Crossover
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Autore: Suikotsu    08/07/2009    3 recensioni
Un malvagio negromante cerca di impossessarsi degli artefatti più potenti del creato per realizzare i suoi diabolici scopi: quattro eroi, riuniti dalla volontà degli dei, uniranno le loro forze per sconfiggere lui ed i suoi spietati generali. Mentre la guerra infuria, un potentissimo elfo corrotto, seguendo la volontà del suo dio, ha liberato un terrificante esercito di demoni, per poi stringere un'alleanza con gli elfi oscuri.
Questa è la mia prima fic: all’inizio sembrerà un po’ banale, ma ci saranno numerosi personaggi e alcuni colpi di scena; consigliata a chiunque piacciano le storie ricche di combattimenti. Se vi ho incuriosito leggete, e lasciate un commentino!(ma non siate troppo severi)
Ho messo “non per stomaci delicati” perché le scene di combattimento spesso sono violente.
Importante: se dovessi commettere dei plagi fatemelo sapere. Grazie!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Piccola nota: il duello tra questi due guerrieri non è una mia invenzione, ma l'ho personalizzato rendendolo più lungo ed interessante.
Grazie ad harua_96 per il commento.

CAPITOLO 104: DUELLO DIVINO
 

 
Onimusha alzò lo sguardo verso il fratello e gli puntò una delle sue spade contro.
“Fortimbras! È giunta l’ora di farla finita! Preparati a combattere!”
Il terrificante dio aprì le ali e lanciò un ruggito che fece tremare la terra e le costruzioni attorno a lui.
I due si lanciarono l’uno contro l’altro: Onimusha, molto più piccolo, schivò un colpo di artigli e passò vicino a Fortimbras, attaccandolo con le spade.
Il Dio della Luce ruggì di nuovo, colpendo il fratello con la coda e stordendolo: a quel punto lo attaccò con gli artigli e lo scagliò contro una torre, demolendola, ma dal polverone sollevatosi uscì un raggio blu splendente che colpì il pieno il dio; il padrone dell’oscurità si alzò in volo, scagliando una raffica di sfere blu e nere, mentre Fortimbras generò una sfera infuocata che lanciò a sua volta: l’impatto fu devastante, ma gli dei non vollero dare segno di arrendersi.
Il dio più imponente volò in cielo, generando dal suo corpo balrog e giganti corazzati: Onimusha ringhiò, mostrando i denti aguzzi e affilati, e con un solo colpo della spada blu li spazzò via; tuttavia, per sferrare il colpo era rimasto vulnerabile, e Fortimbras ne approfittò per travolgerlo con una raffica di colpi di artigli: Onimusha ne parò molti, ma alla fine perse le spade, restando indifeso. Dopo qualche altro attacco, venne sbattuto a terra ed immobilizzato.
Con la forza della mente richiamò le sue spade, che si diressero a tutta velocità contro il suo rivale, che però lanciò due fulmini cremisi dal suo occhio rosso, bloccandole.
Fortimbras ruggì trionfante, ma Onimusha sorrise.
“Illuso, non sono così sprovveduto!”
Mentre parlava, intorno a lui comparvero numerose sfere luminose: le anime dei morti.
“Attacca, mio esercito di morti!”
Le migliaia di anime colpirono Fortimbras, che lasciò la presa.
Il Dio delle Tenebre richiamò le sue spade: conficcò quella blu nella mano del fratello, immobilizzandola al suolo, per poi tentare di tagliarla con quella arancione; venne però fermato dalla seconda mano, che respinse con un feroce attacco: privo di ostacoli, caricò per una frazione di secondo il colpo e mozzò la mano di netto.
Il Dio della Luce ruggì, spazzò via il fratello e fissò furioso il moncherino.
Dopo qualche istante, prese la mano, ne estrasse la spada, che gettò via, e se la riattaccò.
“Lo sapevo che non bastava così poco per batterlo.”
Fortimbras rise e sferrò un pugno al fratello che ricambiò il colpo: quando i due si scontrarono venne generata una devastante onda d’urto mentre spingevano con tutta la loro forza. Fu Fortimbras ad avere la meglio, facendo precipitare il fratello per poi scagliarli contro una stella rosso fuoco.
“Non mi arrendo!” -  dichiarò il dio fermando la sfera e respingendola verso l’alto con un poderoso pugno.
Subito dopo volò verso l’avversario, trafiggendolo con la spada al fianco per poi far scivolare la lama sulla coda.
“Una volta eravamo fratelli” - pensò mentre il sangue gli schizzava addosso - “Ed ora eccoci qui, a lottare per le nostre vite, e i nostri ideali.”
Un colpo di coda lo distrasse dai suoi pensieri: schivò l’attacco per un soffio, ma non poté sfuggire alla presa del serpente bianco, che cominciò a stritolarlo.
Onimusha sentì il fiato che mancargli, mentre le sue ossa e la sua armatura scricchiolavano; anziché allarmarsi, però, sorrise diabolico.
Il suo diadema cominciò a brillare di luce propria: senza che fosse necessario pronunciare alcuna parola, un raggio blu oceano partì e colpì Fortimbras sul muso, costringendolo a mollare la presa ed ad arretrare.
“Piaciuta la sorpresa? Ho no!”
Le mani di Fortimbras cominciarono a brillare.
Resosi conto delle sue intenzioni, il dio dell’inferno richiamò le spade, appena in tempo per deviare dei raggi luminescenti, ma erano solo i primi: ne seguì una pioggia, che Onimusha evitò volando o utilizzando le spade; i colpi evitati demolirono tutti gli edifici che colpirono.
Fortimbras, furioso, utilizzò il terzo occhio, dal quale partirono dei fulmini infuocati: Onimusha fu preso in pieno e gridò di dolore; tentò di liberarsi, ma quella forza era soverchiante.
Il Dio della Luce ruggì trionfante, per poi colpire il rivale con un pugno che scagliò il dio a centinaia di metri di distanza.
Onimusha trapassò da parte a parte numerose torri, per poi scontrarsi contro il castello, distruggendone metà.
Fortimbras rise: ormai nulla poteva più fermarlo!
Il dio si voltò verso Rannek e gli altri.
I quattro prepararono le loro armi, ma sapevano di non poter nulla contro un dio maggiore.
“Fortimbras!” - lo chiamò una voce -“Ti ricordo che sono io il tuo avversario!”
Il serpente bianco si voltò: suo fratello era dinnanzi a lui, quasi illeso.
“Credevi che bastasse così poco a battere il più grande degli dei?”
Il dio, incollerito, caricò Onimusha, che schivò il colpo all’ultimo momento, si aggrappò ad un corno e conficcò la spada arancione nella testa del rivale.
Tenendosi saldamente aggrappato, tempestò il cranio di spadate, senza far caso alle grida di dolore che udiva.
Il dio bianco cercò di afferrare l’avversario, ma questi era molto più piccolo e veloce, e non si fece prendere, anzi gli corse lungo la schiena, tenendo la spada ben conficcata.
Quando si trovò a metà strada, però, una devastante scarica di energia, emanata dal corpo del fratello, lo immobilizzò causandoli dolori atroci.
Stordito, il dio scivolò nel vuoto e si schiantò al suolo.
Fortimbras si tolse le spade, pronto ad attaccare.
Onimusha alzò lo sguardo.
“Sembra proprio che non voglia cedere!”
Il Dio della Luce fece qualche gesto e generò delle sfere bianche che cominciarono a ruotarli attorno.
Il dio degli inferi lanciò un grido e volò verso il nemico, schivando le sfere; tuttavia non riuscì ad evitare una vampata di fuoco fuoriuscita dalle fauci del fratello e venne respinto.
“Che c’è? Tutto qui? Ha!”
Le sfere prima evitate si scontrarono contro Onimusha, stordendolo e lasciandolo indifeso: il serpente bianco lo travolse con una raffica di colpi di artigli, alla quale seguì una sfera potentissima.
Il Dio delle Tenebre si schiantò al suolo, provocando un piccolo cratere.
"Sembra ancora più forte dell'ultima volta." - pensò il dio - "Ha usato il suo odio, il suo rancore...tutte le sue emozioni negative sono diventate fonte di nuova potenza." 
Fortimbras fissò qualche istante il cratere, attendendo la mossa del fratello: tutto d’un tratto, senza alcun preavviso alcune rocce si alzarono in volo verso il dio ad altissima velocità; era troppo grande per poterle evitare, ma non gli fecero grandi danni, anzi si polverizzarono sul suo corpo.
Il dio bianco ringhiò e ruggì qualcosa.
“È vero, non ti fanno niente: le ho lanciate solo per coprire il mio rumore.”  
Il serpente si voltò e vide il rivale.
Il Dio delle Tenebre fece qualche gesto, e le pietre polverizzate finirono dritte negli occhi del suo avversario.
“Assaggia l'ira delle Tenebre!”
Il maggiore dei fratelli si avventò sul minore, sferrandogli un pugno che fece tremare tutto il corpo; ne seguirono decine in una frazione di secondo, poi uno sul mento e, qualche secondo dopo, un calcio sulla schiena.
Fortimbras precipitò a terra.
“He he! Allora, niente male per un piccoletto, he?” - scherzò il dio.
Un raggio bianco lo zittì e lo fece precipitare a sua volta.
“Argh! Adesso basta!”- gridò mentre l’alone azzurro che avvolgeva il suo corpo crebbe a dismisura - “Finiamola! Ho ancora un asso nella manica! Catene degli inferi!”
Gli avambracci di Onimusha furono avvolti da delle catene, che poi partirono contro il Dio della Luce, avvolgendosi attorno al suo collo.
Il Dio delle Tenebre tirò con forza, strangolando il rivale, poi con uno strattone improvviso lo trascinò a terra.
Il dio cadde rovinosamente al suolo.
Onimusha richiamò le spade.
“È giunta l’ora di farla finita!”
Fortimbras alzò una mano, dalla quale fuoriuscì un fulmine rosso, ma Onimusha lo distrusse con un colpo di spada.
Il serpente bianco si rialzò e spalancò le ali, facendo cadere una pioggia di meteore, che suo fratello parò alzando uno scudo invisibile; il maggiore dei due si lanciò all’attacco, schivando gli artigli del minore per poi conficcargli la spada blu nell’occhio rosso.
“Addio… fratello.”
Questo pensò Onimusha prima di sferrare il colpo mortale: la spada fu circondata da un alone nero, e venne affondata nella testa del dio, per poi essere fatta scorrere su tutto il corpo, fino all’estremità della coda.
Il colpo divise il corpo in due metà.
"Soggioga titani!"
Il raggio nero lanciato aveva una potenza inimmaginabile; seguì una luce accecante accompagnata da un’esplosione. Poi più nulla.
Sul campo era calato il silenzio da diversi minuti, quando un uomo si rialzò.
“State tutti bene?” - chiese Rannek ai compagni.
Gli altri si rialzarono, storditi.
“Fortimbras… Fortimbras è morto! Ha ha! Vittoria! Onimusha ha vin… ma dov’è finito?”
“S… sono qui.”
Il Dio delle Tenebre si diresse verso i quattro: aveva il respiro affannato e barcollava.
“Vi aiutiamo noi.”
Il dio si appoggiò alle spalle di Drizzt e Rannek.
“Ho… ho vinto ma…”
“Cosa?”
Onimusha sorrise ironico.
“Ho paura che non durerò a lungo… se la Luce sparisce… anche le Tenebre muoiono… “
“Non parlate così! Dev’esserci una soluzione!”
“Sì…in effetti c’è… so cosa fare.”
Illius sorrise.
“Fiuuu! Meno male. Allora è proprio finita.”
Una risata diabolica si diffuse nell’aria.
“Non sai quanto hai ragione. È proprio finita… per voi!”
 
  
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