Esco
a prendere la posta.
Nessuno
lo fa al posto mio,
fortuna che sono rimasto in questa casa, non so come Anto avrebbe
affrontato
questa situazione se non ci fossimo stati io e Fabio. È
chiusa in camera sua da
due settimane, non mangia, non dorme, piange e basta, non
l’ho mai vista così,
dov’è finita tutta la sua grinta, la sua passione
per la danza e il canto e
perché no, la sua aria da essere superiore? Te li sei
portati via te Nicolas,
insieme al suo cuore. Non capisco perché le hai fatto
questo, sono sicuro che
centra Alan Taylor, ma un accenno, un biglietto, un saluto di persona
avresti
potuto lasciarlo, o almeno una piccola spiegazione a me, che potevo
considerarmi il tuo migliore amico.
Niente,
sei sparito così nel
nulla, sono quasi preoccupato per te, non vorrei facessi qualche
sciocchezza.
Rientro
in casa e mi butto
sul divano a passare in rassegna la posta.
Bollette,
bollette, offerte
pubblicitarie, bollette e…una lettera.
Giro
per vedere il
destinatario: Fito Bernardi.
Chi
può avermela mandata?
Do
un’occhiata veloce, la
scrittura è disordinata, veloce e spigolosa. Guardo la firma
e per poco non mi
prende un colpo.
Caro Fito,
è difficile per me scriverti questa
lettera, sono
certo che sei arrabbiato nero con me, e come darti torto?
Non oso neanche pensare come sta Antonella, se sta
come sto io è messa male. Mi sento il cuore spezzato in due
Fito, non so più
per cosa vivere, anzi, forse una mezza idea ce l’ho, vivo con
la speranza che
un giorno tornerò e proverò a farmi perdonare da
lei.
Ma torniamo al motivo per cui ti ho scritto questa
lettera, voglio spiegarti tutto Fito, ormai ti consideravo come il mio
migliore
amico e non voglio che tu ce l’abbia con me per qualcosa che
non ho fatto.
Cominciamo dalla domenica mattina di due settimane
fa. Sai bene della litigata tra me e Antonella per la questione di
Roberto, che
non si è mai risolta, e non hai idea di quanto mi senta in
colpa, ho calcato
troppo la mano, non mi riguardava la faccenda di suo padre, ma non
è quello il
problema, sicuramente avremo risolto tutto, il problema è
nato quando sono
uscito a fare qualche passo per far sbollire la rabbia.
Stavo passeggiando vicino al parco quando una
limousine bianca mi si è affiancata, vedo uscire due uomini
che assomigliavano
più a due armadi, vestiti di nero con occhiali scuri a
coprire il volto. Mi
prendono per un braccio ciascuno e mi trascinano in macchina.
Già immaginavo
chi c’era ad aspettarmi dentro l’auto.
E infatti entro e nei sedili posteriori trovo Alan
Taylor ad aspettarmi. Ti trascrivo il dialogo.
-Buongiorno Nicolas.-
-Cos’è, un tentativo di
rapimento questo?- domando.
-No Nicolas, ti ho caricato in macchina per darti
l’ultimatum, allora cosa vuoi fare? Lasciare Antonella per
mia figlia o no?-
-La mia risposta è sempre la stessa
signor Taylor.-
-Voglio vedere se questo ti farà
cambiare idea.- mi
dice.
Non sapevo cosa aspettarmi, pensavo a uno dei suoi
soliti “incidenti”, non immaginavo neanche che
potesse arrivare a tanto.
Mi indica un punto fuori dal finestrino e vedo una
ragazza camminare nel parco, la riconosco subito, la riconoscerei tra
mille:
Antonella.
-Bè, dove starebbe stavolta
l’incidente casuale?-
domando.
-Osserva dietro quell’albero e poi
rispondi.-
Guardo dietro l’albero indicatomi da Alan
Taylor e
vedo un altro uomo armadio, sempre vestito completamente di nero con in
mano
una pistola, inizialmente non capisco le sue intenzioni fino a quando
non lo
vedo puntare la pistola verso…Antonella.
Ho tentato di alzarmi e ho iniziato a urlare, ma i
finestrini erano chiusi, Antonella non mi sentiva. Alan Taylor con
molta
tranquillità mi ha detto che la mia decisione avrebbe
compromesso l’esito della
pallottola all’interno della pistola, sarebbe potuta rimanere
là o sarebbe
potuta finire da un’altra parte. Sono andato in ansia Fito,
non sapevo che
fare, ero sicuro che sarebbe stato capace di farlo, di uccidere una
ragazzina e
non potevo permettere che questo succedesse. Non ho potuto fare altro
che
ubbidirgli, mi ha detto di prendere in mano il telefono e mi ha dettato
cosa
dire ad Antonella. Non puoi neanche immaginare quanto ho sofferto a
vedere
Antonella cadere in ginocchio e piangere. Mi ha detto anche che per la
salute
della mia ormai ex ragazza non avrebbe dovuto sapere niente e che lui
sicuramente lo avrebbe saputo se avessi detto qualcosa ad
Antonella.Quindi per
favore non dire niente né a lei né a Fabio.
Fito ora sono in Spagna, vivo con Emma e suo padre,
sono stato costretto a tornare con lei, non ce la faccio più
amico mio, vivo in
una villa con piscina, stanze enormi, ho tutto quello che vorrei avere,
tranne
quello che voglio veramente.
Ti devo lasciare, te la sto scrivendo di nascosto
questa lettera, mi controllano, mi sento un carcerato. Ti prometto che
tornerò
presto, prenditi cura di Antonella e ricordati che non mi
dimenticherò mai di
lei, anzi di voi.
A presto, si spera.
Nicolas.
Finalmente
capisco molte
cose.
Fine capitolo.
Buonasera ragazze
mie. Ecco
giunto il capitolo con la spiegazione, scritta in modo un po’
particolare e non
molto lungo, ma non ho voluto aggiungere altro, faceva più
effetto un capitolo
così corto con solo la lettera. Ormai resta solo
l’epilogo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
-1 capitolo alla
fine.
Ringrazio
calorosamente BAbyDany94,
Giulysan, Ashleyily95 e Misty_Pan96 che mi continuano a recensire.
Grazie mille
per le recensioni, non so come avrei fatto senza i vostri commenti che
mi
davano la voglia di continuare a scrivere (mi sa che sono un
po’ ripetitiva perché
l’ho già detto un sacco di volte!XD).
Al prossimo capitolo.
Un bacio.
Gaia