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Autore: niny95    27/07/2018    13 recensioni
Il Detective Roger Jones, vive a Seattle con la moglie Eloise e la figlia Alice, quando la situazione con Eloise diventa insostenibile decide di andare a Storybrooke nel Maine a chiedere aiuto a suo fratello Killian.
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Killian Jones ha tutto quello che si può desiderare dalla vita, il lavoro che ha sempre sognato, una moglie che ama infinitamente e due splendidi figli Henry e Hope.
Quando suo fratello gemello irrompe improvvisamente nella sua vita insieme alla figlia Alice la sua vita cambia improvvisamente.
Cosa cambierà nelle vite dei due fratelli?
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Dal testo:
«Abbiamo un po’ di problemi, possiamo entrare?» chiese Roger con voce cupa.
Killian abbassò lo sguardo nelle valigie strette tra le loro mani «Il genere di problemi che ti fa lasciare la città?» sbottò.
«Killian siamo in viaggio da tre giorni, tutto quello che ti chiedo è un po’ di compassione.» chiese Roger con voce flebile.
«Roger, ti ho avvertito riguardo a quella donna, quindi cosa vuoi che ti dica adesso?» chiese Killian con voce dura, ma si spostò facendo passare i due.
[I paragrafi relativi a Roger, Eloise e Alice sono stati modificati]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Hope Jones, Killian Jones/Capitan Uncino, Tilly/Alice
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.

 
Okay, era pronto.
Killian non era mai stato così sicuro come in quel momento, ma era pronto per raccontare a Emma l’intera storia della sua famiglia, sarebbe partito da principio com’era giusto fare.
Si stiracchiò con un lieve sorriso, era arrivato il momento di rispolverare vecchie storie che aveva deciso di chiudere a chiave dentro il suo cuore.
«Tutto bene?» chiese Emma.
Lui annuì «Sono pronto.» rispose.
«Sei pronto? A fare cosa?» Emma era piuttosto confusa, non riusciva a decifrare il lieve sorriso di Killian.
«A raccontarti tutto quello che non sai della mia famiglia. Ci sono cose che …» Killian prese a muovere i pollici nervosamente, sospirò « alcune cose sono semplicemente troppo dolorose e ho iniziato a chiuderle dentro me, cose che non ho mai raccontato a nessuno perché mi faceva troppo male ripesarci. Ma tu sei mia moglie, il mio cuore, mo ghrà ed è giunto il momento di  rinvangare  queste vecchie storie.  Oltretutto non posso parlarti di Roger senza prima raccontarti tutto.»
Emma accennò un sorriso d’incoraggiamento «Sai che sono sempre pronta ad ascoltarti.»
«Forse è meglio se ti metti comoda, vado a prenderti un cuscino.» disse Killian alzandosi dal divano e iniziando a camminare.
«Il divano è comodo, Killian. Sono a posto così.» rispose Emma con un sorriso.
«Sicura? È una storia lunga.» provò ancora Killian.
«Sono sicura e sono pronta ad ascoltarti.»

Flashback
Killian, Roger e Liam erano inseparabili.
Dove c’era Liam, c’erano Killian e Roger.
Spesso i loro genitori scherzando dicevano di avere tre gemelli, vedendo il rapporto unico che univa i tre ragazzi nonostante i cinque anni di differenza fra i due gemelli e Liam.
Poi era successo tutto rapidamente: il giorno prima giravano insieme i locali più in vista dell’Irlanda quello dopo era finito tutto in un soffio.
Un incidente stradale.
Era bastata una telefonata per cambiare per sempre le vite della famiglia Jones.
Dal quel momento niente era stato più come prima, ogni singolo filo d’erba, ogni soffio di vento, lo stesso rumore delle onde che s’infrangono sulla sabbia che per quindici anni aveva accompagnato lo scorrere del tempo per Killian e Roger, qualunque cosa ricordava loro Liam.
A Killian e Roger, l’Irlanda cominciava a stare stretta.
Ma non erano gli unici.
Brennan Jones viveva in Irlanda da sempre, l’Irlanda era il luogo dove era nato, lì aveva conosciuto sua moglie e dopo un lungo corteggiamento l’aveva sposata andando a vivere in una casa piccola ma accogliente a Galway e sempre lì erano nati e cresciuti i suoi tre figli.
Ma adesso dopo la morte di Liam non riusciva più a vivere serenamente  in Irlanda.
In ogni angolo vedeva il riflesso di suo figlio.
Fu così che in un attimo di crisi prese la decisione di trasferirsi, la sua famiglia aveva bisogno di cambiare aria, così in poco tempo iniziò a scandagliare riviste e quotidiani in cerca di un luogo lontano dall’Irlanda.
Dopo qualche mese la famiglia Jones si era ritrovata nel Maine con decine e decine di scatoli sparsi per casa.
Killian aveva sfogato la sua frustrazione in mare, stava giorni e giorni nella barca di suo padre oppure si rintanava nella sua stanza senza uscirne più.
Roger invece aveva iniziato a studiare per entrare nella polizia «La morte di Liam mi ha insegnato che la vita è una sola e che basta un solo minuto per finire tutto quindi voglio salvare vite, voglio mettere in cella chiunque  metta in pericolo la vita di altri.» aveva risposto prima di buttarsi a capofitto nello studio.

«Sai, penso che per parte della mia adolescenza ce l’abbia avuta con Liam.» disse Killian con un sospiro «Lui non era solo mio fratello, era il mio migliore amico, il mio mentore e mi aveva abbandonato. Come aveva potuto farmi questo?»
«Avete mai saputo la causa dell’incidente?» chiese Emma posando la sua mano sulla
gamba di Killian dolcemente.
Killian annuì «I miei ricordi di quei giorni sono confusi, ho un’enorme foschia in testa, però sì ,ricordo perfettamente la polizia che ci racconta delle cause dell’incidente.» una singola lacrima bagnò la guancia di Killian lui l’asciugò con rabbia  «Una macchina ha tamponato la moto di mio fratello che si è ribaltata, mio fratello ha sbattuto la testa sul marciapiede, non c’è stato niente da fare.  Il conducente era ubriaco ed è scappato via. Mio fratello è morto in una strada della malora da solo, quel tizio non ha avuto neanche la dignità di vedere come stava.» disse Killian stringendo forte i pugni, le nocche erano ormai quasi bianche.
Emma le prese gentilmente una mano tra le sue costringendola ad aprirsi «Va bene così, il resto me lo racconterai più avanti.»
Killian annui prima di posare il volto contro la spalla di sua moglie soffocando un singhiozzo.

Roger sospirò.
Non si era accorto dell’enorme squarcio che si era creato nel rapporto tra lui e Killian finché non era arrivato a Storybrooke qualche settimana prima.
Non parlavano quasi mai, se non per lo stretto indispensabile, poi Killian dopo aver dato un breve bacio a sua moglie e scompigliato i capelli ai ragazzi spariva per poi tornare la sera tardi.
Sospirò di nuovo «Oh Liam, tu sapresti di certo cosa fare.» bofonchiò infine.
Erano passati vent’anni da quando Liam era morto, ma non c’era un singolo momento in cui Roger non pensasse a lui.

«Devo fare cosa?» disse Alice quel giorno squadrando da capo a piedi suo padre come se improvvisamente le fosse cresciuta un’altra testa.
Roger ridacchiò «Mi hai sentito bene.»
Alice trattenne l’ennesimo sospirò «Sì, beh … non voglio uscire, non conosco nessuno!».
«Conosci Henry. Puoi chiedere a lui se ti fa visitare la città.» rispose suo padre con calma, come se fosse la cosa più facile del mondo!
«Ma non mi va. Preferisco stare qua, Hope è sicuramente più simpatica del mucchio di gente che c’è là fuori!» Alice sospirò sedendosi sul letto che momentaneamente usava.
«È su questo che vuoi basare le tue conoscenze? Una bambina di cinque anni? Alice, Hope è una bambina adorabile, un vero tesoro. Ma non puoi basare le tue conoscenze solo su lei. Abbiamo preso una pausa da Seattle perché tu avessi dei ricordi felici e per averli hai bisogno di conoscere gente.»
Alice sbuffò «Come se non mi avessi trascinato qui solo perché non sapevi come comportarti con mamma, non hai neanche chiesto il mio parere.»
Roger sospirò «Occuparti di tua madre non è compito tuo.» disse infine.
«Pa', lo so che non ti senti tranquillo finché non hai tutto sotto controllo, ma anche se non è compito mio è normalissimo che mi preoccupi per mamma. E poi guardaci, papà! Siamo qui, nel Maine, ma non mi hai mai chiesto realmente se  mi andasse di lasciare Seattle.» rispose Alice sconfitta.
Sul viso di Roger si dipinse un'espressione colpevole «Pensavo che non ti piacesse Seattle.»
Alice sospirò «Ed è così infatti. Ma hai comunque distrutto la mia routine.»
 Aveva accettato senza discuterne perché aveva capito che per suo padre era importante. Ma... ecco...  avrebbe preferito che le fosse stata data una scelta.  Del resto sua madre era rimasta sola col nonno. Non che William fosse una cattiva persona tutt'altro. Solo che...  era una persona così sulle sue che spesso Alice si era chiesta se non avesse preso da lui quella parte del carattere, per quanto riguardava il sarcasmo invece...
Alice scosse la testa mandando via quei pensieri e riprendendo da dove si era fermata:« Scusami, so che l’hai fatto per me. E Dio ti prego non guardarmi con quella faccia! Va bene, se ci tieni tanto uscirò. » disse  prima di aggiungere «E comunque non ho bisogno di conoscere la gente per sapere che la odio!»
Roger sorrise «Questa è la mia bambina!» disse.
Alice sbuffò «Lo sto facendo solo perché odio che tu ti senta in colpa per me.» disse prima di cercare qualcosa da mettersi.

Henry guardò Alice come se improvvisamente fosse diventata pazza «Scusa, non ho capito, tu vuoi che cosa?».
Alice gli lanciò un’occhiata furente «Sentimi bene Henry, te l’ho chiesto soltanto perché mio padre mi sta tartassando, posso girare questa città anche da sola. Non è molto grande, sai?» sbottò infine.
«No, no. Mi era solo sembrato strano, tutto qui. Certo che ti accompagno» disse poi Henry con un sorrisino «a una condizione, però.»
Alice sbuffò «Dio ecco perché odio gli adolescenti, cosa vuoi?» sospirò.
Henry la guardò confuso  poi ridacchiò « Gli adolescenti? E tu cosa saresti allora? Comunque il punto è questo: domani c’è una festa. Si da il caso che posso andare solo se sono accompagnato. Quindi io ti accompagno oggi ma tu domani vieni alla festa con me.»
«Odio le feste. Perché io? Non c’è qualcuno che ti piace?» chiese Alice.
«Sì, ma …» Henry arrossì di colpo «beh che ti costa? Tuo padre vuole che conosci gente, no? Bene, io ti porto a conoscere gente!»
Alice annuì infine «Okay allora.»
Henry sorrise «Perfetto! Vado a vestirmi.»
 
 Note: Prima di tutto Mo ghrà vuol dire mio amore in irlandese.
Adesso scusatemiii lo so che ci ho messo cent'anni per aggiornare >.< che posso dire in mia discolpa? Sapete che sono Pausiniana, no? Bene, l'11 luglio c'è stato il raduno a Jesolo poi sono tornata a casa ma ero troppo euforica per scrivere e adesso per scrivere questo mi sono presa tre giorni!xD
Allora il capitolo 1 è stato sistemato, anzi colgo l'occassione per ringraziare 
 veronica85 che mi ha aiutata a sistemare il capitolo. Thanks :)
Come al solito ho cercato di non fare errori ma se li beccate fatemeli notare che non mi offendo! xD
Alla prossima!
Niny :)

 
   
 
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