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Autore: MariLella    06/08/2018    1 recensioni
Si avvicinarono l'uno all'altra, la mano di lui carezzò i di lei riccioli biondi, lei sorrise, i loro volti si sfiorarono
*Darling I'd caress you
And press you to my heart*
La strinse forte a sé, lei affondò il capo sul suo petto.
Le baciò i capelli, lei sollevò gli occhi azzurri e li fissò in quelli profondi di lui.
*Even though we're parted
Your lips are close to mine *
Lentamente lei si alzò in punta di piedi posò le labbra fresche sulla fronte del marito, scivolò fino a che le loro lingue si intrecciarono
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Bartemius Crouch junior, Bartemius Crouch senior, Ludovic Bagman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Ludovic Bagman non era nato per stare dietro una scrivania: era dinamico, giocoso e soprattutto allergico a protocolli e regolamenti vari.
Sebbene mancasse ancora più di mezz'ora alla chiusura dell'ufficio aveva già ficcato nella valigetta le sue cose alla rinfusa ed era pronto a tornarsene a casa schivando così la folla di impiegati che intasava la metropolvere.
Stava per infilare il soprabito quando sentì bussare alla porta, attese qualche istante sperando che chiunque fosse se ne andasse via, ma i battiti si fecero più insistenti e una voce chiese 
"É permesso?" 
-Era ovvio chi altri avrebbe potuto rompere a quell'ora!- pensò Bagman e rispose 
"Arrivo, Barty, arrivo!" 
Aprì la porta e senza lasciare che il collega dicesse una parola lo apostrofò con tono allegro
"Che bello vederti, vecchio mio! Senti, io stavo giusto per andare  possiamo parlarne domani...
"Sarebbe meglio non aspettare oltre, si tratta di questioni delicate."
"Certo, certo solo vedi avrei un po' fretta. Suvvia per una notte in più non cade mica il mondo!"
"Ci sono delle scadenze precise, ma se non puoi trattenerti va' pure ci penserò da solo."
"Splendido!" Disse Bagman con un sorriso, oltrepassò il collega e si diresse verso l'ascensore.
Quando si voltò Crouch era ancora immobile in mezzo al corridoio, quell'uomo grigio, severo e rigido gli fece pena; pensò che in fondo se l'aveva disturbato a quell'ora era perché per lui non esisteva altro che il lavoro, non aveva nient'altro, era completamente solo.
" Barty, ci ho ripensato! Parliamone a casa mia, vieni a cena da noi."
Crouch restò interdetto per un attimo e balbettò
"Io... non so...veramente.."
"Avanti! Non accetto un no come risposta."
"Va bene, ma avremo del lavoro da fare.."
"Sì, sì certo! Che bello finalmente un po' di compagnia, non é facile essere l'unico gallo tra sei gallinelle." 
Ciò detto scoppiò a ridere e con una forte pacca sulla spalla spinse un titubante Crouch nell'ascensore.

Quando uscì dal caminetto Bagman venne accolto con un bacio appassionato dalla moglie 
"Amor de mi Vida, finalmente!"
Guardandola pensò a quanto era fortunato ad averla, Esmeralda veniva dalla Pampa argentina, era bellissima dai capelli neri, gli occhi verdi, la carnagione ambrata e delle proporzioni da sogno.
Eppure  era molto più che  bella: era una donna  forte che non aveva dimenticato quanto la vita potesse essere difficile e tuttavia cercava di vedere sempre il lato migliore di tutto e di tutti e di rimanere sempre allegra.
"Gioia mia, stasera abbiamo un ospite a cena."
Lei allora s'indispettì  
"Como? Tu no à pensato de avisarme, no pro que tu no pensa...
Crouch uscì in quel momento e sentendola strillare cercò subito di scusarsi 
"Signora, sono desolato non voglio disturbare se sono capitato in un brutto momento...
Lei si addolcì e immediatamente rispose 
"Che! No, asolutamente no ay problema! Mi casa es su casa."
"Bene ora che é tutto risolto. Gioia mia questo é il mio collega Bartemius Crouch, Barty questa é mia moglie Esmeralda" fece Bagman  conciliante.
"Encantado de conocerla." Disse Crouch in perfetto spagnolo dopo aver baciato la mano della signora Bagman.
"Che! Un caballero de verdad." Rispose lei ridendo " No Como Ludo che no avisa mai.Che! Ve preparo qualcosa da bere intanto che cerco de hacer un poco de cena!"
Ciò detto agitò la bacchetta e due bicchieri colmi di un liquido dorato schizzarono verso il salotto.

I due si accomodarono e Crouch senza perdere tempo si mise a mostrargli i documenti,
Ludo alzò gli occhi al cielo aveva sperato che portandolo a casa e facendogli bere un goccio si fosse dimenticato del lavoro da fare, ma evidentemente era una pia utopia.
La sua agonia finì quando Esmeralda strillò "A la mesa!" 

La sala da pranzo si riempì della chiassosa famiglia di Bagman 
"Oh allora ti presento il mio pollaio..ehm le mie figliole."
Indicandone una  biondissima  e dai grandi occhi blu 
"Lei è la più grande, Sabrina. Figlia della mia prima moglie." 
Stavano confabulando due ragazzine sui dodici anni una rossa dalla pelle chiarissima e l'altra dai capelli corvini e la carnagione olivastra 
"Ah le gemelle diverse Susan ,figlia della mia seconda moglie, e Soledad che invece é figlia del primo marito di Esmeralda." 
Scompigliò i capelli a una bimba dai capelli neri e gli occhi profondi che poteva avere dieci anni 
"Palomita, sorella di Sol." 
Infine prese in braccio e baciò una  bimba non più grande di un anno dai capelli chiari e gli occhi verdi 
"La nostra piccolina, Evita." 
Quindi si rivolse alle figlie 
"Ragazze lui é il mio collega Bartemius Crouch, starà a cena da noi."
"Buonasera signorine."
Fece Crouch con il consueto tono distaccato.

In quel momento entrò Esmeralda reggendo una zuppiera colma fino all'orlo di quello che sembrava un minestrone in cui però  galleggiavano pezzi di stufato.
Tutti si alzarono e rimasero immobili, Esmeralda  recitò
 "Padre celestial misericordioso, gracias por esta comida, te pedimos  que la bendigas para que nutra nuestro cuerpo y para mayor fuerza de Tu bien."
"Amen" risposero in coro.
Allora presero posto e Bagman per rispondere allo sguardo interrogativo di Crouch sussurrò a  mezza voce "Sua madre non era una strega ed era molto cattolica così.."
"Così dobbiamo sorbircela ogni sera." Terminò Sabrina che si era seduta accanto a Crouch, poi   sbuffò "Dovevi proprio fare questa roba con il caldo che fa!" 
Esmeralda rispose piccata "El Locro es bueno siempre!" 
La ragazza alzò gli occhioni al cielo e fece 
"Così tu lavori con papà, cioé sei quello che lo tiene legato alla scrivania o cosa?"
Bagman per poco non sputò il boccone e vedendo l'espressione scandalizzata che si disegnava sul viso del suo collega si affrettò a rispondere 
"Se non fosse per questo signore qui io sarei già perso sotto un mare di carte!"
Lei si intromise di nuovo "Dai, papà non parla mai di lavoro. Racconta cosa combinate, sono curiosa."
Non l'avesse mai detto a quel punto Crouch  iniziò quella che aveva tutta l'aria di essere una paternale sull'importanza della precisione e della dedizione nel lavoro.
Lo interruppe Esmeralda "Che! Tienes razòn, quando ero in Argentina he trabajado duro ."
Soledad prese la palla al balzo "Sì c'era tanta miseria, ma basta ricordi tristi. Perché non raccontate al signore come vi siete conosciuti?"
"Oh sì, è una storia così romantica" le fece eco Susan.
Cosí Ludo raccontò della bella cameriera che aveva incontrato in un viaggio in Argentina , non era rimasto ammaliato solo dalla sua incredibile bellezza, ma rapito anche dal suo carattere solare.
Era rimasto stupito vedendo quanto fosse allegra nonostante si trovasse con pochi soldi a crescere da sola due bambine, così aveva deciso quella sarebbe diventata la sua compagna di vita.
Allora Esmeralda ridacchiando ricordò le prodezze compiute  da Ludo nel tentativo di farle la corte: come quella volta che aveva tentato di cantarle una serenata in groppa a un toro, ma l'animale non aveva gradito e il povero spasimante era finito in mezzo al fango, eppure senza scoraggiarsi e tutto sporco aveva imperterrito continuato a suonare.
Tutti risero, compreso Crouch che perse per un istante il consueto sguardo severo.


Fu una serata piacevole, era tanto che non stava così bene, forse non lo era mai stato, salutò sorridendo la vivace famigliola, ma al posto di rincasare decise di passeggiare per Londra.
Aveva desiderato anche lui una vita così, ma era stato molto tempo addietro. C'era la guerra: tutto e tutti erano in guerra, ricordava quando in una fredda terra straniera sognava di tornare dalla sua dalla sua dolce fidanzata e tutto ciò che allora voleva era vivere con lei in una grande casa in aperta campagna dove crescere tanti bambini e vivere in pace.
Dove erano finiti quei giorni? Dove era finito quel ragazzo pieno di speranze?
Mentre vagabondava per la città  nella sua mente riaffiorarono i ricordi della notte più folle della sua vita, l'unica notte folle della sua vita.
Lui era di ritorno dal fronte, la guerra sarebbe finita ufficialmente quella notte e avrebbe rivisto la sua dolcissima  Dorothy per la prima volta dopo mesi e mesi.
La gente  si rovesciava per le strade, finalmente riuniti erano giovani e felici in mezzo a quell'enorme festa.
Union Jack sventolavano ovunque, in ogni angolo si sentiva cantare "God save the King" , "Lily Marleen" o "There always be an England" e swing sincopati animavano ogni vicolo.
Non ricordava esattamente come erano finti a fare il bagno nella fontana di Trafalgar Square, avevano attraversato la  città  ballando e cantando fino al mattino.
L'aveva riaccompagnata a casa, lei stava per rientrare quando lui colse due pratoline, si mise in ginocchio e la chiamò.
Lei si voltò esterrefatta "Babi che stai facendo?"
"Dorothy Marie Connor, vuoi diventare mia moglie?" Le porse i due fiorellini 
Lei rise "Sì! Sì, lo voglio!" 
Si baciarono appassionatamente, come non avrebbero fatto mai più.


Si sposarono e lui cominciò a lavorare al Ministero: c'era un nuovo mondo da costruire, la guerra era vinta bisognava vincere la pace ricostruendo i rapporti con il mondo babbano.
Rinunciarono a vivere in campagna e per quanto avessero provato non riuscirono ad avere figli, lui si rassegnò e si gettò nel lavoro.
Si rivelò essere uno dei migliori elementi a disposizione del mondo magico per instaurare un rapporto di fiducia con la controparte non Magica.
Lei però si sentì trascurata e sprofondò in una silenziosa depressione.



Autrice 

Bene parte due, ammetto che in realtà la cena non era prevista mi sono divertita un po' e spero anche voi almeno un po'.
Nel prossimo capitolo se avrete pazienza di aspettare un poco ho intenzione di raccontare come una breve vacanza in un cottage cambierà la vita dei Crouch, prometto sarà molto più introspettiva.
Mari 






 








 








 
   
 
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