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Autore: LadyDP    05/08/2018    0 recensioni
[Il figlio di Babbo Natale]
Arthur e' invecchiato. Ha una folta barba bianca, la pancia grande e il naso sempre piu' rosso.
Questo significa che e' tempo per lui di posare per il suo ritratto ufficiale.
E Steve? Ne sara' invidioso?
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ora anche Arthur capi’ il senso di quello sguardo e di quelle parole.

 

Ne rimase un po’ ferito, e si senti’ uno stupido a non averlo capito prima, in tanti anni.

 

Comunque, non era arrabbiato con Steve. Alla fine aveva capito quale fosse il compito piu’ adatto a lui e aveva rinunciato alla sua tanto agognata ‘promozione’, che pero’ non voleva veramente.

 

Parlando sinceramente, Steve non sarebbe stato un bravo Babbo.

Ed infatti se ne era accorto anche lui.

 

In compenso, come Esecutivo della S/1 era perfetto. Brillante. Abile. Talentuoso.

E appassionato in quello che faceva.

 

Un aiuto indispensabile.

 

E per questo gli era riconoscente ogni giorno.

 

 

E tra il dolore delle mani che quasi gli cadevano, e quei pensieri un po’ dolci e un po’ amari,

Arthur sapeva bene come fare a dimostrargli la sua gratitudine.

 

 

 

“Chiudi gli occhi, Steve” ridacchio’ Arthur coprendogli la vista con le mani.

 

“Andiamo, Arthur. Non ho tempo, e’ la Vigil..”

 

“TA DAAA!” esordi’, alzando le mani al cielo.

 

Steve non capi’.

 

“Che cosa ci sarebbe di diverso? Sono i soliti vecchi dipinti di..”

 

La sua voce si spezzo’.

 

No. Non solo i soliti e vecchi dipinti.

 

Il maggiore si avvicino’ alla parete per ammirare il ritratto di suo fratello.

 

Con un sorriso bonario sul volto, quella folta barba bianca, i capelli spettinati, le guance, il naso e il vestito rossi, la lettera di un bambino tra le mani e la sua scrivania.

Si’, sembrava proprio Babbo Natale.

 

Una nota di amarezza punse il suo sguardo.

 

Era un triste rimorso, misto alla consapevolezza di una scelta giusta ma sofferta.

 

Era indubbio che era Arthur a dover stare li’.

 

Ma alla fine, di lui, chi si sarebbe ricordato?

 

Tutti avrebbero raccontato le vecchie storie di Babbo Ventunensimo, ma chi avrebbe raccontato del suo indispensabile (inutile raccontare frottole, senza di lui non andava da nessuna parte) vice?

 

L’esecutivo. Colui senza il quale la festa non parte.

 

E per un momento desidero’ apparire nelle storie di un nonnino acciacato e rustico

com’era stato Nonno Natale.

 

Non come protagonista, e nemmeno come personaggio importante.

Una comparsa. Un accenno. Steve c’e’ stato.

 

“Ragazzi” chiamo’ Arthur, che si era ben accorto della sua reazione, e gia’ pregustava quella alla sorpresa.

 

“E’ il momento”

 

Fu allora che spalancarono la porta tre elfi, di cui due con due strani oggetti piatti e rettangolari sottobraccio, uno piu’ grande dell’altro.

 

Il primo elfo fece il segno del saluto militare.

 

Indietreggio’ per lasciare spazio agli altri due. Uno appese una grande targhetta sotto il dipinto di Arthur, e l’altro un quadretto piu’ piccolo.

 

Steve era rimasto senza parole, e una lacrima gli scese sulla guancia.

 

 

Guardo’ il fratello e gli sorrise. Allargo’ le braccia.

 

“Vieni qui” mormoro’ a voce rotta

 

“Ti voglio bene, Arthur”

 

 

Il fratello lo abbraccio’ quasi saltandogli addosso.

 

Diede un’occhiata al quadretto e alla didascalia.

 

Era Steve, in giacca e cravatta, con i suoi moderni occhiali da impiegato all’ultima moda.

 

Taglio moderno, barba curatissima. Un po’ invecchiato, certo.

 

Ma ancora un gran bel ragazzone.

 

 

La didascalia diceva appunto “Primo Esecutivo della S/1. Steven Christmas, 2011-”

 

 

Che titolo freddo, direte.

 

Insomma, non stiamo mica parlando di Babbo Natale, no?

 

   
 
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