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Autore: Lave444    25/07/2018    1 recensioni
Le strade di Ian e Mickey si incrociano nuovamente ma ora è Ian ad avere guai con la legge mentre Mickey è l'agente che segue il suo caso. Come è potuto succedere? riuscirà Mickey ad aiutare il suo ex senza farsi coinvolgere di nuovo?
Questa è la mia idea su come dovrebbe andare la nona stagione della serie
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Non-con, Spoiler!, Tematiche delicate
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Succede tutto in un lampo ma a lui è sembrato un eternità, come se ogni cosa si muovesse a rallentatore, Terry che lo riconosce immediatamente, la furia omicida nei suoi occhi, un attimo di esitazione quasi impercettibile per chiunque altro ma non per lui, non sul volerlo uccidere, no questo mai, ma sul modo di farlo, vorrebbe gettare la pistola e finirlo con le proprie mani ma è circondato dalla polizia e tutto si può dire di Terry ma non che sia un completo stupido, così gli punta la pistola contro, è più veloce nella reazione, Mickey è ancora paralizzato dalla scoperta, gli scarica addosso tutto il caricatore ma è talmente furibondo che si limita a puntare solo al torace dove ha il giubbotto antiproiettile, nessuna ferita mortale quindi ma comunque la forza degli spari lo fa cadere a terra, sbatte la testa contro il muro, Terry allora si sbarazza dell'arma ormai inutile e si fionda su di lui, ma non arriva a toccarlo perché Mickey con sorprendente mano ferma mira alla sua testa, che ironia, è stato proprio il padre a mettergli in mano una pistola a 11 anni e insegnargli come usarla, prendi la mira, metti a fuoco, un respiro e bang..l'ultima cosa che vede prima di perdere i sensi sono gli occhi del mostro che si girano all’indietro mentre si accascia a terra nel suo sangue, poi è solo oscurità..
Quando si risveglia è in un posto diverso, tutte pareti bianche che gli danno fastidio agli occhi, è sdraiato in un letto, profumo di disinfettante, deve essere in ospedale, di nuovo, sente delle voci alterate fuori dalla stanza, riconosce subito quella di Ian, sta urlando come un pazzo
“Come avete potuto non avvertirlo che quel pazzo era libero?”
“Stavamo per comunicarlo ma è stato necessario iniziare l’operazione prima del previsto..”
“Fanculo l'operazione la vita di mio marito è molto più importante”
“Capisco la sua agitazione ma non potevamo sapere che fosse lì"
“Lei non capisce un cazzo, quell'uomo ha distrutto le nostre vite e il suo unico obbiettivo era uccidere il proprio figlio e voi che fate lo mandate li fuori con il rischio che lo incontri? Non avreste dovuto mandarlo lì fuori e per giunta all'oscuro!!”
“Calmati Ian, Mickey sta bene non ha niente di grave e Terry è morto è finito ormai”
“Fottiti pure tu Sanchez! Quello morto poteva essere Mickey..”
Dal letto Mickey stesso vorrebbe ringraziare il suo amore per essere dalla sua parte, di combattere per lui, ma vorrebbe anche dirgli di smettere, che è inutile, quello che è successo era inevitabile non è mai potuto essere felice a lungo senza che qualcosa accadesse, ed è successo, di nuovo a terra, di nuovo in ospedale, è diventato un assassino, ma non urla niente, non ne ha la forza, così richiude gli occhi, è tremendamente stanco..
Non sa esattamente dopo quanto li riapre, questa volta però vede due smeraldi preoccupati che conosce molto bene
“Mick tesoro come ti senti?”
Dovrebbe rimproverarlo sul tesoro, dovrebbe rassicurarlo ma non ci riesce e al suo silenzio l'altro continua
“Ho schiacciato il pulsante per il medico, ora arriva ma hai solo delle costole incrinate e un lieve trauma cranico, sarebbe potuta andare peggio visto chi hai incontrato..” viene interrotto dal dottore che entra nella stanza e chiede gentilmente a Ian di uscire per visitarlo.
Ian aspetta ansioso in piedi fuori dalla porta nel corridoio, non vuole allontanarsi più del necessario, viene raggiunto dalla sua famiglia, cercano di rassicurarlo dicendogli che Mickey ne ha avute di peggio, da queste ferite si riprenderà presto, già il suo corpo si riprenderà subito ma la sua mente? Ha visto i suoi occhi prima, erano vuoti, lontani, ha una bruttissima sensazione, perché lui? Perché non lasciarlo stare Dio non ne ha subite abbastanza? Il medico interrompe il suo furioso dialogo a senso unico con il divino
“Signor Gallagher-Milkovich suo marito non ha riportato danni celebrali ma non parla, temo sia il sintomo di un disturbo post traumatico, ha poca reazione agli stimoli, fisicamente potremmo dimetterlo anche ora ha solo bisogno di qualche giorno di riposo, ma devo chiederlo in passato ha avuto episodi depressivi? Pensa che potrebbe farsi del male se lasciato solo? In quel caso dovrei farlo ricoverare in psichiatria"
“No, no, non serve, non lo farebbe mai, me lo lasci portare a casa ha solo bisogno di tempo” ribatte subito Ian, ha mentito, sa che il moro ha già pensato al suicidio in passato ma non lo farà mai rinchiudere se non sarà del tutto necessario, ci penserà lui ad aiutarlo proprio come il suo amato ha sempre fatto per lui, questa volta è il suo turno, ne è tremendamente terrorizzato ma è pronto a tutto, una mano gli accarezza la spalla è Lip
“Ci siamo anche noi, daremo una mano vedrai che tornerà a imprecare quanto prima" risponde solo con un cenno del capo ringraziando, meno male che ha i suoi fratelli e sorelle su cui contare. Il dottore lo dimette con l'avviso di vedere al più presto uno psicologo.
La sua famiglia è stata davvero provvidenziale, purtroppo essendo vicino alle feste a lavoro non hanno potuto dargli molti permessi quindi a turno i Gallagher si sono offerti per restare a casa con Mickey, non ha voluto ricoverarlo ma questo non significa che non ha timore a lasciarlo solo, non che abbia manifestato qualche intenzione di farsi male, non fa niente per la precisione, dorme molto e quando è sveglio rimane seduto a letto con lo sguardo perso, mangia e va in bagno quando gli viene detto come un automa, vederlo così sta lentamente uccidendo Ian, è quello che prova il marito ogni volta che ha una fase depressiva? Come ha fatto a reggere a tutto da solo e aiutarlo ogni volta? Cazzo ha sposato un uomo eccezionale che non sa di esserlo e che ora è distrutto, fottuto Terry che marcisca all’inferno.
Sono passati dieci giorni dallo scontro con il mostro, dieci giorni in cui Mickey non ha pronunciato parola o lasciato la camera da letto, tutti i Gallagher si sono alternati a stare con lui, persino il piccolo Liam per un paio di ore, il suo preferito, è rimasto tutto il tempo in silenzio a disegnare, l'unico che non ha cercato di farlo parlare, anche se le suo opere sono un po' inquetanti... Ian deve aver paura di qualche suo gesto estremo, come dargli torto, sembra un morto che cammina anzi che sta sdraiato, ma non gli farebbe mai una cosa simile, si sente un peso, vorrebbe che l'altro lo lasciasse alla sua miseria perché non si merita tutto questo, non si merita una vita di pochi momenti felici e fatti traumatici continui, già Mickey non ne vede la fine, si sente come in un cerchio infernale che lo porta sempre tra le fiamme, non vuole trascinarci il suo sole, ma non lo ferirebbe mai ancora di più togliendosi la vita, si sente in colpa ogni volta che Ian lo guarda con amore, che lo bacia sulla fronte, che si scusa per non aver mantenuto la promessa di proteggerlo da Terry, non è mai stato compito suo, nessuno poteva fermare quella furia, tranne una pistola, nella sua mano, meritava di morire ma non voleva essere lui ad ucciderlo, quando vede le proprie mani le vede sporche di sangue, rosso che non andrà mai più via, così sta zitto, anche se vorrebbe dirgli di andarsene, che va bene se si arrende con lui, che non ha nulla di cui incolparsi, ma non ci riesce, non ne ha la forza, lo vede triste e devastato a prendersi cura di lui, non dovrebbe farlo, nessuno lo ha mai fatto, non se lo merita e l'unica cosa che riesce a fare per il roscio è mangiare ciò che gli porta, anche se non ha per niente fame, quanto è inutile, quanto si odia…
Persino David passa a trovare Mickey, Ian è rimasto in sala a preparare il caffè non volendo interferire con la sua visita, dopo una ventina di minuti l'agente riemerge dalla loro camera
“Vuoi un caffè?”
“Sì volentieri grazie"
“Grazie a te di essere passato so che gli avrà fatto piacere vederti"
“Dovere..senti sei sicuro di non volerlo portare da uno psicologo o farlo ricoverare?”
“Sì, Mickey non parlerebbe mai con uno sconosciuto ha difficoltà ad aprirsi persino con chi ama e rispetta e ospedali? No non se ne parla, peggiorerebbe solo le cose, io non sono un dottore ma conosco lui, amo lui, so che si sentirebbe solo e abbandonato e lo perderei per sempre, quindi resta qui con me, ti sembrerà folle ma..”
“No non lo trovo folle, è una scelta e spero con tutto il cuore sia quella giusta, so cosa intendi quando dici che non parlerebbe ad un professionista, glielo avevo già proposto appena conosciuto, sapevo che era depresso ma mi ha risposto letteralmente che non avrebbe mai detto i fatti suoi a un cazzo di estraneo che crede di sapere cosa ha passato…” scuote per un attimo la testa e continua “tu lo conosci meglio di chiunque altro ma promettimi che se la situazione peggiora mi chiamerai, conosco diversi esperti bravissimi"
“Certo ti ringrazio" Ian spera di non dover arrivare mai a fare quella chiamata, sorseggia il suo caffè lievemente più tranquillo, era terrorizzato che l'esperto di psicologia criminale gli dicesse che era un pazzo e che stava sbagliando tutto, in cuor suo sa che è la scelta giusta ma è bello non venir contradetti, Mickey non ha bisogno di restare solo con estranei, tutti lo hanno sempre abbandonato, lui lo ha abbandonato, ma non succederà di nuovo.
Un pomeriggio Ian torna a casa da un turno e trova il fratello in salotto
“Perché non sei con Mickey?”
“Calma, sono venuto qui solo un paio di minuti fa per rispondere al telefono, sta dormendo non volevo svegliarlo"
“Ok scusami”
“Tranquillo capisco l'apprensione" Ian getta a terra la borsa e si va a sbracare sul divano accanto a Lip, stropicciandosi gli occhi
“Giornata difficile?”
“Settimane difficili..”
“So che non sembra così ma si risolverà tutto, non è migliorato ma nemmeno peggiorato..”
“Già grande vittoria..”
“Lo è anche se non sembra, senti Mickey è stato gettato a terra una miriade di volte e si è sempre rialzato, non glielo dire mai ma lo ammiro per questo, cazzo io nei suoi panni di sicuro sarei diventato peggio di un alcolista probabilmente un drogato senza ritorno, invece lui no, è addirittura diventato uno sbirro per l'amor del cielo, ce la farà di nuovo ha la pellaccia dura il Milkovich, senza contare che questa volta ha te”
“Da quando sei diventato così saggio e ottimista?”
“Mah niente alcol e solo studio, sono fuori dai drammi da un po' il che da un'altra visione della vita”
“Buon per te fratello e grazie”
“Figurati fratellino" dicendo questo si alza per uscire ma alla porta sente il fratello ribattere
“Fratellino? davvero?! Sono più alto di te!” ed esce sorridendo.
Ian rimasto solo va in camera, è sfinito, dormirà subito con Mickey, ma quando raggiunge il letto e guarda la schiena del marito ripensa a quello che ha detto Lip sul fatto che il moro sia stato fatto a pezzi ancora e ancora ed ha un illuminazione, come ha fatto a non pensarci prima? L'amore della sua vita non ha fatto altro che aspettarsi il peggio perché era felice ed è successo, di nuovo, come le altre volte, lui stesso non aveva pensato la stessa cosa quel giorno dopo l'incendio al laboratorio di droga? Perché stare meglio quando ci si aspetta qualcosa di terribile dietro l'angolo? Cazzo, Mickey non vede più speranza, è sicuro che si starà prendendo la colpa, che starà pensando di non meritare di essere felice, cazzo, cazzo, lo sveglia perché non può aspettare deve parlargli, sa esattamente cosa vuole dirgli, ha ancora in mente le parole che il moro ha usato per fargli vedere la luce l'ultima volta ma ci sarà bisogno di qualche aggiunta, l'altro apre gli occhi, a uno sguardo sorpreso ma non chiede spiegazione, non se lo aspettava comunque, Ian gli chiede di sedersi che ha bisogno di parlargli di una cosa importante, in qualche modo quei zaffiri che ultimamente erano vuoti ora sembrano focalizzarsi ed essere se si può ancora più tristi, Ian deve sbrigarsi
“Mick non posso sapere esattamente cosa ti stia passando per la testa ma so che significa essere bloccati nella propria mente in un vortice di oscuri pensieri ma non sono veri, non devi seguirli, so che è stata l'ennesima brutta botta, Terry in tutto il suo fottuto splendore e ti è toccato ucciderlo, non posso prometterti che non ci succederà più niente di brutto nella vita ma so che la parte peggiore l'abbiamo superata, tu l'hai superata, lui non c'è più, quel mostro non ti perseguiterà più, possiamo tornare ad essere felici senza preoccuparci che qualcosa ci distrugga, basta, direi che abbiamo già dato, supereremo eventuali problemi insieme, compreso questo, ci aspettano solo anni felici davanti a noi quando sarai pronto, tu sei la persona più forte che io conosco, puoi farcela, possiamo farcela, hai tutto il tempo che vuoi, non vado da nessuna parte”
Ian davvero non si aspetta nessuna reazione spera solo che le sue parole lo aiutino un po', ma a sorpresa l'altro comincia a singhiozzare, lo prende tra le sue braccia, il moro affonda il viso nel suo petto continuando a piangere, non lo ha mai visto farlo, non lo ha mai visto così, piangerebbe a sua volta ma non può, questa volta deve essere lui quello forte, quindi lo incita a buttare tutto fuori, a sfogarsi, continua a ripetergli che andrà tutto bene.
Non sa quanto tempo è passato ma ad un tratto Mickey si placa, è stremato sta per addormentarsi, lo percepisce dal suo respiro più regolare e profondo ma sente che in un sussurro gli dice che lo ama, Ian emette un sospiro di sollievo, sebbene debole e per pochi attimi ha sentito la sua voce, ha parlato di nuovo, lo stringe più forte, e lo segue nel sonno non senza dirgli a sua volta quanto lo ami, oh cazzo quanto lo ama immensamente, è qui, non è morto e ha parlato, andrà tutto a posto, ce la faranno, con questo pensiero ottimista chiude gli occhi, senza muovere un muscolo, sperando che tutto il suo amore e calore raggiungano il cuore di suo marito.

 

   
 
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