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Autore: Jasmine_dreamer    31/07/2018    1 recensioni
"La finisci di starmi addosso? Mi perseguiti da settembre, quando l'anno scorso non conoscevi neanche il mio nome!" disse Alexia.
"L'anno scorso eri un cesso, poi non so cosa sia successo!" rispose Parker.
"Si chiamano tette. Ecco cos'è successo, quando ti crescono le tette improvvisamente diventi figa."
Lui rise: "Guarda che le tette non c'entrano, contribuiscono, ma non sono loro la causa del tuo cambiamento. Quando ti ho vista ho pensato che eri una favola."
Sul sorriso di Alex comparve un sorriso dolce e pensò a quanto fosse carino Parker. Poi si ricordò che era Parker e disse: "Non mi compri con due parole in croce, sai?"
"Oh che strano, sembrava di si."
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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"Alex!" strillò Jamie.
"Ehi." disse lei girandosi.
"Come stai?" chiese dopo averle dato un bacio sulle labbra.
"Bene, tu?"
"Bene, non mi lamento. Hai fatto la ricerca di storia?"
"Oh merda!" esclamò Alex.
"Non avevo dubbi!" rise Jamie.
Con tutto quello a cui aveva dovuto pensare in quel periodo, si era completamente dimenticata di quella ricerca.
"Io dovrei averne una in più. Inizialmente avevo pensato di farla su Napoleone, ma poi ho cambiato idea e l'ho fatta su Carlo Magno, posso darti quella che avevo preparato su Napoleone se vuoi, ho la chiavetta dietro. Ti basterà andare a stamparla in aula informatica."
"Oh grazie, Jamie... sei un angelo!" disse prendendole il visto tra le mani e stampandole un bacio.
Jamie rise e le passò la chiavetta, Alexia la prese e corse a stamparla.
“Cosa devi fare così di fretta?” domandò una voce alle sue spalle.
Alex si voltò di scatto, un po’ spaventata.
“Oh, Rj, sei tu. Mi hai fatto prendere un colpo.” Fece poi.
“Scusa, non volevo… e comunque non hai risposto alla mia domanda.” Disse Rj.
“Ho dimenticato di fare la ricerca di storia per oggi, Jamie mi ha dato la sua chiavetta per stampare una di quelle che aveva preparato prima che avesse effettivamente deciso quale portare.”
“Quella ragazza è il tuo angelo custode.”
“Sì…” disse Alex: “In effetti, hai proprio ragione.”
Lui sorrise.
“Bene, scappo in classe, ci vediamo in giro, ok?” disse Alex prendendo il suo zaino da terra e la giacca che aveva sulla sedia.
“Certo!” rispose Rj.
“Se n’è andata!” esclamò poi.
“Sì, ho visto” fece Parker entrando.
“Mi spieghi perché diavolo ti stai nascondendo da lei?”
“Mi sono sentito umiliato l’altro giorno. Forse dovrei scoparmene un’altra e lasciare perdere con lei” aggiunse Parker.
“Beh, tu hai fatto il possibile, fratello. Se non ha funzionato non è che puoi consumarti le suole correndole dietro a vita” rispose Rj.
Parker annuì: “sono tornato!” esclamò.
Rj rise.


Il giorno seguente a scuola, a tutti fu recapitato un invito per una festa, una a casa di Rj.
Alexia era con Matilde quando ad entrambe fu dato l’invito.
“Stasera alle 9, non mancate” disse Rj.
“No, certo” rispose Alex.
“È da molto che non si fa una festa qui” disse Matilde quando Rj si fu allontanato.
“Sì, è vero” fece Alexia.
“Stasera ci prepariamo insieme?” chiese Matilde.
“Certo, ci vediamo da me alle 7”.
“D’accordo.”
Alle 7, Matilde si presentò a casa Thompson.
“Ciao” fece Nick aprendo la porta.
“Ehi” rispose Maty.
Lui uscì fuori, chiuse la porta dietro di sé e, dopo essersi assicurato che non c’era nessuno, la baciò.
Poi riaprì la porta ed entrò in casa, seguito da Matilde che, dopo avergli sorriso, andò in camera di Alex.
“Eccomi!” esclamò entrando in camera dell’amica.
“Ehi, quel borsone è enorme!” fece Alex squadrando la borsa che Matilde aveva sulla spalla.
“Sì, beh… ero un po’ indecisa!” disse Maty.
“Fammi vedere quello che hai”.
Alexia si sedette sul letto e approvò il top rosso e la mini gonna corta che Matilde si era provata per ultimi.
Alex invece indossò un mini abito blu scuro che le stava benissimo, glielo aveva regalato Jacqueline al suo 15esimo compleanno, quando tutto era ancora perfetto.
“Ci credi che eravamo amiche una volta?” chiese Alex.
“Sembra passata un’eternità, vero? Eravamo così legate, adesso non ci salutiamo neanche più quando ci incrociamo nei corridoi” fece Matilde un po’ malinconica.
“Era prima che lei si trasformasse in Regina George*” disse poi Alex.
Matilde alzò un sopracciglio e poi disse: “Dai, ora i capelli.”
Alexia arricciò i capelli a Matilde, mentre quest’ultima li piastrò ad Alex.
Poi arrivò il momento del trucco: Alex si truccò in camera sua, mentre Matilde nel bagno.
Se Alex optò per uno smooky eyes completamente nero ed un rossetto color carne, Matilde invece applicò sulle palpebre l’eyeliner e sulle labbra un rossetto rosso.
Quando uscì dal bagno, Nick era lì di passaggio e la guardò a bocca aperta.
Lei si bloccò sull’uscio della porta e lui mormorò che era bellissima.
Lei sorrise ed Alex la chiamò ad alta voce dalla sua stanza prima che potessero baciarsi.
“Grazie” sussurrò Maty, e poi si diresse in camera di Alexia.
“Che gnocca!” urlò Alexia quando Maty aprì la porta.
Lei rispose: “Anche tu non scherzi mica!”
“Oh Dio, sono già le 9.15, dobbiamo andare!” esclamò Alex dopo aver dato un’occhiata al suo cellulare.
Uscirono di casa correndo e salutando frettolosamente tutti, con Jessica che le urlava dietro di essere prudenti e di non bere.
All’andata guidò Alex, entrambe erano consapevoli che quella sobria al ritorno sarebbe stata Matilde e che quindi avrebbe guidato lei… era sempre stato così.
Quando arrivarono alla festa, tutti erano lì tranne Jacqueline e le sue stronzette, perché come sempre avrebbe fatto un’entrata epocale come ormai era solita a fare, perennemente in ritardo e conciata come se fosse una puttana da strada.
Jacqueline era bellissima, ma trasformava quella sua bellezza in volgarità, aveva dei lineamenti perfetti, ora messi anche di più in risalto dalla sua tinta biondo miele che la rendeva bella come se fosse un angelo, sebbene in realtà fosse il diavolo.
E lo aveva dimostrato in svariate occasioni quanto fosse cattiva.
Parker raggiunse Alexia e Matilde per salutarle.
“Rattatà e la sua amica!” esclamò.
Loro si girarono e gli sorrisero.
Alexia, memore della discussione avuta qualche giorno prima, pareva visibilmente in imbarazzo.
Parker, notato ciò, disse: “Riguardo all’altro giorno, non pensiamoci più. Amici?”
“Certo” rispose Alex.
“Beh, la vostra eterna rivale è qui” fece Parker indicando dietro di loro.
Entrambe si girarono, l’ape regina e le pecorelle stavano facendo la loro entrata trionfale: lei vestita con gonna nera inguinale, autoreggenti a rete, tacchi a spillo e corpetto nero, mentre loro… qualcosa che assomigliava davvero molto ad un burqa, ed era ovvio il perché, Jacqueline doveva essere l’unica ad essere notata tra tutte.
“Sembra una troia” esordì Matilde.
“Sembra?!” chiese Parker.
“Però te la sei scopata” fece Matilde mentre continuava a guardare lei.
“Sì, e mi chiedo ancora come ho fatto a non beccarmi l’AIDS!” esclamò lui.
Tutti e tre risero, Jamie invece li osservava da lontano.
Poi si avvicinò a loro e chiese di ballare con Alex, che accettò entusiasta.
Rj fece partire “Perfect” di Ed Sheeran come Jamie aveva richiesto.
Alex se sorrise cingendole il collo, mentre Jamie le mise le braccia attorno al bacino e dopodiché iniziò a parlare.
“Tu ci tieni molto a me, vero?” chiese Jamie.
“Certo che sì” rispose Alex appoggiando la testa contro la sua spalla.
“Per questo è ancora più difficile dirti ciò che ti devo dire” mormorò Jamie.
Alex tirò su la testa: “Ma di che stai parlando?”
“Mi trasferisco” fece Jamie.
“Dove?” chiese Alex allarmata.
“Da mia sorella a New York.”
“Perché?” domandò Alexia.
Gli occhi di Jamie si fecero lucidi, la voce era spezzata: “Tu sei la cosa migliore che mi sia capitata, quest’anno con te è stato bellissimo.”
“Allora non andartene” fece Alex mentre una lacrima le rigava il viso.
“Tu non mi ami, Alex. Il tuo cuore appartiene ad un’altra persona ed entrambe ne siamo consapevoli” esitò: “non è colpa tua, nel tuo cuore però non c’è spazio per me. Ti vedo quando sei con lui, ti brillano gli occhi, lo guardi come se fosse l’unica persona al mondo, lo guardi nello stesso modo in cui io guardo te. E poi quando siete tutti insieme vi trovate bene, ridete scherzate, siete a vostro agio. Io non lo sono mai, mi sento sempre in più.”
“Non voglio che te ne vai” sussurrò Alex con l’ultimo filo di voce rimastole e gli occhi inondati dalle lacrime.
“Neanche io vorrei, ma stare qui mi sta distruggendo” fece Jamie ormai impotente di trattenere il pianto: “Ti amo, Alex, per questo devo lasciarti andare.”
“Questo quindi è l’ultimo ballo?” fece Alex colta dalla tristezza.
“Sì.”
“Quando partirai?” chiese.
“Questa sera, sono venuta solo per dire addio.”
Alex appoggiò ancora la testa alla sua spalla: “Se questa è l’ultima volta che balliamo, stringimi forte allora.”
Jamie la strinse e per la prima volta i loro cuori furono incrociati, l’uno dentro l’altro, battevano all’unisono.
Quando la canzone finì, Jamie si staccò da lei con le guance rigate dalle lacrime, sorrise ad Alexia e uscì da quella casa.
Alexia le corse dietro e arrivate fuori urlò: “Jamie!”
Jamie si voltò e Alex le disse: “Addio.”
Si scambiarono un ultimo intenso sguardo, entrambe consapevoli del fatto che si sarebbero portate dentro per sempre e che sarebbero state legate per tutta la vita.
Lei sorrise amaramente: “Addio.”
Quando Jamie se ne fu andata Alex cadde a terra in preda a un dolore atroce e scoppiò a piangere, Matilde l’aveva seguita fuori, dopo averla vista uscire di corsa, e l’abbracciò.
“Mi dispiace tanto, tesoro” disse Maty.
Alex pianse stretta alla sua migliore amica disperatamente, quasi urlando per il dolore che stava provando.
Forse non l’amava, ma Jamie era una delle persone più importanti della sua vita e le pareva impossibile immaginarsi senza di lei.
Le aveva insegnato tanto, l’aveva sempre fatta sentire al sicuro, l’aveva fatta sentire amata e promise a se stessa che non l’avrebbe mai dimenticata, mai.
Dall’altra parte della città Jamie era in taxi, diretta verso l’aeroporto e stava dicendo addio al suo amore mai corrisposto.
Alexia era stata importante per lei, ma sapeva che era giusto lasciarla andare e non ci sarebbe riuscita se fosse rimasta lì.
Con le lacrime agli occhi, Jamie sorrise.
Perché ora lei sapeva di poter dire di aver amato una volta, e di aver fatto quello che era giusto proprio per amore dell’altra persona.
Ora conosceva l’amore puro, quello che non è egoista, quello che lascia liberi.
E sperò con tutta se stessa che Alex potesse amare tanto quanto l’aveva amata lei, sperò che entrambe potessero essere, davvero, felici.
“Ti tengo stretta al mio cuore” mormorò poi guardando una fotografia che le ritraeva insieme.

 


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*Regina George è la stronza della scuola per eccellenza, personaggio del film "Mean Girls"
   
 
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