! In effetti, Ashanti era proprio un tipo sveglio! Sono felice di sapere che hai trovato il capitolo bellissimo! A domani per l'ultimo aggiornamento. E ancora in bocca al lupo per gli orali. Sono arcisicura che il LavYu day ti porterà fortuna e chissà che tu non riesca sul serio a scrivere qualcosa per i due. Se lo meriterebbero. Sbav! Grazie per il commento.

 

Bulma90: Stai ben certa che se c'è qualcosa che Yu non deve vedere, la vede! Se non altro, però, il malinteso ha permesso a Lavi di prendere in mano le redini della situazione. Ora, infatti, Yu e Lavi sono l'uno di fronte all'altro pronti per il gran finale che posterò domani, anche se tu l'hai già letto! Ashanti è stata davvero una santa, ci voleva! Mi ha fatto piacere sapere che tutto sommato l'orale della maturità è andato. Ora potrai riposarti. Hai cominciato davvero a scrivere Nemici? Come procede? Sì, mi piace amministrare il forum, lo trovo stimolante. Tant'è poi che è pieno di immagini Lavi x Kanda ovunque per cui è anche un piacere per gli occhi. Grazie per il commento e anche per tutto l'aiuto che mi dai.

 

Un bacione

 

Rebychan

 

   
 
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