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Autore: Justice Gundam    25/07/2018    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 59 - Benvenuti al Maniero Vanhanen

 

Man mano che il gruppo si avvicinava alle porte del Castello Vanhanen, l'aspetto selvaggio dell'ambiente circostante veniva sempre meno. La strada si faceva più diritta e levigata, e le piante crescevano con maggiore regolarità, mentre Vera e i suoi compagni avanzavano verso un grande arco di trionfo che dava su un immenso cortile. Fiori colorati di vari tipi, piante rare e decorazioni che rimandavano ad antiche rovine accolsero i visitatori, mentre entravano in un lussureggiante giardino abitato da numerosi Pokemon e animali comuni di piccole dimensioni.

"Woooow... accidenti, si vede che il proprietario di questo posto è... facoltoso, giusto per usare un termine un po' ricercato." disse Max, aggiustandosi gli occhiali mentre camminava su una stradina ricoperta di ciottoli, stando bene attento a non mettere nemmeno un piede fuori per non calpestare le aiuole. Il Butterfree di Drew svolazzò verso un cespuglio di rose gialle e rosse e le annusò con piacere, prima di tornare dal suo allenatore che lo stava richiamando.

"Con calma, Butterfree. So che quei fiori sono molto belli ed invitanti, ma non è casa nostra." disse il ragazzo con i capelli verdi, per poi accarezzare delicatamente una rosa bianca che cresceva in un cespuglio vicino alla stradina. Alcuni bombi svolazzarono pigramente attorno ai fiori, assicurandosi di non essere minacciati prima di tornare al loro lavoro di impollinatori. "Detto questo... il signor Radomus possiede davvero un buon gusto in fatto di rose. Non pensi che ti starebbe bene uno di questi magnifici fiori, Vera?"

"Sempre pronto con qualcuna delle tue battutine, vero, Drew?" affermò Vera alzando gli occhi al cielo, e sperando che la sua reazione imbarazzata non si vedesse più di tanto. "E comunque, non credere che le lusinghe ti porteranno tanto lontano, ormai ci sono abituata!"

"Davvero?" rispose Drew con un sorriso malizioso, facendo finta di essere stato colto di sorpresa. "Ahi, ahi, ahi... allora vorrà dire che dovrò cambiare tattica per farti cadere ai miei piedi!"

"Free, free!" esclamò Butterfree, annuendo in accordo con il suo allenatore.

Hitomi alzò gli occhi al cielo, mentre Ritchie, Ortilla ed Alty ridacchiarono tra loro, e Max si aggiustò gli occhiali con un sorrisetto arguto. "Quando avete finito di flertare come due scolaretti delle medie..." affermò il ragazzino con gli occhiali. "Forse è il caso che guardiate davanti a voi. C'è qualcuno che ci sta accogliendo."

"E sembra anche una ragazza a modo." commentò Hitomi senza troppa partecipazione. Diversi metri più avanti, la stradina di ciottoli si fermava in uno spiazzo ampio ed aerato, appena davanti al grande portone di legno antico che dava accesso al maniero Vanhanen. Due grandi alberi di cedro crescevano ai lati del portone, come due colonne antiche che si ergevano maestosamente verso il cielo. E appena davanti al portone, si trovava una graziosa ragazzina bionda di non più di sedici anni, con lunghi capelli biondi che incorniciavano un viso pulito e dall'aspetto ingenuo, vestita con dei graziosi abiti neri da cameriera, con le maniche bianche, una cuffietta nera sulla testa, decorata con dei  cuoricini di seta bianca, e scarpe nere con calzettoni a strisce bianche e nere che le davano un peculiare aspetto da gothic lolita. Una frangia dei suoi lunghi capelli biondi ricadeva davanti al suo viso, lasciando vedere soltanto uno dei suoi profondi occhi dall'inusuale colore dorato. Un Honchkrow era posato sulla sua spalla, e si stava riavviando le piume con il becco, evidentemente tenendo a fare una buona impressione.

"E' una mia impressione, o già si aspettavano che saremmo arrivati?" si chiese Ritchie. Alty svolazzò per un breve tratto davanti a lei, incuriosita dal comportamento di quell'Honchkrow.

La giovane attese che Vera e i suoi compagni fossero entrati nello spiazzo prima di inchinarsi con eleganza e dare loro il benvenuto. "I miei omaggi, nobili viaggiatori. Benvenuti al Maniero Vanhanen... io mi chiamo Luna, e sono l'inserviente del maestro Radomus. Il mio signore vi stava giusto aspettando... voi dovete essere gli allenatori di Hoenn che si sono già fatti un certo nome per le vostre eroiche imprese contro il Team Meteora." disse la ragazzina bionda con un sorriso affabile. "Vera Maple, immagino... poi, Max Maple, Drew, Ritchie, Hitomi ed Ortilla. Ho ricordato bene i vostri nomi?"

"Pikachu!" Sparky confermò il Pikachu del ragazzino di Kanto, facendo il segno dell'okay con una mano. Ritchie ridacchiò divertito e rispose a sua volta alla giovanissima inserviente.

"Sì, siamo proprio noi. Hai ricordato molto bene i nostri nomi." rispose. "Immagino che il signor Radomus sappia già il motivo per cui siamo qui..."

"E' stata miss Saphira a suggerirci di cercare il vostro aiuto." continuò Ortilla. "Speriamo solo... di non essere d'intralcio!"

"Per niente." continuò Luna, dando una rapida occhiata alla Collanasmeraldo che Ortilla portava al collo, cercando di camuffarla come se fosse un normale gioiello di poco prezzo. "Prego... se voleste seguirmi, sarò onorata di farvi da guida alla dimora del maestro."

"Grazie, Luna... credo proprio che ne abbiamo bisogno, dopo la camminata che abbiamo fatto!" disse Max, scherzando solo in parte. Hitomi si limitò a passarsi una mano tra i capelli in modo da rendersi presentabile, e assieme, i ragazzi varcarono la soglia. Non appena Luna avvicinò la mano alla maniglia, si sentì uno scatto di qualche congegno elettronico, e la pesante porta si aprì con un cigolio sinistro, permettendo così ai ragazzi di vedere l'interno del maniero.

Il Maniero Vanhanen era un luogo assolutamente incredibile, una sorta di oasi di bellezza e lusso nel cupo panorama di Reborn. Un pavimento fatto di piastrelle quadrate bianche e nere che si alternavano come i tasselli di una scacchiera; un soffitto alto e decorato riccamente, ma senza apparire pacchiano o dozzinale; lampadari di cristallo che riflettevano la luce in spettacolari effetti, e alcune piante ornamentali erano state piazzate in punti in cui potevano dare un aspetto ancora più elegante agli interni. I mobili erano anch'essi dei pezzi rari, dall'aspetto semplice ma funzionale, ed erano fatti di legni pregiati e ben lucidati. Non c'era un filo di polvere, ovunque Vera e i suoi compagni volgessero lo sguardo... e anche la seria Hitomi non riuscì ad impedirsi di sgranare gli occhi ed emettere un verso di meraviglia.

Luna guidò il gruppetto di allenatori per un lungo corridoio le cui pareti erano ulteriormente impreziosite da dei quadri finemente dipinti, che sicuramente ritraevano altri membri della famiglia Vanhanen - tutti davano l'impressione di essere persone di una certa classe e di alto lignaggio, vestite riccamente e con un portamento serio ed aristocratico. Finalmente, dopo quasi un minuto percorso a passo costante, il gruppo giunse in una grande sala climatizzata, il cui pavimento era a scacchiera esattamente come nel vestibolo e nel corridoio. Il soffitto era molto più alto, e terminava con una grande cupola di vetro istoriato, che filtrava la luce del sole in modo da proiettare delle luci vivaci ma suffuse sugli interni, e alcuni divani dall'aspetto invitante erano stati disposti in maniera quasi geometrica lungo tutta la stanza. I ragazzi e i loro Pokemon entrarono nella grande sala, sentendosi quasi inadeguati ad un ambiente così raffinato.

"Wooooow! E' fantastico!" esclamò Ortilla come ipnotizzata, mentre si avvicinava ad un divano e lo tastava quasi con esitazione, ed Alty svolazzava entusiasta verso una delle pante più grandi per annusare un grande fiore porpora che cresceva su uno degli steli più grandi. "Avevamo sentito dire che il signor Radomus era molto ricco e facoltoso, ma non ci aspettavamo proprio un tale sfarzo!"

"Cose del genere... a Kanto si vedono molto raramente." rispose Ritchie, anche lui attirato dai divani e desideroso di sedersi. "Non... non è un problema se ci mettiamo comodi, almeno per un po'?"

"Flabebè..." mormorò il Flabebè di Vera, come se fosse riuscito a capire quello che passava per la testa anche della sua allenatrice. Lui aveva il vantaggio di fluttuare a mezz'aria, ma si rendeva conto che lo stesso non valeva per molti dei suoi compagni di viaggio.

"Hehehee... non credo che tu ti possa lamentare, Flabebè, visto che sei sempre stato nella tua Pokeball o a mezz'aria!" affermò Vera con una risatina divertita.

Luna si coprì la bocca con una mano e rise educatamente, senza scomporsi, poi indicò i divani con un lento gesto della mano. "Certamente, nostri graditi ospiti. Prego, accomodatevi, e se c'è qualcosa che posso fare per aiutarvi, non esitate a farmelo sapere." affermò, restando a guardare soddisfatta mentre Vera e i suoi compagni si sedevano con dei sospiri di sollievo, e si ppermettevano finalmente di rilassarsi un po'. Quel posto emanava un sentore di pace e di comodità che piaceva molto al gruppetto di stanchi viaggiatori. Se non altro, sentivano che era un luogo dove il Team Meteora non avrebbe potuto spingersi...

"Grazie infinite, Luna. Allora, aspettiamo qui il signor Radomus?" chiese Drew, mantenendo il suo comportamento altero anche adesso che si stava rilassando. Vera, Max e il Gardevoir di quest'ultimo fecero un'espressione divertita, chiedendosi se ci fosse mai un momento in cui il ragazzo dai capelli verdi si lasciava andare un po'. Che Vera sapesse, gli era successo solo quando aveva perso una gara di Pokemon con Solidad...

La cameriera bionda fece un altro inchino, e il suo Honchkrow chinò leggermente il capo, sforzandosi anche lui di apparire elegante. "Sono sicura che il maestro Radomus sarà qui molto presto, gentili visitatori." affermò Luna. "Nel frattempo... prego, sentitevi liberi di rilassarvi e di usufruire delle comodità della nostra sala degli ospiti. Vi posso preparare un rinfresco veloce, nel caso abbiate appetito?"

"Io non dico mai di no a qualcosa di buono..." rispose Vera, senza nascondere la sua voglia. La giornata si preannunciava ancora migliore di quanto lei avesse osato sperare...

"In effetti, credo che abbiamo tutti un po' fame." continuò Max... e guardando verso Hitomi e Ritchie, vide che anche loro facevano cenno di sì con la testa. Ortilla stessa non cercò di schermirsi.

"Sì, effettivamente... se non fosse un disturbo..." affermò la bambina dai capelli turchini.

Luna stava per rispondere che avrebbe provveduto personalmente a servire loro qualcosa da mangiare... quando, senza alcun preavviso, una doppia porta di legno laccato dall'altra parte della stanza si spalancò con un colpo di vento che sembrava messo lì apposta per rendere la scena più drammatica possibile, e da dietro essa, apparvero due figure umanoidi il cui aspetto non aveva nessuna possibilità di pssare inosservato!

"Benvenuti, signore e signori!" esclamò la prima figura, un uomo vestito elegantemente di porpora, con un raffinato bastone da passeggio nella mano sinistra, e uno stranissimo, ingombrante copricapo a forma di piramide sulla testa. "Sono io che mi inganno, o abbiamo degli ospiti che ci sono stati mandati direttamente da Lady Saphira in persona?"

"Non si inganna, padron Radomus." rispose una voce femminile pacata e discreta proveniente dalla figura a fianco, la cui forma era immediatamente riconoscibile come un Gardevoir. "Sono proprio loro... i ragazzi provenienti dal continente di Hoenn che in questi ultimi tempi hanno sfidato il Team Meteora."

"Piacere di conoscervi, ragazzi." disse Radomus, e si fece avanti muovendo allegramente il suo bastone da passeggio. Già ad un primo sguardo, Vera si rese conto che si trattava in effetti di un personaggio tanto stravagante ed eccentrico quanto lei si era aspettata. Era vestito quasi interamente di viola, un viola tanto pallido da sembrare quasi rosa, con una camicia dalle ampie maniche e un paio di pantaloni di raso. Sopra la camicia indossava una giacca nera senza maniche, tenuta ferma con degli elaborati nastri neri che percorrevano lo sterno, e indossava inoltre un paio di scarpe nere, impeccabilmente pulite e tirate a lucido. Tuttavia, quello che più di tutto attirò l'attenzione di Vera e dei suoi amici fu il copricapo che indossava - era di colore giallo scuro, troppo grande per la sua testa, e aveva la forma di una ziggurat. Sembrava troppo pesante per poter essere tenuto sulla sua testa, eppure in qualche modo riusciva a restarci. Il bastone da passeggio che teneva in una mano era lungo e sottile, e terminava con un pomo nel quale era incastonata una gemma preziosa. Alcune frange di capelli neri emergevano dal suo bizzarro cappello e gli scendevano sulla fronte.

La Gardevoir che fluttuava con calma al suo fianco non aveva nulla di diverso da un altro esemplare della sua specie, almeno ad una prima occhiata. Tuttavia, il Gardevoir di Max fu subito in grado di percepire qualcosa di particolare in lei... un sentore che lui stesso non sarebbe stato in grado di spiegare, e che lui trovava in qualche modo sia attraente che misterioso.

La Gardevoir si mosse e fluttuò verso il gruppo di Vera, per poi fare un leggero ed aggraziato inchino. "Un caloroso benvenuto anche da parte mia, gentili visitatori." affermò. "Io sono Gossip Gardevoir. E modestia a parte, sono una celebrità nei dintorni di Reborn. Immagino che abbiate già visto qualcuno dei miei servizi? Oh, e non vi preoccupate, gli autografi sono gratis!"

"Certamente!" rispose Ortilla, ricordando bene di aver visto quella stessa Gardevoir in più di un servizio nei telegiornali, da quando era arrivata a Reborn. "Sì, abbiamo visto diversi dei tuoi servizi... sinceramente, non mi sarei mai aspettata di vedere una Pokemon nei panni di una cronista. Senza offesa, ovviamente."

"Nessuna offesa. Sono sicuro che la mia fedele Gardevoir non se l'è presa." rispose gentilmente Radomus. La graziosa Pokemon Psico/Folletto mosse la testa, in una maniera che non rendeva chiaro cosa volesse dire esattamente, ma non diede segno di essersi offesa. "Piuttosto, non mi sembrate troppo sorpresi di conoscere una Pokemon capace di parlare il linguaggio umano."

Il Gardevoir di Max decise di dire la sua. "Noi Gardevoir siamo in grado di proiettare i nostri pensieri direttamente alle menti di chi ci sta attorno, signor Radomus. Per noi, la differenza tra questa procedura e la comunicazione verbale è minima. Tuttavia, non avevo mai incontrato un Gardevoir che fosse effettivamente in grado di parlare."

"Anche se... effettivamente non è la prima volta che incontriamo un Pokemon in grado di parlare!" volle aggiungere Vera, ripensando con un sorriso e un pizzico di nostalgia al Meowth parlante del Team Rocket. Chissà cosa stavano facendo, quei tre pasticcioni... forse stavano ancora dando la caccia a Pikachu, conoscendoli!

"Da come ne parlate, ragazzi, mi dà l'impressione di essere qualcosa di molto interessante, e spero di poterlo vedere con i miei occhi, un giorno non troppo lontano." continuò Radomus. "Ma adesso veniamo alle presentazioni. Come immagino avrete già capito, io sono Radomus Vanhanen, il proprietario di questo maniero. La mia fedele Gardevoir si è già presentata... e avete già conosciuto anche mia figlia Luna e il suo Honchkrow, che lei ha chiamato Jubjub!"

Con grande sorpresa di Vera, Flabebè e i loro compagni, il ricco possidente indicò la cameriera bionda che li aveva condotti fin lì, e il suo Honchkrow... e Luna fece un sorriso imbarazzato e chinò la testa. "E'... un po' complicato da spiegare. Ma io sono effettivamente la figlia di padron Radomus, anche se non ho nessun legame di sangue con lui..." affermò. "Comunque, se avete bisogno di me... non esitate a farmelo sapere."

Radomus diede un'occhiata a Ritchie, che adesso sembrava osservare Luna con maggiore attenzione rispetto a prima... e si schiarì la voce. "Ad ogni modo... immagino che sarete stanchi per il lungo viaggio. Gardevoir, saresti così gentile da portare i nostri ospiti alle loro stanze? E tu, Luna, potresti gentilmente preparare loro qualcosa da mangiare?" chiese.

La biondina chinò la testa e sorrise. "Era esattamente questo che stavo per fare, padron Radomus." affermò. "Miss Vera, signorino Max... per tutti voi, sono già pronte delle stanze nell'ala est del maniero Vanhanen."

"Tuttavia, se non sono troppo indiscreto..." continuò Radomus, la cui espressione si fece di colpo più seria mentre guardava verso Ritchie e il suo Pikachu. "Signorino Ritchie, potrei chiederle di scambiare due parole con me? Ci sono delle cose di cui vorrei sincerarmi."

Un po' stupito da questa richiesta, ma comunque più che disposto a parlare con il proprietario di quello strano posto, Ritchie disse di sì con la testa e guardò verso i suoi compagni di squadra. "Va bene, signor Radomus... Vera, ragazzi... se volete, andate pure senza di noi. Vi raggiungiamo non appena abbiamo finito qui." avvisò.

"Pika pikachu." Sparky volle rassicurare ulteriormente i loro compagni di viaggio.

"Beh... Va bene, nessun problema." rispose Vera, guardando verso il resto del suo gruppo. Notò che Luna sembrava un po' tesa, ma non faceva nessuna obiezione, e continuava a mantenere il suo modo di fare calmo e formale. "Speriamo solo... che non sia niente di serio."

"No, no, tranquilli, non preoccupatevi per questo." continuò Radomus. "Se dovesse emergere qualcosa che richiede che vi avvisi, io e Gardevoir ve lo faremo sapere quanto prima. Per adesso, riposatevi pure, ne avete il diritto. Poi... magari faremo un po' di allenamento con i nostri Pokemon. Sono curioso di vedere un po' della forza che il Team Meteora teme tanto."

"Va bene. Grazie, signor Radomus, non mancheremo." rispose Drew, senza però mai staccare lo sguardo del misterioso padrone del maniero. Era una persona apparentemente affidabile, ma aveva l'impressione che non stesse mostrando tutte le sue carte.

"Per adesso, possiamo prenderci una pausa e aspettare gli eventi." disse telepaticamente il Gardevoir di Max al suo allenatore. "Ma... forse è meglio se teniamo d'occhio questo Radomus e la sua Gardevoir. Non mi sembra che siano in combutta con il Team Meteora, ma qualcosa mi dice che ci sono molte cose che per adesso vogliono tenerci nascoste. Non facciamoci cogliere di sorpresa."

Forse, in condizioni normali, Max avrebbe pensato che il Pokemon a cui lui era più affezionato fosse un po' troppo paranoico, ma l'esperienza di quello che aveva vissuto fino a quel momento nel continente senza legge di Reborn lo aveva convinto da tempo che tenere gli occhi aperti e le orecchie aguzzate voleva dire la differenza tra la vita e la morte.

"Va bene, Gardevoir." rispose telepaticamente Max, mentre Vera si avvicinava al fratello minore con fare protettivo. "Hai ragione, facciamo meglio a stare attenti a quello che succede."

 

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Luna e Gossip Gardevoir fecero un cenno con la testa, in segno di reverenza nei confronti di Radomus, e chiusero lentamente le doppie porte della stanza, in modo che il loro padrone, Ritchie e Sparky restassero da soli in quel grande ed elegante salone. Una volta sicuro che lui, il suo giovane ospite e il suo starter fossero da soli, Radomus si tolse quell'enorme ed ingombrante copricapo a forma di ziggurat che aveva addosso, e rivelò che sotto di esso indossava un cappello a cilindro, anch'esso di colore viola rosato con una striscia di raso nero nella parte inferiore.

"Pika pika..." squittì Sparky, con una buffa espressione di imbarazzo sul muso. Sembrava avere gli stessi pensieri del suo allenatore - e cioè che quel tizio con cui stavano parlando era quantomeno originale!

"Grazie per la tua disponibilità, giovane Ritchie." affermò Radomus, facendo cenno al ragazzino di mettersi comodo su un divano. Ritchie e Sparky si sedettero compostamente, mentre Radomus prese posto su un altro divano lì vicino. "Allora, veniamo al dunque. So che, mentre ti trovavi nella città di Zirconia, hai incontrato un personaggio che rispondeva al nome di Padre Elias, un sedicente sacerdote di Arceus, il Primo Pokemon."

Ritchie corrugò la fronte con una vaga espressione di sospetto. Radomus sembrava addirittura troppo ben informato... Tuttavia, non disse di no, e anzi confermò quello che l'eccentrico miliardario aveva detto. "Sì... sì, signor Radomus, si chiamava Padre Elias. Era... un tipo misterioso, e se devo essere sincero, nè io nè Sparky sappiamo bene cosa pensare di lui."

Radomus annuì lentamene. "Certo... certo... molto bene, in questo caso, è meglio che tu sappia fin d'ora di chi si tratta." continuò. Quando vide che Ritchie e Sparky stavano rivolgendogli tutta la loro attenzione, Radomus si schiarì la voce e continuò. "Dovete sapere che Elias, quel sedicente sacerdote, è in realtà il padre di Luna."

Ritchie e Sparky non nascosero un po' di stupore, ma non fecero commento, almeno per il momento, e permisero a Radomus di andare avanti. "Sì, anche se ho detto che Luna è mia figlia, in realtà non c'è nessuna parentela tra noi. La verità... è che un giorno non tanto lontano, lei è apparsa sulle porte di questo grande maniero solitario, e si è presentata a me, chiamandomi suo padre. Potete immaginare la mia sorpresa nel vedermi arrivare questa ragazzina che, all'improvviso, cerca di entrare nella mia vita dicendo di essere mia figlia."     

"Certo... certo, possiamo immaginarlo." continuò Ritchie. "Ma... nonostante tutto, vedo che Luna si è stabilita a vivere qui, e mi sembra anche che si sia ben ambientata."

Radomus disse di sì con la testa. "Sì, nonostante il mio scetticismo, l'ho accolta con me. Effettivamente, è da un bel po' di tempo che non ho più una famiglia, e dal momento che questo posto si stava facendo triste e solitario, ho pensato che non ci fosse nulla di male nell'esaudire il desiderio di una ragazza. Tanto più che, se fosse stata costretta ad andare a Reborn City, sarebbe stata facile preda di qualche banda di strada, o sarebbe finita nelle mani del losco Dr. Sigmund Connal, il proprietario dell'orfanotrofio di Reborn City, e un personaggio che gode di dubbia fama."  

"Pika..." continuò Sparky. Sia lui che Ritchie ne sapevano qualcosa, anche se non avevano avuto la sventura di vedere il suo orfanotrofio.

"In effetti..." continuò Ritchie, ripensando a come erano stati accolti. "Ho l'impressione che la signorina Luna stia recitando una parte dettata dalla sua fantasia."

"A Luna sembra piacere fare la parte di una cameriera, e così ha fatto fin da quando si è trasferita qui." proseguì Radomus con un sorriso divertito. "E' una ragazza piuttosto... originale, se posso dire la mia. Ed è stata una fonte non indifferente di gioia e divertimento, sia per me che per la mia fedele Gardevoir. E ovviamente, anche lei e Gardevoir sono diventate presto amiche. Non è certo una cosa a cui posso passare sopra."

"E quindi... questo sacerdote, questo Padre Elias, sarebbe il vero padre di Luna." Ritchie riassunse la situazione. "E... si è fatto mai vedere per reclamare la patria potestà su di lei?"

"Più di una volta. E' per questo che sarei curoso di sapere come la pensi su di lui... qual è l'impressione che ti ha fatto." continuò Radomus.

Ritchie annuì e si sfregò il mento, ripensando al suo breve incontro con il sacerdote di Arceus. "Hmm... non posso dire di essere rimasto con lui per molto tempo, quindi non credo di poter dare un giudizio completo su di lui. Per quel poco che l'ho visto, mi è sembrato una persona a modo, ma... ho sempre avuto l'impressione che ci fosse qualcosa di misterioso in lui."

"Pika chu pika!" affermò Sparky, facendo un movimento in aria con una zampetta come se stesse lanciando un incantesimo.

"Ah... giusto, Sparky, c'è anche questo." continuò il giovane allenatore. "Vede, signor Radomus, mentre ero a Zirconia per investigare sugli strani fenomeni che stavano accadendo, sono dovuto andare a comprare una medicina per una bambina che si era ammalata. Non mi era sembrata una medicina molto efficace, sinceramente, ma quando l'ho data a Padre Elias... lui ha fatto qualche strana magia, e l'ha trasformata in una specie di pozione magica."

"Preferisco non menzionare che Anna ha versato quella pozione sul suo peluche... ed è guarita per magia." pensò tra sè Ritchie. "Questa è davvero una cosa troppo incredibile... mi prenderebbe per un pazzo."

Radomus aveva già una mezza idea di chi potesse essere la "bambina malata", ma decise che questi particolari potevano essere rimandati a più avanti. "Sì... sì, capisco cosa vuoi dire. Non è una cosa che mi stupisce, in effetti. Ho sempre saputo che quegli strani individui della Chiesa d'Alfa avevano dei poteri misteriosi." affermò. Quando vide le espressioni interrogative di Ritchie e Sparky, Radomus si fermò a spiegare. "La Chiesa d'Alfa è un'organizzazione religiosa che venera Arceus, il dio di tutti i Pokemon, e Padre Elias ne è un membro di alto rango, forse addirittura il leader. Comunque, sì, Padre Elias si è spesso ripresentato alla porta di casa mia per intimarmi di restituirgli Luna, ma ho sempre rifiutato, e neanche Luna vuole tornare da lui. Sospetto che Luna abbia subito degli abusi psicologici o emotivi, ed è per questo che lei non vuole più avere a che fare con lui. Quindi... ho deciso che avrei cercato di proteggerla. Da quanto so della Chiesa d'Alfa... non è un ambiente che raccomanderei a una ragazza come lei."

"A nessuno, in realtà... e questo mi preoccupa non poco." affermò Ritchie. "Mentre eravamo a Zirconia, abbiamo conosciuto Sierra, un'esperta di Pokemon Ghiaccio... e suo figlio Bennett, che mi sembrava provare una certa attrazione per Luna. Ho... come l'impressione che Padre Elias stesse cercando di portare Bennett dalla sua parte, e non vorrei che Bennett gli abbia creduto..."

"Padre Elias è abile con le parole. Sa come cnvincere le persone e dire quello che loro vogliono sentirsi dire." affermò Radomus con preoccupazione. "Ma ad ogni modo... queste sono cose a cui penseremo più avanti. Sentiti libero di parlare ai tuoi compagni di quello di cui abbiamo discusso in questo momento, credo che anche loro dovranno essere pronti ad un eventuale confronto con quei fanatici. Ma adesso... è giusto che anche voi vi riposiate. Vi farò preparare un buon pranzo entro breve, e dopo che vi sarete riposati, farò in modo che vi possiate allenare come si deve."

"Pikachu!" esclamò Sparky drizzando le orecchie e sentendosi ora un po' più sicuro di sè stesso.

Anche Ritchie si sentì più tranquillo e più determinato ad affrontare la minaccia della Chiesa d'Alfa che già si profilava all'orizzonte. "Grazie, signor Radomus... era a un po' di tempo che cercavamo un posto dove avremmo potuto stare tranquilli. Non so se durerà a lungo... e ci scusiamo già con lei per tutti i problemi che finiremo per darle..."

"E' già da un po' di tempo che mi sono reso conto che un confronto finale con il Team Meteora sarà inevitabile." affermò Radomus. "Se vogliamo restituire una parvenza di libertà e decenza al nostro mondo, il Team Meteora dovrà essere annientato... e con esso anche la sua comandante suprema, la misteriosa Lin."

"L'idea di dover affrontare quella donna infernale mi fa paura... ma immagino che sarà inevitabile." continuò Ritchie, ben memore di quello che era successo  vicino al Monte Tanzanite. "Comunque, immagino che sarà un problema da affrontare più avanti... per adesso, sarò lieto di accettare la sua ospitalità, signor Radomus. Io e i miei amici... la ringraziamo infinitamente."

"Non è un problema, ragazzo mio." disse il ricco proprietario del maniero, conun sorriso comprensivo. "Finchè si tratta di dare una mano a voi della resistenza, e sconfiggere il Team Meteora, io sono pronto a tutto."

 

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La stanza che era stata assegnata a Bennett nel quartier generale della Chiesa d'Alfa era un luogo molto semplice, qualcuno avrebbe potuto definirlo addirittura spartano. Tutto quello che si trovava in quella stanzina erano un letto ben fatto ma molto semplice, un armadio e un comodino vicino al letto. C'erano inoltre una scrivania rozzamente intagliata ad un angolo della stanza, sulla quale era appoggiato un grosso libro di preghiera, e una fontana di acqua fresca dalla parte opposta. Una porta vicino al letto portava ad un bagno.

Bennett era in quel momento seduto alla sua scrivania, e stava leggendo con attenzione il libro dall'aspetto vetusto che aveva appoggiato davanti a sè. Il giovane esperto di Pokemon Coleottero non si era mai considerato un tipo particolarmente religioso, preferendo le spiegazioni razionali a dei ciechi atti di fede, ma da quando aveva conosciuto i suoi confratelli della Chiesa d'Alfa, e Padre Elias lo aveva iniziato ai suoi misteri, si sentiva come se si fosse avvicinato a questo credo, ed era stato affascinato dal suo dogma. Era una dottrina così semplice e al tempo stesso così convincente... che non riusciva onestamente a capire come Luna non potesse sentirsi parte di qualcosa di così bello e nobile. Ora più che mai, Bennett era convinto che il suo compito fosse ben chiaro - doveva aiutare Luna a ritrovare la retta via, e per fare questo, era necessario che lui imparasse il più possibile da Padre Elias, e dai suoi saggi sermoni.

Qualcuno bussò alla porta della sua stanza, e il ragazzo si aggiustò gli occhiali e si votò verso la porta. "Ah... ehm, sì? Prego... entrate pure. Come posso esservi utile?" chiese, un attimo prima che la porta della sua stanza si aprisse con uno scatto, e dietro di essa apparisse Angela, con il suo abito da cameriera e il suo sorriso inquietante incorniciato dai suoi capelli verde-azzurrini.

"Sono venuta a te, nosto nuovo discepolo... per darti un lieto annuncio!" affermò la donna, le mani giunte tenute allaltezza del cuore, e gli occhi quasi spiritati che guardavano verso Bennett... ma senza davvero fissarsi su di lui, come se in realtà osservassero qualcosa di lontano ed imperscrutabile. "Sei stato scelto... per una missione molto importante per il nstro sacro ordine!"

"Ah... sorella Angela, sono lieto di vederla... Una missione importante per la Chiesa d'Alfa?" chiese Bennett, alzandosi dal suo posto dopo essersi preso giusto il tempo di segnare la pagina in cui si trovava con un segnalibro. Non potè nascondere un briciolo di inquietudine davanti a quella donna che gli sembrava fin troppo zelante, ma non potè in cuor suo non lodarla per le sue convinzioni. "Qualsiasi cosa Padre Elias desideri da me... sarò più che felice di collaborare."

"In realtà, questo è... un compito che il nostro grande e virtuoso capo spirituale... vorrebbe portare a termine assieme a te." continuò Angela, la cui espressione si era fatta un attimo meno zelante ed ossessionata. "Si tratta... di recuperare finalmente un'anima persa che era stata tragicamente allontanata dalla verità di Lord Arceus, e che ora noi abbiamo l'occasione di riportare sul cammino della virtù. Sto parlando di Luna, immagino che tu lo abbia già capito."

"Attendevo giusto... il momento in cui il maestro Elias mi avrebbe dato la possibilità di assolvere a questo mio dovere!" commentò con palpabile emozione il ragazzo occhialuto. "Va bene... arrivo subito, sorella Angela! Perteciperà anche il nostro fratello Pius?"    

"Ha chiesto anche lui di partecipare, per dimostrare la sua devozione al sommo Arceus." continuò Angela come trasognata. "Sia lode al grande Arceus, che ci ha pemesso di assistere a questo miracolo della fede! Molto presto, giovane iniziato, vedrai con i tuoi occhi la potenza del sommo Arceus, che travolge e distrugge i nemici della fede, gli atei e i blasfemi. Sia lode! Sia sempre lode a lui!"

Angela alzò lo sguardo verso il soffitto, ripetendo la frase con l'enfasi e la convinzione di una zelota... e anche Bennett, per quanto cominciasse anche lui a credere nella sua stessa fede, si sentì a disagio davanti a quella donna. "Ehm... mi... mi fa piacere... è per me un grande onore poter prendere parte a questa nobile missione, sorella Angela." affermò, cercando di non far vedere il suo nervosismo. Non era del tutto sicuro di come Angela avrebbe reagito. "Sa... per caso quando partiremo per questo compito così importante?"

Angela sembrò tornare almeno in parte con i piedi per terra. "Non ne sono del tutto sicura. Purtroppo, non possiamo iniziare subito. Padre Elias e fratello Pius hanno detto che ci sono ancora dei dettagli da definire." rispose, dando l'impressione di essere sinceramente delusa di non poter andare fin da subito a punire i nemici della loro fede. "Comunque, cerca di prepararti. I tuoi Pokemon dovranno essere in piena forma, visto che ci aspettiamo una seria resistenza. E' vero che con il supporto del sommo Arceus non c'è nulla che possa fermarci... ma il sommo Arceus aiuta soltanto chi si aiuta."

"Sì... me ne rendo conto. Cercherò di preparare i miei Pokemon Coleottero a questo imminente scontro." affrmò prontamente Bennett. Soddisfatta, Angela disse di sì con la testa e si allontanò, intonando tra sè delle litanie religiose.

Il giovane studioso di Pokemon Coleottero restò in piedi accanto alla sua scrivania, ancora non del tutto sicuro di cosa pensare della donna dai capelli turchesi... e poi si sfregò la fronte e mise un segnalibro al tomo che stava leggendo, ripromettendosi che in seguito avrebbe fatto del suo meglio per leggere qualche altra pagina. "E va bene... sarà una missione importante, e voglio cercare di aiutare il più possibile Padre Elias e i miei confratelli. Così... loro mi daranno una mano a riportare Luna sulla retta via. Anche se... mi chiedo che cosa volesse dire Angela quando ha parlato di dettagli da definire. Forse Padre Elias ha in mente qualcosa che ci assicurerà la vittoria?"

Decidendo che pensarci su non avrebbe dato una mano in alcun modo, Bennett andò a bere un sorso d'acqua, poi andò al suo armadio e lo aprì, rivelando che sugli scaffali erano impilati alcuni libri, e le sue Pokeball. Dopo aver preso un bel respiro, Bennett raccolse una Pokeball e la guardò con intensità, forse cercando di convincere sè stesso che stava facendo la cosa giusta.

Dopotutto, lo stava facendo per Luna. Era tutto in nome del bene maggiore... doveva farlo, era suo dovere impedire a quella ragazza di fare scelte sbagliate...

 

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Da un'altra parte di Reborn, una prateia ricoperta di erba alta e alberi bassi dal tronco contorto, un'altra esperta di Pokemon Coleottero, più giovane di Bennett ma non per questo meno saggia o meno decisa, si stava trovando in una situazione un po' difficile...

"Accidenti... Yanmega, continua a muoverti! Cerca di guadagnare un po' di tempo con Doppioteam!" esclamò Shelly, guardando con apprensione la sua Pokemon Libellorco che cercava in tutti i modi di evitare gli attacchi che un Scyther particolarmente forte e bellicoso stava lanciando contro di lei.                      

"Scytheeeeeer!" esclamò il Pokemon mantide con uno stridio penetrante, e volteggiò rapidamente su sè stesso per scagliare un potente attacco Ventagliente - con una piroetta, il Pokemon Coleottero/Volante scagliò due proiettili semi-trasparenti a forma di falce di luna che sfrecciarono verso la libellula gigante. Per fortuna, quest'ultima era riuscita ad attivare il suo attacco Doppioteam, e creò alcune copie intangibili di sè stessa, una delle quali subì il primo colpo e si disintegrò. Il secondo colpo raggiunse di striscio la vera Yanmega, infliggendole dei danni e facendola barcollare... ma la libellula gigante strinse i denti e mosse le ali con ancora maggiore convinzione, recuperando in fretta il terreno perduto.

"Hmm... okay, Yanmega,ora usa il tuo attacco Sonicboom!" esclamò Shelly. Yanmega eseguì una cabrata, in modo da non offrire a Scyther un bersaglio facile, e cominciò a battere rapidamente le ali per scagliare contro l'avversario una potente raffica di onde sonore contro i quali l'impreparato Pokemon mantide non fu in grado di opporre una  resistenza efficace. Scyther emise un'esclamazione acuta quando la scarica sonora, come un vero e proprio pugno, lo colpì in pieno petto e lo fece finire a terra supino! Ma i danni non erano stati così rilevanti, e Scyther riuscì a rialzarsi abbastanza rapidamente, spazzandosi via la polvere dalla corazza. 

"Scyther!" esclamò il Pokemon mantide. Yanmega cercò di lanciare un altro attacco Sonicboom, ma questa volta Scyther era ben preparato, e riuscì ad evitare con agilità la scarica di energia sonora che gli stava arrivando addosso. Saltò di lato, atterrò su una roccia e la usò come trampolino per darsi lo slancio contro Yanmega, poi sferrò un potente attacco Lacerazione, eseguendo un poderoso fendente circolare con le sue braccia-falci! La libellula gigante venne colpita in pieno e scaraventata indietro, ma ancora una volta riuscì a mantenersi in volo, e si allontanò da Scyther con una rapida acrobazia a mezz'aria.

Shelly si rendeva conto che questa battaglia stava andando un po' troppo per le lunghe, e l'esito sarebbe stato quanto meno incerto. Yanmega aveva bisogno di un aiuto, e in fretta... la bambina dai capelli violetti prese due delle sue Pokeball, e dopo aver atteso il momento giusto, le lanciò in aria e fece uscire i suoi due Pokemon ragno...

"Joltik! Spinarak! Presto, venite anche voi!" esclamò Shelly. Il piccolo ragno elettrico si piazzò davanti a lei, e vide subito che Yanmega era impegnata in un duro scontro con Scyther... quindi, agì senza neanche aspettare che Shelly gli desse un ordine, e sotto gli occhi della sbalordita ragazzina, si caricò per un istante, prima di scagliare una scarica elettrica sotto forma di una ragnatela scintillante che volò verso la gigantesca mantide religiosa e si avvinghiò attorno a lui. Scyther sgranò gli occhi e si contorse per la sorpresa e il dolore... e Spinarak decise di fare anche lui la sua parte, usando un attacco Ragnatela e scagliando contro Scyther uno schizzo di seta appiccicosa che si avvinghiò attorno ad un suo braccio e lo legò stretto. Il Pokemon mantide, ancora un po' frastornato per la scossa, emise un verso di sorpresa, ma non si scompose e tirò verso di sè, in modo da trascinarsi incontro Spinarak, che era ancora legato al filo di ragnatela.

Con un movimento del braccio, Scyther scagliò a terra il ragnetto, che stridette per il dolore e rimase per qualche istante a terra stordito... poi si voltò verso Yanmega e Joltik e fece per scagliarsi addosso a loro. Shelly deglutì nervosamente, immaginando che quello fosse il momento dcisivo per decidere il risultato di quello scontro.

"Okay, ragazzi... Yanmega, colpiscilo con Eterelama! Joltik, cerca di usare Tuononda, e poi Energisfera!" esclamò la bambina dai capelli violetti, sperando che quella combinazione di attacchi sarebbe stata abbastanza da mettere al tappeto la mostruosa mantide. Il Pokemon simile ad una zecca si nascose dietro un sasso e prese la mira con il suo attacco Tuononda, mentre Scyther e Yanmega volteggiavano l'uno attorno all'altro, cercando il momento giusto per passare alla carica...

Yanmega e Joltik agirono nello stesso momento. La libellula gigante agitò rumorosamente le sue grandi ali, e scagliò una raffica di lame di energia luminosa che piombarono addosso a Scyther. Il Pokemon mantide non si scompose, e si difese abilmente con una raffica di fendenti, intercettando i colpi di Yanmega... ma distraendosi da Joltik e permettendo alla zecca elettrica di scagliargli contro la sua Tuononda. La scarica elettrica percorse rapidamente il terreno, e si sollevò in aria quando era a pochi passi da Scyther, cercando di colpire la mantide religiosa gigante e paralizzarla.

Questa volta, Scyther non fu in grado di difendersi con efficacia, e la Tuononda lo ccolpì di striscio, facendogli intorpidire il braccio destro. Con uno stridio di sorpresa e dolore, il Pokemon Coleottero/Volante si ritirò, scuotendo il braccionel tentativo di mandare via lo stordimento, e Shelly strizzò un occhio e strinse i denti. Aveva sperato che quell'attacco sarebbe stato più efficace, e adesso doveva pensare ad un'altra strategia...

Ma non ebbe il tempo di farlo, prima che Scyther emettesse un verso acuto di sorpresa... e si ritrovasse con il piccolo Spinarak abbarbicato con tutte le sue forze alla corazza sulla sua schiena! Ben lungi dall'essere fuori combattimento, il ragnetto aveva usato il suo attacco Ragnatela per agganciarsi alla schiena dell'avversario ed issarsi su di lui! Scyther cercò di scuotersi e di scagliare via il ragnetto, ma quest'ultimo si aggrappò con ancora più decisione e cercò di far perdere l'equilibrio a Scyther.

"Ah! Bel colpo, Spinarak! Cominciavo a temere che..." cominciò a dire Shelly, ma si interruppe quando le venne in mente che aveva ancora la possibilità di attaccare Scyther. "Okay... adesso, Spinarak, usa il tuo attacco Sfuriate!"

"Spi, spinarak!" esclamò il ragnetto verde con decisione. Sferrando una raffica di fendenti con le zampette anteriori, il Pokemon Tela cominciò a colpire Scyther e cercare di fargli perdere quota. Nonostante la differenza di dimensioni, il Pokemon mantide stava avendo un po' di problemi a tenere a bada quel piccolo demone che gli stava avvinghiato.

"Scytheeeeer!" esclamò la mantide religiosa, cercando inutilmente di colpire Spinarak. Il ragno si era piazzato in un punto che difficilmente Scyther avrebbe potuto raggiungere con le sue braccia-lame, e si teneva stretto nel tentativo di indebolire quanto più possibile il suo avversario a colpi di morsi e artigli.

"Bravo, Spinarak, ottimo lavoro!" esclamò Shelly, del tutto dimentica del fatto che il Pokemon ragno aveva agito in maniera del tutto indipendente. "O... Okay, Yanmega... Joltik... credo che... possiamo concludere! Ehm... Okay, Yanmega! Tu usa Forzantica! E tu, Joltik, attacca con Raggioscossa!"

"Mega!" esclamò l'enorme libellula. Il suo corpo venne circondato da una tenue aura giallo-marrone, e delle rocce fluttuanti apparvero attorno a lei, prima di volare addosso a Scyther con letale precisione! Il Pokemon mantide sferrò un altro fendente con le sue braccia-falci, usando il suo attacco Forbice X - un doppio fendente in diagonale dall'alto verso il basso, in modo da disegnare una croce a mezz'aria - e riuscì a falciare le prime due rocce che gli volavano addosso... ma le altre due superarono la sua difesa e lo colpirono in pieno! Spinarak saltò giù dal dorso di Scyther e atterrò un po' goffamente sul terreno ricoperto di erba fresca, mentre il Pokemon mantide cercava disperatamente di mantenersi in volo... solo per essere colpito di nuovo, questa volta da un raggio di energia elettrica che Joltik scagliò dalle zampette anteriori. Questa volta, il colpo si rivelò essere troppo potente per lui, e Scyther si abbattè al suolo con uno stridio di sorpresa e dolore, mentre Spinarak si scrollava di dosso lo stordimento e zampettava rapidamente verso Joltik e Shelly.

"Jo, jo! Joltik!" esclamò la zecca elettrica, con il tono di qualcuno che si era preoccupato seriamente. "Joltiiiik!"

"Spi... spinarak..." mormorò Spinarak, abbassando la testa imbarazzato.

Shelly prese un bel respiro e cercò di darsi un tono un po' severo... cosa che, doveva ammetterlo, non le riusciva molto bene. "Ehm... Joltik ha ragione, Spinarak, non dovresti gettarti nella mischia senza pensare..." affermò. "Insomma... voglio dire, voi siete miei amici... e tutto il resto... ma... ecco... io sono l'allenatrice... dovrei darvi io le indicazioni... insomma, mi spiego?"

"Joltik!" affermò Joltik, d'accordo con la sua allenatrice - e ignorando senza troppi perchè il fatto che anche lui aveva agito d'impulso per aiutare Yanmega. Prima che il discorso potesse andare avanti, tuttavia, la libellula gigante si abbassò di quota e indicò il punto in cui il Pokemon mantide era caduto... e dal quale adesso si stava rialzando!

Scyther non era certo uscito illeso da quei due colpi andati a segno a distanza ravvicinata l'uno dall'altro, e si vedeva che era barcollante e stordito... tuttavia, era ancora determinato e capace di combattere. Shelly non nascose un po' di sorpresa, ma si disse che se non altro, l'avversario sembrava parecchio indebolito, ed era solo questione di resistere un altro po'...

Ma Scyther, dopo qualche secondo passato in piedi a pochi metri di distanza da Yanmega, a guardarla con intensità, fece qualcosa di diverso, che lasciò Shelly e i suoi Pokemon alquanto sorpresi.

Con l'eleganza di un samurai, il Pokemon mantide si piegò su un ginocchio e chinò la testa, tenendo una delle sue braccia-lame trasversale rispetto al corpo - era senza dubbio un gesto di sottomissione: Scyther stava riconoscendo l'abilità e il valore dei suoi avversari.

"Scyther. Scyther, scyther." affermò il Pokemon Coleottero/Volante, gettando uno sguardo intenso a Yanmega e ai due ragnetti. "Scyther, scy?"

"Yaaaanmega?" chiese Yanmega, inclinandosi leggermente in aria come se volesse avvicinare l'orecchio alla bocca di Scyther. La mantide religiosa confermò con un cenno della testa, e mentre Spinarak e Joltik si guardavano stupiti, Yanmega sbattè i suoi enormi occhi e si voltò verso Shelly per chiedere il suo parere. "Mega... Yanmega?"

"Scyther... vorrebbe unirsi a noi?" chiese la bambina dai capelli viola. Dopo qualche attimo di esitazione, Shelly sorrise e raccolse una Pokeball dalla sua borsa. "Va bene, se è questo che Scyther vuole... credo che anche noi avremo bisogno del suo aiuto. Vai, Pokeball!"

Soddisfatto, il Pokemon mantide restò fermo al suo posto e attese che la Pokeball lo toccasse, rimbalzando sul suo esoscheletro, e poi atterrando sul terreno vicino a lui, aperta quasi del tutto. Scyther venne assorbito al suo interno sotto forma di un lampo di energia rosata, poi la sfera si chiuse... e ondeggiò un paio di volte prima di fermarsi e dare il segnale di cattura avvenuta, che venne accolto con delle esclamazioni trionfanti da parte di Spinarak e Joltik!

"Sì! Ce... ce l'abbiamo fatta! Grazie al vostro aiuto, adesso ho un Scyther in squadra!" esclamò la bambina dai capelli violetti, che si affrettò a raccogliere la sfera e la mostrò con orgoglio a Yanmega, Spinarak e Joltik. Yanmega sembrò quasi sorridere - anche se il suo volto da insetto non lasciava trapelare molte emozioni, il modo in cui volava esprimeva bene la sua esaltazione. Spinarak e Joltik si diedero un cinque, mentre Shelly teneva stretta a sè la Pokeball del suo nuovo compagno di avventura e sorrideva soddisfatta. 

"Benvenuto nella mia squadra, Scyther. Spero che... potrai aiutarci a sconfiggere il Team Meteora... e a ridare un po' di speranza a questo posto. Cercherò di essere una brava allenatrice, te lo prometto."

 

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Dopo un pranzo e un po' di riposo, il gruppetto di Vera e Max si era dato appuntamento con Radomus, Luna e Gospel Gardevoir in una delle sale dedicate all'allenamento dei Pokemon, nella parte più interna del maniero Vanhanen. Era una stanza grande e molto spaziosa, equipaggiata in modo da permettere ai Pokemon di provare le loro mosse senza paura di danneggiare il posto. I riferimenti al gioco degli scacchi si sprecavano - a parte il pavimento a scacchiera, fatto di mattonelle quadrate bianche e nere, la stanza era decorata con dei grossi blocchi di marmo bianco e nero scolpiti in modo da assomigliare a delle pedine degli scacchi: diversi pedoni, delle torri, dei cavalli, degli alfieri e anche un re e una regina. Un grande e complesso lampadario di cristallo, intagliato in modo da ricordare come forma un Tentacruel con i tentacoli aperti, era appeso all'alto soffitto, dando alla stanza un aspetto ancora più strano ed impressionante al tempo stesso.

Vera e i suoi compagni erano schierati in una fila ordinata di fronte all'eccentrico proprietario del maniero e alla sua altrettanto stravagante cameriera / figlia adottiva... e i Pokemon che più di recente erano entrati a far parte delle loro squadre, in particolare il Flabebè di Vera, il Sableye di Hitomi e il Manectric di Max stavano allenandosi tra loro per conto proprio, facendo quello che potevano per cercare di colmare il divario che c'era tra loro e gli altri membri delle loro squadre. 

"Mi fa piacere vedervi tutti qui, ragazzi." affermò Radomus, facendo spaziare il suo sguardo da un punto all'altro del gruppetto di amici. Era vestito allo stesso modo di prima, ma quel copricapo gigantesco a forma di ziggurat non c'era più, e adesso portava soltanto il suo cappello a cilindro, dall'aspetto decisamente più sobrio. "E spero che l'accoglienza che avete ricevuto qui a Castello Vanhanen sia stata di vostro gradimento. Certo, la signorina Saphira si è raccomandata di accogliervi al meglio, e io... beh, diciamo che non sono interessato a contraddirla. Non mi piace molto l'idea di diventare un pasto per il suo Dragonite!"

"Nemmeno a me, e sono di tipo Folletto. Non credo avrei un buon sapore, e ci tengo a fare bella figura." commentò ironica Gossip Gardevoir.

Il ricco proprietario del maniero rise brevemente della battuta, assieme a diversi del gruppo di Vera, e la bambina castana doveva riconoscere che era d'accordo - Saphira era senz'altro una brava leader e un'allenatrice straordinaria, e Vera sperava di non dover mai essere dall'altra parte della barricata rispetto a lei. Luna sospirò un po' stancamente, e si rivolse al suo principale / padre adottivo con un rimprovero cortese ma deciso.

"Padron Radomus, con tutto il dovuto rispetto..." affermò la biondina, mentre Jubjub, il suo fedele Honchkrow, agitava le penne della coda in un gesto di falsa esasperazione. "Credo che in questo momento dovremmo concentrarci soprattutto sulla pratica che faremo fare ai nostri ospiti. Loro... sono qui per questo, tutto sommato."

Radomus fece una breve, bonaria risata. "Lo so, Luna, lo so bene. Ma non fa mai male sdrammatizzare un po' la situazione, non credi?" affermò. "Allora... ragazzi, ognuno di voi scelga due Pokemon. Vediamo di far fare un po' di allenamento a tutti, a turno. Luna, mia cara... vorresti fare pratica con uno dei nostri ospiti in particolare?"

"Se la cosa non le dà disturbo, padron Radomus, io e Jubjub vorremmo allenarci un po' con la signorina Ortilla." affermò cortesemente la biondina, rivolgendo alla piccola coordinatrice e ad Alty uno sguardo di intesa. Ortilla rispose con un sorriso e un cenno della testa, e fece uscire il suo Bibarel dalla sfera, sperando che quella fosse l'occasione per allenare in maniera più completa lui e il resto della sua squadra. Lo Honchkrow di Luna gracchiò un paio di volte in segno di approvazione, e svolazzò sul pavimento, come a voler accettare una sfida ad armi pari con il Pokemon castoro.     

"D'accordo, Luna. Spero che vi divertiate." affermò Radomus. Con insospettabile abilità, l'uomo fece volteggiare il suo bastone da passeggio in una mano, e rivolse la sua attenzione a Vera, Ritchie e al resto del gruppo. "Allora, signore e signori... mi sembra di capire che siete pronti a sostenere un incontro d'allenamento con il sottoscritto. Chi di voi vorrebbe essere il primo a darmi una dimostrazione della sua abilità?"

Max stava per farsi avanti per primo... ma con sua grande sorpresa, Hitomi si fece avanti per prima, e alzò una mano per attirare l'attenzione di Radomus su di lei. "Vado io per prima." affermò la stoica bambina. "Sono curiosa di vedere quanto siamo migliorati io e i miei Pokemon. Con il vostro permesso." pronunciò l'ultima parte con velato sarcasmo, cosa che agli altri, in particolare a Max, non sfuggì per niente.

"Anche senza, se è per quello." rispose il ragazzino con gli occhiali alzando gli occhi al cielo. Hitomi ringraziò con un cenno della testa, e dopo averci pensato su per qualche istante, scelse una Pokeball e fece uscire il suo occupante... una Granbull dall'aspetto minaccioso ed aggressivo, che si erse subito in tutta la sua statura, e si mise in guardia scuotendo la testa.

"Oooh, un Granbull. Una scelta alquanto interessante." affermò Radomus, senza mostrare di essere impensierito. "In tal caso... permettimi di replicare umilmente con un Pokemon che a mio parere è alquanto sottovalutato. Slowking... prego, tocca a te."

Radomus estrasse una Pokeball dalla manica del suo vestito, e da essa fece uscire un buffo Pokemon rosa che assomigliava molto ad uno Slowbro... solo che il mollusco che normalmente avrebbe dovuto essere avvinghiato alla sua coda aveva invece serrato i suoi denti sulla sua testa, e attorno al collo aveve una gorgiera rossa e bianca che lo faceva assomigliare non poco ad un pagliaccio.

"Sloooow..." mormorò il Pokemon, mettendosi poi in guardia a sua volta. Hitomi strinse gli occhi e si preparò alla battaglia, chiedendosi cosa avesse in mente Radomus...   

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E così, finalmente conosciamo questo fantomatico Radomus... e come molti immaginavano, è davvero un personaggio eclettico e un po' istrionico. Conosciamo inoltre la misteriosa e stravagante Luna, l'oggetto del desiderio di Bennett, abbiamo visto che la nostra Shelly ha catturato un Scyther... e sappiamo anche che la Chiesa d'Alfa è sul piede di guerra! Riusciranno Vera e gli altri a sfuggire alle trappole di quei fanatici?

La battaglia per salvare Reborn dalla tirannia è giunta ad un nuovo capitolo. Spero di aggiornare il prima possibile, visto che ora stiamo per entrare in una parte molto importante ai fini della storia, e che presto arriverà qualche nuovo personaggio da conoscere!

A presto, e mi raccomando, recensite!  

 

     

  

   

  
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