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Autore: Gaia_dc    18/07/2018    2 recensioni
Ziva David doveva ancora compiere i 17 anni, quando un attentato nel suo paese d'origine, Israele, mise in allarme il padre, Eli David, il direttore del Mossad, che la mandò , insieme con il resto della famiglia, in America. Ziva è riservata, anche troppo, e non sa quanto riuscirà a resistere lontano da casa, senza affetti e senza i suoi... Amici... Se tali si possono definire!

Tony DiNozzo ha 17 anni, frequenta il penultimo anno del liceo e si definisce uno "Spirito libero". È il capitano della squadra di basket dell'Anacostia High School, è il ragazzo più popolare della scuola, i compagni di squadra sono i suoi migliori amici, ed esce con le cheerleader... Potrebbe desiderare di meglio?
Sì... Solo quando si renderà conto che lui non è come tutte quelle persone che lo circondano, e che forse, i suoi veri, unici amici sono Abby Sciuto e Tim McGee...

E se un giorno Tony e Ziva si incontrassero e decidessero di mettere il proprio cuore l'uno nelle mani dell'altra?
E se proprio quando sembra andare tutto per il meglio, qualcuno ha ordini precisi dall'alto, di dover tornare a casa? Ma ormai casa è l'Anacostia High School!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Un po' tutti, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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GUNSHOTS

 
“Tony… Lascia stare… Va bene così!”
Il rumore delle onde che scivolano sulla banchina, i gabbiani che garriscono, la spuma delle onde che attecchisce sulla sabbia, l’orizzonte sfumato, e quella voce, la voce di un angelo che riempie le mie giornate. 
 
Ziva vuole un gelato, ma hanno finito il suo gusto preferito, e mi sembra che la perfezione di un secondo prima sia finita. Perché non hanno quel gusto? Perché dovevano rovinare questo momento perfetto?
 
“No Ziva… Devo fare qualcosa!”
Mi lamento…
 
“Tony… Devi andare avanti… Lascia stare”

Io continuo a ripeterle che troverò un modo per darle un gelato al cioccolato, ma lei cerca di farmi desistere. La sua voce è calma, ma ora mi sembra che celi qualcosa di più oscuro. Come se in realtà non stesse parlando effettivamente del gelato…. 
 
“Tony… Ce la puoi fare, come ho fatto io. Devi andare avanti!”
 
Poi lo vedo. È un uomo. A pochi centimetri da me. Ha una pistola e la sta puntando alla tempia di Ziva. Stringe Ziva con l’altro braccio impedendole di muoversi.
 
Il cuore inizia a battere come un motore che romba, e istintivamente mi lancio su di lui, ma il mio corpo non si muove. Non riesco a muovere nessun muscolo.
 
“Che succede Ziva? Non riesco a muovermi!”
Urlo, mentre mi sento invadere dall’ansia.
 
“Tony… Va tutto bene!”
Lei continua ad essere calma… 
 
“Ziva ribellati! Tu puoi liberarti!”
 
“Tony…”
 
Perché non si muove? Perché resta ferma?
 
“Tony…”
 
Sento i miei occhi pulsare, e le lacrime che fino a un secondo fa spingevano per uscire, ora stanno graffiando le mie guance.
 
Ziva appoggia la mano sul mio viso e col pollice asciuga le lacrime.
 
“Tony…”
Sussurra il mio nome, ed io chiudo gli occhi al suono della sua voce rassicurante, lasciandomi cullare dalla carezza della sua mano morbida a contatto con la mia pelle. 
 
Poi ad un tratto la sua voce cambia, e mentre urla il mio nome, mentre avverto il panico impossessarsi del mio corpo, e mentre riapro gli occhi, un rumore secco rimbomba in tutta la spiaggia, e Ziva non c’è più!
 
 
 
 
“Tony! Tony svegliati!”
 
Tony viene svegliato da McGee che lo scuote ripetendogli che si tratta solo di un sogno, ma entrambi ormai sanno che la realtà non è tanto diversa. Sono passati circa 3 mesi da quando Ziva è sparita… O morta… Tony, Abby e McGee hanno trovato diverse piste nel corso dei mesi, e l’ultima, quella che seguono ora, è quella che li ha portati più lontano. Si sentono vicini, sanno che le probabilità di ritrovare Ziva sono molto basse, quasi inesistenti, ma sanno anche che la loro vendetta è vicina. 
 
Ogni notte da circa una settimana dormono insieme davanti al computer di McGee, collegato a Lydia, in attesa di un risultato. Avevano trovato diversi Michael Rivkin, ma le loro storie non coincidevano mai con quella raccontata da Ziva.
 
Ogni notte Tony aveva degli incubi, e iniziava ad agitarsi, così Abby e McGee facevano a turno per chi dovesse svegliarsi la notte per calmarlo, ma ogni volta Tony diceva di stare bene, che aveva solo bisogno di stare da solo. 
 
“Vado in veranda…”
 
“Tony, non devi superare tutto questo da solo…”
 
Tony si volta a guardare il suo amico, il viso illuminato per una frazione di secondo dalla luce di un fulmine, le labbra a incorniciare un’espressione rigida, il rumore della pioggia che segue, e gli occhi che riflettono l’acqua che scivola sui vetri come le lacrime sulle guance del ragazzo. 
 
Tony si volta di nuovo e riprende a camminare, apre la porta vetrata e mentre esce, un rumore sordo rimbomba nella stanza. 
 
Abby si alza di scatto, McGee ha già le mani sul computer a controllare l’ennesimo risultato di Lydia. La ragazza lo raggiunge, e Tony rimane in piedi dietro alle due sedie, ansioso di sapere il risultato, sperando che sia quello giusto, temendo che non lo sia.
 
“Michael Rivkin, ha lavorato per lo stato Israeliano, in qualità di… Medico dell’ospedale di Tel-Aviv…”
McGee piega la testa, ormai arreso alla possibilità che il terrorista sia riuscito a cancellare tutte le sue tracce prima di morire; Abby nasconde la testa tra le mani, e Tony sbatte coi pugni sulla sedia di McGee, prima di ricadere con le braccia che afferrano il bordo del letto, le gambe ancorate al suolo e il respiro affannoso, per poi urlare tutta la frustrazione di quel momento. Al suono del suo grido disperato, Abby inizia a sentire il suo cuore spezzarsi, avvertendo la resa di tutti. Un singhiozzo le sfugge, mentre il suo viso è ancora rinchiuso nelle sue mani, seduta sulla sedia accanto a McGee con le ginocchia al petto. Il ragazzo l’abbraccia, lasciandole un bacio sulla tempia, e appoggiando il mento nello spazio tra il collo e le spalle di Abby. Tony vede la scena, per poi spostare lo sguardo altrove.
 
Le immagini di lui e Ziva stesi sul prato, riaffiorano nella sua mente. Lei che lo supplicava di non fermarsi, e lui che non riusciva a smettere di sfiorarle la schiena, la sensazione magica del corpo di Ziva che reagiva istintivamente al suo tocco, quella sensazione di essere l’unico per lei. 
 
Scuote la testa per scacciare quelle immagini dalla sua mente… Immagini troppo dolorose , che non ritorneranno più perché Ziva non tornerà più. 
 
“Ragazzi!”
La voce di Abby risuonò in tutta la stanza ormai silenziosa dopo l’ennesimo fallimento.
 
“Ziva aveva detto che tramite la rete privata delle videochiamate con Eli David, lui era riuscito a entrare nel computer di Ziva e prendere tutti i dati relativi ad Avraham… Perciò… Quei dati non sono andati del tutto persi nell’esplosione…”
 
“Abby stai proponendo di hackerare il Mossad??”
Chiese McGee investito da un’ondata di terrore.
 
“Abby ha ragione… Ormai ci siamo dentro fino al collo… È l’unico modo per trovarla”
Decretò Tony ridestandosi dai suoi pensieri.
 
Era ancora convinto che sarebbe riuscito a trovarla… Ma cosa importava se tanto l’avrebbe trovata morta? Avrebbe ottenuto vendetta, certo… Ma non l’avrebbe potuta riportare indietro.
 
“Pivello, ascolta… Stiamo cercando da troppo tempo ormai, e anche con le tecnologie più sofisticate non abbiamo avuto un minimo risultato. Quindi, se riesci a fare quello che ha detto Abby… giuro sul mio cane che non ti chiamerò mai più Pivello”
Affermò per tentare di convincere l’unica chance che avevano per risolvere tutta questa faccenda.
 
“Ma tu non hai un can…”
 
“Shhhh!”
Tony zittì Abby ammiccando.
 
Dopo un attimo di esitazione, e con un nuovo bagliore negli occhi, McGee si gettò a capofitto nel suo tentativo di hackeraggio. Gli ci vollero quasi 5 ore, in cui sembrava stesse delirando, urlava numeri, codici, parole senza senso…
 
Abby e Tony alla quinta imprecazione decisero che forse era il caso di uscire per prendergli un frullato dato che la situazione stava letteralmente degenerando.
 
“Non voglio dover tornare a scuola senza di lei.
Ammise Abby dopo una decina di minuti trascorsi in silenzio mentre si dirigevano ad un bar.
“Era la mia unica vera amica… La prima che ci teneva davvero a me…”
 
Tony avrebbe preferito mille volte non dover ascoltare quei discorsi come fossero ad un funerale, parlando di qualcuno che un tempo c’era e adesso non più. Voleva tapparsi le orecchie, ma comprendeva la tristezza dell’amica ed il bisogno di potersi sfogare.
 
“La troveremo, Abby!”
Affermò con decisione.
 
“E la vendicheremo”
Sibilò.
 
 
 
La notte ormai era sopraggiunta. Tony e Abby quasi dormivano, quando McGee iniziò ad urlare e saltare per tutta la camera. 
 
“L’ho trovato!”
 
I due ragazzi si svegliarono di colpo, e corsero al computer per vedere cosa Mcgee fosse riuscito a trovare.
 
“McGoogle per favore puoi tradurre questi segni in aramaico?”
Disse Tony in tono quasi spazientito quando sul computer riuscì solo a vedere dei simboli strani.
 
“Sono le conversazioni criptate che Ziva aveva registrato dal suo computer…”
Disse indicando lo schermo.
 
“Vuoi renderci partecipi della cosa e rivelarci quali siano i loro piani, o stai aspettando l’illuminazione divina?”
Incalzò Abby.
 
“Okay beh per farla in breve, sono riuscito a trovare il segnale emanato dai loro…”
 
“MCGEE!!”
Urlarono in coro i de amici impazienti.
 
“Ho una pianta del covo della cellula di Avraham… E grazie a Lydia ho appena trovato la loro posizione… Non è molto lontana dalla scuola.”
 
 
 
 
 
“Gancio sinistro… Gomitata laterale… Afferralo per le gambe… Buttalo a terra.”
Trovato il loro obiettivo, quello che mancava era solo l’allenamento giusto per poterli affrontare.
 
Sapevano di non avere speranze, ma ciò non significava che non avrebbero provato a trovare Ziva… Il suo ricordo era come un fievole soffio che alimentava una piccola fiammella di speranza negli animi dei 3 amici.
 
“Ottimo lavoro Tony! Diciamo che se Ziva fosse qui sarebbe fiera di te…”
Affermò Abby, terminato l’allenamento di Tony con un manichino per il combattimento corpo a corpo.
 
“Beh di certo più di quanto lo sarebbe del pivello…”
 
“Guarda che il mio Tim ha un animo feroce”
Disse con convinzione la ragazza.
 
“La ferocia di un ghiro che dorme negli spogliatoi.”

Mentre i due ragazzi discutevano, uscendo dalla palestra dove il professor Gibbs aveva permesso loro di allenarsi la sera…
 
“Gremlin?!”
Fece in tempo a dire Tony, stupito prima di ricevere una gomitata nello stomaco
 
“Jimmy!”
Si corresse subito.
“Che… Che ci fai qui?”
 
“Io… Io… La sera… Ecco io faccio… Delle cose… La sera…”
 
I due ragazzi lo guardarono perplessi…
 
“Si Jimmy… E queste… Cose… le fai qui a scuola?”
Chiese la ragazza con un po’ di ritegno.
 
“Ehm… Ma si ma io… cioè… Alla scuola di fronte… Ma mi cambio qui perché qui ho il mio borotalco anallergico”
 
“Non… Meglio se taccio”
Disse ad un tratto Abby mentre Tony rideva sotto i baffi. 
 
Si diressero tutti e tre nello spogliatoio dei maschi, e quando Tony iniziò a togliersi la maglietta, Jimmy esclamò
“Hai un acromion scapolare molto evidente Tony!”
 
 Il ragazzo lo guardò confuso…
 
“Ha detto che hai delle belle spalle”
Tradusse Abby per lui.
 
“Allora io non so quali cose da Gremlin tu faccia, ma non molestare il mio arco..acron… la mia spalla!!”
 
“Ma non sono l’unico! Oggi è venuto anche McGee!”
Esclamò.
 
“Scusa puoi ripetere?”
Si voltò lentamente Abby…
“Ragazzi dov’è McGee? Credevo si fosse addormentato nello spogliatoio…”
Continuò.
 
“Oh no! Oggi è venuto a lezione con me! È un vero portento devo dire!”
 
“Palmer, esattamente quelle cose che tu fai… cosa sono?”
Chiese cautamente Abby.
 
“Lezioni di danza nella scuola qui di fronte!”
 
Tony fece immediatamente capolino dalla doccia.
 
“IL PIVELLO È VENUTO A DANZA CON TE?!”
 
“E dov’è ora??”
Continuò Abby.
 
“Oh io sono andato via prima oggi, ma lui sta continuando!”
 
In men che non si dica Tony e Abby si fiondarono nella scuola di danza lì vicino per ammirare il loro amico alla sbarra in mezzo a tante ragazzine, mentre l’insegnante girava con la mazza in mano.
 
McGee aveva uno sguardo sconsolato, e quando vide arrivare i due amici, iniziò ad imprecare dentro di sé.
L’insegnante lo notò e gli tirò un colpo di mazza sul sedere… Facendo cadere Tony in una risata sconfinata.
 
La lezione terminò  subito, e un McGee affranto in calzamaglia si avvicinò ai suoi amici.
 
“Non… Una parola”
Disse solo.
 
“Come vuoi tu… McCarloFracci”
Acconsentì Tony sornione.
 
“Tim… Devi dirmi niente?”
Chiese Abby in tono dolce… troppo dolce.
 
“Volevo prendere lezioni di ballo per il ballo di fine anno così non ti avrei fatto fare figuracce…”
Rivelò, rivolgendosi alla sua ragazza, facendola sciogliere.
 
“OOOOOOH TIIIIIIIM! Ma al ballo non dovremo ballare danza classica… questo lo sai, vero?”
Rispose la moretta.
 
“Si… Ma Jimmy aveva detto che prendeva lezioni ballo… NON DI CONTORSIONISMO!”
Si lamentò.
“Ora puoi fare tutte le battute che vuoi, Tony…”
 
Il ragazzo era chiaramente tentato, ma non poteva non pensare alla tenerezza dell’amico… e al fatto che si era messo in ridicolo solo per Abby… E poi il suo cervello non poté non pensare all’amore della sua vita… E a quanto anche lui avrebbe voluto essere disperato fino a prendere lezioni di danza classica per poterla portare al ballo… Il ballo!
 
“Il ballo!!”
 
“Il ballo?”


“Il ballo!”
Come un fulmine a ciel sereno a Tony tutto divenne chiaro. Forse non tutte le speranze per Ziva erano andate perdute.
 
“Vi ricordate i federali a scuola?? Sono arrivati contemporaneamente a Ziva… E non hanno detto niente quando abbiamo usato i loro programmi per trovarla… O quando il nostro super criminale McGee ha fatto quella cosa col computer per trovare Ziva che stava nello sgabuzzino… Sono qui per lei!”
 
I due ragazzi lo guardarono confusi
 
“Intendi dire che sono qui per proteggerla?”
Domandò Tim
 
“Tony… Ma Ziva… Lei non…”
Provò l’amica ma venne bruscamente interrotta.
 
“NON… dirlo… Abby… Ziva potrebbe essere ancora qui da qualche parte…”
Con le lacrime che spingevano per uscire e la voce rotta dalla speranza di poterla rivedere, Tony riprese a parlare.
 
“Non dico che siano qua per proteggerla… Ma che sono qua per cercare quelli che l’hanno…”
 
“Rapita.”
Continuò McGee.
 
“E se sono ancora qui… Allora forse anche lei…”
Un bagliore d speranza si accese anche negli occhi della goth girl… qualcosa stava per cambiare.
 
“E se sono ancora qui… allora forse stanno tramando un attentato… Ma avevano bisogno di eliminare ogni collegamento col Mossad… In questo caso Ziva e la sua famiglia.”
Spiegò Tony aprendo la porta di casa di McGee dove ormai da settimane i ragazzi dormivano tutte le sere.
 
“E tu credi che l’attentato possa essere al ballo?”
 
“Pensaci Abby! Verranno anche alcuni ragazzi neo-arruolati nell’esercito americano! Saranno il loro primo obiettivo!”
 
Rispose Tony prima di andare nella veranda a sedersi sul bordo del balcone: un abitudine che nell’ultimo periodo aveva scoperto, era l’unica cosa che riuscisse a farlo sentire ancora vivo, ancorato alla sua vita solo per un po’.
 
“Quando cadrai da lì sarà troppo tardi per trovarla”
Gli disse l’amico, per poi andare a preparare la cena.
 
Tony non voleva buttarsi. Non aveva manie suicide. Soprattutto non dopo aver visto 13 Reasons Why e tutto il caos che un suicidio comporta… Per non parlare del fatto che i suoi amici ne sarebbero devastati… E Ziva… Ziva non ne sarebbe andata fiera. Ziva avrebbe preferito combattere fino alla fine pur di non lasciarsi andare.
 
E fu così, con lo sguardo di Ziva ancora vivido nella mente, che si alzò in piedi, si tolse la maglia, si piegò sul ciglio del balcone e iniziò a fare i piegamenti, contandoli uno per uno, facendo guizzare i muscoli sul marmo gelido del balcone, fino a quando il fievole bagliore della luna riuscì a illuminare completamente il suo torace imperlato di sudore, che lui aveva portato allo strenuo.
 
“Tony la cena è pronta”
Disse Abby uscendo sul balconcino…
“Tony dove sei? Entra che sta diluviando”
 
“Abbyyyy!”
 
Abby sentì un urlo, e quando vide due mani aggrappate al bordo del balcone, chiamando Tim a squarciagola, corse ad afferrare Tony.
 
McGee arrivò trafelato, dopo aver fatto 3 piani di scale a piedi, e vedendo la scena corse ad aiutare. 
 
Le dita di Tony non ressero più, ed il ragazzo mollò all’improvviso la presa. Abby riuscì a vedere una scintilla di terrore nei suoi occhi, e in quella frazione di secondo, McGee afferrò l’avambraccio dell’amico, tenendolo il più saldo possibile. 
 
“Ti tengo!”
Urlò, prima di tirarlo su con uno strattone che fece gemere il ragazzo.
 
Una volta al sicuro sul muro del balcone, si lasciò rotolare tra le braccia degli amici, tenendosi stretta la spalla.
 
“Tony stai bene?! Che hai alla spalla? Cosa è successo? Sei scivolato? Ti sei buttato? Che ti è saltato in mente?!”
La moretta inizio a chiedere istericamente, senza lasciare al ragazzo il tempo di spiegare.
 
“Abby…”
La fermò Tim con voce tremante, e spostando la mano di Tony dalla sua spalla.
“Gli hanno sparato”
Continuò, rivelando una ferita da fuoco di un proiettile che aveva colpito di striscio il torace di Tony.
 
“Non l’ho visto… Ma so che se avesse voluto mi avrebbe preso.”
Tentò di spiegare Tony, trattenendo i gemiti.
 
“Era un avvertimento”
Concordarono i tre ragazzi, mentre si diressero di corsa a medicare la ferita di Tony.
 
 
 
 
3 MESI PRIMA
 
“Non ti lascerò tenermi prigioniera in casa mia! Non accadrà mai.”
 
“Infatti non sarà più casa tua. Cambierai identità, e andrai a vivere in un altro paese, finché non sarò certo che tu sarai al sicuro”
 
“Fallo, e sarai tu ad uccidermi”
 
“Ma quando crescerai Ziva?! Le ferite superficiali guariscono sempre. Solo quando rischi di perdere la vita ne comprendi l’importanza e capisci che devi tenerti alla larga dai pericoli che non puoi gestire… Ma tu non impari mai!”
 
“Tutto quel che mi resta è la vendetta. E farò quel che devo per ottenerla, e per tenere al sicuro le persone che amo.”
 
“Spero che riuscirai a fare un lavoro migliore di tuo fratello allora… Ari…”


“NON PRONUNCIARE IL SUO NOME!”
Urlò la ragazza prima di rendersi conto di non essere più in grado di muovere la gamba, e avvertendo una fitta al ginocchio.
 
Tutto quel che vide prima di chiudere gli occhi all’interno di un furgone in movimento, lo stesso in cui si era svegliata senza avere idea di dove fosse, era solo sangue.
   
 
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