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Autore: adela_    25/07/2018    2 recensioni
"Quando una giovane ragazza aprì i suoi grandi occhi color del cioccolato, quella mattina sembrava essere come una delle tante altre mattine da quando si era trasferita nella grande città di Magnolia. Ma non lo era affatto."
In questa fanfiction vedrete i nostri tanto amati personaggi di Fairy Tail in un mondo normale, più precisamente in un ambito scolastico. Nella scuola di Magnolia, si tiene come ogni anno la tanto attesa gita scolastica alla quale ogni studente vorrebbe partecipare. Ma come cambierà questa gita e i conseguenti incontri la vita dei nostri protagonisti?
[principalmente Nalu, ma anche Gruvia, Gale, Gerza]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - Prologo





Quando una giovane ragazza aprì i suoi grandi occhi color del cioccolato, quella mattina sembrava essere come una delle tante altre mattine da quando si era trasferita nella grande città di Magnolia. Ma non lo era affatto. Gettò un fugace sguardo alla sveglia poggiata sul comodino, e vide con immenso piacere di essersi svegliata in orario, almeno quel giorno. Già perché a volte la sua adorata sveglia a forma di cane, (o pupazzo di neve?) la tradiva e, come la ragazza, dormiva più del dovuto, dimenticandosi di fare il proprio lavoro: emettere i suoi fastidiosi suoni.
Con sgraziatezza si alzò a sedere sul grande letto, coperto da lenzuola e un numero esagerato di cuscini, e si stiracchiò, sbadigliando. Con la reattività di un bradipo si alzò, si diresse in bagno, si lavò la faccia e vide il proprio volto nello specchio. I lunghi capelli biondi erano spettinati e alcuni ciuffi arruffati, gli occhi erano ancora leggermente socchiusi per via del sonno e le guance leggermente arrossate.
La ragazza prese un lungo respiro e con la coda degli occhi notò la presenza di una divisa dai vivaci colori appoggiata all’armadio, nella camera da letto affianco. La sua attenzione venne nuovamente catturata dal proprio riflesso nello specchio e sorrise a sé stessa, dandosi così la spinta per iniziare quello che sarebbe stato il primo giorno di ritorno a scuola.
Tanto aveva atteso quel giorno durante le vacanze invernali, passate in lontananza della sua migliore amica.
E con l’irrefrenabile voglia di varcare di nuovo la porta della propria scuola, si fece una doccia, si lavò i denti ed indosso l’amata uniforme. Con il cuore più felice di una Pasqua non perse altro tempo e una volta constatato di aver tutto il necessario nello zaino, uscì dalla modesta casa che aveva affittato da ormai qualche mese anni. Appena varcato l’uscio di casa, venne salutata dai pescatori che quotidianamente passavano lungo il fiume che attraversava la città a bordo della loro barchetta, e la ragazza ricambiò il saluto con un sorriso a trentadue denti. A passo svelto iniziò a percorrere le strade ancora silenziose per via dell’orario di Magnolia, con la mente tra le nuvole, pensando alla sua scuola, ai suoi professori, ai suoi compagni, alle vacanze appena trascorsa.
Quelle vacanze erano state un disastro: insieme al padre era partita verso Acalypha, una città situata vicino a Magnolia, alla quale il padre era stranamente affezionato. Ed era strano pensare che suo padre, Jude Heartfilia, ricco e potente uomo d’affari, potesse provare emozioni come felicità, amore, affetto. Questo perché nei confronti della figlia, mai ne aveva mostrati. Giorno dopo giorno era stata rinchiusa nella camera della loro residenza senza proferire parola con nessuno, se non con i domestici del padre. Invano aveva chiesto a Jude di passare del tempo insieme, magari visitando la città, magari andando a cena in un ristorante, o facendo qualunque cosa lui volesse, perché il padre si diceva sempre troppo occupato nel lavoro, aveva sempre qualche ricco nobile da incontrare, insomma aveva sempre qualcosa di meglio da fare che passare del tempo con la sua unica figlia. E la giovane si ritrovò costretta a passare delle giornate di inferno, sia per il freddo che per la noia.
Ma finalmente quell’incubo era finito, ed ora poteva tornare la stagione della felicità, grazie all’inizio della scuola.


Immersa com’era nei suoi pensieri non si era nemmeno accorta di essere quasi arrivata al grande edificio scolastico. Appena se ne rese conto gli occhi le si illuminarono, vedendo la grande insegna della grande scuola: Fairy Tail High School. L’istituto era posizionato proprio davanti al mare, quindi la vista era stupenda, molte volte si era persa a fissare le onde del mare dalla finestra della propria aula, perdendo così intere lezioni. Ma questo non era un problema per lei, infatti a scuola era sempre andata bene, era una persona che all’istruzione ci teneva, e ricevere bei voti la soddisfava sempre.
Davanti all’entrata erano già presenti decine di studenti, tutti con il sorriso stampato in faccia. E di questo non si sorprese, infatti nessuno poteva dirsi stufo della scuola, o meglio, di quella scuola. Fairy Tail non era una scuola qualsiasi, grazie ai professori e soprattutto grazie al preside, quella struttura entrava nel cuore dei giovani dal primo momento in cui varcavano l’entrata. Tutti gli studenti la consideravano come seconda casa, se non come prima. Questo perché il preside, chiamato Makarov Dreyar, considerava ogni studente come proprio figlio, creava dei veri e propri legami affettivi con essi ed era sempre pronto a dare una sgridata, un consiglio, una pacca sulla spalla a qualsiasi ragazzo in difficoltà.
Con passi veloci accorciò la distanza che la separava dall’entrata e a quel punto si sentì chiamare per nome.
Lu-chan!”
Perse un battito nel risentire quella voce che tanto le era cara, ed un sorriso pieno di gioia subito prese il sopravvento, mentre si girava ed il suo sguardo incontrava dei conosciuti capelli color oceano. In tutta la sua altezza (o bassezza?) stava una piccola ragazza con le mani intrecciate dietro la schiena, che mostrava lo stesso sorriso dell’amica. In meno di un secondo le due si ritrovarono abbracciate, con le lacrime agli occhi.
“Levy-chan! Che bello rivederti, mi sei mancata ogni singolo giorno di queste vacanze!” esclamò Lucy, che di smettere di sorridere non ne voleva sapere, semplicemente si sentiva al settimo cielo ora che aveva di nuovo davanti a sè la persona più importante della sua vita.
“Anche tu, Magnolia non era la stessa senza la tua presenza!”
Finalmente le due si staccarono, sempre sorridenti, e presero a raccontarsi ogni singola avventura passata durante quelle vacanze, con gioia ma anche con amarezza, perché non le avevano vissute insieme. Le due ragazze si erano conosciute l’anno precedente, il loro primo giorno per entrambe in quel l’istituto. Lucy e Levy non conoscevano nessuno, erano pesci fuor d’acqua, dato che il resto dei componenti della loro classe sembravano essere amici d’infanzia. Di conseguenza si ritrovarono compagne di banco fin dal primo giorno, e fu così che la loro amicizia iniziò, tra un pettegolezzo ed un segreto bisbigliato, tra una battuta ed una chiacchierata a tema libri. Infatti sia Lucy che Levy condividevano una grande passione: la lettura. Mille volte le due ragazze si erano ritrovate a scambiarsi libri, passare interi pomeriggi in biblioteca alla ricerca del prossimo racconto in cui buttarsi a capofitto, così da poterne poi parlare durante le lezioni, beccandosi sempre qualche richiamo da parte dei professori.
Tra un racconto e l’altro le due ragazze si ritrovarono davanti alla grande sala riunioni, in cui spesso l’anno precedente si raccoglievano tutti gli studenti quando il preside doveva fare discorsi, come quello di inizio anno, ma anche quando si tenevano le stravaganti feste tipiche di Fairy Tail. Lucy non aveva mai visto eventi del genere, e di istituti ne aveva cambiati tanti. Forse perché nessun’altra scuola seria si sarebbe mai sognata di organizzare certi eventi. Alcuni arrivavano al limite del grottesco, per questo non si era mai azzardata a partecipare. Ricordava ancora il concorso di Miss Fairy Tail al quale era scappata al pelo, che consisteva in varie prove, rigorosamente in intimo o costume da bagno. Si chiese se fosse addirittura legale una cosa del genere in un istituto per l’istruzione.
La sala era grande, piena di sedie, la metà già occupate dagli studenti più grandi, che subito avevano occupato le ultime file, costringendo così i più piccoli a sedersi davanti, pericolosamente vicino al palco, e tutti sapevano che durante gli sproloqui del preside le prime file erano le più a rischio. Molti alunni avevano avuto la sfortuna di essere presi di mira da Makarov ed alcuni erano persino stati costretti a salire sul palco, spesso per scontare pegni che neanche si meritavano, e nessuno voleva affrontare i pegni del preside...
A Lucy non era mai capitato, lei era sempre molto fortunata.
Levy si lasciò sfuggire uno sbuffo, era visibilmente irritata, “Non è giusto che anche questa volta siamo costrette a stare in prima fila” detto questo girò il capo verso il fondo della sala, dal quale proveniva un chiasso non indifferente, poi si voltò di nuovo verso Lucy, “Neh Lu-chan, ho un piano.” riprese con un sorriso malizioso in faccia che la fece rabbrividire. Lucy annuì, timorosa. A passo leggero le due amiche si diressero verso le ultime file, buttandosi letteralmente non appena trovarono due sedie vuote: erano salve. Sollevate, ripresero a parlottare tra loro, ignorando il baccano dei ragazzi più grandi. La sala si stava man mano riempiendo e le sedie finendo.
Ad un certo punto Lucy sentì come un brivido percorrerle la schiena, si sentì come osservata.
“Levy-chan, per caso ti senti anche tu osservata?” chiese con un filo di voce, a disagio. L’amica annuì, provando le sue stesse sensazioni. Con una fugace occhiata decisero di sedersi composte ed in silenzio, magari avevano attirano l’attenzione perché parlavano troppo ad alta voce. Lucy continuava a guardare dritto a se, sudando freddo.
Se c’era una cosa che la distingueva era la sua curiosità, lei voleva sapere tutto, la sua sete di informazioni era insaziabile. Infatti non riuscì a resistere. Maledisse se stessa. Non le servì cercare la fonte che le stava provocando disagio per molto, infatti appena girò un poco il capo scoprì subito chi la stava fissando.
Un ragazzo stava in piedi, con le braccia conserte e le sopracciglia inarcata, a pochi passi da lei e Levy. Il broncio era coperto dalla lunga sciarpa bianca che portava intorno al collo, ma i suoi occhi smeraldo, pungenti come il fumo, era fissi su di lei. Lucy inghiottì. I loro sguardi si incatenarono, nessuno dei due sembrava cedere. Quel ragazzo voleva il suo posto, ma lei non lo avrebbe ceduto per qualche occhiataccia. Il loro scontro silenzioso durò per molti secondi, quando Lucy notò una cosa che le fece scappare una risatina: il colore dei capelli del ragazzo era rosa. Bizzarro si disse. Anche lo sguardo del ragazzo sconosciuto cambiò, dalla sfida passò alla rassegnazione, e con uno sbuffo se ne andò alla ricerca di un altro posto sicuro.
Lucy sorrise ancora, vittoriosa, e si girò verso il palco dove il preside Makarov era appena apparso.
L’uomo era particolarmente basso, era difficile da individuate da lontano, ma non appena mise piede sul palco tutti i ragazzi, anche i più rumorosi, aveva chiuso la bocca e prestato tutta la loro attenzione alla bassa figura che, in silenzio anch’essa, andava alla ricerca di qualcosa grazie al quale avrebbe potuto issarsi verso l’alto e poter iniziare finalmente il suo tanto amato discorso. Trovò una sedia, ci salì sopra, si schiarì la voce e prese parola.
“Benvenuti cari ragazzi. Spero abbiate passato delle belle vacanze, ma ora la pacchia è finita. La scuola è ricominciata, e vi voglio vedere sul pezzo, carichi per il programma scolastico. Ma prima ho un grande annuncio da farvi, e sono sicuro che lo apprezzerete tutti.”
Un vociferare sorpreso prese il posto del discorso del preside, che si era fermato per accrescere la teatralità dell’annuncio. “Molti di voi lo sapranno, ma per i nuovi arrivati devo prima puntualizzare una cosa: ogni anno il nostro istituto organizza un grande viaggio al quale possono partecipare tutti gli studenti. Di solito i luoghi sono molto economici e la permanenza è corta per via dei costi, ma quest’anno c’è una novità! Io e i vostri professori abbiamo contattato alcuni istituti vicini per organizzare qualcosa di bello, qualcosa di unico, per voi studenti. E quattro di questi hanno risposto! Come avrete capito saremo in molti quest’anno, quindi forse non tutti potranno partecipare, spero possiate non prenderla a male. Per ogni classe ci sarà un numero massimo di partecipanti, quindi dovrete vedervela tra di voi e i vostri rappresentanti di classe. Mi raccomando: non uccidetevi a vicenda. Il viaggio è organizzato per la prima settimana di aprile, e si terrà a Crocus, la nostra amata capitale. Bene, ora vi ho detto veramente tutto. Spero di avervi trasmesso anche solo un poco della mia euforia per questo grande evento che passerà alla storia di Fairy Tail! Vi ringrazio per la vostra attenzione, ora andate in classe e studiate, idioti!”
E, come al solito, una grande acclamazione seguì il discorso del preside.
   
 
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